ilTorinese

Gioventù popolare in piazza contro il degrado

Gioventù Popolare, giovanile di Democrazia Sovrana Popolare con Marco Rizzo, è scesa sabato nelle strade delle principali città italiane con lo slogan “riprendiamoci le chiavi di casa”.
Da Torino a Roma, passando per Milano e Bologna, sono decine i ragazzi che hanno deciso di dedicare il proprio tempo alla cura della propria città.

La società aperta trasforma le nostre città in grandi stazioni centrali: sporche, insicure e culturalmente appiattite.
E sono sempre più frequenti casi di furti, aggressioni, e stupri nelle nostre strade.
Parliamo di interi quartieri e zone prese in ostaggio dalla violenza e dall’insicurezza.
È innegabile il collegamento diretto con un’immigrazione irregolare e incontrollata che riserva nelle nostre città centinaia di migliaia di poverissimi.

Rivendichiamo il nostro diritto ad una vita dignitosa, restituendo alle persone la bellezza, investendo nel decoro pubblico e costruendo un modello in cui le nostre donne possano uscire la sera senza ansia. Con democrazia sovrana popolare e gioventù popolare.

Sabato 15 febbraio dalle ore 9.30, partendo dal Parco del Valentino, dislocandosi poi nel quartiere di San Salvario a Torino si è svolta la passeggiata CONTRO IL DEGRADO E LA VIOLENZA NELLE CITTÀ promossa da Gioventù Popolare, giovanile di Democrazia Sovrana Popolare

Gioventù Popolare

Rock Jazz e dintorni a Torino: Seeyousound e Uri Caine Trio

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedi. All’auditorium del Lingotto 2 concerti consecutivi per Claudio Baglioni (il primo è andato in scena domenica 16).

Martedì. Per Vitamine Jazz all’ospedale Sant’Anna, omaggio a Pino Daniele a cura del chitarrista Max Gallo accompagnato dalla figlia Mirella.

Mercoledì. All’osteria Rabezzana musica argentina con Miguel e Lautaro Acosta. Al Capolinea 8 si esibisce Beppe Puso. Allo Ziggy suonano gli Actors+ Estetica Noir.

Giovedì. Al teatro Colosseo si esibisce Andrea Morricone. Al Blah Blah sono di scena i Sloks. Al Magazzino sul Po suonano i Lamita! Al Capolinea 8 si esibisce Gianluca Vigone. All’ Hiroshima Mon Amour suonano i LabGraal. Alla Divina Commedia sono di scena i Draft Impro NBA. Al teatro Bloom suona il gruppo di Giorgio Diaferia, che per l’occasione presenta il cd “A Planet to Save” con immagini e video sulla situazione dei cambiamenti climatici.

Venerdì. Comincia Seeyousound. L’inaugurazione al cinema Massimo è affidata al documentario “Blur: ToThe End”, dedicato a una delle band più famose del Britpop. Sarà presente in sala il regista Toby L. Verrà preceduto dall’esibizione live degli Sleap-E. Al Magazzino di Gilgamesh suona la Mike Sponza Band. Al Folk Club sono di scena Michele Gazich & Giovanna Famulari. Al teatro Colosseo si esibiscono i Break Free, una cover band molto quotata con “Long Live The Queen”. Allo Spazio 211è di scena Coca Puma. Allo Ziggy suonano Saam+ Gordonzola. Al Blah Blah si esibiscono gli SKW & AsThe Sun.

Sabato. Per Seeyousound da segnalare tra le varie proiezioni : “Misty- The Erroll Garner Story” alla presenza del regista Georges Gachot, “Imago” con in sala la regista Olga Chajdas, “BornTo BE Wild: The Story of Steppenwolf” alla presenza del regista Oliver Schwehm, “Soundtrack To A Coup D’ETAT” di Johan Grimonprez. Allo Ziggy si esibisce Davide Di Rosolini. Allo Spazio 211 è di scena Marta Del Grandi + Giulia Impache. Al Blah Blah si esibisce Umberto Maria Giardini in duo + Napodano+Manleva. Al Folk Club suona l’Uri Caine Trio. Al Capolinea 8 è di scena Beppe Golisano Post Jazz Project.

Domenica. Per Seeyousound “Guido Harari- Sguardi Randagi” . Alla presenza del regista Daniele Cini, di Guido Harari e Shel Shapiro, “Musicanti Con La Pianola” con la presenza del regista Matteo Malatesta, di Pivio e Aldo De Scalzi preceduti dal live Pivio & Aldo DE Scalzi, “Garland Jeffreys-The King Of Between” di Claire Jeffreys + “Joshua Idehen- Mum Does The Washing”, “Booliron- Hip Hop In Riviera” di Francesco Figliola alla presenza del regista, a seguire live “Tormento e Dj Mastafive e altri

Pier Luigi Fuggetta

Cresce la raccolta di medicinali: In Piemonte donati 78 mila farmaci

La 25esima edizione delle Giornate di Raccolta del Farmaco di Banco Farmaceutico è stata un grandissimo successo, grazie alla generosità della cittadinanza e all’impegno di farmacisti e volontari. In Piemonte sono state donate quasi 78 mila confezioni di medicinali, pari a un valore di oltre 700 mila euro, con un incremento di 90 mila euro rispetto al 2024. Aiuteranno circa 100 mila persone in condizione di povertà sanitaria di cui si prendono cura oltre 160 realtà assistenziali convenzionate con la Fondazione Banco Farmaceutico.

