ilTorinese

Giuseppe Luigi Lagrange, nato Lagrangia a Torino

«Chi ha ottenuto notorietà all’estero, dovrebbe averla anche in patria» giusta affermazione, ma, e gli insuccessi? «in tal caso non tutto va detto» intervento pronto di qualcuno ….


Noi però crediamo che la verità storica non debba mai essere sottaciuta (e neppure addomesticata per soddisfare agli interessi di qualcuno). Cercherò allora di dirvi perché intendo parlare di Lagrangia (nome con il quale, nel 1736, il nostro personaggio venne registrato nell’atto che, primo, testimoniala sua venuta alla luce proprio a Torino).

Negli anni scorsi, Torino ha dedicato meritate attenzioni al matematico Giuseppe Luigi Lagrange (Torino, 1736 –Parigi, 1813), che, con il medico Cigna e il conte Saluzzo, fu fondatore della Società Privata che originò poi la nostra Reale Accademia delle Scienze. Così, nell’autunno del 2013, furono allestite una mostra e una pubblicazione di 128 pagine illustrate, sotto il titolo: «Lagrange. Un europeo a Torino». La scelta di quelle parole, però, non fu moltofelice perché, enfatizzando il cognome francese, sembravavoler dar lucro alla Città recuperando alla causa un transalpino! Operazione questa del tutto inutile e almeno non necessaria, perché si sa che, proprio da Torino,partirono personaggi e iniziative che ebbero successo in tutto il mondo.

Ora però andiamo alle pagine di quel volumetto, frutto dellacollaborazione di alcuni specialisti.

Nulla da eccepire sulle disamine attente degli storici della scienza, e meno male che si è anche ricorsi a studiosi come Maria Teresa Borgato e Luigi Pepe che al matematico«Lagrange» avevano già dedicato un elegante volumetto (illustrato di 206 pagine, edito a Torino nel 1990), nel quale, senza segnalarlo, si fece emenda della genealogia famigliare di Antonio Manno, sostituendo addirittura anchei nomi di alcuni personaggi riferiti da lui. – Disdicevole comunque era la divulgazione di questi nuovi elementi di storia famigliare, senza tener conto di quanto altri, più vicini a noi nel tempo, avevano scritto sull’argomento. Ricorderò allora che i nobili Lagrange sono stati argomentodel prezioso saggio, intitolato «Familles de La Grange La Grange –d’Arquien & La Grange – Trianon», facilmente accessibile in rete, dove fu pubblicato da Etienne Pattou nel 2006, con “dernière mise à jour: 21/02/2022 sur http://racineshistoire.free.fr//LGN, che nulla dice del nostro scienziato, delle sue origini e della sua famiglia. Per le commemorazioni torinesi del 2013, quindi, sarebbe stato auspicabile che si rendesse noto il luogo in cui, in Francia, nacque l’antenato suo che per primo si trasferì in Piemonte(evidentemente, i polverosi documenti dell’Archivio di Stato scoraggiarono le ricerche e si decise di lasciare le carte tranquille, tutelate dal loro silenzio centenario)!

Però, siccome quel nome di famiglia è presente negli Stati Sabaudi al di là dei monti, viene da segnalare che, su quelle zone, pubblicò Hippolyte Tavernier (Taninge et ses environs. Mémoire descriptif et historique, 1888,) rilevandola presenza dei Lagrange in Faucigny (la terra, fin dal XIV Secolo, frequentata dai nostri antenati). La circostanza ètaciuta non solo dal Manno, ma anche dal Pattou, che neppure nomina, in Savoia, l’esistenza storica di un marchese Lagrange, Jacques Abraham Raimond, morto nel 1854, e di un suo nipote, Marie Frédéric conte de Lagrange,sposo di Marie Antoinette Burdet (1828-1899), la figlia di quell’Aimé (1790-1862), libraio e tipografo della famosa stamperia di Annecy (il cui titolare, fregiato del titolo di «Imprimeur de l’Evêché et du Clergé», iniziò a operare nel 1732, con Jean-Baptiste da Seyssel, avolo di Aimé. mentresuo figlio Charles, che pure si era impratichito nella professione a Parigi, avrebbe ceduto la proprietà della libreria ad Abry nel 1872, e quella della tipografia a Niératnel 1876).

Ciò detto mi scuserò per questa digressione(genealogicamente basata su Geneanet-Albero genealogico Pierre Blanc, e storicamente su studi di S. Coutin, nostri e di altri), ho fatto cenno di un ramo collaterale del casato del quale porto il nome, quindi, forte dei miei studi ultraventennali sul XVIII Secolo, già opportunamente pubblicati (con contributo della Regione Piemonte e titolo:Carlo Antonio Napione (1756 – 1814), Artigliere e scienziato in Europa e in Brasile, un ritratto, Torino, Celid, 2005, 2 tomi illustrati di pp. XVI+940], farò una doverosaemenda puntualizzando quanto fu scritto, undici anni or sono, su Lagrange in merito al suo rapporto con le Scuole di Artiglieria torinesi.

