ilTorinese

“Amare male” e tanto altro

Nostra intervista al poeta torinese Guido Catalano

Qualche anno fa diceva di volere diventare “poeta professionista” un po’ per scherzo, un po’ no. Oggi, dopo 12 libri pubblicati, una miriade di reading e poetry slam con cui ha fatto il giro di tutta Italia, un podcast “Amare Male” (edito Chora) da cui è tratto il suo ultimo libro (edito Rizzoli), Guido Catalano “poeta professionista” lo è diventato veramente. Classe 1971, nasce a Torino, città dove vive attualmente e a cui è particolarmente legato tanto da renderla protagonista di diverse sue poesie. Nel 2015, Guido diede vita ad un blog, primissima vetrina dei suoi versi, costruendosi una credibilità online e offline. Oggi, oltre ai libri e agli spettacoli, Catalano usa i social come strumento di diffusione dei suoi componimenti poiché le poesie, sopratutto quelle brevi, sono “come una canzone: pura condivisione. Per cui sono perfette per piattaforme del genere”. Al Salone Internazionale del Libro di Torino, oltre alla presentazione del suo romanzo, ha affiancato il cantautore e musicista torinese Bianco all’ evento “Ticket to read”. Si è parlato di “cuori selvaggi” (titolo scelto per l’ edizione 2022 del Salone), di poesia, musica e ovviamente d’amore.

Oltre ad essere “un poeta professionista vivente”, come ami simpaticamente sottolineare, sei diventato anche un podcaster per la squadra di Chora con “Amare male”. Rispondendo alle missive degli utenti dal cuore infranto hai fornito “un servizio gratuito per chi soffre le pene d’amore”. Cosa ti ha dato questa esperienza che- di fatto- è una nuova forma di racconto della realtà?

Il podcast è stata un’esperienza bellissima. Raccontare delle cose senza essere visto, come succede alla radio, mi piace. Anche perché ho un’ idiosincrasia con le telecamere. Il podcast mi da maggiore libertà espressiva perché mi permette di essere ciò che voglio e, addirittura, di vestirmi come preferisco. Anche in mutande, ma non l’ ho mai registrato così.

Dici che le telecamere ti imbarazzano, ma tu parli spesso davanti al pubblico. Come vivi questo rapporto?

Probabilmente è dettato dal mio desiderio di farmi vedere perché diversamente sopporterei l’idea di recitare davanti a 100/200 persone. Fin da ragazzino, quando ho iniziato cantando in un gruppo, esprimevo in questo modo il mio bisogno di teatralità, malgrado io sia una persona timida. Spesso le persone che fanno spettacolo hanno questa caratteristica e utilizzano lo spettacolo per superarla. Per me il palco e il rapporto con la gente sono stati fondamentali per raccontare quello che scrivevo. Quando ho iniziato nessuno mi pubblicava e non esistevano i social: è stato naturale, per me, cercare il contatto con il pubblico dal vivo.

A proposito di timidezza, si dice che i timidi “apprendano” dal mondo e della vita di più di altri proprio grazie a questa loro modo di essere. Quanto è stata utile nel tuo caso?

Mi piace molto questa citazione perché i timidi guardano la vita e ascoltano in modo diverso e, così facendo, parlano più degli estroversi. Questa caratteristica è stata fondamentale per la mia scrittura. Infatti mi trovo continuamente ad ascoltare quello che succede intorno a me. La mia ispirazione viene, spesso, dalle conversazioni sentite al bar e dai dialoghi delle persone che mi circondano.

Da questo ascolto attivo è nato anche il tuo ultimo libro “Amare male”. I tuoi titoli sono sempre ironici. Cosa c’è dietro in questo caso?

E’ un titolo quasi paradossale perché da molto tempo non mi succedeva di essere felice in amore come lo sono ora ma ho ugualmente deciso di intitolarlo così. Parla della mia attuale relazione che è felice, ma anche della storia di tanti altri. E così torniamo al tema dell’ ascolto: a me piace la vita della gente, ho piacere a sentire i loro racconti. Non mi dispiacerebbe fare “l’intervistatore” delle persone. Alla luce di tutto questo, nel libro si parla di amare male ma anche di amare molto bene.

Esiste, quindi, l’amore felice che tutti cercano ma pochi trovano?

Sì esiste e va cercato. Sicuramente la fortuna ha un ruolo ma, come dicevano gli antichi, aiuta gli audaci.

