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Ritorna Expocasa, alla sua 62esima edizione, all’Oval del Lingotto

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Dal 4 al 12 ottobre prossimi presso l’Oval del Lingotto sarà protagonista Expocasa, uno dei più importanti saloni dedicati all’arredamento e alle soluzioni per la casa. Con oltre sessanta anni di storia, questo evento coniuga novità e tradizione, offrendo aree dedicate all’arredamento, ai complementi, alle tecnologie e una nuova sezione per modernariato e antiquariato.
Quest’anno Expocasa celebra la sua 62esima edizione, consolidando la sua presenza nel panorama fieristico come punto d’incontro per aziende, professionisti e pubblico.
Nella passata edizione i visitatori sono stati più di 45 mila, in gran parte provenienti dal Piemonte, Liguria,  Valle d’Aosta, Francia e Svizzera, con un pubblico qualificato alla ricerca di soluzioni sempre nuove e nuove ispirazioni. Expocasa è  organizzato da Gl Events e si presenta come un contenitore multidisciplinare,  capace di accogliere e connettere  mondi diversi, quali design, architettura, artigianato, arte e sostenibilità.
Tra le novità di quest’anno si registra la Turin Week Design e la realizzazione di “Una notte all’Oval”, creata in collaborazione con il Club Silencio Voci d’Interni, un’area dove si potranno incontrare architetti e interior designer Materioteca, un percorso tattile tra materiali e finiture Luce e Casa, dedicato al ruolo dell’illuminazione nel benessere abitativo.
L’immagine della fiera è  firmata da John Blond, che è  stato capace di trasformare l’Oval in un hub visivo tra installazioni, performance  e una caccia al tesoro creativa.  Verrà  anche dato spazio all’arte contemporanea con l’Arte a casa tua e alla grafica con i Graphic Days.
Marchi storici si affiancheranno a giovani realtà, a laboratori creativi e imprese familiari.
Il Giardino di Expocasa rappresenta un  nuovo spazio immersivo, capace di far capire il valore terapeutico rigenerante del verde. In fiera  verrà portata anche l’artigianalità autentica delle Ande peruviane, con Artesanos don Bosco.
Anche la luce sarà protagonista di questa edizione con la seconda edizione di Design  Call, il contesto dedicato ai giovani talenti del design, per la prima volta con il supporto  e l’ adesione di Piemonte e Città di Torino.

Il taglio del nastro sarà il 4 ottobre prossimo, dopo il quale, dalle 18.30 in poi, Expocasa si trasformerà in uno spazio vibrante  di musica per “Una notte all’Oval”, rimanendo aperto fino alle 23.

Un’area sarà  dedicata ai bambini dai 3 ai 10 anni, Expocasa kids, comprendente laboratori, giochi creativi, e una escape room sul tema della sicurezza domestica

