ilTorinese

Spaccio di droga, sospesa licenza a gastronomia

La Polizia di Stato ha coordinato a Torino un controllo straordinario del territorio “Alto Impatto” in zona Aurora, in particolare nella zona compresa fra corso Principe Oddone, via Maria Ausiliatrice, via Masserano.

All’attività, coordinata da personale del Comm.to di P.S. “Dora Vanchiglia”, hanno concorso pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, le unità cinofile della Polizia di Stato, personale dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Locale e dell’ASL.

Le forze di polizia hanno identificato complessivamente 17 persone e controllato 4 locali pubblici.

Il controllo si è focalizzato, in particolare, su una gastronomia di corso Principe Oddone caratterizzata, secondo i controlli effettuati dalle forze dell’ordine nelle scorse settimane, da assembramenti di cittadini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti nella zona di via Maria Ausiliatrice e via Masserano.

All’interno del locale sono state identificate 4 persone: altre 9 si trovavano nelle immediate vicinanze.

Delle persone identificate all’interno della gastronomia, 3 erano avventori, mentre una è stata individuata quale addetta alla cucina, intenta a servire i clienti. La donna, cittadina senegalese sprovvista di permesso di soggiorno, non era regolarmente assunta. La titolare della gastronomia non ha infatti fornito alcuna documentazione relativa all’assunzione della connazionale.

Personale dell’ASL ha disposto l’immediata sospensione dell’attività di gastronomia artigianale e vendita di alimenti per la mancanza dei requisiti minimi di igiene.

Ulteriori sanzioni, per un totale di 558,66 sono state comminate dalla Polizia Locale.

I controlli continueranno con cadenza regolare.

Pedonalizzazione di via Roma: riapre il tratto tra il civico 48 e via Bertola

Conclusi i lavori, questa mattina è stato riaperto un nuovo tratto della nuova via Roma pedonale, compreso tra il civico 48 e via Bertola.

L’intervento rientra nel più ampio progetto di riqualificazione volto a dare un nuovo volto allo storico asse di via Roma: la strada è stata completamente ripavimentata in pietra e portata al livello dei portici, al fine di eliminare le barriere architettoniche e migliorare la vivibilità e la percorribilità dell’intero spazio pubblico.

Il segmento riaperto è stato inoltre attrezzato con nuovi dissuasori e panche, elementi che incentivano l’uso pubblico dell’area, rendendola più fruibile e sicura per i pedoni. Sono stati infine completati gli interventi di impermeabilizzazione del parcheggio sottostante e il rinnovo della rete di raccolta delle acque meteoriche.

Un primo tratto, tra piazza San Carlo e via Bertola, era già stato riaperto all’inizio di novembre; contestualmente era tornato percorribile al traffico veicolare anche l’asse di via Principe Amedeo, all’altezza di via Bertola.

Ad agosto, a seguito degli interventi di riqualificazione, era stato riaperto anche il segmento tra via Santa Teresa e via Maria Vittoria, inizialmente non previsto: dopo un solo mese di chiusura al traffico, il passaggio per pedoni e veicoli era stato completamente ripristinato.

L’intero cantiere, suddiviso in tre lotti (da piazza Castello a piazza San Carlo; da piazza CLN a via Cavour; da via Cavour a piazza Carlo Felice) e finanziato con 12 milioni di euro, in gran parte provenienti dai fondi PON Metro Plus dell’Unione Europea, avrà una durata complessiva di circa 14 mesi.

Il completamento dell’intera opera è previsto entro il mese di maggio 2026.

Torino Click

Campionati nazionali Esordienti A e di categoria UISP

Al Palanuoto di via Filadelfia 89 a Torino dal punto di vista agonistico il 2026 si aprirà con i Campionati nazionali Esordienti A e di categoria della UISP, patrocinati dalla Città metropolitana di Torino. Le gare sono in programma sabato 10 e domenica 11 gennaio.Alla manifestazione possono partecipare le atlete e gli atleti delle categorie Giovani in regola con il tesseramento UISP per l’anno 2025-2026 e in possesso del certificato medico. Ogni società affiliata alla UISP potrà partecipare con un numero illimitato di atleti, ogni atleta potrà partecipare a due gare individuali più le staffette e ogni società potrà iscrivere due staffette per categoria. Le iscrizioni dovranno pervenire alla segreteria organizzativa dei campionati con la procedura di iscrizione on line sul sito www.uisp.it/nuoto entro il 5 gennaio.