Studiando le origini dell’Artiglieria Piemontese infatti, ho ritrovato, letto, trascritto e pubblicato (nel tomo 1° di quella mia opera) diversi documenti conservati tra le Carte Antiche d’Artiglieria alle Sezioni Riunite dell’Archivio di Stato di Torino. In particolare l’«Informazione rassegnata a S.M. dal Direttore Generale delle Scuole d’Artiglieria D’Antonj, nella quale si descrivono i motivi dello stabilimento di dette Scuole, le addizioni fatte in seguito al primiero Regolamento, i mezzi, ed i modi adoperati dal medesimo Direttore per conseguire il fine, cui mira tale Stabilimento, ed i progressi, che ne sono derivati da tutte le disposizioni prese a tale riguardo» datata 17 ottobre 1776. Poiché in quelle pagine è chiaro che «si è dato principio li 2. del 1770 a un quarto Corso di studj teorici colla scelta di nuovi Cadetti ... Questo corso, è stato terminato in fine d’Agosto 1776 coll’esito descritto nella memoria de’ 6. Luglio del Direttore generale, e nella relazione del primo Settembre dello stesso anno per le scuole teoriche. Le materie insegnate in questo Corso sono le medesime già spiegate nel Corso precedente a norma delle addizioni del 1755, con questo divario però che siccome i trattati matematici formati da’ due diversi soggetti (§10H) quantunque esimj in se medesimi, erano fra essi slegati a segno, che hanno non pocco imbarazzato gli studenti, così il Direttore generale ha per questo corso rifatti essi trattati, di modo che nell’escludere ogni diramazione non necessaria alla professione d’Artigliere, e d’Ingegnere, ha procurato di condurre gli Allievi per la strada più breve, e facile all’acquisto di quelle notizie, che per essi sono indispensabili» e, in nota, il generale  Papacino andava chiarendo: «Il talento sublime del sostituito La Grangia, che con tutta ragione lo ha collocato fra i primi Accademici d’Europa, non le ha permesso di sminuzzare i rudimenti a noi necessarj, onde hanno giudicato rettamente coloro, che nell’altro corso ne hanno censurato i trattati per essere troppo elevati, metafisici, difusi in materie estranee, e mancanti d’applicazione alle professioni d’Artigliere, e d’Ingegnere. Ma se taluno pronunciasse lo stesso giudizio sulli insegnamenti fatti in quest’ultimo corso, si dimostrerebbe digiuno in queste materie».

Grazie a quanto scrissi sul nostro Napione, queste notizie avrebbero potuto essere prese in considerazione, perLagrange, infatti i miei due tomi, già pubblicati da otto anni, erano presenti, non solo in Italia, ma nelle principali biblioteche del mondo però, su quell’opera, ritornerò ancora , in questa sede.

Carlo Alfonso Maria Burdet

Scienza di confine. Non ancora provata, ma in attesa di…

Venerdì 14 marzo il GARAGE DI ARTE e CULTURA propone una conferenza che sarà di sicuro impatto.

Siamo da secoli immersi nella realtà scientifica, una realtà che per approvare ogni scoperta deve sottoporla a verifiche ripetibili in laboratorio. Una volta dimostrata l’autenticità della scoperta, questa sarà infine presentata a esperti internazionali che ne valideranno accettazione e utilizzo pratico, almeno quando possibile (l’astronomia ha scienze provate ma poche volte praticamente utilizzabili).

Ci sono però avvenimenti, esistono storie, testimonianze, ritrovati archeologici che, pur nell’impossibilità di poter fornire prove tangibili, ci invitano a domande su chi veramente siamo e se la realtà che ci circonda è così limpida e lineare come ci viene raccontata.

La serata del prossimo venerdì si incentra attorno all’eredità spirituale ed intellettuale di Giancarlo Barbadoro, indiscusso leader de IL LABORATORIO DEL GRAAL, scomparso qualche anno fa.

Colto studioso di Religioni, antropologia, archeologia, ha lasciato in eredità al Gruppo un approccio alla conoscenza non convenzionale, non dogmatico, non vincolato a pregiudizi e preconcetti culturali o intellettuali, come le sue pubblicazioni hanno sempre dimostrato.

Alla ricerca di intelligenze diverse” – per esempio – è un suo famoso testo del 1991 nel quale l’argomento della ricerca della vita “al di fuori” della nostra realtà planetaria assume connotati amplissimi che superano i confini entro cui questo argomento viene spesso relegato.

Tornando alle prime righe di questa breve presentazione, quali sono i confini di cui si deve occupare la cosiddetta Scienza? Chi o cosa ha doveri e diritti di stabilire cosa sia “vera “scienza e cosa non lo sia? E soprattutto su quali basi poggerebbero questi limiti?

L’intelligente termine di “Scienza di Confine” considera proprio questo aspetto, mettendo sul tavolo non angolari risposte, ma certamente domande alla nostra sete di Sapere.