Mara Martellotta

Cabaret, la pasticceria torinese dove dolce e salato diventano spettacolo

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SCOPRI – TO  ALLA SCOPERTA DI TORINO
Un laboratorio a vista che profuma di autenticità
In pieno centro a Torino, tra le vie che mescolano eleganza sabauda e vita di quartiere, c’è un luogo che ha già conquistato i palati e la curiosità dei passanti: la pasticceria Cabaret.
A renderla speciale non sono solo le creazioni che escono dal suo forno, ma il fatto che tutto nasce davanti agli occhi dei clienti. Il laboratorio a vista è infatti il cuore pulsante del locale, dove Anthony, il pasticcere, crea e farcisce al momento croissant e dolci che sembrano piccoli gioielli.
Osservare il movimento delle mani di Anthony mentre spalma la crema o decora una torta è quasi un rito: un gesto semplice che diventa spettacolo, trasmettendo quell’autenticità che oggi si cerca sempre più spesso nei luoghi di gusto.
Dolci che raccontano una storia
Il banco del Cabaret è una vetrina colorata che racconta, con i suoi profumi e le sue forme, la tradizione e l’innovazione. Ci sono i tiramisù in tazzina, delicati e intensi allo stesso tempo; la torta Linzer con confettura e frutti di bosco, che riporta a suggestioni mitteleuropee; e la torta Cabaret, un omaggio alla casa, che ha già i suoi estimatori affezionati.
Tra le proposte che attirano gli sguardi ci sono anche la torta pere e cioccolato, i soffici maritozzi panna e crema, i baci della riviera, la torta carota e mandorle, le immancabili melighe e i garibaldini, biscotti di memoria antica che profumano di Piemonte.
Non mancano le crostatine assortite, le torte alla crema gianduia o con confetture varie, senza dimenticare la torta mele e cannella, un classico rassicurante che sa di casa.
Per gli appassionati dei piccoli piaceri, ci sono anche i biscotti di mais e arachidi, mais e cacao, e i cantuccini alle nocciole, da gustare insieme a un bicchiere di vino moscato.
Il lato salato di Cabaret
Cabaret non è soltanto dolci: il locale si distingue anche per una proposta salata curata e mai banale. Le quiche sono diventate un vero e proprio simbolo: c’è quella alla zucca e amaretto, che unisce delicatezza e carattere, quella alle verze e patate, che profuma di ricette casalinghe, e la quiche ai funghi, dal sapore più intenso.
Non mancano i classici come i toast, i croissant salati e una formula pranzo che sta conquistando una clientela sempre più variegata.
Dal lunedì al venerdì, infatti, Cabaret propone soluzioni veloci ma complete: quiche, contorni, un dolce o un maritozzo, senza dimenticare il caffè e il piacere di un piccolo bignè chantilly. Un modo per concedersi una pausa dal lavoro che non è solo nutrimento, ma anche coccola.
Un ambiente familiare con un’anima rustica
A rendere Cabaret unico non è solo il laboratorio a vista, ma anche l’atmosfera che si respira entrando. Un arredamento caldo, con tocchi rustici e accoglienti, fa da cornice alle giornate di chi si ferma per una colazione, una merenda o un pranzo veloce.
Non è raro vedere clienti che si trattengono a lungo, attratti dal clima conviviale e da un servizio attento.
Accanto ad Anthony lavora una piccola squadra affiatata: Chiara, aiuto pasticcere, lo affianca nella creazione delle specialità, mentre Fernanda, Bintu, Ida e Laura si occupano della caffetteria, portando sorrisi e professionalità. È questa dimensione corale, fatta di mani e volti diversi, a rendere il Cabaret non solo una pasticceria, ma un luogo di incontro e socialità.
Cabaret, un angolo di Torino da scoprire
In una città che ama i suoi caffè storici e i locali eleganti, Cabaret si inserisce con una personalità precisa: quella di chi vuole proporre qualità senza formalismi, con un’attenzione sincera alle persone e ai loro gusti.
Qui si viene per la colazione del mattino, per la pausa pranzo o per un dolce dopo cena, ma soprattutto per respirare un’atmosfera autentica, fatta di profumi, chiacchiere e gesti quotidiani che sanno trasformarsi in ricordi.
Cabaret non è solo una pasticceria: è un piccolo teatro di sapori e umanità, dove il protagonista sei sempre tu, che scegli di fermarti per lasciarti conquistare da un sorriso e da una fetta di torta.
Un quartiere che invita a fermarsi
La posizione del Cabaret non è casuale: si trova in una zona di Torino molto amata dai torinesi, che qui passeggiano tra negozi, mercati e scorci storici. È un quartiere dove si respira ancora l’atmosfera autentica della città, con il suo mix di tradizione e vitalità moderna.
Fermarsi al Cabaret diventa così parte di un rito quotidiano: una pausa che accompagna le chiacchiere del mattino, gli incontri di lavoro o le merende dei pomeriggi autunnali. Ed è forse proprio questa dimensione di familiarità, intrecciata con la qualità delle proposte, a spiegare perché chi ci entra una volta finisce sempre per tornare.
Noemi Gariano

“Sex and Puppet”. Al via l’edizione numero 32 di “Incanti”

“Rassegna Internazionale di Teatro di Figura”. Grande protagonista “il genere femminile”

Dal 9 al 14 ottobre

Il Festival in cifre: 15 spettacoli5 prime assolute, 1 prima nazionale6 prime regionali. Per un totale di ben 23 appuntamenti (sul palco quasi esclusivamente “donne”) articolati in 6 giorni.

Perbacco! Se tanto ci dà tanto, sarà un’edizione per davvero coi baffi, la numero 32 di “Incanti – Rassegna Internazionale di Teatro di Figura”, in programma da giovedì 9 a martedì 14 ottobre a Torino e distribuita fra gli spazi di “Off Topic” (via Giorgio Pallavicino, 35), “Casa Teatro Ragazzi e Giovani” (corso Galileo Ferraris, 266/C), “Antro” (Largo Saluzzo, 34/E) e a Venaria, ai “Giardini della Reggia”.

