ilTorinese

Il “Sei Nazioni” e il rugby italiano nel podcast del Salone del libro

“Fuoriclasse”

 

Il settimo episodio disponibile su SalTo+

Obiettivo del Progetto “raccontare lo sport attraverso storie, libri, riferimenti cinematografici e letterari, cronaca e radiocronaca”. Nella sua settima puntata, il podcast “Fuoriclasse”, progetto digitale del “Salone Internazionale del Libro” di Torino, prende ispirazione dal torneo rugbistico “Sei Nazioni” per puntare la  sua attenzione sullo sport della palla ovale nel mondo ed in Italia. Realizzato dai curatori Marco Pautasso e Federico Vergari, con un contributo del giornalista esperto di rugby Marco Pastonesi, l’episodio è ormai disponibile da giorni disponibile su SalTo+ e sulle principali piattaforme di streaming gratuite.

Il “Sei Nazioni”, che in questo 2022 ha preso il via il 5 febbraio scorso per terminare sabato 19 marzo, è il torneo di rugby che vede annualmente in gara le nazionali di Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda, Italia e Scozia. Nata nel 1883, é la più antica competizione a squadre dello sport mondiale e la nuova puntata di “Fuoriclasse” ne ripercorre i momenti storici più significativi. Ricorda ad esempio l’anno fatidico del 2000, quando la squadra italiana debuttò al torneo al fianco delle temute potenze rugbistiche europee. Ma si concentra anche sul grande rugby al femminile, rendendo omaggio alla “nazionale in rosa”, che si è qualificata con orgoglio ai mondiali in Nuova Zelanda a ottobre e novembre, mentre lo scorso anno si era piazzata al quinto posto del ranking mondiale, arrivando quarta al “Sei Nazioni”. Alla puntata va inoltre il merito di sottolineare la carica umana e lo spirito civile che animano – e hanno animato – le tante squadre rugbistiche in Italia, ricordando ad esempio l’Aquila Rugby, team che oggi non esiste più, per elogiare il coraggio dei suoi giocatori, non tanto sul campo, quanto nell’aiuto e soccorso dato ai malati all’Ospedale “San Salvatore” durante i giorni del terremoto. Oppure spiegando agli ascoltatori come il campo dell’“Unione Rugby Capitolina” a Roma sorga su un terreno confiscato alla banda della Magliana e sia diventato simbolo virtuoso di un progetto di sport e di vita.

Tra i riferimenti bibliografici di questa settima puntata: “L’Uragano nero – vita morte e miracoli di Jonah Lomu” (66thand2nd) e “Ovalia. Il dizionario erotico del rugby” di Marco Pastonesi (Baldini+Castoldi); “Il Sei Nazioni” di Marco Pastonesi e Enrico Pessina (Zelig); “Sei Nazioni” di Alessandro Troncon e Daniele Resini (Mondadori); “La grande meta. L’Italia del Sei Nazioni” di Angelo Croce e Christian Marchetti (Ultra).

Il settimo episodio fa seguito alle altre puntate di “Fuoriclasse”, ciascuna dedicata a particolari discipline sportive e ai suoi protagonisti: le Olimpiadi invernali a Pechino e la Valanga Azzurra, l’omaggio agli Europei di calcio nella prima puntata; il racconto dedicato alle Medaglie d’oro femminili nel secondo appuntamento; i campioni del ciclismo Alfredo Binda e Gianni Bugno nel terzo audio; il mondo del tennis e le Atp Finals nel quarto episodio; le testimonianze su tanti campioni e campionesse che hanno brillato nel 2021 nel quinto pezzo.

Spiegano i curatori, Marco Pautasso e Federico Vergari:

“Lo sport è (anche) un linguaggio e come tale è in continua evoluzione. L’obiettivo di ‘Fuoriclasse’ è quello di fotografare questo cambiamento. Nell’epoca dello storytelling applicato a qualsiasi cosa, politica compresa, non si può pensare a un evento sportivo senza un adeguato racconto. Che avvenga per radio, in video, su un sito, con un libro o su un quotidiano è ormai un dato di fatto che la qualità della narrazione influirà sensibilmente sulla costruzione di un preciso ricordo sportivo. L’epica sportiva non manca ultimamente. Ci sono trasmissioni TV, case editrici e riviste che fanno dello sport una questione prima letteraria e poi sportiva. Parlare di sport significa prima di tutto parlare di uomini e donne. Ogni uomo e ogni donna si portano dietro una loro storia. Ognuno con la sua storia, ognuno con la voglia di spostare i limiti un po’ più in là”.

