ilTorinese

Il bollettino Covid di sabato 5 marzo

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1719 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari al 5,4% di 32.029 tamponi eseguiti, di cui 28.006 antigenici.

Il totale dei casi positivi diventa 991.304, così suddivisi su base provinciale: 82.145 Alessandria, 45.470 Asti, 38.395 Biella, 132.250 Cuneo, 75.030 Novara, 527.048 Torino, 35.246 Vercelli, 35.533 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 4.864 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 15.323 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 34 (-2 rispetto a ieri)

I ricoverati non in terapia intensiva sono 695 (42 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 41.711

I tamponi diagnostici finora processati sono 15.794.428( +32.029 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 13.079

Sono 4, nessuno di oggi, i decessi di persone con diagnosi di Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti).

Il totale diventa quindi 13.079 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.755 Alessandria, 782 Asti, 499 Biella, 1.595 Cuneo, 1.048 Novara, 6.240 Torino, 604 Vercelli, 422 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 134 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

935.725 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 935.725 (+ 2086 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 77.355 Alessandria, 43.356 Asti, 36.650 Biella, 126.097 Cuneo, 72.149 Novara, 500.933 Torino, 33.200 Vercelli, 33.478 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 3.746 extraregione e 8.761 in fase di definizione.

Auto in fiamme in largo Orbassano

Questa mattina in Largo Orbassano a Torino, per cause ancora da accertare, un’auto ha preso fuoco. Una densa coltre di fumo nero si è alzata per parecchi metri. In attesa dell’arrivo dei vigili sel fuoco una pattuglia di carabinieri ha limitato la circolazione nel corso.

(foto Cv -il Torinese)

E’ morto Alessandro, sconfitto dalla leucemia a soli 26 anni

Alessandro Grazioli, 26 anni, piemontese di Briona, nel Novarese, era stato colpito da Leucemia Mieloide Acuta. Purtroppo non ce l’ha fatta a superare la malattia ed è morto nelle scorse ore a Bologna dove era ricoverato. In tanti si erano mossi per  trovare un donatore compatibile di midollo osseo. L’associazione  Admo Piemonte aveva anche lanciato un appello che ha coinvolto tante persone.

Il furto si trasforma in tentata rapina Torna in cella ladro seriale

Lo scorso sabato pomeriggio, all’interno di un iper mercato di corso Novara, un addetto all’antitaccheggio nota un soggetto dirigersi presso la corsia ove è anche riposto il tonno, prenderne diverse scatole e metterle all’interno di una borsa porta computer, guardandosi intorno con fare circospetto. Successivamente, l’uomo si reca in altre corsie prelevando alcuni articoli casalinghi di poco valore, si dirige alle casse e   paga solo questi ultimi. Personale del super mercato lo raggiunge contestandogli il mancato pagamento del tonno che occulta nella borsa. L’uomo non accenna a fermarsi, anzi spintona ed insulta l’addetto. Solo l’intervento di altri dipendenti dell’esercizio commerciale fa sì che il soggetto, un cittadino congolese di 49 anni, con numerosi precedenti specifici per furto ed un obbligo di presentazione alla P.G., non fugga. Personale della Squadra Volante tempestivamente giunto sul luogo recuperava le 17 confezioni rubate, per un valore di oltre 100 €, restituendole alla proprietà ed arrestava il quarantanovenne per tentata rapina impropria.   

 

Si introduce nottetempo in un ufficio del centro: arrestato

Preso con la refurtiva ancora al seguito dagli agenti della Squadra Volante

 

Lo hanno visto mentre tentava di dileguarsi sotto i portici di via Cernaia: a passo svelto, con le mani ingombre di due grosse buste plastificate, il quarantenne, di nazionalità tunisina, era quasi ormai certo che non sarebbe stato fermato. Alcuni minuti prima si era introdotto all’interno di uno stabile di corso Galileo Ferraris ed aveva fatto visita ad un ufficio. Qui aveva asportato 4 computer portatili, con i rispettivi mouse e sei alimentatori, per un  valore complessivo di circa 2000€. Grazie alla segnalazione del custode dello stabile, svegliato dai rumori prodotti dal topo d’appartamento, i poliziotti della Squadra Volante in servizio di controllo del territorio sono riusciti a rintracciarlo e fermarlo. L’uomo ha numerosi precedenti di polizia in merito a vari reati. E’ stato arrestato  per furto aggravato.

Tav: Gariglio (Pd), tratta italiana nel prossimo contratto di programma Rfi

“Il Parlamento ha impegnato il governo a finanziare la tratta nazionale della Torino – Lione:” è quanto dichiara Davide Gariglio, capogruppo Pd in Commissione Trasporti di Montecitorio sul parere approvato  mercoledì 2 marzo, dalla stessa Commissione Trasporti al Documento strategico per la mobilità sostenibile. Il testo è stato votato all’unanimità con solo due deputati astenuti.

