ilTorinese

Da lunedì 14 accesso diretto alla terza dose di vaccino

Tutti coloro che hanno maturato 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario (doppia dose o monodose nel caso di chi ha ricevuto J&J) da lunedì prossimo, 14 febbraio, potranno recarsi ad accesso diretto presso uno degli hub vaccinali del territorio piemontese per ricevere la terza dose o “booster” (sarà possibile sia per chi non ha ancora la data di convocazione a condizione che abbia già maturato il periodo necessario, sia per chi ha già un appuntamento e desidera anticiparlo).
La Regione Piemonte in ogni caso manderà a tutti un sms di convocazione con una proposta di data. Chi non si presenta riceverà un nuovo sms di promemoria con convocazione un mese prima della scadenza del proprio green pass.

ACCESSO DIRETTO PRIME DOSI

Gli accessi diretti in qualsiasi hub vaccinale del territorio piemontese continueranno a essere sempre possibili per tutti gli over 12 che devono ancora ricevere la prima dose.

Enrico Casati a Parlaconme

L’imprenditore presso Velasca è il protagonista della puntata di mercoledì 9 febbraio, condotta da Simona Riccio

 

Protagonista della puntata di mercoledì 9 febbraio della trasmissione PARLACONME, in onda dalle 18 alle 19 sulla radio web Radiovidanetwork, sarà Enrico Casati, imprenditore presso Velasca. Titolo della trasmissione sarà “Cosa c’entra lo zafferano con le scarpe artigianali”, un titolo che, apparentemente, potrebbe sembrare strano per una trasmissione che si occupa di agricoltura.
“In effetti – spiega la founder della trasmissione Simona Riccio, che è anche Social Media Manager del CAAT – nella trasmissione PARLACONME vengono sempre più spesso portate alla luce delle realtà che sono di grande supporto al nostro sistema agroalimentare. Sempre di più si parla di e-commerce, come se fosse un procedimento molto semplice e sviluppabile da tutti, ma così non è, perché la realizzazione di un web site richiede molta esperienza”.
Simona Riccio ha voluto intervistare Enrico Casati, imprenditore presso Velasca, azienda di scarpe leader nel settore, nata nel 2013, inizialmente soltanto online, con l’intento di apportare nel mondo la bellezza e l’unicità del “saper fare bene” in chiave italiana. I due soci fondatori sono Enrico e Jacopo Sebastio, che hanno avviato la loro attività attraverso un finanziamento di circa 40 mila euro, per poi evolversi e raggiungere un capitale decisamente più importante e di rilievo.
Alla strategia nata online, si è poi affiancata quella off line, con la creazione dei primi negozi fisici, che hanno riportato un enorme successo su tutta la penisola e si stanno ora estendendo anche oltreoceano.
Velasca ha anche creato una Brand Community, dalla quale emerge l’importanza di creare una stretta sinergia tra il brand, costituito di persone, e il consumatore finale. Nel corso della puntata risulterà anche l’importanza costituita dal packaging di ogni singola scatola, capace di renderla unica e distinguibile da tutte le altre. Fondamentali risultano, per un’azienda per Velasca, soprattutto la personalizzazione e la nuova iniziativa di apertura al mercato femminile.
Il legame con l’ agricoltura consiste nel fatto che, quando Velasca visita le aziende con le quali collabora, si reca a visitare anche le realtà minori che ruotano intorno a queste e, spesso, decide di investire per la crescita di aziende in questo settore, anche di piccole dimensioni.
È anche possibile seguire il corso “Come vendere online. A tu per tu con Enrico Casati e Paola Parolo”, per poter scoprire il caso Velasca, presente sul sito di Marco Montemagno www.competenze.com
https://www.competenze.com/enrico-casati-paola-parolo-velasca
La trasmissione viene trasmessa in diretta radio web da radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it tramite app Radio Vida Network.
Dal giorno dopo è possibile seguire la puntata senza interruzione sul sito www.parlaconmeofficial.it

 

Mara Martellotta

Allasia rieletto presidente del Consiglio regionale: “Ora Statuto e Regolamento”. Scintille con Fratelli d’Italia

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Vicepresidenti del Consiglio sono stati eletti Franco Graglia (Fi) e Daniele Valle (Pd). Consiglieri segretari, infine, Gianluca Gavazza (Lega) e Michele Mosca (Lega).“La nuova legge elettorale – ha spiegato Allasia – non solo è un adempimento necessario in ossequio alle norme nazionali, ma anche una necessità pratica per rendere ancora più effettivo il voto dei piemontesi. Quanto al regolamento, dobbiamo adeguare il nostro Consiglio regionale a regole del gioco più efficaci, come hanno fatto altre assemblee nel resto del Paese”.