 

Per rimanere aggiornati sui podcast successivi: www.salonelibro.itSalTo+.

g. m.

Nella foto: Marco Pautasso e Federico Vergari

In volo con SkyAlps per lo scambio turistico tra Italia e Slovenia

E presto aperture su Torino e Milano

SkyAlps, la compagnia aerea della montagne che rappresentano la spina dorsale dell’Europa, scopre il mare. 

E, grazie all’Ente Sloveno per il Turismo ed all’operatore SloveniaVacanze, lancia un nuovo collegamento con voli charter tra Maribor, Bolzano, Pisa e Napoli a partire da giugno. Ma è solo un inizio poiché, dall’autunno di quest’anno e proseguendo nel biennio 23/24, i collegamenti verranno estesi a Torino, Milano, Genova, Roma, Palermo e Bari.

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In volo con SkyAlps per lo scambio turistico tra Italia e Slovenia. E presto aperture su Torino e Milano

Anci e Slow Food Italia insieme per sistemi alimentari equi e sostenibili

 

 

Food Policies, educazione alimentare, lotta al caporalato e inclusione sociale tra i punti dell’intesa. Appuntamento con le esperienze più virtuose a Torino dal 22 al 26 settembre per Terra Madre Salone del Gusto

 

È un’azione capillare lungo tutta la Penisola, con obiettivo la valorizzazione e la promozione dei sistemi alimentari locali, di qualità e sostenibili, quella intrapresa da Anci e Slow Food Italia, grazie al protocollo d’intesa appena firmato dai rispettivi presidenti, Antonio Decaro e Barbara Nappini.

Tra i punti principali dell’accordo, l’ambizioso obiettivo di sviluppare Food Policies più eque, inclusive e sostenibili, a partire dalle attività di educazione alimentare nelle scuole. Al centro del protocollo anche le buone pratiche legate alla salvaguardia dei legumi e alla promozione del loro consumo come principale fonte proteica, grazie ai produttori della rete Slow Beans e alla campagna di realizzata dall’associazione della Chiocciola con diverse municipalità italiane, Let it Bean!. E poi, attività che coniugano maggiormente un’idea di sviluppo economico, equità e coesione delle comunità, come la valorizzazione di progetti virtuosi di innovazione sociale in agricoltura, l’attuazione di iniziative di sensibilizzazione e contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e quelle che favoriscono l’inclusione sociale di nuovi cittadini.

Slow Beans 2021, Fagiolo gialèt della Valle Belluna ph. Valerie Ganio Vecchiolino
Per Anci l’accordo si inserisce in una più ampia azione mirata a valorizzare le esperienze comunali di supporto alle filiere produttive dell’agroalimentare, di valorizzazione delle tipicità e di diffusione delle food policies urbane, dentro una più ampia strategia di sostenibilità e promozione del made in Italy.

 

«Il protocollo tra Anci e Slow Food Italia costituisce un potenziale punto di svolta per rispondere alle sfide che ci impongono le attuali crisi climatiche, ambientali, economiche e sociali. È grazie allo sviluppo e la promozione di queste iniziative che possiamo agire localmente per determinare un effettivo cambiamento del sistema alimentare nel suo complesso e intervenire lungo tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione, al consumo. Per Slow Food, lavorare con Anci sulla base di principi condivisi, ci permette di raggiungere una fetta ancora più ampia della società civile, avviare e rafforzare iniziative di sensibilizzazione che hanno il cibo come chiave di volta per la costruzione di un futuro migliore» commenta Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.

