ilTorinese

Rapina da 5mila euro a Mirafiori, barista colpita alla testa con il calcio di una pistola

Questa mattina all’alba un bar, il Family di via Roveda, a Mirafiori, è stato teatro di una rapina violenta. Una barista, mentre alzava la serranda per aprire il locale, è stata sorpresa da un uomo con il volto coperto che l’ha colpita alla testa con il calcio di una pistola. Il malvivente si è impossessato di circa cinquemila euro, fuggendo con un complice che lo attendeva all’esterno.

La donna è stata portata alle Molinette per le cure, riportando ferite ma non in pericolo di vita. Sul posto sono intervenuti gli agenti di polizia, che hanno avviato le indagini e stanno visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire ai responsabili. L’episodio ha riacceso la preoccupazione dei residenti, già scossi da altri colpi avvenuti nella zona negli ultimi mesi.

La stagione Iperspazi di Fertili Terreni Teatro apre con Moby  Dick

San Pietro in Vincoli, da mercoledì 8 a sabato 11 ottobre prossimi

Lo spettacolo di apertura della nuova stagione intitolata ‘Iperspazi’, la nona del cartellone proposto da Fertili Terreni Teatro, sarà “Moby Dick”. Da mercoledì 8 a sabato 11 ottobre, per un numero limitato di spettatori, alle 19.30 e alle 21, andrà in scena nelle cripte di San Pietro in Vincoli Moby Dick, produzione A.M.A Factory, ispirato al romanzo di Hermann Melville, con in scena Angelo Tronca e Maddalena Sighinolfi.
Lo spettatore viene isolato da mondo esterno, immerso con delle cuffie in un ambiente sonoro, e sarà testimone di un racconto che esplora i temi della malattia mentale attraverso un flusso intenso di coscienza al cui interno troveranno spazio richiami delle balene e conflitti con demoni interiori, sprofondando in una dimensione onirica in cui personaggi e simboli del racconto prendono forma sia dal punto di vista sonoro sia visivo. Muovendosi tra le differenti stazioni in cui si compone la narrazione, un attore ripercorre i momenti salienti del romanzo nell’impianto recitativo che intreccia i tormenti di Acab e la voce di Ismaele, trasformando l’epopea marina in un’indagine profonda su ossessioni e schizofrenie.
Gli abissi dell’oceano diventano il teatro per dar forma alla riflessione collettiva sulla lotta contro i propri demoni, e dove follia e umanità  si incontrano nella profondità del mare.
“Da molti anni – osserva il regista Angelo Tronca – mi interessa il personaggio di Moby Dyck. Sono stati scritti una decina di saggi per cercare di spiegare appieno che cosa significhi la metafora usata da Meville quando ci parla di quest’uomo che caccia la balena bianca, ma  nessuno, giustamente, ha mai veramente colto nel segno. Nessuno è  riuscito a cacciarla veramente nemmeno concettualmente. Ho, quindi, scelto, una riscrittura per parlare di ciò che risuonava in me di questo romanzo. La ricerca di Dio, il suo significato, e la lotta con il circostante sono temi che mi hanno accompagnato essendo stato vicino a persone malate di mente. La loro sofferenza era simile a quella che leggevo nel capitano Achab. Di qui la scelta di scrivere una pièce capace di rimbalzare tra la storia di Melville ambientata  nell’Ottocento e la storia di uno schizofrenico del presente.
Per sottolineare e alimentare la dissociazione tra vero e falso, tra mito e realtà,  mi sono avvalso di un progetto  gestito da Massimiiano Bressan, che, mettendo il pubblico in cuffia, riesce a immergere gli spettatori in un sogno onirico dove i simboli della vicenda prendono forma sonoramente e visivamente”.
“Moby Dick di Angelo Tronca, liberamente ispirato al romanzo di Melville, è scritto come partitura vocale – spiega Massimiliano Bressan – con ritmi decisamente musicali, con pause e silenzi incredibilmente suonanti. Scopo del progetto sonoro è quello di portare nelle orecchie dello spettatore  il mondo che risuona ossessivamente nella testa del personaggio. Il mezzo tecnico, e questo risulta il messaggio, è il solo modo di percepire quel mondo mentale come si costruisce attimo dopo attimo. Il microfono tra i capelli di Angelo fa la funzione di Voce. Voce del pensiero, voce della materia,  voce del circostante. Inevitabilmente mai eguale. Le stanze riverberano , le ripetizioni non descrivono un luogo fisico, ma il continuo farsi di un luogo mentale fatto di distorsioni, di spazi immensi e microscopici nello stesso tempo.
Lo spazio fisico che circonda il personaggio viene usato, attraverso la ripresa microfonica, come strumento di creazione mentale”.
“Per contrasto – afferma Massimiliano Bressan – la parte musicale è  pop, recitando con la capsula microfonica a 360 gradi posizionata sulla fronte ed essendo questa estremamente sensibile, ho voluto restituire tutte le più profonde sfumature della parola e la manipolazione ed elaborazione di suoni dietetici nello spazio, quali l’accensione di un fiammifero, il suo suono, che può diventare un mondo sonoro. Si tratta di un viaggio partendo da uno dei testi più metafisici dell’avventura, cercando di capire ‘la bianchezza della balena’ all’interno di uno spazio scenico quasi calato nell’oscurità.
Per la Stagione Fertili Terreni Teatro vi è la possibilità di lasciare il biglietto sospeso tramite donazione online o con satispay e di entrare gratuitamente per alcuni under 35 grazie ai biglietti messi a disposizione attraverso la collaborazione con Torino Giovani.
Il costo del biglietto è  di 13 euro se acquistato online, 15 euro in  cassa la sera dell’evento.
I biglietti si possono acquistare online sul sito www.fertiliterreniteatro.com
Mara Martellotta

Proxima, il festival politico e culturale di AVS, Sinistra Italiana e Sinistra Ecologista

È stato presentato oggi il programma della quinta edizione di Proxima, il festival politico e culturale di AVS, Sinistra Italiana e Sinistra Ecologista.

