ilTorinese

La ricerca in sanità: l’Ospedale Infantile Regina Margherita

CURARSI CON LA RICERCA IN PIEMONTE

Vi proponiamo a rubrica della Regione Piemonte, in collaborazione con il DAIRI Regionale (DAIRI-R), che racconta la ricerca all’interno delle singole Aziende Sanitarie Regionali. Dopo aver raccontato l’importanza di fare ricerca e di avere Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sul territorio al fine di migliorare sempre di più le cure e i servizi offerti, nonché il ruolo del DAIRI – R nella governance della ricerca sanitaria del Piemonte, ogni settimana verrà approfondita un’esperienza diversa, per valorizzare il lavoro svolto nelle diverse ASR e le buone pratiche che contribuiscono a costruire un sistema sanitario innovativo e fondato sull’evidenza scientifica.

Tra studi e innovazione con Aziende Sanitarie e IRCCS. Umanizzazione e innovazione in Oncoematologia Pediatrica

All’interno dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino (OIRM) la ricerca si sviluppa in stretta connessione con l’attività clinica, integrando approcci avanzati — dalla genomica all’uso di biomarcatori innovativi, fino al supporto psiconcologico — per migliorare ogni fase del percorso di cura del bambino e del suo nucleo familiare.

Ne è un esempio lo studio nazionale multicentrico SAR-GEN_ITA, attivato in collaborazione con l’Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica. Lo studio, presentato nel 2023 alla conferenza europea di oncologia pediatrica, ha analizzato il profilo genomico di 73 pazienti affetti da sarcoma osseo con un’età media di 14 anni, raccogliendo campioni tumorali e di sangue per il sequenziamento dell’esoma e dell’RNA. I dati preliminari sembrano suggerire che il sequenziamento dei campioni di sarcoma osseo pediatrico è fattibile e potrebbe cambiare la strategia di trattamento in circa il 50% dei pazienti. La ricerca ha coinvolto l’Italian Institute for Genomic Medicine, il laboratorio Centro Trapianti e Cellule Staminali del Regina Margherita e l’Unità Ricerca e Sviluppo Clinico OIRM, offrendo un modello concreto di medicina personalizzata.

Sempre nel contesto dell’Oncoematologia, l’Ospedale Infantile coordina a livello nazionale lo studio TRAP ADM sui biomarcatori per la diagnosi precoce di infezioni e complicanze post-trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Al centro dello studio, promosso in collaborazione con l’Università di Torino, vi è la pro-adrenomedullina (pro-ADM), potenziale nuovo indicatore rispetto alla procalcitonina oggi utilizzata. I risultati preliminari, già presentati a Seattle nel 2023, evidenziano che la pro-ADM consente un’identificazione più tempestiva delle complicanze gravi, migliorando così la prognosi e la gestione clinica. Lo studio, che ha già coinvolto 100 pazienti affetti da diverse patologie tra cui leucemia linfoblastica acuta, leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplastica, anemia di Fanconi e altre malattie rare, rappresenta un importante passo avanti nella cura dei bambini immunocompromessi, aprendo nuove prospettive per migliorare la tempestività e l’accuratezza diagnostica delle complicanze, con un impatto positivo sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita dei giovani pazienti.

Infine, la Struttura Complessa di Oncoematologia Pediatrica, conduce una ricerca clinica innovativa sull’uso dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) come supporto psiconcologico durante il percorso di cura. Lo studio condotto dall’equipe di Psiconcologia intende confrontare l’efficacia dell’EMDR, ovvero una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra (visiva, uditiva, tattile) per trattare disturbi legati a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti sul piano emotivo, con la psicoterapia standard in bambini e caregiver. I primi risultati, ottenuti su 60 partecipanti, mostrano una significativa riduzione di stress e sintomi intrusivi dopo poche sedute, oltre a un aumento della resilienza emotiva. L’EMDR si conferma quindi come un metodo evidence-based capace di sostenere il benessere psicologico dei piccoli pazienti in tutte le fasi della malattia.

 Dalla profilazione genomica alle emozioni, passando per l’identificazione precoce delle complicanze infettive, l’Ospedale Regina Margherita di Torino testimonia il valore della ricerca pediatrica come motore di umanizzazione, precisione e innovazione, al servizio della salute dei più piccoli.

