ilTorinese

Crolla controsoffitto alle Molinette

Ordine delle Professioni Sanitarie: Indignazione per le Condizioni di Lavoro dei Tecnici di Laboratorio all’Ospedale Città della Salute

 

Lunedì 24 giugno è crollato il controsoffitto, finendo nel Laboratorio Analisi delle Molinette, centro nevralgico della città della salute a Torino. Fortunatamente non ci sono stati feriti. Il presidente dell’Ordine delle Professioni Sanitarie di To Ao Al At Giuseppe Smeraldi esprime un forte senso di preoccupazione a riguardo ” le condizioni di lavoro in cui sono costretti a operare i tecnici di laboratorio presso l’Ospedale Città della Salute, dovute alle gravi carenze nella manutenzione dei locali, non solo compromettono la sicurezza dei lavoratori, ma mettono a rischio anche la qualità delle cure fornite ai pazienti.” I tecnici di laboratorio, professionisti fondamentali nel sistema sanitario, si trovano a dover affrontare situazioni di lavoro inadeguate, caratterizzate da spazi non idonei, attrezzature obsolete e una generale mancanza di supporto strutturale. Queste condizioni rendono estremamente difficile gestire i campioni da analizzare, compromettendo la tempestività e l’accuratezza dei risultati diagnostici, elementi essenziali per garantire una cura di qualità. L’Ordine chiede un intervento immediato da parte delle autorità competenti per attuare le necessarie misure di manutenzione e ristrutturazione dei locali. È fondamentale garantire un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso per i professionisti, affinché possano svolgere le loro mansioni al meglio delle loro capacità e nel rispetto della salute dei pazienti. L’Ordine delle Professioni Sanitarie Tecniche , della riabilitazione e della prevenzione, invita tutti gli attori coinvolti a unirsi in questo appello per garantire la tutela dei lavoratori e dei pazienti, affinché si possa costruire un sistema sanitario all’altezza delle aspettative della comunità.

L’Ordine delle Professioni Sanitarie Tecniche

Torinesi attenti alla salute: l’alimentazione al primo posto


Prendersi cura della propria salute significa adottare uno stile di vita equilibrato, praticare attività fisica, prevenire e soprattutto mangiare in modo sano. E su questo fronte i torinesi sembrano avere le idee chiare: è proprio l’alimentazione l’ambito su cui si concentrano maggiormente, come evidenzia l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute e Nomisma.

Secondo i dati raccolti, il 61% degli abitanti del capoluogo piemontese afferma di seguire una dieta sana e bilanciata come principale strategia per mantenersi in forma. Frutta e verdura sono protagoniste nelle abitudini quotidiane del 69% degli intervistati, mentre il 66% evita snack salati e uno su due (50%) cerca di limitare i dolci. I prodotti a base di cereali – come pasta, pane e riso – rimangono invece una presenza costante per ben l’83% degli intervistati.

Meno incoraggianti, però, i dati relativi all’attività fisica. Quasi un torinese su quattro (23%) si dichiara del tutto sedentario, mentre il 45% pratica sport solo sporadicamente o si limita a muoversi quando possibile. Solo il 31% si allena con regolarità, un dato in crescita rispetto al 23% registrato a dicembre 2023, ma ancora inferiore alla media nazionale (37%).

Anche altre abitudini quotidiane contribuiscono al benessere complessivo: il 39% dei torinesi evita attivamente comportamenti dannosi come fumo e alcol, il 36% punta su un equilibrio tra lavoro, tempo libero e cura personale, mentre il 26% considera il sonno un elemento fondamentale e cerca di migliorarne la qualità.

Nonostante l’impegno, il benessere percepito presenta alcune ombre. Se da un lato l’88% dichiara di godere di una salute fisica almeno “buona”, solo il 24% la definisce “molto buona” o “eccellente”. Ancora più critica la situazione sul fronte psicologico: il 23% valuta il proprio stato mentale come “mediocre” o “pessimo”. Il principale nemico? Lo stress, indicato dal 54% degli intervistati come il fattore più impattante – in senso negativo – sulla salute generale.

