ilTorinese

Stabilizzare il personale sanitario: insediato il tavolo tra Regione e sindacati

Si è insediato nella sede dell’assessorato alla sanità, il tavolo permanente tra Regione Piemonte e sindacati per la stabilizzazione del personale sanitario e socio-sanitario.

Per la Regione erano presenti il presidente Cirio, l’assessore alla Sanità Icardi , il direttore regionale con i tecnici della Direzione mentre per i sindacati erano presenti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali del comparto: Cgil, Cisl, Uil, Fsi Usae, Fials, Nursing up.

Sono circa 5 mila le persone reclutate dal sistema sanitario piemontese per fronteggiare la pandemia da Covid 19.

Di questi, alla luce della normativa attuale che consente di assumere a tempo indeterminato solo le professioni sanitarie e socio-sanitarie che hanno maturato entro giugno di quest’anno 18 mesi di servizio (di cui almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022) 1.137 sono stabilizzabili e la Regione li assumerà tutti con proprie risorse a partire da luglio, via via che andranno in scadenza i loro attuali contratti.

Per tutti gli altri che non rientrano nelle categorie professionali stabilizzabili o non hanno maturato il periodo temporale necessario per legge, l’obiettivo comune è quello di trovare una strada normativa e finanziaria per garantire il più possibile la proroga dei loro contratti, con l’auspicio che a livello nazionale vengano aperte in futuro altre finestre di assunzione.

Il Presidente della Regione e l’Assessore alla Sanità hanno anche illustrato la situazione dal punto di vista finanziario.

Ad oggi il Piemonte è in attesa delle risorse (circa 360 milioni di euro) che il Governo centrale deve erogare per la copertura delle spese Covid, attraverso l’autorizzazione a stipulare un mutuo decennale oppure attraverso il riparto e l’assegnazione diretta.
Altre risorse, per un totale di 58 milioni, sono in arrivo da fonti di finanziamento statali (11 per il piano pandemico Panflu, 7 per le attività territoriali previste dalla legge 234/2021, mentre sugli altri 40 è in corso un’interlocuzione con il Governo).

La terza possibilità per dare copertura economica alle stabilizzazioni è che la Regione usi risorse proprie, con l’assestamento di bilancio previsto per il mese di luglio, utilizzando i canoni delle concessioni idroelettriche oppure attraverso un utilizzo dei Fondi Europei per lo Sviluppo e la Coesione, per il quale si è in attesa del via libera da parte del Governo.

Da parte della Regione e dei sindacati è emerso l’impegno di lavorare per un accordo in tempi rapidi.

La prossima riunione del tavolo è stata convocata per martedì 17 maggio, sempre in Assessorato.

Operazione Sicurezza: i controlli della Polfer nelle stazioni

Dal 16 aprile al 2 maggio 2022 sono stati intensificati i servizi in ambito ferroviario, rafforzando il dispositivo di sicurezza quotidiano, in concomitanza con le festività della Santa Pasqua e i ‘Ponti di primavera’, coincidenti con le celebrazioni del 25 aprile e del 1° maggio 2022.

570 pattuglie del Compartimento di Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle D’Aosta sono state impegnate nella vigilanza, capillare e costante, delle stazioni, nei giorni di aumento del traffico ferroviario e movimentazione di viaggiatori. Particolare attenzione è stata riservata alle stazioni non presidiate di entrambe le regioni, ai convogli internazionali che giungono nel nostro paese da Francia e Svizzera ed agli snodi ferroviari di collegamento verso le località turistiche della riviera ligure, tra cui Fossano, sulla linea Torino – Cuneo, e Novi Ligure (AL), sulla tratta Torino – Alessandria.

45 i servizi di pattuglia lungo linea, 92 a bordo treno con un totale di 212 treni presenziati, 24 servizi antiborseggio in stazione e 160 di Ordine Pubblico.

L’attività operativa ha permesso di controllare 9.682 persone, di cui circa 1.600 con precedenti di polizia, oltre 3.000 stranieri, 709 minori, mentre 15 sono state le persone denunciate e 2 arrestate.

