Sfruttare il periodo di “drammatica siccita’” per “risistemare gli argini del Po”. Lo chiedono due esponenti di Azione, la deputata Daniela Ruffino e Rodolfo Pampaloni, del direttivo cittadino torinese del partito. “Nonostante l’importanza del Po con i suoi 652 chilometri di lunghezza – osserva Daniela Ruffino – da decenni non e’ oggetto di un’attivita’, necessaria e costante, di pulizia e manutenzione e le conseguenze negative di una simile trascuratezza sono molteplici. Dobbiamo sfruttare la siccita’ per risistemare gli argini del fiume e bonificarlo. Ho presentato oggi in VIII Commissione alla Camera una risoluzione che impegna il governo ad adottare tutte le iniziative di competenza e in coordinamento con gli enti locali coinvolti. Bisogna garantire – conclude la deputata di Azione – l’attuazione delle opere di pulizia e riqualificazione del Po, valutando l’opportunita’ di nominare un apposito Commissario straordinario che affianchi l’autorita’ distrettuale e prevedendo fondi ulteriori per queste operazioni a tutela del fiume piu’ importante d’Italia”. Per Pampaloni “affrontare i problemi del Po a Torino non e’ cosa piu’ rinviabile. I danni all’ecosistema, i rischi idrogeologici e sanitari devono essere affrontati subito con tutti gli strumenti altrimenti saranno impedite tutte le attivita’ sul fiume, in caso di maltempo poi i danni saranno di gran lunga superiori. Dragare un fiume e tenerlo pulito costa molto ma molto meno che rifare case argini ponti e strade”, conclude il dirigente torinese di Azione.
Viene presentato oggi a Torino il rapporto annuale “L’economia del Piemonte”.
Nel 2021 l’economia piemontese è cresciuta in misura significativa, recuperando buona parte del calo dell’anno precedente. Vi hanno contribuito i progressi della campagna vaccinale e la graduale rimozione delle misure di contenimento della pandemia. In base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, l’attività economica in regione sarebbe aumentata del 7,0 per cento, in misura superiore al PIL dell’Italia (6,6 per cento secondo l’Istat); sarebbe rimasta inferiore di 3 punti percentuali rispetto a quella del 2019. Dalla seconda parte dell’anno l’economia ha rallentato, anche a causa delle difficoltà di approvvigionamento di input produttivi. Dalla fine di febbraio dell’anno in corso lo scoppio del conflitto russo-ucraino e l’acuirsi delle tensioni sui prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche, hanno accresciuto l’incertezza sull’evoluzione della congiuntura e la vulnerabilità di famiglie e imprese. L’indicatore Regio-coin della Banca d’Italia, che fornisce una stima dell’andamento delle componenti di fondo dell’economia regionale, nel primo trimestre del 2022 sarebbe tornato a ridursi, pur rimanendo su livelli positivi.
Le imprese
Nel 2021 la ripresa dell’attività ha interessato, seppure con intensità diverse, tutte le classi dimensionali di impresa e tutti i principali settori, compresi quelli del commercio, dei trasporti e del turismo, più colpiti dalle misure di contenimento della pandemia. È stata tuttavia ostacolata, a partire dalla seconda metà dell’anno, dall’aumento dei prezzi dei fattori produttivi e dalle difficoltà di approvvigionamento. Nostre analisi suggeriscono che l’impatto dell’incremento delle quotazioni dei beni energetici e di quelle degli altri input intermedi importati è stato per l’economia piemontese di poco superiore alla media del Paese, per la maggiore rilevanza della manifattura. Il comparto automotive ha risentito in misura significativa anche delle perduranti strozzature dell’offerta di componenti elettroniche.
L’accumulazione di capitale, in forte ridimensionamento nel 2020, è tornata a crescere; la propensione a investire, su livelli molto elevati alla fine del 2021, si è tuttavia attenuata all’inizio del 2022, in relazione alla forte incertezza connessa con la crisi geopolitica in atto.
La redditività complessiva delle imprese è migliorata, dopo il calo causato dalla crisi pandemica, e le disponibilità liquide delle aziende sono ulteriormente salite; nel corso del 2021, tuttavia, sono emerse significative pressioni al ribasso sui margini di profitto.
