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L’Umanesimo digitale fa rotta per Itaca. Il 15 giugno a Torino

Intelligenza Artificiale, metaverso, ologrammi, realtà aumentata incontrano arte e creatività con il sostegno del Museo del Cinema ed il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.

Professori universitari ed esperti si incontreranno  Mercoledì 15 giugno alle ore 16.00 presso la sala tre del Cinema Massimo di Torino, per fare il punto sul viaggio verso Itaca.

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L’Umanesimo digitale fa rotta per Itaca. Il 15 giugno a Torino

Magliano: «Disagio psichico tra i giovanissimi, ora è vera epidemia»

L’Ospedale Regina Margherita di Torino lancia l’allarme: liste d’attesa infinite, posti letto gravemente insufficienti per numero. Ma la Giunta Regionale ignora il tema: la mia interpellanza che chiede soluzioni attende da 177 giorni di essere portata in Aula e discussa.

Parlando di salute mentale, la parola “epidemia” non è più un’iperbole: è ormai a tutti gli effetti il termine più corretto per indicare la realtà dei fatti. I dati parlano da sé: i casi di disagio psichico risultano raddoppiati tra i giovanissimi rispetto all’era pre-Covid. È l’Ospedale Regina Margherita di Torino a lanciare l’allarme. Questa Giunta, ora ascolti: non sono soltanto i Consiglieri di Minoranza e i giornali a denunciare il problema, ma le stesse strutture della Sanità regionale. Di fronte all’emergenza – aumentano in maniera drammatica i casi di disturbi alimentari (i ricoveri crescono del 30%, del 67% i nuovi casi), ansia, panico, depressione e atti anche gravi di autolesionismo – chiediamo più posti letto e adeguate risorse economiche. Prima di tutto, pretendiamo l’attenzione della Giunta: la nostra interpellanza sul tema del Reparto di Neuropsichiatria Infantile (presso il quale i ricoveri sono aumentati del 200% dal 2019) dell’Ospedale Regina Margherita di Torino attende di essere discussa dal 15 dicembre scorso: 177 giorni d’attesa per un tema così urgente ci paiono francamente troppi. Attualmente al Reparto NPI del Regina Margherita sono occupati 38 posti letto, tanto che sono stati “presi in prestito” diversi posti letto della Pediatria. Gravissima anche la situazione delle liste d’attesa: due mesi per una visita in teoria urgente, dodici per l’inizio di un percorso di psicoterapia. Questo è un campo nel quale la tempestività degli interventi è fondamentale: sono tempistiche inaccettabili.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

La Gelateria Pepino 1884 di piazza Carignano entra a far parte dei Locali Storici D’Italia

La Gelateria PEPINO 1884 di piazza Carignano entra a far parte dei Locali Storici D’Italia e con
l’associazione “Caffè Storici e Salotti Sabaudi di Torino” diventa una tappa fondamentale neegli
Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.