Camera ha ricevuto l’Oscar per la Fotografia

Camera ha ricevuto l’Oscar per la fotografia. Sabato 21 giugno scorso il direttore artistico di Camera, Walter Guadagnini, e il presidente di Camera Emanuele Chieli hanno ritirato il prestigioso premio dell’Oscar della Fotografia  in occasione  del gala dei Lucie Awards, organizzati dalla Lucie Foundation ad Ostuni in Puglia. Nati per celebrare la carriera di grandi maestri della fotografia,  la ricerca dei fotografi contemporanei e l’impegno di istituzioni e individui che promuovono la cultura fotografica nel mondo, i Lucie Awards sono tra gli eventi più illustri del mondo della fotografia.

“Ricevere questo Premio nell’anno in cui Camera compie dieci anni emoziona doppiamente – hanno affermato il Direttore artistico e il Presidente di Camera –  è una conferma del valore che portiamo ogni giorno avanti per rendere la fotografia accessibile, coinvolgente, aperta al pubblico. Il Lucie Spotlight Award ci è  stato assegnato per la capacità di parlare a pubblici diversi attraverso un palinsesto ricco e articolato di mostre, incontri, attività educative e workshop, che mette al centro inclusione, ascolto, divulgazione e impegno sociale, valori fondanti della nostra identità culturale.

Essere tra i tredici premiati al mondo per questa edizione ci rende profondamente orgogliosi, rappresenta un segnale forte che conferma la validità della nostra missione, che è quella di costruire uno spazio vivo in cui la cultura fotografica possa essere vissuta da tutte e da tutti, senza barriere fisiche o sensoriali, e dove sia possibile approfondire l’opera di grandi maestri come quella delle giovani generazioni, con uno sguardo sempre rivolto al panorama internazionale “.

“Siamo inoltre profondamente grati – concludono Presidente e Direttore artistico di Camera –  agli artisti che collaborano con noi, ai curatori, agli editori e alle persone che lavorano con la fotografia e si impegnano ogni giorno per ampliarne il significato nel mondo”.
Mara Martellotta

Dog friendly o human friendly?

Vacanze con il cane tra accoglienza, benessere e responsabilità

📅 Giovedì 26 giugno, dalle 18:00 alle 19:00
Nuovo appuntamento (e ultimo del palinsesto 2024-2025) con Parla con Me®, il format ideato e condotto da Simona Riccio, dedicato alla comunicazione strategica e ai temi trasversali del food, del turismo e del benessere.

Questa puntata sarà un vero e proprio vademecum per chi viaggia con un cane, ma anche un momento di confronto per strutture ricettive, professionisti del turismo e operatori del settore pet che vogliono comprendere (e migliorare) cosa significa essere davvero pet friendly oggi.

🎤 Ospiti della puntata:

Adriano De Sanctis – Consulente e formatore per l’eccellenza nella Dog Hospitality
Rocco Voto – Editore di Dogsportal.it | Consulente e formatore in marketing cinofilo

🔎 Di cosa parleremo?

• Come riconoscere una vera struttura pet friendly (e non solo “pet tolerant”)
• Dog hospitality: dalla comunicazione ai servizi reali
• Aerei, treni, auto: viaggiare sereni con il proprio cane
• Pet food e benessere animale (parte 2): tendenze, etica, sostenibilità
• Marketing cinofilo e strategia digitale per strutture e territori
• Turismo responsabile, educazione, inclusione: cosa significa oggi “accogliere”?

Una puntata che intreccia storytelling, esperienze e formazione.
Pensata per:
✔️ Viaggiatori con cani al seguito
✔️ Strutture turistiche che vogliono migliorare la loro offerta
✔️ Professionisti della comunicazione e del marketing
✔️ Chi opera nel settore pet e vuole fare la differenza

📺 Diretta streaming su:
• LinkedIn – profilo Top Voice di Simona Riccio
• Facebook – Simona Riccio
• YouTube – Parla con Me® https://www.youtube.com/@parlaconme802

Per rivedere le puntate precedenti www.parlaconmeofficial.it

🎙️ Vi aspettiamo in diretta, per chiudere insieme una stagione ricca di spunti, dialoghi e contaminazioni positive.
Perché essere dog friendly è una scelta di cultura e consapevolezza.

