ilTorinese

Teatro Nuovo e parco del Valentino, i progetti: la città tra memoria e futuro

Trasformare il Teatro Nuovo in un polo culturale strategico per lo spettacolo dal vivo, completandone il percorso di valorizzazione e rilanciandolo a livello nazionale e internazionale. È l’obiettivo della Città di Torino che, con delibera proposta dall’assessora alla Cultura Rosanna Purchia e dalla Vicesindaca con delega al Patrimonio Michela Favaro, ha approvato le linee guida per la pubblicazione di un bando pubblico finalizzato a individuare un partner con cui stipulare un Partenariato Speciale Pubblico-Privato (PSPP).

“Con il Partenariato Speciale Pubblico-Privato apriamo una nuova fase per il Teatro Nuovo – dichiarano la Vicesindaca Michela Favaro e l’assessora Rosanna Purchia –, che diventerà un centro strategico per le arti performative, la produzione culturale e l’innovazione. È un progetto che valorizza un luogo simbolico della nostra città, protagonista di un importante investimento pubblico, e lo restituisce alla città con una visione aperta, sostenibile e condivisa. Inserito in un sistema culturale integrato con la nuova Biblioteca civica e altri poli del sapere, il Teatro Nuovo contribuirà a fare di Torino una città della cultura viva, accessibile e proiettata verso un orizzonte internazionale”.

Il PSPP rappresenta una fattispecie giuridica aperta e flessibile, che consente di incorporare le buone pratiche maturate dall’esperienza, valorizzando al massimo la collaborazione pubblico-privato, in linea con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che consente agli enti territoriali di attivare forme speciali di partenariato con soggetti pubblici e privati per il recupero, il restauro, la gestione, l’apertura al pubblico e la valorizzazione dei beni culturali, riconoscendo l’importanza di integrare e coordinare le strategie di tutela e valorizzazione, rafforzando la collaborazione tra enti pubblici e tra questi e i soggetti privati. Un approccio innovativo, in linea con il principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, che si rivela fondamentale per l’efficace adempimento delle funzioni pubbliche legate alla valorizzazione del patrimonio.

Il Teatro sarà chiamato a fungere da vetrina per produzioni originali, anteprime nazionali e internazionali, progetti di ibridazione tra linguaggi artistici differenti e creazioni innovative, con particolare attenzione all’uso di tecnologie multimediali, interattività e nuovi linguaggi espressivi. Al tempo stesso, dovrà accogliere eventi speciali nel calendario dei grandi appuntamenti cittadini, qualificandosi come attore propositivo nell’ecosistema locale delle arti performative. La direzione e la gestione dovranno attivare sinergie con altri soggetti pubblici e privati sul territorio, articolando una programmazione che abbracci teatro musicale, teatro di prosa, musica, danza e forme ibride e sperimentali. La strategia culturale dovrà puntare a sostenere le nuove generazioni di artisti con programmi di residenza artistica, alta formazione professionale e occasioni di confronto con il pubblico, promuovendo audience engagement e coinvolgimento attivo. Inoltre, il progetto culturale ambisce a un posizionamento internazionale, costruendo reti e collaborazioni transnazionali, partecipando a circuiti europei e globali e ospitando artisti e produzioni di rilievo estero, innalzando così il profilo del Teatro come punto di riferimento culturale capace di generare attrattività oltre i confini locali e nazionali.

Ai fini della migliore selezione del partner privato, la proposta dovrà contenere contenuti minimi che permettano di valutare quale candidatura risponda meglio agli obiettivi di valorizzazione. La valutazione avverrà tramite una procedura comparativa e non competitiva, affidata a una Commissione multidisciplinare di esperti in ambito culturale, tecnico e patrimoniale. Al termine della valutazione, la Città avvierà una fase negoziale con il soggetto selezionato per definire la bozza di accordo di Partenariato Speciale Pubblico-Privato. L’accordo disciplinerà gli impegni delle parti, i criteri di gestione, i meccanismi di verifica e altri aspetti connessi.

Il bando sarà pubblicato nei prossimi giorni sul sito della Città di Torino nella sezione Appalti e bandi.