Dopo il picco osservato nel 2020, la crescita dei prestiti bancari alle società non finanziarie si è attenuata. Il rallentamento è principalmente riconducibile alla minore domanda di credito connessa con l’abbondante liquidità accumulata e con l’aumento dei flussi di cassa, in presenza di condizioni di offerta complessivamente distese. Rispetto ai livelli pre-pandemia, la quota dei prestiti alle imprese più rischiose si è ridotta ed è cresciuta quella dei finanziamenti a medio-lungo termine, favorita anche dalle misure di sostegno al credito. È stato ancora elevato il peso dei finanziamenti assistiti da garanzia pubblica, mentre è sceso quello delle moratorie.
Il mercato del lavoro e le famiglie
Le condizioni del mercato del lavoro, dopo il forte deterioramento dell’anno precedente, sono progressivamente migliorate. L’occupazione è tornata a crescere, recuperando circa il 30 per cento del calo registrato nel 2020. Vi ha contribuito soprattutto la ripresa della componente a termine. L’aumento delle cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato ha riflesso quello delle dimissioni volontarie, mentre i licenziamenti sono stati contenuti anche dopo la rimozione dei vincoli normativi. Il ricorso agli strumenti di integrazione salariale, pur in riduzione rispetto all’anno precedente, è rimasto su livelli elevati.
I redditi e i consumi sono cresciuti, dopo il forte calo del 2020; il recupero dei livelli pre-pandemia è stato tuttavia solo parziale. Il potere di acquisto è stato contenuto dall’aumento dei prezzi, in atto dalla seconda metà dello scorso anno: tale incremento è stato più elevato per carburanti, gas, elettricità e beni alimentari e, a causa della diversa composizione del paniere di spesa, ha colpito maggiormente i nuclei famigliari meno abbienti.
La propensione al risparmio delle famiglie è in media diminuita ed è cresciuto l’indebitamento, che in rapporto al reddito rimane comunque su livelli contenuti. L’aumento dei prestiti è stato trainato dall’accelerazione dei mutui per l’acquisto di abitazioni: per queste ultime dalla seconda metà del 2020 la domanda si è orientata maggiormente verso alloggi più grandi, dotati di spazi esterni e situati in aree a bassa densità abitativa. La dinamica del credito al consumo ha recuperato, ma è rimasta nel complesso debole rispetto al periodo antecedente la pandemia. Il ricorso alle sospensioni dei pagamenti delle rate dei mutui si è fortemente ridotto. I depositi bancari delle famiglie sono ancora cresciuti ed è aumentato il valore delle quote di risparmio gestito e delle azioni.
Il mercato del credito
Nel corso del 2021 la dinamica del credito bancario al settore privato non finanziario si è indebolita. L’andamento è riconducibile ai prestiti al sistema produttivo, in particolare al comparto manifatturiero.
La qualità del credito è rimasta su livelli storicamente elevati, beneficiando delle misure di sostegno a famiglie e imprese e del rafforzamento dell’attività economica. Il tasso di copertura sui prestiti deteriorati è risultato tuttavia ancora superiore a quello del 2019 ed è cresciuto per quelli non assistiti da garanzia.
La raccolta bancaria è aumentata a tassi più contenuti rispetto al 2020.
La finanza pubblica decentrata
Nel 2021 la spesa degli enti territoriali piemontesi per l’acquisto di beni e servizi è tornata a crescere; quella per il personale, dopo l’aumento registrato nell’anno precedente, è rimasta stabile. Tali dinamiche riflettono principalmente quelle del comparto sanitario.
La spesa per investimenti è ulteriormente salita e, in prospettiva, sarà sostenuta dalle risorse messe a disposizione nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), insieme a quelle del nuovo ciclo dei fondi delle politiche di coesione. L’impatto a livello locale di tali interventi dipenderà in misura rilevante dalla capacità di progettazione delle amministrazioni e dai tempi di realizzazione delle opere: nostre analisi mostrano che nell’ultimo decennio gli enti locali piemontesi hanno aggiudicato una quota di bandi inferiore rispetto alle aree di confronto, con tempi di esecuzione più lunghi, nonostante importi mediamente più contenuti.
Le entrate correnti, su cui negli ultimi due anni hanno inciso i trasferimenti statali volti a fronteggiare le conseguenze della pandemia, sono nel complesso diminuite, dopo il forte aumento osservato nel 2020.
La gran parte dei Comuni piemontesi presenta avanzi di bilancio potenzialmente utilizzabili per finanziare nuovi investimenti e una capacità di riscossione superiore a quella media nazionale. Il Comune di Torino, caratterizzato da un debito e da un disavanzo elevati, ha beneficiato nel 2021 e nei primi mesi dell’anno in corso di alcuni interventi legislativi che ne miglioreranno, in prospettiva, la condizione finanziaria di parte corrente.