Per tre giorni, da giovedì 16 a sabato 18 ottobre, al Bunker in via Niccolò Paganini 0/200 si alterneranno dibattiti, spettacoli e musica con ospiti del mondo della politica, del sindacato, dell’associazionismo e della cultura.

Il tema di quest’anno sarà “Rompere l’assedio”: con la testa e il cuore a Gaza, discuteremo di come continuare a lavorare a un’alternativa progressista di fronte all’intollerabile situazione del nostro Paese e del mondo.

Ecco il programma:

Giovedì 16 ottobre
Ore 18.00
Inizio festa
Saluti del segretario provinciale di Sinistra Italiana Roberto Bacchin e del co-portavoce di Sinistra Ecologista Emanuele Busconi, con Erica Bevilacqua, co-portavoce Europa Verde Torino.


Giovedì 16 ottobre
Ore 18.30
La flotta continua. Insieme per il cambiamento
Walter Massa
Presidente nazionale ARCI
Serena Sorrentino
Presidente della commissione per il Programma fondamentale CGIL
Elisabetta Piccolotti
Deputata AVS
Benedetta Scuderi
Eurodeputata AVS – The Greens
Modera
Alessandra Quarta
Presidente Sinistra Ecologista

Giovedì 16 ottobre
Ore 20.45
EFFETTO GUERRA. Il costo sociale del riarmo
Francesca Coin
Sociologa
Michele De Palma
Segretario generale nazionale FIOM CGIL
Marco Grimaldi
Vicecapogruppo AVS alla Camera
Introduce e modera Alice Ravinale
Capogruppo AVS Consiglio Regionale Piemonte

Giovedì 16 ottobre
ore 22
PIETRO SPARACINO LIVE
Un viaggio comico e corrosivo dentro vent’anni di vita e di Paese, tra ricordi personali, derive collettive, amnesie di massa e piccole rivoluzioni private.
Con Pietro Sparacino,
Stand up comedian, autore e formatore

Venerdì 17 ottobre
Ore 18.30
Chi ha paura del dissenso?
Ilaria Cucchi
Senatrice AVS
Ilaria Salis
Eurodeputata AVS – The Left
Introduce
Sara Diena
Capogruppo Sinistra Ecologista Consiglio Comunale Torino
Modera
Matteo Pucciarelli
Giornalista la Repubblica

Venerdì 17 ottobre
Ore 20.45
Contro l’economia del genocidio, un altro mondo è possibile
Francesca Albanese
Relatrice speciale ONU sui Territori palestinesi occupati
Nicola Fratoianni
Deputato AVS e segretario nazionale Sinistra Italiana
Pablo Trincia
Giornalista


Venerdì 17 ottobre
Dalle 22.00
OFFBEAT pres. Ahadadream feat. Turbolenta
Warm-up: Tendenzaraba
Free entry entro le 23.00

Sabato 18 ottobre
Ore 16.30
Punire non serve a niente: per una nuova politica sulle droghe
Riccardo Magi
Deputato e segretario +Europa
Nadia Ferrigo
Giornalista e autrice di “L’erba e le sue buone ragioni”
Roberta Tumiatti
Direzione nazionale Legacoopsociali
Jacopo Rosatelli
Assessore al welfare della Città di Torino
Modera
Antonio Costanza
UGS Piemonte

Sabato 18 ottobre
Ore 18.30
Dal governo dei comuni a quello del paese: l’impegno per un’Italia migliore
Stefano Lo Russo
Sindaco di Torino
Silvia Salis
Sindaca di Genova
Emily Clancy
Vicesindaca di Bologna
Introduce Emanuele Busconi, consigliere comunale di Torino, Sinistra Ecologista
Modera
Mauro Ravarino, ilmanifesto

Sabato 18 ottobre
Ore 20.45
Organizzare la speranza.
Deputato AVS e co-portavoce nazionale Europa Verde
Gaetano Pedullà
Eurodeputato M5S – The Left
Marta Bonafoni
Coordinatrice della Segreteria nazionale PD
Modera
Valentina Cera
Consigliera regionale AVS Piemonte

(Comunicato stampa AVS, Sinistra Italiana e Sinistra Ecologista)

Paola D’Agostino Direttrice dei Musei Reali

A seguito del perfezionamento delle procedure di nomina, dal 1° ottobre 2025 la dottoressa Paola D’Agostino ha preso servizio come Direttrice dei Musei Reali di Torino.

 

Paola D’Agostino assume il prestigioso incarico ricoperto da Enrica Pagella dal 1° dicembre 2015 al 30 novembre 2023 e, dopo il riconoscimento dei Musei Reali quale istituto museale statale di prima fascia, da Mario Turetta, Capo Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura, in qualità di Direttore delegato.