Prima di venire al Salone Internazionale del Libro, hai presentato l’ultimo disco di Willie Peyote al PeyoteMes. Siete l’esempio di due torinesi che ce l’hanno fatta. Tu hai sempre detto che Torino è una città non facile in cui affermarsi perché “a Torino non si scherza un cazzo”. Questa formazione sabauda, così rigida e austera, ti ha aiutato nella tua carriera?

Penso di sì, perché Torino è come una palestra di vita dove fai un po’ più fatica rispetto a Milano e a Roma. Per questo dico che, se riesci qui, nel resto d’Italia sarà in discesa: Torino è una città difficile per gli artisti o la gente che fa il mio lavoro dal momento che non ci sono molte possibilità: qui ti fai i muscoli.

Valeria Rombolà

 

Montaruli – Marrone (Fdi): “provvedimenti drastici per Barriera”

“Parlare di rigenerazione sociale quando per le vie di Aurora e Barriera si vive nel terrore di essere colpiti da un machete significa essere fuori da ogni realtà.

Servono provvedimenti drastici: daspo urbano, controlli a tappeto degli stabili, operazioni per andare alla testa delle organizzazioni criminali che tengono le fila della malavita, risorse straordinarie per Torino da parte del Ministero. Solo tre settimane fa scendevamo in piazza per chiedere alle Istituzioni di prestare attenzione alla sicurezza di Aurora e Barriera e l’attivazione del daspo per alcune aree. Ora il ministro degli interni Lamorgese venga – come da noi chiesto più di sei mesi fa – a vedere come si vive in questa parte di Torino e stanzi uomini e strumenti, altrimenti si dimetta” così in una nota congiunta il deputato e l’assessore alla Regione Piemonte di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e Maurizio Marrone. “Dal comune arrivano solo parole e pure quelle fanno cadere il latte alle ginocchia: trasudare di buonismo evidenzia come non si conosca quanto e’ incancrenito il fenomeno in quell’area della città. Non siamo noi esagerati – come il partito democratico ci ha sempre accusato – e’ la realtà che è terribile e bisogna avere il coraggio di vederla per prendere le giuste misure” concludono.

Preleva 500 euro: la derubano con la scusa della gomma sgonfia

Una donna a Nichelino è salita in auto dopo aver prelevato 500 euro al bancomat. La malcapitata ha  messo  la borsa sul sedile del passeggero e uno  dei due malviventi che l’hanno avvicinata  si è sporto al finestrino dicendo che una gomma era  sgonfia. I ladri hanno fatto  scendere la donna dall’auto per distrarla e uno dei due ha rubato la borsa con il denaro.

Inflazione: Ruffino “Bene governo a sostegno piu’ deboli contro chi specula”

“Bene il governo impegnato a sostenere i settori della societa’ piu’ deboli e penalizzati da questa crisi economica. Ora e’ importante aumentare i salari dei lavoratori, aiutare le imprese che si trovano a fronteggiare un aumento di prezzi vertiginoso per energia e materie prime ma anche controllare che queste vengano mantenute a prezzi ragionevoli”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Non e’ possibile assistere a questo balletto di prezzi al rialzo, su cui nessuno controlla ma tutti vengono penalizzati, di benzina, gasolio, GPL usati come carburante e gas naturale usato per autotrazione visto che il governo e’ intevenuto con uno scontro sulle aliquote di accisa fino all’8 luglio proprio per evitare questo tipo di speculazioni. A breve sentiremo il duro impatto della crisi a seguito delle sanzioni alla Russia. La nostra economia deve essere in grado assorbirlo rapidamente, dobbiamo fare quadrato tra istituzioni, privati, associazioni di categoria e parti sociali per il bene del Paese”, conclude.

Giovanni Taverna. Il pensiero che cerca la forma

Ottant’anni di scultura del grande Maestro monferrino in mostra al Castello di Monastero Bormida

Fino al 10 luglio

Monastero Bormida (Asti)