Prima del voto, si è registrata la richiesta di sospensione da parte di Fratelli d’Italia. Paolo Bongioanni ha dichiarato che questo è “l’unico caso in Italia in cui un partito di governo viene escluso per tutto il quinquennato dall’Ufficio di presidenza”.

Covid, il bollettino di martedì 8 febbraio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 6.446 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 5.526 dopo test antigenico), pari al 9,1% di 70.717 tamponi eseguiti, di cui61. 494 antigenici. Dei 6.446nuovi casi gli asintomatici sono 5.652 (87,7%).

I casi sono così ripartiti: 5.374 screening, 816 contatti di caso, 256 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 929.402, così suddivisi su base provinciale: 75.910 Alessandria, 42.603 Asti, 35.739 Biella, 126.453 Cuneo, 71.179 Novara, 492.069 Torino, 33.013 Vercelli, 33.244 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 4.532 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 14.660 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono93 (- 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1922 (- 41 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 86.148

I tamponi diagnostici finora processati sono 14.848.917 (+ 70.717 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 12.758

Sono25, 3 di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.758 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.689 Alessandria, 774 Asti, 486 Biella, 1.572 Cuneo, 1.030 Novara, 6.083 Torino, 586 Vercelli, 413 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 125 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

828.481 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 828.481 (+13.844 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 68.400 Alessandria, 39.032 Asti, 31.670 Biella, 114.988 Cuneo, 65.987 Novara, 438.682 Torino, 29.470 Vercelli, 30.151 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 3.177 extraregione e 6.854 in fase di definizione.

Foibe, Giordano: “La cultura e la storia non si annullano”

“La cultura e la storia non si annullano. La richiesta del consigliere Varaldo di annullare l’incontro organizzato a Chieri il 23 febbraio, in collaborazione con Istoreto (Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea), non è accoglibile.

Piuttosto, invito il consigliere Varaldo ad intervenire e confrontarsi con i relatori. Scopo del Giorno del Ricordo è quello di far comprendere, di far riflettere, di far capire. Approfondire complesse vicende storiche e discutere. Non giovano provocazioni, strumentalizzazioni, polemiche, e mi spiace che il consigliere Varaldo abbia fatto dichiarazioni di questo tenore. Fare della storia un “uso di parte” non serve alla comprensione di quel tragico passato.  Per noi Istoreto è una garanzia di serietà storica e culturale e ricordo che lo scorso anno abbiamo invitato il giornalista Dino Messina, che su questi tragici eventi ha una lettura diversa da quella di Eric Gobetti. Voglio poi ricordare che la cerimonia commemorativa al Parco della Rimembranza è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Veneti Chieresi. Per questa amministrazione il Giorno del Ricordo è una data fondamentale del calendario civile e non potremmo certo commemorarlo senza il coinvolgimento di chi rappresenta gli esuli di quelle terre”.


Antonella Giordano, assessore alla Cultura di Chieri

Reddito di cittadinanza, truffa milionaria a Torino: quasi mille denunciati

Scoperti dalla Polizia municipale 

Tutto è partito da un controllo effettuato dagli agenti del Reparto Operativo Speciale della Polizia Municipale a carico di un cittadino di nazionalità rumena sorpreso ad effettuare prelievi di denaro presso uno sportello bancomat con carte di pagamento elettroniche diverse.

Proprio il prelievo con le diverse carte di credito ha insospettito gli agenti che hanno voluto vederci chiaro e hanno fermato il soggetto per approfondimenti.

L’uomo era in possesso di numerose carte postepay rilasciate per il Reddito di Cittadinanza intestate ad altre persone, non presenti sul posto. Una condotta vietata dalla norma che stabilisce la non cedibilità della carta di RdC a terzi.

Immediatamente sono scattati la segnalazione del soggetto all’Autorità Giudiziaria, il sequestro delle carte di reddito di cittadinanza indebitamente possedute e l’avvio degli accertamenti e delle indagini per stabilire la validità delle carte sequestrate.

Dall’analisi dei dati forniti dall’INPS  è emerso che tutti gli intestatari delle carte di RdC avevano dichiarato, in regime di autocertificazione, un  ISSEE pari a zero e la residenza in  Via della Casa Comunale 3,  Torino.

Proprio la residenza, requisito fondamentale per ottenere e mantenere il Reddito di Cittadinanza, ha fatto sorgere alcuni dubbi sulla liceità delle dichiarazioni e a confermarne i dubbi è stato un accertamento al terminale anagrafico del Comune di Torino, ove i soggetti sono risultati tutti “inesistenti”, non solo a quell’indirizzo, ma su tutto il territorio comunale.