Scuola elementare Dal Borro di Livorno ph. Alessandro Vargiu
“L’accordo con Slow food si inserisce in una più ampia azione mirata a valorizzare le esperienze comunali di supporto alle filiere produttive dell’agroalimentare, di valorizzazione delle tipicità e di diffusione delle food policies urbane, azioni che si inseriscono in una più ampia strategia di sostenibilità e promozione del made in Italy”, evidenzia Stefano Locatelli, vicepresidente Anci e delegato all’Agricoltura e alla tutela e promozione delle tipicità. Con questa iniziativa “vogliamo inoltre mettere a sistema modelli di intervento e collaborazione fra enti locali e produttori che a livello locale, in alcuni casi anche con il supporto dell’ANCI regionale, hanno già portato a dei risultati importanti”.

 

«Con questo strumento le municipalità d’Italia e le reti locali Slow Food possono concretamente costruire modelli di politiche locali del cibo che possano permettere ai cittadini, che in Italia vivono per la maggior parte in città di medie e piccole dimensioni, di riconoscere il cibo come uno dei motori culturali, economici, sociali e di integrazione del territorio» sottolinea Raoul Tiraboschi, vicepresidente di Slow Food Italia.

 

Un’altra importante tappa del percorso intrapreso con questo protocollo sarà a Torino dal 22 al 26 settembre, in occasione del prossimo Terra Madre Salone del Gusto, dove Anci racconterà la “rigenerazione”, tema della XIV edizione della manifestazione organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, grazie al contributo dei Comuni italiani più virtuosi su questi temi.

Approvata una mozione per il riordino delle politiche sulla disabilità

L’attuazione del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA) a Torino come strumento per una mappatura cittadina

Approvata una mozione per il riordino delle politiche sulla disabilità alla quale si sono aggiunti gli emendamenti proposti da Simone Fissolo, Capogruppo dei Moderati, a proposito di PEBA per la realizzazione di una mappatura totale delle barriere architettoniche.

Il diritto alla mobilità e all’accesso a qualsiasi struttura non è sempre garantito per le persone con disabilità; le difficoltà create dalle barriere architettoniche sono all’ordine del giorno e, di fatto, ad alcuni nostri concittadini viene negato un diritto fondamentale.

La città di Torino è in ritardo su questo tema: la Quarta relazione sulle attività del Disability Manager della Città di Torino del 18 giugno 2021 precisa che la Città di Torino non ha predisposto il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA).
Da qui, la necessità di rielaborare repentinamente il cronoprogramma per la sua realizzazione e procedere quanto prima a mappare le barriere architettoniche e sensoriali della città.
Questi gli emendamenti alla mozione, per un consistente lavoro che la Città di Torino dovrà svolgere nel breve periodo.

Simone Fissolo: «Con questi emendamenti ho voluto concretizzare un impegno che avevo preso da tempo: una mappatura esaustiva e meticolosa della barriere presenti a Torino. Questo servirà a programmare le azioni in maniera chirurgica e veloce. Dobbiamo ricoprire strada per strada, verificando insieme alle associazioni attive nel campo della disabilità, che hanno più di qualcosa da segnalare a riguardo. Solo allora Torino sarà veramente di tutti.»

Inaugurato il DAE in Piazza San Martino a Cirié

 

Frutto della donazione di FIDAS Cirié San Carlo: con il nuovo defibrillatore si perfeziona il progetto “Cirié Città cardioprotetta” realizzato in collaborazione con la Croce Verde Torino

 

Con l’inaugurazione del DAE di Piazza San Martino – donato alla Città di Ciriè dall’associazione FIDAS Cirié – San Carlo  è stato ulteriormente esteso il progetto “Cirié Città cardioprotetta” che vede un totale di 12 defibrillatori automatici attualmente esistenti sul territorio ciriacese.

Ricordiamo che il progetto di cardioprotezione della Città di Ciriè ha preso il via nel 2018 ed è frutto della collaborazione tra l’Amministrazione comunale e la Pubblica Assistenza Anpas Croce Verde Torino, sezione di Cirié: scopo di “Cirié Città cardioprotetta” è la diffusione sul territorio di postazioni munite di defibrillatore a servizio dell’intera collettività, per poter più facilmente e prontamente intervenire in caso di arresto cardiaco.

Durante la prima fase sono stati installati cinque defibrillatori negli edifici scolastici e nelle palestre comunali: scuola media N. Costa, scuola media A. Viola, scuola elementare B. Fenoglio, scuola elementare Don Bosco, scuola elementare R. Gazzera (Devesi). Il plesso dell’istituto B. Ciari era già dotato di defibrillatore, il cui funzionamento è stato testato.