A Torino e provincia sono state raccolte più di 48.000 confezioni di farmaci (pari a un valore di 429 mila euro). Un aumento importante rispetto al 2024, quasi 6,5 mila confezioni di farmaci e 55 mila euro in più. Ottimi risultati anche nelle altre province del Piemonte, in alcuni casi le donazioni hanno addirittura superato la richiesta (Biella, Cuneo e Verbania).

In Italia, inoltre, sono state raccolte oltre 640 mila confezioni di medicinali, pari a un valore superiore a 5 milioni di euro, grazie a cui 2 mila e 31 realtà assistenziali che li riceveranno potranno restituire un po’ di sollievo e salute a 463 mila persone bisognose.

Si ringraziano centinaia di migliaia di donatori, oltre 20 mila farmacisti, i quasi 27 mila volontari, le aziende, le istituzioni e le associazioni di categoria sostenitrici, oltre alle 2 mila e 31 realtà caritative e socio-assistenziali.

“La GRF ha festeggiato i 25 anni di vita – ha dichiarato Cristiana Pensa, Presidente Banco Farmaceutico Torino ODV e membro del Consiglio di amministrazione Fondazione Banco Farmaceutico ETS – un evento longevo che vivo come volontaria farmacista fin dalle primissime edizioni e come presidente di Banco Farmaceutico Torino per la prima volta. Sono particolarmente orgogliosa dei risultati raggiunti: rappresentano l’esito della collaborazione tra settore profit e non profit, del coinvolgimento degli oltre 100 studenti delle scuole secondarie torinesi, dei 1000 cittadini che in Torino e provincia si sono messi al servizio delle Giornate di Raccolta del Farmaco. Ringrazio tutti per l’impegno, che permette ai nostri 68 enti in convenzione di disporre di preziose risorse di salute da dispensare ai più poveri”.

Mara Martellotta

Le case floreali di Gribodo: l’edilizia gentile a Torino

Torino è la città del Liberty, si sa. Passeggiando per le belle ed eleganti vie della citta’, soprattutto nei quartieri di Cit Turin e di San Donato, e’ facile innamorarsi dei palazzi che rappresentano questo stile raffinato che, tra fine ‘800 e i primi del 1900, diede un tocco di gusto ai progetti urbani. Conosciamo bene i capolavori di Pietro Fenoglio come Villa Scott, Casa Lafleur, il Villaggio Leuman, ma anche le case popolari di Via Marco Polo e di Via Ravello. La citta’ della prima Esposizione di Arte Decorativa Moderna del 1902 ci regala scenari affascinanti e particolari unici e di pregio presenti non solo negli edifici residenziali ed industriali, ma anche nelle insegne, nelle vetrine dei negozi e dei caffe’.

Tra coloro che contribuirono alla realizzazione di queste palazzine e villini romantici e floreali, ornati da graziose minuzie, troviamo Giovanni Gribodo che visse a cavallo del 1800 e 1900. Ingegnere e architetto, laureato presso la Scuola di Applicazione di Torino, particolare che lo accomunava a Fenoglio, era anche un entomologo; un uomo dalle diverse passioni e interessi, dunque, dallo studio degli insetti, a cui si dedico’ di piu’ a fine vita, alla progettazione di residenze dal volto gentile.

I giri turistici della citta’ pianificano sempre piu’ percorsi dove queste belle opere edilizie del Liberty sono le protagoniste, ma passeggiare fuori dal centro ed ammirare questi veri e propri capolavori attira anche i cittadini che non si stancano di visitare le meraviglie affascinanti della loro Torino.

Tra gli edifici piu’ importanti realizzati da Giovanni Gribodo ne troviamo cinque solo a via Piffetti:

Cominciamo con il civico 3, la Palazzina Mazzetta con i suoi balconi in ferro dai disegni intrecciati su un fondo grigio che le da’ un tono austero; al numero 5, invece, c’e’ Casa Masino, un edificio in mattoni rossi caratterizzato dal balcone centrale che ospita due volti femminili in pietra. Le finestre sono decorate da fregi floreali come il bel portone d’ entrata. Al 7 scopriamo, con il suo stile un po’ fiabesco, una palazzina a due piani chiamata Pola-Majola come il suo committente, edificata nel 1907 che non ebbe speciali decorazioni come le altre, ma possiede un fascino particolare che ci riporta allo stile gotico. Le Palazzine, che si trovano al civico 10 e 12, sono probabilmente le piu’ famose opere di Gribodo, due villini magnifici decorati con un centrino di motivi naturalistici in pietra bianca, inferriate in ferro battuto, balconi e vetrate con particolari preziosi.

