ilTorinese

Castello di Rivoli, Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI

Sabato 4 ottobre 2025
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea aderisce alla Ventunesima Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e in collaborazione con la Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il tema conduttore dell’edizione 2025 è quello della formazione, intesa come processo ampio e plurale che attraversa educazione, ricerca, scambio di esperienze e saperi.

Sabato 4 ottobre, il Castello organizza un’apertura straordinaria per l’occasione, dalle ore 11.00 alle ore 21.00. Il pubblico potrà visitare gratuitamente il Museo, la Collezione e le mostre in corso, oltre che partecipare alle numerose iniziative che celebrano questa Giornata dedicata alla cultura del contemporaneo.

Ore 11.00
Giovani visioni, con lo sguardo dei ragazzi
 – Teatro del Castello
Giovani visioni è un’opportunità speciale per vedere il Museo e le sue opere attraverso gli occhi dei ragazzi. In occasione della Giornata Amaci, il Dipartimento Educazione ha invitato i partecipanti a presentare gli esiti, video e podcast, dei workshop realizzati in collaborazione con Fondazione TRG Teatro Ragazzi e Giovani nell’ambito di Summer School Teen.
Summer School è la programmazione estiva curata dal Dipartimento Educazione, attiva dal 2010, che offre a tutti l’opportunità di fare esperienza dell’arte attraverso campus settimanali, workshop ed eventi che coniugano arte, teatro, danza, musica e nuove tecnologie.

Ore 11.00, 14.00, 16.00 e 18.00
Visite guidate. Inserzioni e Premio Collective – primo e secondo piano, Edificio Castello

Inserzioni è un programma che invita artiste e artisti a produrre nuove opere in dialogo con le sale del Castello. Gli artisti coinvolti nella prima edizione sono: Guglielmo Castelli, Lydia Ourahmane e Oscar Murillo. Le visite guidate includono anche l’opera di Adji Dieye, vincitrice del Premio Collective 2025 dedicato a giovani artisti. Condotte dalle Artenaute del Dipartimento Educazione, le visite sono una preziosa opportunità per conoscere le molte storie che si intrecciano nelle nuove opere esposte.

Ore 16.00
Nel segno dell’arte: speciale weekend’arte dedicato a nonni e nipoti – terzo piano, Edificio Castello

In linea con il tema della giornata, il Dipartimento Educazione propone un appuntamento speciale del weekend’arte dedicato per l’occasione a nonni e nipoti. La mostra Il Castello Incantato sarà l’occasione per immergersi nel Free Land Scape di Paola Pivi e per sperimentare le innumerevoli forme dell’arte tra le opere di Carla Accardi, Lucio Fontana e Claes Oldenburg. Un pomeriggio all’insegna della condivisione dei saperi, dell’incanto e della bellezza.

Ore 18.30
UNA SCUOLA AL CASTELLO DI RIVOLI – Una nuova idea di formazione – Sala 13, I piano, edificio Castello
UNA SCUOLA AL CASTELLO DI RIVOLI è un progetto di formazione artistica post-laurea con sede al Castello, sviluppato nell’ambito del CRRI, il Centro di Ricerca del Museo. Dal 2024, i partecipanti lavorano collettivamente per destrutturare le proprie discipline e “rallentare la produzione” in uno spirito di dialogo aperto.
Il progetto è oggi alla sua seconda edizione. Durante l’incontro moderato da Marcella Beccaria, Vice Direttrice del Museo, le fondatrici dell’iniziativa Cally Spooner e Lilou Vidal raccontano la loro idea di formazione e presentano la seconda edizione dal titolo ‘Punto di partenza per l’elaborazione critica: Allungamento fino a NOTTURNO’ (30 settembre – 3 ottobre 2025 al Castello di Rivoli, 6 – 9 ottobre 2025 nella città di Torino e dintorni).

Ore 18.00 – 21.00
Apertura straordinaria

Per la Giornata del Contemporaneo, il Museo accoglie il pubblico con un orario esteso aprendo i piani I, II e III dell’edificio Castello fino alle ore 21, nell’ambito della collaborazione con C2C Festival.

Ore 21.00 – 00.30
C2C Festival / Sonorizzazione musicale –  Atrio e spazi esterni Manica Lunga 

C2C Festival, riconosciuto dall’autorevole rivista musicale Pitchfork come “the one-plus-ultra festival of avant-garde eclecticism”, è il festival musicale indoor più grande in Italia ed è considerato uno dei festival di musica avant-pop più apprezzati al mondo. In collaborazione con il Castello, C2C Festival cura un programma di sonorizzazioni degli spazi esterni della residenza sabauda che da 40 anni ospita il Museo d’Arte Contemporanea. L’evento anticipa la 23esima edizione del C2C Festival, che si svolgerà a Torino dal 30 ottobre al 2 novembre 2025.

Ingresso gratuito a tutti gli eventi.
C2C Festival ingresso gratuito previa registrazione sulla piattaforma

“Parole in collina – Gente di Monferrato” Ecco i cinque vincitori

l “Premio di Narrativa” promosso a Casale Monferrato da “Neos Edizioni”

Casale Monferrato (Alessandria)

Primo premio allo scrittore, ma soprattutto poeta ligure (oggi residente ad Ovada, nell’Alto Monferrato) Domenico (Nico) Priano. A regalargli l’alloro, un suggestivo racconto sul grande Fausto Coppi, ambientato nel suo paese natale, Castellania, dal 25 marzo del 2019, “Castellania Coppi”, per celebrare, proprio in quella data, il centenario della nascita dell’indimenticato “Campionissimo”. Insieme a Priano, altri quattro gli scrittori saliti sul podio, qualche giorno fa, nella cornice del “Salone del Senato” della “Biblioteca Civica” di Casale Monferrato, dove si è tenuta la cerimonia di premiazione della terza edizione del premio letterario “Parole in collina”, promosso dalla torinese “Neos Edizioni” in collaborazione con il “Club per l’UNESCO” di Vignale Monferrato. Patrocinato da “Regione Piemonte”, “Province di Alessandria e Asti”, “Città di Alessandria, Asti, Casale Monferrato” e dallo stesso “Club per l’UNESCO”, il Concorso si è mosso, per l’edizione 2025, intorno al tema“Gente del Monferrato”, ispirando racconti “dedicati a personaggi storici, figure reali e protagonisti della tradizione popolare locale, narrati in forma letteraria”.