Lo stock complessivo del debito delle Amministrazioni locali piemontesi ha continuato a calare, ma rimane notevolmente più alto della media nazionale in termini pro capite.
Ubriaco si schianta in moto: ora rischia la paralisi
In un incidente avvenuto in strada Vinovo a Moncalieri, un motociclista è finito contro un palo e poi fuori strada, senza coinvolgere altri veicoli. L’alcoltest effettuato in ospedale ha riscontrato un livello di alcol nel sangue tre volte il limite consentito. Il centauro, un 50enne, è stato ricoverato in gravi condizioni con fratture multiple: rischia la paralisi per le serie lesioni vertebrali subite nella caduta.
Un 85enne aveva prelevato 1.200 euro dall’ufficio postale di via Manzoni a Novara, nelle scorse settimane.
L’anziano era stato pedinato e avvicinato da due uomini. Questi, con la scusa di regalargli della frutta gli hanno chiesto un’offerta di dieci euro. Quando l’uomo ha tirato fuori il portafogli, glielo hanno sottratto spingendolo a terra. Cadendo l’anziano si è fratturato il braccio. I testimoni hanno permesso di individuare l’auto utilizzata dai rapinatori. I due sono stati rintracciati dai carabinieri nella loro abitazione a Milano. Durante le perquisizioni è stata rinvenuta e sequestrata una modica quantità di hashish.
APPUNTAMENTI CON CULTURA, STORIA, SPORT E CHIUSURA CON LO SPETTACOLO PIROTECNICO SUL PO
Una due giorni di eventi tra il centro storico, lungo il Po e al parco del Valentino, Torino festeggia così il suo Santo patrono. Si parte giovedì 23 giugno alle 18.30 con la sfilata per le vie del centro del corteo storico, che precede l’accensione del farò della vigilia, in piazza Castello alle 22. Poi, venerdì 24 giugno, giorno di San Giovanni, tanti appuntamenti in strade, piazze e aree verdi, che culmineranno con lo spettacolo pirotecnico e musicale delle 22.30 sul Po, davanti piazza Vittorio Veneto.
Tra gli eventi del 24 giugno, numerose le iniziative organizzate nel e lungo il fiume Po: regate di canottaggio, fiaccolata al Castello del Valentino, spettacolo di musica sull’acqua, un torneo di beach volley, lezioni di canoa e, sempre al Valentino, visita al sommergibile Provana.
Al Borgo medievale, invece, un evento coinvolgerà tutte le circoscrizioni e le realtà culturali del territorio cittadino: si tratta di “Circoscrizioni in Mostra” che per dodici ore, dalle 10 alle 22, propone un palinsesto di concerti, spettacoli teatrali, performance di danza e dibattiti.
“I fuochi d’artificio con la musica sul Po sono una delle novità proposte quest’anno dal programma di appuntamenti di San Giovanni. Si tratta di un ritorno al modo più tradizionale di chiudere i festeggiamenti, per il cui allestimento – ha sottolineato il Sindaco Stefano Lo Russo – si è prestata massima attenzione alla sostenibilità, organizzando un evento spettacolare e al contempo rispettoso dell’ambiente e a basso impatto acustico. San Giovanni – ha aggiunto il primo cittadino – deve essere una festa di tutta la città. Anche per questo, tra le novità del programma di iniziative, il Borgo Medievale ospita “Circoscrizioni in Mostra” che presenta progetti e realtà culturali del territorio”.
A proposito dei fuochi d’artificio, “lo spettacolo pirotecnico – spiega l’Assessore ai Grandi eventi, Mimmo Carretta – si sviluppa su 400 metri lungo il percorso del Po. Suddiviso in 40 scene, la maggior parte delle quali presenta effetti innovativi, dura 24-25 minuti ed è a moderato impatto acustico. Una particolare attenzione è data all’ecosostenibilità dell’iniziativa: la maggior parte degli “artifici” sono realizzati manualmente utilizzando carta e spago per la confezione e una colla naturale fatta con acqua e farina, atossica e priva di solventi. I residui dello spettacolo pirotecnico sono completamente idrosolubili“.