Concerto di primavera al Teatro Vittoria

 TRA I PROTAGONISTI I GIOVANI MUSICISTI DELL’ACCADEMIA DI MUSICA E I TALENTI MUSICALI DELLA FONDAZIONE CRT
Il 7 maggio torna l’evento annuale di musica classica promosso da Fondazione CRT e Fondazione Accademia di Musica, aperto a tutta la città
Mercoledì 7 maggio 2025, ore 20
Teatro Vittoria, Torino
Via Antonio Gramsci 4, Torino TO
Ingresso gratuito su prenotazione
Un appuntamento da non perdere per gli amanti della musica da camera e per chi crede nella forza della formazione di eccellenza: mercoledì 7 maggio alle ore 20, al Teatro Vittoria di Torino, va in scena il Concerto di Primavera, promosso da Fondazione CRT e Fondazione Accademia di Musica.
Sul palco l’Orchestra da Camera Accademia della Fondazione Accademia di Musica, formata da sedici tra i più promettenti allievi dei corsi di alta formazione dell’Accademia, insieme a cinque ex borsisti del progetto Talenti Musicali della Fondazione CRT, che saranno le prime parti dell’ensemble: Matteo Ruffo (primo violino), Alice Costamagna (violino), Giorgia Cervini (viola), Michelangelo Mafucci (violoncello) e Pamela Massa (contrabbasso). Un’occasione per celebrare l’impegno congiunto delle due istituzioni nel sostenere concretamente l’avvio alla carriera artistica delle nuove generazioni.
A dirigere l’orchestra sarà Alessandro Milani, spalla dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e docente presso l’Accademia di Musica.
In programma due capolavori assoluti del repertorio cameristico: il Divertimento K 136 in re maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart e la Serenata per archi op. 22 in mi maggiore di Antonín Dvořák.
Laura Richaud, Presidente e Direttore artistico della Fondazione Accademia di Musica sottolinea: “L’Orchestra da Camera Accademia è nata molti anni fa per autodeterminazione degli allievi dei nostri corsi di alta formazione che intendevano perseguire livelli di eccellenza nella preparazione dei programmi musicali e nel tempo ha collaborato con musicisti di fama quali Riccardo Donati, Giampaolo Pretto, Simone Rubino, Uto Ughi, Francesco Manara, Enrico Dindo e Alessandro Milani. Oggi è guidata dal Maestro Alessandro Milani ed è coordinata dal Maestro Claudio Voghera. Sentirli suonare insieme a ex Borsisti della Fondazione CRT è per noi il simbolo dell’impegno insieme profuso da più di 30 anni nei confronti dei giovani musicisti che si affacciano alla professione. Non possiamo che ringraziare la Fondazione CRT per la continuità del suo sostegno.”
Il progetto Talenti Musicali: investire nel futuro attraverso la cultura
Dal Teatro Regio di Torino alla Royal Academy of Music di Londra, passando per l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Accademia di Santa Cecilia, la Camerata Salzburg e l’Orchestre de la Suisse Romande: i cinque ex borsisti di Talenti Musicali che saliranno sul palco del Concerto di Primavera – Matteo Ruffo, Alice Costamagna, Giorgia Cervini, Michelangiolo Mafucci e Pamela Massa – si sono affermati a livello internazionale, distinguendosi in concerti solistici, attività cameristiche e ruoli stabili nelle più prestigiose orchestre sinfoniche europee.
Percorsi di talento resi possibili anche grazie alla Fondazione CRT, la cui collaborazione con Fondazione Accademia di Musica si fonda su una visione condivisa: investire nell’eccellenza formativa e sostenere concretamente l’ingresso nel mondo professionale di giovani musicisti di talento.
Un impegno da cui è nato nel 2004 il progetto Master dei Talenti Musicali e che ha rappresentato uno dei programmi più significativi a livello nazionale per il sostegno alla formazione artistica. Da qui si sviluppa nel 2006 l’Orchestra Master dei Talenti, composta dai migliori diplomati dei Conservatori piemontesi e valdostani e attiva per oltre un decennio con un repertorio da Bach ai contemporanei, includendo rielaborazioni operistiche e programmi innovativi.
“Con il progetto Talenti Musicali, la Fondazione CRT ha accompagnato giovani musicisti dai Conservatori italiani fino ai palcoscenici più prestigiosi del mondo. Alcuni di loro si esibiranno nel Concerto di Primavera al Teatro Vittoria: un appuntamento che, insieme alla Fondazione Accademia di Musica, abbiamo voluto offrire al pubblico – dichiara Patrizia Polliotto, Segretario Generale della Fondazione CRT –.  Oggi, come Fondazione, continuiamo a sostenere con convinzione percorsi di eccellenza come quelli promossi dall’Accademia, investendo in quel capitale umano che rappresenta il futuro della nostra comunità.”
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Prenotazione obbligatoria: 
0121321040 | 3939062821 | organizzazione@accademiadimusica.it