Si è quindi passati all’installazione di ulteriori sei apparecchiature ad uso pubblico, posizionate in punti strategici e opportunamente segnalate da apposita cartellonistica.

Ai defibrillatori acquistati dal Comune e dalla Croce Verde si è aggiunto, nell’agosto del 2021, un defibrillatore donato dall’Associazione Deveisin Festareul, a cui fa ora seguito l’ulteriore apparecchio, con relativa teca, donato dai volontari della FIDAS Cirié – San Carlo.

Oltre alla presenza di DAE[defibrillatori semiautomatici] sul territorio comunale, “Cirié Città Cardioprotetta” prevede anche l’erogazione da parte dei volontari della sezione di Cirié di Croce Verde Torino di specifici corsi di formazione abilitanti all’utilizzo dell’apparecchiatura; i corsi sono già stati erogati ad una ventina di operatori delle scuole e a breve, dopo lo stop dovuto all’emergenza Covid-19, riprenderanno con il coinvolgimento della Polizia Locale, associazioni ed altri operatori di servizi pubblici che, essendo attivi sul territorio comunale, potrebbero efficacemente prestare soccorso in caso di necessità.

 

Con l’inaugurazione del nuovo punto DAE in Piazza San Martino – dichiara il Sindaco Loredana Devietti – si estende ulteriormente il progetto ‘Cirié Città cardioprotetta’ con cui miriamo a moltiplicare la presenza in città e nelle frazioni, in specifici punti strategici, di defibrillatori automatici. Abbiamo iniziato nelle scuole e ora stiamo moltiplicando le installazioni: vogliamo rendere la nostra città più sicura e protetta, in ogni modo possibile. In certe situazioni avere più postazioni sul territorio può fare veramente la differenza. Ringrazio di cuore il gruppo Fidas Cirié-San Carlo per la generosità dimostrata, così come ringrazio la Croce Verde per il supporto in questo progetto e la presenza costante in città: fare rete tra le amministrazioni comunali e le associazioni è imprescindibile per dare alla cittadinanza aiuto, sostegno e servizi“.

 

Il Presidente di Croce Verde Torino Mario Paolo Moiso ha dichiarato: “A tre anni dall’inizio del progetto come Croce Verde Torino sezione di Ciriè siamo felici di proseguire la collaborazione con l’Amministrazione comunale e le altre associazioni del territorio al fine di rendere Ciriè “città cardioprotetta”. Già tre anni fa, infatti, con il nostro contributo erano state poste alcune postazioni salvavita sul territorio di Ciriè e quella inaugurata ieri ne integra utilmente la diffusione e l’operatività. Croce Verde di Torino è impegnata in questo progetto anche nella formazione degli operatori comunali all’utilizzo dei defibrillatori, mettendo a frutto le nostre competenze e motivazioni in questa città in cui opera la nostra sezione di Cirié. Siamo convinti che la popolazione potrà collaborare attivamente e vivere con fiducia la presenza di queste apparecchiature a vantaggio della sicurezza di tutti e della tempestività ed efficacia d’intervento in caso di necessità“.

Questo progetto non si sostituisce ma si somma alla rete di primo soccorso già esistente sul territorio – spiega l’ Assessore alla Sanità Andrea Sala – cui l’Ospedale di Cirié fa capo. È infatti dimostrato che, in caso di infarto, il tempo è vita e ogni ritardo, anche minimo, nell’intervenire può risultare pericoloso. Dalla chiamata al 118 fino all’intervento del personale medico possono a volte passare minuti preziosi: avere a disposizione sul territorio – nelle palestre comunali così come in determinate strade e piazze – un defibrillatore semiautomatico può fare la differenza in molti casi. Ringrazio veramente la Croce Verde per la preziosa collaborazione e soprattutto ringrazio la FIDAS Cirié – San Carlo per la generosità dimostrata nei confronti della nostra città: un atto di altruismo che proviene da un’associazione già ‘abituata’ a fare del servizio al prossimo la propria ragione d’essere. Un approccio che, soprattutto in questo periodo così particolare, caratterizzato da emergenze sociali rilevanti, deve essere di monito per tutti ”.

