Incidente mortale sul lavoro alla Dana Graziano di Rivoli, impresa di ingranaggi per i ricambi di camion. Un operaio è morto mentre stava lavorando. La triste notizia giunge dalla Fiom Cgil di Torino, secondo la quale la dinamica dell’incidente non è ancora chiara. Il lavoratore sarebbe svenuto per un malore e avrebbe poi battuto la testa con violenza. Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino dice che “sono molti i malori in fabbrica a causa del caldo intenso di queste settimane”.
Nuovi requisiti per le agenzie di viaggio
Uniformare il contesto legislativo piemontese alle disposizioni nazionali relative alla figura del direttore tecnico delle agenzie di viaggi e turismo. Questo lo scopo del Ddl di modifica alla legge regionale 15/1988, “Disciplina delle attività di organizzazione e intermediazione di viaggi e turismo”, approvato con voto unanime dall’aula del Consiglio regionale.
La relatrice di maggioranza Letizia Nicotra (Lega) ha sottolineato come questo provvedimento sia utile a garantire professionalità e non improvvisazione nella gestione di un’agenzia di viaggio, che deve altresì disporre di strutture idonee; Silvio Magliano (Moderati), relatore di minoranza, auspica “che nei locali in cui è prevista la vendita al pubblico, sia sempre garantita l’accessibilità a tutte le persone con disabilità”.
L’assessore al Turismo Vittoria Poggio ha ricordato che “al fine di adeguare il quadro normativo di riferimento per il riconoscimento della figura professionale di Direttore tecnico di agenzia di viaggi e turismo si è reso necessario apportare, con il presente disegno di legge, le necessarie modifiche alla disciplina legislativa esistente, per garantirne la conformità normativa ed operativa sul territorio regionale piemontese ed uniformarsi alle altre regioni italiane.”
Il provvedimento prevede, in particolare, che la responsabilità tecnica dell’agenzia di viaggio e turismo venga affidata a un direttore tecnico la cui abilitazione all’esercizio è rilasciata dalla Regione mediante l’accertamento dei requisiti contenuti nel decreto. Sarà la Giunta a stabilire la disciplina di dettaglio per il percorso professionale, formativo e per l’abilitazione all’esercizio della professione; la Regione terrà e aggiornerà un elenco dei soggetti idonei ad assumerne le funzioni e le responsabilità.
Per quanto riguarda i requisiti tecnico-strutturali delle agenzie di viaggio e di turismo si prevede, invece, che alla presentazione dell’istanza di avvio dell’attività disponga: di strutture e attrezzature idonee; di appositi locali, in caso di vendita diretta al pubblico, facilmente accessibili e distinti da quelli di altri esercizi commerciali (tale disposizione non si applica alle agenzie che effettuano vendita al pubblico esclusivamente per via telematica o altre forme di vendita a distanza, per cui si applicano le disposizioni contenute nel Codice del consumo); di apposita insegna visibile all’esterno denominante chiaramente l’esercizio d’impresa.
Il Sindaco di Torino e della Città metropolitana, Stefano Lo Russo, ha visitato l’Istituto di Candiolo-IRCCS. Accolto dal Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Allegra Agnelli, il Sindaco ha visto i laboratori di ricerca e gli spazi dedicati alla cura dove lavorano circa 800 persone tra medici, ricercatori, infermieri e personale amministrativo.
Eccellenza del nostro territorio, l’Istituto di Candiolo è stato realizzato e vive esclusivamente grazie alle donazioni di privati cittadini e aziende e al supporto di enti e istituzioni. “E’ un onore per me – ha affermato Allegra Agnelli – ricevere il Sindaco di Torino e della Città Metropolitana. Il Comune è costantemente vicino alle nostre attività e ci supporta ogni giorno. Il legame con il territorio, infatti, è il motore che spinge da sempre Candiolo. Abbiamo da poco iniziato i lavori di sviluppo dell’Istituto per creare nuovi spazi per curare sempre più persone e farlo sempre meglio, e, oggi più che mai, abbiamo bisogno del supporto di tutti per raggiungere nuovi e importanti traguardi”.
