ilTorinese

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: 25 aprile 80 anni dopo – Referendum – Lettere

25 aprile 80 anni dopo
Chi vuole vedere il 25 aprile 1945 come una data storica deve necessariamente storicizzare , evitando le  esaltazioni acritiche. C’è un libro di Dino Messina  dal titolo molto  significativo “Piazzale  Loreto. I due volti della liberazione” che merita di essere letto. Messina analizza i diversi giudizi su quell’ultimo episodio che rappresentò secondo Parri una “carneficina sudamericana”, mentre Bocca giunse a definirlo con la  sfrontatezza dello scribacchino (che era stato anche antisemita) un “atto rivoluzionario”. La violenza non è mai giustificabile di per sé. Questo è un principio sul quale non si può derogare specie se a farne le spese sono dei cadaveri.
Il 25 aprile va comunque celebrato come fine di una terribile guerra durata cinque anni che per altri versi chiudeva una guerra civile europea iniziata nel 1914 la quale ebbe una parentesi di pace tra il 1919 e il 1939: una sorta di guerra dei trent’anni, come è stato detto, forse semplificando molto perché la storia non si ripete mai. Il sogno del 25 aprile fu quello della pace, della libertà, della democrazia che non sempre si realizzarono, anche se  pensiamo anche solo alla guerra fredda. In Italia si aprì  un lungo periodo di libertà e di democrazia garantito da una Costituzione che si è rivelata il frutto migliore e più duraturo del 25 aprile. Non bastò un generico antifascismo perché non tutto l’antifascismo fu democratico. E non bastò neppure il sogno europeo, già nato nella mente di Einaudi ben prima del manifesto di Ventotene, a dare concretezza all’unità europea ,anche se l’Europa, nel suo  pur difficile cammino, ha garantito una pace insperabile: i nazionalismi e le cupidigie nazionali sono dure a morire. I veri valori ad aver vinto il 25 aprile sono però  quelli dell’ Europa oggi putroppo  in profonda crisi. Il modo migliore per festeggiare la Liberazione è quello di guardare al futuro, sperando che Putin e Trump non rappresentino il ritorno ad un passato che speravamo archiviato per sempre. Gli Stati Uniti che diedero un contributo fondamentale alla liberazione dell’Europa, non possono finire ostaggio di un  vecchio visionario pericoloso che cerca di stravolgere il mondo.
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Referendum
E’ legittimo invitare a votare ai referendum indetti dalla Cgil per giugno. Ma non va dimenticato che il referendum implica un quorum e che quindi  è legittimo astenersi dal voto quando l’elettore lo ritenga opportuno. Esistono due vie: il voto contrario e il non voto. Se consideriamo che i promotori intendono dare al voto referendario il valore di una “rivolta sociale”, coloro che non condividono questa scelta  possono opporsi contribuendo a far saltare il quorum. Non si tratta di imitare i consigli del vecchio cardinale Ruini, si tratta di impedire che il referendum rappresenti uno strumento illecito di pressione politica volto a mutare l’esito del voto. Guai a mettere in conflitto il voto referendario con il voto politico a cui ci si oppone con le elezioni e con referendum politicizzati. Dopo il referendum sul divorzio (tema che doveva restare estraneo dal contesto politico contingente) ci furono forze politiche che tentarono la spallata e in parte  ci riuscirono , approfittando del voto referendario, a governare tutte le principali città l’anno dopo nel 1975 attraverso giunte rosse che si ressero anche sul voto di trasformisti che passarono in cambio di assessorati al fronte. Chi non è favorevole a queste conseguenze che Landini evoca parlando persino di fronte popolare, vota contro o si astiene. Con l’astensione puo ‘rendere nullo il referendum come prescrive la legge. E qui si pone un altro problema: sperperare tanti soldi per un referendum che non raggiunge il quorum può significare secondo alcuni giuristi un danno erariale. Facilitare la raccolta delle firme per via informatica senza alzare il numero dei firmatari proponenti  si rivela un errore grossolano di bassa demagogia. Il numero dei richiedenti va innalzato in base al cambiamento dei tempi e alle nuove tecnologie comunicative. Gli appelli di don Ciotti non meritano di essere considerati in termini politici. Sono le solite, trite esternazioni che si ripetono da decine d’anni quasi sempre inascoltate.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Del Din patriota
In riferimento all’articolo sulla Medaglia d’oro al Valor Militare del Din che ho molto apprezzato, vorrei ricordare che la stessa ha detto che preferisce essere definita patriota e non partigiana perché lei si senti’ al servizio della patria e non di una parte. Una scelta molto importante. Ho letto che la Fivl di cui la del Din è presidente onoraria  non raccoglie i partigiani monarchici, ma si estende a quelli socialisti. Mi sembra una sbandata della nuova presidenza che mi allontana dalla Fivl, sempre più simile all’Anpi. Il mio defunto marito patriota nella Resistenza ne sarebbe indignato.     Esterina de Filippis
Non seguo da anni la Fivl di cui fui dirigente in Liguria con Lelio Speranza. Mi sorprende quanto mi dice perché monarchici furono molti resistenti a partire da Enrico Martini Mauri per giungere alla Del Din.La Fivl cacciò il vicepresidente Edgardo Sogno, monarchico , ma il motivo era riconducibile al tentato golpe, reato da cui venne assolto, anche se con un giornalista in punto di morte ammise di aver pensato  realmente ad un golpe. La Fivl avrebbe dovuto attendere prima di cacciare Sogno  anche se, alla fine, stando all’intervistatore, aveva ragione. La Fivl di Lelio Speranza era cosa diversa dalla attuale che dialoga amabilmente con l’Anpi e invita come  unico oratore ufficiale Rosy Bindi. Sarebbe interessante conoscere quanto lo Stato dia annualmente ad una federazione di partigiani senza partigiani perché quasi tutti estinti. Un po’ come i Mille di Garibaldi nel ‘900.
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L’educazione all’affettività
Cosa pensa dell’idea di aggiungere nelle scuole l’educazione all’affettività? A me sembra una sciocchezza o una furbata per inserire a scuola l’Lgbtq in modo surrettizio. E poi quale competenza avrebbero i docenti? Magari essi stessi hanno delle famiglie disastrate e violente…    Alessandra Rizzi
Mi sembra un’idea razionalmente fragile, per usare un termine oggi di moda, un’idea  emotivamente e politicamente poco pensata e poco sensata. L’affettività si apprende vivendo e  amando e non ci sono scuole che servano ad insegnarla. Si apprende amando e soffrendo come abbiamo fatto noi. Non sempre, ovviamente, perché ci sono donne e uomini negati ai sentimenti che al massimo vivono in modo interessato, istintivo o  algido la vita. In passato si voleva l’educazione sessuale a scuola, adesso quella all’affettività. Forse sono io che non riesco a capire la novità che si vorrebbe introdurre. Il mondo dell’intimità potrebbe invece  riguardare la famiglia, ma oggi molti genitori non saprebbero intervenire, ammesso che non abbisognino essi stessi di corsi specifici che insegnino loro l’arte di essere genitore.