I venti racconti selezionati sono stati pubblicati nell’antologia omonima, presentata in occasione dell’evento. Cinque, si diceva, gli scrittori premiati. Accanto a Nico Priano, a Marianna Giglio Tos è andato il secondo premio per un racconto incentrato sull’invenzione dei “krumiri” da parte della “Pasticceria Rossi” di Casale, mentre al terzo posto si sono piazzati, in “ex aequo”, Marco Bernardi ed Orietta Ravizza, che hanno mirabilmente raccontato la storia dei “Fratelli Baluardo”, campioni di “tamburello”. Ad Alfio Bonelli, con il suo “patriarca” ricco di dignità e a Maria Luisa Mosele con pagine che vedono fra i protagonisti anche l’“Ulisse” Davide Lajolo, è andato infine il quinto premio.

Accanto a questi cinque vincitori, sono stati selezionati anche quindici racconti finalisti a pari merito, scelti dalla Giuria e pubblicati anch’essi nell’antologia “Gente del Monferrato”.

“Il progetto – ha sottolineato Silvia Maria Ramasso, fondatrice e Amministratore Unico di ‘Neos Edizioni’ – è nato per valorizzare questa terra affascinante, intreccio virtuoso fra natura e umanità, con una interpretazione lontana dall’oleografia, dove le radici storiche e le memorie sono le fondamenta per nuove opportunità di sviluppo. Farlo attraverso la narrazione letteraria significa coinvolgere a tutto tondo la sensibilità del lettore, cercare di appassionarlo e fargli condividere gli obiettivi del progetto”.

Patrizia Monzeglio, Presidente del Comitato Organizzatore, ha inoltre sottolineato le novità dell’edizione 2025, tra cui l’importante istituzione del “Premio Speciale Città di Casale”, dal valore di Mille euro, e l’innovativa collaborazione con la Borsa di Studio “Short & Surprise – Franco Francescato”, rivolta agli studenti delle scuole medie di Canelli, che ha visto vincitrice Lara Vaccaneo, 14 anni, pubblicata fuori concorso nell’Antologia, insieme a Maria Francesca Ramorino e a Silvano Palotto, che hanno narrato una vicenda legata al Comune di Fontanile, rappresentato sulla copertina del libro grazie a uno dei murales realizzati da Luigi Amerio.

A impreziosire ulteriormente il volume, anche un racconto della stessa Presidente Monzeglio e una galleria di ritratti della “gente monferrina”, selezionati dal “Club per l’UNESCO” di Vignale Monferrato.

Alla cerimonia, molto partecipata, erano presenti oltre cento persone, tra cui tanti autori e autrici e numerosi rappresentanti dei Comuni monferrini.

Tra gli ospiti istituzionali, Gigliola Fracchia, assessore all’“Ambiente” della Città di Casale Monferrato, Giovanni Gugliada, sindaco di Castellania Coppi, insignita del premio “Paese raccontato 2025” e Sandra Balbo, sindaca di Fontanile.

A nome del media sponsor “Il Monferrato”Andrea Mombello ha infine annunciato una simpatica (“top secret”) iniziativa natalizia che coinvolgerà gli autori premiati, a conferma del clima vivace e partecipato della manifestazione, conclusasi con una degustazione, molto ben accetta, dei celebri “krumiri” offerti dalla “Pasticceria Rossi”.

g.m.

Nelle foto: La premiazione del vincitore Nico Priano; Cover Antologia “Gente del Monferrato” e Silvia Maria Ramasso

Fondi regionali per le colonie feline

Un microchip sottopelle, una visita dal veterinario, un’identità registrata. La Regione Piemonte sostiene 22 progetti comunali per la gestione delle colonie feline, garantendo cure e riconoscimento ai gatti di strada.

Con i 180mila euro messi in campo dalla Regione si conta di raggiungere due obiettivi: tenere sotto controllo il randagismo e proteggere la salute dei gatti, spesso lasciati soli o vittime di abbandono. Un sostegno che serve anche a frenare la crescita incontrollata delle colonie, fenomeno che senza interventi rischia di trasformarsi in un problema non solo per gli animali ma anche per l’equilibrio sanitario dei territori.

«Con queste risorse sosteniamo i Comuni che si prendono cura degli animali in sicurezza e con attenzione alla loro salute e alla loro corretta gestione – ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio – È un segnale di attenzione alle comunità e al modo in cui si prendono cura degli animali».

Le attività dei progetti riguardano la quotidianità della gestione: dall’acquisto di cibo e materiali alla sterilizzazione, dalla cura alla microchippatura. In molti casi sono previste iniziative educative, rivolte sia agli studenti sia alla cittadinanza, momenti di formazione per nuovi volontari, campagne per favorire adozioni consapevoli o per sensibilizzare chi già possiede un gatto. Alcuni interventi comprendono anche la sistemazione delle aree dove vivono le colonie, con piccole attrezzature utili a migliorare l’habitat.

In particolare, in provincia di Cuneo hanno beneficiato del contributo Bra (8.900 euro), Savigliano (9.600 euro), Borgo San Dalmazzo (6.000 euro) e il Comune di Cuneo (7 mila euro).