 

Nel 2020 – aggiunge Valentina Massa, Presidente FIDAS Cirié – San Carlo – la nostra associazione ha compiuto 70 anni di attività ma purtroppo, essendo in piena pandemia, non avevamo potuto dare vita alle iniziative che avevamo programmato. Ora, con l’allentamento delle limitazioni, abbiamo potuto festeggiare e abbiamo deciso di farlo nella maniera che più ci è congeniale: dare un aiuto a salvare vite umane. Speriamo che il nuovo DAE di Piazza San Martino possa contribuire a prestare prontamente aiuto in caso di bisogno: sappiamo quanto anche solo un minuto possa essere prezioso in caso di infarto.”

 

Al Piemonte la bandiera di Regione europea dello Sport

Per la prima volta l’associazione no profit Aces Europe ha deciso di lasciare la tradizionale sede di Bruxelles e venire in Piemonte, nella Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria Reale, per l’annuale Galà di Premiazione, giunto alla 22a edizione.

Nel corso della cerimonia, iniziata con un minuto di silenzio per le vittime della guerra in Ucraina, è stata consegnata al Piemonte la bandiera di Regione Europea dello Sport 2022 e sono state affidate le bandiere a 50 città, a cominciare da L’Aja Capitale Europea dello Sport 2022 e Madrid Capitale Mondiale dello Sport 2022.

Presenti anche le Città e Comunità dello Sport europee, rappresentate dai loro amministratori, nonché le città di Guachené (Colombia), Indaial e Santo André (Brasile) e Konya, (Turchia) Capitale Mondiale dello Sport 2023.

A portare i saluti istituzionali l’europarlamentare e componente della Commissione Istruzione e Cultura dell’UE Tomasz Frankowski, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca, il presidente di Aces Europe Gian Francesco Lupattelli, il direttore delle Politiche sociali dell’Unesco Angela Melo. Diffusi anche i videomessaggi del commissario europeo all’Innovazione, Ricerca, Cultura, Istruzione e Giovani, Mariya Gabriel, del ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone, del presidente del Coni Giovanni Malagò, del presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli.

“Lo sport è salute, gioia, inclusione – ha evidenziato il presidente Lupattelli – Occorre rivolgersi al 99% della popolazione che non è un campione di qualche disciplina e aiutare il benessere fisico di tutti i cittadini grazie all’attività sportiva. E non va dimenticato che lo sport porta la pace, come la vogliamo in Ucraina”.

“Questo evento ha un significato di fratellanza europea, sempre importante, e a maggiore ragione importante oggi con quello che sta accadendo in Ucraina – ha sottolineato il presidente Cirio – Sono lieto di ospitare questo evento in Piemonte, che con orgoglio definisco il cuore d’Europa grazie ai collegamenti in costruzione con i grandi corridoi ferroviari che si incrociano proprio nel nostro territorio. Considero il riconoscimento di Regione Europea dello Sport 2022 non un punto di arrivo ma un punto di partenza per fare ancora meglio. Gli investimenti sullo sport sono così importanti che dovremmo lavorare per fare in modo che in futuro diventino un valore predefinito come quelli sulla sanità, perché ogni euro investito sullo sport oggi è più di un euro risparmiato sulla sanità domani”.

“Per noi questo è un momento importantissimo, lo sport riparte davvero, e farlo insieme a tante comunità europee è un grande motivo di orgoglio – ha detto l’assessore Ricca – Sarà per noi un anno da protagonisti, ospiteremo oltre 120 eventi. Ma questa sarà anche un’occasione importante per lavorare allo scopo di creare una società che sia contro la guerra: lo sport questo può farlo”.

Le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospitano la mostra di Vivian Maier

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TORINO | MUSEI REALI | SALE CHIABLESE DAL 9 FEBBRAIO AL 26 GIUGNO 2022 LA MOSTRA VIVIAN MAIER. INEDITA

 

L’esposizione segue la tappa francese ospitata al Musée du Luxembourg e presenta oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, oltre a video Super 8 e oggetti personali della fotografa americana.

 

 

Una sezione è dedicata agli scatti, mai visti prima, realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova.