Un arresto per il furto nella villa di Kaio Jorge

La Polizia di Stato, sotto il costante coordinamento della locale Procura della Repubblica, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torino, a carico di un uomo moldavo, gravemente indiziato di furto aggravato in abitazione, ricettazione e riciclaggio, commessi in questo capoluogo nel mese di giugno 2023.

L’uomo, insieme ad altri complici non identificati, dopo avere infranto il vetro di una finestra di una villa sita nella zona pre-collinare di Torino, ove all’epoca dimorava il calciatore Kaio Jorge della Juventus, assente dall’abitazione, si impossessava di beni e monili, per un valore di circa 80.000 euro, e poi si appropriava dell’autovettura di lusso in uso al giocatore.

Due giorni dopo, il veicolo veniva utilizzato per perpetrare un altro furto in danno di una filiale di un istituto bancario torinese. Nell’occasione, l’uomo e altri complici, tutti incappucciati, dopo aver bloccato la circolazione stradale, utilizzando delle cinghie di forza applicate ad uno dei veicoli, sradicavano, prima, il portone della filiale e, successivamente, una cassaforte contenente circa 11.500 euro. I soggetti in fuga venivano intercettati da una Volante e, dopo un breve inseguimento, abbandonavano il furgone con all’interno la cassaforte.