 

Storica dell’arte, specialista in scultura italiana del Rinascimento e del Barocco, si è laureata e ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università “Federico II” di Napoli, con specializzazioni al Courtauld Institute of Art e all’University College di Londra, dal 2015 al 2024 ha guidato i Musei del Bargello a Firenze e vanta una lunga esperienza curatoriale all’estero, dal Metropolitan Museum of Art di New York, come Senior Research Associate nel Dipartmento di European Sculpture and Decorative Arts, alla Yale University Art Gallery, quale Nina and Lee Griggs Assistant Curator in European Art.

 

Nelle sue prime parole da Direttrice, Paola D’Agostino ha dichiarato: “Sono molto onorata di iniziare il nuovo incarico alla Direzione dei Musei Reali di Torino, che con il loro patrimonio monumentale, le straordinarie collezioni d’arte e di archeologia, la Biblioteca e i Giardini Reali costituiscono uno dei complessi museali di maggior prestigio in Italia e nel mondo. Negli ultimi dieci anni i Musei Reali hanno avuto una crescita straordinaria, grazie alle due direzioni di altro profilo che mi hanno preceduta. È un privilegio contribuire al progetto culturale e alla valorizzazione di questi luoghi e della dinastia dei Savoia, che li ha progettati, arricchiti di capolavori e modificati nel tempo”.

Attraversare i saloni monumentali del Palazzo Reale – ha proseguito Paola D’Agostino –, percorrere gli spazi della Manica Nuova con le sue diverse collezioni, fermarsi nella Biblioteca Reale o passeggiare nei Giardini Reali dà il senso della centralità dei Musei Reali nella città. In queste sale scorre non soltanto la storia culturale e politica di Torino e del Piemonte, ma anche l’unicità della storia d’Italia e del suo straordinario patrimonio culturale”.

 

Paola D’Agostino è una storica dell’arte, esperta di scultura italiana del Rinascimento e del Barocco. Ha studiato all’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’, dove ha ricevuto il dottorato di storia dell’arte nel 2003 (PhD). Si è specializzata a Londra, al Courtauld Institute of Art (M.A.1998) e all’University College London (MPhil programme 1998-1999)

Il cinquantesimo compleanno della galleria Tucci Russo 

Mostra personale di Tony Cragg, dal titolo “GE(SCHICHATE)” e la collettiva “Vue d’ensemble-immaginari in dialogo parte III”

Il 5 ottobre scorso la galleria Tucci Russo ha celebrato i suoi 50 anni di attività e, nello spazio di Torre Pellice, si sono inaugurati una  mostra personale di Tony Cragg, dal titolo “GE(SCHICHATE)” e la collettiva “Vue d’ensemble-immaginari in dialogo parte III”. Nella sede torinese della galleria, è aperta, fino al 31 gennaio 2026, la personale dell’artista Mario Airò, dal titolo “Co-mondo”.
Lisa Di Grazia, per tutti Lisa Tucci Russo, è stata compagna di lavoro e di vita, sin dai primi anni Settanta, di Antonio Tucci Russo, scomparso nel 2023 e figura emblematica della Torino degli anni Sessanta, vicina a poeti e artisti dell’arte povera, prima direttore della galleria di Gian Enzo Sperone e poi, dal 1975, gallerista egli stesso in uno spazio in via Fratelli Calandra, che debuttò con una mostra di Pier Paolo Calzolari. La galleria si sarebbe poi spostata al mulino Feyles nel 1990, in via Gattinara, e nel 1994 negli spazi dell’ex manifattura tessile Mazzonis, a Torre Pellice. Nel 2017 l’apertura di una seconda sede all’interno di un palazzo storico di via Bertolotti, nel cuore di Torino.

“50 anni! Era al di là delle mie capacità – afferma Lisa Tucci Russo – riassumere in un’unica esposizione la storia di una vita, di esperienze vissute e di come l’arte sia stata in grado, fin dalla prima mostra del ’75, di Calzolari, di cambiare il mio pensiero e la mia visione di mondo. Da qui l’idea di diluire nell’arco dei tre anni passati, fino al presente, delle visioni che ho riassunto da un lato nelle tre collettive intitolate ‘Vue d’ensemble: immaginari in dialogo rispettivamente parte I, parte II e parte III’. Le opere hanno dialogato tra loro nelle varie esposizioni, dando sempre una visione di un momento diverso nel lavoro di ogni singolo artista. Contemporaneamente sono state affiancate le mostre personali, negli spazi di Torre Pellice e di Torino, di Jan Vercruysse, Conrad Shawcross, Robin Rhode, Marisa Merz, Daniel Buren, Alfredo Pirri, Gilberto Zorio, Richard Long, Christiane Löhr, Gianni Caravaggio, Mario Airò (attualmente in corso a Torino) e Tony Cragg, che ha inaugurato in contemporanea con la ‘parte III’ di ‘Vue d’ensemble’. Ho vivida memoria della prima mostra con Cragg, nel 1984, di quando Tony dopo un velocissimo viaggio in macchina (7 ore da Wuppertal a Torino) è arrivato per la prima volta nella vecchia sede di corso Tassoni, e mi piace pensare che il titolo scelto dall’artista per questa esposizione sia un omaggio alla galleria per questa speciale occasione. In tedesco ‘GE’ intende una totalità, ‘SCHICHT’ significa ‘un insieme di strati’, metaforicamente una sovrapposizione di eventi, cose accadute che diventano storia: GESCHICHTE”.

