ilTorinese

A Torino si conclude la ventesima edizione di Interplay Festival

 

Martedì 15 luglio si conclude la ventesima edizione di Interplay Festival con un doppio appuntamento nei nuovissimi spazi del Living Lab, palcoscenico e centro per residenze artistiche realizzato da Mosaico Danza nello spazio collinare di Strada della Viola grazie al bando PNRR TOCC per la transizione ecologica, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Next Generation EU. Un luogo pensato per coniugare innovazione, sostenibilità e sperimentazione artistica, che ospita per la prima volta due spettacoli accomunati da una riflessione sulla trasformazione e sulla relazione profonda tra corpo, paesaggio e appartenenza.

Alle ore 19.00 va in scena la prima regionale di Cosmorama di Nicola Galli, uno dei più originali coreografi della scena italiana contemporanea. Artista multidisciplinare, Galli firma una creazione immersiva che trasforma lo spazio in paesaggio e il movimento in lente d’ingrandimento sulla natura, in un percorso itinerante e meditativo. I danzatori, attraverso una coreografia mimetica e silenziosa, conducono il pubblico in un viaggio fisico ed emotivo tra prossimità e distanza, tra gesto e orizzonte, in una cerimonia che celebra l’effimero e l’armonia con il mondo circostante.

Alle ore 19.00, in prima nazionale, è il turno di Roots Unseen del Collettivo Kyklos, formato da Chiara Cardona, Francesca Massaioli e Ornella Trespidi, con la produzione esecutiva di Zerogrammi. Un lavoro che nasce dall’urgenza di esplorare il senso di appartenenza come istinto primordiale e bisogno relazionale, intrecciando paesaggi fisici, emotivi e sociali. Il movimento – sospeso tra improvvisazione e struttura – è strumento per indagare il legame profondo tra corpo e territorio, tra individuo e comunità. La performance è anche frutto del percorso artistico e sociale di Francesca Massaioli, danzatrice e progettista culturale impegnata, oltre che nella organizzazione di Interplay Festival, nella trasformazione attraverso l’arte in contesti di comunità.

Con questo doppio appuntamento, Interplay conferma la sua vocazione di laboratorio di ricerca e avamposto della danza contemporanea, chiudendo il suo ventesimo anno con uno sguardo rivolto al futuro: sostenibile, condiviso, radicalmente aperto.