In via Belfiore 66, in zona San Salvario, si trova un altro edificio realizzato dall’ architetto Gribodo che fu un po’ dimenticato rispetto agli altri suoi colleghi che divennero piu’ noti. Si tratta di Casa Audiberti Mottura, una bella palazzina con balconi decorati e una scala interna con particolari vivaci e colorati. Nella zona della Crimea, sull’altra sponda del Po, lo stesso architetto ha studiato e costruito il Villino Giuliano, in via Luigi Gatti 17. Composto da tre piani, questa casa dai colori caldi, e’ caratterizzata da molti dettagli tipici all’Art Nouveau: immagini di fiori, pietra scolpita e disegni geometrici morbidi classici del periodo. Nel quartiere Cenisia, in via Perosa 56, c’e’ un piccolo edificio che rappresenta un esempio in miniatura del periodo Liberty: una piccola palazzina, con un portone davvero insolito, incastonata tra edifici piu’ moderni e dai toni delicati, chiamata Casa Bosco Tachis. Tornando al quartiere di San Donato non si puo’ rimanere indifferenti davanti ad edificio piu’ corposo e perfino possente dal nome Casa Cooperativa, un palazzo in mattoni rossi ornato con rose, foglie e con dei balconi caratterizzati da disegni che si ispirano ad un floreale piu’ moderno e tondeggiante. All’interno troviamo un meraviglioso scalone bianco e nero dalla forma ovoidale davvero suggestivo

A un’ora circa da Torino e precisamente a Coazze e’ si trova un’altra opera di questo fantasioso architetto: Villa Martini, divenuta poi Antonietta, dove il Liberty viene esaltato sia all’esterno, ma anche all’interno con i suoi mobili in stile. Questa casa, edificata al centro un bellissimo giardino, ebbe ospiti illustri come `Luigi Pirandello, il Conte Cavour e Vittorio Emanuele II.

MARIA LA BARBERA

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: La difesa dei magistrati – Il nuovo Medio Evo – Lettere

La difesa dei magistrati

Il Prof. Gustavo Zagrebelski è una seria e squisita persona  anche se spesso dissento dalle sue idee. Una volta a cena al Circolo del whist dopo un convegno sul giurista Elio Casetta, promosso dall’Accademia delle scienze, ho avuto modo di parlare con lui en amitie’ ed ho anche apprezzato la sua arguzia. Pure il suo ricordo di Bobbio mi era piaciuto, ma la sua ultima uscita – sempre che i giornali riportino il vero – mi è parsa fuori luogo da parte di un ex presidente della Corte Cosituzionale.
Il professore avrebbe “scosso” l’associazione nazionale magistrati dicendo “E’ giunta l’ora di passare al contrattacco, cercando di contestare l’opinione pubblica”. Una difesa acritica dei Magistrati che non si addice ad uno studioso della sua statura.  La procuratrice generale  Lucia Musti si è invece posta una domanda che rivela chi ella  davvero sia: “Perché la fiducia del cittadino nei nostri confronti è pari a poco più di zero?”.  E la dottoressa viene applaudita dal pubblico. Sono atteggiamenti da considerare. Il rispetto dovuto alla Magistratura non può significare un acritico elogio a priori. C’è stato chi addirittura ha detto che sarebbero “comodi due magistrati morti”  per aumentare il consenso. Non è necessario altro sangue. Basta il giudice Bruno Caccia, magistrato integerrimo che rifiutò sempre di schierarsi politicamente, esempio sublime di sacrificio della sua vita, mai alla ricerca della ribalta mediatica.
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Il nuovo Medio Evo