“Dopo aver soddisfatto questo mio personale desiderio – continua Lisa Tucci Russo – penso però più concretamente al suo lavoro: STACK (Schicht) è un titolo che lo accompagna fin dalle sue prime opere, che composte da elementi sovrapposti presentano una visione tassonomica del mondo; lui stesso ha affermato di considerare gli oggetti creati dall’uomo come ‘chiavi fossilizzate di un tempo passato che è il nostro presente’. Allo stesso modo, le composizioni di oggetti su pavimenti e pareti, che ha iniziato a realizzare negli anni Ottanta, sfumano il confine tra paesaggi naturali e artificiali, creando il contorno di qualcosa di famigliare in cui le parti che lo compongono sono i relazione con il tutto. Cragg intende la scultura come uno studio di come i materiali e le forme concrete influenzino i modelli delle  oltre idee ed emozioni. La figura umana è l’esempio principale di quello che sembra in definitiva organico e suscita risposte emotive, pur essendo una composizione complessa di molecole, cellule, organi e processi. Il lavoro di Cragg non imita la natura o il suo aspetto, ma si concentra sul perché siamo come siamo. Le opere in mostra, da Riot, del 1987, fino alle più recenti ‘Incidents’, ‘Stand’,’Edge’, ‘Rem’, questa facente parte della recente serie ‘Dream sleepers’, mostra il continuo interrogarsi dell’artista sulla materia, se organica o inorganica, è quindi sul mondo”

Le mostre sono accompagnate in una sala dedicata da una serie di proiezioni che raccontano la storia di Lisa e Antonio Tucci Russo, insieme agli artisti, dal 1985 ad oggi.

Apertura fino all’1 marzo 2026, da mercoledì a domenica 10-13/15-18.30

Mara Martellotta

Incidente mortale: donna alla guida con sei volte il limite di alcol consentito, vittima un torinese

È l’ennesimo incidente sulle strade piemontesi, questo come molti, legato all’abuso di alcol. Nella serata di ieri un uomo di 79 anni, Fausto Celso, residente a Torino, ha perso la vita in seguito a un violento scontro frontale lungo la provinciale 10, la strada che collega Villafranca d’Asti a Gallareto, frazione di Piovà Massaia, nel comune di Maretto (Asti).

L’anziano viaggiava come passeggero a bordo di una Toyota Aygo insieme a due donne. Alla guida c’era una 54enne di Maretto, risultata positiva all’alcoltest con un tasso di oltre sei volte superiore al limite consentito (0,5 g/l). Proprio per questo motivo, oltre che per la dinamica del sinistro, la conducente è stata denunciata per omicidio stradale.

La vettura, nell’impegnare un incrocio con strada Nicoline, si è scontrata con una Renault Twingo. A bordo della Toyota Aygo c’era anche una 53enne torinese, rimasta ferita. Purtroppo per Fausto Celso non c’è stato nulla da fare: è deceduto sul posto a causa delle gravi conseguenze dell’impatto.

Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro promuove il “Cuore rosa”

Per tutto il mese di ottobre la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro promuove la campagna del “Cuore rosa”. Coinvolti partner, istituzioni, mondo dello sport e dello spettacolo e numerose attività commerciali.

Candiolo, ottobre 2025 – Con la gara benefica di golf “Pro Am della Speranza – The Green is Pink” e la proiezione del “cuore rosa” sulla facciata della Rinascente di Torino nella serata di mercoledì 1° ottobre, è partita ufficialmente l’ottava edizione di “Life is Pink”, la campagna contro i tumori femminili tradizionalmente promossa, nel mese di ottobre, dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Insieme all’hashtag #sostienicandiolo, il cuore di Life is Pink “firma” i numerosi eventi promossi dalla Fondazione per raccogliere fondi, con il sostegno di sponsor e partner, di personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo e di tante attività commerciali.

In Italia, il tumore al seno rappresenta il 30% di tutte le nuove diagnosi oncologiche femminili, con circa 50.000 casi ogni anno. La sopravvivenza a 5 anni ha raggiunto l’88%, grazie a screening e terapie sempre più efficaci. Tra i tumori ginecologici, quello dell’utero (oltre 8.600 casi/anno) e quello dell’ovaio (circa 5.200 casi/anno) restano sfide importanti, con esiti ancora meno favorevoli rispetto al carcinoma mammario. Fondamentali la diagnosi precoce e l’accesso omogeneo alle cure su tutto il territorio nazionale.

La campagna 2025 ha l’obiettivo di finanziare attività di prevenzione e cura del tumore del seno e l’acquisto di una colonna endoscopica di ultima generazione per le isteroscopie ambulatoriali dell’ambulatorio integrato di isteroscopia ed ecografia dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, unico in Piemonte a integrare la diagnostica ecografica con quella operativa per la prevenzione e il trattamento delle patologie dell’utero. La colonna endoscopica è uno strumento fondamentale per l’accuratezza della diagnosi, la precisione dei trattamenti e il comfort delle pazienti, evitando lunghi tempi di attesa e la necessità di anestesia generale in sala operatoria. Grazie a questa tecnologia sarà possibile individuare precocemente e trattare tumori dell’endometrio, fibromi e polipi di grandi dimensioni, e preservare la fertilità nelle giovani donne.

Per celebrare l’avvio della campagna, fino all’8 ottobre, l’immagine di Life is Pink illuminerà la facciata della Rinascente in Via Lagrange a Torino, grazie al prezioso supporto di Banca Patrimoni Sella & C. e Proietta srl. Inoltre le vetrine dello store, firmate dall’artista Nicola Russo, autore del TOH, saranno interamente dedicate alla campagna in rosa. All’interno della Rinascente, nei weekend del mese di ottobre, sarà inoltre allestito un corner in cui sarà possibile acquistare il merchandising ufficiale dell’iniziativa. Sempre nello store torinese, venerdì 3 ottobre, si terrà una speciale Shopping Night a favore di Life is Pink.