 

A cura di Anne Morin

 

 

Dal 9 febbraio: una delle massime esponenti della cosiddetta street photography.

 

Fin dal titolo, Inedita, l’esposizione che giunge in Italia dopo una prima tappa al Musée du Luxembourg di Parigi (15 settembre 2021 – 16 gennaio 2022), si prefigge di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica di Vivian Maier, approfondendo nuovi capitoli o proponendo lavori finora inediti, come la serie di scatti realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova, nell’estate del 1959.

 

La mostra, curata da Anne Morin, è co-organizzata da diChroma e dalla Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais, prodotta dalla Società Ares srl con i Musei Reali e il patrocinio del Comune di Torino, e sostenuta da Women In Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale. L’esposizione presenta oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, scattate lungo tutto il corso della sua vita. A queste si aggiungono dieci filmati in formato Super 8, due audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come le sue macchine fotografiche Rolleiflex e Leica, e uno dei suoi cappelli.

 

“La mostra – dichiara Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino, propone una parte dell’opera ancora sconosciuta di Vivian Maier, universalmente apprezzata dopo il ritrovamento dei suoi archivi nel 2007, e indaga le origini della sua poetica, legata soprattutto alla sua tipica e ormai iconica osservazione street, un tema chiave oggi frequentato e condiviso anche tramite i social media da fotografi di diversa cultura ed estrazione. La strada come attualità e contemporaneità, e, accanto, l’itinerario privato di una donna alla ricerca della sua identità”.

 

“Vivian Maier – afferma Anne Morin – è una fotografa amatoriale che cercava nella fotografia uno spazio di libertà; benché il suo lavoro sia passato inosservato per tutto il corso della sua vita, si ritrova nella storia della fotografia a fianco dei più grandi maestri quali Robert Doisneau, Robert Frank o Helen Levitt”.

 

“Dopo Capa in color – ricorda Edoardo Accattino, amministratore Ares srl – proseguiamo la nostra collaborazione con i Musei Reali. Così come per Robert Capa, anche in questa mostra abbiamo voluto raccontare al pubblico gli aspetti meno noti di un grande fotografo. Con orgoglio apriamo la prima grande retrospettiva dedicata a una delle maggiori esponenti della street photography, attraverso un percorso che unisce fotografie, filmati e audio, strumenti complementari che permetteranno di scoprire un nuovo aspetto della produzione di Vivian Maier e la sua continua ricerca nello studio dell’immagine”.

 

Il percorso espositivo tocca i temi più caratteristici della sua cifra stilistica e si apre con la serie dei suoi autoritratti in cui il suo sguardo severo si riflette negli specchi, nelle vetrine e la sua lunga ombra invade l’obiettivo quasi come se volesse finalmente presentarsi al pubblico che non ha mai voluto o potuto incontrare.

Una sezione è dedicata agli scatti catturati tra le strade di New York e Chicago. Vivian Maier predilige i quartieri proletari delle città in cui ha vissuto. Instancabile, cammina per tutto il tessuto urbano popolato da persone anonime che davanti al suo obiettivo diventano protagoniste, anche per una sola frazione di secondo, e recitano inconsciamente un ruolo.

Le scene che diventano oggetto delle sue narrazioni sono spesso aneddoti, coincidenze, sviste della realtà, momenti della vita sociale a cui nessuno presta attenzione. Ognuna delle sue immagini si trova proprio nel luogo in cui l’ordinario fallisce, dove il reale scivola via e diventa straordinario.

 

Mentre cammina per la città, Vivian Maier a volte si sofferma su un volto. La maggior parte dei visi che scandiscono le sue passeggiate fotografiche sono quelli di persone che le assomigliano, che vivono ai margini del mondo illuminato dall’euforia del sogno americano. Parlano di povertà, lavori estenuanti, miseria e destini oscuri. Ognuno di questi ritratti, impassibile e austero, è colto frontalmente nel momento dello scatto. A essi fanno da contraltare quelli delle signore dell’alta borghesia, che reagiscono in modo offeso al palesarsi improvviso della fotografa.