La gelateria Pepino ormai è associata al volto storico di Torino; per molti turisti, anche stranieri, è
oramai impossibile scindere l’immagine della Gelateria PEPINO dalla sua storica piazza Carignano,
un connubio che è diventato una piacevole consuetudine e risveglia ricordi di momenti golosi e
piacevoli, che conserviamo dentro di noi fin dall’infanzia.
Dal 1929 la sua insegna, le vetrine, la boiserie, i velluti rossi e i tavolini all’aperto fanno, infatti,
parte dell’arredo di una delle piazze auliche più belle e ricche di storia della città, piazza Carignano.
Un salotto che racchiude un mondo di bellezza in cui la Gelateria PEPINO è inserita in modo
armonioso e ne è parte integrante.
Entrare a far parte dell’ Associazione culturale Locali Storici d’Italia , patrocinata dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali, è stato per la Gelateria PEPINO 1884 un importante motivo di orgoglio,
ma anche indubbiamente un riconoscimento di un lavoro portato avanti con passione e impegno,
un impegno fatto di attenzione e lungimiranza che hanno consentito, a questa solida realtà, di
superare crisi e cambiamenti del mercato, senza mai tentennare.
“Locali Storici d’Italia” è un’associazione culturale senza scopo di lucro, che si prefigge, attraverso
appropriate iniziative culturali, turistiche e editoriali, di valorizzare e tutelare i più antichi e
prestigiosi locali che abbiano almeno settant’anni di vita, che siano stati e siano ancor oggi,
protagonisti o artefici di pagine della storia d’Italia attraverso gli avvenimenti di cui sono stati sede
e i personaggi che li hanno frequentati, e che conservino stile, spazi e arredi delle origini . Gli odierni
soci del Sodalizio sono circa 230.
La mission dell’Associazione, condivisa dalla Gelateria PEPINO, è, quindi, quella di valorizzare e
tutelare i locali storici, ma anche supportare il turismo culturale che trova nella tradizione e nella
continuità un evidente punto di forza.
Che sia per gustare un iconico Pinguino – il primo gelato su stecco e ricoperto da una sottile sfoglia
di cacao, inventato e messo in commercio proprio qui – una sontuosa coppa gelato, un aperitivo o
un pranzo leggero e sfizioso, la sosta presso la Gelateria PEPINO non è mai scontata ed è
impossibile che non rimanga impressa, per la bellezza del locale e della piazza, ma anche per
l’elevata qualità dei prodotti e per la professionalità e la cura del personale.
Un riconoscimento meritato, quindi, per uno dei locali storici e più rappresentativi della nostra
città, uno dei pochi che vede continuità non solo nel locale e nel prodotto, ma anche nella
proprietà, Edoardo Cavagnino, presidente di Gelati PEPINO 1884 , rappresenta infatti la quinta
generazione di una famiglia che ha fatto la storia del gelato.
“Sono davvero soddisfatto per l’ingresso della Gelateria PEPINO nell’Associazione Locali Storici
d’Italia – dichiara Edoardo Cavagnino – È un’ulteriore opportunità che si inserisce nella filosofia del
condividere e fare rete, che sposo e promuovo da anni. Ho la ferma convinzione che creare
relazioni e sinergie possa essere utile per la crescita di tutti, delle attività, della città e del territorio.
È un obiettivo che stiamo portando avanti anche con l’Associazione cittadina “Caffè storici e Salotti
Sabaudi”, in cui ho assunto l’impegno personale come in veste di Presidente, nella convinzione che
la città abbia un patrimonio di locali storici unico e invidiabile, che merita un’attenzione mirata e
costante. In questo periodo è auspicabile, e quanto mai necessario, un maggior impegno di tutti gli
attori: cittadini, titolari e istituzioni .”​
Torino è la città con il maggior numero di caffè storici in Italia riuniti in una Associazione dedicata:
“Caffe Storici e Salotti Sabaudi di Torino” , nata dal desiderio di salvaguardare un patrimonio
unico, che si dirama nel centro storico cittadino e guidata dallo stesso Cavagnino che ne è
presidente.
Attualmente sono dieci caffè, locali che possono essere definiti veri e propri siti di storica
accoglienza, la cui data di fondazione si pone tra il 1763 e i primi anni del Novecento.
Rappresentano una delle eccellenze della città e la maggioranza di essi fa già parte dei Locali
Storici d’Italia, ma non solo, tutti i membri dell’associazione “Caffè Storici e Salotti Sabaudi di
Torino” sono entrati far parte dell’Associazione europea “Historic Cafes Route”, che offre ai turisti
l’opportunità di intraprendere un interessante e suggestivo itinerario tematico, di fare un salto
indietro nel tempo, di godere del lusso dei Caffè dell’età d’oro, conoscendone l’importante ruolo
che hanno avuto nel passato e che continuano a giocare nel presente, nel plasmare la storia
culturale dell’Europa. Dai primi di giugno la “ Historic Cafes Route” è entrata a far parte del
Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.
Gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa sono un invito al viaggio e alla scoperta del ricco e
variegato patrimonio culturale europeo. Il loro scopo è quello di creare una rete di persone e
luoghi legati tra loro grazie a una storia e a un patrimonio comuni.
Gli Itinerari Culturali mettono in pratica i valori del Consiglio d’Europa, costituiti da diritti umani,
diversità culturale, dialogo e scambi interculturali.
L’impegno di Gelateria PEPINO 1884 è, quindi, intenso e spazia su più fronti, tra cui la volontà di
salvaguardare e valorizzare la propria storia, che risulta innegabile, come il desiderio di fare rete e
costruire ampie connessioni e rapporti, nel nostro Paese e in Europa, capaci di diventare stimolo
per sviluppare sinergie utili ad esaltare la bellezza del patrimonio dei caffè storici e di Torino tutta.