Eurovision, Iannò: “I volontari e l’apartheid del pranzo vip”

La denuncia del Vice Capogruppo di Torino Bellissima, Giuseppe Iannò 

 

Effetto Eurovision Song Contest grande evento, solita vetrina di nomi internazionali sotto i riflettori e una manifestazione che vale milioni di euro.

Vengono reclutati giovani volontari/e non retribuiti, che avranno il compito di accogliere le 41 delegazioni internazionali e mansioni varie, quali fornire informazioni e collaborare sotto varie forme all’organizzazione dell’evento.

Niente di nuovo sotto il sole, solite dinamiche di impiego dei volontari, in cambio di un’occasione per sentirsi protagonisti di un evento internazionale con un “compenso simbolico”: un’uniforme, utilizzo gratuito dei trasporti pubblici e un buono pasto. E qui si potrebbe affermare metaforicamente “qua casca l’asino!”

Con tanto di messaggio via chat, l’organizzazione ha avvisato i volontari che si occupano dell’area “VIP lounge assistant”, che nei giorni 10-12-14 maggio in cui presteranno servizio presso tale zona, che sarà presente un servizio di catering a “SOLO” uso degli invitati.

Perciò – prosegue il messaggio – vi ricordiamo che non avrete la possibilità della consumazione a buffet. Vi chiediamo quindi di organizzarvi sul momento per poter fare una pausa ed uscire dalla lounge se vi siete portati da mangiare e/o bere.

“Una discriminazione bella e buona alle spalle di volontari che lavorano senza un compenso – commenta Giuseppe Iannò di Torino Bellissima, “un vero apartheid del panino”, con tutti i milioni di euro investiti nell’evento. Una vera vergogna.”

Mercato immobiliare: il boom del trilocale

Nelle grandi città italiane l’analisi dell’offerta di immobili, realizzata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa e riferita a gennaio 2022, evidenzia che la tipologia più presente sul mercato è il trilocale, con il 33,1%, a seguire il quattro locali con il 24,2% ed i bilocali con il 24,0%.

In aumento, rispetto a luglio 2021, la percentuale di monolocali, mentre è in calo quella di offerta di trilocali e quattro locali, molto probabilmente perché i tagli più grandi sono ora più desiderati e chi possiede una casa di ampia metratura decide di non venderla.

Bari è la città in cui si è registrato il maggiore incremento di monolocali e bilocali.

Roma è la città dove è più elevata la percentuale di trilocali presente sul mercato (39,4%).

A Bologna e Genova invece c’è una maggiore concentrazione sul quattro locali rispettivamente con 31,5% e 38,2%.

A Milano è il bilocale ad essere più presente (43,0%).

 

OFFERTA Monolocali 2 locali 3 locali 4 locali 5 locali
Bari 11,0 27,9 28,7 21,4 11,0
Bologna 10,2 17,6 28,7 31,5 12,0
Firenze 2,7 13,3 34,0 28,7 21,3
Genova 1,8 13,1 31,4 38,2 15,5
Milano 9,2 43,0 32,6 12,5 2,7
Napoli 12,0 28,8 36,0 14,4 8,8
Palermo 1,5 17,7 34,6 30,4 15,8
Roma 7,9 29,3 39,4 16,5 6,9
Torino 4,0 34,2 36,6 17,5 7,7
Verona 2,6 15,3 28,7 31,3 22,1
Media 6,3 24,0 33,1 24,2 12,4
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

I nervi scoperti della Città di Torino

La città di Torino ha due nervi scoperti. Il personale e l’indebitamento. Partiamo da quest’ ultimo.  Forse il più facile e tutto sommato gestibile.