Ritorna in terra monferrina, Giovanni Taverna. A lui il Castello di Monastero Bormida (recentemente inserito dalla “Fondazione Asti Musei” nella rete museale astigiana) dedica fino al 10 luglio un’importante e corposa retrospettiva dal titolo “Il pensiero che cerca la forma”.Titolo assolutamente identificativo del modus operandi dello scultore alessandrino. Nato nel 1911 ad Alluvioni Cambiò (Alessandria) e scomparso a Torino nel 2008, il Taverna è ancora oggi presenza assai viva in quelle terre in cui l’arte figurativa è riuscita incredibilmente a germogliare nelle sue più alte manifestazioni attraverso le opere di artisti di casa di massimo livello che vanno, solo per citarne alcuni, da Pellizza (di cui fu allieva la madre del Taverna) a Morbelli, a Bistolfi via via fino ad Onetti, Carrà, Monteverde e alla grande Scuola di Tortona. Dal 2003 nel suo paese natìo è attiva un’importante “Gipsoteca”, a lui dedicata, che accoglie opere dell’artista realizzate in bronzo, terracotta, ceramica e gesso, insieme a  bozzetti di monumenti commemorativi, mentre in occasione del bicentenario di fondazione del Comune, Alluvioni già lo aveva ricordato con una notevole rassegna dal titolo “Giovanni Taverna scultore dell’equilibrio” e, nel centenario della sua nascita, lo aveva nuovamente commemorato con un’altra esposizione titolata “Momenti di un percorso”.

Ora la mostra al Castello di Monastero Bormida. L’aria che si respira è sempre aria di casa, in cui scivolano, in un percorso di altissimo livello artistico, ben ottant’anni di scultura. Lavori in cui è sempre il “pensiero” a cercare “la forma”. Studiata, abbozzata, plasmata secondo criteri che muovono sempre da una dimensione e da una visione ideale e spirituale della realtà. Forma mai scomposta,  dai volumi netti ed essenziali, attenta ai principi  scolastici della progettazione, del disegno, delle proporzioni e di quel rigore formale assolutamente lontano dai richiami (pur analizzati e interrogati) delle avanguardie cavalcate nel Novecento a larghe ondate. Curata dalla figlia, critica d’arte, Donatella Taverna e da Francesco De Caria, la mostra si basa su materiali provenienti dallo studio dell’artista e ripercorre per tappe la lunga vita di uno scultore che, dopo una fase propedeutica presso lo studio a Sale Alessandrino di Mina Pittore, allieva di Ettore Tito, si trasferì appena quattordicenne a Torino per apprendere l’arte scultorea, dapprima presso Stefano Borelli (1894-1962) e poi, per vari anni, come allievo e collaboratore di Leonardo Bistolfi – allora al culmine della fama e da un paio di anni Senatore del Regno per meriti culturali – nello studio di via Bonsignore, presso la Gran Madre.  Anni di strepitosa formazione culturale ed artistica. E di un promettente avvio di carriera. Interrotta nel ’33 dalla scomparsa di Bistolfi, seguita dai sette anni di guerra, prima con la Campagna d’Africa e poi con la seconda guerra mondiale. Rientrato a Torino, dirige per un breve periodo, la celebre fabbrica di ceramiche artistiche di Sandro Vacchetti “ESSEVI” per poi aprire un proprio studio, immergendosi appieno nell’attività di scultore.

Sulle orme di Bistolfi, si dedica anche lui all’esecuzione di opere commemorative importanti come i Monumenti ai Caduti” di Sale, “all’Alpino” di Leynì e “al Migrante”per la Città di Pittsbourgh. Molto nota è anche la sua attività di ritrattista in dimensioni pubbliche e monumentali, come nel caso del ritratto del ministro Soleri a Roma o di quello su un cippo commemorativo del poeta piemontese Pinin Pacot, nei giardini Cavour di Torino. In mostra a Monastero Bormida, una delicata “Meditazione” in gesso degli anni ’40, (figura femminile inginocchiata, le mani raccolte sulle gambe) e una meditativa “Donatella”, gesso del ’68, riflettono l’ascendenza (svincolata dai più aggressivi ed elaborati esempi bistolfiani) di certa lezione del Rinascimento quattro-cinquentesco. Così come il “Cristo che cammina sulle acque”, terracotta degli anni ’90. Ecco. La forma si piega al pensiero. La realtà lascia margini benedetti al sogno e alla poesia. E’ il pensiero, sempre, a reggere il gioco. Nel lavoro scultoreo, ma anche nella pittura di cui si ha chiara testimonianza negli oli e nei pastelli portati in mostra insieme ad alcune ceramiche ideate negli anni di lavoro alla “ESSEVI”, a fianco di una sezione dedicata ai maestri di gioventù Stefano Borelli, Mina Pittore e Leonardo Bistolfi. A corredare la rassegna anche materiale fotografico e documentale di grande interesse.