Colpo di scena: per mangiare serve il grano. E’ la fine dell’economia finanziaria?

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Di Marco Corrini

Putin ha risposto al tentativo di isolare finanziariamente la Russia cercando di spostare l’asse monetario mondiale dalla dimensione virtuale a quella reale: il mondo sta tornando a rendersi conto che per mangiare serve il grano, per cucinare serve il gas, e per costruire manufatti serve l’acciaio. Sembra banale ma in un pianeta dominato dall’onnipotenza della carta straccia, la gente lo aveva scordato. La guerra in Ucraina rischia di scatenare uno tsunami che potrebbe travolgere tutto il castello finanziario occidentale e a farne le spese potrebbe essere proprio l’euro…

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https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/06/12/leggi-notizia/argomenti/messaggi-in-bottiglia/articolo/colpo-di-scena-per-mangiare-serve-il-grano-e-la-fine-delleconomia-finanziaria-di-marco-corrini.html

Cristina Sartorio, la Bellezza incontra Torino

Parte il tour di presentazione dell’autrice del bestseller “La Bellezza dell’Imperfezione”: prima tappa mercoledì 22 giugno alle 18.30 presso la storica libreria “Il Melograno”.

Al via il tour di presentazione del bestseller “La Bellezza dell’Imperfezione” (HCA Edizioni) con protagonista la sua fortunata autrice, Cristina Sartorio.

Torinese, noto e stimato medico estetico con studio in città e a Santa Margherita Ligure, è al suo esordio come scrittrice in questo affascinante viaggio su carta che, in un momento storico contingente così delicato e variabile, offre spunti e appigli preziosi all’incertezza del presente per dare un sano fondamento alla propria vita.

Eliminando i pensieri negativi, le credenze depotenzianti e demotivanti. Imparando, passo dopo passo, e pagina dopo pagina, anche attraverso l’ausilio di tutta una serie di utilissimi e semplici esercizi, a prendersi giornalmente cura di sé partendo dal corpo per arrivare al cuore “Mens sana in corpore sano” come già ben sapevano i nostri antichi ( Giovenale 55 d.c. ) per aver sane le facoltà dell’anima, bisogna aver sane anche quelle del corpo in virtù dell’unità psicofisica.

Questo e molto altro al centro della ricca scaletta dell’incontro che Cristina Sartorio terrà Mercoledì 22 Giugno 2022 alle ore 18.30 con il pubblico presso la Libreria “Il Melograno” a Torino in Corso Racconigi 15/G.

Il primo di una serie che da giugno a settembre andranno in scena nei bookshop più significativi della città sabauda, preziosi e suggestivi del capoluogo piemontese.

Modera il giornalista radiotelevisivo e saggista cattolico Maurizio Scandurra, che ha collaborato alla realizzazione dell’opera, già volto di ‘Canale Italia’ e spesso opinionista a ‘Radio Radio’ e a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’.

Ho scelto di portare in giro la bellezza, la mia personale idea di bellezza in 4D allo scoccare dell’estate, dove la quarta dimensione è proprio quella emotiva. La sola che, insieme all’esperienza e all’ausilio dei più moderni ritrovati della tecnologia costantemente aggiornati, è in grado di incontrare naturalmente l’imperfezione che si nasconde in ciascuno di noi rendendoci unici e irripetibili”.

Per poi concludere: “Ringrazio la Libreria “Il Melograno”, storico luogo della diffusione del sapere sotto la Mole dal Dopoguerra a oggi, per aver scelto di ospitarmi con così tanta dedizione e altrettanta, familiare accoglienza. Settant’anni e più dedicati alla cultura in città oggi affidati alle sapienti mani di Monica Lavopa, cui spetta il compito di proseguire sul cammino felicemente inaugurato da Tullo Fabbri, scomparso prematuramente durante la pandemia: l’indimenticato contitolare che ha saputo traghettare con coraggio, lungimiranza e visione la libreria dalla tradizione all’innovazione, guardando con fiducia al futuro. Dedico con affetto a lui questa nuova presentazione”.

Tutte le informazioni sulla Pagina Facebook Libreria Il Melograno, sulla Pagina Facebook Medicina Estetica Cristina Sartorio e su Instagram al profilo @dr.cristinasartorio, oltre che sul sito www.cristinasartorio.it.