L’attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile, grazie all’analisi delle immagini dei sistemi di video sorveglianza, nonchè ai rilievi tecnici svolti da personale del Gabinetto di Polizia Scientifica, permetteva di raccogliere gravi indizi a carico del moldavo, pienamente condivisi dall’A.G. procedente che emetteva l’ordinanza in parola.

Veglia pasquale in cattedrale

Questa sera nel duomo di San Giovanni a Torino si tiene la tradizionale veglia di Pasqua. La celebrazione religiosa è presieduta dall’arcivescovo cardinale Repole.

(Foto dierre- il Torinese)

Casa, in Piemonte rilancio delle compravendite

Fiaip Piemonte : nel 2024 oltre 64 mila e 400 compravendite con l’1% in più di prezzi in crescita

In Piemonte, nel 2024, sono state vendute 64 mila e 400 case, registrando un incremento dell’1% rispetto al 2023.

“L’anno si è concluso positivamente grazie al graduale calo di interesse sui mutui, che ha rilanciato le compravendite nella seconda parte dell’anno – spiega Marco Pusceddu, Presidente di Fiaip Piemonte – i prezzi delle abitazioni sono aumentati mediamente tra il 2 e il 4 % sotto la spinta dell’inflazione, con differenze territoriali significative. Salgono nei centri ad alta domanda e vocazione turistica, mentre sono stabili e in calo nei piccoli borghi decentrati, spesso caratterizzati da immobili da ristrutturare obsoleti”

Secondo un’analisi condotta da Fiaip Piemonte sui dati provvisori dell’Agenzia delle Entrate, il primo semestre ha registrato una flessione del -3,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre il secondo semestre ha recuperato con il +5,8%. Nel corso del trimestre 2024 emerge una progressiva risalita delle compravendite  he ha permesso di recuperare la flessione più significativa dell’8% dei primi tre mesi del 2024. Nel secondo trimestre gli scambi sono stati più stabili, sullo 0,7%, per poi passare in campo positivo nel terzo, +6,4%, e nel quarto trimestre, +5,4%.

“A invertire la rotta è stata la graduale discesa di tassi sui mutui rispetto al 2023, anno invece dominato dalla volatilità che aveva frenato il mercato – sottolinea il Presidente Fiaip Piemonte”.

Infatti, a inizio 2024, il tasso fisso era sopra il 4% per poi scendere a fine anno sotto il 3,5%. Inoltre, i mutui green, destinati agli immobili di classe energetica A o B, offrivano condizioni migliori, con tassi vicini al 2,5%. Nei primi mesi del 2025 c’è stato un ulteriore taglio dei tassi, e quella oggi variabile torna competitivo, scendendo per la prima volta dopo due anni, mentre il fisso risulta conveniente, intorno al 3%, rappresentando una scelta solida per chi cerca soluzioni per il lungo periodo, soprattutto per chi compra casa. Osservando un arco temporale più lungo, il mercato immobiliare risulta dinamico, con volumi importanti. Dal 2018 al 2024 il numero di compravendite è cresciuto più del 23%, e oltre il 19% dal 2019. Si guarda quindi con fiducia al 2025.

“Le previsioni sono positive – conclude Pusceddu – la stabilità incoraggia le intenzioni d’acquisto, e se i tassi continueranno a scendere potremo assistere a una nuova fase di crescita delle transazioni”.

Le province piemontesi, nel 2024, hanno mostrato andamenti diversificati. Il miglior risultato lo ha raggiunto il biellese, che ha registrato il 9,4% in più con 2711 abitazioni vendute, trainate dalla città di Biella, seguite dal vercellese (+7,5%), astigiano (+7%), segue il torinese, che segna un +1,1% con 34 mila e 604 abitazioni compravendite, e Torino, che traina con il +1,6% e oltre 15 mila vendite. In campo negativo si registrano l’alessandrino, con un calo di -0,2%, e il capoluogo che risente di un calo di – 6%, il cuneese registra una lieve flessione dei volumi di -1,4%, anche se la città di Cuneo rimane positiva con il +29%. Una leggera flessione si registra nel novarese, dove Novara e la città più penalizzata con il – 5,7%, il Verbano Cusio Ossola registra il -2,7%, anche se Verbania registra un maggior equilibrio con un +0,4%.