Simona Riccio  

Borgata Lesna: da sempre inclusiva, ma ora qualcosa sta cambiando

La Borgata Lesna, quartiere della terza circoscrizione di Torino, è sempre stata un esempio di convivenza pacifica, accoglienza e rispetto reciproco. Un quartiere dove persone di origini diverse hanno saputo costruire legami solidi, condividere spazi, culture e sogni. Qui la parola “comunità” ha sempre avuto un significato profondo, concreto.

Negli ultimi tempi, però, si percepisce un cambiamento preoccupante. Segnali di chiusura, diffidenza verso il “diverso”, episodi isolati ma significativi di intolleranza stanno incrinando quel clima che ha fatto di Borgata un modello di integrazione. Commenti ostili sui social, sguardi evitanti per strada, lamentele infondate contro chi ha un altro colore della pelle o parla una lingua diversa: piccoli gesti che, messi insieme, creano una frattura.
Le cause possono essere tante: la crisi economica, la paura alimentata da una certa retorica politica, o semplicemente l’abitudine che si trasforma in indifferenza. Ma non possiamo restare a guardare. Difendere l’anima inclusiva di Borgata è un dovere di tutti. Basta poco: un gesto gentile, una parola chiara contro il pregiudizio, la scelta di stare dalla parte dell’umanità.
Perché Borgata non torni indietro, ma continui ad essere casa per chiunque la voglia abitare con rispetto e dignità.

Enzo Grassano

Concerto e fuochi: 50 mila in piazza per San Giovanni

Circa 50 mila persone ieri sera in piazza Vittorio a In occasione dei festeggiamenti per San Giovanni. In serata si è tenuto il grande concerto gratuito “Torino is Fantastic”, alle 21, con alcuni dei più grandi nomi della musica italiana e internazionale quali Alessandra Amoroso, Annalisa, Antonello Venditti, Gianna Nannini, Il Volo, Mahmood, Tananai, i finalisti di “Amici” e la guest star internazionale Shaggy, con una nuova versione del suo celebre brano Boombastic, a trent’anni dall’uscita. Lo spettacolo, prodotto e organizzato da Friends and Partners, è stato condotto da Gerry Scotti con la partecipazione speciale di Noemi e sarà trasmesso successivamente su Canale 5. Poi alle 23,30 il tradizionale spettacolo pirotecnico.
(foto di copertina Stefano Zanarello)

Intrepide. Storie di donne, viaggi, sogni e avventure

Alla Precettoria di “Sant’Antonio di Ranverso”, la fotografa iraniana Marjan Moghaddam racconta la vita di trenta donne straniere residenti in Italia

Dal 28 luglio al 31 agosto

Buttigliera Alta (Torino)

Nonostante tutto. Volti che negli occhi conservano gelosamente la speranza del sorriso. La speranza e il coraggio. Donne forti, determinate, orgogliose delle loro origini, coraggiose, “Intrepide”, come le definisce il titolo della mostra ospitata, da sabato 28 luglio a domenica 31 agosto, nel “Complesso Monumentale” di arte gotica (XII secolo) della Precettoria di “Sant’Antonio di Ranverso”, lungo la “via Francigena”, nella bassa Valle di Susa, a circa 20 chilometri da Torino.

Trenta donne. In rassegna, fissate con notevole abilità di mestiere e di verve narrativa, i loro volti, accenni di usanze e costumi, espressioni che raccontano tenacia e serenità nell’affrontare esperienze di vita così diverse e in terre così lontane dai loro Paesi d’origine. A fissarle in scatti decisi e nitidi, con occhio attento e pronto a cogliere l’attimo “fuggente” del gesto irripetibile, Marjan Moghaddam, fotografa iraniana, nativa di Teheran, ma dal 1997 residente in Italia, a Torino. E’ lei stessa a raccontare: “La mia ricerca si concentra su temi come la ‘diversity’, ‘equity and inclusion’, la memoria, la tolleranza, l’identità culturale, l’integrazione sociale e i diritti umani; con i miei scatti tento sempre di catturare le emozioni e mettere al centro l’essere umano e la sua realtà, per stabilire un dialogo, capire i suoi stati d’animo e instaurare un rapporto empatico e spontaneo”.