Lavatrice in fiamme: donna rischia di soffocare

Per cause da accertare una  lavatrice ha  preso fuoco in un appartamento di Biella. Per il fumo  denso provocato dall’incendio una donna è rimasta leggermente intossicata. È stata medicata sul posto dal personale del 118 e trasportata in ospedale. Sono intervenuti  anche i Vigili del Fuoco per la messa in sicurezza e la Polizia per i rilievi.

Da New York a Torino, per la prima volta in Italia, la “Collezione Thomas Walther”

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Dal  “MoMA” a “CAMERA”

“Capolavori della fotografia moderna 1900-1940”

Fino al 26 giugno

Tecnicamente sublime. Capace di fermare al millesimo di secondo l’attimo che non poteva essere che quello. Così perfetta da fare a gara con la stessa realtà.  Fors’anche di superarla. La foto che vedete pubblicata a inizio articolo s’intitola “Class”, la firma è di John Gutmann (1905 – 1998), fotografo e pittore americano di origine tedesca, appartenente alla corrente del cosiddetto “realismo americano” della “Scuola di Ashcan”, quella rappresentata in primis, per  intenderci, da Edward Hopper fra i massimi nomi anticipanti la Pop Art.

Ebbene lo scatto di Guttman inquadra la campionessa olimpica di tuffi Majorie Gestring cristallizzata in una posizione assolutamente perfetta, tanto da apparire surreale: la giovane è sospesa in aria, in un cielo terso libero d’ogni intrusione fra l’obiettivo fotografico e lei, allineata al millimetro con il trampolino. Siamo nel 1935, Marjorie ha solo 12 anni e l’anno successivo  avrebbe conquistato il podio olimpico a Berlino, diventando all’epoca la più giovane medaglia d’oro al mondo. A questa seguiranno tante altre foto dell’atleta, ma nessuna mai riuscirà a raggiungere i “superbi” livelli di quella scattata da Guttman. La foto è sicuramente fra quelle  meritanti una prolungata sosta e un’attenta riflessione nel gruppone delle 230, datate inizi – prima metà del XX secolo, capolavori assoluti della storia della fotografia internazionale appartenenti alla prestigiosa “Collezione Thomas Walther”, acquisite dal “MoMA–Museum of Modern Art” di New York e, fino al 26 giugno, ospitate (per la prima volta in Italia) presso gli spazi di “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia” di Torino. 121 i nomi degli artisti –molti leggendari – rappresentati nella mostra subalpina, alla sua terza ed ultima tappa europea , dopo aver soggiornato nei mesi scorsi al “Jeu de Pome” di Parigi e al “Masi” di Lugano. Mostra che ben rappresenta quel “fermento creativo che prende avvio in Europa subito dopo la Prima Guerra Mondiale – sottolineano gli organizzatori – per arrivare poi negli Stati Uniti, che accolgono in misura sempre maggiore gli intellettuali in fuga dall’Europa delle dittature, arrivando a diventare negli anni Quaranta il principale centro di produzione artistica mondiale”. Accanto ad immagini iconiche di fotografi americani come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston e europei come Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, André Kertész e August Sander, la Collezione valorizza il ruolo centrale delle donne nella prima fotografia moderna, con opere di Berenice Abbott, Marianne Breslauer, Claude Cahun, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jocobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy, Leni Riefenstahl e molte altre. Oltre ai capolavori della fotografia del Bauhaus (László Moholy-Nagy, Iwao Yamawaki), del costruttivismo (El Lissitzky, Aleksandr Rodčenko, Gustav Klutsis), del surrealismo (Man Ray, Maurice Tabard, Raoul Ubac) troviamo anche le sperimentazioni futuriste di Anton Giulio Bragaglia e le composizioni astratte di Luigi Veronesi, due fra gli italiani presenti in mostra insieme a Wanda Wulz e alla friulana Tina Modotti, cresciuta professionalmente in Messico accanto all’americano Edward Weston, suo  grande collega e compagno. L’articolato e ricco iter espositivo ci pone dinanzi ad una Collezione, quella di Thomas Walther (nato negli anni ’50 in Germania che, dal 1977 per vent’anni acquista fotografie, ovviamente tutte in biaco e nero, scattate fra le due guerre mondiali e acquistate dal “MoMA” nel 2001 e nel 2017), in cui si trovano immagini realizzate grazie alle nuove possibilità offerte dagli sviluppi tecnici della prima metà del Novecento, accanto ad una molteplicità di sperimentazioni linguistiche realizzate attraverso diverse tecniche: collages, doppie esposizioni, immagini cameraless e fotomontaggi che raccontano una nuova libertà di “intendere e usare la fotografia”.