Sabato 10 gennaio, dopo il riscaldamento, le prove inizieranno alle 14 nella vasca da 25 metri. Si disputeranno i 100 misti, i 50 dorso, i 100 stile libero, i 50 rana, i 100 farfalla e la staffetta 4×50 mista a stile libero. Domenica 11 le gare saranno i 200 misti, i 50 farfalla, i 100 rana, i 50 stile libero e i 100 dorso.

I dettagli della manifestazione sono consultabili sul sito della UISP alla pagina www.uisp.it/nuoto/pagina/campionati-nazionali-nuoto-esordienti-a-e-categoria-uisp-2025

Incendio in Barriera di Milano: evacuata una famiglia, due intossicati

Un appartamento al quarto piano prende fuoco e un’intera famiglia viene evacuata: due intossicati in un alloggio vicino. È successo nella notte in Barriera di Milano, in via Mercadante 86.

All’interno dell’appartamento si trovava una famiglia di origine nigeriana, composta da quattro persone, i cui membri sono stati prontamente tratti in salvo dai vigili del fuoco del distaccamento Stura. L’incendio ha interessato anche due appartamenti adiacenti: due persone sono rimaste lievemente intossicate e sono state accompagnate all’ospedale San Giovanni Bosco dal personale del 118 Azienda Zero.

Le due persone sono state successivamente dimesse e, insieme alla famiglia residente nell’alloggio in cui si è sviluppato l’incendio, sono state temporaneamente accolte in una struttura messa a disposizione dal Comune, poiché l’appartamento è stato dichiarato inagibile. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri del Nucleo Radiomobile. Secondo le prime ipotesi, l’incendio sarebbe stato causato da un corto circuito.

VI.G

Tamponamento tra auto e tir sulla Torino–Bardonecchia: muore un 22enne

/

Tamponamento tra auto e tir: perde la vita un 22enne, conducente della vettura.
È successo nella notte di oggi sulla tangenziale Torino–Bardonecchia, in direzione nord, all’altezza del casello di Bruere. Nell’impatto tra l’auto, una Renault Captur, e un tir, il giovane residente a Novalesa ha perso la vita sul posto. La vettura è finita incastrata sotto la parte posteriore del rimorchio del mezzo pesante. Vani i soccorsi del 118 di Azienda Zero.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia stradale di Torino-Settimo per accertare l’esatta dinamica, oltre agli ausiliari per la gestione del traffico.

VI.G

La Pro Loco di Bosconero saluta il 2026 con gusto, memoria e divertimento

Mercoledì 31 dicembre andrà in scena il Capodanno 2026, serata ispirata al tema dal sapore ironico e affettuoso “Quelli che in discoteca aspettavano il lento”, omaggio a un’epoca fatta di attese, sguardi complici e canzoni indimenticabili, il fil rouge che accompagnerà il pubblico in un viaggio emozionale tra musica e convivialità. Cuore pulsante della serata sarà la proposta gastronomica curata dallo chef Fabrizio Frasca, in collaborazione con i cuochi della Pro Loco.

L’esperienza culinaria si aprirà con una selezione di antipasti raffinati: salmone di Norvegia, servito in cremoso alla cipollina, un delicato flan di zucca accompagnato da salsa al Reggiano e profumato con olio al tartufo. A seguire, un richiamo alla grande cucina europea con le escargots alla bourguignonne, proposte con pane nero abbrustolito e burro aromatizzato alla maitre d’hotel. Il primo piatto sarà caratterizzato da una portata dal carattere deciso e avvolgente: scrigni ripieni di stracotto di manzo al brodo DOCG , esaltati da una salsa d’arrosto della tradizione, capace di scaldare il palato e richiamare i sapori delle grandi occasioni. Come secondo non poteva mancare il simbolo per eccellenza del Capodanno: il cotechino con le lenticchie, accompagnato da un cremoso gratin di patate alla besciamella, augurio di buon auspicio per il nuovo anno. Il finale sarà affidato a un dessert goloso a base di cioccolato fondente con croccante di meringa, perfetto per chiudere la cena con una nota dolce e raffinata. La selezione dei vini è dell’azienda vitivinicola “Cieck” di San Giorgio Canavese. Previsto anche un menù dedicato ai più piccoli, per rendere la festa inclusiva e adatta alla famiglia.