Promosso da “Controluce Teatro d’Ombra” (con molteplici contributi, da parte di Enti quali il “MIC – Ministero della Cultura” e la “Fondazione CRT”, solo per citarne alcuni), il Progetto ha come sottotitolo e “filo rosso” che fa da collante agli oltre venti appuntamenti in programma, “Sex and Puppet”. Titolo da far sobbalzare, con una perplessa smorfia di diniego, i più incalliti “benpensanti”! Con coraggio, infatti, l’edizione 2025 vuole esplorare tematiche (il corpo, l’identità e la parità di genere, così come la sessualità non disgiunta da sensi e consensi) che portano alla riflessione critica e a una ben definita presa di posizione sulla relazione tra individui, potere e rispetto reciproco.

“L’obiettivo – dicono gli organizzatori – è stimolare il dibattito e il dialogo, rendendo il Festival un’occasione per sensibilizzare il pubblico sull’importanza di riconoscere e rispettare i confini, promuovendo un cambiamento positivo verso una cultura di uguaglianza e rispetto, nella vita e nell’arte. Si parlerà dunque di sessualità, relazioni e diritti con spettacoli che saranno, per la maggior parte, ‘Vietati ai Minori’. L’attualità entrerà nello spettacolo, con un teatro che potrà far arrossire e riflettere, aiutando a comprendere e invitando alla consapevolezza dell’altro, senza censure, grazie al linguaggio universale del ‘Teatro di Figura’”.

Attenzione, però!

Il Festival non vuole certo chiudersi all’attenzione dei “più piccoli”. A loro si rivolgono, infatti, due spettacoli magici e interattivi: uno per la primissima infanzia (0-3 anni), l’altro per ragazze e ragazzi tra i 6 e i 12 anni.

E questa volta sono gli adulti a essere “vietati”! Nel programma è inserito anche un “laboratorio per famiglie” per indagare e giocare con la luce e con l’ombra, prendendo ispirazione dalla mostra dell’artista britannico Anthony McCall e dalle sue “sculture luminose” (“Solid Light”) già esposte alla “Citroniera” della “Reggia di Venaria”.

Il programma dettagliato degli spettacoli è visibile nella sua interezza su: www.festivalincanti.it

Tra i nomi di maggior spicco del programma 2025: l’attrice israeliana Yael Rasooly (appuntamento il 10 ottobrealle 21, alla “Casa del Teatro Ragazzi e Giovani” con uno spettacolo che affronta il tema della violenza verso donne), la catalana “Compagnia Rauxa” (11 ottobrealle 20,45, sempre alla “Casa del Teatro Ragazzi e Giovani” in uno spettacolo in cui ci si interroga su quanto siamo in grado di manipolare i nostri pensieri per evadere dalla realtà), la Compagnia di Barcellona “Agrupacion Señor Serrano” ( in uno spettacolo dedicato esclusivamente a ragazzi e ragazze tra i 6 e i 12 anni, in programma l’11 ottobrealle 17, ancora alla “Casa del Teatro Ragazzi e Giovani”). Curiosa anche la commedia spagnola alquanto voyeuristica (“per tre spettatori alla volta”) “Madame Paulette” e ancora da segnalare la Compagnia spagnola, quasi tutta “al femminile”, interprete di spettacoli dedicati in modo particolare ai più piccoli, “EngrunaTeatre”.

Sempre alla “Casa del Teatro Ragazzi e Giovani” andrà in scena, infine, lunedì 13 e martedì 14 ottobre, il “Progetto Cantiere”12^ edizione, dedicato alle nuove generazioni di artiste e artisti. “Si tratta di un Progetto – affermano i responsabili – che lascia spazio alla creatività emergente, con un festival nel festival dedicato alle nuove generazioni che utilizzano il ‘Teatro di Figura’ come linguaggio principale: quattro compagnie sono state selezionate, tra più di 20 richieste pervenute, e da maggio ad oggi sono state accompagnate nelle varie fasi di creazione.  In questa dodicesima edizione, sulla scia dell’anno passato, ‘Progetto Cantiere’ è quindi entrato nel merito della creazione artistica, dando risalto al percorso e alle idee, al lavoro verso la concretizzazione delle stesse”.

Gli appuntamenti di “Progetto Cantiere” sono a ingresso libero.

  1. m.