La riproposizione, da parte del ministro della Pi   Valditara, della reintroduzione del latino nella scuola media offre l’opportunità di riflettere sugli studi classici che non vanno confusi con il latinetto opzionale della scuola media che non modificherebbe  nulla. Il discorso di una riforma della scuola alla maniera di Giovanni Gentile non ha nulla a che vedere con i segmenti  disgiunti di una  finta riforma che manca di una  visione culturale d’insieme. Nulla si può inventare con la  faciloneria  e l’improvvisazione, mentre la riforma Gentile fu il frutto di un ventennio di confronto tra Croce ,Gentile e altri intellettuali, tutte  figure che oggi non hanno un corrispettivo. La destra attuale è priva di intellettuali di rango e i pochi  tacciono o non vengono considerati. Anzi, vengono ignorati e magari sbeffeggiati.  Questo è il punto  nodale. Sul tema della scuola c’è una cronica mancanza di idee capaci di far svoltare la scuola italiana dalla deriva populistica di don Milani ,dei cattivi maestri del ‘68 e dei loro seguaci. Un po’ di latino nella scuola media non serve e non basta. La cultura classica è altra cosa e lo studio del latino dovrebbe essere un contributo alla formazione intellettuale  critica dei giovani destinata a restare per la vita intera. Ma essa è altro  da un frettoloso ripristino di facciata che non serve certo  a recuperare  un patrimonio  distrutto  che oggi è  di pochi come in un nuovo Medio Evo. Quanti oggi hanno quel minimo di cultura classica che consente loro un tipo di ragionamento non solo  ragionieristico?
La cultura classica è tornata patrimonio di pochi perché non esistono neppure più i monasteri medievali che ci hanno salvati dal naufragio. Oggi anche l’ultimo crede di essere il primo con quattro parole di inglese  orecchiate e un po’ di Internet. In questo squallido  contesto un modo di pensare che era proprio di una élite intellettuale è andato perduto. Siamo   nell’imbarbarimento dell’inclusione indifferenziata  che snatura la nostra cultura e la nostra lingua. Un po’ di latino diventa quasi una presa in giro. Neppure nei licei classici si studia più con serietà il latino e il greco .Occorrerebbe un nuovo Umanesimo rinascimentale  che oggi appare impossibile. Basta sentire parlare un giovane per rendersi conto dell’ imbarbarimento che sta arrivando e di una incapacità a pensare come si deve ,come  avrebbe detto Pascal. E questo stato di cose non viene assolutamente percepito se non da pochissimi. Stiamo affogando e non ci rendiamo conto dell’abisso culturale dove siamo finiti. Curare con l’ aspirina un moribondo appare drammaticamente ridicolo. I politici per primi sono figli della scuola facile e permissiva che ha creato sacche colossali di  ignoranza  abissale. Volevano eliminare il latino fonte di discriminazione sociale e alla fine hanno abbassato tutti o quasi a livelli che hanno intaccato perfino le basi stesse  della democrazia perché i cittadini sono privi di spirito critico e si lasciano guidare dagli imbonitori di turno. Concetto Marchesi, il comunista Marchesi si oppose inutilmente alla demonizzazione in chiave populistica della classicità  sulla quale si erano formati, diceva lui,  Marx ed Engels, Gramsci e Togliatti. Prevalse la demagogia sessantottina e oggi ripristinare la serietà degli studi diventa impresa impossibile perché i danni sono stati  devastanti. Spero di essere troppo pessimista, ma questa è la mia amara conclusione di docente e di studioso che ha dedicato forse inutilmente  la sua vita alla cultura e alla scuola.
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LETTERE scrivere a quaglieni @gmail.com
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La sanità è ormai privata
La sanità che ha malamente retto di fronte al Covid, dopo la pandemia non ha più retto alla aggressione dei colossi milanesi privati. I cittadini non hanno più la possibilità di curarsi ,se non mettendo mano ai risparmi. E’ un regresso sociale che ci porta indietro persino alle mutue private anni Anni 50. I poveri non si curano più, non ne hanno i mezzi. E molti medici finiti nel privato dopo la pensione, si fanno i soldi a spese dei malati, ordinando esami costosi I centri medici si moltiplicano  per guadagni milionari. I medici per un piccolo sconto non fanno fatture, sono evasori sfacciati  e la finanza non controlla mai. Questo è uno scandalo sociale vergognoso. Così un pensionato muore e i medici si rivelano più affaristi che medici.  C.T.
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Purtroppo è così. Non sono così pessimista come lei ,ma nella sostanza ha ragione. Proviamo a  sperare nel nuovo piano sanitario? Forse alcuni errori l’ex sindaco di Casale li ha capiti e corretti. Certo, molti medici sono degli affaristi  che non hanno rispetto per i malati. Il Tribunale dei malati esiste ancora? In certi casi andrebbe anche coinvolto il tribunale penale e civile.
I figli di Firpo
Deve essere morto uno dei gemelli  Firpo, figlio dello dello storico Luigi. Era stato un dirigente UTET e con il fratello Massimo è stato il distruttore  morale della figura di suo Padre in un libro subito scomparso dalle librerie. Una pagina da dimenticare.   Aurelio Mo
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Ho solo conosciuto Luigi e mi è bastato. Sì è morto il figlio. L’episodio del libro killer va dimenticato. La sua anima abbia finalmente pace  oltre lo Stige.
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Cultura tra spaghetti e un bicchiere di vino
 . Sarà sicuramente un qualcosa da non perdere, ma è fuor di dubbio che un’osteria non è un centro culturale senza finalità di lucro. Anch’io ho un ‘attività simile in cintura, ma il giornale non pubblica mai le mie serate. G.F.
Nelle osterie non c’è molta cultura. Quando fui invitato attraverso l’editore a parlare di Mario Soldati e del vino, l’osteria   Vedrà che forse anche lei avrà le attrattive culturali del giro di amici da non  perdere mai. I giornali di questi tempi sembrano perseguire sempre lo stesso storico fine: perdere lettori ogni giorno.