Mara Martellotta

Maltempo, la conta dei danni a Torino. Previste nuove precipitazioni

Con l’esaurirsi della pioggia già nella tarda serata di venerdì, le condizioni meteorologiche hanno visto un progressivo miglioramento. I ponti di Torino sono stati tutti riaperti al traffico.

Sono intanto iniziate le operazioni di verifica, messa in sicurezza e conta dei danni. Nel pomeriggio di ieri i Vigili del Fuoco hanno provveduto alla rimozione della grande mole di materiale accumulatosi alla base della passerella pedonale nei pressi di corso Mortara che sarà poi successivamente conferito in discarica.

Dai primi controlli sul patrimonio arboreo sarebbero una dozzina gli alberi interamente o parzialmente danneggiati dal maltempo (all’interno del Parco Michelotti, in via Gaidano, strada Aeroporto, via Toselli, strada vicinale del Cresto, via Genova, lungo l’asse Millefonti, in prossimità dell’ospedale Molinette, al Parco della Pellerina, in piazza d’Armi, ai Giardini Reali, in Lungo Dora Voghera, al Parco Europa, al Parco Maddalena, in Lungo Stura Lazio).

Rimangono vietati il transito sugli itinerari costeggianti i fiumi che non sono ancora stati liberati dal limo e l’uso delle passerelle pedonali di attraversamento.

Sul Po restano al momento sospese la navigazione remiera e ogni altra attività e restano chiusi i Murazzi dove oggi iniziano le operazioni di pulizia con rimozione del limo dalle superfici per permetterne la riapertura, nel corso della giornata, salvo peggioramenti meteorologici. Interventi che, nel corso della prossima settimana, interesseranno anche i percorsi ciclo pedonali e le aree in prossimità delle sponde.

Il deflusso delle acque potrebbe però essere interrotto da nuove precipitazioni attese già a partire da questa sera e poi per le giornate di oggi e domenica.

Al momento non vi è immediato pericolo di tracimazione o esondazione, tuttavia l’intensità delle acque, la loro velocità e i materiali galleggianti trasportati dalla corrente richiedono ancora un livello di attenzione particolare.

Una situazione che il Centro operativo comunale della Protezione Civile continua a monitorare costantemente, insieme al volontariato organizzato e al personale della Polizia Locale.

Ulteriori aggiornamenti verranno comunicati con tempestività alla cittadinanza e agli organi di informazione.

TORINO CLICK

“San Giors”, con torrefazione e pasticceria nasce un centro del gusto dalle radici ultracentenarie

Di Maurizio Tropeano

“Tra spazi vuoti e spazi pieni io, come architetto, prediligo i secondi, soprattutto se mi permettono di evitare l’abbandono di locali storici e di recuperare, rinnovandole, tradizioni secolari come la torrefazione o la gastronomia”. Simona Vlaic, che dal 2017 ha preso in mano l’albergo ristorante San Giors, racconta così il percorso che dalla metà di maggio porterà alla riapertura del Caffè Roma Torrefazione e anche ad ereditare l’arte pasticciera di Gino e Marina Viziale e del loro laboratorio artigianale.

E così i grandi locali alla confluenza tra Porta Palazzo e Borgo Dora, in quel tratto di corso Giulio Cesare che si può considerare la porta di accesso al centro di Torino diventeranno un polo enogastronomico di eccellenza.

