


Settimana europea della mobilità, il 18 settembre
Chieri, Ivrea, Rivoli e Torino oltre a Città metropolitana sono le Amministrazioni pubbliche che hanno aderito anche quest’anno alla Settimana europea della mobilità, la campagna di sensibilizzazione più importante della Commissione europea sulla mobilità urbana sostenibile per promuove il cambiamento comportamentale a favore della mobilità attiva, del trasporto pubblico e di altre soluzioni di trasporto pulite e intelligenti.
Quest’anno la settimana si svolge dal 16 al 22 settembre e sono molte le iniziative in programma sul nostro territorio.
In particolare giovedì 18 settembre la Città metropolitana di Torino con Città di Torino e Legambiente Piemonte aderisce al “Giretto d’Italia” per sensibilizzare i dipendenti delle Pubbliche amministrazioni a raggiungere in bici o con mezzi di micromobilità elettrica la sede di lavoro.
Saranno cinque i punti tappa a Torino che rileveranno i passaggi tra le 7,30 e le 9.30 del mattino: non solo un monitoraggio, ma un modo per dare valore a chi ogni giorno sceglie modalità di spostamento meno impattanti: i punti tappa saranno allestiti in corso Inghilterra 7; lungo Dora Savona/corso Regio Parco; via Nizza/ corso Marconi (via Baretti); corso Francia /corso Principi d’Acaja; corso Vinzaglio/ corso Matteotti.
Al “Giretto d’Italia“ hanno aderito anche le Città di Rivoli, di Santena e di Nichelino.
Tre invece i punti identificati per la CiclOfficina a Torino: dalle 8 alle 9.30 al Campus Luigi Einaudi, dalle 10.30 alle 12.00 al Politecnico di Torino e dalle 13.00 alle 14.30 davanti alla sede di Città metropolitana.
Il “Giretto d’Italia” rientra anche in AMICI, progetto di cooperazione transfrontaliera finanziato dal programma Interreg Alcotra Italia Francia dedicato a sperimentare soluzioni concrete di mobilità sostenibile.
Nei giorni della settimana europea della mobilità, la Città metropolitana raccoglierà questionari interni compilati dai dipendenti di corso Inghilterra per perfezionare i piani casa-lavoro, incoraggiando scelte quotidiane più sostenibili anche nella dimensione organizzativa.
Ad Ivrea tra le iniziative previste nella settimana dellamobilità , anche una giornata senza auto domenica 21 settembre, in concomitanza con lo Sport City Day. In questa occasione, saranno istituite aree pedonali nel tratto di Lungo Dora e nel Borghetto mentre venerdì 19 ore 18 si terrà la presentazione del Piano di Mobilità Sostenibile e sarà esaminato lo studio “Termometro della mobilità sostenibile eporediese”, commissionato al mobility manager Paolo Ruffino per offrire una fotografia di partenza utile a definire strategie, a medio e lungo termine, condivise con cittadini e stakeholder nel corso di incontri dedicati.

Infatti ha di fatto giustificato l’uccisione in base alle idee politiche del morto, dicendo cinicamente che “chi semina vento raccoglie tempesta“. Per Odifreddi forse esistono i morti buoni e quelli cattivi e la violenza contro la destra è cosa diversa di quella contro la sinistra. Ecco un modo illiberale di concepire la lotta politica, giustificando la morte di chi non la pensa come noi. Voltaire diceva che avrebbe lottato fino alla morte per garantire la libertà di esprimere idee contrastanti con le sue. Odifreddi sembrerebbe giustificare chi uccide in base alla diversità di concezione politica. E’ una versione della violenza propria dei giacobini francesi e dei rivoluzionari comunisti russi, riproposta nel 2025 . Meriterebbe un Nobel. Magari per la scienza come venne dato quello per la letteratura a Fo, repubblichino della X Mas di Salò, diventato fiancheggiatore dei terroristi rossi.Il caos