 

Oltre ai ritratti, Vivian Maier si concentra sui gesti, redigendo un inventario degli atteggiamenti e delle posture delle persone fotografate che tradiscono un pensiero, una intenzione, ma che rivela la loro autentica identità. Le mani sono spesso le protagoniste di queste immagini perché raccontano, senza saperlo, la vita di coloro a cui appartengono.

 

Agli inizi degli anni sessanta si nota un cambiamento nel suo modo di fotografare. La sua relazione con il tempo sta cambiando, e il cinema sta già cominciando a insinuarsi e ad avere la precedenza sulla fotografia. Vivian Maier inizia a giocare con il movimento, creando sequenze cinetiche, come

se cercasse di trasportare le specificità del linguaggio cinematografico in quello della fotografia, creando delle vere e proprie sequenze di film.
Come naturale conseguenza, Vivian Maier inizia a girare con la sua cinepresa Super 8, documentando tutto quello che passava davanti ai suoi occhi, in modo frontale, senza artifici né montaggi.

 

Un importante capitolo della mostra è dedicato alle fotografie a colori. Se da un lato, i lavori in bianco e nero sono profondamente silenziosi, quelli a colori si presentano come uno spazio pieno di suoni, un luogo dove bisogna prima sentire per vedere. Questo concetto musicale di colore sembra riecheggiare nello spazio urbano, come il blues che scorre per le strade di Chicago e, in particolare, nei quartieri popolari frequentati da Maier.

Non poteva mancare una sezione dedicata al tema dell’infanzia che ha accompagnato Vivian Maier per tutto il corso della vita. A causa della sua vicinanza ai bambini per così tanti anni, era in grado di vedere il mondo con una capacità unica. Come governante e bambinaia per quasi quarant’anni, Maier ha preso parte alla vita dei bambini a lei affidati, documentando i volti, le emozioni, le espressioni, le smorfie, gli sguardi, così come i giochi, la fantasia e tutto il resto che abita la vita di un bambino.

 

Catalogo Skira

Vivian Maier. Note biografiche
Nata a New York da madre francese e padre austriaco, Vivian Maier (1926-2009) trascorre la maggior parte della sua giovinezza in Francia, dove comincia a scattare le prime fotografie utilizzando una modesta Kodak Brownie. Nel 1951 torna a vivere negli Stati Uniti e inizia a lavorare come tata per diverse famiglie. Una professione che manterrà per tutta la vita e che, a causa dell’instabilità economica e abitativa, condizionerà alcune scelte importanti della sua produzione fotografica. Fotografa per vocazione, Vivian non esce mai di casa senza la macchina fotografica al collo e scatta compulsivamente con la sua Rolleiflex accumulando una quantità di rullini così numerosa da non riuscire a svilupparli tutti.
Tra la fine degli anni novanta e i primi anni del nuovo millennio, cercando di sopravvivere, senza fissa dimora e in gravi difficoltà economiche, Vivian vede i suoi negativi andare all’asta a causa di un mancato pagamento alla compagnia dove li aveva immagazzinati. Parte del materiale viene acquistato nel 2007 da John Maloof, un agente immobiliare, che, affascinato da questa misteriosa fotografa, inizia a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120.000 negativi. Un vero e proprio tesoro che ha permesso al grande pubblico di scoprire in seguito la sua affascinante vicenda.

Torino, 8 febbraio 2022

 

 

VIVIAN MAIER. INEDITA

Torino, Musei Reali | Sale Chiablese (piazza san Giovanni 2)

9 febbraio – 26 giugno 2022

 

Orari:

dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00

sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00

(ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)

 

Biglietti:

Intero: € 15,00

 

Ridotto: € 12,00

over 65, insegnanti, ragazzi tra 18 e 25 anni, gruppi, giornalisti non accreditati

 

Ridotto ragazzi: € 6,00

ragazzi tra 12 e 17 anni compiuti

 

Pacchetto famiglia:

fino a due adulti € 12,00 cad. e ogni ragazzo tra 12 e i 17 anni € 6,00 cad.