Esobiologia, ufologia, reperti archeologici o paleontologici, a detta di molti sono temi desueti e anacronistici perché non spiegabili con i sopracitati metodi convenzionali.

Giancarlo Barbadoro ha, però, lavorato tutta la vita per indicarci che tanti ritrovamenti, testimonianze o vestigia misteriose (per esempio l’esistenza della mitica Città di Rama) sebbene non provate scientificamente, non sono smentibili perché irreali, ma restano mute testimonianze ancora in attesa di Risposte. Sono quindi Scienza… anche se di confine!

Esiste poi un altro inquietante aspetto da considerare. Il passato, anche prossimo, ha visto studiosi di altissimo livello non accettati o espulsi dai consessi ufficiali per non essersi piegati a centri di potere economico e politico (e a volte per il semplice fatto di essere Donne e non Uomini, oppure di colore, religioni o etnie non gradite) subendo persecuzioni e avversioni di ogni sorta.

Il caso dell’ingegnere serbo-croato Tesla, vittima di tanti insabbiamenti, ma contemporaneamente una delle menti più brillanti del suo tempo, spicca fra i tanti esempi (se ne parlerà al convegno di venerdì). Per finire, come scrisse il filosofo americano Popper, per distinguere la scienza dalle pseudoscienze, questa deve essere sottoposta a tentativi di falsificazione, prove empiriche tendenti a confutarla.

Ma non è il nostro caso perché focus sarà la testimonianza di fatti e reperti non ancora sottoposti a falsificazioni perché … solo ancora in attesa di prove concrete.

SCIENZA DI CONFINE – I casi più clamorosi ai confini della scienza.

Relatori Gianluca Roggero e Roberto Garosci. Moderatrice Rosalba Nattero.

In collaborazione con RADIO DREAMLAND www.radiodreamland.it

VENERDI’ 14 MARZO, ore 21.00 presso il GARAGE DI ARTE E CULTURA, piazza Statuto 15 Torino – ingresso libero

Per informazioni 011530.846

Ferruccio Capra Quarelli

Commemorazione incidenti di volo Carabinieri Volpiano

RAVELLO: OMAGGIO ALLO SPIRITO DI SACRIFICIO E ALLA QUOTIDIANA ABNEGAZIONE DI CHI INDOSSA LA DIVISA E SERVE CON ORGOGLIO E LEALTA’ LO STATO.

“Gli incidenti di volo di Inverso di Pinasca nel 1984 e di Volpiano nel 1998, nel doveroso e commosso ricordo degli otto Carabinieri che persero tragicamente la vita in servizio, ci ricordano lo spirito di sacrificio e la quotidiana abnegazione di chi indossa la Divisa e serve con orgoglio e lealtà lo Stato. Chi scompare in simili circostanze non sopravvive solo nei cuori dei propri cari, ma anche nella memoria collettiva dell’Arma e dell’intera Comunità”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, intervenuto oggi alla cerimonia commemorativa presso il monumento dei caduti e la sede del 1° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Volpiano.

“In un momento storico in cui le Forze dell’Ordine sono bersaglio di chi vuole sovvertire lo stato di diritto e la democrazia, di chi demonizza la legalità e le regole, rendiamo onore a chi difende i valori dell’Occidente e la nostra libertà: nulla di automatico, scontato e immutabile, ma un tesoro da proteggere e che, a volte, esige il prezzo più alto”.

“Oltre il fashion gap”, la moda di domani secondo IED Torino

 

 

“La moda è da sempre il riflesso della società e delle sue mutazioni, testimone dei cambiamenti culturali e identitaria del proprio tempo- racconta Paola Zini, direttrice di IED Torino – Parte da qui il progetto di un fashion film che non documenti solo una sfilata, ma sia un viaggio emozionale nel contesto del “caos creativo” che oggi i fashion designer si trovano ad affrontare”.

“Fashion Gap” è una pellicola dietro le quinte con diverse chiavi di lettura che, attraverso le immagini di backstage e di momenti progettuali, tra i rumori della città di Torino e testimonianze dal vivo, esplora a fondo come prendano vita le proposte creative degli studenti del Corso Triennale in Fashion Design e dà voce alla loro visione di un futuro possibile.

Ne è nato un manifesto che immagina un domani dove la qualità prevale sulla quantità, che guarda al passato reinterpretando i codici classici in una nuova prospettiva contemporanea.

Dieci outfit, progetto di tesi di altrettanti giovani stilisti, sono protagonisti del video realizzato dallo studio Comodo64 e dal regista e fotografo di moda Ivan Cazzola che, con uno sguardo originale e provocatorio, porta sullo schermo il processo creativo e le idee che lo hanno ispirato.