Sui suoi canali social Lo Russo ha scritto: “Ho visitato la Fondazione del Piemonte per l’Oncologia – Istituto di Candiolo insieme ad Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Con le sue tecnologie d’avanguardia, l’Istituto è una vera eccellenza in ambito di cura e ricerca nel campo dell’oncologia, fonte di orgoglio per tutto il nostro territorio.
La componente umana è però ciò che maggiormente identifica l’Istituto: i pazienti sono posti al centro di un percorso di cura, intesa non soltanto come trattamento clinico, ma anche e soprattutto come profonda attenzione alle esigenze di ciascuna persona.
Una visita emozionante, che mi ha molto colpito. Grazie a tutti i ricercatori che con competenza e passione ogni giorno lavorano per trovare le cure migliori e a tutti coloro che da oltre 35 anni con il loro sostegno e le donazioni permettono tutto questo”.
Accadde oggi
Helsinki – Pellokenta Stadion – 21 luglio 1952 – ore 19.00
Ungheria: Grosics, Buzansky, Lantos, Bocsik, Lorant, Zakarias, Csordas, Kocsis, Palotas, Puskas, Hidegkuti. CT: Gustav Sebes
Italia: Bugatti, Rota, Corradi, Neri, Azzini, Venturi, Mariani, Pandolfini, La Rosa, Gimona, Fontanesi. CT: Piercarlo Beretta – Giuseppe Meazza
Arbitro: Karel van der Meer (Olanda)
Marcatori: 11’/20’ Palotas (Ung), 83’ Kocsis (Ung)
Il calcio ed i Giochi Olimpici,oggi, rappresentano due mondi totalmente diversi tanto è vero che il mondo del pallone ne farebbe volentieri a meno, partecipando,talvolta,svogliatamente e mandando a giocare le seconde linee,quasi mai i grandi campioni.Ma non è sempre stato così! Una volta le Olimpiadi rappresentavano un’importante vetrina e spesso permettevano di individuare quelle che sarebbero diventate,negli anni a venire, squadre importanti piene di grandi campioni.È il caso della Grande Ungheria, denominata anche la “Squadra d’Oro”, che,nel 1954,perse la finale mondiale contro la Germania Ovest,ma fu capace di incantare e fare incetta di trofei negli anni precedenti, fino a dissolversi dopo l’invasione sovietica del 1956.
Anche l’Italia affrontò la Grande Ungheria alle Olimpiadi del 1952 ad Helsinki.Vinse nettamente la squadra magiara che schierava campioni, come il quartetto d’attacco formato da Sandor Kocsis, Peter Palotas, Nandor Hidegkuti, Ferenc Puskas, e per gli azzurri non ci furono speranze. Già nei primi venti minuti Palotas segnò una doppietta, gli italiani provarono a reagire, ma i tentativi furono vani, e la gara fu chiusa a sette minuti dalla fine, con un gran gol di Kocsis che trafisse,per la terza volta,il portiere degli Azzurri Bugatti.
Enzo Grassano
Con questa serie di articoli voglio prendere in esame alcuni musei torinesi, approfondirne le caratteristiche e “viverne” i contenuti attraverso le testimonianze culturali di cui essi stessi sono portatori. Quello che desidero proporre sono delle passeggiate museali attraverso le sale dei “luoghi delle Muse”, dove l’arte e la storia si raccontano al pubblico attraverso un rapporto diretto con il visitatore, il quale può a sua volta stare al gioco e perdersi in un’atmosfera di conoscenza e di piacere.