Serralunga Wine Night: torna la magia del vino sotto le torri medievali

SABATO 19 Luglio Seconda serata sul Barolo di Serralunga 

Due serate d’estate per scoprire il vino dove il tempo sembra essersi fermato. A Serralunga d’Alba, sabato 21 giugno e sabato 19 luglio 2025, la Serralunga Wine Night torna con la sua terza edizione: un evento che unisce la suggestione del castello medievale, il fascino delle Langhe e il piacere di una degustazione con i Produttori di Barolo di Serralunga.
Nel giardino del castello trecentesco, affidato in gestione alla Barolo&Castles Foundation, saranno protagonisti 16 produttori nella serata di giugno e 12 nell’evento di luglio. Ognuno proporrà tre vini, tra cui un Barolo DOCG, accompagnati da un piccolo assaggio di prodotti del territorio, in una cornice che unisce racconto e bellezza, dialogo e degustazione.
L’evento si svolgerà dalle 18.30 alle 23.30 in tre consuete fasce orarie di accesso.
La prima inizierà con la visita guidata alle 18.30 e la degustazione alle 19.00;
la seconda prevede la visita alle 20.00 e la degustazione alle 20.30;
la terza comincerà con la visita alle 21.30 e la degustazione dalle 22.00.
Sarà possibile scegliere tra il percorso completo, visita più degustazione, oppure la sola partecipazione all’assaggio. In caso di maltempo , le postazioni dei produttori saranno trasferite all’interno del locale cantinato del maniero, mantenendo intatta la qualità dell’esperienza.
tariffe : 20 euro per la degustazione e 25 euro per chi desidera anche la visita al castello.
La prenotazione è obbligatoria, scrivendo a info@castellodiserralunga.it oppure telefonando allo 0173/613358.
La Serralunga Wine Night è organizzata dalla Barolo&Castles Foundation e dal Comune di Serralunga d’Alba, con la collaborazione della Pro Loco e dei produttori locali.
Ecco i vini che mi sono particolarmente piaciuti
Nella serata del 21 giugno :
BOASSO
Arneis Grappoli 2024
mt 250 , Monta vers nord , vigne di 25 anni , Terr bianco , sciolo , sabbia , poca argilla; 1gg sulle bucce, vinificato in Acciaio.
Pulito, sapido , bel finale lungo e sentore citro pieno/ armonico
Barolo Lazzarito 2021
Mt 300 ,vers s/o , vigne 15 anni , terr calcareo magro , 40 gg sulle bucce , 1mese a cappello sommerso , poi 6mesi botte Rovere Slavonia da 1000 nuove e poi 24 mesi botte Rovere Slavonia da 2500 usate
Lineare, elegante e dinamico, una bella presenza di frutto old style .
Grazie Ezio .
PAOLO MANZONE
Barolo Meriame 2021
Vigne del 1949 ,vers sud ovest, metri 350 , terreno calcare argilloso a medio impasto sciolto, 20 giorni sulle bucce poi 26 mesi in Botte Slavonia da 1500 2000 3000 .
Complex, elegante armonico molto lungo un equilibrio perfetto
Barolo Riserva 2019
80% Meriame vigne del 1949 vers s/o mt 350 e 20% vigne di Serralunga di 30 anni . Vinificato in acciaio ,bucce 20 giorni poi 36 mesi botte rovere di Slovenia da 1500, poi 24 mesi di anfora per farlo ossigenare ( più del vetro e meno che del legno) .
Complex, elegante un bell’abbinamento morbido e il finale davvero interessante .
Grazie Paolo .
RIVETTO
Nascetta Vigna Lirano 2022
Tappo a vite , Vigne di circa 20 anni a Sinio versante Nord, metri 380 , terreno argilloso, ma con presenza calcarea e sabbia , sulle bucce 30% 1mese in terracotta 70% solo 3 gg, vinificato 12 mesi in cemento
Complex, pieno ed equilibrato con una bella ciccia, sentori di menta e Citro
Barolo Serralunga 2021
Mt 320/420 ,Versante est , Vigna San Bernardo Serra Manocino ,30 giorni sulle bucce, terreno argilloso e un po’ calcare poi 24 mesi Botti ungheresi da 3000
Pieno, morbido con una bella beva .
Grazie Enrico.
ETTORE GERMANO
Langhe Nascetta 2022
Tappo a vite, versante est e sud ovest, metri 500,14 gg sulle bucce ,terreno di argilla rossa, pietre, calcare poi 12 mesi in anfora ( per mantenere un certo equilibrio) .
Sapido, lungo, duro, finale mandorlato
Barolo Cerretta 2020
Metri 380, Vigna di 50 anni, versante sud est, 50 giorni sulle bucce di cui il 20% raspo intero per 20 giorni , poi 24 mesi (50% botte di rovere di Slavonia da 2500 50% botte francesi da 700 )
Asciutto, elegante, duro, sentori old style ( bott magnum)
Grazie Elia .
PALLADINO
Nebbiolo 2022