In provincia di Alessandria i fondi hanno raggiunto Alessandria (10 mila euro), Casale Monferrato (10 mila), Valenza (8 mila) e Cabella Ligure (10 mila). Per il Verbano Cusio Ossola a Verbania è stato riconosciuto un contributo di 10 mila euro. In provincia di Vercelli, sostegno a Vercelli (9 mila euro) e Santhià (3 mila).

La provincia di Torino è quella con il maggior numero di Comuni coinvolti: Avigliana (8.900 euro), Caluso (10 mila), Giaveno (5.300 euro), Ivrea (8.800 euro), Piossasco (7.700), Rueglio (9.300), Carmagnola (10 mila) e Gassino Torinese con una contribuzione parziale di 2.100 euro.

A Biella sono stati destinati 10 mila euro, mentre a Novara 8 mila. In provincia di Asti un contributo di 8 mila euro è stato assegnato a Nizza Monferrato.

In Piemonte le colonie feline censite superano quota 1.700, distribuite tra città e piccoli centri. A Torino soltanto se ne contano più di 400, con circa 24 mila gatti liberi ma seguiti da volontari e associazioni. Nel complesso, sul territorio regionale, i gatti registrati sono circa 1,2 milioni: un numero che racconta una presenza capillare, a conferma di quanto sia prezioso ogni intervento che ne garantisca tutela e convivenza con le comunità umane.

Torna Monferrato Green Farm

TRE GIORNI A CASALE MONFERRATO CON LA FIERA NAZIONALE DEL VERDE E DELL’AGRICOLTURA RICCA DI NOVITA’

Dal 3 al 5 Ottobre prossimi il Polo Fieristico Riccardo Coppo di Casale Monferrato ospiterà Monferrato Green Farm 3°edizione.

Quest’anno la Manifestazione si fregerà del titolo di “Nazionale”, a testimonianza dei tanti espositori che ogni anno giungono anche da regioni esterne al Piemonte oltre a quelli locali e regionali, e riguarda tutte le cinque principali categorie della Fiera.

Si tratta dell’innovativa Fiera del Verde e dell’Agricoltura che vede il coinvolgimento al loro ‘servizio’ degli altri comparti produttivi, artigianato, industria e commercio in una prospettiva di crescita del territorio sostenibile per l’ambiente.

“Accogliamo con soddisfazione la nuova edizione di Monferrato Green Farm – sottolinea il Sindaco di Casale Monferrato Emanuele Capra – una manifestazione che riesce a coniugare divulgazione scientifica e momenti di svago, offrendo a tutta la cittadinanza l’opportunità di vivere il Palafiere come spazio aperto alla conoscenza e al contatto diretto con il mondo della natura”.

La scelta di Casale Monferrato, nel cuore di un territorio rurale patrimonio dell’Umanità Unesco, non è casuale, per la sua storia e le sue tipicità.

L’evento è organizzato da D&N Eventi S.R.L. in collaborazione con il Comune di Casale Monferrato, l’Unione dei Comuni della Valcerrina, Associazione dei Comuni del Monferrato e Confartigianato Imprese Alessandria, con il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Casale Monferrato, del Comune di Olivola (Prima Città dell’Olio del Piemonte),della Provincia di Alessandria, Provincia di Mantova, Camera di Commercio di Alessandria Asti e la partnership di Enti, Aziende ed Associazioni tra cui Asproflor Comuni fioriti, Confartigianato Alessandria, Confagricoltura Alessandria, Fai Delegazione di Casale Monferrato, Garden club di Alessandria, Istituto Tecnico Vincenzo Luparia, Ediltecnica Ferrari BK, Vivai Varallo, Marco Marinone Garden Designer, Provera, Occhio con Occhio.

Monferrato Green Farm è un evento che coniuga le peculiarità della mostra-mercato floro-vivaistica e della fiera agricola arricchendole di contenuti culturali e scientifici volti a porre l’accento sulle prospettive della green-economy.

Tra le novità di questa edizione c’è il cambio di timone del Direttore tecnico, coordinatore dei seminari, convegni ed eventi scientifici che si svolgeranno durante le tre giornate. Quest’anno curerà la programmazione dell’intero palinsesto la Dott.ssa Elena Maggiora, astigiana, con ampia esperienza nel settore del green; editore, garden designer, specializzata nella progettazione di giardini e fotografa, tra le sue collaborazioni si annovera anche quella con la prestigiosa rivista Gardenia.

Come tutti gli anni sono ben cinque le aree all’interno della Fiera che si potranno visitare:

pastedGraphic.png   Vivai

pastedGraphic.png   Area di esposizione e mostra di animali -Area Bimbi-Maneggio

pastedGraphic.png   Agricoltura- Fattoria Didattica

pastedGraphic.png   Salone delle Eccellenze Alimentari-Ristorante e Birrificio

pastedGraphic.png   Benessere e cura naturale della persona

Molte aziende espositrici partecipanti alla Green Farm, frequentano abitualmente Fiere Nazionali importanti del settore, e sono presenti in tutte le cinque categorie della Fiera.

Come nel caso dei VIVAI con la presenza di importanti aziende provenienti anche dal Veneto e dalla Liguria e nelle macro aree ad essi assegnate, si potranno ammirare tipologie di piante che spaziano dalle Aromatiche, ai Bulbi, Piante Fruttifere, Piante Grasse, Frutti Antichi, Rose Antiche, Foglie Grigie, Piante Acquatiche, Ornamentali, Fiori ed altre tipologie.