La “Pro Am della Speranza – The Green is Pink”, tradizionale gara di golf che si è svolta martedì 30 settembre nella suggestiva cornice del Royal Park I Roveri, ha visto affrontarsi 23 squadre in rappresentanza di altrettante aziende che hanno deciso di scendere in campo a sostegno della campagna. All’evento hanno partecipato anche grandi chef del territorio che, tra una buca e l’altra, hanno deliziato i presenti con le loro specialità. Grazie al sostegno dei partner e di tutti coloro che hanno deciso di partecipare, sono stati raccolti 120.000 euro a favore della campagna in rosa.

Tutto il merchandising di Life is Pink si potrà trovare online sul sito www.fprc.it/life-is-pink, presso il punto “Sostieni Candiolo” situato all’ingresso dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, durante le iniziative dedicate e in varie attività commerciali da sempre vicine alla Fondazione: da Negri Gioielli nel centro storico di Moncalieri a Pensiero Grafico a Nichelino e nel negozio Patrizia Martini Abbigliamento di Chivasso. Anche la vetrina presente all’interno dei Ronchiverdi Sport Club, dedicata alla Fondazione, verrà rinnovata con il nuovo merchandising e sarà disponibile per tutti i soci. Novità dell’edizione 2025 sono le collaborazioni speciali con prestigiosi partner: la storica maison E. Marinella rinnova il suo impegno al fianco della Fondazione con i raffinati portaocchiali “pink”, e Laboratorio Olfattivo, con il profumatore d’ambiente ClamoRosa, permette di trasformare un gesto solidale in un’esperienza sensoriale unica.

Ritorna la collaborazione con il VII Rugby Torino, che scenderà in campo con la prima squadra indossando le maglie di Life is Pink il 26 ottobre, in occasione di una delle partite casalinghe. Anche il Palavillage di Grugliasco partecipa all’ottava edizione sabato 4 ottobre, giornata in cui i giocatori di Padel e Beach Volley si sfideranno sotto il segno della campagna in rosa.

Nel mese di ottobre, ogni martedì, Galup sostiene la ricerca con una speciale iniziativa “pink”: per ogni caffè servito nel nuovo store di Via Andrea Doria a Torino, 0.50 € verranno donati alla Fondazione per sostenere la cura e la ricerca dei tumori femminili. Un gesto semplice, quello di prendere un caffè, che si trasforma in un atto concreto di solidarietà.

Lunedì 21 ottobre alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo di Torino si terrà la cena benefica “Due Cuori e una Capanna”, una serata speciale in cui solidarietà e arte si incontrano per sostenere Life is Pink. La cena benefica anticipa l’inaugurazione della mostra fotografica “Due Cuori e una Capanna” di Daniele Ratti, curata da Benedetta Donato, che sarà ospitata a partire da martedì 22 ottobre fino a Natale nel nuovo spazio espositivo dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, grazie alla collaborazione con la Fondazione e al fondamentale supporto di Intesa Sanpaolo. L’iniziativa sarà accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo edito da Allemandi, il cui ricavato sarà in parte devoluto alle attività di cura e ricerca dell’Istituto. Il volume verrà presentato ufficialmente lunedì 28 ottobre alle ore 18:30 presso la Libreria Luxemburg di Torino.

La lezione valdostana e il ruolo dei cattolici per risanare il sistema democratico