Info: 3384106173

Il Capodanno sarà arricchito anche dalla musica e avrà inizio alle ore 20.30.

Mara Martellotta

“UniversoBrachetti, una mostra dedicata al maestro del trasformismo

A Casale Monferrato, con le fotografie di Paolo Ranzani

Dal 6 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026

Casale Monferrato (Alessandria)

Recita la locandina d’invito: “La mostra ti porta dietro le quinte della vita artistica della leggenda vivente del trasformismo e conduce alla scoperta della storia di Arturo Brachetti attraverso foto, video e locandine”. Ebbene, a trascinarti e ad acchiapparti all’istante per aderire con entusiasmo alla proposta,  è proprio quel “dietro le quinte” e dunque la curiosità che ti spinge a scoprire il “gioco”, i “salti mortali”, l’“impossibile” che anticipano l’entrata in scena di quella leggenda del “quick-change”, ovvero di quel “trasformismo” che lui stesso ha riportato in auge, attraverso chiavi interpretative assolutamente personali e contemporanee. Cosa succede nel “camerino” del mitico Brachetti, maestro incontrastato del “trasformismo” noto in tutto il mondo, prima che lui – quel Renzo Arturo Giovanni Brachetti (così all’anagrafe), torinese doc, classe ’57 – metta piede oltre il sipario per scodellarti, come fossero nocciolini e in un nano-secondo, centinaia di personaggi, maschili e femminili, liberati da un cilindro magico capace di contenere fantasia, immaginazione e arte illusionistica in quantità industriale?

A rivelarcelo è la mostra fotografica dal titolo “UniversoBrachetti”, curata da Mariateresa Cerretelli (con il sostegno della “Città di Casale Monferrato”) a lui dedicata e allestita nella “Capitale storica” del Monferrato all’interno degli spazi suggestivi della “Sala Marescalchi”, nel “Castello dei Paleologi” o “del Monferrato”. A renderla unica è la presenza, in rassegna e per la prima volta in assoluto, delle “foto inedite” del torinese Paolo Ranzani“fotografo personale” dell’artista, a lui legato da un rapporto di collaborazione e amicizia personale, che gli ha consentito di lavorare al suo fianco scattando immagini di grande fascino, le “uniche” mai realizzate nel “dietro le quinte” degli spettacoli di Brachetti. Una conoscenza reciproca, data dal lavoro fianco a fianco, da oltre vent’anni, e che ha permesso a Ranzani di cogliere particolari, gesti, tensioni e momenti di grande emozione fissandoli per sempre nei suoi scatti, oggi “per la prima volta visibili” a tutti in occasione di “UniversoBrachetti”.