Nelle foto: alcune scene tratte dalla “Compagnia Rauxa” e dallo spettacolo “Madame Paulette”

Presentati la nuova pasta e il nuovo pane della filiera del grano di Stupinigi

Nascono la pasta e il pane con grano torinese che rispettano il lavoro degli agricoltori.
Presentata il 3 ottobre scorso, presso la palazzina di Caccia di Stupinigi, la nuova pasta fresca prodotta con la filiera del grano di Stupinigi, una delle due filiere torinesi del grano promosse da Coldiretti (l’altra è  la filiera del Gran di Bric della Collina chivassese). Il grano di Stupinigi è  coltivato nei Comuni di Nichelino, Beinasco, Orbassano, Candiolo, None, Vinovo. Si tratta di una miscela di quattro varietà testate per lungo tempo in campo prima di essere seminate. La farina ricavata presenta una scarsa percentuale di glutine e viene macinata mantenendo le proteine del germe.
La pasta di grano tenero viene prodotta da Pasta Girardi, azienda attenta alla qualità e rispettosa dell’equo compenso per i  coltivatori con stabilimenti a Leinì e Orbassano. Si tratta di una pasta che rispetta perfettamente la tradizione piemontese  con le sue cinque referenze, i tajarin, gli agnolotti di  carne, i ravioli di ricotta e spinaci, i plin, i paccheri.

Ma se per la pasta della farina  di Stupinigi è la prima volta, non così è per il pane.  Da dieci anni Panacea produce pane speciale con la stessa farina. Oggi Panacea, una cooperativa torinese nata per l’inclusione sociale,  ha presentato un nuovo ‘miccone’ panificato con la stessa farina rinnovando così l’offerta disponibile nelle panetterie Panacea che, con la farina di Stupinigi, producono anche grissini, biscotti, crackers, tortine.
La farina è  prodotta da Mulino Roccati di Candia Canavese e il grano è stoccato  nei silos del consorzio agrario  Nord Ovest di Orbassano.
La presentazione dei nuovi prodotti ha rappresentato anche l’occasione per il rinnovo dell’accordo di filiera tra agricoltori industriali che, da un decennio, tutela tutti gli agricoltori aderenti.  Il nuovo contratto di filiera migliora anche la remunerazione per i contadini.
Coldiretti Torino è riuscita a mediare, portando a casa 5 euro in più al quintale come premio di filiera, basato sulla quotazione del grano di forza, vale a dire del grano più caro nelle contrattazioni. Il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, spiega il vantaggio di sostenere i contratti di filiera, che in Piemonte sono attivi anche per il latte e la nocciola.
“ Con i contratti di filiera – ha spiegato Bruno Mecca Cici – ci guadagnano gli agricoltori che percepiscono una remunerazione più alta e non soggetta alle oscillazioni di mercato. Ci guadagnano le aziende alimentari perché hanno a disposizione un prodotto aderente alle esigenze aziendali garantito da un disciplinare. Ci guadagnano i consumatori perché acquistano alimenti certificati di alta qualità”.

Alla presentazione hanno partecipato anche il sindaco di Nichelino, Gianpiero Tolardo, che ha parlato dell’impegno del suo Comune e dei Comuni del Parco per la promozione dei prodotti locali. Marta Fusi, direttrice della Palazzina di Caccia di Stupinigi, ha messo in evidenza la relazione antica tra la palazzina barocca e l’agricoltura,  un rapporto già concepito dall’Architetto Juvarra che, insieme alla regia palazzina, progettò anche le cascine.
Francesca Martina, consigliera di Orbassano dell’Ente di Gestione delle Aree protette dei Parchi Reali, ha illustrato l’impegno del Parco per l’agricoltura sostenibile. Roberto Roccati di Molino Roccati ha illustrato le caratteristiche della farina, David Valderrama, presidente della cooperativa sociale Panacea, ha mostrato il nuovo pane dalla crosta croccante e il cuore morbido e lenta lievitazione. Simone Girardi e Paola Nardo di Pasta Girardi hanno presentato la nuova pasta fresca che ricalca la tradizione piemontese. Il vicedirettore di Coldiretti Torino, Giancarlo Chiesa, ha ricordato i vantaggi economici per i coltivatori. Si tratta di un risultato che premia l’azione sindacale e la vicinanza alle aziende agricole troppo spesso costrette a vendere il prodotto sottocosto.