In tal senso, anche “Intrepide” non vuole essere una semplice descrittiva esposizione, ma “un viaggio profondo nelle vite di circa trenta donne provenienti da ogni parte del mondo”. Le loro sono “storie autentiche”, storie che si confondono con mille altre, proprie di chi ha scelto di lasciare, in vario modo e per molteplici ragioni, la propria terra d’origine per iniziare una nuova vita in Italia, inseguendo i sogni di un futuro migliore e ben consapevoli di affrontare sfide non sempre, anzi quasi mai, facili, imboccando strade in salita e percorsi ricchi di ostacoli, di sguardi e parole che feriscono i cuori, di tante resistenti invalicabili barriere e pochi “ponti” e àncore cui affidarsi per superare mari in burrasca. Attraverso i loro volti e le loro storie, fermate da Marjan, emerge comunque, e sempre, un racconto di coraggio, di grande forza e determinazione.

Le fotografie sono arricchite da testi che approfondiscono le esperienze personali delle protagoniste, provenienti da  innumerevoli Paesi, che vanno dall’Armenia alla Romania, alla Russia, via via fino all’India, Singapore, Australia, Camerun, Kenya, Nigeria, Senegal, Brasile, Stati Uniti, Canada e molti altri ancora.

Gli sguardi delle donne emigranti, i loro sorrisi e le loro espressioni sono il “nucleo pulsante” di un Progetto, portato avanti dalla fotografa iraniana insieme ad altri di sicuro effetto: da “Il Romanzo di una Vita” a “Io attraverso Te”. Il primo è un vero e proprio “viaggio fotografico”attraverso sguardi, gesti, parole e ricordi di anziani, “espressioni della nostra memoria”, esposto nel 2023 prima alla “Fondazione Colonnetti” e in seguito all’“Archivio di Stato”di Torino. Il secondo, da poco concluso in collaborazione con l’Ospedale “Molinette” di Torino riguarda il tema della “donazione del sangue” come gesto di generosità e consapevolezza. Il Progetto verrà esposto da luglio fino a dicembre in diverse locationcittadine, fra le quali la “Palazzina di Caccia” di Stupinigi e ancora l’“Archivio di Stato” di Torino.

In fase di conclusione e di estrema attualità, infine, il Progetto (antecedente, nella sua ideazione e partenza, allo scoppio della terribile crisi mediorientale) “Iran. Famiglia, vita, libertà”. Obiettivo, “quello di sensibilizzare – racconta l’artista – l’osservatore sulla complessa realtà dell’Iran, mostrando soprattutto la forza dei legami familiari e la situazione della vita quotidiana che, sebbene possa sembrare tanto distante dall’Occidente in taluni aspetti, in altri è sorprendentemente vicina a noi”.

Gianni Milani

“Intrepide. Storie di donne, viaggi, sogni e avventure”

Precettoria di “Sant’Antonio di Ranverso”, Buttigliera Alta (Torino); infowww.ordinemauriziano.it

Dal 28 giugno al 31 agosto

Nelle foto: Marjan Moghaddam, “Fé – USA” ed “Elida – Brasile”

Il Cartoliniere alla Confraternita

Sono circa 400, fra cartoline disegni ed incisioni, le opere di Antonio Mascia esposte ad Acceglio alla “Confraternita di Chiappera”

Fino al 10 luglio

Chiappera – Acceglio (Cuneo)

