CERIMONIE RELIGIOSE
Le immagini della via Crucis svoltasi ieri a Torino sono state realizzate da Igino Macagno
CERIMONIE RELIGIOSE
Le immagini della via Crucis svoltasi ieri a Torino sono state realizzate da Igino Macagno
Sono intanto iniziate le operazioni di verifica, messa in sicurezza e conta dei danni. Nel pomeriggio di ieri i Vigili del Fuoco hanno provveduto alla rimozione della grande mole di materiale accumulatosi alla base della passerella pedonale nei pressi di corso Mortara che sarà poi successivamente conferito in discarica.
Dai primi controlli sul patrimonio arboreo sarebbero una dozzina gli alberi interamente o parzialmente danneggiati dal maltempo (all’interno del Parco Michelotti, in via Gaidano, strada Aeroporto, via Toselli, strada vicinale del Cresto, via Genova, lungo l’asse Millefonti, in prossimità dell’ospedale Molinette, al Parco della Pellerina, in piazza d’Armi, ai Giardini Reali, in Lungo Dora Voghera, al Parco Europa, al Parco Maddalena, in Lungo Stura Lazio).
Rimangono vietati il transito sugli itinerari costeggianti i fiumi che non sono ancora stati liberati dal limo e l’uso delle passerelle pedonali di attraversamento.
Sul Po restano al momento sospese la navigazione remiera e ogni altra attività e restano chiusi i Murazzi dove oggi iniziano le operazioni di pulizia con rimozione del limo dalle superfici per permetterne la riapertura, nel corso della giornata, salvo peggioramenti meteorologici. Interventi che, nel corso della prossima settimana, interesseranno anche i percorsi ciclo pedonali e le aree in prossimità delle sponde.
Il deflusso delle acque potrebbe però essere interrotto da nuove precipitazioni attese già a partire da questa sera e poi per le giornate di oggi e domenica.
Al momento non vi è immediato pericolo di tracimazione o esondazione, tuttavia l’intensità delle acque, la loro velocità e i materiali galleggianti trasportati dalla corrente richiedono ancora un livello di attenzione particolare.
Una situazione che il Centro operativo comunale della Protezione Civile continua a monitorare costantemente, insieme al volontariato organizzato e al personale della Polizia Locale.
Ulteriori aggiornamenti verranno comunicati con tempestività alla cittadinanza e agli organi di informazione.
TORINO CLICK
Di Maurizio Tropeano
“Tra spazi vuoti e spazi pieni io, come architetto, prediligo i secondi, soprattutto se mi permettono di evitare l’abbandono di locali storici e di recuperare, rinnovandole, tradizioni secolari come la torrefazione o la gastronomia”. Simona Vlaic, che dal 2017 ha preso in mano l’albergo ristorante San Giors, racconta così il percorso che dalla metà di maggio porterà alla riapertura del Caffè Roma Torrefazione e anche ad ereditare l’arte pasticciera di Gino e Marina Viziale e del loro laboratorio artigianale.
E così i grandi locali alla confluenza tra Porta Palazzo e Borgo Dora, in quel tratto di corso Giulio Cesare che si può considerare la porta di accesso al centro di Torino diventeranno un polo enogastronomico di eccellenza.
“Siamo, e vorremmo essere ancor di più un punto di riferimento per questo territorio, e potremo farlo perché siamo riusciti a cogliere le opportunità legate a scelte personali che porteranno alla cessazione dell’attività”. O anche alla scelta di Carla Clemente, la proprietaria del bar, di condividere il progetto di rilancio della torrefazione. “Il San Giors è nato 210 anni fa e con il bar condivide una storia di 154 anni”.
Un legame che riprenderà a metà maggio nel segno del “sanguis” e della “tradizione piemontese che nasce dalla nostra cucina e dalle idee dello chef Giulio Carlo Ferrero”. Dunque, panini con il vitello tonnato o acciughe al verde o alla finanziera. Ma anche quelli classici. “Il San Giors dal 2013 è nell’elenco dei locali storici d’Italia e vogliamo trasferire la nostra esperienza di tradizione e qualità nella vita di tutti i giorni di un bar che vogliamo legato a questo territorio. Sarà un bar pop, insomma, dove la torinesità incontra le diversità e le ricchezze di un borgo che è sempre stato multietnico”, spiega ancora Vlaic.