Vigne a Sinio di 40 anni , metri 230 ,terreno argilloso e calcareo con poca sabbia ,15 gg sulle bucce poi 12 mesi Botte Slavonia da 3000
Pulito, pieno ed elegante, un bel finale ancora leggermente duro per long time
Barolo Serralunga 2021
Blend di vigne di Serralunga Parafada San Bernardo Gabutti Serra Ornato , terreni nella parte alta Lequio parte bassa marne di Sant’Agata sono quindi terreni calcarei argillosi con presenza di sabbia soprattutto a Parafada .
fantastico equilibrio con sentori old style .bella armonicità elegante ma un finale duro per long time .
Barolo Parafada 2020
Vigne di 45 anni, versante ovest, metri 230/ 300, terreno 60% Marne di Sant’Agata 40% Lequio malolattica in cemento poi 24 mesi Botti francesi da 2800 e 3100 di Garbellotto
Bei sentori puliti di frutta, fantastico in bocca e pieno con ancora un bel margine old style .
Grazie Alessandro.
SCHIAVENZA
Langhe Nebbiolo 2022
Versante Ovest Vigne Sinio giovani 50% versante sud-est Vigna Serralunga di 10 anni
15 giorni sulle bucce , 15 gg cemento poi acciaio poi 12 mesi di Bottedi Slovenia da 3600 di Garbellotto
Pulito, easy, un vino gastronomico equilibrato
Barolo Cerretta 2020
Metri 390, versante sud est, Vigna del 1989 terreno sabbioso calcareo poco tufo , 15 giorni sulle bucce poi 12 mesi Botte di rovere Slavonia da 3000
Pulito, sentori di funghi, duro sentori old style fantastici e bel margine ancora .
Grazie Luciano.
GUIDO PORRO
Langhe Nebbiolo Camilu 2024
Terreni a Serralunga 70% lato versante est
30% Vigna Rionda parte bassa ,vinificato in acciaio , 28 giorni sulle bucce, terreno tendenzialmente argilloso e calcare.
Fantastico per armonia ed eleganza , easy nel finale, con ancora margine .
Barbera V. S. Caterina 2024
Vigna 50 anni Cru Lazzarito a Serralunga , mt 350terreno di argille e Marne ,12 giorni sulle bucce e poi 8 mesi mix tra acciaio e cemento
Pulito e soprattutto un bel frutto pieno con ancora un bel margine
Barolo V . Lazzairasco 2021
Vigne di 63 anni, esposizione sud ovest, metri 350, terreno di Lequio con sfumature gialle molto tosto, 36 mesi di Botte Rovere di Slavonia da 2500 Garbellotto
Complesso ,duro , stile old style con una bella prospettiva , sentori old style .
Grazie Fabio .
MASSOLINO
Barbera d’Alba 2024
Vigne tra Serralunga Monforte e Alba parte occidentale, vigne di circa 20 anni , vinificazione in acciaio e in cemento .
Pulito ,Easy ,frutto, pieno e Bella beva .
Langhe Nebbiolo 2023
Vigne a Serralunga, Monforte , Alba e Neive fermentazione in legno poi cemento poi 12 mesi di Botte di Rovere di Slovenia da 3500 e 5000 .
Frutta semplice, equilibrio, eleganza, un bel Nebbiolo .
Barolo di Serralunga 2021
Blend di molte vigne a Serralunga e 5% a Castiglione Falletto. 21 giorni sulle bucce , vinificato in acciaio poi Botte di rovere di Slovenia da 5000 per circa tra il 18/24 mesi.
Grazie Franco .
FONTANAFREDDA
Langhe Nebbiolo Casa Mirafiore 2022
Mt 300/400, terreno argilloso con Marne calcaree, 12 giorni sulle bucce e poi altri 12/15 giorni a cappello sommerso poi cemento .
otto mesi di botte di rovere di Slovenia da 3000
Al naso floreale e sentore di noce moscata e tabacco, prugna ,mentre in bocca mantiene una bella dinamicità con un tannino dolce e avvolgente, ma un finale balsamico lungo.
Barolo Paiagallo 2021
Vigna Barolo , versante est‑sud‑est, 320 mt, terreno prevalentemente sabbioso e roccia, 20 gg sulle bucce, vinificato in acciaio poi 30 mesi in botte di rovere di Slavonia da 3000
Bell’equilibrio lineare, a naso, spezie, frutti scuri e vaniglia in bocca una bella armonicità e lunga evoluzione equilibrata.
Grazie Pietro .
GIOVANNI ROSSO
Barolo 2021
Mt 260/380 blend di Vigneti 40% Serralunga 30% Barolo 30% Castiglione Falletto.25 giorni sulle bucce in cemento poi 30 mesi in Barrique di rovere francese da 5000
Al naso sentori floreali di China, Mora e frutta sottospirito in bocca un tannino suadente avvolgente con un bel frutto.
Barolo Ceretta 2020
Mt 350/365 versante sud sud-est, sempre 25 giorni sulle bucce in cemento, poi 30 mesi in Bag di rovere francese da 5000
Al naso, questo è un vino più suadente con sentori Violetta ,ciliegia mentre in bocca il tannino è avvolgente, morbido con un finale equilibrato e dinamico .
Grazie Matilde .
LUCA GANDIN