Tutte le riflessioni che abbiamo letto o ascoltato nei mesi scorsi sulla situazione internazionale e sulle due guerre che dividono il mondo, si stanno rivelando miopi e parziali. Anche i politici di tutti i colori rivelano la loro inadeguatezza. Siamo tutti dipendenti dal presidente russo e dal premier israeliano che si rivelano del tutto insensibili ad ogni tentativo di mediazione e ad ogni richiamo al buon senso. Vogliono perseguire i loro fini anche a costo di distruggere in modo irreversibile ogni speranza di pace. Israele si sta rivelando responsabile involontario di un antisemitismo che ha raggiunto livelli mai visti e che può riarmare la mano al terrorismo internazionale. La parola pace appare una parola sconosciuta al premier israeliano che sopravvive al carcere solo facendo sopravvivere la guerra ad oltranza . Putin minaccia quello che resta dell’Europa, consapevole di trovare una Eu ormai sfilacciata, guidata da gente impreparata e incapace. L’Europa vuole riconoscere uno Stato che non esiste, la Palestina, invece di tentare di assumere decisioni volte a indurre a più miti consigli Putin
Non saranno i soldati polacchi schierati al confine che potranno intimorire lo Zar. In tutto questo quadro di sfacelo appare l’inettitudine di Trump che tace dopo aver detto idiozie politiche velleitarie per mesi. Trump in poco tempo è riuscito a ridurre la potenza americana e ogni credibilità politica del presidente. Siamo davvero immersi in una condizione che può portare alla terza guerra mondiale e all’uso dell’atomica. Noi cittadini non possiamo far nulla, a parte i fantasiosi che si sono imbarcati con Greta e potrebbero creare altre tensioni e altri disastri con la scusa di una finalità umanitaria che maschera il vero intento della propaganda politica . I nostri governi europei sono al limite. Forse solo Italia e Germania hanno mantenuto un briciolo di coerenza . La Francia dopo il velleitarismo internazionale di Macron ha rivelato una situazione disastrosa in tutti i sensi , per non parlare della Spagna.

Esistono solo politicanti , gli statisti appartengono al passato. Questo è il nostro dramma che può diventare il dramma del mondo. Non illudiamoci: stiamo correndo verso il disastro della guerra. Chi conosce la storia sa cosa accadde nel ‘14 e nel ‘39. Allora la situazione era migliore di quella di oggi. Le diplomazie internazionali non esistono e l’unico linguaggio percepito è quello delle armi.
P.S.
Potrebbe sembrare una grave disattenzione non avere nominato l’Ucraina in questa pur breve riflessione. In effetti nel mio ragionamento l’Ucraina mi è apparsa irrilevante: un vaso di coccio tra vasi di metallo , nessuno dei quali pregiato.

L’Ucraina è stata aggredita, su questo non ci può essere discussione, ma le responsabilità ricadono oltre che sull’aggressore Putin anche sulla NATO e sull’Europa. E ci sono anche responsabilità evidenti di Zelensky, rivelatosi del tutto inadeguato. Una parte nella vicenda ha avuto anche il presidente democratico Biden, responsabile di una instabilità mondiale di cui noi vediamo oggi gli esiti estremi.
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L’ incomunicabilità

LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.comLa scuola ha riaperto
Ho letto le cronache dei giornali sull’apertura delle scuole che partono male senza avere gli organici a posto. Ho letto anche alcune dichiarazioni di dirigenti scolastici quanto meno discutibili. Anche sui telefonini vietati c’è stato chi come il d’Azeglio che ha voluto fare di testa sua, ovviamente una testa antifascista.
Cosa ne pensa? Giulia Finetti
Innanzi tutto un titolo di un giornale appare davvero incredibile: “ A scuola non si formano soldati “. Rifarsi all’Ottocento appare assurdo ed esprimerlo in un discorso è una ovvietà talmente evidente che stupisce che l’autore di questa pensata stravagante sia un dirigente ministeriale. A meno che pensi alla guerra futura. Ma c’è un’altra perla: “Fare errori è necessario per apprendere“. Una vera sciocchezza. Per apprendere non è obbligatorio commettere errori. E’ un giustificazionismo insensato e demagogico perché è da escludere, penso, un riferimento troppo colto a Popper che vedeva nell’errore un fatto positivo per l’acquisizione della verità. Poi c’è il “d’Azeglio“ che vuole distinguersi ad ogni costo, non ritirando i cellulari agli studenti, ma facendo appello alla loro responsabilità. Ultimo aspetto non da poco: aprire l’anno con atti formali di ossequio alla Palestina. Non escluderei che qualche bandiera sia stata issata in classe da qualche professore orfano dell’eterno ‘68 o da qualche allievo/a che ama sfilare ed occupare pro Palestina.