E dai primi di maggio Gino e Marina Viziale, affiancheranno la squadra del San Giors che ha rilevato il loro laboratorio. “Andiamo in pensione – raccontano mentre Marina sta finendo di preparare i dolci della tradizione pasquale e Gino di riordinare – ma siamo contenti di poter trasmettere tutta la nostra esperienza nel mondo della pasticceria perché permetterà di portare avanti una tradizione familiare nata nel 1993”. Il laboratorio si affaccia sul cortile interno dell’isolato, lo stesso dove insiste il dehors del ristorante. Ancora l’architetta: “Andiamo a lezione con l’obiettivo di diventare autosufficienti nella produzione di pane, grissini, e piccola pasticceria.
L’autoproduzione ci permette di essere più sostenibili da un punto di vista economico e anche di allargare l’attività di catering”. Dopo il primo maggio si parte e “chissà – conclude la signora Marina – che da questa nostra collaborazione non nasca il dolce del San Giors”.
Questo, però, è il futuro. Intanto da alcune settimane sui tavoli del San Giors è arrivato il menù di primavera che, per la prima volta, sarà accompagnato anche dalla carta degli oli extravergine d’oliva del Piemonte. Una scelta nata da una partnership con il consorzio di tutela che dovrebbe permettere di far conoscere le caratteristiche uniche dell’Evo subalpino ad un numero sempre maggiore di consumatori.
Un incidente stradale mortale si è verificato in provincia di Novara, a Paruzzaro, nelle vicinanze dello svincolo autostradale della A26. Una vettura e un furgone si sono scontrati per cause in via di accertamento.
Sull’auto viaggiavano tre donne, una di loro, sul sedile posteriore, ha perso la vita nel violento urto. Un’altra donna è rimasta gravemente ferita ed è stata portata d’urgenza in elicottero all’ospedale Maggiore di Novara. La terza ha riportato ferite di media gravità.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Nella mattinata del 15 aprile, a Palermo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino, coadiuvati da personale della Compagnia di Palermo Piazza Verdi, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torino su conforme richiesta della locale Procura, nei confronti di cinque persone italiane di 30, 48 (due), 49 e 50 anni, sospettate di aver commesso, tra i mesi di febbraio e marzo 2024, due rapine ai danni di due distinte filiali bancarie site ad Osasio e a Moncalieri, appropriandosi complessivamente di più di 110 mila euro in contanti. La misura cautelare, scaturisce a seguito di un’articolata attività investigativa, eseguita attraverso il fondamentale ausilio offerto dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza delle agenzie bancarie e di quelle comunali. Tale attività, ha permesso ai Carabinieri di raccogliere gravi e concordanti indizi di reità a carico degli indagati nonché di inquadrare i rispettivi specifici ruoli nell’esecuzione dei presunti delitti. In particolare, è stato accertato che entrambe le rapine sono state realizzate da una banda proveniente da Palermo. I soggetti viaggiavano separati per non destare sospetti e a Torino grazie all’aiuto di un supporto logistico. Il modus operandi prevedeva che prima di ogni colpo venivano effettuati numerosi sopralluoghi finalizzati a verificare le condizioni dei luoghi. I membri erano divisi in esecutori materiali e basisti. La fuga avveniva con un’autovettura rubata con targhe contraffatte e dopo ogni colpo, la “squadra” rimaneva nel capoluogo piemontese giusto il tempo per la spartizione del bottino che peraltro è stato per la maggior parte recuperato dagli investigatori nel corso delle indagini, e poi tornavano in Sicilia a bordo di altra autovettura non riconducibile a nessuno di loro. Quattro dei presunti rapinatori sono stati accompagnati presso il carcere “Pagliarelli-Lorusso” di Palermo, mentre il quinto, uno dei due 48 enni, è stato raggiunto dalla misura presso la casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino perché detenuto per altra causa.