La “Gatta” non era quella di Liz Taylor

Al Carignano, repliche sino a domenica 11 maggio

Non piacque affatto a Tennessee Williams il film che Richard Brooks nel ‘58, tre anni dopo il successo teatrale al Morosco di New York, trasse dalla ”Gatta sul tetto che scotta”, con la Taylor dagli occhi viola accovacciata, e mielosamente sexy, sul suo bel letto d’ottone a lanciare languidi sguardi (“This is Maggie the Cat…”, occhieggiava blandamente spudorata in quei tre punti di sospensione la locandina del film) mentre Newman dagli occhi azzurri sgambettava con la sua stampella a mettere in mostra la propria eterosessualità, tutta suggellata dal focoso bacio nel finale alla moglie. Aveva gridato al tradimento (accidenti a quel Codice Hays sempre in agguato!) nei confronti di quella sua provocazione, “la critica della società attraverso la lente d’ingrandimento della famiglia”, e s’era preso la sua vendetta, venti anni dopo esatti, dando alle stampe e ai palcoscenici una rinnovata versione che diceva pane al pane e vino al vino. Noi abbiamo peccato un po’ troppo nel costruirci un’atmosfera sdolcinata e amorosa, tutta “da cinema” anni Cinquanta, che non poteva scalfire neppure di un minimo graffio una figura maschile che nell’immaginario collettivo fatto di rotocalchi e ruoli giusti e interviste splendeva per le proprie doti di maschio (anche se qualche malalingua di Hollywood in vena di pettegolezzi aveva buttato lì che…). Accresciuto altresì l’errore per il fatto che il titolo in pochissime sparute occasioni si sia fatto vedere nelle stagioni teatrali di casa nostra. Quelli erano e dovevano essere Maggie e Brick, quello era il vecchio Papà con la stazza di Burl Ives, quella era la stridula, indimenticabile, Mae di Madeleine Sherwood. Già Paolo Bertinetti, nel terminare non molti anni fa la prefazione all’edizione Einaudi, sottolineava: “In un certo senso, quindi, dimenticare il testo e tornare al vero testo di Williams, al suo significato e ai suoi personaggi tratteggiati da lui sarà per il lettore un’operazione di riscrittura dell’immaginario.”

Rendo grazie quindi a Leonardo Lidi, alla sua teatrale esattezza, per la lettura veritiera che ha dato alla “Gatta”, nella nuova, cruda, a tratti in completo sembiante di ferocia, traduzione di Monica Capuani, penultima produzione (con lo Stabile del Veneto) nella stagione del Teatro Stabile di Torino, regista non sempre nelle mie corde, continuo a credere troppo libero in altre occasioni, troppo ad personam, troppo disponibile a “usare i testi classici come canovacci”, forse di uno sguardo troppo avveniristico, forse troppo colpevole allo sguardo di chi scrive queste note di entrare dentro un testo per (il piacere di) prevaricarlo, di sradicarlo da quell’humus in cui da sempre siamo stati abituati a leggerlo e vederlo, a immaginarlo. È stato così nelle passate stagioni, in gran parte, per l’humus cecoviano, attraverso la sua intera trilogia, forzato, fuorviato, sghembo in certe soluzioni. In un presente che ha fin troppo sottolineato. Un filo rosso con l’autore del “Giardino” che Lidi continua – giustamente – a scorgere e reclamare, la descrizione della famiglia tradizionale, con i suoi rapporti consunti, con Maggie che guarda ai figli della cognata – lei sì con l’approvazione del patriarca grazie ai suoi cinque marmocchi caciarosi che ha sfornato e un sesto in arrivo, mentre Maggie non ha ancora figliato – per definirli “mostriciattoli senza collo”, per il vecchio che festeggia i suoi sessantacinque anni continuando a ripetere alla moglie “io non ti amo” e Mamma a ripetere “non è vero, lui mi ama”, con l’ipocrisia qui a circolare in piena libertà, tutti a salvaguardare i tanti sguardi esterni, come pure il possesso della terra, vero orgoglio del vecchio proprietario terriero del Mississippi, quei ventotto acri qui della terra “più fertile da questa parte del Nilo”, e il figlio maggiore con la moglie a volersene impadronire, con quelle scartoffie da firmare immediatamente, quando Papà viene a conoscenza che quello che lui chiama spasmo al colon è un cancro bell’e buono e che a lui non rimane più molto da vivere.

E poi il rapporto, ipocrita, tra Maggie e Brick, quello che spingerà lei a inventare la fasullaggine di un erede per rientrare in uno stretto sistema casa/famiglia, con l’inevitabile equazione madre eguale donna. Si chiude con un secco “da morir dal ridere” da parte di Brick lo spettacolo di Lidi, Brick che nei 100’ s’è caparbiamente – e Fausto Cabra rafforza e pone in lodevole crescita, di attimo in attimo, la sua presenza, rabbia e infelicità di grande spessore, la costruisce prepotentemente, interagendo, nella lunga, legatissima, straziante scena di confronto con una figura paterna sempre negata, con Nicola Pannelli: e ai due attori va indirizzato l’applauso più convinto della serata, nell’autentica verità che imprimono ai propri personaggi – rifugiato nel ricordo di Skipper, compagno di università e di sport, vittima di (autentiche) maldicenze dietro la facciata di una amicizia “pura”, una scommessa a cancellarle finendo a letto con Maggie, a dimostrazione di una virilità che non c’è e non ci sarà mai e che lo porterà al suicidio. Un atto che ha allontanato Brick dalla “gatta”, che gli ha fatto rifiutare ogni rapporto sessuale, che ha svelato appieno il suo lato omoerotico e lo ha portato a bere oltre ogni misura. Ci sono due belle invenzioni di Lidi nella sua trascinante messinscena, nel biancore della scena marmorea inventata con le belle luci da Nicolas Bovey – una tomba dell’amore e della famiglia o un monumento a una passione o una macelleria entro cui scannarsi? -, le bottiglie di liquore che invadono il palcoscenico, parola dopo parola, non detto dopo non detto, spiegazione dopo spiegazione; e la presenza costante di Skipper (Riccardo Micheletti), che nel testo di Williams non compare al contrario mai, qui fantasma e servo di scena a muovere un affatto marginale gioco di specchi, a sfiorarsi e a guardarsi per un solo attimo con Brick ad ogni passaggio, presenza ingombrante ma duratura e inestricabile. È la tematica, la giusta motivazione attorno a cui ruota l’intera vicenda, che Brooks aveva nascosto e che Lidi intelligentemente qui ricompone.