“Il fotografo personale di Brachetti, in questa sezione ‘top secret’ della mostra – si sottolinea – svela per la prima volta al pubblico, attraverso la sua abile e consolidata maestria, il magnifico incanto del più grande attore-trasformista del mondo sul palco e dietro le quinte nei vari teatri e durante gli spettacoli in Italia e nel mondo, con una selezione eccezionale di ritratti rocamboleschi e cangianti, di luci e di ombre plasmate sul personaggio in scena, di ‘assoli’ indimenticabili e di folle incantate dai mille universi delle meraviglie presentati dall’artista”. La mostra invita per mano il pubblico, esortandolo a fare suoi, come in una fiaba, i passaggi fondamentali di una carriera artistica incredibile, fiabesca per l’appunto, che s’avvia dall’infanzia del grande artista torinese (unico erede del grandissimo Fregoli e dal 2002 nel “Guinness” dei Primati dopo aver interpretato 81 personaggi diversi in uno spettacolo di due ore) al suo debutto, poco più che ventenne, sul palco del “Paradis Latin” di Parigi, per  esibirsi poi ai quattro angoli del pianeta, in diverse lingue e in centinaia di teatri. Fino al ritorno in Italia nel 1983 e alle sue prime esperienze in Tv (sotto le ali protettrici, come primo impatto, del regista Antonello Falqui), nei teatri, nei musical, nei grandi varietà e nella prosa, in un percorso artistico interminabile, inseguendo sempre il “treno del mondo”, in Europa e in America; da Los Angeles a Parigi, dove nel 2004 si esibisce all’ “Eliseo” sotto gli occhi del presidente Chirac e dove, nel 2013, dopo una prima pagina su “Le Monde” entra a far parte, con il suo ciuffo ribelle all’insù, delle “statue di cera” del “Museo Grevin”. Una carriera sfolgorante, dai mille volti quanti sono quelli da lui portati in scena. E perfino, nel 2010, una “laurea honoris causa” in Scenografia all’“Accademia Albertina” di Torino. Nel 2016 prepara e produce quel “fuori dal mondo” (in senso, ovviamente, positivo) che è il suo “SOLO – The One Man Show”, con tappa d’esordio in novembre a Torino e che attraverserà poi l’Italia, giungendo ad oggi alla nona stagione“un magico viaggio nella mente di Arturo Brachetti, una casa della memoria e delle emozioni, nelle cui sette stanze, grazie alla magia dell’artista, prendono vita oltre sessanta personaggi”. E attenzione! Non è un caso se, proprio scrivendo della mostra fotografica dedicata da Ranzani a Brachetti e prossima ad inaugurarsi a Casale Monferrato, citiamo il fantasmagorico “SOLO” – arrivato a oggi a registrare oltre un milione di spettatori – in quanto proprio dalla città dell’alessandrino, lo spettacolo prenderà nuovamente il via per la nona stagione del suo “tour” nazionale. Dunque, da Casale … ad maiora!

Gianni Milani

“UniversoBrachetti”

Castello del Monferrato, Casale Monferrato; tel. 0142/444329 o www.castellodelmonferrato.com

Dal 6 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026. Orari: sab. e dom. 10/13 e 15/19

Nelle foto: Paolo Ranzani, alcuni scatti fotografici presenti in mostra

Il ritorno di “Cantando sotto la pioggia”, un successo autentico di musiche e canzoni

All’Alfieri, repliche sino a martedì 6 gennaio

Riproponiamo la recensione apparsa nel maggio scorso all’indomani del debutto

Uno spettacolo a teatro come un vecchio film, compresi righe e filamenti volanti sulla pellicola, il carattere un po’ démodé delle scritte: con tanto di titoli di testa a elencare cast, costumi e scenografie, musiche, regia e produzione, quanti fecero l’impresa e quant’altro ancora. Come ai vecchi tempi, tutto a scorrere oggi sulla quarta parete del palcoscenico dell’Alfieri, per la prima nazionale – una delle tante promesse, quella dei debutti importanti, che Fabrizio di Fiore sta mantenendo nel corso delle sue nuove stagioni teatrali torinesi – di “Cantando sotto la pioggia”, in un mese di maggio che vede quasi il termine del calendario. Un omaggio dovuto, “un sogno che si avvera nei confronti di un testo a cui ho pensato da sempre, da quando ho iniziato a fare il mestiere che faccio”, ricordava ieri sera Luciano Cannito, regista, al termine dello spettacolo con applausi davvero trionfali da parte di un pubblico certo di aver incrociato una brillante serata; e poi la eccellente ricostruzione di un clima, che continua a vivere in un’epoca ben precisa ma che allo stesso tempo ha tutti i mezzi per irrobustirsi di vita propria – con tanto di citazioni, dall’orologio di Harold Lloyd di “Preferisco l’ascensore” alle gambe più belle (e costose) del mondo, quelle di una smagliante Cyd Charisse proprio in coppia con Kelly -, di musiche e canzoni, di coreografie catturate da quelle immagini, di pericolante recitazione e di torte in faccia, di dispetti e rivalse tra primedonne, di un divertimento insomma che riempie appieno le tre ore circa dello spettacolo.