Caro direttore,
Leggiamo su «La Stampa» del 15 aprile 2025 che il Comune intende affidare entro la primavera a un progettista esterno la redazione di un masterplan di corso Belgio, unitamente all’ “incarico di accompagnamento alla progettazione per il coinvolgimento della cittadinanza“. Si menziona inoltre la già avvenuta approvazione di un documento di indirizzo alla progettazione lo scorso 27 marzo.
Quindi in realtà il Comune è già partito in solitaria senza coinvolgere la cittadinanza. Ed ecco infatti sul sito Internet in data 27 marzo una determina su un “Progetto di Rinaturalizzazione di aree urbane tramite la messa a dimora di alberi e arbusti“ con fondi europei (PN METRO PLUS E CITTÀ MEDIE SUD 2021-2027).
Per cominciare bene il “processo di partecipazione” (che presuppone la trasparenza), nella determina non si indica che il progetto in questione riguardi la sostituzione dell’alberata di corso Belgio (caso mai i cittadini ficcanasassero nelle decisioni dei dirigenti comunali). Sostituzione che evidentemente non può essere rubricata come “rinaturalizzazione“; né tanto meno possono esserlo gli altri interventi citati sul giornale: il rifacimento delle banchine (la cui necessità era pure già stata messa in discussione) e la rimozione delle barriere architettoniche (auspicabile, ma per realizzare la quale non è indispensabile toccare l’alberata).
Se questa è la determina che riguarda lo sfortunato corso, il forte sospetto è che siamo di nuovo a “corso Belgio si rifà il look”, senza sapere che cosa vogliono i cittadini di corso Belgio. Anzi, stavolta, pur sapendolo già!
In merito ricordiamo che il 4 settembre 2024 avevamo presentato una prima petizione al Sindaco e agli Assessori Tresso (Verde e Manutenzione viabilità), Rosatelli (Salute) e Foglietta (Ambiente) chiedendo che, prima di procedere a qualsiasi intervento, fosse ripristinato quel 33% dell’alberata abbattuto e non rimpiazzato nel corso degli ultimi 20 anni. Se in corso Umbria la “sostituzione” di 77 alberi ha causato un aumento di temperatura di 2°C ledendo il diritto alla salute dei cittadini (come emerge dalla perizia del Consulente Tecnico d’Ufficio nel ricorso promosso da 21 membri dello scrivente Comitato), sicuramente la sconsiderata decisione di depauperare corso Belgio di circa 120 alberi ha avuto effetti analoghi. Pertanto segnaliamo che qualsiasi masterplan dovrà prevedere la restituzione del maltolto (le piante mancanti) alla collettività: e se questo volesse dire qualche parcheggio in meno, si migliori la mobilità pubblica! Non stiamo peraltro chiedendo di tornare agli anni Cinquanta: nel 2000 in corso Belgio le automobili coesistevano con molti più alberi.
Chiedevamo inoltre che la cittadinanza fosse coinvolta negli interventi sull’alberata fin dalle prime fasi progettuali: ossia che la progettazione consegua alle richieste dei cittadini, e non che questi vengano convinti, a suon di dépliant Torino cambia, della bontà di un progetto pronto. Certamente “partecipazione” non è soltanto decidere il colore o la disposizione delle panchine… Domandavamo anche di poter fare analisi congiunte sulla salute delle piante.
Ma a quella petizione Sindaco e Assessori non hanno mai risposto.
Intanto la delibera di iniziativa popolare sugli sprechi idrici, presentata dal Comitato Acqua Pubblica a luglio 2023, un anno e nove mesi dopo non è ancora stata valutata dal Consiglio Comunale, e le due proposte di referendum del Comitato Salviamo la Pellerina sono state respinte dal Comune.
Abbiamo riformulato come petizione al Consiglio comunale la nostra proposta, incentrata sul ripiantare gli alberi mancanti, coinvolgere davvero i cittadini nelle decisioni sull’alberata, reinternalizzare e migliorare la gestione del verde pubblico nonché utilizzare le risorse per migliorare la mobilità cittadina, per un progetto davvero sostenibile sia ecologicamente che economicamente. Segnaleremo sui nostri social le prossime occasioni in cui firmare.