“Siamo, e vorremmo essere ancor di più un punto di riferimento per questo territorio, e potremo farlo perché siamo riusciti a cogliere le opportunità legate a scelte personali che porteranno alla cessazione dell’attività”. O anche alla scelta di Carla Clemente, la proprietaria del bar, di condividere il progetto di rilancio della torrefazione. “Il San Giors è nato 210 anni fa e con il bar condivide una storia di 154 anni”.
Un legame che riprenderà a metà maggio nel segno del “sanguis” e della “tradizione piemontese che nasce dalla nostra cucina e dalle idee dello chef Giulio Carlo Ferrero”. Dunque, panini con il vitello tonnato o acciughe al verde o alla finanziera. Ma anche quelli classici. “Il San Giors dal 2013 è nell’elenco dei locali storici d’Italia e vogliamo trasferire la nostra esperienza di tradizione e qualità nella vita di tutti i giorni di un bar che vogliamo legato a questo territorio. Sarà un bar pop, insomma, dove la torinesità incontra le diversità e le ricchezze di un borgo che è sempre stato multietnico”, spiega ancora Vlaic.
E dai primi di maggio Gino e Marina Viziale, affiancheranno la squadra del San Giors che ha rilevato il loro laboratorio. “Andiamo in pensione – raccontano mentre Marina sta finendo di preparare i dolci della tradizione pasquale e Gino di riordinare – ma siamo contenti di poter trasmettere tutta la nostra esperienza nel mondo della pasticceria perché permetterà di portare avanti una tradizione familiare nata nel 1993”. Il laboratorio si affaccia sul cortile interno dell’isolato, lo stesso dove insiste il dehors del ristorante. Ancora l’architetta: “Andiamo a lezione con l’obiettivo di diventare autosufficienti nella produzione di pane, grissini, e piccola pasticceria.

L’autoproduzione ci permette di essere più sostenibili da un punto di vista economico e anche di allargare l’attività di catering”. Dopo il primo maggio si parte e “chissà – conclude la signora Marina – che da questa nostra collaborazione non nasca il dolce del San Giors”.
Questo, però, è il futuro. Intanto da alcune settimane sui tavoli del San Giors è arrivato il menù di primavera che, per la prima volta, sarà accompagnato anche dalla carta degli oli extravergine d’oliva del Piemonte. Una scelta nata da una partnership con il consorzio di tutela che dovrebbe permettere di far conoscere le caratteristiche uniche dell’Evo subalpino ad un numero sempre maggiore di consumatori.

Schianto tra furgone e auto: muore una donna

Un incidente stradale mortale si è verificato in provincia di Novara, a Paruzzaro,  nelle vicinanze dello svincolo autostradale della A26. Una vettura e un furgone si sono scontrati per cause in via di accertamento.

Sull’auto viaggiavano tre donne, una di loro, sul sedile posteriore, ha perso la vita nel violento urto. Un’altra donna è rimasta gravemente ferita ed è stata portata d’urgenza in elicottero all’ospedale Maggiore di Novara. La terza ha riportato ferite di media gravità.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Dalla Sicilia in Piemonte mascherati rapinavano banche

Nella mattinata del 15 aprile, a Palermo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino, coadiuvati da personale della Compagnia di Palermo Piazza Verdi, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torino su conforme richiesta della locale Procura, nei confronti di cinque persone italiane di 30, 48 (due), 49 e 50 anni, sospettate di aver commesso, tra i mesi di febbraio e marzo 2024, due rapine ai danni di due distinte filiali bancarie site ad Osasio e a Moncalieri, appropriandosi complessivamente di più di 110 mila euro in contanti. La misura cautelare, scaturisce a seguito di un’articolata attività investigativa, eseguita attraverso il fondamentale ausilio offerto dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza delle agenzie bancarie e di quelle comunali. Tale attività, ha permesso ai Carabinieri di raccogliere gravi e concordanti indizi di reità a carico degli indagati nonché di inquadrare i rispettivi specifici ruoli nell’esecuzione dei presunti delitti. In particolare, è stato accertato che entrambe le rapine sono state realizzate da una banda proveniente da Palermo. I soggetti viaggiavano separati per non destare sospetti e a Torino grazie all’aiuto di un supporto logistico. Il modus operandi prevedeva che prima di ogni colpo venivano effettuati numerosi sopralluoghi finalizzati a verificare le condizioni dei luoghi. I membri erano divisi in esecutori materiali e basisti. La fuga avveniva con un’autovettura rubata con targhe contraffatte e dopo ogni colpo, la “squadra” rimaneva nel capoluogo piemontese giusto il tempo per la spartizione del bottino che peraltro è stato per la maggior parte recuperato dagli investigatori nel corso delle indagini, e poi tornavano in Sicilia a bordo di altra autovettura non riconducibile a nessuno di loro. Quattro dei presunti rapinatori sono stati accompagnati presso il carcere “Pagliarelli-Lorusso” di Palermo, mentre il quinto, uno dei due 48 enni, è stato raggiunto dalla misura presso la casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino perché detenuto per altra causa.