Se il titolo è una pietra miliare del teatro musicale, e lo è certamente con un ristretto gruppo di non ti stanchi mai, diceva ancora Cannito in un’intervista a La Stampa, ecco che il regista si fa apprezzare per quella rinuncia alle forzature, per quegli ammodernamenti evitati, per il “rispetto” di quel “sacro che c’è dentro” anche se niente vieta di togliere “un po’ di polvere che si è depositata nel tempo”, pronta a lasciare spazio a una più calcata e pungente ironia.

Con un bel ritmo, che potrà ancora crescere con l’avanzare delle repliche, lo spettacolo guarda gioiosamente al film del ’52 diretto da Stanley Donen e Gene Kelly, quest’ultimo come ognuno sa nel ruolo anche del protagonista Don Lockwood. L’epoca della vicenda è il tramonto del cinema muto, quando immagini in bianco e nero rendevano attori anche approssimativi costretti a costruire facce di circostanza, a strabuzzare occhi fuor di misura, ad atteggiarsi in movenze a dir poco ridicole. Il teatro, quello era l’autentico mondo della recitazione, ma non era pane per tutti. Non per quelle attricette di poco conto che non avrebbero mai potuto prestare la loro voce stridula alle tavole di un palcoscenico, le riprese erano lì a salvarle senza che il pubblico, già allora ai bordi del red carpet, si ponesse tante domande. È quel che succede alla acclamata quanto vanesia, vanitosissima Lina Lamont, che fa coppia con Don in mediocri film di cappa e spada: senonché quel mondo di non più sopportabile cartapesta, dopo i disastrosi tentativi di adattamento, pare scoppiare quando il 6 ottobre 1927 “Il cantante di jazz” con Al Jolson appare sugli schermi a inaugurare il cinema sonoro – una rivoluzione, come quella che a Hollywood ci fu dodici anni dopo con la risata della Garbo per “Ninotchka” – e quelle voci sgraziate avrebbero avuto vita breve. All’orizzonte di “Cantando” appare Kathy Selden, viso notato dal produttore che vede lontano, bella presenza e voce da sogno, semplicità e pochi grilli per la testa, che con l’aiuto di Don, nuovo compagno di lavoro e di vita, e dell’impareggiabile funambolico Cosmo penserà a smascherarla e a metterla in ridicolo, con buona pace di una improbabile carriera.

Legatissimo e mai un attimo che accusi sghembature o rallentamenti che siano lì a intaccarne il ritmo, smagliante, divertente, il vecchio libretto di Betty Comden e Adolph Green rispolverato a dovere secondo la promessa registica, le canzoni di Nacho Herb Brown e Arthur Freed (dal “Mago di Oz” giù giù sino a “Gigi” una delle più belle firme di Hollywood), qui con la traduzione di Cannito e di Laura Caligani, a tornare sempre piacevolmente in mente, le scene di Italo Grassi e soprattutto i costumi di Silvia Califano (un cognome che è una garanzia), che spazia con le sue invenzioni da “Sherazade” a Shakespeare per il festival veronese, dall’Aterballetto al “Lago dei cigni” per il Roma City Ballet Company, non ultimo il disegno luci curato da ValerioTiberi, ogni apporto rende “Cantando” un’occasione da non perdere. Metteteci ancora un corpo di ballo di quindici elementi, di quelli che si cercano e si trovano da chi ha parecchio fiuto alle spalle, che all’occorrenza canta e recita, metteteci degli attori in gran forma e avrete la sembianza esatta del successo o del successone. Senza se e senza ma. Lorenzo Grilli, cresciuto nel teatro di Proietti e nel cinema di Roberta Torre, è un valido Don che sfugge con padronanza alle incertezze del debutto e si irrobustisce, passo dopo passo, mattatore assoluto, davvero efficace, nel momento “in the rain” sotto scrosci non indifferenti d’acqua con voce e salti e zompi invidiabili sui lampioni di scena. Martina Stella e Flora Canto, su due diversissimi versanti, sono due belle attrici, che convincono, un ritrattino tutto sale e pepe di ocaggine agguerrita nel non voler cedere lo spazio che s’è guadagnato la prima, anche capace di mettere in secondo piano, con lodevole convinzione, una vera bellezza; grintosa “my fair lady” del palcoscenico la seconda, pienamente disponibile ad un percorso di tutto rispetto. Folletto della serata, autentico artista, versatile, pronto a mettere in scena per quanti non lo conoscono, autentica scoperta, e a ribadire per i molti altri una insolita bravura che ha preso forma negli anni, e nelle tante tappe, nella danza (tap, modern e acrobatica), nel musical e nelle arti circensi, Vittorio Schiavone, che passa attraverso il Teatro alla Scala e guarda a Michael Jackson: il suo Cosmo, per certi tratti, in coppia con il protagonista o negli assolo, ha tutta la magia dell’inafferrabile, del campione che non hai ancora incrociato, dell’uomo di palcoscenico abituato a sgusciar fuori improvviso, a lanciare piccoli e grandi guizzi e a colpire nel segno, del nome che per il futuro non potrà di certo sfuggirti e che dovrai essere tu a dover tenere d’occhio.