Origini bolognesi, classe 1960. Al secolo, Antonio Mascia. In arte, l’“Artigliere Cartoliniere” o il “Dragone Cartoliniere”, appellativi derivatigli dal suo essere, da anni, “disegnatore ufficiale” e “socio volontario” dell’Associazione “Amici del Museo Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706”, con tanto di uniforme appartenente ai “Dragoni del Piemonte”. Vesti sotto le quali Mascia ha di recente esposto, in una suggestiva mostra (circa 200 opere originali, tutte realizzate a mano, fra cartoline, disegni, incisioni, quadri, taccuini, perfino una cassetta postale e un tamburo) al “Mastio della Cittadella” di Torino. Lì, anche se prevalentemente ristrette al mondo militare sabaudo, abbiamo conosciuto le sue opere, decisamente originali, decisamente suggestive, decisamente oceani di fantasia. “Ironico giocoliere dell’immagine”, attratto in particolare e in modo viscerale alla realizzazione di cartoline illustrate, campo dov’è imbattibile per perizia tecnica e geniale inventiva, Mascia è oggi – e fino a giovedì 10 luglio – ospitato con una ricchissima personale nella sede settecentesca della “Cappella di San Gregorio” appartenente alla Compagnia della Confraternita dei “Disciplinanti del Gonfalone” di Borgata Chiappera, frazione della cuneese Acceglio, in Valle Maira.

Fra i momenti clou del calendario di eventi culturali pensati per l’estate accigliese 2025 dalla “MAMO Educational Foundation” (Fondazione No Profit nata nel 2019, operante nel campo dell’educazione e della formazione accessibile a tutti), in collaborazione con l’“Accademia Albertina di Belle Arti” di Torino, sotto il patrocinio del “Comune di Acceglio” e dell’“Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Saluzzo”, la rassegna torna piacevolmente a ripresentarci mondi che attingono al reale trasformandolo, attraverso gesti e colore, in universi di pura innocente infantile fantasia, dove esseri umani, natura e mondo animale paiono aver trovato la più perfetta sintesi di un vivere comune in cui parole come pace, gioco, gioia hanno ancora un senso nel guidare la normale quotidianità dell’esistenza. Oggi così brutalmente messa all’angolo. In fondo, basta poco. Un semplice picnic dai mille colori e dalle mille risate (fra buon cibo, bicchieri di vino che van giù ch’è un piacere, bikini e improbabili “canottierone” da battaglia a contenere gli eccessi di grasso di “panzuti” omini e omoni gaudenti in piena festa); o ancora aquiloni, velieri, fiori e fanciulle spinte in magici voli dal semplice innocuo alitare di un bimbo o di un omone barbuto accanto a un altro impeccabile in abito tirato, occhialini e cravatta. Disegni policromi, incisioni, acrilici, sculture e installazioni, ma soprattutto le sue cartoline: in mostra sono loro (antico strumento di comunicazione – la prima pare essere stata emessa dalle Poste dell’Impero Austro – Ungarico il 1° ottobre del 1869) a guidare la più attenta visita. Realizzate a penna biro e colorate con matite, le tematiche variano e svolazzano in piena libertà. A dar di briglia alla pura invenzione, l’assoluto equilibrio dei giochi cromatici. “Disegno cartoline – sottolinea lo stesso Mascia – da anni. Le ho scelte come modalità d’espressione perché fanno parte di un taccuino di viaggio immaginario, inoltre sono semplici e comprensibili a tutti … Sono delle miniature, piccoli quadri, ma per me diventano disegni volanti. Le prime risalgono al 1980 e sono state realizzate per la mia fidanzata di allora, diventata mia sposa. Avevo promesso di scriverle tutti i giorni! Ma io non sono uno scrittore”.

In mostra tutte le cartoline sono corredate – cosa di certo particolarmente gradita ai filatelici o ai semplici collezionisti e appassionati delle cartoline postali – da un apposito “annullo postale” ideato per l’occasione dal “Cartoliniere” e accompagnato da una originale “cartolina invito” e da un “manifesto”. Inoltre (attenzione!), sabato 5 luglio, dalle 11 alle 17, il pubblico sarà accolto da una vera e propria “postazione da campo” organizzata da Poste Italiane all’interno della quale si svolgeranno le procedure ufficiali di annullo con il timbro della mostra sulle cartoline invito. Una preziosa “cassetta postale da viaggio” è già stata messa disposizione nella giornata inaugurale, domenica 8 giugno. Saranno anche messe in vendita decine di cartoline (editate in questi anni) e ben visibili sull’inconfondibile raccoglitore espositivo.