Valentina Picello come Maggie tenta di rimanere ben salda nella sua passione e dentro un meccanismo di potere che la vuole allontanare, Giuliana Vigogna e Giordano Agrusta è la coppia di rapaci da cui guardarsi, Orietta Notari ancora una volta è attrice di rango, che sempre lascia il suo personale segno, agguerrita, incisiva, una Mamma fatta di piccoli quanto assai precisi momenti. Grande successo, repliche al Carignano sino a domenica 11 maggio.

Elio Rabbione

Le immagini di “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams, regia di Leonardo Lidi, sono di Luigi Di Palma.

La Cina spaventa il mercato dell’auto europeo mentre Mirafiori attende il rilancio

Secondo John Elkann “ il destino dell’industria automobilistica europea si gioca quest’anno”. L’allarme  è lanciato dal presidente di Stellantis John Elkann e dall’amministratore delegato di Renault Luca De Meo in un’intervista pubblicata dal quotidiano francese Le Figaro. I due vertici dell’auto affermano che quest’anno per la prima volta “la Cina produrrà più dell’Europa e degli Stati Uniti messi insieme.” Le nubi sul mondo dell’auto continuano ad addensarsi minacciose, mentre Mirafiori attende il rilancio annunciato tra le preoccupazioni dei sindacati. Nonostante il clima, nella nostra regione un’impresa su due nel comparto automotive afferma di essere pronta a fare nuovi investimenti.  Intanto la cassa integrazione nell’industria piemontese nel primo trimestre è salita del 127%. Il 2025 è un “momento cruciale”, sostiene Elkann. “Il livello attuale del mercato è un disastro, è in gioco una strategia  anche per gli Stati, visto che il comparto rappresenta 400 miliardi di entrate fiscali in Europa”, gli fa eco  De Meo. Le immatricolazioni di nuove vetture vendute nell’Unione Europea sono scese dello 0,2% rispetto a marzo 2024 e dello 0,4% nel trimestre. I dati comunque positivi di Italia e Spagna nel mese di marzo non hanno compensato il crollo di Francia e Germania.

Al Politecnico di Torino la prima vigna urbana hi-tech al mondo

CAMPUS GRAPES

Oltre 90 mila euro raccolti attraverso il crowdfunding:

prende vita Campus Grapes, il vigneto cittadino firmato Citiculture.

Nelle prossime settimane la posa della prima barbatella.

 Campus Grapes diventa realtà: nasce la prima vigna urbana hi-tech al mondo. Il progetto pionieristico, ideato dalla start up torinese Citiculture, sorgerà nel cuore del Politecnico di Torino, su una superficie di circa 1.000 metri quadri, trasformando lo spazio universitario in un laboratorio a cielo aperto per la sostenibilità, la scienza e la socialità. Oltre 750 le piante di vite in vaso che saranno collocate entro il mese di giugno. Nelle prossime settimane la posa della prima barbatella.

Stamani nella Sala delle Colonne del Comune di Torino, è stato presentato il piano operativo alla presenza delle istituzioni e delle aziende sostenitrici e partner. Lanciata, inoltre, la collaborazione con 1 Caffè Onlus.

Un progetto condiviso: raccolti oltre 90.000 euro

Campus Grapes prende vita grazie al successo della prima fase del crowdfunding, conclusa con il raggiungimento di 90mila euro, risultato della generosa partecipazione di 10 aziende sponsor del territorio torinese – Exclusive Brands Torino, Engas, Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino, Eventum/Grapes in Town, Lavazza Group, Luca&Violina, I Magredi, Reale Foundation, SellaLab, Zenit – oltre a numerosi sostenitori corporate e privati. Un segnale forte della fiducia e dell’entusiasmo che circondano questa iniziativa innovativa e partecipativa.

Il progetto entra ora nella seconda fase di raccolta fondi, aperta attraverso la piattaforma Produzioni dal basso, con l’obiettivo di raccogliere ulteriori risorse che serviranno per completare e arricchire lo spazio con panchine, illuminazione, segnaletica interattiva e altre infrastrutture per la fruizione pubblica, sempre più accogliente e funzionale.

Vigna urbana, simbolo di rigenerazione e innovazione green

«Con Campus Grapes, inauguriamo un nuovo modello di rigenerazione urbana e innovazione green, trasformando le città in luoghi di benessere, inclusione e sperimentazione scientificaha dichiarato Luca Balbiano, amministratore delegato e fondatore di Citiculture -. Una vigna urbana come simbolo concreto per migliorare la qualità della vita in città, rafforzare i legami sociali e ridurre l’impatto ambientale».