Mara Martellotta

Confagricoltura Piemonte, “dazi USA grave zavorra”

 

 

Dopo l’annuncio dell’entrata in vigore, il 14 ottobre prossimo, dei dazi voluti da Trump, sono indispensabili provvedimenti di sostegno della Commissione UE e la proroga del regolamento deforestazione da parte dell’Europarlamento

 

L’entrata in vigore dei dazi annunciati dall’amministrazione degli Stati Uniti al 10% sul legname e al 15% sui mobili di produzione europea rischia di creare un contraccolpo pesante per la filiera legno che in Piemonte riguarda circa 3.500 aziende, con un fatturato annuo che nel 2024 è stato pari a 4 miliardi di euro. Un settore per il quale ci potrebbero essere ampi margini di sviluppo grazie al fatto che nella nostra regione la copertura forestale è di oltre 1 milione di ettari, il 34% del territorio regionale. Per Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e della Sezione nazionale Risorse boschive di Confagricoltura, i dazi USA rischiano di “frenare ulteriormente la lunga fase positiva che l’export europeo Oltreoceano di prodotti in legno stava vivendo ormai da quattro anni. Gli effetti sull’intera filiera, di cui fanno parte aziende agricole e proprietari di foreste, sarebbero durissimi”.

 

Le esportazioni verso il mercato statunitense di mobili italiani stanno facendo già i conti con una flessione del 7,7% registrata a luglio (Fonte: Istat), provocata dal dazio al 15% previsto dal precedente accordo quadro tra Washington e Bruxelles. Secondo i dati del Centro Studi di FederlegnoArredo, sui 52 miliardi di euro fatturati dalla filiera nel 2024, il mercato statunitense vale 2,2 miliardi.

 

Confagricoltura, oltre a “un intervento deciso da parte della Commissione Ue sul tavolo delle trattative con gli USA”, sollecita l’Europarlamento ad approvare il prima possibile la proposta fatta dalla Commissione di rinviare di un altro anno l’entrata in vigore del Regolamento sulla Deforestazione (EUDR). L’applicazione, in questa fase, dei nuovi oneri finanziari e burocratici previsti significherebbe infatti zavorrare ancora di più l’intero comparto.

 

Non bisogna poi trascurare il fatto che un danno alla filiera si ripercuoterebbe negativamente su tutto il sistema forestale e sui molteplici benefici in termini economici, sociali, nutrizionali e ambientali che è in grado di fornire: “Non dimentichiamoci che il Piemonte – conclude Allasia – ha un patrimonio boschivo di oltre un miliardo di alberi e 52 specie arboree, patrimonio che deve essere gestito, anche con le opportune utilizzazioni, per conservarsi nel tempo”.

 

Lega Giovani Piemonte condanna attacco alle Ogr

“La Lega Giovani Piemonte condanna con assoluta fermezza l’assalto alle OGR di Torino, dove manifestanti pro-Palestina hanno devastato spazi e strutture durante l’Italian Tech Week. Non è libertà di espressione, non è protesta: è violenza pura, organizzata e inaccettabile.

Colpire un evento dedicato all’innovazione e al futuro del nostro Paese significa attaccare la libertà di tutti. Chi usa la forza per imporre le proprie idee non porta avanti una causa, ma dimostra solo di non avere argomenti.

Lo stesso vale per le occupazioni di scuole e università, che bloccano studenti e famiglie e impediscono il normale svolgimento delle lezioni. Per questo annunciamo che saremo presto in presidio davanti ai poli universitari occupati, per difendere il diritto allo studio, al lavoro e alla crescita, contro chi vuole imporre il caos e la violenza.

Torino e il Piemonte meritano sicurezza, futuro e confronto civile. Saremo sempre dalla parte di chi studia, lavora e costruisce, mai di chi distrugge.

Matteo Gagliasso – Coordinatore Lega Giovani Piemonte 

Manolo Maugeri – Coordinatore Lega Giovani Provincia di Torino

Gian Marco Moschella – Coordinatore Lega Giovani Torino”

Il Golf come una scatola di cioccolatini, il nuovo libro di Nevio Grubessich

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Dal green alla vita, lo sport come strumento per guardare con occhi nuovi la fragilità e la forza della disabilità.

È appena uscito il nuovo romanzo Nevio Grubessich Il Golf come una scatola di cioccolatini. Non si sa mai quello che ti capita, pubblicato da Impremix Edizioni. Nel titolo si fonde la passione per il Golf con la metafora della vita e le sue sorprese, la sua imprevedibilità, i cambi di programma e i momenti inattesi. Il Golf non è raccontato come disciplina sportiva, ma piuttosto come una lente per osservare quello che l’esistenza riserva. La storia narra di due ragazzi che si incontrano giocando a Golf e si rivedono solo quando hanno 60 anni e davanti ad un bicchiere di vino ricordano i loro momenti insieme, ma si raccontano anche i motivi per cui si sono persi di vista. Uno dei due, inoltre, è diventato cieco e vive le problematiche di questo handicap, il testo, tuttavia, non ha un tono malinconico o vittimistico, è caratterizzato invece da una sfumatura quasi divertente.