Un ulteriore chiarimento dell’Anagrafe comunale ha confermato l’impossibilità per un cittadino comunitario, come nel caso di una persona di nazionalità rumena, di ottenere la residenza in via della Casa Comunale 3, indirizzo virtuale creato dal Comune di Torino per dare una residenza ai rifugiati, persone straniere titolari di protezione internazionale e umanitaria.

Gli agenti del Reparto Operativo Speciale hanno interpolato i dati dell’anagrafe con gli elenchi forniti dall’INPS contenenti tutte le richieste di reddito di cittadinanza nelle quali era dichiarata  una residenza in via della Casa Comunale  3 e hanno scoperto che ben 330 cittadini rumeni hanno dichiarato di essere residenti nella stessa via, elemento questo che ha rafforzato il sospetto di un accesso ai benefici del  reddito di cittadinanza sulla base di una falsa autocertificazione.

Come se non bastasse, le 330 persone controllate, in gran parte appartenenti allo stesso gruppo familiare, non sono risultate nemmeno residenti sul territorio nazionale e pertanto si tratterebbe di reddito di cittadinanza concesso a residenti in Romania che probabilmente non si trovano neanche fisicamente sul territorio nazionale, lasciando ipotizzare una gestione dei fondi accentrata su pochi soggetti.

Ulteriori accertamenti eseguiti sui dichiaranti residenza in Strada Comunale 3 hanno rivelato un quadro di illegalità ancora più ampio, che non si limita soltanto al gruppo dei 330 individui di nazionalità rumena.

Interrogando i terminali anagrafici locali, l’anagrafe nazionale ed il sistema informatico delle forze di polizia, i ‘civich’ hanno filtrato altri 630 nominativi di varie nazionalità che hanno dichiarato dati falsi e residenze inesistenti per ottenere illegittimamente il sussidio economico a sostegno della povertà elargito dal Governo.

Anche per loro, così come per le 330 carte di pagamento elettronico intestate alle persone di nazionalità romena, la Procura della Repubblica di Torino ha disposto l’interruzione dell’erogazione del Reddito di Cittadinanza.

Le indagini sono in corso, ma dall’analisi dei dati sui movimenti  bancari delle 330 tessere incriminate forniti da Poste Italiane e a seguito di alcuni appostamenti  effettuati dagli agenti del ROS per verificare il corretto utilizzo delle card RdC è già emerso che, oltre al prelievo in contanti agli sportelli bancomat consentito per un massimo di 100 euro mensili a carta per i nuclei familiari composti da un singolo individuo (incrementato in base al numero di componenti il nucleo), anche la quota di reddito destinata all’acquisto di generi di prima necessità veniva in realtà ritirata sotto forma di denaro contante presso esercizi commerciali consenzienti che, a fronte di un pagamento con card di 500 euro per una spesa fittizia, restituivano una cifra inferiore in contanti, diventando in tal modo un vero e proprio cash dispenser.

In totale, sono  960 le persone sottoposte a indagine a cui è stato revocato il Reddito di Cittadinanza.

A favore dei soli 330 cittadini rumeni, la somma elargita ammonta a circa 1.600.000 euro a cui si aggiunge una erogazione mensile di circa 166.000 euro.

La somma complessiva, riferita alla totalità delle 960 persone attualmente sotto indagine, è approssimativamente stimabile in 6 milioni di euro già elargiti (500.000 euro corrisposti mensilmente) che rappresenta  anche il risparmio annuo dello Stato derivato dall’interruzione dell’erogazione.

Foibe, Varaldo: “Evento a Chieri è inaccettabile”

“Per anni abbiamo assistito alla volontà di alcuni di non raccontare per non ricordare le foibe e l’esodo Giuliano Dalmata e Fiumano. Poi, al tentativo di altri, purtroppo sempre attuale, di minimizzare e cercare giustificazioni sui gravi fatti accaduti a migliaia di italiani.

Il Comune di Chieri ospita e promuove, in vista del prossimo Giorno del Ricordo, un incontro sulla questione del confine orientale. Un moderatore dell’Istoreto e due relatori dell’Istoreto. Che ricordo può essere senza esuli e senza storici di altro orientamento? Nessuno dell’Associazione esuli ANVGD, nessun invito a Gianni Oliva o Pier Franco Quaglieni che da anni si occupano del tema e che hanno contribuito a far conoscere con obiettività i fatti accaduti dopo anni di oblio. E se poi si scopre che tra i relatori invitati c’è Eric Gobetti allora il tutto diventa inaccettabile. Non occorre leggere il suo “libercolo”, “E allora le foibe?”, ma guardare una sua fotografia con il pugno chiuso le le bandiere jugolslave di sfondo per capire cosa pensa e chi è. Per citare il Prof. Quaglieni “le chiassate polemiche di Eric Gobetti non sono storia, ma sono gli ultimi residuati di una ideologia che pensavamo finita proprio perché condannata dalla storia”. Cosa vuole promuovere il Comune di Chieri? Conoscere la verità per capire, comprendere con obiettività per prendere coscienza e prendere coscienza per fare del passato un monito affinché certi avvenimenti non accadano più. E’ questo il significato del ricordo ed è quanto ci si aspetterebbe da ogni iniziativa, ancor più se sostenuta dalle istituzioni. Chiedo spiegazioni all’amministrazione comunale sull’organizzazione di un evento che ritengo inaccettabile e invito il Sindaco ad annullarlo per costruirne uno rispettoso di tutti gli italiani e chieresi che non negano la loro storia e continuano a presidiare il Giorno del Ricordo, che rischia ancora una volta di essere messo in discussione.” Lo scrive Tommaso Varaldo, Consigliere Comunale di Chieri.