Elio Rabbione

Le immagini di “Cantando sotto la pioggia, regia di Luciano Cannito, sono di Valerio Polverari.

Askatasuna, Lo Russo: “Rivendico percorso di dialogo, no alla violenza”

/
Stefano Lo Russo, sindaco di Torino

Dopo aver ripercorso gli eventi avvenuti il 18 dicembre e nei giorni successivi, con la chiusura dell’immobile, il Sindaco ha anche ricostruito le tappe attraverso le quali la Città aveva messo in atto il percorso per un patto per la gestione dell’immobile, secondo il regolamento della gestione dei beni comuni.

 

Lo Russo ha quindi espresso alcune considerazioni.

La nostra Amministrazione sul patto di collaborazione di corso Regina 47 si è fatta interprete di una linea di dialogo con la società e con i movimenti sociali che è da sempre nelle corde di una città come la nostra, profondamente democratica e antifascista.

Un patto presuppone la volontà e la responsabilità di portarlo avanti. Noi questa volontà e questa responsabilità l’abbiamo avuta fino in fondo. Abbiamo messo in campo ogni strumento possibile di dialogo e mediazione. Se tornassimo indietro lo rifaremmo perché governare significa tentare soluzioni. La Città con un percorso coraggioso e lungimirante ha voluto dare una prospettiva a uno spazio così importante non solo per il quartiere di Vanchiglia. Penso fosse dovere di questa Amministrazione provare a risolvere una questione rimasta ferma per 29 anni. Far finta di niente, dal nostro punto di vista, avrebbe significato rinunciare alla responsabilità di governo e alla cura in bene comune della città.

Ci siamo assunti consapevolmente la responsabilità di tentare un percorso che sapevamo non sarebbe stato facile, nel quale crediamo ancora oggi perché è fondato sul dialogo, sulla partecipazione, sulla responsabilità collettiva, nel solco dei valori della Costituzione della Repubblica”.

Il Sindaco ha ribadito come quanto avvenuto il 18 dicembre non è stata una scelta politica dell’Amministrazione comunale, ma la conseguenza di atti giudiziari e della violazione di un’ordinanza legata alla sicurezza dell’immobile.

Il fallimento, ha ripreso Lo Russo, non sta nell’aver tentato una strada difficile. Il vero fallimento sarebbe stato non provarci affatto, scegliendo l’inerzia invece della funzione di governo.

In un tempo in cui troppo spesso prevalgono la semplificazione, il calcolo o la paura, questo atteggiamento rappresenta una prova di maturità politica e di rispetto delle istituzioni.Libertà di parola, libertà di dissentire, libertà di essere scomodi, di porre domande ed esprimere il proprio pensiero sono libertà che non ci sono state regalate, ma conquistate da donne e uomini che hanno scelto la Resistenza. In nome della libertà e di quella eredità, dobbiamo essere altrettanto chiari, ha precisato il Sindaco. La libertà non è e non può mai essere libertà di praticare la violenza, di danneggiare beni pubblici e privati, di colpire persone, istituzioni o organi di informazione.Questa è una linea di confine invalicabile tracciata dalla Costituzione e dalla storia democratica di questo paese e di questa città. Quando quella linea viene superata, ha rimarcato, si passa dalla parte del torto. Sempre sento il dovere di essere chiaro nel condannare con fermezza ogni episodio di violenza e di aggressione avvenuto durante o a margine dei cortei di questi mesi, tra cui gli attacchi e le sedi di giornali e organi di formazione, presidi fondamentali di democrazia e libertà.