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Carla Madeira “Preludio” -Fazi Editore- euro 18,50

Il secondo romanzo della scrittrice brasiliana (nata a Belo Horizonte nel 1964) riprende i temi a lei più cari e mette a fuoco: gli abissi dell’animo umano, i sentimenti che possono diventare tenebra, la violenza fisica, psicologica e sessuale. Al centro della trama, il più ancestrale dei miti, che sconvolge una complicata famiglia disfunzionale.

Il preludio del titolo è l’annuncio della tragedia che seguirà. Vedina è una giovane madre tormentata e sta per compiere qualcosa di inaudito.

Ferma la macchina, costringe il figlio di 5 anni, Augusto, a scendere; poi, sgomma e riparte, abbandonandolo sul marciapiede. Fa poca strada e subito si pente dell’orribile gesto; torna indietro, ma del piccolo non c’è più traccia.

L’azione impulsiva è la disperata vendetta verso il marito Abel per tutta la sofferenza e la violenza che le infligge; per l’amore che le nega e che riversa, invece, esclusivamente sul piccolo Augusto.

Ma per capire meglio occorre partire dalle origini dell’inquietante Abel e dai suoi genitori.

Sono Antunes e Custódia. Lui ha una ferramenta, è alcolizzato (con un esempio familiare di alcolista fuori dagli schemi) e vuole una donna da amare.

Lei sogna di allontanarsi dalla famiglia bigotta che le va stretta, ma ne ha comunque assorbito i dictat.

E’ una fervente cattolica disgustata dal sesso. Mal sopporta questa pratica e la vive come un sacrificio obbligato, giusto-solo ai fini della procreazione.

Non esattamente un connubio perfetto!

Tanto più che appena Custódia partorisce due gemelli, estromette Antunes dal talamo nuziale, impone camere separate e bandisce per sempre i rapporti intimi, instaurando una dittatura “non negoziabile” di assoluta astinenza.

La vendetta di Antunes colpisce duro laddove fa più male, ovvero la religiosità della moglie.

All’anagrafe decide di registrare i pargoli con i nomi dei figli di Adamo ed Eva; nientemeno che Caino e Abele, protagonisti del primo fratricidio il cui sangue ha segnato la storia dell’umanità.

E’ così che si scatena una tempesta di odio e rancore destinata a logorare le vite di tutta la famiglia. Custodia non perdonerà mai più il marito e vivrà logorata dall’ossessione di tenere sempre uniti i gemelli. Li chiama Abel e Abelzinho, e cerca di elidere ogni differenza tra loro, per scongiurare il possibile ripetersi della tragedia.

Ma con l’ingresso nelle aule scolastiche si spezza la simbiosi con cui Custodia aveva cercato di proteggere i gemelli dai loro nomi maledetti, che ora vengono svelati.

Ed è così che inevitabilmente emergono lampanti le loro colossali differenze. Anzi, è più che evidente che Caim e Abel, seppure somaticamente identici, sono caratterialmente agli antipodi.

Caim primeggia in tutto: dallo studio allo sport, è popolare tra gli amici e ambita preda delle ragazze. Insomma, un vincente nato.

Di tutt’altra pasta è plasmato Abel: introverso, imperscrutabile, apatico, indifferente alla sequela di insuccessi scolastici e al vuoto di amicizie in cui si adagia. Per tutti è solo il fratello difettoso di Caim.

C’è una sola persona che gli accende l’anima, la compagna di scuola Veneza, per la quale gli divampa dentro -silenziosa e sconvolgente- una passione morbosa.

Peccato che la giovane, invece, si innamori perdutamente di Caim, al quale si legherà per la vita.

Abel vive il matrimonio del gemello, con la donna dei suoi sogni erotici, come un tormento perpetuo che gli segna l’esistenza.

Quando poi lui ripiega, sposando la migliore amica di Veneza, Vedina, su di lei sfoga tutta la sua violenza, insieme alla rabbia e al profondo malessere di vivere.

Fino a sviluppi inaspettati da non svelare anticipatamente.

 

 

Marina Pierri “Gotico Salentino” -Einaudi- euro 17,50

E’ il primo romanzo di Marina Pierri -giornalista, saggista, esperta di narratologia, direttrice artistica del Festival delle Serie Tv di Milano- che in queste circa 200 pagine intreccia più tematiche.