Il progetto “Torino, il suo parco e il suo fiume – memoria e futuro”

La Città di Torino ha ottenuto un finanziamento nell’ambito del Fondo Complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (strumento previsto dal d.l. n. 59/2021), che finanzia progetti integrativi del PNRR per il periodo 2021–2026. Tali fondi, gestiti dal Ministero della Cultura, sono stati destinati alla realizzazione del progetto strategico “Torino, il suo parco e il suo fiume – memoria e futuro”, che si sviluppa all’interno dell’ecosistema urbano che coinvolge la nuova Biblioteca civica Centrale, gli spazi didattico-scientifici del Politecnico di Torino e il Borgo Medievale, promuovendo connessioni funzionali tra attività complementari. Il restauro in corso prevede la rifunzionalizzazione della sala teatrale e dei relativi spazi accessori, il miglioramento dell’efficienza energetica e l’adeguamento alla normativa antincendio, con collaudo previsto nel secondo semestre del 2026.

 

Cessione di IVECO alla indiana TATA, Giachino: ci sono i motori FPT

Nella cessione di IVECO alla indiana TATA una cosa che forse non è chiara a tutti che in IVECO ci sono i motori FPT prodotti sia a Torino che a Foggia ( ex Sofim ) .
Oggi FPT  fornisce oltre ai camion IVECO anche tutti i trattori CNH , parte dei motori a JCB ( Inghilterra ), CLAAS trattori ( Francia ) ,Liebheer ( Svizzera ), Carraro, Merlo ,  Dieci , Landini  e altri costruttori di gruppi elettrogeni.
Non difendere FPT  è un suicidio !!!
Mino GIACHINO 
già sottosegretario di Stato ai trasporti

Gtt: il 30 luglio linee 8 – 18 deviate

Mercoledi’ 30 luglio 2025 dalle 7.00 alle 20.00 circa. Causa lavori stradali le linee vengono deviate su percorsi alternativi. Per conoscere la deviazione della tua linea consulta la sezione dedicata ” linee e orari ” – ” rete urbana e suburbana” del sito www.gtt.to.it

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Caretti, Cisl: “Nuovo piano sanitario buon inizio, ma strada lunga”

“In attesa dell’incontro del 4 agosto prossimo con l’assessore regionale alla Sanità Riboldi nel quale verrà presentato ufficialmente a Cgil Cisl Uil regionali il nuovo Piano socio-sanitario della Regione, riteniamo importante sottolineare positivamente il metodo usato in questa fase dalla Giunta regionale. Ci troviamo di fronte a un documento che mancava in regione da parecchi anni e che finalmente fornisce una visione strategica su uno dei temi prioritari per i cittadini piemontesi: la sanità. Per noi è importante che al centro di questa visione strategica ci sia il Servizio Sanitario Nazionale e tutto quello che ruota intorno alla persona e ai suoi bisogni di salute e assistenza”. Questo il commento del segretario generale Cisl Piemonte sulla presentazione del nuovo piano socio-sanitario della regione Piemonte.
“Sempre sul metodo – aggiunge Caretti –  vale forse la pena ricordare che il confronto con il Sindacato su questa materia non può fermarsi qui, ma dovrà proseguire. Ci potrà essere anche un aggiornamento del piano all’atto della sua applicazione pratica nei diversi territori in base a ricadute ed esigenze condivise. Si tratta quindi di un buono inizio da parte dell’assessorato regionale alla sanità che va nella direzione di una necessaria collaborazione e condivisione con tutti gli attori interessati, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Noi faremo, con spirito costruttivo, la nostra parte per arrivare al miglior risultato possibile, un risultato  che soddisfi innanzitutto  i cittadini piemontesi”.