L’era di contrasti che vive la moda oggi, in bilico tra l’effimero dell’immagine digitale che alimenta un mercato sempre più veloce e la spinta verso il ritorno all’artigianalità, diventa lo spunto di partenza per indagare i temi più diversi, dall’impatto degli oggetti sulle relazioni sociali e sulla necessità di riscoprirne l’essenza, alla ricerca di un rifugio interiore e protezione attraverso la moda, alla rappresentazione della fluidità del tempo e della sua percezione, fino all’analisi critica della nostra società. Ciascun progetto unisce elementi di arte, moda e design, indagando il rapporto tra individuo e collettività, invitando alla riflessione sull’equilibrio ecologico, l’evoluzione delle idee e l’impatto del passato sul presente , attraverso tecniche innovative e simbolismi che sfidano la visione tradizionale della realtà.

“In IED – continua Paola Zini – stimoliamo i nostri studenti a vivere il fashion design non solo come una forma estetica, ma anche come un’opportunità per riflettere e rispondere alle sfide del presente con creatività e consapevolezza, senza perdere di vista la cultura e l’arte sartoriale che hanno reso celebre la tradizione italiana”.

Attraverso il confronto costante con i docenti e la coordinatrice del corso Alessandra Montanaro, gli studenti hanno prima prototipato virtualmente e poi partecipato attivamente alla produzione dei capi della propria linea, selezionati e confezionati con l’aiuto dei docenti di modellistica, Ilaria Turchetti e Gianpiero Capitani, con le pelli e i tessuti messi a disposizione dalle aziende leader Rino Mastrotto e Berto.

Ne sono nate collezioni che, seppur diverse nel concept e nelle tecniche di realizzazione, riflettono però una visione ben precisa, quella del corso di Fashion Design di IED Torino, che si distingue per una metodologia progettuale che unisce la cura per il dettaglio all’uso di strumenti digitali, come l’innovativo software CLO3D, con una grande attenzione a ogni fase della produzione, dallo sketch a mano libera fino al confezionamento dell’abito finito.

In classe gli studenti acquisiscono, infatti, capacità tecniche e artistiche, imparando a selezionare i materiali e a valorizzare la manualità. In questo approccio si innesta anche una particolare sensibilità alla sostenibilità e all’inclusività, promuovendo una moda che assimila le istanze delle nuove generazioni e celebra la diversità, permettendo a ogni giovane designer di sviluppare un proprio stile attraverso un percorso creativo che culmina in una tesi espressiva e personale.

La forte influenza dell’estetica urban, che identifica lo stile e richiama anche il contesto territoriale e il background in cui si sviluppa il corso, Torino ex città industriale con una storica vocazione all’innovazione, ritorna anche nel video. Il palcoscenico in cui sfilano i modelli sono, infatti, le strade di San Salvario, ma soprattutto gli ambienti della nuova sede Marconi di IED Torino, il cui progetto di riqualificazione, realizzato all’insegna dell’uso consapevole delle risorse e firmato dallo studio di architettura Mercante Testa, invita a trasformare l’ordinario in straordinario. Cuore pulsante dei nuovi spazi sono i laboratori di sartoria e accessori, dove i capi prendono vita, nel video e nella realtà. Qui e nell’Archivio gli studenti possono sperimentare materiali, filati, stoffe per approfondire la conoscenza delle diverse fibre e texture e lasciarsi ispirare.

In questo nuovo hub creativo trovano casa in particolare gli oltre 250 studenti iscritti ai corsi dell’area moda, dai Trienni in Fashion Design e Design del gioiello e accessori, ai corsi di Formazione Continua in Visual Merchandising e Clo 3D al Summer Camp in Fashion Graphics. Si tratta di un ampio ventaglio di opportunità di studio per esplorare le nuove tendenze e trasformarle in ispirazioni, imparare le tecniche e i processi di lavorazione, collaborando con alcuni dei più importanti brand del settore italiani e internazionali.

 

Mara Martellotta

In visita al Salone del Vino

Il Salone del Vino di Torino è tornato alle OGR Torino per la sua terza edizione: un evento dedicato all’eccellenza vitivinicola del Piemonte e alla ricchezza del suo territorio. Da sabato 1 a lunedì 3 marzo, le OGR Torino sono state coinvolte più di 500 cantine, tra gli stand, le masterclass e i talk in programma, offrendo a wine lovers e professionisti/e un’esperienza unica all’insegna della cultura del vino.
Alle OGR Torino è stato possibile scoprire cantine provenienti da tutto il Piemonte: dalle realtà artigiane alle storiche eccellenze vitivinicole. A completare l’esposizione vitivinicola era presente una sezione dedicata a rappresentanze nazionali e internazionali. Al Salone del Vino Torino era possibile incontrare consorzi, associazioni di tutela e promozione, enoteche regionali e una vasta selezione di cantine. Un’occasione per approfondire il panorama enologico piemontese e conoscere i vini di altre regioni e paesi.
Ecco alcuni vini che mi sono particolarmente piaciuti:

Josetta Saffirio

Barbera d’Alba Superiore 2022
Vigne di 10 anni a Roddino, sulle bucce per 5 giorni , affinamento 13 mesi 50% Barrique 50% botte francese da 3000; e poi tre mesi di cemento .
Barolo Comune dí Monforte 2019
Le uve provengono dai Cru Perno per il 40% e da Castelletto per il 60% , sulle bucce per 21 giorni poi acciaio e quindi affinamento per 19 mesi in botte francese da 3000 per il 90% e Barrique per il 10%. Poi due mesi di cemento.
Barolo Ravera Novello 2019
Mt 450, terreno soprattutto roccioso, sulle bucce per 21 giorni; vinificazione in acciaio e 18 mesi di botte francese da 1500 e poi in bottiglia .
Barolo Castelletto Riserva 2017 Monforte
Vigne del 1948 ed in media oltre sessant’anni, mt 420 terreno prevalentemente sabbioso, sulle bucce per 30 giorni, fermentazione solo in Barrique, poi 25 mesi in botti da 1500 quindi ceramica da 3 a 6 mesi .

Cascina Valle Asinari

Barbera d’Asti 2022 San Marzano Oliveto
Vigne di 20 anni, mt 300 , terreno prevalentemente sabbioso limoso, sulle bucce per 10 giorni poi cemento quindi 3 mesi di botte grande di Slavonia da 5000 e poi di nuovo cemento per almeno 1 mese .
Barbera d’Asti Superiore 2022
Stesse vigne di 20 anni ,selezionate nella parte centrale intorno a 200 mt, cemento poi affinamento 10 mesi in botte di rovere di Slovenia da 5000 poi di nuovo cemento per 2 mesi .
Barbera Nizza 2020
Vigne vicino a Moasca, mt 300, vinificato in cemento poi 20 mesi di botte grande Slavonia non tostata da 5000 e poi di nuovo cemento .

Luca Leggero

Erbaluce TURCIAURA 2023
“Torchiato d’oro”
Vigne del 2015, Villareggia (To), terreno composto da sabbia ciottoli e detriti morenici,
7 mesi di anfora poi leggero passaggio in tonneaux usato per 20 giorni .
Erbaluce Rend Nen 2022 e 2021
“Non rende !”
7 mesi di anfora , acidità alta da 3 ph
Langhe Dolcetto Retro’ 2023
Vigne a Murazzano, metri 750, ceppi del 1940 in parte reimpiantati nel 2014, sulle bucce 10 giorni vinificato in acciaio
Canavese Nebbiolo La Vila 2022
Mt 250/350 , clone picotenero, terreno con scheletro glaciale composto da sabbia, vinificato in acciaio poi 10 mesi di botte Rovere austriaco da 2500 e 5000 e poi tino troncoconico di Garbellotto poi 5 mesi di anfora .
Canavese Nebbiolo Maura Nen 2021
“Non matura !”
Gran Cru selezione sulle masse di Nebbiolo , terreno roccioso ,sulle bucce per 30 giorni poi 10 mesi di botte grande austriaca e minimo 6 mesi anfora alla fine .Molto buono .

Giro di vite

Pinerolo (To)
Vertuj 2023
Vigne di 5 anni di Bian Ver, metri 450 ,versante sud /ovest, terreno prevalentemente sabbioso e con componenti di argilla , 0 giorni sulle bucce, tenuto a 0° per tre giorni poi a 16° per circa 20 giorni. Buonissimo.
Carbune’ 2020
Vigne di chatus , vinificazione a cappello sommerso per 20 giorni e poi 24 mesi di tonneaux di media tostatura e poi 3 mesi in acciaio . Buonissimo.
Arcansiel 2021
Vigne di Ramìe ad alberello, vendemmia tardiva, 15 giorni sulle bucce ,vinificato in acciaio poi 12 mesi di Barrique usate e poi di nuovo acciaio .
Elianta 2022
Vigne di Malvasia moscata, verificate in acciaio, 40% sulle bucce e 40% senza bucce .
Errante 2021
Blend di 30% di Freisa 40% di Barbera e il resto Bonarda e dolcetto . vinificato in acciaio.
Scarpentà 2022
Vigne di 15 anni, terreno composto da graffite, mt 500 , vinificato in acciaio poi 12 mesi di Barrique . Fantastico!

Dellerba

Pinerolo (To)
Remu 2024
Vigne degli anni 70, terreno minerale e composto da graffite, 15 giorni sulle bucce ,vinificato in acciaio , 30% di Barbera 70% di vitigni autoctoni pinerolesi .
La Bifa D Bòsch 2023
” non me la racconti giusta “
vigne di Barbera pinerolese, 15 giorni sulle bucce , 8 mesi di botte francese di secondo passaggio da 1000 .
Brigate Neir 2023
Vigne di Freisa zona Santa Brigida, vigne del 2016,15 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio, 10 mesi di botte francese da 1000 e poi di nuovo acciaio .molto buono .

Stefano Rossotto

Chieri
Albugnano Jubè 2021
Mt 400 , terreno marnoso e sabbia, 40 giorni sulle bucce , vinificato in acciaio poi 12 mesi di Barrique usate e poi di nuovo acciaio.
Freisa Andvinà 2022
Sulle bucce per 35 giorni, vinificato in acciaio poi 9 mesi di Barrique usate per il 50% e poi di nuovo acciaio.