Desideriamo condannare con altrettanta rigorosa fermezza gli episodi di violenza verificatisi durante il corteo del 20 dicembre. Comportamenti inaccettabili che violano la legalità, arrecano gravi danni e disagi ai cittadini, ai commercianti e a tutta la città in giorni particolarmente sensibili a ridosso delle festività natalizie e compromettono, peraltro, profondamente la credibilità e il senso stesso delle rivendicazioni di chi manifesta pacificamente le proprie idee.

Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle forze dell’ordine chiamate ad operare in un contesto complesso e delicato. Le responsabilità penali sono e restano sempre personali e in capo ai singoli individui. Questo è un principio cardine della democrazia liberale e dello stato di diritto che rifiuta ogni forma di abilità collettiva e ogni generalizzazione.

Allo stesso tempo non possiamo ignorare dinamiche già viste in passato in cui frange violente sfruttano contesti di tensione per infiltrarsi in manifestazioni pacifiche e alzare il livello dello scontro.

Noi crediamo nella coesione, nella cura del bene comune e nella partecipazione e non accettiamo strumentalizzazioni. che alimentano tensioni e paure allontanando le persone invece di unirle.

La vera sfida delle città oggi è saper gestire una convivenza civile, unire e non dividere, mediare e non radicalizzare.

È per questo che come Amministrazione abbiamo lavorato a lungo e con fatica per provare a far uscire un’esperienza durata 29 anni dall’illegalità, cercando soluzioni che evitassero uno scontro frontale e che restituissero alla città uno spazio pubblico e condiviso.

Da Sindaco di una città Medaglia d’Oro della Resistenza, voglio ribadire che Torino dissente profondamente dalle scelte e dall’impostazione culturale di questo Governo. Non accettiamo lezioni da nessuno, soprattutto da chi utilizza il tema dell’ordine pubblico come strumento di distrazione politica e di propaganda.

Le dichiarazioni di tolleranza zero o addirittura ruspe sui centri sociali non solo non contribuiscono alla sicurezza né alla coesione sociale, ma alimentano paure, tensioni e semplificazioni pericolose.

Il Governo è in evidente difficoltà su molti fronti reali. Il calo vistoso del potere d’acquisto delle famiglie, le pensioni, la sanità, le contraddizioni in politica estera, l’assenza di una vera politica industriale.

In questo contesto alcuni temi diventano funzionali a distrarre l’opinione pubblicae trarre vantaggio politico da occasioni di disordine, magari per giustificare l’arrivo di un nuovo ordine, speculando sulla paura delle persone.

Le dichiarazioni incendiarie di alcuni ministri sulla vicenda torinese vanno in questa direzione. Io non seguirò questa strada, non lo farò perché credo profondamente nell’Istituzione che rappresento, nei valori della Costituzione della Repubblica e nella storia di dialogo, democrazia e responsabilità civile che caratterizza Torino. Proprio per questo l’Amministrazione che rappresento non intende modificare le proprie priorità né cambiare approccio e lo faremo anche guardando al futuro di corso Regina 47 con l’obiettivo di mantenere nella città uno spazio a piena vocazione sociale pubblica, un luogo di inclusione, di servizi di prossimità, di attività culturali e formative aperto al quartiere, alle famiglie, ai giovani e a chi oggi fa fatica a trovare risposte.

Proprio per questo sento il dovere di rivolgere un appello alla città, a tutte le Istituzioni e a tutte le forze politiche”.

Quindi l’invito del Sindaco a tenere bassi i toni perché “alzare il livello dello scontro, semplificare o radicalizzare,ha evidenziato, non colpisce questa Amministrazione ma la città, rischiando di vanificare quanto di positivo, di bello e di utile Torino sta costruendo sul terreno della convivenza e della coesione sociale dello sviluppo economico, della credibilità della città e della sua capacità di attrarre opportunità, investimenti e competenze.Le parole sono importanti, ha concluso, costruiscono o distruggono e in tempi come questi la responsabilità di tutte e tutti è massima”.

F.D’A. – Ufficio stampa Consiglio Comunale