Sono decenni che è sull’ orlo della bancarotta. Spende di più di quanto incassa e si indebita non per investimenti, ma per pagare le spese correnti.  In particolare i costi del personale. L’altra nota dolente, in tutti i sensi. Dal punto di vista quantitativo e dal punto di vista qualitativo. Sintesi: per niente produttivo. Perché?  Sono pochi e male organizzati. Diciamola tutta: per niente organizzati. Tanto … fin che la barca va, falla andare. Però’ ora siamo arrivati.  Ma come siamo giunti  a questo punto? La Torino del triangolo industriale come tale aveva competenze e nel DNA la capacità di organizzare. Ovviamente tanti i motivi che  ci hanno portati a questa situazione, primi fra tutti economici. Quando c’erano i soldi si sono sperperati.  Oggi sono molti di meno e male utilizzati. Secondo: gli alti dirigenti con trentennale esperienza sono andati in pensione e non c’è stato tournover. Svuotamento degli uffici dove la media dei dipendenti ciondola stancamente per i corridoi. Tranne per l’anagrafe presa quotidianamente d’assalto da utenti imbestialiti che, raramente, portano a casa ciò che desiderano. Con alcuni elementi di contorno.  Ad esempio non mi risulta che chi percepisce il reddito di cittadinanza aspettando un lavoro che non arriverà mai, svolga lavori socialmente utili. Concretamente il Municipio di Torino in un decennio è passato da poco meno di 20mila dipendenti a 7000 -7500.  Dati  ballerini, visto che chi può andare in pensione non se lo fa dire due volte. Capita, dunque, che in una sola settimana 300 impiegati vadano in pensione . Si assommi il fatto che i pochi funzionari rimasti non  sappiano, non avendone esperienza, da che parte rigirarsi, e sembra che la cifra di ” riferimento ” sia zero.
Comunque il Sindaco Lo Russo non si da’ per vinto. E cerca di non farsi distrarre dal ruolino di marcia.  Innanzitutto dicono sia un grande lavoratore.  Alle 7,30 è già operativo in ufficio.
Sulle nomine, stavolta ha fatto tutto da solo.
Si’, forse, al massimo, qualche telefonata di conferma. Così Cuntro’, fedelissimo di Piero Fassino alle Farmacie. Alessandro Battaglino a Trm , niente di meno che l’inceneritore. In questo caso Battaglino, fedelissimo dell’onnipresente Peveraro.
Ma la notizia delle notizie è Paola Bragantini Presidente Amiat. Brava è brava . Direi politicamente brava. Tecnicamente?  Si vedrà. Indubbiamente l’Amiat è un posto importante. Un settore decisamente fragile visto che Torino, ultimamente, in tale ambito difetta. Ma per il Pd risolve un altro problema: le candidature alle prossime elezioni politiche. Il tutto è dietro l’angolo. Con non pochi problemi, non ultimo la riduzione del 40% dei seggi. Tanto si voterà con l’attuale sistema elettorale. Sono pochissime le probabilità di una riforma. Concretamente tanti pretendenti e pochi posti. Magari, poi arriva il biellese Furia, segretario regionale che qualche pensierino lo sta facendo.  Lui che ha un filo diretto con Provenzano già ex ministro del Mezzogiorno.  Altri se vogliono hanno un seggio assicurato come il prof Giorgis e Mauro Laus che già cinque anni fa si sono conquistati voto per voto le elezioni.
Ovviamente tutto sotto traccia. E mi sa che in questo caso non ci saranno primarie. Dunque Enrico  Letta docet. Letta non è uno stupido e saranno tante e fitte le consultazioni. Obbiettivo: totale rinnovamento. Sono  troppi quelli che vogliono ancora bene a Matteo Renzi. L’altro nodo sono le alleanze.  I cinque stelle hanno una caratteristica di fondo. Totalmente ingovernabili.  Il nostro Conte chiaramente annaspa…Cinque anni fa non essere carne né pesce li ha fatti vincere.
Oggi i pochi rimasti sono divisi su tutto.  Molti hanno fatto un giro di 180 gradi. Da anti europei e filo Putin ad anti Putin e filo europei. Indubbiamente Giggino è tra quelli più cambiati. Ma tutti , proprio tutti si sono presentati a rapporto dal Beppe Nazionale, alias Grillo. Chi si era illuso che il comico non contava più ha preso una cantonata. Raggiante la Meloni: ora tocca a me.   ” Dio mi manda, guai chi si oppone ” . Già sentito. Il che non vuol dire che nel centro destra è tutto liscio come l’olio. Anche loro hanno le loro gatte da pelare.  Non ultimo tanti galli nello stesso pollaio. Covid e guerra in Ucraina hanno decisamente peggiorato la caoticita’ della nostra classe politica. Ma i guai non finiscono qui.  Un’inflazione al 7 % pone un altro problema: basteranno i soldi stanziati dall’Europa?  Probabilmente no. Sono stati presentati i progetti di Torino e della Regione Piemonte?  Che qualità operativa hanno?  Una cosa è certa: l’attuale struttura burocratica del Municipio di Torino non è all’altezza sia quantitativamente che qualitativamente. Pochi dipendenti ed assolutamente non formati per gestire il tutto. Ed i tre bandi per l’assunzione di nuovi dipendenti sono, mi pare, ancora in alto mare. Questa la terza sfida della giunta Lo  Russo oramai, tutta, soprannominata Missione impossibile.  Non disperiamo, comunque: difficile essere ottimisti, ma la speranza è l’ultima a morire.