Un vero e proprio tesoro acquisito in base ad una selezione del tutto personale; autori noti accanto a reporter assolutamente sconosciuti, tutti però accomunati “da un messaggio forte, convincente e capace di sposarsi bene con le altre opere”, come ricorda lo stesso Walther. Tutte  stampe originali, d’epoca. Nessuna maldestra ristampa. “Nel tempo mi sono convinto – ancora Walther – che il valore di una stampa ‘vintage’ superi l’importanza di una successiva perché ha una coerenza e una congruenza che la rende in un certo senso più convincente”. E la  mostra a “CAMERA” (che a pochi giorni dall’apertura ha già registrato oltre 3mila presenze) ne è chiara riprova.

Gianni Milani

“Capolavori della fotografia moderna 1900-1940”

“CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Fino al 26 giugno

Orari: lun. e merc. 11/19, giov. 11/21, ven. – dom. 11/19

Nelle foto:

–         John Gutmann: “Class”, stampa alla gelatina ai sali d’argento, 1935, “MoMA New York”

–         Foto allestimento, “CAMERA”, Andrea Guemani

Motociclista scivola e muore contro un lampione a Torino

Nel pomeriggio all’incrocio tra via Ariosto e via Cottolengo un motociclista è morto finendo contro un lampione. Aveva  perso il controllo della sua moto Bmw Gs800. Sul posto la polizia locale. La moto giungeva da via della Consolata ed è caduto dopo  il semaforo all’incrocio con corso Regina Margherita.

Furgone si ribalta in autostrada Ragazzino muore il giorno del suo dodicesimo compleanno

Era il suo compleanno, il ragazzino dodicenne rientrava da una gara sportiva. Il furgone su cui si trovava insieme con la squadra si è ribaltato sulla Torino – Milano. L’ incidente si è verificato sull’A4, tra il casello di Marcallo-Mesero e Novara Est, ieri in serata. Alla guida dell’automezzo c’era suo padre. Altri cinque i feriti ma  le loro condizioni non sono gravi.