Applausi per le musiche di Rolfini
Domenica scorsa, 12 giugno 2022 alle ore 16.30 presso l’auditorium del convento di “San Domenico” situato in via San Domenico n.1 a Chieri (Torino), si è tenuto il concerto per violoncello e pianoforte con le musiche composte da Antonio Rolfini. L’evento è stato organizzato dal Frate Priore Filippo Rubini in collaborazione con il gruppo artistico chierese Liber Art Life in occasione della giornata conclusiva della mostra di pittura intitolata “PERCORSI DI LUCE”. Gli esecutori (Simone Montanari al violoncello e Antonio Rolfini al pianoforte) hanno proposto un programma che ha rivelato una molteplicità di stili, (spaziando dal Tardo-Romantico al Blues, dal Newage alle sonorità contemporanee). Il numeroso pubblico presente e gli organizzatori sono rimasti molto soddisfatti: hanno dimostrato con lunghi applausi di avere ampiamente gradito l’esibizione proposta. Una giornata all’insegna dell’arte quindi, un connubio vincente tra musica e pittura che ha voluto rappresentare il germoglio di eventi futuri.
GIACHINO : Un’altra grande occasione persa da Torino. Torino la Capitale dell’auto si lascia sfuggire il Centro per la Mobilità sostenibile?
Contro il degrado dell’area torinese ex Gondrand di via Cigna, abbandonata ed occupata abusivamente da uomini e donne senza fissa dimora tossicodipendenti e pregiudicati, il Questore della Provincia di Torino ha emesso i provvedimenti dell’Avviso orale e del Foglio di via dal Comune di Torino.
Ormai da tempo l’obiettivo è di arginare le frequentazioni dell’area dei capannoni abbandonati, punto di ritrovo di soggetti che lì si riuniscono specialmente nelle ore notturne per commettere reati e spacciare sostanze stupefacenti, incidendo negativamente sul senso di sicurezza percepito dalla cittadinanza.
Negli ultimi tempi, anche in risposta ad alcuni esposti presentati dai residenti di zona, la Questura di Torino ha organizzato mirati servizi di controllo del territorio, identificando così gli occupanti, risultati uomini e donne pregiudicati per delitti contro il patrimonio e la persona, che spaziano dal furto alla ricettazione, dalla rapina all’estorsione, italiani spesso senza fissa dimora e stranieri, alcuni dei quali irregolari.
Nei loro confronti, all’esito dell’attività accertativa svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine, il Questore di Torino ha emesso 7 Avvisi Orali, diffidandoli dal continuare a delinquere e 3 Fogli di via nei confronti di altrettante persone residenti in altri comuni, vietandogli di ritornare a Torino per periodi che variano da 1 ai 3 anni, la cui violazione è punita con l’arresto da uno a sei mesi.
Confagricoltura: La carenza idrica sta causando danni significativi a tutte le coltivazioni, a partire dalle foraggere (dal 30 al 40% in meno) e anche alle piante tradizionalmente più resistenti alla siccità quali la vite e il nocciolo. Situazione critica per i pascoli montani.
Confagricoltura Piemonte ha chiesto alla Regione di attivare le procedure per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale causa siccità.
“Al momento – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – non è ancora possibile quantificare con precisione i danni arrecati alle coltivazioni, condizione indispensabile per accedere ai sostegni del Fondo di solidarietà nazionale, ma ciò che è certo è che le ripercussioni della carenza idrica sulle coltivazioni saranno pesantissime”.
Confagricoltura, che ha partecipato ai lavori del gruppo di lavoro dell’assessorato all’agricoltura che monitora il rischio di perdita del raccolto per cause idriche, allo scopo di identificare le zone dove si rilevano gravi carenze di approvvigionamento, evidenzia una situazione di forte preoccupazione.
“La situazione è critica su tutto il territorio regionale; chi può – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – sfrutta al massimo la possibilità d’irrigazione, con costi molto elevati per il prelievo dell’acqua dai pozzi, a causa del rincaro del prezzo del gasolio agricolo”.
In base alle rilevazioni del servizio tecnico di Confagricoltura Piemonte – attivo con una cinquantina di operatori specializzati sui territori di tutte le province – la situazione è di criticità estrema per le foraggere (la produzione di fieno è stimata in calo del 40%), orzo e grano: per quest’ultimi si sta originando il fenomeno della “stretta”, finora evidenziato prevalentemente nelle regioni meridionali e quasi mai riscontrato in Piemonte, che produrrà una riduzione della produzione, stimata nell’ordine del 30%. Le semine del mais si sono ridotte a favore di colture meno esigenti dal punto di vista idrico, quali sorgo e girasole; il protrarsi dell’assenza di piogge lascia prevedere uno scarso sviluppo delle colture, con importanti cali di produzione.