Un palazzo infestato, atmosfere gotiche e fantasmi, il Salento, un mistero, la cura e l’amore per i genitori anziani, il patriarcato, il femminismo, indagini coadiuvate da aiutanti molto particolati.

Protagonista è Filomena, vive in quel di Milano; ex giornalista in via di trasformazione in scrittrice.

Cambio di programma doloroso quando il padre muore, lei si ritrova in bolletta e con un’eredità che pesa come un macigno: la Dimora Quarta.

E’ un enorme villa, nella Palude del Salento, che appartiene alla famiglia da generazioni.

Filomena lascia Milano alla volta della Puglia, con il progetto di trasformare l’avita magione in un Bed and Breakfast di alta gamma a pochi chilometri dal Mar Ionio.

Pensa in grande: ristrutturare la casa, renderla più funzionale, dotarla di almeno 10 camere da letto.

Ma c’è un problema e non è di quelli da poco. La dimora ha un aspetto parecchio inquietante; è infestata da un fantasma che Filomena stessa aveva visto quando aveva 6 anni e viveva tra quelle mura.

Era la “Malumbra” lo spettro rabbioso di un’oscura monaca; e l’averla incontrata aveva segnato la protagonista.

Anche perché da allora gli abitanti della zona la chiamavano “la striacaite li muerti”, ovvero “la bambina che vede i morti”.

Da allora: i suoi coetanei la evitavano, era emarginata, sempre sola, mentre gli adulti le chiedevano di comunicare con i loro cari trapassati.

Inoltre c’è un mistero che ha avvelenato la famiglia per anni ed ora Filomena cerca di risolverlo con l’aiuto di 2 pseudo detective davvero speciali che arrivano direttamente dalla letteratura gotica…..

 

 

Oliver Pötzsch “Il becchino e la ragazza” -SEM- euro 22,00

Per chi ancora non conoscesse questo autore, Pötzsch è un affermato scrittore tedesco che ha raggiunto il successo con la saga “La figlia del boia”.

Pötzsch stesso discende da una celebre famiglia di boia di Schongau in Baviera e la saga è ispirata alla storia dei suoi antenati.

Ora veniamo al romanzo.

Fine del XIX sec. Vienna -città intrisa di pregiudizi e criminalità- lì vive e lavora Augustin Rothmayer: becchino e studioso, che si ritrova ad aiutare l’ispettore Leo von Herzfeldt e la fotografa del crimine, Julia Wolf, impegnati in indagini complesse.

Il cardiopalma è assicurato fin dall’inizio, con pagine inquietanti, specialmente per chi soffre di tafofobia.

E’ la paura di essere sepolti vivi, non esattamente un’esperienza desiderabile; come potrebbe confermare il Professor Strössner.

L’egittologo viennese di fama mondiale che finisce quasi sepolto vivo in fondo a un pozzo in cui ha appena fatto una scoperta eccezionale; una camera funeraria di cui non si sapeva nulla, contenente un unico sarcofago.

Il libro è un thriller storico che corre su due strade.

Una ha tratti gotici, tendenze al trascendente e vi compaiono: mummie, elisir di lunga vita, esperimenti scientifici, studi sulla vita oltre la morte, cimiteri, tentativi di trafugamenti e vilipendio di cadaveri, impalatori seriali, valzer neri, e via così…

L’altra via, invece, segue le tecniche investigative dell’epoca: le novità per rilevare le impronte digitali, l’uso della macchina fotografica sulla scena del crimine.

Tra i personaggi di spicco: l’ispettore von Herzfeldt, è un ebreo non sempre ben visto dai colleghi.

Il becchino Rothmayer: è anche uno studioso e una figura oscura. Esperto nella preparazione dei cadaveri, delle fasi della decomposizione, delle cause di morte, dotato di un fiuto eccezionale in grado di fiutare ogni minima sfumatura del disfacimento del corpo.

Affascinante poi la figura di Julia Wolf: tostissima fotografa, madre single che cresce faticosamente la sua bambina, e contemporaneamente lavora sulle scene di crimini efferati.