“Hot Club ed Turin” al Torino Jazz Festival

Soavi suonano ancora le note di quel tempo antico, quello capace di cullare le tradizioni, dove musica significa casa, unione, contenuto, valenza , libertà, essenza  di popoli davvero capaci di muoversi e vincere anche grazie al virtuosismo di chi, forse persino inconsapevolmente, fa dello stesso armonia, obbiettivo di vita e di virtù.
Un po’ come faceva il grande Django Reinhardt del clan Sinti Manouche. Un musicista gitano dall’estro innato, capace di far  scuotere il cuore del suo popolo e di far   vibrare una Parigi degli anni ’20,  ’30 e ’40, fino allo scioglimento del Quintette du Hot Club de France, lo storico gruppo capeggiato dalla chitarra di Django Reinhardt e dal violino di Stephane Grappelli.  Un gruppo che rese  celebri i  palchi del  gypsy jazz manouche contaminato con il jazz americano, il più eccellente e variegato. Uno stile musicale cadenzato, in cui trovano la massima espressione gli strumenti a corda come in primis la chitarra acustica, il violino, la fisarmonica, il contrabbasso e il clarinetto, tipiche formazioni delle band gitane.
Django rimane tutt’oggi il  capostipite di una storia antica che porta il tatoo di un genere musicale inconfondibile e inaffondabile. Tanti grandi artisti  contemporanei lo hanno emulato, continuando anche oggi a comporre sui loro pentagrammi contaminazioni davvero variopinte fra di loro.
La sonorità e la creatività espressiva dello swing degli anni trenta con il filone musicale del valse musette francese ed il virtuosismo eclettico gitano, danno davvero luogo ad armonie dal sapore altamente spettacolare, capaci però di rendersi magiche alle commistioni musicali anche di altri generi, facendo nascere nuove tendenze dal sapore decisamente interessante e travolgente, in grado di far battere il cuore.
Per questo che oggi, in occasione della  manifestazione musicale di prestigio del Torino Jazz Festival, che si protrae ormai dal 2012, famosa a livello internazionale, Diego Borotti, straordinario direttore artistico del TJF, sceglie un gruppo di giovani e talentuosi musicisti che decidono di  ricreare  il mitico gruppo “Hot Club de France”. Loro, per questo particolare evento, portano il nome di “HOT CLUB ED TURIN”. Punto di riferimento del gruppo è Giangiacomo Rosso, musicista emergente, punto di riferimento della chitarra manouche a Torino e protagonista di svariati altri progetti nel mondo del jazz, che riscontra , grazie anche alla riscoperta del più puro vocabolario stilistico e sonoro di Django Reinhardt,  un grande successo sul panorama musicale gypsy jazz manouche.
Le composizioni musicali di Giangiacomo Rosso si presentano assai virtuose, eclettiche e accattivanti. Questa musica, accarezzata dall’ispirazione di Django Reinhardt  è la “sua” musica,  come gli arrangiamenti  che lui sa far balzare all’orecchio non solo dei più esperti  in materia ma anche dei neofiti di questo genere musicale. Le sue melodie variegate rammentano le tradizioni del jazz manouche più verace, ma anche di quello  contemporaneo. Lui e i suoi compagni di viaggio,  hanno davvero la capacità di sussurrare al pubblico una preparazione musicale mirabile, ma anche accompagnata dalla sensibilità di un cuore capace di trasmettere ai suoi ascoltatori una passione musicale davvero unica  nella sua integrità.
Giangiacomo Rosso, con l’Hot Club ed Turin,  si accompagna quindi oggi con una formazione davvero affiatata con la quale è nata una sinergia complice e appassionante.
Insieme a lui troveremo quindi il fidato Michele Millesimo al contrabbasso, alla ritmica delle chitarre Manuel Baudino e Andrea Bottelli, quest’ultimo veterano del genere , dal tocco swing, cullato dalle sonorità vintage degli Harlem Swing Society. Infine Stefano Ivaldi, o dovremmo dire Stephane, figlio d’arte e solista d’eccezione, che in questo contesto parlerà con un delicatissimo linguaggio puramente jazz, applicato alla carezza del suo violino.
L’Hot Club ed Turin, ci regalerà nuovamente un salto alle origini, con un romanticismo davvero sorprendente, capace di esaltare con sonorità contemporanee il vero sapore dell’ascolto, affascinandoci con la sua originalità, nell’allegria incontenibile di un ritmo sofisticato ma al tempo stesso leggero e spensierato. Durante l’ascolto di questa musica, nell’incanto della sua magia,  balzeranno alla nostra mente panorami  verdi, gioiosi e incontaminati, dove chitarre uniche nel loro genere, sfilano su bateau mouche lungo la Senna,  tra le mani di grandi e piccini,  quasi inconsapevoli della loro virtuosità , ma capaci di tramandare  con allegria la vita in musica, nella cultura colorata di una storia che ha davvero tanto da raccontare per le sue gioie e i suoi dolori.
Grazie a questa manifestazione unica nel suo genere, organizzata dall’impeccabile organizzazione del TJF (Torino Jazz Festival ) e sostenuta dalle varie Associazioni Musicali, come in questo caso quella di Torino : Associazione Jazz Manouche Django Reinhard  Torino, che senza alcun scopo di lucro, con passione e tenacia, sostengono da anni questi meravigliosi e talentuosi artisti,  Torino riesce fortunatamente ancora a mantenere la sua storia più antica, nel rispetto di una città che da anni si batte per mantenere la sua tradizione musicale e il suo valore inconfondibile, fiore all’occhiello di una notorietà che negli anni ha  davvero saputo fare la differenza.
Sosteniamo quindi tutti loro con la nostra presenza, per formare un pubblico numeroso e davvero attivo, capace di acclamarne il più autentico significato della musica, nel rispetto di un valore  imprescindibile e non solo un optional….perché la musica non è solo cultura, ma è vita!
Monica Chiusano
Gli “Hot Club ed Turin” si esibiranno, come da programma evidenziato sul sito del TJF, nella data del 15.06.2022 nel locale “Rabezzana” situato in via San Francesco D’assisi 23/C,   alle h. 19.00.