“Nel prossimo contratto di programma 2022-2026 fra Stato e Rfi verrà quindi garantita la copertura finanziaria della intera tratta Bussoleno-Avigliana. Per quanto riguarda la tratta Avigliana – Orbassano, che ha un costo di circa 1,7 miliardi di euro, chiediamo che il governo faccia partire l’opera, con il sistema dei lotti costruttivi, e che finanzi la parte di infrastruttura realizzabile nel periodo contrattuale 2022-2026”: conclude Davide Gariglio.

Auto si ribalta, feriti in ospedale

Ieri una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento volontario di Santhià è intervenuta nel comune di Ivrea in via Burolo 18 per un incidente stradale. I due conducenti sono stati trasportati in ospedale ad Ivrea entrambi in codice giallo. Sul posto anche  la polizia locale.

A Ivrea capitale del libro… aspettando il castello

A Ivrea per rendere omaggio alla città diventata capitale italiana del libro ma anche per ammirare le bellezze artistiche e storiche della cittadina.
Per esempio il castello che domina la città e che il famoso Arduino, marchese di Ivrea e poi re d’Italia mille anni fa, non ha avuto la fortuna di vedere. È diventato il simbolo di Ivrea dalla seconda metà del Trecento e da sette secoli dall’alto del borgo sovrasta la città e controlla la strada che porta verso la Valle d’Aosta.
Fu fatto costruire dal Conte Verde, Amedeo VI di Savoia, che lo volle fortemente a fianco del palazzo del vescovo e del palazzo comunale ma non fece in tempo a vederlo ultimato perché morì alcuni anni prima della fine dei lavori. Edificato come fortificazione difensiva, interamente in mattoni, si presentava con quattro torri circolari. È infatti il castello “dalle rosse torri”, come l’ha chiamato il Carducci, che tanta storia ha visto scorrere dai suoi torrioni. Purtroppo anche noi non possiamo vederlo in quanto è chiuso al pubblico per lavori di manutenzione. Da alcuni anni è il Comune ad occuparsi del maniero che è attualmente al centro di un grande restauro conservativo nell’ambito di un programma di valorizzazione dei principali beni culturali eporediesi. Leggendo qua e là nella storia locale possiamo però immaginare ciò che accadeva dentro le mura e scoprire che nei saloni del castello, nei secoli passati, si parlava di arte e di letteratura, si invitavano scrittori, sapienti e pittori, si animava la vita di corte con balli, feste e banchetti tra cantori e giocolieri al suono di musiche medioevali. Occasioni di svago per passare il tempo libero lontani dalle guerre o dagli intrighi della politica. È quanto accadeva a metà del Quattrocento con la duchessa Jolanda di Valois, sorella del re di Francia Luigi XI, che, da vera padrona di casa, trasformò il castello di Ivrea in una elegante e accogliente dimora insieme a suo marito, il duca Amedeo IX di Savoia. Sotto l’attenta direzione di Jolanda, donna colta ed energica, il castello di Ivrea fu ristrutturato e abbellito e divenne uno dei luoghi più importanti e prestigiosi del ducato. Di quell’epoca cavalleresca e cortese resta però solo una traccia in una elegante bifora ad archi sormontata dagli stemmi dei Savoia. Innamorata di Ivrea e del territorio circostante Jolanda vi trascorse lunghi periodi. Morì nel castello di Moncrivello e la salma riposa in una cappella del duomo di Vercelli accanto al marito. Toccherà poi a un’altra donna occuparsi a lungo del castello: Beatrice del Portogallo, moglie del duca sabaudo Carlo II e sorella dell’imperatrice Isabella, moglie di Carlo V. Nomi illustri, grandi personaggi, grande storia a Ivrea.
E proprio tra le mura del castello Carlo II e Beatrice organizzeranno una grande festa per la nascita del figlio. La decadenza del castello si avvicinava. Con il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino nel 1563 e con la guerra tra francesi e spagnoli nel canavese tra Cinquecento e Seicento Ivrea perse quel ruolo di centralità che aveva acquisito per il ducato nei secoli precedenti. Di conseguenza venne meno anche l’importanza del castello che dovette fare i conti anche con la sorte avversa. Nel 1676 un fulmine colpì la torre di nord-ovest provocando l’esplosione di un deposito di munizioni, la morte di una cinquantina di persone e il crollo della stessa torre che non fu più ricostruita. Rimase mozza con una copertura conica come si presenta oggi. Il castello venne in seguito adibito a carcere subendo radicali trasformazioni. I saloni e le stanze diventarono celle, gli affreschi scomparvero e gli arredi originali sparirono. Restò prigione per oltre due secoli, nel 1970 fu chiuso e nel 2017 lo Stato lo ha trasferito in proprietà al Comune.                        Filippo Re

Un omaggio alle figure femminili che abitarono o soggiornarono alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

“Le Signore della Corte”