Scrive Antonio Musiari, curatore della rassegna: “Nelle cartoline di Mascia si condensano microracconti in cui i luoghi e le persone circondano da sempre l’operato dell’artista alle prese con una particolare forma d’arte che alcuni hanno voluto accostare alla ‘Mail Art’ seppure sia più giusto ritenere che egli disegni le cartoline per un naturale processo di conoscenza del mondo attuato secondo una personale visione”. Parole pienamente condivisibili.

Gianni Milani

“Il Cartoliniere alla Confraternita”: Confraternita di Chiappera – Acceglio (Cuneo); tel. 376/2183156

Fino al 10 luglio /Orari: giov. – dom. 15/19

Nelle foto: Antonio Mascia “Picnic a Chiappera” Big cartolina; Antonio Mascia; “NORDsudEST”; “Un, due, tre, GIOIA!”

Cinque serie TV da vedere durante il Pride Month

THE PASSWORD Torino oltre gli asterischi

Per la rubrica The Password: Torino oltre gli asterischi, il collaborazione con Il Torinese, Ilaria Vicentini, in occasione del Pride Month, suggerisce cinque serie TV che raccontano le infinite sfumature dellamore e dellidentità senza stereotipi.

A giugno ricorre il Pride Month, il mese dellorgoglio delle persone LGBTQIA+, unimportante occasione per rivendicare i diritti di una comunità che lotta da sempre contro la discriminazione. In diverse parti del mondo come nella nostra città, dove lo scorso 7 giugno si è svolto il Torino Pride, a cui hanno partecipato circa 150 mila personele strade si tingono di arcobaleno, tenendo vivo il ricordo dei Moti di Stonewall del 1969.

Da allora, sono stati fatti alcuni passi avanti, sebbene ne rimangano molti altri da compiere. Fra i primi, c’è una maggiore attenzione dedicata alla rappresentazione dei personaggi queer nei media. In particolare, sono numerose le serie TV che hanno contribuito a superare gli stereotipi, permettendo alle persone LGBTQIA+ di potersi finalmente riconoscere allinterno di storie libere dai soliti cliché

Ecco 5 serie TV che raccontano lunicità e la bellezza di ciascuna identità, da (ri)vedere durante questo Pride Month.

Pose (Disney+)

Crediti: https://it.pinterest.com/pin/3307399716201533/

Uscita per la prima volta nel 2018, Pose si è presentata fin da subito come una serie rivoluzionaria. Il suo cast, infatti, comprende il più alto numero di attrici e attori trans della storia della televisione.

La serie, ambientata a New York tra la fine degli anni ‘80 e linizio degli anni ‘90, mette al centro le vicende di Blanca ed Elektra, due donne trans e nere con un passato difficile e un presente incerto. Nonostante ciò, tentano di farsi strada nel colorato mondo delle ball, competizioni di danza, performance drag e moda, nate per permettere anche alle persone più emarginate dalla società di brillare

Attraverso le storie delle protagoniste e di molti altri personaggi, si trattano diversi temi toccanti: la diffusione dellHIV/AIDS e la stigmatizzazione a essa correlata, limportanza degli affetti al di là dei legami di sangue (la famiglia scelta) e la possibilità di riscatto.

Skam Italia (Netflix, prossimamente su Rai 2 e RaiPlay

Crediti: https://www.comingsoon.it/serietv/skam-italia/1956/episodi/stagione-2/

Fortunato remake dellomonima serie TV norvegese, Skam Italia ha conquistato un grande numero di spettatori e spettatrici grazie al suo racconto senza filtri delladolescenza. Ogni stagione mette al centro un protagonista diverso, alle prese con difficoltà tipiche di quel periodo della vita in cui tutto, dalle emozioni ai giudizi altrui, appare amplificato

In particolare, la seconda stagione ruota attorno al personaggio di Martino, che deve fare i conti con una cotta inaspettata per Niccolò, un compagno di scuola, e la conseguente scoperta della sua omosessualità. Tra dubbi, paure e nuove consapevolezze, Martino riuscirà finalmente a trovare se stesso, anche grazie al prezioso e costante supporto dei suoi amici.