L’eco design dell’allestimento interno ispirato al mondo del verde che verrà realizzato e che caratterizzerà la Fiera, è a cura del garden designer Marco Marinone in collaborazione con importanti realtà commerciali del territorio: l’azienda Provera ed Ediltecnica con il marchio Ferrari Bk, Vivai Varallo e quest’anno un importante contributo lo daranno anche i Vivai Forestali della Regione Piemonte che provvederanno ad inserire nell’allestimento, all’entrata della Manifestazione, numerose piante.

Lo stile sopra citato riguarderà soprattutto alcune zone focus della Manifestazione: il Campus, dove si svolgeranno gli eventi scientifici e culturali e lo spazio “Arte” a cura del maestro Pier Giorgio Panelli.

L’AREA FOOD prevede: Salone delle Tipicità, Punto Ristoro e il Birrificio Baladin.

Nel corso dei tre giorni, sarà possibile degustare ed acquistare svariate tipicità ed “Eccellenze alimentari enogastronomiche” regionali e nazionali, con “chicche” a sorpresa, e assaporare piatti caldi di qualità nel ristorante interno, che proporrà pietanze della tradizione contadina e piemontese ed utilizzerà, all’occorrenza, per realizzare i piatti dei menu proposti, anche prodotti di altri espositori partecipanti e presenti in Fiera.

All’interno del Salone delle tipicità è importante segnalare la presenza di molte eccellenze alimentari provenienti anche da svariate regioni quali, Puglia, Calabria, Liguria, Lombardia, Toscana, oltre che a eccellenze Piemontesi ed in particolare Monferrine con un’area dedicata ad aziende provenienti dai Comuni della Valcerrina ed uno stand che ospiterà il Comune di Olivola, riconosciuto come “Prima Città dell’Olio del Piemonte”.

Presenti anche, uno stand che somministrerà piatti della “Cucina Vegana” a cura dell’azienda “Opificio Contadino”e un altro che proporrà al pubblico prodotti “gluten free” prodotti dalla “Boutique del Gusto”.

Le aziende che cureranno il punto ristorazione sono tre aziende artigiane alimentari: Panisium, Mr Pinsata con i suoi collaboratori di Monferrato Street Food e Chocolè; espositori specializzati in ristorazione di qualità della tradizione piemontese e nazionale. Si potranno anche degustare birra artigianale del famoso birrificio Baladin e pregiati vini durante i pasti.

Per tutte e tre le serate verrà anche servita la tradizionale “merenda sinoira”, caratteristico “apericena” Monferrino e tra le “chicche” proposte anche deliziosi particolarissimi cocktail botanici.

Il punto ristoro vedrà la presenza di un maestro artigiano umbro che alla Green Farm 2025 somministrerà, per tutte le tre giornate, Pinse Gourmet Artigianali di svariate tipologie, realizzate con prodotti DOP Italiani, in collaborazione con il suo team Monferrino “Monferrato Street Food” che è riuscito a coniugare l’eccellenza artigiana di Mr. Pinsata con i sapori Monferrini, mentre con il brand “Panisium” lo staff di Corj e Vinicio, faranno degustare al pubblico deliziosi piatti della nostra tradizione regionale tra cui spiccano incontrastati la Panissa, gli Agnolotti Monferrini, la Polenta Concia e altre sorprese, tutte accompagnate da ottimi vini.

Infine Chocolè gestirà, con i suoi pregiati gelati artigianali, la gelateria, che in questa edizione è inserita all’interno del punto ristoro.

Nella zona riservata all’AGRICOLTURA, oltre ad alcuni macchinari ed attrezzature agricole dei più conosciuti marchi del settore, dedicati anche al giardinaggio, si potranno visitare gli stand riservati all’esposizione e vendita di animali nel pieno rispetto di questi.

Alcuni espositori di questa zona partecipano a fiere importanti del settore.

In queste aree si potranno trovare animali da cortile (coniglietti, pulcini, galline, polli) ed altre specie tra cui canarini, pappagalli, uccellini e anfibi coloratissimi, pesci, animali esotici (cincillà, ricci, lumache marine, petauri da zucchero, rettili e molto altro ancora) e in questa edizione questa vasta area presenterà ancora più varietà rispetto agli anni precedenti.

Presenti come sempre il maneggio “Occhio con Occhio” e i falchi e volatili da esposizione dell’Associazione “Compagni di viaggio”.

Il pubblico potrà anche visitare la fattoria didattica, adiacente al maneggio e quest’anno gestita e realizzata sempre dall’Associazione “Occhio con Occhio” che farà divertire i più piccoli con tantissimi laboratori, i cui orari sono visibili sul sito (https://www.monferratogreenfarm.it/fattoria-didattica/) oltre a fargli conoscere tantissimi simpatici animali da cortile e non solo.

L’area bimbi in questa terza edizione si arricchisce notevolmente grazie, allo stand dell’associazione ”Yabadabadoo” che gestirà uno spazio più grande del solito, con giochi e tornei, e alla presenza di una pista di mini moto e biciclettine elettriche del tutto in linea con il tema ecosostenibile dell’evento.

Altra zona di interesse è quella dedicata al BENESSERE e alla cura naturale della persona, infatti, anche qui espositori locali ed extra regionali esporranno prodotti di cosmesi naturale ed olistica, integratori e di altri articoli inerenti al tema.

Tra le importanti realtà che parteciperanno in questo settore si menzionano “Le Asine del Bricco” con tutta la linea al latte d’asina ed integratori, “Swiss Care” cosmesi ed integratori, “DE.NA Cosmetici” con prodotti di cosmesi, erboristici ed integratori e altre interessanti realtà tutte specializzate nella ricerca e innovazione per il benessere naturale.

Tra i graditi ritorni, sempre per il settore Benessere, si segnala la partecipazione della Scuola di estetica Sidep di Alessandria, importante azienda associata a Confartigianato Imprese Alessandria.