Per quanto riguarda il pomodoro da industria la scarsa risorsa disponibile nelle falde e la conseguente mancanza di acqua nei pozzi ha fatto sì che alcune aziende abbiano addirittura rinunciato a praticare la coltura. I primi trapianti hanno potuto sfruttare le piogge di fine aprile rispetto ai trapianti successivi, ma in generale la situazione di stress idrico è diffusa, con ripercussioni sulla fioritura e quindi sulla produzione.
Nel Casalese la carenza idrica delle ultime settimane si sta rivelando estremamente preoccupante per l’impossibilità di garantire al riso l’acqua sufficiente.
Nelle Langhe, in Monferrato e negli altri areali viticoli si riscontra un anticipo del ciclo vegetativo dovuto alle temperature elevate e una situazione di sofferenza dei nuovi impianti che potrebbero necessitare di irrigazioni di soccorso. La fioritura nei versanti più esposti e asciutti è stata anticipata, chiaro segnale di difesa della pianta contro la carenza idrica e le elevate temperature; in ogni caso quest’anno la maturazione delle uve sarà molto anticipata.
Per i noccioleti non ci sono ancora sintomi evidenti, ma se non arriveranno piogge consistenti e le temperature non si abbasseranno è prevedibile una forte cascola nel mese di luglio e difficoltà produttive dal punto di vista qualitativo.
Situazione critica per la frutta: la cosiddetta “acqua di fortuna” è esaurita e tutte le aziende attingono dai pozzi a pieno regime.
I consorzi irrigui, stante la scarsità della risorsa idrica, nelle prossime settimane prospettano il rischio di non poter soddisfare le richieste di irrigazione.
Per quanto riguarda i pascoli, nelle vallate alpine, in assenza di precipitazioni, tra circa un mese ci saranno problemi circa le quantità di erba disponibili; le mandrie potrebbero essere costrette a rientrare anticipatamente dalla monticazione.
Nella zona del Chivassese verso Crescentino per irrigare si stanno utilizzando dei laghetti di acqua sorgiva, che a oggi però sono quasi esauriti.
Nella zona della cintura di Torino, per i terreni irrigui non si segnalano per ora sofferenze, mentre nei terreni in asciutta sia i prati, sia il mais, sono in grave sofferenza.
Nell’area del Piemonte orientale, nella zona del comprensorio idrico Ovest Sesia, si segnala una progressiva riduzione della disponibilità idrica, dal 30 al 50%, a partire dall’8 giugno scorso. Se la riduzione dovesse proseguire a questo ritmo il rischio di perdita del raccolto diventerebbe concreta. Tra l’altro, è già in corso la sovrapposizione di necessità irrigua tra riso e bagnatura delle altre colture a seminativo.
La situazione nel Novarese è critica. Da circa due settimane è iniziata una grave sofferenza idrica che oggi si manifesta con una riduzione media del 70% nei distretti irrigui. Anche la capacità del Lago Maggiore è ridotta sotto lo zero idrometrico con afflussi irrisori. In alcuni distretti è già stata disposta la totale chiusura dell’approvvigionamento idrico e numerose aziende lamentano l’impossibilità di irrigare le colture in atto. Si segnalano gravi stress da siccità nelle colture del riso, del mais e della soia.
Le falde sono asciutte e nonostante la scelta strategica di indirizzarsi verso altre coltivazioni che richiedono un minor apporto d’acqua, lo sviluppo delle colture è generalmente insoddisfacente.
“La carenza idrica – sottolinea il responsabile dell’area ambiente di Confagricoltura Piemonte Marco Boggetti – ha causato notevoli difficoltà nelle scelte di semina da parte degli agricoltori, fatto che potrebbe determinare ripercussioni sul rispetto degli impegni assunti con le misure a superficie del programma di sviluppo rurale, per esempio per le rotazioni colturali: è perciò necessario predisporre adeguate deroghe agli impegni in modo da non penalizzare ulteriormente le aziende”.
Confagricoltura ha anche chiesto alla Regione di verificare la possibilità di intervenire in merito alla regolazione delle portate derivanti da invasi a uso idroelettrico, per garantire una maggiore uniformità dei flussi irrigui.