Caro direttore,
L’attenzione generale dopo le elezioni regionali avvenute domenica scorsa si è concentrata sulla regione Marche ed i suoi risultati che indubbiamente molto dicono dello status quo di un sistema polarizzato, quello della sedicente seconda repubblica, che mostra tutta la sua crisi se li si legge con attenzione: aumenta ulteriormente l’astensione scendendo a quel cinquanta per cento di votanti che è come un sintomo di una malattia, la febbre sul termometro, alta, che dovrebbe indurre ad una riflessione, a cui si unisce il fatto che i due maggiori partiti, FdI e Pd, messi insieme faticano a rappresentare almeno la metà di quella metà. E’ chiaro che tale crisi impone di guardare in faccia la realtà con più attenzione a partire dall’insufficienza della riflessione se si guarda solo alla partecipazione staccata dalla rappresentanza e dalla socialità col rischio di una mera retorica o peggio di cedimenti ideologici con la facile trasformazione nel parteggiare delle proprie rispettive tifoserie: anche i cattolici in questo hanno una responsabilità che deriva dall’irrilevanza (cfr. il discorso dell’Arcivescovo di Milano Mons. Delpini al Simposio nazionale dell’MCL e Traguardi Sociali presso l’Università Cattolica di Milano del 9 luglio c.a.) e dalla sconfitta, oltre che di una classe dirigente imbelle che ha disfatto un’organizzazione, culturale in questa seconda repubblica nata con la realizzazione della loro divisione e il presidio di una polarizzazione che li vuole divisi “curandone” la frattura insana tra cattolici della morale e cattolici del sociale (cfr. Papa Leone XVI contro la polarizzazione) anche a volte andando a richiamare vecchi scontri ormai passati d’epoca per sobillare vecchie pance. Da questo punto di vista sarebbe interessante riprendere l’importante discorso che Papa Francesco fece alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico ad Atene il 4 dicembre 2021 in cui parlò dello “scetticismo democratico” e del rimedio ad esso, la buona politica e della direzione di questa che indica citando un padre fondatore dell’Europa, il democratico cristiano Alcide De Gasperi: “si pala molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e andar avanti vuol dire anche andare verso la giustizia sociale”. La citazione dei cattolici è importante perchè è una questione che sta tornando rilevante, obbligando a uscire dalla polarizzazione e tornare ad avere a che fare con la complessità della realtà ma è da un quarto di secolo esclusa dal sistema polarizzato con il suo migliore e autonomo pensiero politico, il popolarismo, che, va ricordato, è sturzianamente centrista non semplicemente espressione di una vaga politica di centro.
Dunque non si può parlare di partecipazione senza politica e senza il popolo e la sua saggezza. Da questo punto di vista va rimarcata la poca considerazione che viene data alle elezioni regionali della Valle d’Aosta che, per l’analisi della crisi, invece potrebbero essere molto più interessanti. Tre indicazioni innanzitutto, l’affluenza al 63%, un turno complessivo che ha riguardato il consiglio regionale e 65 consigli comunali, il sistema proporzionale e l’elezione da parte del consiglio del Presidente della Regione. Come si vede tre elementi che rendono il sistema valdostano originale, con una domanda che dovrebbe insinuarsi: più partecipazione perchè più rappresentativo, quindi più democratico? Guardare alla Valle d’Aosta, obiettivamente, aiuta a riscoprire la centralità degli enti locali e quella sana autonomia che si radica nel miglior municipalismo, che varie riforme, fuori dalla regione a statuto speciale, hanno indebolito togliendo spazi di rappresentanza e rappresentatività (diminuzione del numero dei consiglieri comunali e delle competenze dei consigli comunali, cancellazione dell’elezione diretta dei consigli provinciali, città metropolitane con cittadini di serie A e serie B per il fatto che il Presidente, coincidendo col sindaco della città capoluogo, viene eletto solo dagli elettori della città, leggi elettorali che non tengono conto della rappresentanza delle aree interne, salendo fino ad arrivare all’errore della riduzione della rappresentanza parlamentare con il taglio dei parlamentari): insomma la risposta alla domanda non può che essere positiva, i valdostani godono di maggiore democrazia perchè non hanno rinunciato a quel necessario dinamismo di essa di cui parlava Aldo Moro. Vanno poi considerati alcuni altri aspetti: innanzitutto il sistema proporzionale, che necessita di maggiore consapevolezza per il legame eletto/elettore, permette anche significative novità nel panorama politico, proprio come in questa tornata elettorale e quindi ha una migliore e più naturale capacità di ricambio della classe dirigente; va poi considerato che tale sistema richiede, legato al territorio e ai comuni, di realtà politiche radicate, non elettoralistiche e transitorie e tale radicamento aiuta la partecipazione perchè contribuisce con la rappresentanza vera, che nasce da dibattito politico concreto, che sta nelle comunità, vedasi l’Union Valdotaine che, grazie a ciò supera una difficile crisi degli anni precedenti e riprende il ruolo guida in consiglio regionale arrivando al 32% dei voti. Va poi fatto emergere l’indicibile per i guardiani dell’artefatto bipolarismo all’italiana sia di destra che di sinistra, ossia che il sistema proporzionale, che si innesta sulla centralità dell’assemblea e non del Presidente, garantisce una dialettica politica che mette in gioco le identità e le alleanze programmatiche piuttosto che inscindibilità pre-stabilite di coalizioni che la polarizzazione dalle altre parti riduce per incatenare pezzi politici dentro un clima di scontro perenne trasformando ad esempio le opposizioni in minoranze senza speranza e Presidenti e Sindaci in simil Podestà: in Valle d’Aosta, invece, ogni voto vale e può giocare un ruolo nella dinamica del consiglio regionale, sentito fortemente nel suo ruolo dai valdostani, garantendo alle istituzioni la necessaria capacità di sussumere le istanze politiche, sociali, economiche, presenti comprese le eventuali tensioni così messe a terra. Non sarebbe questo il livello da cui partire per curare la nostra democrazia? Torna il discorso dei cattolici perchè è stretto il legame tra l’autonomismo valdostano, riandando ad uno dei suoi padri, Mons. Jean-Joconde Stevenin e il pensiero di Sturzo e De Gasperi, che, naturalmente, porterebbe anche a seguire l’esempio e porsi all’opposizione dello stato delle cose: se non loro che hanno ricostruito l’Italia e sognato l’Europa, chi stante la cattiva prova data da desta e sinistra per 30 anni? A noi giovani popolari Bodrato parlava della necessità del popolarismo che arrivasse ad un partito dei consigli comunali, ossia del territorio, della rappresentanza, delle palestre di democrazia più vicine ai cittadini: abbandonando ciò che ha fallito e/o non serve più, urgerebbe ragionare di questa sfida.
Cordialmente,
GIANCARLO CHIAPELLO
segreteria nazionale Popolare/Italia Popolare
C/o l’ultima sezione popolare sturziana d’Italia, “Alfredo Rista” dei Popolari di Moncalieri

Il dolore di Sauze d’Oulx per la morte della giovane Asia

SAUZE D’OULX Anche la comunità di Sauze d’Oulx in lutto per la tragica scomparsa della giovanissima Asia Oddenino,vittima di un incidente stradale a Settimo Vittone nella notte tra sabato 4 e domenica 5 ottobre.