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Anche per il progetto politico del Centro, come per qualsiasi altra prospettiva politica, la serietà e
la coerenza non sono delle variabili indipendenti. E questo perchè quando il tutto viene
banalmente ridotto al trasformismo, all’opportunismo e al tatticismo, anche il miglior progetto
politico diventa semplicemente un fatto goliardico. Ed è quello che capita quando parliamo del
nuovo progetto di Renzi dove oramai, come tutti sanno – e come ci conferma l’ultimo sondaggio
di Youtrend di Lorenzo Pregliasco – contano più i colpi ad effetto, le boutade e lo spettacolo che
non un vero e credibile progetto politico. Insomma, le solite piroette. L’ultima in ordine di tempo,
in attesa della prossima, si chiama “Casa riformista”. Cioè un luogo di un sedicente Centro che
sostituisce e soppianta Italia Viva per dar vita ad una fantomatica “gamba moderata” all’interno
della coalizione di sinistra e progressista.
Ora, è del tutto encomiabile e anche apprezzabile che di fronte ad un sostanziale fallimento
politico ed elettorale di Italia Viva, il suo capo pensi ad inventare altri brand, altre sigle e altri
cartelli elettorali. Ma c’è un nodo da sciogliere, che resta politicamente insormontabile, al di là e al
di fuori della fantasia dell’ex rottamatore, e che pesa come un macigno sulla concreta possibilità
di superare quel fatidico 2% dei consensi. O poco meno, come conferma appunto il recente
sondaggio di Pregliasco. E il nodo è persino troppo semplice da spiegare e da descrivere. E cioè,
in politica – e ieri come oggi il contesto non è affatto cambiato, almeno sotto questo versante –
conta chi concretamente detta l’agenda politica, culturale e anche e soprattutto programmatica. E
oggi, com’è chiaro a tutti – sedicenti centristi compresi – l’agenda politica nel ‘campo largo’ ha 4
protagonisti principali, se non addirittura esclusivi. Per il peso politico innanzitutto e per la
rispettiva e conseguente consistenza elettorale. E cioè, la sinistra radicale e massimalista del Pd
della Schlein, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle di Conte e Taverna, la sinistra
estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis e il ruolo fondamentale che gioca il
tradizionale “sindacato rosso” della Cgil a guida Landini. Oltre a ciò, per dirla in termini calcistici,
c’è posto solo sugli spalti. Appunto, un piccolo ‘diritto di tribuna’ che viene gentilmente concesso
alle miriadi di sigle, siglette, piccoli gruppi personali e autoreferenziali che affollano la periferia –
molto periferica – del ‘campo largo’.
Per queste ragioni, semplici ma oggettive, è perfettamente inutile cambiare continuamente nome
e simbolo. Il nodo, come si diceva un tempo quando esistevano ancora i partiti popolari e di
massa, è radicalmente ed eminentemente politico. Ovvero, parliamo di una coalizione che,
semplicemente, ha cambiato l’asse politico e programmatico da un tradizionale ed organico
centro sinistra ad una alleanza di sinistra e progressista. Una sorta, per capirci, di “Fronte
popolare” aggiornato e rivisto o di una inedita “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana
memoria. Coerentemente radicale, populista, massimalista ed ideologica. Tutto il contrario,
dunque, di un centro sinistra riformista e di governo.
Per queste ragioni, semplici ma oggettive, che si chiami Italia Viva, Casa riformista o partito del
capo la storia non cambia. Prima se ne rendono conto e meglio è. Non per i protagonisti ma,
soprattutto, per la credibilità, la coerenza e la serietà di un Centro riformista, democratico, plurale
e di governo. Che resta, comunque sia, sempre più necessario ed indispensabile anche per il
nostro paese.
Domenica 14 settembre in Piazza Vittorio Veneto a Torino (orario dalle 9.30 alle 19) torna l’appuntamento mensile con Agriflor, il mercatino ad ingresso gratuito di fiori e specialità agricole organizzato da Orticola del Piemonte.
Una giornata intera da vivere con i fiori, le piante e le tipicità agricole del territorio in compagnia di circa una ventina tra agricoltori e vivaisti piemontesi che metteranno in mostra le proprie eccellenze.
In quest’ultimo appuntamento estivo di Agriflor debutta la nuova iniziativa RIFLOR, ideata dall’Associazione Orticola del Piemonte con il preciso obiettivo di dare una seconda vita alle piante, riducendo gli sprechi e promuovendo la condivisione del verde all’interno della comunità.