PATRIZIO TOSETTO

Un affresco del secolo scorso da un atto d’amore per le nipotine

RITRATTO DELL’ITALIA DEL SECOLO PASSATO LA STORIA DI GINO ROTA

Anna Rota Milani non è una scrittrice. La sua ‘appartenenza’ al mondo dell’arte è dovuta soprattutto alla pittura dai caratteri impressionistici. Lo testimoniano le sue opere che impreziosiscono gli ambienti dell’Antico Mulino di Fontanetto Po e la ‘Ca’ San Sebastiano a Castel San Pietro di Camino Monferrato o i suoi atelier a Zoalengo di Gabiano o in via Macrino d’Alba a Torino. Non è una scrittrice, o almeno così non ama definirsi, ma in ‘Gino e i Rota – ricordi di amore e di resilienza’, questa artista torinese di residenza ma dalle salde radici monferrine (anzi della Valcerrina) ha saputo affrescare attraverso il ricordo della persona e della vita del padre Gino (ma il suo vero nome era Michele Marco Luigi, per tutti Gino) classe 1913, famiglia originaria di Ponte San Pietro, paese non distante da Bergamo poi giunta in Monferrato, e della  mamma Salvina di Pozzengo di Mombello Monferrato, la vita quotidiana di una famiglia del Novecento, con sullo sfondo quella che era la società di allora. In quello che l’autrice definisce ‘un atto d’amore per le mie nipotine’ si è voluto ricordare, con colpi di penna che sembrano pennellate, un mondo che non c’è più con Gino e Salvina che si uniscono le loro vite alle 6 del mattino, al buio e al freddo, nella chiesetta di Pozzengo, poi il viaggio di nozze: in bicicletta si spingono sino a Cavagnolo e prendono il trenino per Torino sino a Porta Susa. Poi in un piccolo appartamento in corso Belgio iniziano la loro vita insieme. Vita che non sarà certamente facile nell’Italia della guerra e del dopoguerra, ma Gino e Salvina non sono persone da arrendersi. Così nel 1948 arriva Anna. Il padre in questi anni non sta fermo, cambia lavoro, si ingegna, passa dalla Snia Viscosa, alla profondità delle miniere nelle cave di marna, tra il capoluogo e Gabiano, e poi ancora muratore, portiere, da vero eclettico, come lo definisce con orgoglio la figlia, e poi ancora ‘carbonaio motorizzato’ sino a diventare conduttore di impianti termici sino ad ideare un brevetto per filtrare l’aria destinata al carburatore che proporrà come pezzo di ricambio alle officine meccaniche piemontesi, ottenendo un importante riconoscimento dalla concessionaria Lamborghini. E per qualche anno il ‘Filtro Rota’ verrà prodotto e venduto in centinaia di esemplari. E poi ancora ci saranno la pensione ed il ritorno a Zoalengo. E quanto a genialità e capacità di crescita anche la figlia Anna ha fatto la sua strada riuscendo ad aprirsi una strada nel mondo dell’impresa, certamente non facile anche nell’Italia del secondo dopo guerra. Ma questo aspetto merita sicuramente di ritornarci perché è un altro capitolo che merita di essere scritto.

Il libro, come scrive Giovanni Ponzetti nella presentazione “è un intreccio di curiosità, episodi e anedotti, che hanno rappresentato le vite vissute dei componenti della famiglia Rota fino a conferire identità di storia al racconto stesso”.

Massimo Iaretti

Una maglietta e niente cibo per i volontari di Eurovision

A cura di Electomagazine.it

Lo stile non è acqua. E neppure champagne. Quei morti di fame dei volontari per Eurovision hanno cominciato a lamentarsi per il trattamento annunciato dall’organizzazione. “Cari volontari Vip lounge assistant”: eppure la mail che, generosamente, gli organizzatori hanno inviato ai plebei a cui è stato concesso il privilegio di lavorare gratis, era iniziata con toni gentili.