Sono anche previsti corsi e laboratori, tra cui uno dedicato all’arte della “pasta” grazie alla presenza dell’Azienda “A Tavola!” al centro del Salone delle Tipicità, laboratori nell’area ed esposizione e mostra animali oltre a conferenze e convegni su temi specifici legati al mondo agricolo e del verde, con la partecipazione di nomi illustri del settore.

L’edizione 2025 conta una presenza significativa nell’ambito del SOCIALE, grazie all’impegno del direttore scientifico Giancarlo Durando.

In Fiera, in particolare, ci sarà La Meridiana Cooperativa Agricola Sociale con sede in Frassineto Po che presenterà un corner nel quale troveranno spazio le opere dell’acquerellista Alessandro Infuso e del fotoamatore Giampiero Fassi, che terranno un workshop sabato 4 ottobre al mattino, “Racconti di Fiori: un viaggio botanico alla scoperta della flora dei nostri campi’, dedicato alle diverse tecniche di conservazione e rappresentazione delle specie botaniche.

. Una seconda importante e significativa presenza è quella della Ong Insieme Si Può, di Ponte nelle Alpi in Provincia di Belluno, anch’essa presente con uno stand che offrirà ai visitatori prodotti d’artigianato di tutto il mondo con lo scopo di raccogliere fondi per portare avanti progetti che sono sviluppati in trenta Paesi in tutto il globo.

Aumenta, negli spazi e qualità la presenza dell’Arte, in perfetta sintonia con le tematiche della Fiera, settore coordinato dal Maestro Piergiorgio Panelli che cura lo spazio dedicato all’arte contemporanea con ‘a New Journey 3’ dove la natura attraverso la sua bellezza cerca un dialogo etico ed estetico con l’essere umano. E la Natura sarà presente anche con alcune esposizioni artistiche, fotografiche e pittoriche nel Campus Eventi curate dal Direttore Tecnico Elena Maggiora. Infine Monferrato Green Farm 2025, al suo ingresso vedrà un allestimento di prestigio curato dal garden designer Marco Marinone che contestualizzerà nelle sue zone verdi sculture del grande artista piemontese Giovanni Tamburelli, già presente alla Biennale di Venezia e oggetto di lodi da parte dei maggiori critici d’arte italiani.

Nella serata di sabato 4 Ottobre sarà ospite il rinomato gruppo di musica folkloristica “I Melannurca”ed altre sorprese vivacizzeranno le tre giornate della Manifestazione.

Per avere informazioni sugli eventi scientifici-culturali, tutti i laboratori e gli ospiti presenti in Fiera, consultare il programma sul sito www.monferratogreenfarm.it (in aggiornamento)

e le pagine social di

D&N eventi S.R.L. https://www.facebook.com/deneventisrl/

e

Monferrato Green Farm https://www.facebook.com/monferratogreenfarm/

L’ingresso al pubblico è gratuito e a percorso libero.

pastedGraphic.png  ORARI:

Venerdì 17:00 – 23:00

Sabato 10:30 – 23:00

Domenica 10:30 – 22:00

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SITO WEB

https://www.monferratogreenfarm.it

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Torino, Forza Italia: “Parlano di pace e scatenano la guerriglia”


«Parlare di pace mentre si semina odio e caos nelle piazze italiane è un ossimoro corrosivo e incomprensibile: chi sceglie la violenza non chiede giustizia, ma la nega e la calpesta.
Torino è stata trasformata, ancora una volta, in un teatro di occupazioni e aggressioni alle Forze dell’Ordine, uomini e donne in divisa a cui va la nostra solidarietà e gratitudine.
Bloccare porti, aeroporti, stazioni, scuole e università non aiuta il popolo palestinese e non porta alcun beneficio. Auspichiamo che prevalga una rapida soluzione di pace e ci appelliamo a sostenere con responsabilità l’iniziativa messa in campo dagli Stati Uniti, che oggi rappresenta l’unica prospettiva realistica per porre fine a un conflitto sanguinoso» dichiarano congiuntamente il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia in Senato e vicesegretario del partito in Piemonte, e Marco Fontana, segretario cittadino di Forza Italia a Torino.

«È urgente fermarsi e spegnere questa spirale di violenza, alimentata dai soliti gruppi eversivi legati ai centri sociali che da anni flagellano Torino. Questi atti non sono voce del popolo, ma eco di un disordine organizzato: anche chi ha manifestato pacificamente deve dissociarsi e isolare chi trasforma le piazze in campi di battaglia» proseguono Rosso e Fontana.

«Un appello che rivolgiamo anche a una certa sinistra, troppo spesso complice e silenziosa di fronte a queste degenerazioni. È tempo che il buon senso prevalga sulla propaganda, che la ragione prenda il posto dell’ideologia e che ciascuno si assuma la responsabilità civile che il momento impone. Il medesimo invito lo facciamo a Landini e ad un sindacato che sta alzando i toni oltre il livello di guardia. Peraltro entrando in un campo non suo visto che qua non si parla di diritti dei lavoratori. Un film già visto in altre epoche tristi per l’Italia. Il sindacato speriamo che torni a fare il sindacato invece di aspirare alle spallate politiche: in primis lo auspichiamo per i lavoratori italiani e torinesi» concludono Rosso e Fontana.

Luci sulla Palestina alle Molinette

Alle 21, davanti all’Ospedale Molinette, le luci si sono accese per Gaza. Il flash mob “Luci sulla Palestina. 100 ospedali per Gaza”, promosso dalla rete #DigiunoGaza e sostenuto da numerose realtà sanitarie e associative, ha visto un’ampia partecipazione anche a Torino. Una mobilitazione silenziosa per chiedere la fine del conflitto e ricordare le vittime: 1.677 operatori sanitari e oltre 60mila palestinesi uccisi dall’inizio della guerra.