E’ lei che, con nervi d’acciaio, anche di fronte agli scempi più raccapriccianti delle vittime di omicidi, immortala le immagini degli orrori e ogni minimo dettaglio, fornendo così un nuovo fondamentale supporto alle indagini.

Siate pronti a colpi di scena, via uno, sotto un altro….

 

 

Sandra Lawrence “Giardini perduti” -L’ippocampo- euro 19,90

Bellissimo volume, illustrato magicamente dalla talentuosa Lucille Clerc, che ci trasporta direttamente in meravigliosi giardini ormai perduti, ma dei quali è doveroso conservare almeno la memoria.

La Lawrence, con il supporto delle immagini della Clerc, ci guida alla scoperta di 40 paradisi terrestri disseminati a varie latitudini del pianeta. Un po’ il giro del mondo in 80 alberi, in cui viene ricostruita la loro storia; l’epopea d’oro e più gloriosa, seguita dalla decadenza e dal degrado.

Da un capo all’altro del mondo, le immagini e i testi ci riportano agli antichi splendori di giardini magici, autentiche oasi di pace e bellezza, curate, visitate e ammirate.

Poi il desolante abbandono, l’oblio e il degrado che comportano sempre danni incalcolabili e spreco di incommensurabili tesori di bellezza.

Quelli che nei secoli erano stati veri e propri eden e parchi di delizie, sono poi diventati tristemente giungle incolte, disseminate di: archi, grotte, fontane, serre e colonne che conservano parvenze di ricordi antichi ma, ormai, fatiscenti.

Sanità, Nursing Up: «Bene i nuovi concorsi, ma ancora esclusi gli OSS»

 La Regione Piemonte pubblica nuovi bandi per oltre 180 posti nel sistema sanitario, ma continua a ignorare gli OSS. I concorsi riguardano infermieri pediatrici, ostetrici, logopedisti, fisioterapisti, assistenti sanitari, tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro e terapisti occupazionali.

«Pur apprezzando l’impegno della Regione nel pubblicare questi concorsi – dichiara Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta – rileviamo ancora una volta l’assenza di bandi dedicati agli OSS. Si tratta di lavoratori fondamentali per il funzionamento dei servizi sanitari e socio-assistenziali, senza i quali molte strutture non riescono a garantire l’assistenza adeguata ai pazienti.»

Nursing Up conferma che proseguiranno le azioni di monitoraggio e tutela dei diritti di tutti i professionisti sanitari piemontesi, affinché venga garantito il pieno rispetto delle dotazioni organiche e il riconoscimento del valore di ogni figura coinvolta nei percorsi di cura.

«Continueremo a sollecitare la Regione affinché si attivino anche su questo fronte, dando risposte concrete ai tanti operatori che attendono stabilizzazione e opportunità di lavoro», conclude Delli Carri.

cs

Auto in fiamme, arrivano i vigili del fuoco

La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Livorno Ferraris è intervenuta a Crescentino in via di Bidone Giotto per l’ incendio di una autovettura.

Quando è arrivata sul posto la squadra dei Vigili del Fuoco la macchina era completamente avvolta dalle fiamme quindi ha provveduto alla completa estinzione delle fiamme successivamente alla messa in sicurezza dell’ area interessata.

Sinner nella leggenda: primo italiano a vincere Wimbledon

Jannik Sinner entra nella storia del tennis mondiale conquistando il titolo più prestigioso: Wimbledon è suo. In una finale combattuta, ha superato l’eterno rivale Carlos Alcaraz, regalando all’Italia un trionfo mai raggiunto prima da un tennista azzurro.

Sinner ha giocato con lucidità, forza mentale e una maturità da campione vero, confermandosi protagonista assoluto della nuova era del tennis.