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Una maglietta e niente cibo per i volontari di Eurovision. Però possono andare in bagno (per ora..)

Magliano: Se vi sono Regioni a statuto speciale, questa Giunta è invece decisamente ordinaria

Tanti i (piccoli) Comuni, pochi i Segretari: nulla di fatto, tuttavia, per risolvere il problema, centinaia di Sindaci abbandonati a se stessi nonostante il mio Question Time appena discusso, con provocatorio invito a “fare come la Sardegna”, e nonostante il mio Ordine del Giorno approvato lo scorso novembre.

Deludente risposta al mio Question Time, discusso in Consiglio Regionale: chissà se il mio provocatorio invito a “fare come la Sardegna”, Regione a statuto speciale, varrà a sbloccare un immobilismo che, in tema di misure per rendere meno difficile il reclutamento di Segretari Comunali, neanche l’impegnativa del nostro recente Ordine del Giorno, approvato lo scorso novembre, era riuscita a smuovere.

Urgono misure per velocizzare le procedure di reclutamento di quelle fondamentali figure che sono i Segretari Comunali: la Giunta ha, al momento, rinunciato completamente a fare la propria parte. Dai tempi del nostro Ordine del Giorno dello scorso novembre dobbiamo registrare un totale nulla di fatto.

Abbiamo riportato il tema in Aula con un Question Time, poco fa, data la situazione di assoluta urgenza: se la Sardegna è a statuto speciale, assolutamente ordinaria si è confermata questa Giunta, che sta lasciando soli centinaia di Sindaci sul territorio piemontese. Due elementi aggravanti: termini e proroghe per i Vice Segretari che stanno scadendo, ruolo del Segretario Comunale che sarà ancora più importante alla luce della necessità, per i Comuni, di cooperare con lo Stato per attuare il PNRR.

Ora la Giunta promette di “spronare gli organi competenti” per trovare una soluzione: alla buon’ora, esattamente questo chiedevamo con il nostro atto di fine 2021 (nello specifico, il mio documento impegnava la Giunta a intraprendere iniziative nei confronti dei Ministeri competenti per velocizzare le procedure di reclutamento dei Segretari Comunali). Se la Giunta non è in grado o non ritiene di agire in questo senso, lo dica e proveremo a fare noi, come Moderati, la nostra parte.

La distanza tra parole (tanta retorica a favore dei piccoli Comuni) e azioni (scarse) emerge in tutta la sua evidenza. Chiederemo un’udienza urgente in Commissione di Cirio e dell’Assessore competente affinché ci informino sulle prossime azioni previste.

Avere in organico un Segretario Comunale è un obbligo previsto dalla normativa in vigore. La funzione svolta dal Segretario Comunale – che sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei Dirigenti e dei Responsabili, coordinando la loro attività così da consentire l’attuazione del programma amministrativo del Comune – è centrale ed essenziale per una corretta gestione delle attività dell’Ente Pubblico. Il ruolo del Segretario Comunale diviene a maggior ragione insostituibile dal momento che i Comuni sono chiamati a cooperare con lo Stato per attuare il PNRR. La difficoltà di trovare un Segretario aumenta, evidentemente, per i Comuni di piccole dimensioni: la situazione è dunque particolarmente grave in Piemonte, dove i Comuni con meno di 5.000 abitanti sono più di mille.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Cognome della madre alla prole. Un reale passo in avanti verso l’eguaglianza sostanziale tra i generi?

La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla legittimità della norma di cui all’art. 262 del codice civile nella parte in cui stabilisce che quando il figlio è riconosciuto contemporaneamente da entrambi i genitori assume il cognome del padre.

Il Giudice delle leggi ha ritenuto tale regola non conforme agli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione a due norme della Convenzione Europea dei diritti Umani, l’art. 8 e l’art. 14.

La motivazione della sentenza della Corte Costituzionale sarà disponibile nei prossimi giorni, ma, sin d’ora, appare chiaro che la stessa abbia ritenuto violati il principio di eguaglianza tra i coniugi, il diritto alla propria identità personale, il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare.