Tutti coloro che desiderano disfarsi di una pianta, perché non hanno tempo da dedicarle o spazio dove metterla, oppure semplicemente perché è malata e non sanno come “curarla,” hanno la possibilità di scambiarla o regalarla, affidandola alle cure dei ragazzi e delle ragazze di Orticola del Piemonte presso lo stand dedicato che sarà sempre presente in occasione di ogni edizione di Agriflor e delle altre manifestazioni di Orticola del Piemonte.
“Un gesto semplice capace di far scattare un circolo virtuoso all’insegna del riutilizzo, un’iniziativa che con il tempo può dare vita a un vero e proprio “club” di amanti del verde e della Natura che si scambiano le piante, cercano e offrono consigli utili e, soprattutto, contribuiscono in modo significativo a rendere ancora più verde l’ambiente urbano” Dichiara Giustino Ballato, Presidente di Orticola del Piemonte.
L’appuntamento di Agriflor anticipa di una settimana quello con Artiflor, il piccolo mercatino delle eccellenze artigiane che si terrà domenica 21 settembre in Piazza Palazzo di Città a Torino.
Le piante e i fiori torneranno invece protagonisti in grande stile dal 10 al 12 ottobre presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi con la nuova attesissima edizione di FLOReal, una delle principali manifestazioni florovivaistiche piemontesi e italiane.
Festa delle Associazioni Sportive
Domenica 21 settembre 2025 – ore 16.00, Piazza Europa
Nell’ambito della manifestazione «Chieri una città di sport – Festa delle Associazioni Sportive», domenica 21 settembre alle ore 16.00 in Piazza Europa si terrà la presentazione del volume “I grandi sportivi del Piemonte”, organizzata dal Comune di Chieri insieme alle Edizioni del Capricorno.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero, l’incontro sarà introdotto dall’assessore allo Sport Flavio Gagliardi e moderato da Silvia Garbarino, giornalista de La Stampa e Segretaria dell’Associazione Stampa Subalpina. Interverranno l’autore del volume, il giornalista Maurizio Ternavasio, insieme a tre grandi protagonisti dello sport italiano: Rita Guarino, calciatrice e allenatrice con 99 presenze in Nazionale e quattro scudetti conquistati alla guida della Juventus Women, e Giancarlo Dametto e Gianni Lanfranco, pilastri della Klippan Cus Torino campione d’Europa nel 1980 e della Nazionale di volley medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1984.
Nel libro, Maurizio Ternavasio ripercorre la storia dello sport piemontese contemporaneo attraverso i ritratti di cinquanta campioni che hanno portato in alto il nome del Piemonte in Italia, in Europa e nel mondo. Dall’alpinismo al ciclismo, dal nuoto alla scherma, dal calcio al tennis, fino alle discipline più tipiche come il pallone elastico, sono almeno venticinque gli sport in cui gli atleti piemontesi hanno lasciato un segno profondo, dal Novecento fino ai giorni nostri.
Cinquanta storie che raccontano non solo le imprese sportive, ma anche il lato umano dei protagonisti: un mosaico che restituisce più di un secolo di sport, capace di aprire nuove prospettive sulla storia e sulla società del nostro Paese e sul modo in cui sono stati raccontati e celebrati i suoi eroi.
Una selezione fra 10mila fotografie, realizzate in 10 anni di storie per immagini, raccolte nella “Project Room” di “CAMERA” a Torino
Dal 4 luglio al 14 settembre
Un Oceano di “scatti fotografici”. Impressionante per quantità e contenuti. Per gli organizzatori “un archivio vivente di immagini e storie su Torino e oltre”.
Parliamo della mostra “CAMERA meets (incontra) ICP. Un archivio vivente”, ospitata da venerdì 4 luglio a domenica 14 settembre, all’alba della decima edizione dell’“Intensive Program in Visual Storytelling”, nella “Project Room” di “CAMERA – Centro Italiana per la Fotografia” di via delle Rosine, a Torino. In rassegna, una ricca selezione del materiale fotografico realizzato nelle scorse edizioni del programma di “alta formazione professionale” nato nel 2016 dalla collaborazione di “CAMERA” con l’“International Center of Photography (ICP)” – scuola fondata da Cornell Capa (fratello del leggendario Robert) nel 1974 e sede degli “Infinity Awards” dal 1985 – che ad oggi conta oltre 10mila fotografie realizzate da 221 studenti arrivati a Torino, ogni anno a luglio, da 34 Paesi del mondo.