1 Museo Egizio
2 Palazzo Reale-Galleria Sabauda
3 Palazzo Madama
4 Storia di Torino-Museo Antichità
5 Museo del Cinema (Mole Antonelliana)
6 GAM (Galleria d’Arte Moderna)
7 Castello di Rivoli
8 MAO (Museo d’Arte Orientale)
9 Museo Lombroso- Antropologia Criminale
10 Museo della Juventus
3 Palazzo Madama
Ci si vede “al Cavallo”. Negli anni più alternativi della mia adolescenza, uno dei luoghi di ritrovo più gettonati per gente “strana” era proprio sotto il massiccio cavaliere a dorso del suo fiero destriero, parte del ben più ampio monumento memoriale, dedicato al Generale Emanuele Filiberto e ai caduti della prima guerra mondiale, che si innalza dietro Palazzo Madama.
Ecco, facciamo conto di esserci dati appuntamento lì, ora dirigiamoci verso la meta di oggi: una rilassante passeggiata all’interno e all’esterno del peculiare edificio di Palazzo Madama.
Siamo nel cuore pulsante di Torino e la regale costruzione è una perfetta sintesi architettonica di duemila anni di storia della città. Le origini dell’edificio risalgono all’età romana, nel I sec. d.C., la costruzione sorge infatti sulle fondamenta delle porte di accesso alla città , in corrispondenza del decumano maximo di Augusta Taurinorum. Due torri incorniciavano quattro grandi aperture ad arco, destinate all’entrata e all’uscita dall’urbe, verso est e verso Roma. Nel corso del Medioevo la porta fu trasformata in fortilizio e adibita a funzioni difensive, fino alla ristrutturazione promossa da Filippo d’Acaia nei primi decenni del XIV sec., quando l’edificio prese le forme di un vero e proprio castello, con due nuove torri addossate a quelle romane e un cortile interno porticato.
Incorporata nella costruzione è la Porta Decumana, risalente al I sec. d.C. e inizialmente formata da due torri di sedici lati che delimitavano quattro ingressi ad arco: due centrali per i carri e due laterali per i pedoni.
All’inizio del XIII sec. la Porta Decumana fu inglobata in una struttura difensiva addossata esternamente al muro romano, chiudendo le arcate di attraversamento. La nuova porta per il passaggio pubblico, Porta Fibellona, è ancora oggi visibile lungo la scala che porta al piano fossato. È l’unica porta medievale di Torino sopravvissuta agli ampliamenti della città. È costituita da un arcone a doppia ghiera laterizia, impostato su sostegni in pietra di recupero. L’arco a tutto sesto imita il modello della vicina porta romana inserendosi in un contesto di rinascita e riutilizzo dell’antico.
Alla fine del XIII sec. il castello di Porta Fibellona passa al ramo dei Savoia d’Acaia. Nel 1317 Filippo I d’Acaja avvia un radicale intervento di ricostruzione del vecchio edificio ridimensionando la funzione militare a vantaggio di quella di rappresentanza. Fa innalzare due nuove torri di pianta quadrata accanto a quelle romane e realizza una struttura porticale intorno al cortile centrale. Giacomo d’Acaja fa abbattere le abitazioni di alcuni privati che confinavano con l’edificio verso la città, ampliando la piazza davanti al castello.
Tra il 1402 e il 1418 il principe Ludovico d’Acaja raddoppia i volumi del castello di porta Fibellona, e associando alle antiche funzioni di difesa quelle di residenza cortese. Si costruiscono nuove torri verso levante collegate al piano terra dall’ampia «sala magna bassa» (sala Acaia) ritmata da quattro pilastri centrali di sostegno. Nella corte trecentesca viene tamponato il porticato verso nord per ricavare una nuova sala ( sala Staffarda).Il capomastro piemontese Giacomo da Santhià realizza una torre ottagonale con scala a chiocciola elicoidale (viretum) che serviva per collegare i diversi piani del castello.
Nel 1638 Cristina di Francia, diviene reggente dello Stato a seguito della morte del marito Vittorio Amedeo I di Savoia ed elegge il vecchio castello Acaia a sua stabile residenza di rappresentanza. Elemento cardine della campagna di lavori da lei promossa fu la copertura dell’antica corte medievale a cielo aperto. Questo spazio viene trasformato in un salone voltato su pilastri di pietra di Chianocco, e viene ricavata una grande sala per le cerimonie al piano nobile. In seguito progetta il riallestimento e la decorazione delle stanze del suo appartamento con affaccio privilegiato verso piazza castello. La grande balconata diviene lo scenario per assistere alle feste e alle pubbliche cerimonie promosse dalla corte, tra cui l’Ostensione della Sindone.