Gianni Milani

“Giovanni Taverna. Il pensiero che cerca la forma”

Castello di Monastero Bormida (Asti), piazza Castello 1; tel. 0144/88450 o www.monasterobormida.at.it

Fino al 10 luglio

Orari: sab. 15,30/18,30 – dom. 10,30/12,30 e 15,30/18,30

Nelle foto:

–       Giovanni Taverna

–       “Meditazione”, gesso, anni ‘40

–       “Cristo che cammina sulle acque”, terracotta, anni ‘90

–       “Donatella”, gesso, ‘68

Torna il Trofeo “Paolo De Regibus”

Il Circolo Eridano Ascd  sostiene la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS

 Sabato 4 giugno e domenica 5 giugno, il Circolo Canottieri Eridano Ascd organizza la dodicesima edizione del prestigioso Trofeo “Paolo  DE REGIBUS “, che negli anni ha visto aumentare sempre di più il  numero dei partecipanti tra atleti ,atlete, master. Quest’anno è volto a sostenere la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS, cui andrà una parte del ricavato proveniente dalle iscrizioni. La gara si svolgerà sul Po, a Torino.

Legno e foreste: l’oro del Piemonte

Lunedì 6 giugno, alle ore 18.30, si terrà a Sant’Ambrogio l’evento “Legno e foreste: l’oro del Piemonte. Politiche ambientali, produttive e territoriali per valorizzare la risorsa forestale”.

Presso la sala consiliare di Sant’Ambrogio, interverranno  la sindaca Antonella Falchero, il presidente di Uncem Marco Bussone, i ricercatori universitari Roberta Berretti e Giorgio Vacchiano, l’imprenditore Giorgio Talachini, i tecnici forestali Paolo Terzolo e Francesco Ciasca, il rappresentante di Anci Mauro Barisone e la consigliera regionale Monica Canalis.
L’evento ha il patrocinio della Comunità Montana della Val Sangone, della Comunità Montana Valle di Susa e del Comune di Sant’Ambrogio di Torino ed è finalizzato a mettere a punto nuove politiche pubbliche per il rilancio del settore forestale in una regione fortemente boschiva come il Piemonte, cogliendo le opportunità del Pnrr e della nuova programmazione comunitaria 2021-2027. La gestione di legno e boschi ha molte valenze: ambientale, occupazionale e di valorizzazione produttiva del vasto territorio montano piemontese.

Lingua piemontese: per la Giornata vota anche il Consiglio provinciale di Alessandria

IMPORTANTE TAPPA DEL CAMMINO INIZIATO A VILLAMIROGLIO DUE ANNI FA

IARETTI: “ASTENSIONE DEL CENTRO-SINISTRA DIFFICILE DA CAPIRE. E’ UNA PROPOSTA CIVICA ED AUTONOMISTA TRASVERSALE”

 

Il consiglio provinciale di Alessandria ha votato l’ordine del giorno proposto dal capogruppo della Lega Gian Paolo Lumi con il quale si chiede alla Regione Piemonte l’istituzione di una Giornata della Lingua e della Letteratura Piemontese. Il documento è passato con il voto del Presidente Enrico Bussalino e dei gruppi del centro-destra. Astenuti quelli di centro-sinistra. Prosegue così il cammino iniziato nel marzo 2020 in consiglio comunale a Villamiroglio, proposto dalla lista civica Progetto Villamiroglio MPP e scritto dai consiglieri Massimo Iaretti ed Emiliano Racca.

“Ringrazio il presidente Bussalino, il capogruppo della Lega e i gruppi del centro-destra. Peccato che il centro-sinistra si sia astenuto perdendo un’occasione, anche perchè la nostra è una proposta trasversale e deriva da una una lista civica civica ed autonomista. E il documento è stato votato anche da Comuni dove vota il centro-sinistra, come Chieri” dice Massimo Iaretti consigliere a Villamiroglio con delega all’Identità Piemontese. Oltre alla già citata Chieri nella Città Metropolitana di Torino hanno già dato adesione alla richiesta di una Giornata della Lingua e della Letteratura Piemontese, Carmagnola, Burolo, Parella, Quagliuzzo, Sciolze, Montanlenghe.