La Tribuleira

Santo Stefano Belbo ( Cn)
Albarossa Carlò 2021
Vigne di 23 anni, terreno sabbioso con marne, mt 250 , versante s/e , 15 gg sulle bucce , vinificato in acciaio e poi 24 mesi di botte rovere di Slavonia da 1500 e poi di nuovo acciaio .
Nascetta lunica 2022
Terreni sabbiosi con marne ,mt 250, vers s/e , vigne 20 anni , vinificato in acciaio , 6 mesi sulle bucce fini.

Le Marie

Barge (To)
Debarges 2022
Nebbiolo 100%, terreno di roccia, oltre mt 400 sulle bucce per sei giorni, vinificato in acciaio e poi 10 mesi di botte di rovere di Slavonia da 2500 .
Barbera 2022
Terreno di roccia, oltre metri 400, sulle bucce per 10 giorni vinificato in acciaio per 12 mesi.

Cascina Gilli

Castelnuovo Don Bosco (AT)
Arvelè 2021
100% Freisa , mt 360 , versante s/e , terreno Marna argillosa grigio azzurra con importante componente calcarea, vinificato in acciaio poi 24 mesi Barrique usate .
Albugnano Notturno 2021
100% Nebbiolo Albugnano, mt 440, versante s/e
terreno marna argillosa grigia con importanti componente calcarea, sulle bucce per 15 giorni ,minimo 12 mesi 70% in botte grande 30% Barrique usate .
Alla prossima !
LUCA GANDIN

Azzurri in forma Gigante, 7 ori dallo Sci alpino di Torino 2025

Torino, 12 marzo 2025

Se lo Snowboard ha inaugurato il medagliere azzurro, dallo Sci alpino arrivano i primi sette ori del Team Italia ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino 2025. È contagiosa la felicità di Lisa Guerrera, Luca Vergnano, Viviana Cozzani, Caterina Plet, Andrea Ferraro, Georg Verginer e Laurin Schedereit. Una gioia che trascina tutta la delegazione italiana sulla neve del Piemonte. Una valanga di successi che riempie d’orgoglio i tecnici, lo staff e i tanti familiari a bordo pista. Già domani, per tutti, altre chance di medaglia con il Super G.

 

“Cosa si prova ad avere al collo una medaglia d’oro? Emozione e felicità e la voglia di vincere ancora, domani – dice Lisa Guerrera, 25 anni, atleta di Lecco del team Oltretutto 97 – Non mi aspettavo di arrivare così in alto in classifica e mi hanno detto che ho vinto proprio di un soffio. Questo successo lo dedico ai miei compagni di squadra, alla mia famiglia e ai miei colleghi di lavoro. Sì, perché sono un’atleta, ma sono anche un’operaia. Il lavoro è molto importante per me. Sicuramente quando tornerò in azienda festeggeremo tutti insieme. Sarà fantastico”.

 

“Sono molto felice per questo risultato – spiega Luca Vergnano, 31 anni, atleta piemontese di Pianezza – dedico la medaglia d’oro alla mia famiglia, al mio team, ai tecnici e agli istruttori della palestra dove mi sono preparato per arrivare in forma a questi mondiali. Era un sogno che avevo da quando ero bambino e venivo qui a vedere le gare di Coppa del Mondo: essere un atleta mondiale e dare il massimo. Spero che in futuro io possa continuare a crescere e a sciare sempre al top. Ora testa alle altre gare che mi aspettano per provare a vincere ancora”.

 

“Una grande emozione – aggiunge Viviana Cozzani, atleta laziale del team Sorrisi che nuotano – grazie a tutti, alla mia squadra, al “Vivi Fans Club” e alla mia famiglia che mi ha sostenuto, anche quando mi sono fatta male e mi ha spronato a continuare. Vivere i Giochi mondiali è bellissimo!”

 

Si tinge d’argento il mercoledì di Irene Piffarerio, è invece bronzo per Giorgio Mason, Silvia Giraldo e Daniele Berbenni. Un bel piazzamento per Sara Della Valle e Lucia Stefanoni (quarto posto), Davide Virdis ed Enrico Battisti (quinti) e Gianluca Perrone (sesto).

 

Fioccano le emozioni in tutte le piste e negli impianti dell’evento sportivo inclusivo più importante dell’anno a livello globale con1500 Atleti di 101 delegazioni provenienti da tutto il mondo che si stanno confrontando in 4 località piemontesi: a Torino con Floorball, Pattinaggio artistico e di velocità, a Bardonecchia con la Danza Sportiva e lo Snowboard, al Sestriere con Sci alpino e Corsa con le racchette da neve e a Pragelato con lo Sci di fondo.

La Sicurezza dei lavoratori e dei cittadini nella città che cambia

Settima edizione del Progetto Uscite di Sicurezza.  Idee e proposte partendo dai giovani

Costruire e diffondere la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, partendo dai giovani. Aumentare la consapevolezza dei diritti individuali e sociali, sia di sicurezza, sia di benessere, nelle scuole, nelle attività sportive e nell’ingresso nel mondo del lavoro.