La futura vigna si inserisce all’interno del più ampio piano di riqualificazione del verde dell’Ateneo, «e fa parte del Piano di Decarbonizzazione e Resilienza a cui il Politecnico di Torino sta lavorando – ha spiegato Patrizia Lombardi Vicerettrice per Campus sostenibile e Living Lab del Politecnico -, con l’obiettivo di fornire soluzioni basate sulla natura per rafforzare la capacità di adattamento al cambiamento climatico non solo della comunità universitaria ma anche ai cittadini. A questo si aggiunge la forte valenza didattica e scientifica del progetto».

Il vigneto, infatti, sarà a disposizione della comunità del Politecnico e in particolare di studenti e studentesse della nuova Laurea Magistrale in Agritech Engineering, «diventando un laboratorio all’aperto per testare soluzioni di adattamento al cambiamento climatico e pratiche dell’agricoltura 4.0: un ecosistema vivo in cui teoria e pratica si incontrano» ha aggiunto il referente scientifico Danilo Demarchi.

Altrettanto fondamentale è la dimensione sociale e comunitaria del progetto. Campus Grapes sarà un punto di incontro, di aggregazione per la comunità accademica, ma è teso ad allargare la propria funzione partecipativa all’intera cittadinanza, grazie anche alla progettazione di iniziative virtuose e benefiche in collaborazione con Associazioni del territorio.

L’evento, organizzato in collaborazione tra 1 Caffè Onlus prima realtà sociale digitale nata per sostenere i piccoli-medi enti non profit italiani attraverso la diffusione della cultura del gesto del dono – e Citiculture, segna inoltre l’inizio di una partnership strategica finalizzata allo sviluppo di progetti ad alto impatto sociale e ambientale. «Affiancheremo questo progetto nello sviluppo di attività culturali, educative e solidali, con l’obiettivo di rendere il vigneto una piattaforma fisica e simbolica per promuovere il dono, la consapevolezza ambientale e l’attivismo civico» ha commentato Pietro Mazza Midana socio onorario e membro del Direttivo di 1 Caffè Onlus.

Fin dall’inizio, 1 Caffè Onlus ha creduto nel valore di Citiculture, attivandosi come partner promotore per rendere possibile questo primo importante appuntamento. La convinzione che l’incontro tra innovazione tecnologica e impegno sociale rappresenti una leva fondamentale per generare cambiamento positivo e partecipazione attiva nelle comunità è al centro di questa collaborazione.


Ambasciatori d’eccezione

Per celebrare la nascita di Campus Grapes, Citiculture oggi ha premiato alcune personalità di spicco del territorio che, con la loro professionalità e dedizione, hanno contribuito in modo significativo “nel coltivare il futuro di Torino”:

  • Luca Argentero, attore

  • Davide Avino, amministratore delegato di Argotec

  • Arturo Brachetti, artista

  • Alberto Cirio, presidente Regione Piemonte

  • Sarah Cosulich, direttrice della Pinacoteca Agnelli

  • Marco Gay, imprenditore

  • Barbara Graffino, imprenditrice

  • Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino

  • Daisy Osakue, atleta olimpica

  • Don Luca Peyron, ideatore del Centro Nazionale per l’IA

  • Giacomo Portas, presidente Environment Park

  • Patrizia Sandretto Re Rebaudengo – Presidente Fondazione Sandretto

A ciascuno è stata consegnata un’opera in legno e offerta l’adozione di una barbatella, simbolo della crescita e della connessione tra natura, scienza e comunità, diventando a tutti gli effetti “ambasciatori di Campus Grapes”.

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Nota tecnica

Dal punto di vista vitivinicolo, l’elemento sperimentale sta nella scelta di diversi tipi di clone, di filari e pergole, e in diversi tipi di varietà di vite e bacca, anche per ridurre al minimo l’intervento di fitosanitario, oltre che nella scelta di piantare le vigne in vaso. La selezione delle viti è fatta in collaborazione con il Vivaio Rauscedo, uno dei più grandi vivai d’Europa e tra i pionieri nello sviluppo delle varietà resistenti Piwi.

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Citiculture, startup innovativa che progetta, crea e manutiene vigne urbane come strumento di generazione di impatti ESG, wellbeing e brand reputation. Offre soluzioni su misura per le aziende che desiderano integrare una vigna urbana come strumento di wellbeing aziendale, marketing sostenibile e compliance legata al Bilancio di Sostenibilità.

Dunque, attraverso la creazione di vigneti urbani, la start up torinese punta a trasformare le città in luoghi di innovazione green, migliorando la qualità della vita, la coesione sociale e riducendo l’impatto ambientale. Sono azioni concrete che mettono in evidenza come si possa migliorare il benessere delle persone e dei contesti urbani è possibile, con idee innovative che affondano le radici nella tradizione dei territori, tenendo però lo sguardo al futuro. Nel contesto dell’urbanizzazione crescente, la viticoltura urbana rappresenta un esempio di come le città possano evolvere, integrando elementi naturali e sostenibili, migliorando il benessere collettivo e creando nuovi spazi di socialità e inclusione. Il progetto Citiculture si rivolge ad aziende, amministrazioni pubbliche, professionisti del settore green e a tutti coloro che credono che nel cambiamento concreto. Sito web: www.citiculture.com

Il Politecnico di Torino dal 1859 è una delle istituzioni più prestigiose della cultura politecnica e un centro di eccellenza per la formazione e ricerca in Europa, con strette relazioni e collaborazioni con il sistema economico-sociale.