Bike to Hell a Prato Nevoso

BIKE TO HELL 9.0: SABATO ADRENALINICO A PRATO NEVOSO, ECCO I VINCITORI
Levento di downhill invernale più atteso delle Alpi non ha tradito le attese: spettacolo puro in pista!

Gare spettacolari, pubblico entusiasta e un’atmosfera elettrizzante: la nona edizione della Bike to Hell, disputatasi a Prato Nevoso sabato 15 febbraio 2025, ha confermato il crescente successo della manifestazione, ormai divenuta un autentico punto fermo tra gli eventi invernali della stazione sciistica.

L’inimitabile gara di mtb, che porta i rider a sfidarsi in discesa sulle piste da sci, si è svolta in un clima di grande festa e adrenalina. Da registrare l’ampia partecipazione di bambini e ragazzi, che ha rafforzato ulteriormente l’identità di Prato Nevoso come destinazione turistica a misura di famiglia.

“Ancora una volta la Bike to Hell si è dimostrata un appuntamento straordinario, capace di coinvolgere atleti e spettatori in un’esperienza unica – ha dichiarato Alberto Oliva, amministratore della Prato Nevoso Spa –. Il villaggio tematico alla base degli impianti, con musica, speakeraggio e intrattenimento, ha aggiunto ulteriore valore a una giornata che resterà nella memoria collettiva.

Come da tradizione, la competizione si è articolata in quattro categorie: Kids (nati dal 2012 in poi), Rookies (nati tra il 2008 e il 2011), Open Women e Open Men. Dopo le batterie di qualificazione, si sono svolte semifinali e finali.

Ecco i vincitori della Bike to Hell 9.0:

Kids

  1. Samuele Ghigliotti
  2. Gabriele Giuffrida
  3. Matteo Camarda

Rookies

  1. Nicolò Pascuzzi
  2. Andrea Largiu
  3. Lorenzo Tallone

Women

  1. India Scavello

Men

  1. Nicola Bima
  2. Danilo Mana
  3. Lorenzo Conta – Emanuele Cattoni (ex aequo)

La Bike to Hell di Prato Nevoso ha ribadito anche quest’anno il suo elevato indice di spettacolarità e rientra a pieno titolo tra gli eventi di downhill invernale più attesi d’Italia. L’appuntamento è già fissato per la prossima edizione: nel 2026 si festeggeranno i primi dieci anni della manifestazione ed è lecito attendersi grandi sorprese.

Le biblioteche torinesi per la fascia 0-6 anni

Nel corso dell’ultimo anno, Nutrirsi di Cultura 0-6, il progetto di promozione della lettura e del ben-essere culturale nato nel 2004 e dedicato alle famiglie con bambini e bambine da 0 a 6 anni, ha ottenuto importanti risultati, rafforzando il legame tra biblioteche, servizi educativi, musei, scuole, presidi sanitari e associazioni territoriali e raggiungendo circa quindicimila persone.

Il progetto Nutrirsi di Cultura 0-6, nell’ambito del programma Nati per Leggere, è sostenuto attraverso il bando Cultura per Crescere promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con la Regione Piemonte. È realizzato dalla Città di Torino con le Biblioteche Civiche Torinesi e i Servizi Educativi, la Fondazione Torino Musei, l’ASL Città di Torino, la Rete delle Case del Quartiere, Abbonamento Musei e il CCW – Cultural Welfare Center, che ha accompagnato il progetto fin dall’inizio. Un lavoro trasversale che ha visto impegnati l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia, l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli, l’assessora alle Politiche educative Carlotta Salerno e la Vicesindaca con delega alle Politiche per le famiglie Michela Favaro.

“Nutrirsi di Cultura rappresenta uno strumento essenziale per il rafforzamento delle attività delle Biblioteche verso le famiglie – ha dichiarato l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia -. È un’iniziativa che valorizza il lavoro ultraventennale del programma Nati per Leggere con cui, grazie a una solida rete di collaborazione e partecipazione attiva degli enti del terzo settore, riusciamo a raggiungere anche le famiglie più fragili, favorendo la sinergia tra cultura, educazione, salute e sociale. Per questo siamo orgogliosi che il progetto Nutrirsi di Cultura 0-6 sia nuovamente assegnatario, per il biennio 2025-2026, del Bando Cultura per Crescere”.