A “OFF TOPIC”, quattro incontri per sottolineare il ruolo della cultura in cucina

“Con la cultura si mangia e si beve … a tutte le latitudini”

Fra gli ospiti, Tracy Eboigbodin, vincitrice di “Masterchef” 2022

Sabato 4 e domenica 5 giugno

Cucina e Cultura: binomio inscindibile. Frutto, giocoforza, di contaminazioni ed esperienze collettive, di viaggi, studio e sperimentazione.  In un mondo che si muove sempre più verso la globalizzazione, anche in relazione alla tavola, l’Italia ha cercato una via alternativa – attraverso il ‘pensare globale e agire locale’ – che si cerca di valorizzare attraverso contaminazioni culturali, eccellenze gastronomiche, ma anche attraverso il rispetto del territorio e delle persone: un moto di ricerca teso a sciogliere le contraddizioni e valorizzare la modernità”. Considerazioni condivisibili che stanno alla base del progetto, promosso da “OFF TOPIC” ( l’hub culturale di via Pallavicino, 35 a Torino) e “Torino Wine Week”, che ha per titolo ben chiaro “Con la cultura si mangia e si beve … a tutte le latitudini”. Il progetto prevede quattro incontri fra sabato 4 e domenica 5 giugno nelle sale di “OFF TOPIC”. Ospite d’onore, Tracy Eboigbodin, la cuoca 28enne di origini nigeriane che parla con accento veneto e che ha conquistato l’undicesima edizione del talent di “Sky”, “Masterchef 2022”, portando l’Italia dentro i suoi piatti con l’intento di dare un’anima locale a sapori che arrivano da molto lontano.

E proprio Tracy aprirà i giochi sabato 4 giugno (dalle18 alle 19,30) presentando il suo libro “Soul Kitchen. Le mie ricette per nutrire l’anima” edito da “Baldini Castoldi” e spunto per approfondire le novità, i tanti prodotti provenienti da tutto il mondo e le tradizioni che si intersecano nella cucina italiana di oggi. A condurre l’incontro sarà Nadia Afragola (giornalista freelance e content creator). Ingresso libero con prenotazione contattando il bistrò di “OFF TOPIC” al numero whatsapp 3884463855 oppure allo 011/0601768.

Dalle 20 alle 22, sempre sabato 4 giugno, si parlerà invece di “Sakè” con Jacopo Buranelli (Literary director di “J-POP”, l’etichetta di fumetti giapponesi edita da “BD”) e la “Sakè Sommellier”  Chicca Vancini. Jacopo Buranelli farà ascoltare la sua collezione in vinile di musica giapponese da bar mentre Chicca Vancini proporrà la sua selezione di Sakè abbinata alle Tapas di “OFF TOPIC”. La degustazione di Sakè con abbinamento alle Tapas costa € 20 (3 Sakè in degustazione abbinati a 3 Tapas). Inoltre è possibile cenare accompagnando ai piatti del menù vini della selezione internazionale di “Elemento Indigeno” ( tra cui Francia, Cile, Spagna, Australia) proposti dal bistrò di “OFF TOPIC” . Ingresso libero con prenotazione.

Domenica 5 giugno ( dalle 17,30 alle 19) si parlerà di “Quanto la tavola influisce sul turismo in Italia”. A discuterne saranno Veronica Geraci (giornalista ed esperta di food) e Monica Pianosi (content creator e fondatrice del magazine online “Le Strade di Torino”) in un dialogo fra esperte di tendenze travel e food sul valore del cibo e del vino nelle scelte di viaggio. Ingresso libero con prenotazione.

Per finire, sempre domenica 5 giugno (dalle 19,30 alle 20,30) Cooker Girl, al secolo Aurora Cavallo presenta il suo libro “La cucina scalda cuore” pubblicato da “Fabbri Editore”. Esempio virtuoso di quanto i social media possano essere strumento di divulgazione di una passione a cui si deve dedicare tempo e studio, Aurora Cavallo, vent’ anni, studia all’Università di “Scienze Gastronomiche” di Pollenzo ed è riuscita – grazie ad uno stile narrativo “romantico e mai urlato” – a raggiungere centinaia di migliaia di utenti raccontando, ma anche insegnando. Tra le cuoche più presenti su “Giallo Zafferano” e con più di 300mila follower su Instragram e 800mila su Tik Tok  ci racconta una storia moderna di passione, lavoro e divulgazione. A presentarla sarà la green influencer Giorgia Pagliuca. A seguire è possibile cenare accompagnando al menù una ricca selezione di vini locali proposti dal bistrò di “OFF TOPIC”. Ingresso libero con prenotazione.

g.m.