Nel libro sono inseriti anche dei racconti di persone disabili, come quello di Giulia Marabotti che affetta da una malattia, l’acondroplasia, decide, per poter praticare il suo amato sport, di fare degli interventi chirurgici ai femori, alle tibie e agli omeri; la storia di Alessandra Donati che sfida la sua neuropatia o quella di Franco Sebastiano Venier, sulla sedia a rotelle dopo un brutto incidente.

“Ho scritto e dedicato questo libro a Tiziana Nasi” dice l’autore “una persona speciale, presidentessa del golf disabili, che ho conosciuto in occasione di una donazione di due poltrone da dentista alla associazione per cui faccio volontariato insieme a mia moglie Nicoletta. Mi ha chiesto di scrivere un libro sulla disabilità e così è nato questo volume di cui sono molto orgoglioso”.

Il Golf, in questo romanzo di Grubessich, diventa simbolo della convivenza con la propria fragilità, parla delle aspettative degli altri, della bellezza di un colpo ben fatto, ma anche dalla lezione che arriva da quelli sbagliati. Non c’è l’enfatizzazione della tecnica sportiva, ma un invito alla introspezione: ciò che conta è come si reagisce quando si perde la pallina, nella metafora più ampia della vita, o quando ci si rialza per tirare di nuovo, spesso non sapendo cosa aspettarsi.

Il mondo della disabilità viene ancora percepito in maniera distorta, certamente avere a che fare con degli importanti limiti fisici non è facile, ma si può vivere comunque con entusiasmo, si possono fare dei progetti ambiziosi e raggiungere traguardi competitivi e sportivi molto importanti. Si crea un equilibrio tra le difficoltà delle barriere e una sana leggerezza che fa da guida ad una esistenza di certo problematica, ma anche felice e piena. “Scrivendo questo libro ho compreso la poca sensibilità che avevo nei confronti delle persone disabili che non pretendono nulla di particolare se non un po’ di sensibilità e umanità. Ho ascoltato le loro storie, le loro emozioni e le loro speranze cercando di riportarle in maniera chiara e piacevole”.

All’interno del libro è narrata anche la storia di un caddie (il portabastoni) storico di Torino: Celso Molinero a cui l’autore ha dedicato anche una targa. “L’ho paragonato ad un consigliere, al navigatore in una gara di guida e a un direttore d’orchestra, ma anche un grande amico” spiega l’autore.

Un libro dunque, quello di Nevio Grubessich, che allarga la prospettiva su una dimensione che, nonostante i progressi degli ultimi anni, non si e’ ancora ben compresa. Il Golf, con la sua natura di gioco lento, fatto di concentrazione, silenzi e piccoli gesti ripetuti, diventa, in questo caso, uno strumento potente per avvicinarsi al tema della disabilità. È uno sport che non chiede necessariamente forza fisica estrema, ma equilibrio interiore, pazienza, capacità di adattarsi, qualità che accomunano il percorso di chi vive una condizione di fragilità. La sfida non è contro l’avversario, ma contro se stessi, contro i propri limiti e le proprie paure, in un terreno che cambia ad ogni buca, proprio come succede nella vita. Giocare significa accettare l’imprevisto e trasformarlo in possibilità, scoprendo che ogni tiro, come ogni esperienza, ha un suo valore.

Maria La Barbera

La dubbia prospettiva del massimalismo di sinistra

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Il massimalismo, l’estremismo, il radicalismo e il populismo sono la nuova ed esclusiva cifra
politica della sinistra italiana. Intesa in tutta la sua diversità e pluralità. Ovvero, la sinistra
televisiva, accademica, intellettuale, giornalistica, sindacale e, come ovvio e scontata, politica.
Cioè i partiti che oggi rappresentano autenticamente l’universo della sinistra italiana e che si
riassume con il cosiddetto “campo largo”: Pd, Avs, 5 stelle e la Cgil di Landini. In più, seppur in
una posizione meno ufficiale ma, comunque sia, contigua e in perfetta sintonia con quell’area
politica, tutte quelle sigle dell’estremismo più o meno violento e barricadero che caratterizzano
ormai il mondo della sinistra italiana.