La Giunta in carica è stata votata da un avente diritto al voto su quattro e quindi forse dovrebbe avere meno certezze sul consenso che incontrano le sue scelte, e astenersi dal programmare piani quinquennali a un anno e mezzo dalla sua incerta riconferma elettorale.
Torino, 18 aprile 2025
Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio
Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso
20-21 aprile 2025
La passione secondo Jaquerio
Visita guidata agli affreschi del più grande esponente piemontese del gotico internazionale
La Salita di Cristo al Calvario è il capolavoro del pittore torinese Giacomo Jaquerio, maggior esponente del gotico internazionale, realizzata nella cappella adibita a sacrestia della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso nel primo quarto del XV secolo.
Ciò che contraddistingue questa raffigurazione rispetto agli altri affreschi della cappella è la resa dei personaggi che appare più realistica all’interno di una scena drammatica. Per accrescere nei devoti la meditazione e la partecipazione alla sofferenza della Passione di Cristo, Jaquerio ha infatti accentuato i caratteri patetici e drammatici della scena. Lo spazio non è reso con una visione prospettica corretta, ma il senso di profondità è ottenuto disponendo i personaggi ad arco e collocando il volto dei soggetti più arretrati in una posizione più elevata rispetto a quella dei personaggi che sono in primo piano.
Nella folla è evidente la contrapposizione tra il Bene il Male nella scelta di colori e in un certo tipo di gestualità. I personaggi che trattengono la croce o quello che tira Gesù con una corda presentano lineamenti talmente alterati e deformati che sembra abbiano quasi connotazioni non umane. Tra la folla, si riconoscono il fabbro, a cui i giudei si rivolgono per fabbricare i chiodi della croce di Cristo, nell’uomo che tiene in mano tre chiodi e un martello (la sua partecipazione agli eventi della Passione si trova in alcune rappresentazione teatrali popolari diffuse in Francia e Inghilterra) e Giuda con la barba e i capelli rossi (colore che richiama la violenza e le fiamme dell’inferno) e il vestito giallo per evocare il tradimento.
INFO
Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso
Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)
20-21 aprile, ore 15
La passione secondo Jaquerio
Costo attività: 5 euro, oltre il prezzo del biglietto
Biglietto di ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro
Hanno diritto alla riduzione: minori di 18 anni, over 65, gruppi min. 15 persone
Fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei: biglietto ingresso gratuito
Prenotazione obbligatoria
Info e prenotazioni (dal mercoledì alla domenica):
011 6200603 ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it
E’ di 452 patenti ritirate su strada il bilancio delle sospensioni brevi nel primo trimestre 2025. Si tratta di una sanzione aggiuntiva oltre a quella economica, introdotta con l’ultima riforma del Codice della Strada. Scatta nel caso l’automobilista abbia meno di 20 punti sulla patente. La durata della sospensione è graduata in base ai punti disponibili: sospensione di sette giorni se si hanno più di dieci punti-patente, di quindici giorni se il conducente ne ha da 9 in giù. I giorni raddoppiano se il conducente provoca un incidente stradale. Quando i conducenti sono fermati da una pattuglia, nel momento in cui gli agenti accertano una violazione del Codice della Strada per alcuni articoli specifici qualora i punti patente a disposizione siano inferiori a 20 devono applicare la sanzione accessoria della sospensione breve.
Nel dettaglio, secondo i dati del Corpo di Polizia Locale di Torino in seguito ai controlli di polizia stradale sono state 270 le sospensioni brevi per l’uso di smartphone durante la guida. 85 sospensioni invece per mancato utilizzo dei sistemi di ritenuta, 42 per il passaggio con il rosso semaforico o degli agenti in strada, 10 per mancata precedenza, 6 per l’esecuzione non corretta di manovre di cambiamento di direzione o di corsia, 5 per mancata precedenza ai pedoni, 2 per sorpasso, 1 rispettivamente per mancato rispetto dei periodi di guida/riposo e circolazione contromano.