Cattolici e politica a Torino, il nodo della questione sociale. Un dibattito molto partecipato

 “Un confronto serrato e a tutto campo quello che si è svolto a Torino organizzato da Mino Giachino e a cui hanno partecipato Mauro Carmagnola, Giampiero Leo e Giorgio Merlo. Tre gli aspetti centrali e concreti emersi durante il dibattito.
Innanzitutto la necessità di rilanciare il ruolo, la presenza e il protagonismo politico dei cattolici popolari e sociali anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Una presenza che non può diventare banalmente irrilevante, ornamentale e del tutto periferica sul versante politico e progettuale. Il modello di riferimento concreto per il futuro politico dei cattolici non può, quindi, essere la banale riproposizione, in termini aggiornati e rivisti, dei ‘cattolici  indipendenti eletti nelle liste del Pci’.
In secondo luogo non si può non porre la ‘questione sociale’ e delle diseguaglianze crescenti al centro delle priorità  dell’impegno politico dei cattolici. Soprattutto nella città di Torino. Una questione sociale denunciata recentemente anche dall’arcivescovo di Torino card Repole e da tutti gli istituti di ricerca. Un tema che, comunque sia, non può essere disgiunto da un progetto che rilanci lo sviluppo economico in una città oggi quanto mai ripiegata su se stessa con grandi problemi di diseguaglianza nei quartieri popolari con mancanza di sicurezza e con la crescita di disturbi e psicosi come dichiarato dall’Asl Città di Torino.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, la presenza politica dei cattolici non può essere collocata in partiti che hanno un’altra ragione sociale e rispondono ad altri valori culturali. Si tratta, cioè, di declinare attivamente la presenza e l’impegno dei cattolici nei partiti centristi, riformisti e di governo. Come, del resto, recita l’antica  e sempre attuale e moderna cultura democratico cristiana.
Un dibattito che ha segnato, comunque sia, anche la necessità di fare un deciso salto di qualità per invertire il ciclo economico e sociale in quella che fu prima la Capitale politica poi industriale del nostro Paese anche grazie a grandi amministratori cattolici da Peyron a Grosso.

Il consiglio di Iveco riunito a Torino per la vendita a Tata e Leonardo

Oggi potrebbe essere il giorno ufficiale della vendita di Iveco. Il comparto  militare dell’azienda sarà andrà a Leonardo e Rheinmetall. Invece il settore civile dei  camion, autobus e motori sarà acquisito dall’ indiana Tata Motors. Oggi a Torino si riunisce il consiglio di amministrazione di IvecoGroup.

In una nota diffusa dall’azienda Iveco  si legge che sono in corso trattative in stato avanzato per “potenziali operazioni riguardanti il settore della difesa, da un lato, e la restante società dall’altro”.

Il consiglio di amministrazione sta valutando attentamente tutti gli aspetti di queste potenziali operazioni”

“ Il consiglio – continua la nota – tiene nella dovuta considerazione gli interessi di Iveco Group e di tutti i suoi stakeholder, compresi azionisti, dipendenti e clienti, e terrà informato il mercato”.

È morto Raffaele Fiore l’assassino di Casalegno

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Pier Franco Quaglieni

E’ morto il brigatista rosso non pentito Raffaele Fiore che partecipò al rapimento di Aldo Moro e all’uccisione dell’avvocato Fulvio Croce: nel 1977 sparo’ a  bruciapelo, con l’intenzione di ucciderlo, a Carlo Casalegno di cui sono stato molto amico e che in più occasioni ho ricordato pubblicamente, anche nel luogo in corso Re Umberto dove venne colpito. Casalegno morì dopo essere stato ferito in modo vile e truculento e dopo una dozzina di giorni di terribile agonia. Nei confronti di Fiore che non usufruì dei favori riservati ai pentiti non ritengo di dover infierire: dopo la morte deve estinguersi ogni odio, anche se è impossibile, come dice il mio amico Massimo Coco (figlio del magistrato freddato a Genova dalle Br) perdonare.
Chi ha perdonato, in effetti, ha dimenticato, come i famigliari del commissario Luigi Calabresi.
Ma ha anche dimenticato, chi non aveva motivo di perdonare. Io ricordo, quando andai a commemorare Casalegno alla “Stampa” su designazione della vedova di Carlo, Dedi, che il direttore Giulio Anselmi parlo’ di Casalegno come di un “uomo di destra”, tema ripreso dal sindaco pro tempore Chiamparino. Era gente che non
si liberava dai pregiudizi neanche a vent’anni dalla morte di Carlo.  Quando Fiore sparo’ in volto a Casalegno, parte della sinistra fu molto tiepida, se si esclude il sindaco comunista Novelli,per non parlare del Presidente socialista Viglione. Ci furono operai della Fiat che rilasciarono penose interviste in cui l’ideologia si fuse con il cinismo e la lotta di classe nei confronti del borghese  Carlo Casalegno. Ancora più colpevoli furono i giornalisti che le cercarono, in primis Giorgio Bocca . Ma stando alla testimonianza del giornalista Vittorio Messori ci fu anche chi nella redazione di “Stampa sera” giunse a gioire (secondo un ‘altra testimonianza a brindare) perché era stato colpito un reazionario come Casalegno. Non essere estremisti per alcuni significava essere reazionari: una vulgata di fatto brigatista.
Tanti anni dopo “La stampa” cancello’ il premio Casalegno che conferiva da alcuni anni forse perché mancavano i giornalisti meritevoli, forse perché era imbarazzata a continuare a gloriarsi del suo nome seguendo una linea tanto distante dal suo antico vice direttore che Ronchey scelse come commentatore politico di primo piano.
Di fronte agli immemori io sento di dover scrivere che forse ho più rispetto per un assassino coerente con le sue idee deliranti che per tanti perdonisti che hanno annacquato il ricordo di cosa fu il terrorismo in Italia. Ovviamente il terrorismo rosso e anche nero perché, a pochi giorni dall’anniversario della strage di Bologna va ricordato anche quello nero, anche se le polemiche aspre – umanamente più che comprensibili – del presidente delle famiglie delle vittime di Bologna non sono accettabili perché strumentalizzano il passato in funzione del presente.