Pro Pal a Caselle, Ricca (Lega): “situazione a Torino sta diventando insostenibile”

Torino, 2 Ott – “Occupazione dei binari dei treni, blocco delle strade per raggiungere l’aeroporto di Caselle e oggi addirittura l’invasione in bici della pista di atterraggio all’aeroporto con tanto di danneggiamento della recinzione. I torinesi sono stanchi di dover subire questi atti dimostrativi da parte dei manifestanti Pro Pal. Un conto è il diritto ad avere le proprie idee, un altro è costringere le persone perbene a subire le conseguenze di atti di teppismo che impediscono il regolare svolgimento dei pubblici servizi e mettono a repentaglio la sicurezza dell’aviazione civile. La città è stanca, chiediamo provvedimenti urgenti contro chi sta rendendo impossibile la vita dei cittadini”. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.

Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia

Breve storia di Torino

1 Le origini di Torino: prima e dopo Augusta Taurinorum
2 Torino tra i barbari
3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia
4 Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento
5 Breve storia dei Savoia, signori torinesi
6 Torino Capitale
7 La Torino di Napoleone
8 Torino al tempo del Risorgimento
9 Le guerre, il Fascismo, la crisi di una ex capitale
10 Torino oggi? Riflessioni su una capitale industriale tra successo e crisi

 

3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia

Prosegue in questo terzo articolo il mio intento di raccontare storicamente le vicissitudini della nostra bella Torino. La volontà è quella di riproporre in una serie di testi gli avvenimenti, i fatti e i personaggi che, a partire dalle origini taurine, si sono succeduti e hanno reso il capoluogo pedemontano quello che è oggi. L’urbe ha subito notevoli modifiche nel corso del tempo, cambiamenti architettonici, urbanistici, politici e sociali, la città si è evoluta insieme all’Italia e all’Europa, talvolta occupando una posizione preminente nello svolgimento degli eventi, talvolta rimanendo “dietro le quinte” ad osservare silenziosa il mondo che cambiava.
Proseguo nel mio impegno dunque, intrattenendovi oggi, cari lettori, sulle tematiche riguardanti il caotico periodo postcarolingio.
Siamo nell’anno 887: muore Carlo il Calvo, l’Impero di Carlo Magno si disgrega, i signori locali vogliono disperatamente la corona. Arnolfo di Carinzia è proclamato re dei Franchi orientali, Oddone di Parigi diviene re dei Franchi occidentali, mentre Berengario del Friuli e Guido II di Spoleto si contendono la corona di re d’Italia.
Questo l’intricato “background”. Vediamo ora di approfondire un po’ la questione.
L’Impero carolingio è giunto al termine, il potere un tempo di Carlo Magno ora è nelle mani di conti, duchi e marchesi, aristocratici a capo di ampi territori comprendenti sia le zone rurali sia le città.

La stabilità politica è tuttavia qualcosa di apparentemente irraggiungibile: tali regni risultano caotici ed effimeri, i signori sono costantemente occupati a rivaleggiare tra loro per il Regno Italico, ma nessuno è destinato a detenere il potere a lungo.
In questo clima di instabilità generale Torino rimane ai margini, adeguandosi agli avvenimenti che interessano non solo la regione specifica, bensì tutta la penisola italiana.
Dopo la caduta dell’Impero la città subalpina cambia rapidamente “proprietario”, alla morte di Suppone II la città e le zone annesse passano dapprima sotto la giurisdizione di Carlo il Grosso (887), poi di Berengario del Friuli (888), a sua volta sconfitto da Guido di Spoleto.
Quest’ultimo, determinato a mantenere la propria podestà, decide di concentrare le forze armate nel confine nordoccidentale del regno, dando così vita ad una nova unità territoriale, la “marca di Ivrea”, una sorta di principato di frontiera che comprendeva il vasto territorio del comitato di Torino fino alle coste della Liguria. Guido affida il controllo della zona ad un suo fedele sostenitore, il burgundo Anscario, la cui discendenza amministrerà la regione per lungo tempo. Nell’anno 899 è Adalberto ad amministrare la marca, assicurandosi il titolo di marchese – “reggente di una marca”- ; egli varia anche le alleanze, sicuro di schierarsi a sostegno di Berengario del Friuli, che si era proclamato re agli inizi dell’anno 888, nella capitale Pavia.

Sul terminare del IX secolo, si assiste al fenomeno delle “seconde invasioni”: gruppi di genti agguerrite e violente giungono da est, da sud e da nord, si tratta dei Normanni – anche noti con l’appellativo “Vichinghi”- aggregati tribali che saccheggiano le coste atlantiche, vi sono poi gli Ungari, che tengono sotto costante attacco Germania e Italia, e infine i Saraceni, dediti a scorrerie navali nell’area del Mediterraneo.
Alle vicissitudini per il potere, si aggiunge il pericolo degli invasori, particolare preoccupazione destano appunto i Saraceni, guerrieri musulmani provenienti dalla Spagna e dal Nordafrica che avevano valicato le Alpi e depredavano ora la marca di Ivrea. In seguito a tale incursione, diversi monaci sono costretti a rifugiarsi all’interno delle mura cittadine: è in questo periodo che sorge il Santuario della Consolata, dedicato alla Vergine e ancora oggi una delle chiese più note di Torino. (La chiesa ha origini antichissime, e sorge sui resti di una piccola chiesa paleocristiana).
Gli Ungari a partire dall’anno 898 oltrepassano le Alpi e attaccano la marca friulana, fino a raggiungere, negli anni successivi, Vercelli e i pressi di Pavia.
Accade poi la morte di Anscario (940), seguita dalla ritirata di Berengario di Ivrea in Germania, dove ottiene la protezione di Ottone I, nuovo imperatore. Nel 950 Berengario fa ritorno per sconfiggere i nemici e per riorganizzare la marca di Ivrea in tre marche distinte, ciascuna affidata ad una famiglia: il Piemonte meridionale e la Liguria vengono affidati al marchese Oberto, ad Aleramo spetta invece la parte orientale della regione, con il Monferrato, e infine la nuova marca di Torino spetta ad Arduino, detto il Glabro. Intanto, nel 962, Ottone I scende in Italia, depone Berengario e si fa incoronare imperatore dal papa.
Ottone e i suoi discendenti controllano il Regno italico grazie alla forza degli eserciti, tentando a loro volta di sconfiggere i signori locali, assoggettandoli alla propria volontà. In questo turbolento succedersi di avvenimenti, alcune figure spiccano dalla massa per importanza e preminenza, tra queste vi è sicuramente Arduino, marchese di Torino, capostipite degli Arduinici. Abbiamo sue notizie a partire dal 945, epoca in cui viene nominato ancora come conte, già insediato a Torino, in una fortezza vicina alla porta occidentale della città, abitazione che fungeva da quartier generale per gli scontri armati contro i Saraceni.
Sono tuttavia le cronache di Novalesa a fornirci di diverse informazioni riguardanti Arduino: in questi testi egli è descritto come borioso, avido, “lupo affamato travestito da pecora”. Tuttavia, al di là del giudizio dei monaci adirati perché il conte si era rifiutato di restituire al clero alcuni possedimenti terrieri, Arduino si dimostra un soldato capace e un politico intraprendente.