Il Sindaco di Sauze d’Oulx Mauro Meneguzzi esprime il suo cordoglio e la vicinanza alla famiglia: È da domenica mattina che ho i brividi addosso pensando alla tragedia della famiglia Oddenino. Una disgrazia che tocca da vicino anche la nostra comunità, oltre che quella di Oulx. Di fronte ad un dramma simile non ci sono parole. Vogliamo però esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla mamma Laura, al papà Max, allo zio Olaf e alla nonna Graziella per il lutto della cara Asia”

Torino, la città più magica

 

Malinconica e borghese, Torino è una cartolina daltri tempi che non accetta di piegarsi allestetica della contemporaneità.
Il grattacielo San Paolo e quello sede della Regione sbirciano dallo skyline, eppure la loro altitudine viene zittita dalla moltitudine degli edifici barocchi e liberty che continuano a testimoniare la vera essenza della città, la metropolitana viaggia sommessa e non vista, mentre larancione dei tram storici continua a brillare ancorata ai cavi elettrici, mentre le abitudini dei cittadini, segnate dalla nostalgia di un passato non così lontano, non si conformano allirruente modernità.
Torino persiste nel suo essere retrò, si preserva dalla frenesia delle metropoli e si conferma un capoluogo a misura duomo, con tutti i pro e i controche tale scelta comporta.
Il tempo trascorre ma lantica città dei Savoia si conferma unica nel suo genere, con le sue particolarità e contraddizioni, con i suoi caffè storici e le catene commerciali dei brand internazionali, con il traffico della tangenziale che la sfiora ed i pullman brulicanti di passeggeri sudaticcima ben vestiti.
Numerosi sono gli aspetti che si possono approfondire della nostra bella Torino, molti vengono trattati spesso, altri invece rimangono argomenti meno noti, in questa serie di articoli ho deciso di soffermarmi sui primati che la città ha conquistato nel tempo, alcuni sono stati messi in dubbio, altri riconfermati ed altri ancora superati, eppure tutti hanno contribuito e lo fanno ancora- a rendere la remota Augusta Taurinorum così pregevole e singolare.

1. Torino capitale… anche del cinema!

2.La Mole e la sua altezza: quando Torino sfiorava il cielo

3.Torinesi golosi: le prelibatezze da gustare sotto i portici

4. Torino e le sue mummie: il Museo egizio

5.Torino sotto terra: come muoversi anche senza il conducente

6. Chi ce lha la piazza più grande dEuropa? Piazza Vittorio sotto accusa

7. Torino policulturale: Portapalazzo

8.Torino, la città più magica

9. Il Turet: quando i simboli dissetano

10. Liberty torinese: quando leleganza si fa ferro

 

8.Torino, la città più magica

Torino è magica. Nel vero senso del termine.
Lo testimonia anche il celebre medicoe astrologo Michel de Nostredame: Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, lInferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera.
Sembra infatti che il popolare uomo la cui fama lo precede tuttora, dal nome italianizzato in Michele di Nostradama, meglio noto con lo pseudonimo di Nostradamus, abbia soggiornato intorno al 1556 a Torino, presso Cascina Morozzo conosciuta anche come villa Vittoria, poiché proprietà della principessa Vittoria, della casata Savoia-.
Tali parole erano state incise su una lapide custodita presso lo stabile in cui l’uomo aveva pernotatto, quando la Villa viene demolita anche quest’unica testimonianza tangibile del passaggio di Nostradamus a Torino scompare nel nulla, fino al 1967, quando viene ritrovata e donata a Renuccio Boscolo, uno dei maggiori interpreti degli scritti del chiaroveggente, per essere custodita in sicurezza.
Secondo alcuni studiosi la “Vittoria” indicata dall’importante ospite sarebbe la principessa Savoia, anche se le interpretazioni rimangono aperte a differenti ipotesi.
Quello che non cambia è l’alone di mistero che avvolge l’affermazione, impressione che si ripresenta in realtà di fronte a tutte le sentenze espresse dal “sapeinte” francesce.

Daltronde il capoluogo pedemontano è così: insolito e curioso, a tratti misterioso.
La città dai diversi primati, ne colleziona ancora uno, dopo essere stata la prima capitale italiana, in seguito al riconoscimento ottenuto grazie allaltura della Mole Antonelliana, oltre allinvenzione del primo cioccolatino, ecco lulteriore record tutto nostrano da aggiungere allelenco: Torino è considerata una tra le metropoli più magiche del mondo, nel bene e nel male perdonatemi il gioco di parole.-
Secondo gli esperti in materia infatti confluiscono sul territorio cittadino i vertici di due triangoli esoterici, quello di magia bianca (insieme a Praga ed a Lione) e quello di magia nera (insieme a San Francisco e Londra), fatto che tramuta la località in una sorta di mappa energetica costellata di zone buonee altre dove non parrebbe consigliabile trascorrere troppo tempo.
Per non sbagliarci vediamo di scendere più nel dettaglio.