Maltempo, vertice in Regione per la stima dei danni e lo stato di emergenza

Si è svolto questa mattina in video collegamento il vertice tra il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, gli assessori alla Protezione civile Marco Gabusi e quello agli Enti locali Enrico Bussalino, con i presidenti delle Province piemontesi e i rappresentanti degli enti locali Anci, Uncem, Upi, Anpci e Ali.
«Grazie all’accuratezza delle previsioni di Arpa e alla tempestività degli interventi dei tecnici e della nostra protezione civile, che in poche ore ha saputo mettere in campo oltre 1500 volontari, pare che la situazione più critica sia passata, anche se le previsioni per le prossime ore non ci consentono di abbassare la guardia – ha spiegato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio aprendo la riunione – Vanno monitorate con particolare attenzione le frane: sono oltre 500 quelle già censite, ma il numero potrebbe aumentare. Alle Province abbiamo chiesto di lavorare da subito a una stima dei danni in modo da avere per i primi giorni della prossima settimana un conteggio il più possibile accurato da fornire al governo per l’istruttoria necessaria al riconoscimento dello Stato di emergenza che è essenziale per la copertura delle opere di somma urgenza per le quali la Regione ha già garantito i primi 5 milioni, ma che stimiamo superino i 15 milioni di euro. Ho sentito più volte in questi giorni il ministro Musumeci, e il vicepresidente Tajani, durante il Consiglio dei ministri di ieri, ha posto la questione all’attenzione del governo, da cui abbiamo avuto importanti rassicurazioni sul supporto e la vicinanza».
«Ancora una volta il nostro sistema di protezione civile è stato in grado di affrontare un evento atmosferico straordinario per modalità e per il periodo dell’anno in cui si è verificato: siamo stati al lavoro nelle 30 ore dell’emergenza e da ieri sono iniziati i sopralluoghi per ripristinare le situazioni più importanti, questo è frutto dello straordinario lavoro di squadra tra regioni enti locali e volontari. A questo va aggiunta la costante  collaborazione tra la Regione e gli enti locali – Comuni, Province e Città metropolitana – che si  conferma fondamentale sia per la gestione delle fasi di emergenza sia per quella della ricostruzione» hanno dichiarato gli assessori alla Protezione civile Marco Gabusi e agli Enti locali, Enrico Bussalino.
Durante la riunione i presidenti delle Province hanno evidenziato come la macchina di protezione civile e di pronto intervento abbia consentito di contenere i danni, così come gli importanti interventi di messa in sicurezza di grandi fiumi e versanti che sono stati fatti negli anni successivi all’alluvione del 1994. I presidenti hanno poi relazionato sulla situazione di strade e frane nei rispettivi territori e sottolineato la preoccupazione per il maltempo previsto nei prossimi giorni.
LE ATTIVITA DI PREVISIONE E ALLERTAMENTO 
Il presidente Cirio e l’assessore Marnati: «La precisione di Arpa ha consentito di agire con tempestività»
«Il Piemonte in questi anni si è distinto per la capacità di prevedere questo tipo di eventi in modo. Abbiamo investito risorse e tecnologie, anche con l’uso dell’intelligenza artificiale, per farci trovare il più possibile pronti di fronte a eventi purtroppo sempre più frequenti – sottolineano il presidente Cirio e l’assessore all’ambiente Matteo Marnati – Allo stesso tempo continuiamo a intervenire in maniera strutturale per rafforzare la capacità di tenuta del nostro territorio e delle infrastrutture blu».
La precisione e la celerità delle previsioni di Arpa è stata elogiata anche dai presidenti di Provincia e dalle associazioni degli enti locali durante la riunione.