Il castello divenuto palazzo fu l’oggetto di protagonismo della seconda Madama Reale: Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours. Nel 1688 inizia il rinnovamento della decorazione degli interni e tra il 1718 e il 1721 l’architetto Filippo Juvarra porta a termine la nuova facciata e lo scalone. Si tratta di esigenze di nuove funzionalità cerimoniali: l’angusta scala a chiocciola situata nella torre sud dell’antico castello Acaia era inadeguata alle nuove necessità e non all’altezza di un apparato di accoglienza degno della duchessa. L’interno dello scalone viene ideato da Juvarra come una scenografia costruita in un unico grande spazio aperto e permeabile alla luce.
Dopo questa lunga spiegazione si è fatta l’ora di entrare. A questo punto ci si imbatte nel celebre e scenografico scalone, definito uno dei capolavori dell’architettura europea, realizzato tra il 1718 e il 1721 per volere di Maria Giovanna Batista di Savoia-Nemours da Filippo Juvarra, (Messina, 7 marzo 1678 – Madrid, 31 gennaio 1736), architetto e scenografo italiano, uno dei principali esponenti del Barocco, che operò per lunghi anni a Torino sotto le direttive di casa Savoia.
Impossibile non immaginarsi regali e sfarzose sfilate su e giù per quei gradini antichi ed eleganti, abiti ingombranti, guanti leggeri che si appoggiano al mancorrente marmoreo, un continuo cicaleggio che non si discosta poi molto dall’odierno brusio insistente di turisti e visitatori. Mentre sono così sognante, una maschera gentilmente mi ricorda le mie origini plebee, e mi indica la biglietteria sulla sinistra, lontana dallo storico ingresse regale, da sempre precluso alla gente comune.
All’interno, la collezione è divisa in Arti decorative, (sala delle maioliche e delle porcellane, la Sala Atelier, la Sala Vetri); Barocco, (percorso cronologico e stilistico delle collezioni tra Sei e Settecento presentato negli antichi appartamenti delle Madame Reali); Gotico e Rinascimento, (sculture, dipinti e oggetti preziosi realizzati tra XIII e XVI sec. Quattro secoli di cultura figurativa piemontese dall’arte gotica al Rinascimento); Medioevo, (percorso cronologico sullo sviluppo stilistico e iconografico della scultura piemontese in pietra dal dodicesimo al tredicesimo secolo).
Una volta entrata, mi rendo subito conto che la meraviglia va ricercata nei lussuosi ambienti, più che negli oggetti esposti, seppur preziosi e particolari.
Degni di nota sono gli stalli lignei del coro provenienti dall’Abbazia di Staffarda (Cuneo), mirabilmente intagliati ma maestri artigiani purtroppo ignoti. A colpirmi sono le bislacche creature che si sporgono dagli stipiti e si affacciano minacciosi verso i visitatori; si tratta di creature fuoriuscite dalle pagine dei “Bestiari”, testi particolarmente diffusi in epoca medievale, contenenti brevi descrizioni di animali (reali e immaginari), accompagnate da spiegazioni moralizzanti e riferimenti tratti dalla Bibbia. L’origine remota di questi libri, che oggi hanno importanza più che altro storica, è da ricercarsi, per il mondo occidentale, in antichi volumi, come l’opera greca “Il Fisiologo” (cioè “lo studioso della natura”) che offriva l’interpretazione degli animali e delle loro caratteristiche in chiave simbolica e religiosa (quindi, per esempio, il leone, re degli animali, è associato a Cristo).
Prima di perdermi tra le belle sale ai piani superiori mi imbatto in quella che forse è l’opera più nota contenuta all’interno del Palazzo: “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, databile al 1476, opera di cui colpisce l’acutezza psicologica dello sguardo, l’ironica bocca sorridente e il realismo dei dettagli anatomici.