PS: Il risalto in prima pagina e lo spazio riservato da”La Stampa” alla morte di Fiore rispetto alle poche righe del “Corriere della sera” a pag. 19 deve far riflettere.

Bello il Tenda, galleria splendida. Ma quanti cantieri aperti!

Un lettore ci scrive:

Piacentino doc (ci tengo a sottolinearlo), torinese d’adozione. Da buon torinese, come tanti piemontesi, trascorro le vacanze estive nell’estremo ponente ligure. E, finalmente, sono ripassato, il 25 luglio, dal mitico Colle di Tenda, strada consigliata per chi va in località come Sanremo, Bordighera, Ventimiglia, Latte, i Balzi rossi e la Francia. La nuova galleria riavvicina il cuneese e la Francia dopo ben 5 anni di attese e rinvii in seguito alla devastazione provocata dalla tempesta Alex del 2 ottobre 2020 che sconvolse il territorio sul versante francese, dal Tenda fino a Ventimiglia. E quindi con grande gioia ho rivisto il Tenda dopo essere passato per cinque anni dal Colle di Nava, allungando di molto il percorso ma evitando l’autostrada, troppo lunga, troppo cara e di una monotonia stressante. Che piacere salire fin lassù e che bella galleria, moderna, luminosissima, un godimento assoluto percorrerla anche se, per il momento, a circolazione a senso unico alternato. Comunque sia, un grande cambiamento!
E pensare che tanti anni fa, con il tunnel già stravecchio, mezzo buio e decadente, mi sono fermato all’improvviso con l’auto proprio in mezzo a quella galleria provocando un gran casino…benzina finita! Che ricordi, che caos! Ma torniamo alla rinascita del Tenda. All’uscita dalla galleria il panorama è straziante, i tornanti in discesa ci sono di nuovo, erano stati spazzati via dalla bufera del 2020, la viabilità opportunamente modificata, ma lo scenario complessivo sembra ancora quello di 5 anni fa. Al lavoro si vedono decine di ruspe e caterpillar per risistemare la montagna crollata. I lavori, penso, dureranno ancora qualche anno. La strada verso Ventimiglia prosegue senza intoppi particolari ma i guai arrivano soprattutto nel tratto francese a causa di una decina di cantieri aperti con tanto di semafori mobili. Una decina…da rantolare al volante !Tutti rossi al mio arrivo e fa caldo! Certo, i cantieri servono per migliorare le strade, alcuni asfaltano, altri sistemano i parapetti, in altri ancora non si sa bene cosa facciano, per fortuna non c’è molto traffico ma un po’ di coda si forma lo stesso. Chi passerà dopo di me, forse sarà più fortunato. Speriamo solo che non siano ETERNI come i cantieri dell’autostrada! Insomma, a Ventimiglia non si arriva mai, il Tenda è interminabile, estenuante. Al ritorno farò il Nava!
Vanni Milani

Personale sanitario, oltre 1800 nuovi assunti

Si è riunito nella Sala Giunta del Grattacielo Piemonte di Torino l’Osservatorio sulle assunzioni del personale sanitario alla presenza del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, dell’assessore alla Sanità, Federico Riboldi e delle organizzazioni del comparto FP Cgil, Cisl FP, Uil FPL, Fials, Nursind, Nursind UP.