In particolare, in occasione dell’evento del 15-17 aprile, il Centro Funzionale di Arpa Piemonte, sulla base delle previsioni meteorologiche e delle valutazioni degli effetti al suolo, aveva emesso un’allerta gialla per rischio idrogeologico sulle zone alpine nordoccidentali per il 15 aprile che si elevava ad arancione nelle 24 ore successive. Considerato il marcato peggioramento atteso delle condizioni meteorologiche e il loro impatto sul territorio in termini di risposta del reticolo fluviale e dei versanti, l’allerta del giorno seguente è stata rapidamente elevata a rossa per rischio idrogeologico su alto vercellese, biellese e parte del torinese e arancione su gran parte della Regione. Contestualmente il Centro Funzionale ha intensificato il monitoraggio con bollettini di aggiornamento che nella fase dell’emergenza sono stati emessi ogni 6 ore – alle 6 del mattino, alle 12, alle 18 e alle 24 di sera – rafforzando il presidio in Sala Rischi Naturali e ambientali che è diventato H24. Arpa ha inoltre reso più frequenti le elaborazioni del modello di previsione delle piene sul bacino del fiume Po, per la verifica delle previsioni e intensificato anche le attività di divulgazione al pubblico sia attraverso l’aggiornamento della sezione tematica del sito di Arpa Piemonte con il Pericolo attuale, sia con la redazione di notizie sul sito istituzionale e attraverso l’utilizzo del canale X (ex-Twitter) dell’Agenzia.
LE PRECIPITAZIONI, RAFFRONTO CON PRECEDENTI EVENTI
Dal 15 aprile al 17 aprile 2025 il Piemonte è stato colpito da precipitazioni molto forti. I valori massimi si sono concentrati sulle zone alpine del Torinese, Biellese e Verbano con valori generalmente compresi tra 300 e 400 m e picchi di oltre 500 in poco meno di 72 ore. Sull’appennino Ligure con apporti significativi sul Belbo, alto bacino della Bormida con accumuli superiori al 200 m.
I valori osservati sono comparabili a quelle di eventi alluvionali che hanno interessato in passato la regione, in particolare l’alluvione dell’autunno 2020.
Dal confronto risulta evidente il carattere autunnale del recente evento: pur essendo primavera, il confronto è necessariamente con eventi meteo-pluviometrici autunnali (novembre 1994, ottobre 2000, novembre 2016, novembre 2020). Altra caratteristica peculiare la durata è stata significativamente ridotta, pur con accumuli abbastanza confrontabili con questi eventi: 72 ore di precipitazioni complessivamente, ma con intensità più significative in 50-60 ore.
L’evento è paragonabile a quello alluvionale del 13-16 ottobre del 2000, anche se la durata è stata inferiore (72 ore rispetto alle 96 ore) e i valori massimi inferiori: nel 2000 si registrarono fino a 740 mm a Bognanco (VB) nel bacino del Toce, oltre 700 m sui bacini di Orco e Stura di Lanzo e oltre 300 m sul bacino della Dora Riparia. Di conseguenza le portate massime registrate furono superiori con 3100 m3/s a Tavagnasco (TO) sulla Dora Baltea, 2300 m3/s a Torino Murazzi (contro gli attuali 1000 m3/s). Tuttavia, se si considera la portata massima del fiume Po alla chiusura del bacino piemontese ad Isola S. Antonio (AL), nel 2000 si registrarono 10500 m3/s, di poco superiori agli attuali 10300 m3/s.
Dal punto di vista della distribuzione areale delle precipitazioni, l’evento mostra similitudini anche con quello del 1994, seppure con quantitativi decisamente inferiori sulle zone al confine con la Liguria; anche in questo evento osserviamo un canale di forti piogge che si estende dall’Appennino Ligure (piena delle Bormida) fino alle pianure settentrionali, passando per le zone collinari di Langhe (piena del torrente Belbo) e del Monferrato. Infine, nell’evento del 2025 sono state risparmiate le vallate occidentali del cuneese, mentre l’Alto Tanaro è stato interessato da quantitativi inferiori che hanno determinato una piena moderata nelle sezioni a valle fino alla confluenza col Po.