Il Politecnico promuove la ricerca, teorica e applicata, la capacità di realizzare processi produttivi concreti ed affidabili e di organizzare servizi, offrendo tecnologie di eccellenza. Gli studenti laureati presso il Politecnico di Torino possiedono un vasto e variegato bagaglio di conoscenze e competenze, in accordo con la natura interdisciplinare dei vari campi del mondo scientifico contemporaneo.

Attualmente, quasi 40.000 studenti sono iscritti al Politecnico, di cui il 20%internazionali. L’Ateneo offre un’offerta formativa ampia e diversificata che negli ultimi anni si è arricchita anche di corsi volti a formare nuove professionalità, come quello in Agritech Engineering, che si propone di offrire una formazione completa a un ingegnere in grado di gestire e generare innovazione tecnologica nel campo dell’Agricoltura 4.0.

Le competenze inter/multi-disciplinari che caratterizzano il corso coniugano agronomia e tecnologia in ambito ingegneristico, fornendo un solido approccio metodologico, a supporto delle strategie aziendali.

Sito web: www.polito.it

1 Caffè Onlus è la prima realtà sociale digitale, nata nel 2011 per sostenere i piccoli e medi enti non profit italiani, promuovendo la cultura del gesto del dono. Il Direttivo, composto da Luca Argentero, Beniamino Savio e Pietro Mazza Midana, si è ispirato alla tradizione partenopea del caffè sospeso, che invita a lasciare al bar un caffè pagato per chi è meno fortunato.

Attraverso la propria piattaforma di crowdfunding, 1 Caffè Onlus supporta ogni anno 52 realtà solidali — una a settimana — aiutandole a promuovere progetti di assistenza in diversi ambiti sociali, tramite campagne di raccolta fondi. Il modello adottato è quello del microfunding, che permette di donare anche solo l’equivalente del costo di un caffè, rendendo la solidarietà un gesto semplice e accessibile a tutti.

Forte dell’esperienza maturata in oltre dieci anni di attività e del dialogo con più di 900 realtà non profit, 1 Caffè Onlus svolge anche il ruolo di intermediario tra aziende e Terzo Settore, supportando la costruzione di progetti di Corporate Social Responsibility (CSR) ad alto impatto sociale sul territorio.

L’associazione assiste le aziende nella selezione e valutazione degli enti beneficiari, garantendo che le operazioni di CSR siano orientate verso una donazione sempre più consapevole, efficace e sicura.

Dal 2023, 1 Caffè Onlus ha inoltre avviato Campo Base, un centro polivalente dedicato agli enti non profit piemontesi e alla comunità locale. Ospitato all’interno di Villino Caprifoglio – bene artistico-culturale torinese restaurato dall’associazione – Campo Base è un innovativo spazio di co-working solidale, dove la sharing economy si applica al Terzo Settore: un luogo di incontro tra chi offre tempo e competenze e chi cerca supporto per realizzare progetti ad alto impatto sociale.

“Di Freisa in Freisa” … ma esageruma nen

Va in scena a Chieri la XV edizione della rassegna dedicata a uno dei “vitigni” simbolo del Piemonte

Sabato 10 maggio

Chieri (Torino)

Sapori. Arte. Cultura. Con l’aggiunta di una mirata attenzione verso il “sociale” e un “sostegno concreto” alle realtà benefiche del territorio. Nasce sotto il segno di questa importante premessa, a Chieri, la XV edizione di “Di Freisa in Freisa” che si articolerà, a partire dalle ore 12, nell’intera giornata di sabato 10 maggio. Organizzato, insieme al “Comune di Chieri”, dal “Consorzio di Tutela e Valorizzazione delle DOC Freisa di Chieri e Collina Torinese”, il programma si presenta davvero ricco di iniziative, studiate per agevolare l’incontro fra la locale “enogastronomia”  e il mondo della “cultura” (musica, arte, letteratura e storia) non meno che con il “gioco” e la voglia (che non guasta mai!) di “solidarietà”.

Sottolinea Matteo Rossotto, presidente del “Consorzio”“Oltre ad essere uno dei vini storici del Piemonte, conosciuto e apprezzato per la sua grande varietà e qualità, la ‘Freisa’ riveste un fondamentale ruolo di ambasciatore del proprio territorio. E ‘Di Freisa in Freisa’ da sempre, attraverso la festa di questo ‘vino simbolo”, vuole far conoscere la città di Chieri e i suoi dintorni, le sue bellezze architettoniche così come la sua storia e il tessuto produttivo, culturale e artistico”.