Curata da Cristina Araimo (responsabile delle attività educative), Barbara Bergaglio (responsabile archivi) e Giangavino Pazzola (curatore e responsabile dei progetti di ricerca), la mostra, che per tutta l’estate farà da forte richiamo a un pubblico sempre più curioso e attento, presenterà un’accurata selezione tra le migliaia di fotografie prodotte fino ad ora, un vero e proprio archivio visivo della città di Torino, protagonista dei progetti fotografici degli studenti e delle studentesse provenienti, oltre che da diverse zone d’Italia, da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Canada, Ucraina, Filippine e Argentina.
“I partecipanti al programma intensivo – spiegano gli organizzatori – hanno lavorato sulla città osservandola da diverse angolature e attraverso la lente di numerose tematiche, alcune delle quali ricorrenti, come la crisi abitativa connessa alla fragilità sociale, affrontata in diversi progetti tra cui quello dedicato ai servizi di ‘social housing’ e ai ‘bagni pubblici’ di via Agliè; le comunità straniere, come quella somala e cinese, la vita dei giovani di seconda generazione e le esperienze di integrazione nei quartieri di Barriera di Milano, Borgo Dora e Aurora; il tema dell’identità di genere e dei diritti, esplorato in progetti che hanno messo in luce la vita di persone ‘queer’ nell’ambito dell’associazionismo e dello spettacolo dal vivo per arrivare infine al tema centrale delle donne e del lavoro”.
Immagini che raccontano i sostanziali, spesso infelici cambiamenti, realizzati e subiti nell’ultimo decennio dal tessuto urbano e umano cittadino e che, in esposizione vengono presentate, in vario modo: attraverso la “visualizzazione grafica” delle dieci edizioni del programma di formazione rappresentata da “dieci cassetti” di un “archivio ideale”, dove i visitatori, attraverso il materiale informativo, possono approfondire i dati relativi alle provenienze degli studenti, ai temi trattati nei loro progetti, ai risultati e alle forme del processo creativo o (è il caso di una selezione di 300 immagini) “come proiezione” o “formato cartolina” a disposizione del pubblico all’interno di un “archivio reale”.
Infine sono esposti 42 scatti firmati da sette giovani fotografi internazionali – Lucia Buricelli (Italia), Nastassia Kantorowicz Torres (Colombia), Gianluca Lanciai (Italia), Ashima Yadava (USA), Deka Mohamed (Italia), Andrés Altamirano (Ecuador), Iva Sidash (Ucraina) – che hanno frequentato sia il programma intensivo di “CAMERA” a Torino sia il “One Year Certificate Program” a New York. Particolarmente toccante lo scatto (2024) di Iva Sidash che ritrae “Stepan”, soldato ucraino di 28 anni seduto nella sua camera da letto in un centro di riabilitazione a Staten Island (New York), mentre ripensa con occhi stanchi al caro prezzo pagato a una guerra scellerata e disumana di cui porterà a vita le gravi, criminali ingiurie. Suggestiva anche la foto scattata nel 2019 dall’americana Ashima Yadava e inserita nel progetto “Bright Star” realizzata a Torino e che narra la bellezza e l’intensità delle relazioni sentimentali tra persone di diverse età, genere e provenienza; così come la fresca briosa immagine realizzata a Torino, al mercato di Porta Palazzo, nel 2016 da Nastassia Kantorowicz Torres, durante la prima edizione del “CAMERA/ICP Intensive Program in Visual Storytelling”.
In rassegna, anche video e contenuti multimediali dedicati alle proposte educative delle due istituzioni.