Alcuni dati:

  • 10 mila 500 bambine e bambini e i loro familiari coinvolti nelle attività delle biblioteche, dei presidi sanitari e degli spazi pubblici;

  • 1516 partecipanti in 49 appuntamenti nell’ambito dell’azione Con le famiglie a… realizzata in sinergia con le biblioteche territoriali e il terzo settore da Fondazione Torino Musei con GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ad Aurora e Barriera di Milano, MAO Museo d’Arte Orientale a Porta Palazzo e Pozzo Strada, Palazzo Madama Museo Civico d’Arte Antica a Mirafiori e Vallette;

  • 692 letture ad alta voce nelle biblioteche, nei musei e nei presidi sanitari;

  • 10 soste settimanali del Bibliobus nei quartieri, portando la lettura nei luoghi di maggiore frequentazione familiare;

  • 625 genitori partecipanti ai corsi di accompagnamento alla nascita dell’Ospedale Mauriziano alla GAM e dell’Ospedale Maria Vittoria a Palazzo Madama con il coinvolgimento diretto di personale delle biblioteche, musei e volontari;

  • oltre 1000 gestanti nei due ospedali Martini e Maria Vittoria dell’ASL Città di Torino e altre 1000 all’ospedale Sant’Anna, che durante gli incontri di accompagnamento alla nascita hanno avuto, direttamente dal personale ospedaliero, la presentazione delle opportunità culturali territoriali per una buona crescita sulla base della narrazione condivisa “Milleculle, nutrirsi di cultura”;

  • 340 studenti e famiglie coinvolti nelle attività promosse durante il Salone del Libro;

  • 235 bambine, bambini e famiglie coinvolti nelle attività promosse durante Portici di Carta;

  • 769 ingressi di famiglie torinesi alla quarta Festa della Nascita alla Reggia di Venaria Reale, valorizzando la lettura come strumento di crescita e relazione familiare;

  • 32 incontri con gruppi di bambine e bambini all’interno del palinsesto La Bella stagione.

Le Biblioteche Civiche Torinesi si confermano così come punto di riferimento per la promozione della lettura, del ben-essere infantile e del nucleo familiare, garantendo accesso alla cultura fin dai primi mesi di vita. Il servizio di Bibliobus ha ampliato l’offerta libraria nei quartieri meno serviti, mentre le biblioteche territoriali hanno ospitato numerose iniziative in collaborazione con strutture sanitarie e il terzo settore. In particolare, le Biblioteche Civiche Torinesi hanno portato la lettura anche nei luoghi sanitari, tra cui l’iniziativa I libri del mercoledì in collaborazione con Casa della Salute dei bambini e dei ragazzi e l’attivazione di un nuovo punto lettura presso il Centro vaccinale di via della Consolata.

Nel 2024, il progetto ha visto la nascita di nuove collaborazioni strategiche, tra cui:

  • adesione al programma UNICEF Baby Pit Stop, che ha trasformato le biblioteche in spazi accoglienti per l’allattamento e il benessere neonatale;

  • attivazione di nuovi gruppi di lettura in collaborazione con la Neuropsichiatria infantile Torino Nord dell’ASL Città di Torino;

  • nuove collaborazioni con Fondazione Paideia e Area Onlus, per il rafforzamento dell’accessibilità universale nei servizi bibliotecari;

  • durante l’annuale SAM – Settimana mondiale dell’Allattamento Materno è stata attivata per la prima volta un’azione di sistema, tra sanità, sociale, cultura ed educazione, con la partecipazione delle biblioteche a 26 incontri;

  • estensione degli accordi di collaborazione grazie alla Fondazione Medicina a Misura di Donna con l’azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino e con il Museo Nazionale dell’Automobile;

  • distribuzione di 14 valigie di libri multilingua e accessibili, anche grazie al coinvolgimento del Soroptimist International Club di Torino, negli snodi solidali e nei presidi sanitari ed educativi;

  • collaborazione strategica con il Centro di documentazione e Biblioteca pedagogica e i Laboratori di lettura della Città di Torino;

  • rafforzamento dell’integrazione fra i progetti Nati per Leggere (che coinvolge le Biblioteche) e Nati con la Cultura – ideato dalla Fondazione Medicina a misura di donna che, con il Passaporto culturale, consente il libero accesso alle famiglie nel primo anno di vita nelle realtà della rete Abbonamento Musei aderenti al programma. Nel 2024, solo nei musei torinesi, gli ingressi con il Passaporto culturale hanno raggiunto quota 15 mila (23 mila 500 in Piemonte);

  • nascita del progetto con GAM e A.O. Ordine Mauriziano “La vita. Dall’origine” con incontri di accompagnamento alla nascita in museo che si sono svolti tra opere e letture per sostenere il nutrimento del corpo e della mente.

L’efficacia del progetto è stata monitorata attraverso strumenti di valutazione condivisi tra i partner, confermando l’azione di sistema di Nutrirsi di Cultura 0-6 quale modello innovativo e replicabile per il welfare culturale dell’infanzia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda che “investire nello sviluppo precoce dei bambini costituisce uno dei migliori investimenti che un paese può fare per sviluppare la sua economia, promuovere società pacifiche e sostenibili, eliminare la povertà estrema e ridurre le diseguaglianze”. A partire dal 2025, le Biblioteche Civiche Torinesi rafforzeranno ulteriormente il loro impegno nel raggiungere tutti i nuovi nati e le nuove nate di Torino, per incentivare fin da subito l’accesso alla lettura e alla cultura in Famiglia.