Domenica 6 marzo, ore 15,45

L’ultima ad abitarci fu la regina Margherita. Moglie di re Umberto I e prima regina consorte d’Italia, per Margherita di Savoia (Torino, 1851 – Bordighera 1926) le sale barocche della “Palazzina di Caccia” di Stupinigi, progettate dallo Juvarra e già in anni precedenti testimoni dei fasti napoleonici, divennero (dal 1909 al 1919) l’amata residenza delle calde estati fuori porta  da alternarsi alle primavere e ai freddi inverni trascorsi a Bordighera nella Villa Bischoffsheim, in seguito chiamata Villa Etelinda e da lei acquistata nel 1914. Donna dall’enorme popolarità, (“una veria e seria professionista del trono” – scriveva di lei Indro Montanelli – tanto da convincere gli italiani “che anche se non avessero avuto un gran Re, avrebbero avuto una grande Regina”), Margherita riempì la residenza di Stupinigi di un’ enorme quantità di mobili e arredi di stili diversi e la Palazzina vide un grande via vai di parenti, nobili e ospiti blasonati, invitati a balli e a feste da favola, e che arrivavano d’ogni dove a bordo delle prime “carrozze a motore”.

Fu lei, indubbiamente, a lasciare il maggiore imprinting, materiale e culturale, sulla Palazzina di Stupinigi, dal 1514 proprietà dell’“Ordine Mauriziano”, eretta  per i Savoia fra il 1729 ed il 1733 e dal 1997 “Patrimonio dell’Umanità Unesco”. Ma moltissime furono le figure femminili che, oltre alla regina Margherita, in qualche modo e sotto varie vesti e in tempi diversi, ebbero a che fare con la Palazzina: principesse, regine, dame di corte, istitutrici, femmes de chambre, inservienti. A tutte loro, di cui restano memorie storiche e artistiche di indubbio valore, in occasione della “Festa della Donna”, la “Palazzina di Caccia” intende rendere un omaggio particolare, domenica 6 marzo ( a partire dalle ore 15,45) con una visita guidata titolata “Le Signore della Corte”. L’iniziativa “vuole essere – dicono gli organizzatori – un  viaggio nel ruolo delle donne nella società dal XVII al XX secolo, letto attraverso le personalità che sono state protagoniste della vita di corte”. La Palazzina ha ospitato, fra l’altro, il matrimonio di Maria Teresa, figlia di Vittorio Amedeo III, con il conte Carlo d’Artois (poi Re Carlo X di Francia), e di Maria Carola nel 1781 con il principe Antonio Clemente, diventato Re di Sassoia, ma anche quello di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide di Lorena nel 1842 e di Amedeo di Savoia con la principessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna nel 1867. Donne, future mogli e amanti di Casa Savoia hanno inoltre soggiornato nelle sue stanze, come Anne Marie Borbone-Orleans, descritta come una delle donne più amabili e virtuose del suo tempo, o Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, donna di documentata bellezza e fascino, irrequieta, amante dello sfarzo e della vita di corte che soggiornò a Stupinigi con il marito Camillo Borghese e Giuseppina di Beauhamais, prima moglie dell’imperatore Napoleone. Fino ad arrivare, come s’è detto, all’ultima e più prestigiosa abitante della Palazzina, la Regina Margherita. Volitiva, decisa ma affabile. Ineguaglibile e di enorme fascino popolare (a lei fu dedicata addirittura la “pizza Margherita” e l’ode carducciana “Alla Regina d’Italia”), anche negli anni successivi all’assassinio del marito (Monza, 1900), quando diventò “regina madre”.

Per info: “Palazzina di Caccia”, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (Torino); prenotazione obbligatoria per la visita guidata al numero 011/6200634

g.m.

Nelle foto:

–         “Signore della Corte”

–         Martin van Meytens: “Polissena Cristina d’Assia con i figli Vittorio Amedeo III e Eleonora di Savoia”

Università, Udu denuncia aumenti tasse dal 2010 +68% al nord

‘Peso quote premiali sino a 1/4. Sistema insostenibile, Mur ascolti’

Milano – “L’incremento della tassazione universitaria dal 2010 a oggi ha davvero dell’assurdo: per quanto riguarda il nord si assesta al 68%, con punte, sul territorio nazionale, del 140%”. Questo sarebbe stato causato non solo dal taglio di 1 miliardo del fondo del finanziamento ordinario (con la riforma Gelmini), che ha reso la contribuzione studentesca una parte fondante e sempre più insostituibile dei bilanci degli atenei, ma anche dalla composizione stessa del finanziamento, alla luce del peso crescente delle cosiddette quote premiali, che sono passate dal 7% a un quarto del finanziamento totale. Circostanza che “determina poi disuguaglianze tra atenei e territori”.
E’ la denuncia di Giovanni Sotgiu, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, intervenuto oggi a Milano per presentare i dati di una ricerca sulla tassazione universitaria.
Le misure prese sinora, specie sull’estensione della no tax area, incalza, sarebbero tanto “timide e insufficienti” da finire per penalizzare soprattutto studenti fuori corso, “su cui spessoci sono rincari”, e persone di fascia media, “con importi davvero alti”.
“Speravamo che il Pnrr potesse essere occasione di discussione per una riforma della tassazione ma questo confronto- conclude- non c’è stato”. Detto questo “andremo avanti” sulla strada della gratuità del sistema universitario.
Agenzia DIRE