Gianni Milani
“CAMERA meets ICP”; “CAMERA”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to
Dal 4 luglio al 14 settembre
Orari: lun. mart. merc. ven. sab. dom. 11/19; giov. 11/21
Nelle foto: Allestimento, part. (Ph. Enrico Turinetto); Iva Sidash “Stepan”; Ashima Yadawa “Bright Star”; Nastassia Katorowicz Torres: “Porta Palazzo”
Dopo la pausa agostana, riprendono gli appuntamenti con le visite guidate e straordinarie alla riscoperta degli spazi segreti normalmente chiusi al pubblico della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Saranno attivati due percorsi che racconteranno la storia della Palazzina nelle sue diverse fasi abitative, e il progetto architettonico alla base della sua costruzione. Passepartout conduce il visitatore dietro le porte segrete agli ambienti nascosti della servitù, ai passaggi e ai corridoi ricchi di fascino e storia, e permette di raggiungere la sommità della cupola juvarriana per camminare sui balconi concavi-convessi che affacciano sul grandioso salone centrale. Guardare da vicino il tetto a barca rovesciata di Juvarra, dalla complessa orditura in legno, e ammirare dall’alto, dopo aver percorso i 50 scalini di una stretta scala a chiocciola, un panorama unico che si estenda a 360⁰ sotto il cervo, simbolo della Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Dietro le porte segrete e la visita degli ambienti della servitù, ai passaggi e ai corridoi segreti usati per divincolarsi nel dedalo di stanze e raggiungere con discrezione le sale e gli appartamenti privati. La visita conduce proprio dietro le porte segrete negli spazi nascosti, dove si muoveva la servitù e dove si trova ancora il quadro dei campanelli automatici, che permette di capire da vicino il funzionamento di una residenza come quella di Stupinigi.
“Sotto il cervo” è una visita in verticale: al meraviglioso ambiente ligneo che ospita la cupola del padiglione centrale realizzato da Filippo Juvarra, con una vista mozzafiato sul paesaggio circostante. Dal grandioso salone centrale ovale a doppia altezza si percorrono 50 gradini per raggiungere la balconata ad andamento concavo-convesso, e approdare poi, attraverso una stretta scala a chiocciola di ulteriori 50 scalini, alla sommità della cupola juvarriana, e ammirare il grandioso progetto architettonico di Juvarra che, con perfette geometrie, lungo un asse longitudinale che con lo sguardo porta fino a Torino, realizza un impianto scenografico straordinario per l’epoca.
Data la particolarità del luogo e l’oggetto della visita, i visitatori saranno dotati di caschetto di protezione e potranno accedere solo gli adulti e i ragazzi al di sopra dei 12 anni di età. I gruppi non potranno essere superiori alle 10 persone ed è necessario essere in buona salute e in condizioni fisiche tali da permettere di salire alcune rampe di scale. È necessario indossare un abbigliamento comodo, calzature chiuse come scarpe da ginnastica o da trekking leggero, è vietato l’accesso con borse o zaini ingombranti e, a causa degli spazi limitati, non agibile a persone con disabilità. La scala a chiocciola è sconsigliata a chi soffra di claustrofobia e vertigini. È sconsigliata la visita a persone con patologie cardiache.
Info: Palazzina di Caccia di Stupinigi – piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi e Nichelino (TO)
Mara Martellotta
L’associazione artistica e culturale Pittori di Via Platis, nata nel 1978 grazie a Luigi Rigoletti e Salvatore Pronestì, porta avanti da oltre quarant’anni la passione per la pittura e il disegno, promuovendo ogni forma di espressione artistica.
Tra i membri attivi spicca Elisabetta Osimani, pittrice sensibile e apprezzata, che contribuisce alla vita dell’associazione sia con le sue opere che nella formazione dei nuovi talenti.
L’associazione organizza incontri settimanali presso la sede di Chivasso, aperti a bambini, ragazzi e adulti, offrendo uno spazio creativo dove tutti possono imparare, sperimentare e crescere, seguiti da artisti esperti come Rigoletti e Osimani.
Un luogo dove l’arte diventa condivisione, dialogo e continua scoperta.
Enzo Grassano
All’Allianz Stadium va in scena un vero e proprio spettacolo nell’anticipo della terza giornata di Serie A: Juventus-Inter termina 4-3 al termine di un match ricco di gol e colpi di scena.
L’Inter di Chivu parte forte e risponde al primo vantaggio bianconero di Kelly (14’) con una conclusione precisa di Calhanoglu, protagonista assoluto anche nella ripresa con una doppietta. Ma nel primo tempo è ancora la Juve di Tudor a chiudere avanti grazie al gol di Yildiz al 38’.
Nella seconda metà gara, il match esplode definitivamente: Calhanoglu sigla il 2-2, poi è il turno dello show dei fratelli Thuram. Marcus porta avanti i nerazzurri con un’incornata in area, ma Khephren, con un’azione simile, ristabilisce la parità.
Quando il pareggio sembra scritto, al 91’ arriva la zampata decisiva: il giovane Adzic lascia partire un destro da fuori che sorprende Sommer e fa esplodere lo Stadium. Tre punti d’oro per la Juventus, in una sfida che resterà a lungo nella memoria.
Enzo Grassano