 

Gratuito:

possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta, Torino+Piemonte card, bambini da 0 a 11 anni, persone con disabilità, dipendenti MiC, giornalisti in servizio previa richiesta di accredito all’indirizzo info@vivianmaier.it

 

Confindustria: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto bocciano il Decreto Energia

 

 

“SISTEMA INDUSTRIALE A RISCHIO PARALISI, SERVE DETERMINAZIONE”

 

I Presidenti Francesco Buzzella (Confindustria Lombardia), Enrico Carraro (Confindustria Veneto), Pietro Ferrari (Confindustria Emilia-Romagna) e Marco Gay (Confindustria Piemonte) a seguito delle misure approvate dal Consiglio dei Ministri per arginare il caro energia, esprimono profonda insoddisfazione e preoccupazione.
Pur nella consapevolezza che l’intero sistema industriale italiano è a rischio paralisi tra aumenti delle materie prime, difficoltà di approvvigionamento delle forniture e costo dell’energia, nel decreto manca la determinazione di cui c’è assoluto bisogno in periodi eccezionali come quelli che stiamo vivendo.
Tra le imprese del Nord c’è fortissima preoccupazione: occorre intervenire immediatamente, con ogni misura possibile e sostenibile, per compensare l’aumento dei costi dell’energia – anche attraverso un price-cap/tetto sui prezzi – e gli effetti delle sanzioni legate alla guerra per i settori o le imprese direttamente colpite. L’Italia e la sua industria stanno pagando il prezzo più alto d’Europa.
La trasparenza del mercato energetico deve poter permettere di legare al costo delle forniture il prezzo al cliente, non ai valori oscillatori delle speculazioni quotidiane. Anche il sistema fiscale che grava sui prodotti energetici va reso lineare, chiaro e trasparente. Non è possibile che le imposte raddoppino il costo del carburante e siano la sommatoria di accise accumulate nei decenni senza più alcun riferimento alla situazione attuale. Perché non prendere esempio dal Portogallo dove il governo ha chiesto alla UE la riduzione dell’aliquota IVA dal 23% al 13%?
La scelta di intervenire con “sconti” e ristori temporanei limitati nel tempo e negli impatti, poi, è in contrasto con le previsioni, anche quelle meno pessimistiche, di alti livelli dei prezzi sui mercati energetici prolungati nel tempo.
Sono poi irricevibili, causa insostenibilità, le ipotesi o gli scenari di riduzione “teorici” dei consumi energetici dell’industria. Le strategie europee, a partire dal Fitfor55, costruite e calate dall’alto, vanno riviste in una logica di transizione “sostenibile”, non di obiettivi astratti irraggiungibili per tutti i settori industriali, dalle plastiche all’auto. La transizione va discussa, condivisa e programmata insieme all’industria. Visto il diverso impatto del costo dell’energia nei vari Paesi europei le imprese italiane sono quelle la cui competitività è maggiormente a rischio.
Il Paese deve definire rapidamente un vero e proprio Piano Energetico nazionale che preveda un nuovo mix di forniture e fonti. Occorre accelerare la realizzazione degli impianti di rinnovabili sbloccando, nell’interesse nazionale, gli iter autorizzativi, oggi di fatto bloccati in molti ambiti ed aree. Contemporaneamente è indispensabile accelerare l’aumento del prelievo nazionale di gas, anche con nuove esplorazioni, e riattivare gli investimenti previsti sui rigassificatori.
Il PNRR può essere parzialmente rivisto e rimodulato in funzione della necessità di sostenere gli investimenti in campo energetico, mentre con maggiore decisione devono essere riprese le riforme timidamente approcciate in questi mesi: prima di tutte quella del fisco, intervenendo strutturalmente sul cuneo fiscale. Gli effetti dell’inflazione sui salari rischiano di essere ulteriormente “deprimenti” per l’economia e per le imprese italiane.

Muore soffocata da un croissant

Una tragedia per un boccone al bar. Una donna è morta questa mattina soffocata da un croissant mentre faceva colazione in un caffè a Settimo torinese. La vittima aveva 66 anni. Inutili i soccorsi.

Ergastolo per l’omicidio del commercialista sulla collina torinese

È stato condannato all’ergastolo il commerciante d’auto Giovanni Cordella, di 43 anni, processato a Torino con l’accusa di avere  ucciso il commercialista Luciano Ollino l’8 giugno del 2020. La vittima fu trovata senza vita, ucciso con sei colpi di pistola sulla collina torinese. L’accusato si professa innocente.