Scuola e novelli sessantottini: sia reso onore alla preside dell’Istituto Levi di Torino

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IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Di fronte alle occupazioni di alcuni licei ed istituti torinesi da parte di gruppi di studenti, occupazione che in piena pandemia  appare una vera follia, c’è stata una benevola complicità da parte di autorità e giornali

Solo la dirigente scolastica dell’Istituto Levi di Torino ha ricordato che occupare le scuole è fatto penalmente rilevante, configurandosi anche il reato d’interruzione di pubblico servizio. Quella preside, la professoressa Anna Rosaria Toma, merita di essere citata per il suo coraggioso senso del dovere. La preside ha fatto sgombrare l’istituto senza dover ricorrere alle Forze dell’Ordine che pure aveva allertato,  trattandosi l’occupazione di un reato. Possiamo comprendere il disagio che vive la scuola italiana durante la pandemia anche a causa di interventi non sempre adeguati, a partire da quelli della ministra Azzolina. Per la Dad pochissimi erano preparati e certo non è stata e non è entusiasmante. Rifiuto invece la critica ingenerosa e infondata  verso i docenti che nella stragrande maggioranza ha dato il meglio di se’, come la maggioranza dei presidi che si sono trovati a fronteggiare un’emergenza gravissima senza precedenti. Anche la maggioranza degli studenti e delle famiglie si sono rivelate all’altezza di una situazione davvero molto difficile perché l’azione delinquenziale di molti no vax ha aggravato problemi gravissimi. Se una protesta di massa fosse consentita, io scenderei in piazza contro i no vax, una vera jattura sociale. Che oggi, malgrado la pandemia, gruppi di  studenti abbiano deciso irresponsabilmente di occupare le loro scuole, bloccando la didattica già così incerta, rappresenta un fatto  grave di irresponsabilità. Protestano per il disagio provocato dalla pandemia, quasi i non giovani avessero  vissuto l’emergenza in modo lieve e spensierato. Non si vede perché i giovani dovevano essere esentati dal disagio di tutti i cittadini e dal senso di responsabilità che deve accomunare tutti in uno sforzo solidale. Ma ad esacerbare gli animi degli studenti sarebbe anche il ripristino delle prove scritte agli esami di maturità, quasi la pandemia esimesse dall’uso della lingua scritta. Per due anni detti esami sono stati una burla ,era indispensabile ripristinare un po’ di serietà. Cosa vogliono ottenere occupando le scuole? Certi studenti politicizzati si illudono di essere dei nuovi sessantottini. Creare confusione in questi frangenti è anche moralmente deprecabile. Nel 1968 non c’era la pandemia. Forse è il caso di rammentarlo  a chi non ricorda o non sa.

Cane veglia per una notte il padrone morto nei boschi

DAL PIEMONTE

E’  morto il 67enne di Domodossola che era disperso da ieri  in Valle Anzasca, sulle montagne dell’ Ossola.

Claudio Gramigni è caduto  in un burrone e il corpo è stato ritrovato questa mattina dal soccorso alpino. Il cagnolino che era con lui è rimasto accanto al padrone fino all’arrivo di un militare del soccorso alpino della Guardia di Finanza.

Foto archivio

Torino Bellissima si struttura e punta a conquistare il Piemonte

Come anticipato nelle scorse settimane, Torino Bellissima – la formazione politica torinese che fa capo a Paolo Damilano – si è strutturata a livello cittadino e di area metropolitana ed è stato sottolineato che  si tratta del primo passo in vista della nascita di un soggetto politico a livello regionale.

Benché in Comune sia sino ad ora mancata una forte iniziativa da parte della squadra di Damilano (e dell’intero centrodestra, peraltro), era piuttosto scontato che l’imprenditore delle acque minerali e del vino provasse ad andare oltre. Ed in attesa di registrare qualche segnale di vita in Sala Rossa, si guarda già alle prospettive di un eventuale Piemonte Bellissimo.

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