Ora, è di tutta evidenza che in un contesto del genere è difficile, molto difficile, distinguere una
legittima differenza tra il manifestare liberamente il proprio pensiero o la propria indignazione
politica e il ricorso a quella violenza che, purtroppo, campeggia in moltissime manifestazioni di
piazza organizzate da sigle della sinistra stessa. E questo perchè, al di là delle stesse mille
manifestazioni di piazza che ormai attraversano tutta l’Italia, è indubbio che ci troviamo di fronte
ad una situazione dove è l’intera sinistra che si orienta sotto il vestito di un massimalismo e di un
radicalismo che può tranquillamente sfociare in momenti anche virulenti: dall’attacco violento alle
forze dell’ordine alla criminalizzazione del nemico, dalla devastazione delle città alla sistematica
interruzione dei servizi pubblici essenziali per la vita normale e quotidiana dei cittadini italiani.

Ed è proprio questa concreta situazione che porta ad una semplice conclusione al di là e al di
fuori di qualsiasi valutazione politica, culturale ed ideologica sul profilo dell’attuale sinistra italiana,
seppur nella varietà che la contraddistingue. E cioè, possono essere il massimalismo, il
radicalismo e l’estremismo l’orizzonte entro il quale la sinistra ex e post comunista italiana può
essere oggi e domani una vera e propria alternativa democratica all’attuale coalizione di centro
destra a guida Giorgia Meloni? Possono essere l’estremismo, il radicalismo e il massimalismo una
ricetta credibile per dispiegare sino in fondo una altrettanto credibile cultura di governo? E, infine,
possono essere l’estremismo, il radicalismo e il massimalismo la strada più coerente e più
credibile per mantenere il nostro paese in un quadro e in una cornice democratica e
costituzionale?
Sono domande, queste, credo legittime anche alla luce delle concrete vicende politiche che
emergono dalla nostra società nelle sue multiformi espressioni. Perchè un conto era la
tradizionale coalizione di centro sinistra. E cioè, una allenza democratica, riformista e di governo.
Altra cosa, tutt’altra cosa, è l’attuale coalizione della sinistra estremista, massimalista e radicale
dove non c’è più alcun paletto a sinistra e tutto viene inglobato nel cosiddetto ‘campo largo’: dai
partiti al sindacato di riferimento, dai conduttori televisivi agli intellettuali cosiddetti organici, dai
gruppi spontanei ai centri sociali agli stessi organi di informazione che supportano questa
alternativa politica.

Per queste ragioni, semplici ma essenziali, resta una domanda aperta anche in vista delle
prossime elezioni politiche. E cioè, è con questo progetto politico e con questo profilo culturale
che la sinistra italiana si prepara ai prossimi appuntamenti elettorali? Se così fosse, prepariamoci
ad un clima di fortissima radicalizzazione politica e di marcata polarizzazione ideologica. Con
conseguenze non indifferenti per la stessa qualità della nostra democrazia e la solidità delle nostre
istituzioni democratiche. Per non parlare dell’efficacia dell’azione di governo.

SIULP: “Siamo sicuri? Rimpatri e certezza della pena”

EVENTO PUBBLICO 

Non ti senti al sicuro? Non ti senti tutelato?  Non capisci perché ti raccontano un’altra realtà?

Vieni a fare le tue domande. Scopri cosa la legge può (o non può) fare. Diventa consapevole dei tuoi diritti. È giunto il momento di fare chiarezza!
Fai le tue domande, ottieni risposte, diventa consapevole.

 Sabato 4 ottobre 2025
 Ore 17:00 – 20:00
 *Circoscrizione 6* – via Leoncavallo 23 – Torino

La zona più colpita della nostra città merita verità e sicurezza.
Partecipa, informati, non restare indifferente.

SIULP provinciale Torino

Torino, torna Portici di Carta. Ma nella notte stand devastati dai manifestanti

Era tutto pronto per il 18° compleanno di Portici di Carta, momento in cui Torino festeggia  l’evento che da quasi due decenni trasforma il centro città in una grande libreria a cielo aperto. Ma frange estremiste della manifestazione pro Gaza nella notte hanno distrutto gli allestimenti della manifestazione in via Po. Gli organizzatori cercheranno di aprire regolarmente. Sabato 4 e domenica 5 ottobre, un percorso di due chilometri, da piazza Vittorio Veneto a via Pietro Micca, con un breve tratto in via Roma, sarà animato da migliaia di libri, incontri con autrici e autori, dialoghi e laboratori.