Iniziamo dai luoghi da evitare.
Il punto energeticamente più ostile della città è di sicuro Piazza Statuto: qui, secondo la tradizione esoterica, si trova la porta degli Inferi, un vero e proprio passaggio tra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti; il punto preciso è situato in corrispondenza dellantica porta Decumana, uno degli ingressi delloriginario accampamento romano e luogo ahimè– dedicato alla sepoltura dei cadaveri. Latmosfera inquieta della piazza è resa ancora più sinistra dalla presenza di due monumenti assai particolari: quello eretto per commemorare gli operai deceduti durante la costruzione del Traforo del Frejus e lObelisco Geodetico. Il primo rappresenta unimmensa piramide di massi, da essi spuntano alcuni corpi di titani abbattuti dallo stesso genio alato che svetta sulla sommità della piramide, egli ha sul capo una stella a cinque punte a cui sono attribuite diverse simbologie magico-rituali; invece, la seconda costruzione, nota anche come Guglia Beccaria, è sormontata da un astrolabio e si erge esattamente a 5.000 km dal Polo Nord ed altrettanti dallEquatore. Non stupisce che sempre nei dintorni della piazza si trovi lappena citata Domus Morozzo, decisamente ledificio più appropriato per accogliere un altrettanto losco figuro.
Altro sito da evitare è Palazzo Trucchi di Levaldigi, oggi sede della Banca Nazionale del Lavoro, stupendo edificio dalle finiture seicentesche che ospita su una delle sue facciate il cosiddetto Portone del Diavolo, il cui batacchio rappresenta niente meno che il volto di Lucifero.
Nel 1675 Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi, conte e generale delle Finanze di Carlo Emanuele II, richiede ad una manifattura di Parigi di realizzare un portale in legno e il risultato del lavoro è più che sbalorditivo: la soglia è riccamente intagliata e adorna di fiori, frutta, animali e amorini, ma ciò che stupisce gli spettatori è il batacchio centrale, un volto mostruoso che scruta minaccioso i visitatori che bussano alla porta. Ultimo dettaglio, la parte che viene presa in mano per battere è composta da due serpenti che si uniscono con la testa. Da questi dettagli derivano le storie spaventose ambientate in questo posto. Prima leggenda fra tutte è quella del mago insistente: si narra di uno stregone eccessivamente ostinato che provò ad invocare Satana, forse con troppa enfasi, difatti il povero Lucifero non propriamente noto per la dote della pazienza- infastidito dalla nenia incalzante, costruì un portone nel suddetto edificio, mise allinterno lincauto mago e lì lo imprigionò .
Altre vicende però contribuiscono a rendere questo stabile un luogo davvero misterioso. Si narra ad essempio di Melchiorre Du Perril, un soldato francese in possesso di documenti segreti che entrò allinterno dello stabile e non si ripresentò più al suo cocchiere; c’è poi la storia della ballerina che, invitata ad una delle tante feste volute da Marianna Carolina di Savoia, venne aggredita e assassinata allinterno di una delle sale della lussuosa palazzina.
Inoltre, ancor prima di tutte queste vicissitudini, nel 1600, ledificio viene scelto come sede di una fabbrica di tarocchi, e anche in questo caso le coincidenze non hanno fine: allepoca il numero civico del fabbricato era il 15, il medesimo numero dellarcano corrispondente alla carta del Diavolo.


E se proprio dovete raggiungere questa banca, indovinate il numero del tram da prendere?
Cari lettori, ma proprio qui dovete venire a prelevare?
Lasciamoci alle spalle i fantasmi che ovviamente si aggirano nei dintorni dellimmobile infernale e avviamoci in unaltra zona perturbante, ossia via Lascaris (angolo Via San Francesco dAssisi), a pochi passi da Piazza Solferino, dove ci si può imbattere nellennesimo dettaglio folklorìstico. Proprio ai piedi di un casamento – oggi sede di una banca, ma in passato dimora di una Loggia Massonica- si dischiudono a terra delle strane fessure a forma di occhi. Qualcuno ci osserva, ma per la serie mai una gioiaa tenerci sotto controllo non è un bellangelo alla Der Himmel über Berlin, bensì niente meno che il Principe delle Tenebre, da qui la dicitura di questi spiragli: gli occhi del Diavolo.
Bene, ora che abbiamo capito dove non fermarci per i prossimi pic-nic autunnali, vediamo insieme quali sono i luoghi in cui possiamo indugiare per una pausa rigenerativa.
Uno dei siti a più alta concentrazione di energia positiva della città è il luogo di confluenza tra il Po e la Dora Baltea, i due fiumi torinesi che rispettivamente simboleggiano il Sole e la Luna, lenergia maschile e quella femminile, il principio vitale e quello del sonno eterno.
Un altro posto consigliato è la Chiesa della Gran Madre, le cui statue erette allingresso della grande scalinata raffigurano la Fede e la Religione, due emblemi rassicuranti e potenti; le due personificazioni sono poste anche a guardia del Sacro Graal, una delle reliquie cristiane più ricercate di tutti i tempi e guarda caso- celata nei meandri dellenigmatica Torino, città dai mille volti.
Anche Piazza Castello è una località benevola, è opportuno passeggiarci soprattutto se si rasenta la cancellata di Palazzo Reale e ci si sofferma sotto le statue equestri dei Dioscuri, guardiani ufficiali posti al confine tra la zona di magia bianca e quella nera.
Se poi ci si sentisse particolarmente stanchi, è consigliabile dirigersi verso la Mole Antonelliana, Museo del Cinema per alcuni, per altri una grande antenna che irradia nel mondo energia positiva.
Gli intellettuali e i radical chic si appropinquino invece verso Piazza Solferino, nei pressi della Fontana Angelica, monumento pregno di simbologie nascoste: le statue della Primavera e dellEstate si contrappongono a quelle dellAutunno e dellInverno, mentre lacqua che scorre rappresenta il Sapere e la Conoscenza.
Che dire ancora? Alla fine è sempre la stessa storia, è leterna sfida tra il Bene e il male, che si tratti di Sith e di Jedi, di Merlino, di Morgana e della magia del fareo dellimpresa per sconfiggere Sauron la questione è resta la medesima: la scelta.
Cari lettori, e voi da che parte state?

ALESSIA CAGNOTTO