Il progetto “Uscite di sicurezza”, nato dopo la tragedia della Thyssenkrupp e giunto alla sua settima edizione, si rinnova ogni anno, ma parte sempre da un dato di realtà, quello delle cosiddetti ‘morti bianche’.

Secondo i dati Inail nel 2024 sono state 1090 le vittime sul lavoro in Italia. Di queste 805 in occasione di lavoro e 285 in itinere. Quasi tre vittime al giorno, un numero inaccettabile.

Altro dato allarmante se si considera che negli ultimi anni si era registrato un calo continuo, dalle 1709 vittime del 2021 alle 1235 del 2022 fino alle 1041 del 2023.

Nel 2024 si è registrata una preoccupante inversione di tendenza e il numero delle vittime è tornato a crescere. Il settore delle costruzioni è quello maggiormente a rischio, seguito da trasporto e magazzinaggio. Per quanto riguarda i lavoratori, i più coinvolti nel dramma sono gli stranieri e gli ultrasessantacinquenni.

In Piemonte le vittime sono state in calo dall’anno scorso, rispetto ai 75 del 2024 sono state 67, di cui 51 in occasione di lavoro e 16 in itinere. Il trend della nostra regione è in calo continuo, le vittime totali sono in diminuzione rispetto alle 97 nel 2022 e alle 119 del 2021.

Drammatico, invece, l’inizio del 2025, con un’incidenza di 2,8 morti per milione di abitanti, superiore alla media nazionale che si attesta a 2, da gennaio il Piemonte è entrato in zona rossa in tema di sicurezza e infortuni mortali sul lavoro. Le province maglia nera – ha scritto ieri l’ANSA – sono quelle di Asti, Cuneo e Torino.

Ogni edizione del progetto “Uscite di sicurezza” si concentra su un tema specific. Nel 2023 la cybersicurezza, nel 2024 la tutela delle categorie fragili (persone con disabilità, immigrati, giovani e le donne nei casi di mancata tutela delle differenze di genere), nel 2025 le trasformazioni della città grazie ai grandi cantieri resi possibili dal PNRR, e le nuove forme di mobilità.

I grandi cantieri evocano il tema della sicurezza, sia perché nell’edilizia si concentrano tranquillamente gli infortuni sul lavoro, sia perché comportano per i cittadini cambiamenti di abitudini spesso percepiti come disagi. Entrambe queste accezioni permettono di sensibilizzare rispetto alla legalità, alla protezione attiva dei lavoratori più a rischio, ai progetti di rigenerazione urbana. Il più grande cantiere che interessa la città di Torino è sicuramente quello della metropolitana, motore principale del cambiamento della mobilità urbana. Anche in questo caso il tema della sicurezza è centrale, poiché le vittime della strada sono la prima causa di mortalità in Italia e il maggior numero di incidenti avviene in ambito cittadino.

Nella tavola rotonda che ha introdotto l’edizione 2025, ospitata a Torino Urban Lab, in piazza Palazzo di Città, denunce e recriminazioni non hanno trovato spazio. I relatori sono stati chiamati a presentare buone pratiche e modelli di riferimento, a proporre idee innovative e tecnologicamente avanzate, ad approfondire strumenti di legge e categorie di pensiero in tema di sicurezza.

“Promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro tra i giovani – spiega la Vicesindaca della Città di Torino con delega al Lavoro, Michela Favaro – rappresenta un tema di grande attualità. La drammatica realtà degli incidenti sul lavoro, che ha coinvolto anche giovanissimi lavoratori, rende necessario avviare interventi urgenti nelle scuole e nella comunità per diffondere una cultura della prevenzione e sperimentare buone pratiche. Con questa iniziativa l’Amministrazione comunale vuole ribadire il proprio impegno affinché la sicurezza diventi un valore condiviso e una consapevolezza civica da promuovere e diffondere”.

Sicurezza stradale, innovazione e intelligenza artificiale. LOKI ( Laboratory of Key Innovation) start up innovativa incubata presso I 3P ,Incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino, ed ESA BIC, ha presentato soluzioni tecnologiche avanzate per supportare tecnici e amministrazioni nella gestione della sicurezza stradale.

“ Ci siamo concentrati – spiega Francesco Papa, ceo & co founder- su due sfide chiave, il monitoraggio delle infrastrutture stradali e l’accessibilità pedonale per soggetti fragili. ‘Asfalto sicuro’, sistema basato su AI, attraverso un sistema plug and play di telecamere e sensori, consente di individuare e geolocalizzare buche, crepe e difetti stradali, riducendo i tempi di ispezione e ottimizzando le risorse. AIPECRA permette di mappare attraversamenti pedonali e barriere architettoniche”.