Tra il 961 e il 962 il conte è quasi certamente coinvolto nel complotto a favore di Ottone I, ed è proprio grazie a queste gesta che ottiene il rango di marchese, tuttavia è bene sottolineare che, nonostante tale avvenimento, i successori di Arduino, gli Arduinici, mantengono con l’Imperatore rapporti sempre ambigui.
Altra figura di spicco è Olderigo Manfredi, imparentato con il marchese di Canossa, sposato con Berta degli Obertenghi, signori della Liguria e del Piemonte meridionale. Il nuovo marchese consolida la propria supremazia attraverso una stretta alleanza con la Chiesa, sodalizio consolidato grazie all’edificazione di diverse abbazie – da lui amministrate- tra Caramagna, Susa e Torino. Durante il suo regno la diocesi di Torino è sotto la guida di Landolfo, ex cappellano dell’Imperatore Enrico II di origini germaniche e dalle spiccate doti amministrative; proprio al vescovo si deve la fondazione e il restauro di diverse chiese situate nelle campagne, il sorgere di questi nuovi centri religiosi favorisce la gestione delle terre e regala linfa vitale ai villaggi delle zone rurali, quali Chieri, Piobesi, Rivalta e Cavour.
Non trascorre poi molto tempo prima che si verifichi una nuova lite tra i grandi signori del regno, ciascuno bramoso di arraffarsi il potere sul Regno Italico. La situazione precipita quando i “milites minores” insorgono a Milano contro l’arcivescovo: Olderico Manfredi interviene nella disputa e rimane ucciso nei combattimenti nel 1034. La moglie Berta eredita dunque il controllo della marca di Torino e subito si assicura di combinare dei matrimoni per le tre figlie. Adelaide sposa il duca Ermanno di Svevia, Ermengarda invece viene concessa al duca Ottone di Schweinfurt ed infine la più piccola, Berta, viene maritata con un rampollo della casa degli Obertenghi. È ora dunque di trattare di un’altra personalità emergente, proprio la primogenita di Berta, la contessa Adelaide, con cui la dinastia arduinica tocca l’apice del successo, grazie anche all’attenta e acuta amministrazione della marca di Torino.

Due volte vedova, Adelaide si unisce in terze nozze ad Oddone di Savoia, da cui ha diversi figli, tutti intelligentemente promessi a personalità delle più rilevanti famiglie nobiliari. Di lei sappiamo che era ben consapevole delle proprie doti e della propria posizione di preminenza, inoltre pare fosse gelosa del suo potere ma anche abile nell’attitudine del comandare.
L’importanza della figura della contessa emerge tuttavia successivamente, durante i decenni centrali del secolo XI, durante i moti riformisti, quando il sistema governativo sostenuto da Ottone I viene messo in discussione e Impero e Chiesa Riformista iniziano a scontrarsi. Adelaide, fervente credente e sostenitrice di molte idee dei riformisti – che condannavano la simonia e il concubinato ecclesiastico- si trova improvvisamente tra due fuochi: Enrico IV, l’Imperatore, nonché marito di sua figlia Berta e Matilde contessa di Toscana, con cui era imparentata non troppo alla lontana, calorosa sostenitrice dei riformisti.
Adelaide riesce a districarsi e appiana la disputa, ponendosi come garante per un accordo tra le due parti.
La contessa per tutta la vita reclama e detiene i propri diritti, anche quando questi vengono attaccati dal vescovo che la vuole privare di alcuni suoi possedimenti.
Adelaide è una delle tante figure femminili di cui è fatta la Storia, una sorta di femminista che non necessita di tale etichetta per dimostrare la propria forza e determinazione.
Ancora una volta c’è da imparare dal passato. Ancora una volta Torino risulta fonte d’ispirazione.