A Portici di Carta saranno presenti 65 librerie, tra indipendenti, di catena e antiquarie, 58 case editrici e numerosi espositori di libri antichi, pronti a presentare un catalogo diviso in 16 aree tematiche per accontentare ogni passione: dai classici alla saggistica, dai fumetti ai romanzi d’avventura. L’edizione 2025 si annuncia ricchissima di appuntamenti. L’anteprima si terrà venerdì 3 ottobre al Circolo dei lettori, con la premiazione del Premio Mondello Autore Straniero a Valeria Luiselli, che dialogherà con Donatella Di Pietrantonio.Tra i nomi di spicco che si alterneranno nel weekend ci saranno, tra gli altri, Viola Ardone, Matteo Saudino (Barbasophia), Agnese Pini,  Annalena Benini, Marcello Fois e Piergiorgio Pulixi.  Editore ospite dell’edizione sarà BAO Publishing, che poterà a Portici di Carta autori come Zerocalcare e Maicol & Mirco e proporrà i live painting “Vetrine disegnate” in quattro librerie cittadine.

Tra le novità di quest’anno, le passeggiate letterarie e artistiche curate da BAO e Alba Andreini, oltre ai Portici della Legalità, in piazza Castello, nati dalla collaborazione con le Giornate della Legalità, in cui si affronteranno temi quali “I soldi danno la felicità”, con Ugo Biggeri e Nadia Lambiase; “Sicurezza vuol dire repressione”, con Alessandra Algostino e Laura Martinelli; “L’amore in gabbia e Le appassionate”, con Donatella Di Stasio e Simonetta Fiori; “Magistrate finalmente e Il silenzio è una stella”, con Eliana Di Caro e Sabrina Pisu e “Figlia mia. Vita di Franca Jarach, desaparecido”, con Carlo Greppi e Tommaso Greco, oltre al progetto interculturale Leggere il Mondo, con autori e autrici internazionali. In programma anche la proclamazione dei finalisti del Premio Gianni Mura, dedicato alla letteratura sportiva, mentre gli spazi di piazza Carlo Felice ospiteranno gli incontri green del Giardino Forbito. Portici di Carta non è solo una fiera, ma una vera e propria festa diffusa in tutta la città. Il programma è un mix irresistibile di eventi per tutti: tra i tanti appuntamenti, anche uno speciale tributo a Sergio Atzeni, autore cui la manifestazione è dedicata quest’anno in occasione del trentesimo dalla sua scomparsa. Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito con prenotazione consigliata, mentre le passeggiate letterarie hanno un costo di 5 euro.

Presso i Giardini Sambuy, il gazebo di Giardino Forbito ETS e il mercato Googreen proporranno attività legate alla sostenibilità. Domenica 5 ottobre, scrittori come Sebastiano Mondadori, Enrico Remmert e Luca Ragagnin recensiranno vini e territori del Piemonte.L’associazione Compagne di banco sarà presente per un progetto di condivisione, “Le parole tra noi da salvare”. Chi lo desidera, potrà lasciare una parola scritta nelle apposite cassette. Sabato 4 ottobre alle 17:30, una lettura silenziosa nella galleria Tamagno, davanti al Teatro Regio, sarà dedicata alle opere di Sergio Atzeni. La partecipazione è libera e gratuita. Il Gruppo Iren ripropone il suo progetto partecipativo “Parole che vorrei”. In Piazza Castello, una serie di pannelli raccoglierà le idee dei cittadini per il futuro di Torino, contribuendo a un racconto collettivo sulla città che si desidera.

Sabato 4 e domenica 5 ottobre, il Museo Accorsi-Ometto ospiterà laboratori per bambini, che potranno scoprire l’archivio fotografico e creare una cornice per una loro “memoria di carta”. Le prenotazioni sono disponibili sul sito della Fondazione.

Portici di Carta, è un progetto di Città di Torino e Salone Internazionale del Libro di Torino, realizzato da Associazione Torino, la Città del Libro, Fondazione Circolo dei lettori e Fondazione per la Cultura Torino, con il sostegno di Regione Piemonte agli editori piemontesi, il contributo di Fondazione Crt e Camera di Commercio di Torino, la partecipazione dei librai e delle libraie torinesi coordinati da Rocco Pinto, la collaborazione di Biblioteche civiche torinesi, Centro Interculturale della Città di Torino, Laboratori di lettura dei servizi educativi della Città di Torino, TorinoReteLibri Piemonte, ALI Associazione Librai Italiani, SIL Sindacato Librai e Cartolibrai, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Giardino Forbito, Nati per leggere, Concorso letterario nazionale Lingua Madre, Giornate della Legalità, Torino Cambia le Biblioteche, Università degli Studi di Torino, Teatro Regio, Fondazione Torino Musei, Palazzo Madama, Fondazione Accorsi – Ometto. I main partner dell’evento sono Intesa Sanpaolo con Gallerie d’Italia e Esselunga.

Mara Martellotta