Cuore nevralgico della manifestazione sarà la centralissima Piazza Cavour che, a partire dalle 12, aprirà i battenti con “Note e calici di Freisa”Oltre 20 le cantine presenti e degustazioni guidate in modalità “walk around tasting”, sotto il segno di un  viaggio nel cuore enologico del Torinese reso ancora più straordinario e autentico dalla presenza dell’“Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino”, che con il suo banco degustazione dedicato inviterà all’assaggio dei vini “ospiti” della provincia di Torino. Il tutto accompagnato, ovviamente, da un insieme di cucine di strada provenienti dal Chierese e dall’Astigiano, che non mancheranno di allietare i palati più fini con proposte felicemente sbilanciate fra il tradizionale (il “Galucho d’cher”) e l’innovativo più curioso e allettante, accompagnato da proposta di birre artigianali, con due “Maestri del Gusto”: il chierese “Filodilana” e il “Birrificio Pinerolese”. Colonna sonora di questo grande spazio dedicato alla cultura enogastronomica saranno le note del “djset”, che animeranno l’intera giornata da una postazione scenografica sul sagrato della chiesa di “San Bernardino”, grazie anche alla presenza del “dj vignaiolo” Francesco Quarna direttamente da “Radio Deejay”.

Momento chiave della giornata sarà sicuramente la “Cena di Gala sotto le stelle”a partire dalle 20 in Piazza Umberto I, sotto il celebre “Arco Trionfale” simbolo della città. A guidare i partecipanti in questo magico itinerario all’insegna dei sapori, sarà il chierese Eddy Vara“Head Chef” della cucina italiana in eventi internazionali. A lui il compito di abbinare la tradizione delle antiche ricette con l’estro innovativo dell’arte culinaria contemporanea. Ad accogliere gli ospiti e a servire la cena saranno gli studenti dell’“Istituto Alberghiero Bobbio” di Carignano e dell’“Istituto Alberghiero Colombatto” di Torino, che avranno così l’opportunità di testare direttamente “sul campo” le teorie apprese durante il loro percorso formativo. Anche in quest’occasione, farà curiosamente capolino la musica. Tra una portata e l’altra, infatti, andrà in scena lo spettacolo “Note di Vino”, un’esperienza di “degustazione eno-musicale” unica nel suo genere, ideata e diretta da Francesco Quarna e Maurizio Rossato di “Radio Deejay”. Ogni etichetta durante la cena sarà infatti abbinata a un brano musicale che rispecchia il carattere, il ritmo, il mood, i profumi del vino stesso. E non solo. La “Cena di Gala sotto le stelle” sarà anche una grande “occasione di solidarietà”: parte del ricavato sarà infatti devoluto per sostenere il Progetto “Aiuta CRI aiuta” della “Croce Rossa Italiana” sostenendo la raccolta fondi per la riqualificazione artistica dei locali del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Chieri.

E non finisce qui. “Di Freisa in Freisa” proporrà anche in Chieri iniziative e percorsi culturali e ludici atti a promuovere le eccellenze del territorio. Ad iniziare dal “Museo del Tessile” (via Santa Chiara, 6) che, per l’occasione prorogherà l’orario di apertura dalle 14 alle 19 (stessa cosa per “Start Gallery”dalle 15 alle 18, con ingresso gratuito) permettendo l’accesso ai propri atelier e la partecipazione ad alcune attività; in via Vittorio Emanuele II, l’Associazione di Promozione Sociale “CioCheVale” presenterà “Arte in Freisala fotografia incontra il vino”. Una mostra di fotografie realizzate da Giancarlo Volpi, stampate utilizzando il “Freisa di Chieri” come “reagente naturale”, senza l’uso di chimica di sintesi. Nientedimeno! E accanto all’arte, il “Gioco”, con il “Laboratorio di Centurazione” per i bambini dai 5 ai 12 anni e il “Ludichieri” a tema enogastronomico per il pubblico più adulto. Da non perdere, infine, alle 17, in piazza Cavour “L’aperitivo con gli autori”: faccia a faccia fra la scrittrice brianzola Paola Cereda – suo ultimo libro “L’unico finale possibile” – ed il noto libraio torinese Rocco Pinto, autore di “Viaggi di carta”.