Nelle foto:

–       Tracy Eboigbodin

–       Chicca Vancini

–       Cooker Girl – Aurora Cavallo

Case di Riposo, Diocesi e Comuni chiedono alla Regione Piemonte 4 interventi urgenti

Il documento è stato presentato nel corso di un triplice incontro svoltosi a Cuneo, Alba e Pinerolo

Un momento dell’incontro svoltosi a Pinerolo con i sindaci del territorio alla presenza del Vescovo Mons. Derio Olivero

“I tre incontri rivolti ai primi cittadini dei Comuni sede di case di riposo, che abbiamo appena organizzato a Cuneo, Alba e Pinerolo, a cui sono intervenuti anche i Vescovi delle rispettive Diocesi, sono stati molto positivi. Ci hanno dato infatti modo di fare chiarezza sulla situazione reale che stiamo vivendo e dare consapevolezza agli amministratori locali che le misure finora ventilate dalla Regione Piemonte non sono sufficienti ad evitare il rischio di tracollo dell’intero sistema. I sindaci e gli assessori intervenuti, hanno ben percepito la gravità del quadro generale e si sono resi disponibili a farsi da tramite con i loro colleghi che non hanno potuto partecipare, affinché tutti sottoscrivano il documento rivolto alla Regione Piemonte contenente alcune puntuali richieste di intervento sulle residenze per anziani che abbiamo preparato. Nel mentre accogliamo con favore la disponibilità ad incontrarci il prossimo 9 giugno arrivata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Il dialogo è la strada migliore per provare a risolvere i problemi ed evitare di dover ricorrere ad altre forme di protesta”. Questa l’analisi della situazione unanime condivisa a caldo all’indomani del triplice appuntamento organizzato lunedì 30 e martedì 31 maggio dall’Associazione provinciale cuneese Case di Riposo pubbliche e private, dalle Diocesi di Cuneo, Fossano, Alba, Saluzzo, Mondovì, Pinerolo e dalla Diaconia Valli Valdesi.

In provincia di Cuneo le strutture RSA e RA sono 152 in tutto, per un totale di 7.416 posti letto di cui 6.395 occupati (86%). Di questi 4.653 sono accreditati ma solo 2.042 occupati da pazienti convenzionati (44%), con una lista di attesa di 1.380 posti letto convenzionati RSA. Le strutture della provincia di Cuneo hanno 4.600 dipendenti diretti, a cui se ne aggiungono 1.350 circa di indiretti, per fatturato annuo complessivo di 202 milioni di euro, di cui il 76% sono retribuzioni.

Nel distretto pinerolese dell’ASL TO3 vi sono 23 RSA, per un totale di circa 1.600 posti letto, dei quali 1.118 accreditati. Solo il 49% di questi ultimi risulta occupato da pazienti convenzionati. Complessivamente le RSA pinerolesi danno lavoro a circa 1.450 persone. Il loro fatturato annuo complessivo corrisponde a circa 50 milioni di euro e 35 milioni circa l’ammontare delle retribuzioni.

Nel documento indirizzato al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi e all’assessore alla Programmazione socio-assistenziale e socio-sanitaria Maurizio Marrone, i rappresentanti delle case di riposo avanzano 4 richieste di intervento specifiche e concrete, precisamente: un intervento economico urgente e straordinario per far fronte all’eccezionale aumento dei costi relativi alle forniture energetiche ed ai dispositivi di sicurezza per l’emergenza Covid-19, oltre quanto già sottoscritto nell’accordo dello scorso 10 maggio; l’adeguamento Istat delle rette riconosciute dalla Regione alle RSA, bloccate dal 2013, ben oltre il 3,9 % in fase di deliberazione da parte della Regione; l’incremento del budget per aumentare il numero dei posti letto in convenzione, con conseguente vincolo di destinazione di spesa; l’esclusione dal calcolo della tariffa, per le famiglie che pagano la retta intera (che sono circa il 57% del totale), del costo del direttore sanitario e del personale sanitario.“La situazione finanziaria delle case di riposo -concludono – , già fortemente provata da due anni di pandemia, sta subendo un grave contraccolpo per effetto dell’aumento dei costi per l’assunzione di personale sanitario e socio-sanitario, per la fornitura di DPI e per gli screening, per l’acquisto delle attrezzature sanitarie, nonché a causa del notevole aumento delle spese relative alle utenze, che per la luce e per il gas è di circa il 100% e che equivale per le strutture della provincia di Cuneo ad costo aggiuntivo di 5/6 milioni di euro all’anno e per le RSA pinerolesi di 1,2/1,3 milioni di euro all’anno. Permane il grosso problema della carenza degli infermieri che sono stati dirottati a causa della pandemia presso le Asl e gli ospedali e che abbiamo bisogno che ritornino al più presto presso le nostre strutture. Di questo passo saremo costretti a chiudere”.