Enzo Grassano

La torinese Elena Fontanella alla guida dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid

Una nuova visione culturale strategica per lo storico Palazzo de Abrantes

È Elena Fontanella la nuova Direttrice di Chiara Fama dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, nominata a seguito del bando indetto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Giornalista, saggista, curatrice e docente universitaria, Elena Fontanella è laureata con lode in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Torino, affermandosi da decenni come figura di riferimento nel panorama culturale italiano. La sua carriera vanta un’esperienza consolidata nella diplomazia culturale, nella valorizzazione del patrimonio e nella progettazione internazionale.
Ha svolto attività accademica in Estetica presso l’Università Statale di Milano, in Storia Medievale presso l’Università Cattolica di Milano e in Storia dell’Arte Romana presso l’Università di Restauro Botticino di Valore Italia. Con il Ministero della Cultura ha collaborato fino al 2024, realizzando progetti di respiro internazionale e guidando, in qualità di presidente, Comitati per le Celebrazioni Nazionali.
Ultima in ordine di tempo, l’esperienza come Consigliere per la Cultura prima a fianco del Sottosegretario alla Editoria e Comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Giuseppe Moles, poi a fianco del Vice Presidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè.
Identità forte, accoglienza, attrattività e promozione della lingua italiana: sono questi i punti cardinali su cui Elena Fontanella intende orientare da subito il suo percorso alla guida dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.
Nella visione di Fontanella, lo storico Palazzo di Abrantes, sede dell’Istituto nella centralissima Calle Mayor, si configura come uno stilema culturale dell’italianità: un vero e proprio Palazzo Italia, capace di animare lo scenario e l’immaginario culturale dei madrileni, e dei tanti italiani residenti in Spagna, con la forza evocativa di un brand riconoscibile ovunque e da tutti.

Accordo fiscale da 175 milioni tra gli Elkann e l’Agenzia delle Entrate

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I fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann hanno siglato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per chiudere il contenzioso fiscale legato all’eredità di Marella Agnelli, vedova di Gianni Agnelli. Il pagamento di 175 milioni di euro è avvenuto senza alcuna ammissione di colpa, con l’intento di porre fine a una vicenda definita “dolorosa” sul piano personale e familiare.

L’intesa, tuttavia, non chiude il fronte giudiziario: a Torino prosegue l’inchiesta penale per presunta frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. Al centro delle indagini, la presunta residenza fittizia in Svizzera di Marella Agnelli, che avrebbe consentito l’elusione di imposte su beni di grande valore. Nel 2024 erano già stati sequestrati beni per oltre 74 milioni di euro, inclusi trust offshore, rendite e partecipazioni societarie.

Le indagini coinvolgono anche il commercialista Gianluca Ferrero e un notaio svizzero. La famiglia Elkann ha sempre respinto le accuse, sostenendo la correttezza delle dichiarazioni patrimoniali. Con il pagamento, John Elkann potrebbe ora accedere alla “messa alla prova”, misura alternativa al processo prevista per alcuni reati tributari.

FOTO CITTA’ DI TORINO

Furti e violenza sui treni: che fare?

Caro direttore, il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani esprime seria preoccupazione per i fatti avvenuti a bordo di un treno proveniente da Torino e giunto alla stazione di Milano Centrale, dove due minori – privi di documenti e dichiaratisi di nazionalità marocchina – sono stati arrestati per rapina impropria, in possesso di un coltello e altra refurtiva sottratta a un passeggero.

Pur nel massimo rispetto del lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura minorile, riteniamo doveroso, da parte delle istituzioni educative e civili, avviare una riflessione critica e profonda su quanto accaduto. Non si tratta di un episodio isolato: è l’esito tangibile di una progressiva marginalizzazione educativa, sociale e culturale, che colpisce in particolare fasce fragili di popolazione minorile, spesso invisibili ai circuiti scolastici, sanitari e civili.

A 14 anni non si dovrebbe né conoscere né usare la violenza per sopravvivere. Se ciò accade, è l’intero sistema a dover interrogarsi sulle responsabilità diffuse, che spaziano dall’assenza di percorsi strutturati di inclusione fino alla mancanza di presìdi educativi sui territori ad alta complessità sociale.

Il CNDDU ritiene che la sicurezza non possa essere garantita solo da un rafforzamento delle misure repressive. Al contrario, è necessaria una strategia integrata di prevenzione, che includa:

  • una reale potenziamento dell’educazione alla legalità in tutte le scuole, come strumento di cittadinanza attiva e responsabilità individuale;

  • una mappatura dei minori fuoriusciti dal sistema scolastico e l’attivazione di percorsi di rientro formativo e monitoraggio educativo;

  • una forte sinergia tra istituzioni scolastiche, servizi sociali e autorità giudiziarie minorili, per garantire percorsi personalizzati di presa in carico e riabilitazione;

  • un investimento strutturale nei contesti a rischio, dove la scuola è spesso l’unico presidio pubblico di riferimento.