Per info e programma: www.freisadichieri.com

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio e Matteo Rossotto

Tutti conoscono tutti: un giallo torinese dove nessuno è davvero innocente

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TORINO TRA LE RIGHE
Per Torino tra le righe oggi vi porto tra le atmosfere sospese e ambigue di un giallo tutto torinese: Tutti conoscono tutti, il nuovo romanzo di Francesca Mautino, edito da Longanesi nel 2025.
L’autrice, nata a Ivrea e laureata in Storia del Cinema, ha lavorato per la televisione prima di approdare alla narrativa con Qualcuno che conoscevo (2024). Ora torna a far parlare di sé e della sua città con una nuova protagonista: Valentina Bronti, podcaster investigativa e mamma alle prese con la sua caotica quotidianità.
Torino, in questa storia, è più di uno sfondo: è un personaggio vivo, contraddittorio, pieno di magia e segreti. In una città dove davvero “tutti conoscono tutti”, Valentina si muove tra l’incertezza lavorativa e relazionale, con l’unica certezza delle telefonate dalla scuola per qualche nuovo guaio delle sue pestifere gemelline. Ma sarà un Capodanno in una villa sulla collina a riaprire una ferita mai del tutto chiusa.
Tra gli invitati, Valentina riconosce una donna elegante che le rivolge frasi sibilline prima di sparire nella notte. È Cristiana Landorni, coinquilina ai tempi dell’università e amica di Mattia, un ragazzo che all’epoca faceva parte della compagnia e che è morto anni prima in circostanze mai del tutto chiarite.
Ma se non fosse stata una fatalità? Se quelle parole fossero un indizio? Inizia così un’indagine personale e arbitraria, che spinge Valentina a rivivere amicizie sbagliate, tradimenti, crudeltà adolescenziali e silenzi pesanti come pietre.
Francesca Mautino ci racconta una Torino che conosce profondamente: la città dei salotti borghesi e delle periferie dimenticate, dei ricordi universitari e delle solitudini metropolitane. Il romanzo è scritto con stile fluido e tagliente, capace di scavare tra le pieghe dell’animo umano con precisione e autenticità.
Per chi ha amato il romanzo d’esordio dell’autrice, questo secondo libro è una conferma del suo talento. Non mancano i rimandi al precedente caso, ma Tutti conoscono tutti si può leggere anche in totale autonomia.
Un cold case che diventa occasione di riscatto, riflessione e rivelazione. Un giallo tutto torinese da leggere e divorare in un battibaleno.
MARZIA ESTINI
Nino the mischievous elf an incredible Christmas adventure of friendship and magic
linktr.ee

In via Garibaldi apre OkSigma

Inaugurazione nuovo supermercato OkSigma – Marel Società Benefit

Venerdì 9 maggio 2025 – ore 10:30, Via Garibaldi 44, Torino
Venerdì nel cuore di Torino avverrà l’inaugurazione del nuovo punto vendita OkSigma in Via Garibaldi 44, tra Piazza Statuto e Corso Palestro. Si tratta del terzo supermercato aperto sul territorio da Marel Srl – Società Benefit, realtà in forte crescita che unisce convenienza, qualità e attenzione al sociale. L’inaugurazione sarà l’occasione per presentare il progetto Marel, i suoi valori e gli impegni concreti verso la comunità. In vista della Festa della Mamma, Marel offrirà uno sconto di 5 euro su una spesa minima di 15 euro, valido il 9 e 10 maggio, a chi presenterà il volantino distribuito dalle hostess (sconto non cumulabile). Per ogni volantino che ritornerà in negozio, in linea con la sua missione di impatto positivo, Marel annuncia inoltre che donerà 1 euro in:
• pacchi alimentari a famiglie in difficoltà, in collaborazione con associazioni locali del terzo settore
• il sostegno a canili e gattili torinesi con forniture alimentari per animali abbandonati o in difficoltà

Il ricordo dei deportati e degli internati militari nei campi nazisti

Nella Giornata della Memoria della deportazione e dell’Internamento militare, giorno in cui si celebra anche l’80esimo anniversario della liberazione del Campo di Mauthausen, la Città di Torino, con l’Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti e l’Associazione Nazionale ex Internati, ha ricordato  ieri i deportati nei campi di concentramento e sterminio e i militari internati durante il regime nazifascista con due cerimonie di commemorazione, al Cimitero Monumentale e nella Sala Rossa di Palazzo Civico.

“Oggi ci troviamo insieme a rinnovare un impegno che non può e non deve esaurirsi nel solo ricordo – ha dichiarato l’assessora della Città di Torino Chiara Foglietta -. In un mondo scosso da nuove guerre, da profonde diseguaglianze sociali, da crisi ambientali e da ondate di odio, dobbiamo ribadire che ciò che è successo in passato può ancora ripetersi. Il pericolo si annida ogni volta che “gli uomini si armano, non solo di fucili, ma di odio”. Mauthausen è stato l’ultimo campo nazista ad essere liberato: i prigionieri che vi erano internati erano destinati a non fare più ritorno. Vi furono deportati oppositori politici, ebrei, rom, omosessuali, persone di diverse nazionalità e religioni. 190mila persone passarono da Mauthausen, circa 90mila vi trovarono la morte. La memoria è un’azione, un atto civile, un modo per scegliere, ogni giorno, da che parte stare. La lotta per la libertà e la democrazia non è mai finita e il nostro compito è proseguire, anche quando è difficile. Lo dobbiamo a chi è stato internato e deportato, a chi ha resistito, a noi stessi e alle generazioni che verranno”.

Al Cimitero monumentale si è tenuto l’omaggio ai caduti al cippo dei Deportati e degli Internati Militari, al Campo della Gloria e alla lapide degli Ebrei deportati. Alla cerimonia in Sala Rossa sono intervenuti, oltre all’assessora Foglietta, il capogruppo del Partito Democratico Claudio Cerrato e la presidente dell’Associazione Nazionale ex Deportati Susanna Maruffi.

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