The Haunting of Bly Manor (Netflix)

Crediti: https://it.pinterest.com/pin/3799980924845471/

Secondo capitolo della serie antologica The Haunting, creata e diretta da Mike Flanagan, The Haunting of Bly Manor è liberamente ispirata al racconto gotico Il giro di vite di Henry James. Ambientata nel 1987, in unantica e inquietante residenza nella campagna inglese, la serie segue le vicende di Dani, giovane insegnante americana traumatizzata dalla morte del suo ex fidanzato. Assunta dal ricco proprietario dellabitazione, affinché si prenda cura dei suoi due nipoti, Dani scoprirà ben presto il volto più oscuro di Bly Manor: inizierà a percepire strane presenze, diventando testimone di eventi inspiegabili e fuori da ogni logica. Ma la residenza infestata si rivelerà anche benevola con lei, permettendole di vivere per la prima volta un amore (queer) autentico e profondo, così forte da superare anche la morte.

Le fate ignoranti (Disney+)

Crediti: https://www.comingsoon.it/serietv/le-fate-ignoranti/3362/scheda/

Era il 2001 quando Le fate ignoranti, film del regista italo-turco Ferzan Özpetek, debuttò nelle sale italiane. Il lungometraggio fu accolto con entusiasmo dal pubblico, soprattutto per la sua capacità di raccontare una varietà di temi coraggiosi, specialmente per lepoca, con delicatezza e autenticità.

Così, per replicare quel successo, a distanza di più di ventanni Özpetek ha trasformato il suo film in una serie TV. La trama rimane la stessa, sebbene sia stata adattata ai giorni nostri e introduca nuovi personaggi: Antonia, una donna dalla vita agiata e monotona, si ritrova a fare i conti con la morte improvvisa del marito Massimo. Come se non bastasse, la donna scopre che Massimo aveva una relazione segreta con un uomo, Michele. Inizialmente devastata dalla notizia, Antonia sceglie di non voltarsi dallaltra parte e di immergersi in quella vita che Massimo le nascondeva dolorosamente. Con il tempo, arriverà a stringere una profonda amicizia con Michele e il suo gruppo di amici –  queer ed emarginatie imparerà da loro che esistono infiniti modi di amare, di formare una famiglia e di essere felici.

Young Royals (Netflix)

Crediti: https://it.pinterest.com/pin/75364993759267812/


Cosa accadrebbe se il secondogenito della famiglia reale svedese si innamorasse di un ragazzo, infrangendo ogni legame con le antiche tradizioni monarchiche del Paese? Questa è la domanda da cui prende il via Young Royals, serie TV di genere teen diventata popolare ben oltre i confini della Svezia.

Il principe Wilhelm, dopo uno scandalo che lo vede coinvolto, è costretto dai suoi genitori a trasferirsi al collegio di Hillerska, prestigioso luogo di formazione per i discendenti delle più ricche famiglie svedesi. Dopo un inizio difficile, il ragazzo stringerà un legame speciale con Simon, uno studente di umili origini ammesso al collegio grazie a una borsa di studio. Wilhelm si ritroverà perciò a dover gestire sentimenti nuovi e terrificanti, costantemente schiacciato tra il peso del suo ruolo pubblico e il desiderio struggente di vivere il suo amore alla luce del sole.

Ilaria Vicentini – redattrice di The Password

Facebook: The Password UniTo

Instagram: @thepasswordunito

E-mail: thepasswordunito@outlook.it

 

Lite degenera in pugni e spintoni: doppio intervento dei Carabinieri 

Due interventi in poche ore per i Carabinieri, chiamati a sedare altrettante liti violente che, secondo le segnalazioni, stavano rapidamente degenerando in scontri fisici. I fatti si sono verificati nei giorni scorsi tra il centro di Biella e la vicina Valle Cervo.

In entrambi i casi, le tensioni tra due uomini sono sfociate in spintoni e pugni, rendendo necessario l’intervento dei militari. Tuttavia, all’arrivo delle pattuglie, uno dei protagonisti delle aggressioni si era già dileguato. Sono in corso le opportune indagini per ricostruire l’esatta dinamica degli episodi e individuare eventuali responsabilità.