La sentenza è stata da più parti valorizzata per “aver abolito uno degli ultimi retaggi di una società patriarcale”, con il pregio di traguardare anche il nostro Paese verso una visione più moderna della famiglia, più al passo con i tempi e più armonica rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea.

Sicuramente l’intervento della Corte Costituzionale che,comunque, dovrà essere seguito da una regolamentazione legislativa a cura del Parlamento, è un tassello verso la piena applicazione del principio di eguaglianza formale stabilito dal primo comma di cui all’art. 3 della Costituzione ed è, pertanto, encomiabile.

Il dubbio, però, è se, superato lo scoglio dell’eguaglianza formale di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza alcuna distinzione, nello specifico, per genere o sesso, davvero la possibilità di attribuire al figlio il doppio cognome o comunque quello della madre, sia una declinazione di eguaglianza sostanziale.

I dogmi ed i retaggi, soprattutto quelli culturali, sono difficili da superare e sicuramente non sarà sufficiente l’innovazione formale per raggiungere pienamente anche la parità e l’eguaglianza sostanziale.

Ancora una volta, in adesione alle spinte provenienti anche dalla Corte Europea dei Diritti Umani, il Giudice delle leggi ha lanciato un segnale forte al dormiente legislatore italiano, ma il percorso verso l’obiettivo è arduo e lungo.

Servono senz’altro interventi più incisivi, che influiscano concretamente sulla realtà e quotidianità delle famiglie, tali da garantire che entrambi i genitori possano svolgere i loro compiti di cura, domestici, lavorativi e professionali in condizioni di parità, senza rinunce da parte di quello più fragile economicamente o lavorativamente.

Per perseguire il risultato voluto dalla Corte Costituzionale non si può prescindere dalla formazione, dalla cultura, dalla spoliazione dei luoghi comuni e degli stereotipi, che, purtroppo, nel nostro Paese saldamente ancorati.

Sarebbe necessaria più coesione e solidarietà sociale, più consapevolezza di sé, piuttosto che del ruolo.

Il resto è solo un contorno, sicuramente di rilievo, ma non sufficiente.

L’auspicio è che la vera ventata di novità e la vera rivoluzione culturale possano almeno pervenire dalle prossime generazioni che porteranno il doppio cognome.

A cura di Carmen Bonsignore (www.carmenbonsignore.it)

Per Eurovision Off, Davide Boosta Dileo torna sul palco in solitaria

Eurovision Off nel Salone d’Onore

della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Giovedì 5 maggio, ore 21

Davide BOOSTA Dileo 

The Post Piano Session

 

 

Un pianoforte al centro e tutto intorno il fastoso Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, una delle più spettacolari invenzioni juvarriane. Per Eurovision Off, giovedì 5 maggio, Davide Boosta Dileo torna sul palco in solitaria con The Post Piano Session, un viaggio nella musica sulle note di un pianoforte sorprendentemente post-rock. Al posto delle corde della chitarra, risuonano quelle del pianoforte che trascinano il pubblico in un’atmosfera intima e personale.

Davide BOOSTA Dileo, classe 1974, da Torino, è un artista dalle mille sfaccettature, tra cui musicista, dj, compositore, autore e produttore, conduttore radio-televisivo e scrittore, è anche autore di opere d’arte. È tastierista e co-fondatore del gruppo elettronico Subsonica, con alle spalle 8 album in studio, 8 dischi di platino, più di 500mila copie vendute, 4 cd live e una grandissima carriera live. Come solista, Davide ha pubblicato “La Stanza Intelligente” nel 2016 e “Facile” nel 2020 con anche dei singoli nel 2021 come “Stellae Noctis” con Alina Kalancea e “Alphabet, Canone for Letters”.

 

L’evento è promosso dalla Fondazione Ordine Mauriziano, ente proprietario della Palazzina di Caccia di Stupinigi, in collaborazione con Reverse Agency, Teatro Superga, Sistema Cultura e Città di Nichelino.

 

 

INFO

The Post Piano Session, Davide BOOSTA Dileo

Eurovision Off

Giovedì 5 maggio, ore 21

Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi,

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Prezzo: 25 euro

www.ordinemauriziano.it