Investire nella prima infanzia è essenziale per tracciare percorsi di crescita sostenibili. L’azione, che in prospettiva verrà estesa a tutta la Città, nel 2024 si è focalizzata, in accordo con le Circoscrizioni, sui quartieri di Aurora, Barriera, Mirafiori Sud, Porta Palazzo, Pozzo Strada, Vallette e nel 2025 si estenderà anche al quartiere Falchera. Ha coinvolto in azioni di prossimità, a fianco delle biblioteche del territorio, dei servizi educativi, le case del quartiere-Casa nel Parco, Bagni Pubblici di Via Agliè, Officine Caos, Cecchi Point – e i musei partner GAM, MAO e Palazzo Madama -, AIB-Associazione Italiana Biblioteche, ACP-Associazione Culturale Pediatri, Centro Interculturale, Associazione Insieme-Genitori della scuola materna Chagall, Fondazione Paideia, Area Onlus, Fondazione Medicina a Misura di Donna, l’I.C. Parini II – Parini e gli snodi solidali territoriali: Spazio Zerosei, Cooperativa Accomazzi, Ufficio per la Pastorale dei Migranti, Camminare insieme, Genitori e Figli-Gruppo Abele, le Associazioni AMECE, Zhisong, Mondi in Città, Vides Main.

Voci dai quartieri per progettare la città che verrà

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Un processo di condivisione, partecipato, diffuso sull’intero territorio cittadino. Un intreccio di voci dai quartieri della città che innerva il corpo urbano della città che verrà. Dal 19 febbraio torna “Voci di Quartiere”, la campagna di ascolto finalizzata a costruire insieme il futuro della città. In linea di continuità con le attività svolte nel 2024 con il coinvolgimento attivo della cittadinanza e delle comunità locali, “Voci di Quartiere” riparte dai quartieri, il perno del lavoro di ascolto del territorio per la costruzione del nuovo Piano Regolatore. 10 incontri per fare il punto sui contenuti e le osservazioni emerse nel 2024 e per approfondire temi e luoghi con amministratori e tecnici della Città. Ogni incontro, 1 ora e mezza a ritmo serrato di scambi e di stimoli reciproci, con ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili, presso le Case di Quartiere e nei centri del protagonismo giovanile.

«Con l’avvio della seconda fase della campagna Voci di Quartiere proseguiamo il dialogo con cittadine e cittadini per approfondire risorse e criticità di ogni quartiere – spiega Paolo Mazzoleni, Assessore all’Urbanistica del Comune di Torino – questo confronto è fondamentale non solo per la costruzione del nuovo Piano Regolatore, ma anche per orientare al meglio le progettualità dell’amministrazione nei prossimi anni, rispondendo in modo concreto alle esigenze della città».

Si inizia il 19 febbraio alle 18 dalla Casa del Quartiere di San Salvario, gli ex bagni pubblici riconvertiti in un laboratorio aperto per la progettazione e realizzazione di attività sociali e culturali, con l’adesione di associazioni, cittadini, operatori artistici e culturali. Negli spazi di via Morgari e via Belfiore, Città di Torino e Urban Lab danno appuntamento ai cittadini per la prima tappa di un nuovo itinerario nei quartieri, per proseguire nella riflessione cittadina sulla qualità della vita, degli spazi pubblici e dei servizi nei quartieri torinesi.

«Con Voci di Quartiere, Urban Lab consolida la propria azione di ascolto e ingaggio del territorio – aggiunge Piero Boccardo, presidente di Urban Lab Torino – passaggio fondamentale per mappare bisogni e istanze e fornire supporto all’Amministrazione nella costruzione delle proprie politiche e progettualità concrete. Ringraziamo tutti coloro che ci stanno aiutando a progettare le diverse iniziative, dalle Case del quartiere ai Centri di protagonismo giovanile, dalle Biblioteche alle associazioni ed enti del terzo settore, ma grazie soprattutto alle tante persone che dedicano il loro prezioso tempo a disegnare il futuro dei quartieri. Lo scorso anno sono state oltre 4000. Ci auguriamo anche per quest’anno una importante partecipazione e dunque colgo l’occasione per invitare tutte e tutti agli incontri che si svolgeranno nei diversi quartieri della città»

A partire dal 19 febbraio il format di ogni appuntamento sarà identico e suddiviso con questo schema:

– “Cosa ci dicono le voci dei quartieri”, un video-racconto degli esiti della campagna di ascolto del 2024 con un focus sulle principali questioni emerse a scala cittadina e di quartiere, e le cose più urgenti da affrontare nel prossimo futuro.
– “Cosa ci dice l’Amministrazione”, gli Assessorati della Città si raccontano (quali priorità sono emerse nel dialogo con i quartieri? Quali progettualità, in corso, in fase di studio e programmazione prenderanno forma nei quartieri nel breve e nel lungo periodo? In che modo quanto raccolto sin qui alimenta il nuovo Piano Regolatore della Città?).
– “Vita di quartiere: dove e come”, il quartiere di giorno e di notte, in una doppia mappa collaborativa (dove si svolge la vita di quartiere? quali sono i luoghi centrali e importanti per la quotidianità? Partendo dalle mappe che restituiscono i contenuti e le questioni emerse durante la campagna di ascolto, si lavorerà sui quartieri di oggi e di domani).
– “A tu per tu con l’Assessore”: ogni evento si chiude con uno speed date, durante i lavori sulle mappe i partecipanti potranno interfacciarsi e porre domande direttamente agli Assessori e ai tecnici intervenuti.

Gli incontri di Voci di Quartiere 2025

San Salvario, Lingotto, Nizza Millefonti, Borgo Filadelfia
mercoledì 19 febbraio, ore 18
Casa del Quartiere di San Salvario
via Oddino Morgari 14

Cavoretto, Borgo Po, Madonna del Pilone, Borgata Rosa-Sassi, Crimea
mercoledì 26 febbraio, ore 18
Biblioteca Geisser
corso Casale 5

Borgo Vittoria, Madonna Di Campagna, Barriera di Lanzo
mercoledì 19 marzo, ore 18
Cascina Fossata
via Ala di Stura 5

Parella, Pozzo Strada, Borgata Lesna
mercoledì 2 aprile, ore 18
Biblioteca Luigi Carluccio
via Monte Ortigara 95

Mirafiori Sud, Mirafiori Nord, Santa Rita
in via di definizione

San Donato, Campidoglio, Cit Turin, Cenisia, San Paolo, Crocetta
in via di definizione

Falchera, Pietra Alta, Villaretto, Barca, Bertolla
in via di definizione

Centro, Aurora, Valdocco, Vanchiglia, Vanchiglietta
in via di definizione

Barriera Di Milano, Regio Parco, Rebaudengo
in via di definizione

TORINO CLICK

In scena al teatro Astra “Le mie tre sorelle”, uno spaccato rap di vita iraniana 

Andrà in scena al Teatro Astra il 18 e 19 febbraio la pièce dal titolo “Le mie tre sorelle” di Ashkan Khatibi, spettacolo in persiano e in italiano, con sovratitoli in italiano.

La drammaturgia e la regia sono di Ashkan Khatibi, gli interpreti Sadaf Baghbani, Nazanin Aban, Saba Poori, Sahba Khalili Amiri. La produzione è del gruppo artistico Charpayeh, assistente alla regia Pari.

 

Lo spettacolo trae ispirazione dalla vita di Sadaf Baghbani, una combattente per la libertà iraniana che ha subito oltre 150 ferite da arma da fuoco.

Attraverso un omaggio alle Tre sorelle di Cechov, il racconto di Sadaf e delle sue sorelle offre una visione franca e senza filtri della vita delle donne in Iran e della tragedia della loro sistematica oppressione.

“Due anni fa – racconta il regista – ho abbandonato il mio Paese e tutto ciò che ho fatto per oppormi al regime. Ora continuo a battermi per la libertà attraverso questa rappresentazione. Unisciti a me e a Sadaf nella nostra lotta”.

Aiutato dalla musica rap persiana, linguaggio ufficiale della nuova generazione iraniana, il regista Ashkan Khatibi vuole ribadire l’ingiustizia sistematica inflitta alle donne iraniane.

Andrea De Rosa ha rivolto agli artisti della stagione 2024-2025 una domanda :”Chi o che cos’è il fantasma nel tuo spettacolo?”

“Essere donna in Iran – ha risposto Ashkan Khatibi – rappresenta una battaglia continua. Si può rischiare la vita semplicemente scegliendo di non vestire l’hijab. Infatti in questa storia il fantasma è la vita stessa, che manca. La libertà di parola, di cantare, di ballare, di baciare, di amare. Ma sono fantasmi anche le vite spezzate nelle strade durante le rivolte del movimento “Donna, vita, libertà “. La protagonista della mia pièce ha più di 150 proiettili di plastica nel proprio corpo, è arrivata in Italia per curarsi e, da quando ha lasciato il suo Paese, cerca di dialogare con il padre e le sue sorelle. Cerca di riempire i vuoti della sua esistenza”.

 

Martedì 18 febbraio ore 21

Mercoledì 19 febbraio ore 19

TPE Teatro Astra, via Rosolino Pilo 6, Torino

Info e biglietteria tpeteatroastra.it o in biglietteria.

 

Mara Martellotta