Proseguo per il mio percorso e decido di perdermi tra le sale riccamente adornate, come la Sala delle Feste o quella delle Quattro Stagioni e con grande forza d’animo mi costringo a non toccare i preziosi broccati che ricoprono le pareti. La residenza è senza dubbio un gioiello architettonico, prezioso e minuziosamente decorato, come dimostrano tutte le aree che lo costituiscono: la luminosa veranda e il Gabinetto Rotondo, chiamato anche “Stanza dei Fiori”, alle cui pareti sono appesi i ritratti della famiglia reale.
Numerose sono le mobilie che mi accompagnano nella passeggiata museale, firmate Piffetti, genio ebanista parigino, abilissimo nell’utilizzare materiali assai complessi da lavorare, come l’avorio. Eppure tra le molte realizzazioni del maestro artigiano, una mi colpisce profondamente, si tratta del modellino di un planetario, realizzato tra il 1740 e il 1750, detto anche “orrery”, dall’inglese Charles Boyle, che fece realizzare il primo strumento di questo genere nel 1704. Si tratta di un modello meccanico che riproduce la configurazione del sistema solare come era conosciuto all’epoca e i moti dei pianeti e dei loro satelliti intorno al Sole. Il cerchio esterno è articolato in tre registri, di cui due sono divisi in 360 parti con i dodici simboli dello zodiaco e uno centrale che scandisce i 365 giorni dell’anno.
Nel prezioso oggetto la scienza si mescola alla superstizione e alla magia, quasi una graziosa provocazione che invita i visitatori a riflettere sull’impossibilità di dividere nettamente realtà e misticismo.Ed è proprio con questo pensiero che mi avvio a concludere la visita, ma prima di uscire “a riveder le stelle” mi accingo a prendere l’ascensore panoramico, che porta fino ad una delle torri: da qui mi affaccio sulla bella Torino, vedo l’elegante collina e le montagne che si sfumano all’orizzonte, Palazzo Reale è illuminato dal sole che al tramonto si tinge di rosso, le persone passeggiano, corrono, si aggirano frettolose. Forse, come me, stanno per tornare a casa e, dopotutto, “la casa di ogni torinese è il suo castello.”
Alessia Cagnotto
Sabato 23 luglio, in Piazza Castello, si terrà la Cerimonia di Giuramento degli allievi del 140° Corso della Scuola Allievi Carabinieri di Torino, mentre giovedì 21 luglio si terranno le prove generali dell’evento.
L’intera area della manifestazione sarà interessata da alcune modifiche viabili e divieti di sosta.
Divieti di Sosta.
Nei giorni 21, 22 e 23 luglio, dalle ore 14.00 del 21/07/2022 alle ore 02.00 e comunque fino a cessate esigenze del 22/07/2022, nonché il giorno 23/07/2022 dalle ore 00.00 alle ore 14.00 e comunque fino a cessate esigenze, sarà istituito il divieto di sosta con rimozione forzata, in via Valfrè ambo i lati, tratto da via Avogadro a via Vittorio Amedeo II; Via Vittorio Amedeo II ambo i lati, tratto da via Valfrè a via Cernaia; Via Cernaia ambo i lati, tratto da corso Vinzaglio a piazza Solferino; Via Pietro Micca ambo i lati; Piazza Castello; Viale 1° Maggio, tratto da piazza Castello a viale Partigiani.
il giorno 23 luglio dalle ore 00.00 alle ore 14.00 del e comunque fino a cessate esigenze sarà istituito il divieto di sosta con rimozione forzata su ambo i lati con riserva di posteggio alle autorità della cerimonia in Viale I° Maggio, tratto compreso tra il Monumento al Carabiniere e Rondo’ Rivella – intersezione con Corso Regina Margherita e in Via Po, tratto compreso tra l’intersezione con via Bogino e Piazza Castello.