Alessia Cagnotto

Primo intervento al mondo di re-innervazione peniena

Alle  Molinette di Torino

Un passo epocale nella chirurgia ricostruttiva urologica arriva da Torino. Per la prima volta al mondo è stato eseguito un innovativo intervento di ricostruzione dei nervi del pene capace di restituire l’erezione naturale a pazienti che hanno perso la potenza sessuale dopo l’asportazione della prostata per tumore, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino.
L’operazione prevede il collegamento di un nervo di un muscolo della coscia (nervo gracile) direttamente ai nervi del pene (fibre nervose autonomiche dei corpi cavernosi) che controllano l’erezione. Un approccio totalmente nuovo, che mira a riattivare il meccanismo naturale dell’erezione nei casi molto frequenti in cui i farmaci orali (pillole blu e derivati) non funzionano.
«Per molti uomini giovani, sopravvissuti al cancro della prostata, la perdita di potenza sessuale rappresenta una ferita profonda che mina identità e qualità di vita», spiega il professor Paolo Gontero (Direttore della Clinica Urologica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino). «In alcuni casi, la malattia è troppo avanzata e non è possibile eseguire un intervento di preservazione nervosa. È proprio in queste situazioni che questa tecnica innovativa apre una strada concreta alla possibilità di recuperare la funzione naturale. A differenza dello standard rappresentato dalla protesi peniena, che garantisce erezioni meccaniche ma non fisiologiche, questa procedura consente di ricreare erezioni spontanee e naturali, con un impatto psicologico straordinariamente positivo per il paziente, che può tornare a vivere una sessualità autentica e non percepita come artificiale».
Il recupero di un’erezione naturale ha infatti un valore che va ben oltre la sfera puramente funzionale: significa ritrovare sicurezza in se stessi, migliorare l’autostima e preservare l’intimità di coppia. «Molti pazienti ci raccontano che la differenza tra una protesi ed un’erezione spontanea non è solo tecnica, ma riguarda il modo in cui si percepiscono come uomini e partner» aggiunge Gontero.
Secondo i dati raccolti dal team torinese, la procedura mostra un potenziale di successo con miglioramento fino all’80% ed una ripresa di erezioni spontanee efficaci in oltre il 65% dei casi. Percentuali mai raggiunte prima con protocolli tradizionali di riabilitazione sessuale.
«Non parliamo di un trattamento sperimentale isolato, ma di una tecnica riproducibile, basata su solide evidenze precliniche e su un’attenta selezione dei pazienti», sottolinea il dottor Marco Falcone, responsabile del progetto. «L’obiettivo non è soltanto ripristinare una funzione biologica, ma restituire ai pazienti la possibilità di vivere una vita affettiva e sessuale piena. È un cambiamento di paradigma che unisce chirurgia oncologica, ricostruzione funzionale ed attenzione al benessere globale della persona».
L’intervento è stato presentato in live surgery durante il congresso ESGURS 2025 a Torino, al quale hanno partecipato oltre 350 esperti internazionali, confermando il ruolo centrale della città come polo internazionale per l’innovazione in urologia. La scelta di Torino come sede di questa prima mondiale rappresenta un riconoscimento della qualità della scuola urologica italiana e del suo contributo pionieristico nel campo della ricostruzione funzionale post-oncologica.
Se confermati da studi clinici più ampi, questi risultati potrebbero cambiare radicalmente il futuro della riabilitazione sessuale post-cancro, offrendo ai giovani uomini operati di tumore alla prostata non solo la sopravvivenza, ma anche la speranza di una piena qualità di vita. Un traguardo che fino a pochi anni fa sembrava impossibile e che oggi, grazie all’eccellenza chirurgica e scientifica torinese, diventa realtà.

Lo sciopero generale in Italia è un unicum 

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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L’impresa politico – umanitaria della Flotilla si è conclusa senza danni e con una visibilità mediatica senza precedenti. I dimostranti sono stati abili nel catalizzare attorno a sé tanto interesse. Il problema di Gaza ha avuto modo di emergere come mai era accaduto prima. C’è da domandarsi perché la Cgil di Landini abbia seguito pedissequamente i Cobas nella proclamazione dello sciopero generale, diritto costituzionale che va usato con raziocinio, come seppero fare Di Vittorio e Lama e non solo loro. Le esperienze post sessantottine dell’autunno caldo furono un errore del sindacato che si lasciò assorbire irrazionalmente dal clima della contestazione studentesca. Landini che già con i  referendum falliti in modo clamoroso, aveva dimostrato la sua pochezza politica, si è appiattito sui Cobas , un precedente grave che snatura la Cgil e la sua storia. L’estremismo non è mai l’atteggiamento proprio di un grande sindacato europeo. I tempi del primo sciopero generale del 1904 sono lontani e dovrebbero essere motivo di riflessione come anche il “biennio rosso”, che finì di favorire il fascismo, dovrebbe essere un altro motivo di confronto critico. Il realismo di Palmiro Togliatti fu cosa molto diversa. Non voglio utilizzare Togliatti a fini attuali perché sarebbe scorretto ,ma un pensierino su Togliatti andrebbe fatto. Soprattutto c’è da domandarsi perché solo in Italia sia stato proclamato lo sciopero generale. La Flotilla  – dicevano -era un’ impresa internazionale, ma in nessun paese del mondo è accaduto qualcosa di simile. Perché lo sciopero generale solo in Italia? C’è già chi rievoca la maggioranza silenziosa degli anni ‘ 70 e la marcia dei 40mila. Una reazione che va  a cozzare contro la strategia di Landini, protagonista di una stagione politica che può solo favorire la destra che, malgrado i suoi error , può trarre giovamento dall’estremismo velleitario di sinistra. Anzi, uno dei motivi della tenuta elettorale della destra è proprio ascrivibile all’avventurismo politico di Landini. Gaza si difende in altri modi, contribuendo a portare la pace. Lo sciopero generale in Italia non da’ nulla ai Palestinesi. Il movimentismo della ambientalista svedese è cosa inconciliabile con le scelte di un grande sindacato (di massa  si diceva un tempo) in cui purtroppo i pensionati e non gli operai sono la maggioranza. Un sindacato che pensa di destarsi a nuova vita, affidandosi ai giovani delle scuole e dei centri sociali, ha smarrito per strada la sua funzione storica.