“Oggi la sicurezza sul lavoro non è più solo questione di regole e normative – ha spiegato Andrea Maffei, partner e membro del CDA di Tharsos, società di consulenza e formazione in materia di organizzazione aziendale, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, ambiente, energia, sostenibilità, marketing- ma deve diventare un vero e proprio valore aziendale, se vogliamo ridimensionare i dati impressionanti delle morti sul lavoro in Italia. Solo nel 2024 1090 persone non sono tornate a casa dal lavoro. La consapevolezza è la parola d’ordine. E per raggiungere consapevolezza occorre investire sulla cultura dei comportamenti e delle persone, percorso che sviluppiamo in tante realtà sul territorio italiano. Ma non basta. La sicurezza è anche benessere. Un team che lavora in un ambiente sereno, senza stress e con gli strumenti giusti è più motivato e produttivo. Per questo puntiamo su tecnologie intelligenti, ma anche su una cultura aziendale che metta al centro le persone”.

“Negli ultimi anni il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è diventato sempre più centrale anche nel mondo dello sport – afferma Gianluigi De Martino, direttore organizzativo di Gassino FC, prima e unica società dilettantistica in Italia certificata UNI ISO 20121 – per le società sportive è fondamentale svolgere eventi, tornei e partite, ma anche momenti collaterali all’attività sportiva come iniziative di carattere culturale e di coinvolgimento mantenendo alti standard di sicurezza e permettendo a collaboratori e lavoratori di essere tutelati. Ecco, quindi, che è necessario sviluppare modelli di gestione organizzativa e operativa che siano molto simili a quelli di vere e proprie aziende, pur mantenendo il carattere non imprenditoriale individuato negli scopi statutari di una associazione sportiva dilettantistica come quella di Gassino”.

Dalla mancata sicurezza alla scuola Darwin di Rivoli alle Olimpiadi invernali Milano Cortina, da organizzatore, alle Paralimpiadi da atleta, Andrea Macrì: “ Cos’è per me la sicurezza ? È il limite che può dividere la vita dalla morte, lo dico per esperienza personale. La sicurezza è parte integrante di quello che facciamo ogni giorno, nello sport, nelle scuole, nel lavoro, nei trasporti. È fondamentale nella vita quotidiana. Purtroppo ci sono ancora troppe carenze, si dà per scontato che quello che ci circonda sia sicuro per noi e non sempre è così. Riaccendiamo idee sul tema della sicurezza nella nostre vite tutti i giorni”.

 

Mara Martellotta

48° anniversario dell’uccisione del Brigadiere Giuseppe Ciotta

Ieri la Polizia di Stato ha voluto ricordare, nel 48° anniversario dell’uccisione, il Brigadiere del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza Giuseppe Ciotta, Medaglia d’Oro al Valor Civile e Medaglia d’Oro Vittime del Terrorismo.

Nel corso della cerimonia, tenutasi in via Gorizia n. 67, è stato deposto un omaggio floreale sulla lapide che ne onora la memoria. Alla cerimonia hanno preso parte il Questore e i funzionari della Questura di Torino, la vedova Signora Michelina Carbonara e la figlia Nunzia, l’ASEVIT, l’ANPS, e l’Associazione amici di Ascoli Satriano, paese di origine del Brigadiere.

Per mantenere sempre viva la memoria dei caduti della Polizia di Stato.

Tappa a Torino per DonatoriNati e Quarto Savona Quindici 

Dal Sangue  Versato al Sangue  Donato:
Memoria&Solidarietà DonatoriNati e QS15, di concerto con la Prefettura di Torino ed il patrocinio del comune di Torino, hanno organizzato per giovedì 13 marzo un’iniziativa per coinvolgere cittadini e istituzioni a tutto campo.

 

Giovedì 13 marzo dalle 8.00 alle 12.00 in Piazza Palazzo di Città sarà possibile donare il sangue a bordo di un’autoemoteca della Fidas .
“Dobbiamo sensibilizzare i giovani alla cultura del dono e della memoria affinchè siano giovani e cittadini responsabili- afferma Mirko Oropallo Presidente Donatorinati Piemonte.
Alle ore 10.00  Iniziativa con gli studenti presso la Sala delle Colonne in piazza Palazzo di Città, gli studenti incontreranno Tina Montinaro presidente della Quarto Savona Quindici e Claudio Saltari Presidente DonatoriNati .

 

“ La consapevolezza del passato getta le fondamenta per un futuro migliore. La Quarto Savona 15 deve continuare a viaggiare nella mente e nel cuore dei cittadini e dei giovani per onorare chi ha donato la vita per difendere lo Stato”- afferma Tina Montinaro Presidente Quarto Savona 15 e moglie di Antonio Montinaro, morto per difendere il giudice Falcone.

 

Memoria e Solidarietà hanno un unico filo conduttore: la legalità” – afferma Claudio Saltari, Presidente Nazionale DonatoriNati. “Il nostro obiettivo è promuovere la cultura della donazione del sangue e la legalità, affinché i giovani seguano il nostro esempio e si sentano sempre più coinvolti”.