Divieti di transito e sosta
ll 21 luglio , dalle 22.00 alle 22.30, il 22 luglio dalle ore 1.30 alle ore 2.00, nonché il giorno 23 luglio, dalle ore 7.00 alle ore 14.00 e comunque fino a cessate esigenze, sarà istituito il divieto di transito, fatta eccezione per i veicoli di Soccorso e della Forza Pubblica, in via Valfrè ambo i lati, tratto da via Avogadro a via Vittorio Amedeo II; Via Vittorio Amedeo II ambo i lati, tratto da via Valfrè a via Cernaia; Via Cernaia ambo i lati, tratto da corso Vinzaglio a piazza Solferino; Via Pietro Micca ambo i lati; Piazza Castello; Viale 1° Maggio, tratto da piazza Castello a viale Partigiani; Piazza Castello.
Sempre il giorno 23 luglio, dalle ore 00.00 alle ore 14.00 e comunque fino a cessate esigenze, sarà istituito il divieto di transito e sosta con rimozione forzata , fatta eccezione per i veicoli di Soccorso e della Forza Pubblica in via Garibaldi ambo i lati , tratto da via XX Settembre a piazza Castello; Via Palazzo di Città ambo i lati, tratto da via XX Settembre a piazza Castello; via Roma ambo i lati, tratto da via Cesare Battisti a piazza Castello.
L’Ordinanza completa è consultabile sul Sito Internet della Città di Torino.
Con temperature attuali seri rischi per salute dei residenti. Possibili danni ad organi vitali e cervello
Da colpi di calore a congestioni, ecco tutte le conseguenze del caldo eccessivo sul corpo umano. Società Italiana di Medicina Ambientale diffonde la guida per difendersi dal caldo record
Il caldo record che investirà Torino , città che da giovedì vedrà il livello massimo di allerta con il “bollino rosso”, rappresenta un serio pericolo per la salute umana, specie per soggetti più fragili come anziani, bambini e cittadini con patologie preesistenti.
Lo affermano i medici della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che lanciano oggi l’allarme circa le ripercussioni delle temperature elevate sul corpo umano.
“Il caldo eccessivo determina problemi sanitari in quanto può alterare il sistema di regolazione della temperatura corporea – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Il corpo umano si raffredda attraverso la sudorazione, ma in determinate condizioni ambientali questo non è sufficiente: una umidità eccessiva impedisce al sudore di evaporare, con il calore corporeo che aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare organi vitali e il cervello. Temperature eccessivamente elevate possono provocare disturbi lievi come crampi, svenimenti, edemi, ma anche problemi gravi, dalla congestione alla disidratazione, aggravando le condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti”.
Nello specifico, tra i disturbi legati al caldo, i più frequenti sono:
Insolazione: determina eritemi o ustioni anche accompagnate da una sintomatologia analoga al colpo di calore;
Crampi: dolori fisici causati da una perdita di sodio dovuto alla sudorazione e ad una conseguente modificazione dell’equilibrio idrico-salino;
Edema: causato da una ritenzione di liquidi negli arti inferiori come conseguenza di una vasodilatazione periferica prolungata;
Congestione: causata dall’assunzione di bevande ghiacciate in un organismo surriscaldato, i sintomi sono costituiti da sudorazione e dolore toracico;
Disidratazione: sintomi principali sono sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari, abbassamento della pressione arteriosa;
Colpo di calore: si verifica quando la fisiologica capacità di termoregolazione è compromessa e si manifesta con una ampia gradazione di segni e sintomi a seconda della gravità della condizione. Il primo sintomo è rappresentato da un improvviso malessere generale, cui seguono mal di testa, nausea, vomito e sensazione di vertigine, fino ad arrivare a stati d’ansia e stati confusionali.
La Società Italiana di Medicina Ambientale diffonde inoltre una guida per aiutare i cittadini di Torino a difendersi dal caldo:
– Evitare di esporsi al caldo e al sole diretto e uscire di casa solo nelle ore più fresche
– Assicurare un adeguato ricambio di aria in casa e agevolare la ventilazione naturale
– Mantenere le stanze fresche schermando le finestre esposte al sole (utilizzando tapparelle, persiane, tende, ecc.)
– Chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte)
– Fare bagni e docce frequenti e con acqua tiepida
– Assumere almeno 3 litri di acqua durante la giornata, evitare alcolici e preferire cibi che contengono molta acqua, come frutta e verdura
– Quando si esce di casa, proteggere gli occhi con occhiali da sole e prevenire scottature con creme solari ad alto fattore protettivo
– Evitare l’attività sportiva all’aperto nelle ore più calde
Yaremi Tournour il 6 agosto a Pescara tra le 24 pretendenti
C’è anche una ragazza di Bardonecchia (TO) tra le 24 aspiranti reginette che sabato 6 agosto a Pescara andranno a caccia della prestigiosa fascia di “Miss Grand Prix” nella finalissima nazionale presentata da Jo Squillo.
La studentessa 19enne Yaremi Tournour, 1,69 di altezza con l’ambizione di diventare una fotomodella, sarà in Abruzzo già la sera di giovedì 4 agosto per partecipare alla serata di presentazione delle 24 finaliste in piazza del mare a Giulianova (TE) condotta dall’attore e influencer Luca Onestini.
Sabato sera poi la finale per contendersi la corona posata lo scorso anno sulla testa della bresciana Gabriella Bonizzardi che, come da tradizione, incoronerà a Pescara la nuova reginetta.
Trampolino di lancio per numerose protagoniste nel mondo dello spettacolo, della televisione e del cinema (tra le altre Tessa Gelisio, Raffaella Fico, Carlotta Maggiorana), il concorso di bellezza organizzato da patron Claudio Marastoni è uno dei più conosciuti e consolidati in Italia, forte di una storia ormai più che trentennale e di una struttura organizzativa capace anche di battere il lockdown (Miss Grand Prix si è infatti regolarmente svolto anche nel 2020 e 2021).
Per seguire l’avventura in finale di Yaremi basta collegarsi ai canali social (Fb e IG) del concorso: Miss Grand Prix.
Si è insediato il Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing che, proposto dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, conta 51 membri fondatori distribuiti su tutto il territorio nazionale tra cui il Politecnico di Torino, il cui apporto si concentrerà su tre aree: la prima, fondamentale per lo sviluppo del futuro dell’High Performance Computing, riguarda lo studio di nuove tecnologie e sistemi hardware, ma anche tecnologie e strumenti software per i sistemi HPC. Il secondo ambito riguarda invece gli aspetti computazionali legati alla modellazione multiscala con l’utilizzo di strumenti HPC e Big Data per applicazioni nei vari campi dell’ingegneria, dalla meccanica all’aerodinamica, solo per citarne alcune; in questo ambito le soluzioni HPC consentono di risparmiare tempo e quindi di accorciare e rendere meno costosa la fase di modellazione e ottimizzazione dei prototipi. Infine, il Politecnico seguirà le attività legate alla progettazione, realizzazione, manutenzione e diffusione di tecnologie abilitanti per la simulazione numerica ad alte prestazioni di nuovi materiali e sistemi molecolari: un’altra applicazione dell’HPC che permette di sviluppare “supermateriali” con caratteristiche testate, appunto, grazie agli strumenti di calcolo e che trova applicazioni, ad esempio, nei prodotti farmaceutici.
Il budget complessivo del Politecnico sul progetto è di 1,9 milioni di euro.
Il professor Matteo Sonza Reorda, vice rettore per la ricerca del Politecnico di Torino, ha dichiarato: “La partecipazione del Politecnico di Torino al CN HPC è la logica conseguenza della riconosciuta eccellenza espressa dall’ateneo nella ricerca e nel trasferimento tecnologico in questo settore. Le attività del Centro Nazionale ICSC permetteranno di dare ulteriore impulso alle nostre attività, sia con l’acquisizione di giovani ricercatori e dottorandi, sia con l’interazione con altri prestigiosi centri di ricerca operanti nel settore a livello nazionale e internazionale”.
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