Criminalizzare tout court il disagio minorile, o peggio ancora associare automaticamente la devianza alla provenienza etnica o nazionale, non solo è culturalmente scorretto ma rischia di oscurare le vere cause alla radice del problema. Occorre affrontare questa complessa realtà in modo sistemico, attivando politiche pubbliche che mettano al centro la prevenzione, la cura educativa e il sostegno psicologico ai minori in condizione di vulnerabilità.

È imprescindibile riconoscere che la devianza minorile è spesso espressione di un disagio più profondo, che ha origini in storie personali di abbandono, esclusione sociale, traumi non elaborati e assenza di riferimenti adulti stabili. In tale contesto, la scuola può e deve giocare un ruolo fondamentale, ma non può essere lasciata sola. Servono reti integrate tra scuola, servizi sociali, consultori, educatori di strada e psicologi, capaci di costruire percorsi individualizzati che ricompongano legami, riattivino la motivazione all’apprendimento e offrano alternative concrete alla marginalità.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani rinnova pertanto la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni scolastiche, sanitarie e giudiziarie per promuovere progetti di educazione civica, accompagnamento psicologico e inclusione sociale rivolti ai minori a rischio, nella consapevolezza che ogni adolescente ha diritto non solo a un futuro libero dalla violenza, ma a una comunità adulta che non rinunci alla propria responsabilità educativa.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

Cesare Cremonini incanta Torino con uno show sold‑out da oltre 35 000 spettatori

Sabato 12 luglio, sotto un cielo estivo perfetto, Cesare Cremonini ha trasformato lo Stadio Olimpico di Torino in un palcoscenico di pura emozione: oltre 35 000 torinesi e spettatori nei dintorni hanno affollato l’impianto, rendendo l’evento un trionfo di partecipazione e affetto.

Il cantautore bolognese ha dato il via allo spettacolo con brani dal suo ultimo album Alaska Baby, portando il pubblico in un viaggio che dall’America al Circolo Polare Artico ha evocato paesaggi interiori e reali.

Appena salito sul palco si è sentito “a casa”, accanto a una platea che ha restituito le stesse vibrazioni, una città ormai storica nella sua carriera.

La scaletta ha ripercorso venticinque anni di storia musicale: dagli esordi con i Lunapop alle hit da solista come Logico #1, Grey Goose, Mondo, fino allo strepitoso finale con 50 Special che ha fatto esplodere l’Olimpico in un coro corale.

Ma il cuore della serata è stato il racconto interiore di Alaska Baby: pezzi come Ora che non ho più te e Nonostante tutto (con Elisa) sono stati accolti da un’intensità palpabile, in uno show di quasi due ore e mezza dove il concept visivo è diventato racconto, grazie anche agli effetti delle aurore boreali costruite dallo studio creativo NorthHouse.

La regia, le luci e il suono – curati da eccellenze internazionali – hanno reso lo spettacolo un’esperienza all’altezza dei grandi eventi globali .

Nel corso della serata Cremonini ha espresso il suo amore per Torino: «Per me, Torino e Bologna si somigliano – città vivibili ma ricche di cultura e gioventù alternativa». È un legame costruito negli anni, rafforzato da ogni tappa del suo percorso artistico.

Tra le 25 canzoni proposte, la scaletta ha seguito un filo narrativo che ha portato il pubblico da Alaska Baby fino a Poetica e Un giorno migliore — un percorso emozionale in cui ogni fan torinese ha sentito di far parte di una grande comunità musicale.

Questo concerto è stato molto più di una tappa del Cremonini Live 25: è stato un omaggio sincero alla città sabauda, i suoi abitanti e la passione che Cremonini ha sempre coltivato per Torino. Un evento da ricordare, in cui l’intimità del cantautore si è intrecciata all’energia di migliaia di torinesi, per un abbraccio collettivo che resterà nella memoria.

CRISTINA TAVERNITI

foto Instagram Cesare Cremonini