«Con le 1.842 unità di personale in più al 30 giugno, il traguardo di incrementare di 2 mila dipendenti il comparto sanitario della nostra Regione che ci eravamo prefissati nel 2023, si sta avvicinando. Un risultato importante, soprattutto se si pensa che dal 2019 parliamo di un incremento di oltre 4.300 unità.

Oggi, quindi, si certifica l’impegno messo in campo in questi mesi: infatti, al primo semestre 2025 abbiamo raggiunto il 90% dell’obiettivo del personale del comparto, pari a 1.348 persone, e il 99% della dirigenza, equivalente a 494 unità,, al netto del turn over. E l’84% dei reclutamenti complessivi extra turn over sono costituiti da rapporti di lavoro a tempo indeterminato e che per il comparto sale al 97%.

Questi numeri sono anche il frutto dei processi aziendali di internalizzazione concordati con le organizzazioni sindacali, che hanno visto già raggiungere un risparmio di oltre 9 milioni di euro, pari al 25%, e 581 assunzioni, con una previsione a fine anno di 765 unità internalizzate e un risparmio su base annua di oltre 40 milioni di euro.

Il lavoro svolto fin qui è stato molto e ringraziamo le organizzazioni di comparto e le Aziende Sanitarie per l’impegno comune nel raggiungere il risultato. Da parte nostra proseguiremo, in uno spirito di piena collaborazione, a cercare di superare le criticità oggettive che la sanità pubblica deve affrontare quotidianamente, ma che con la giusta determinazione stiamo affrontando, raccogliendo i frutti di anni intenso di lavoro.

Tra le molte iniziative avviate, vorremmo per esempio ricordare i concorsi già indetti e che saranno ancora banditi entro fine anno da Azienda Zero per proseguire nelle assunzioni, perché solo investendo nei professionisti e nelle persone potremo rilanciare la sanità piemontese.

Il prossimo passo, sempre di intesa con i sindacati, è la richiesta al Mef di considerare le internazionalizzazioni che sono in corso, e quelle che verranno nei prossimi mesi, al di fuori dei tetti di spesa per il personale della sanità, a fronte dei risparmi che consentono di ottenere: in questo modo potremo liberare ulteriori risorse per nuove assunzioni a supporto della sanità pubblica», hanno sottolineato il presidente Alberto Cirio e l’assessore Federico Riboldi.

Durante l’incontro è stato inoltre fatto un aggiornamento specifico sulla situazione dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino con il commissario Thomas Schael, oltre a indicare la seconda metà di settembre per la prossima seduta dell’Osservatorio.

Curarsi con la ricerca: l’ASL TO5

Quando la passione incontra il bisogno: così nasce la ricerca che cambia la vita

A volte la scintilla della ricerca non nasce in un laboratorio, tra provette e microscopi, ma in una corsia d’ospedale, davanti allo sguardo di un paziente che chiede solo una vita un po’ più dignitosa. È lì che un giovane medico, guidato dalla passione e dal desiderio profondo di fare la differenza, trasforma una necessità clinica in un progetto di studio.

È quello che è successo in Asl TO5, quando, nel 2024, Diana Teodora Dodoi, nefrologa dalla struttura di Nefrologia e Dialisi, diretta da Gianluca Leonardi, ha partecipato a un’iniziativa speciale per i giovani nefrologi e specializzandi realizzata dalla Società Italiana di Nefrologia (SIN): il Young SIN Case Report Contest sul tema della gestione dell’anemia nella malattia renale cronica (CKD). Un concorso in cui gli associati con meno di 40 anni sono stati invitati a inviare casi clinici in cui si trattassero gli aspetti diagnostici e terapeutici dell’anemia causata dalla malattia renale cronica.

Con la presentazione del case study “Impiego di ROXADUSTAT in un paziente in emodialisi affetto da aplasia pura eritroide secondaria ad anticorpi anti-eritropoietina”, la dottoressa Dodoi ha vinto il primo premio ed ha avuto la possibilità di partecipare al congresso dell’American Society of Nephrology.

Il caso riguardava un paziente di 72 anni, con insufficienza renale cronica dovuta a una malattia policistica renale (APKD), in trattamento con emodialisi dal 2019. Nonostante il trattamento con eritropoietina ricombinante (rHuEPO), il paziente ha sviluppato una grave anemia, con livelli di emoglobina che spesso scendevano sotto i 6 g/dL. Dopo aver escluso altre possibili cause di anemia, è stata diagnosticata una Pure Red Cell Aplasia (PRCA), una condizione rara in cui il midollo osseo non produce abbastanza globuli rossi.

Nel 2020, sono stati rilevati anticorpi contro l’eritropoietina (anti-EPO), il che ha suggerito che la causa della PRCA fosse legata a una reazione autoimmune. Inizialmente trattato con farmaci immunosoppressori, il paziente ha continuato a richiedere trasfusioni di sangue, anche se a intervalli più lunghi. Nel 2023, è stato iniziato un trattamento con ROXADUSTAT, un farmaco innovativo che stimola la produzione di globuli rossi. Dopo solo 4 settimane di trattamento, i livelli di emoglobina del paziente sono migliorati significativamente, arrivando a 10.1 g/dL, un valore mai raggiunto prima senza trasfusioni.

Questo caso dimostra che, in pazienti con anemia resistente alla terapia con eritropoietina, ROXADUSTAT può rappresentare una valida alternativa terapeutica, contribuendo a ridurre la necessità di trasfusioni e migliorando la qualità della vita del paziente. Sebbene siano ancora pochi i casi riportati in letteratura, questo trattamento si sta rivelando promettente e il lavoro della dottoressa Dodoi e dei suoi colleghi ha offerto un contributo importante alla comprensione e gestione di questa complessa condizione.

Ma all’Asl TO5 è stato attivato anche uno studio di accuratezza diagnostica che ha coinvolto 637 pazienti di quattro centri diabetologici e oculistici nell’ambito dell’Azienda, di età superiore ai 18 anni, con diagnosi di diabete e sottoposti a screening per la retinopatia diabetica. Le immagini retiniche sono state riprese da infermieri senza la dilatazione della pupilla e poi valutate con un algoritmo di intelligenza artificiale (IA) sviluppato per semplificare proprio il processo di screening.

In generale, l’algoritmo è risultato efficace nel rilevare i casi più gravi, quelli che richiedono l’intervento del medico per le terapie; quindi un valido strumento per alleggerire il lavoro degli oculisti: l’intelligenza artificiale, infatti, può essere utile per raggiungere anche le aree più remote e ridurre il numero di visite inutili, migliorando l’accesso alle cure.

Nel caso specifico dello screening della retinopatia diabetica, l’IA rappresenta un’opportunità per ridurre i costi sanitari, migliorare l’efficienza e rendere l’accesso alle cure più rapido, senza sostituire il ruolo dei professionisti, ma affiancandoli, e rendendo il processo di screening più accessibile e tempestivo senza compromettere la qualità delle diagnosi.

CURARSI CON LA RICERCA IN PIEMONTE

La rubrica della Regione Piemonte, in collaborazione con il DAIRI Regionale (DAIRI-R), che racconta la ricerca all’interno delle singole Aziende Sanitarie Regionali. Dopo aver raccontato l’importanza di fare ricerca e di avere Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sul territorio al fine di migliorare sempre di più le cure e i servizi offerti, nonché il ruolo del DAIRI – R nella governance della ricerca sanitaria del Piemonte, ogni settimana verrà approfondita un’esperienza diversa, per valorizzare il lavoro svolto nelle diverse ASR e le buone pratiche che contribuiscono a costruire un sistema sanitario innovativo e fondato sull’evidenza scientifica.