ilTorinese

Nel giardino segreto con Giulio

LE CENE DI BEATRICE

In una Torino che indossa ancora i guanti e non telefona mai agli orari dei pasti, si snoda la rubrica Le cene di Beatrice”. Recensioni eno-gastronomiche dai toni umoristici . Luoghi di punta e luoghi nascosti faranno da sentiero di mattoni dorato alla ricerca di “quello giusto”. In questo connubio di piatti, vini e appuntamenti torinesi, la voce della scrittrice Elena Varaldo tratterà le farfalle nello stomaco in un modo del tutto nuovo. Il cuore ha le sue ragioni, che la pancia conosce bene.

***

Tutto promettente.  La camicia bianca rimasta tale, i connotati di Giulio, il ristorante scelto per l’occasione. Di buon auspicio anche la telefonata di Anna “Dai Bea, magari questo non è male

Magari.


Come tutti sapranno,
pescare dal mare del dating online e avventurarsi a cena spesso risulta essere più rischioso di un lancio in parapendio.

Quasi in egual misura lo è tentare un ristorante nuovo. Buffi noi torinesi, versatili vacanzieri da giugno ad agosto ma abitudinari poltroni da settembre a maggio.

Svoltare su piazza Bodoni interrompe il flusso di pensieri: Ci siamo.

Per piacere di narrazione terrò in borsetta Giulio per tutto il tempo che intercorre tra lo shock e la camminata verso il tavolo.

Uno sguardo al personale, sorridente, dritto e impeccabilmente tirato a lustro. Uno sguardo alle fotografie appese ai muri. Arredamento industriale, volte in pietra, illuminazione perfetta, vini ovunque. Bello.  

Mi siedo e l’attenzione torna sul mio compagno di pasto nuovo di zecca.

“Dai Bea, magari questo non è male

In effetti, non lo è. Almeno all’apparenza.

Alto, snello, biondo e dallo sguardo vispo. Sarebbe delizioso poter affermare che le buone impressioni siano rimaste bianche come la camicia, ma se così fosse, non ci sarebbe alcuna storia.

Si manifesta quasi immediatamente il tipico protagonismo di chi, temendo di non essere abbastanza interessante, si addentra in infiniti monologhi narrativi: Dall’asilo ai giorni nostri, ottenendo ahimè il risultato temuto.

Ho appena avuto modo di notare la quantità eccessiva di gel fra i capelli che Giulio termina il resoconto sulla vacanza a Gallipoli e mi domanda “E tu cosa mi racconti?”

Play on play off baby. I principi della comunicazione, questi sconosciuti.

Fosse cosi semplice gli avrei  messo il muto sin da subito.

Con un cenno solidale, arriva in soccorso la ragazza, da qui in poi chiamata “la salvatrice” e mi porge la cruda di fassona ricoperta da tartufo e crema di robiola, a tutti gli effetti, la prima gioia della serata.

La guardo in quell’alfabeto che solo il genere femminile può comprendere

“Grazie. Menomale che ci sei tu, ma.. quanto tartufo c’è qua sopra?

Lei coglie al volo sbattendo rapida le ciglia “Ehi, ci mancherebbe. Te lo meriti tutto quel tartufo, resisti.”

Intanto Giulio, scarso nell’arte del discorrere, si rivela dal canto suo un intenditore in termini vinicoli e soddisfattoalza su il calice di Nebbiolo “Angelo” del 2020 della cantina Mauro Veglio, invitandomi ad un brindisi.

“A noi”

Poco più in la, sul volto della mia salvatrice, un soffocato sorriso.

La cena procede a ritmo variopinto e spedito; Vitello tonnato alla piemontese, agnolotti di ortica con pomodoro San Marzano e burrata, gnocchetti con ragù di vitello e tartufo nero estivo.

 

Per concludere accompagno un barolo chinato al tortino cuore caldo al cioccolato, per golosità e per analogia.

Nella piccola interruzione che precede  il dolce, la mia salvatrice ci conduce nel giardino interno del ristorante per due boccate di nicotina. Giardino che si rivela un’intimabomboniera segreta e floreale. Svelata l’analogia.

Più tardi e sebbene con un certo dispiacere, Giulio intinge i suoi biscotti nello zabaione mentre io mi trovo crudelmente a confessare che no, proprio non ci sarebbe stato seguito.

Perché?

Troppo gel. Troppe parole. Non amo lo zabaione.

“Dai Bea, magari questo non è male

Non lo è, ma con tutto quel gel si corre il rischio di rimanere appiccicati come accade alla lingua al contatto con una stalattite.

Piccolo spoiler? Accadde. Ma questa è un’altra storia, di un altro ristorante, per un altro giorno.

Ad avere garanzia nel seguito è certamente il ristorante, dove si è rivelato il senso stretto del loro tortino al cioccolato.

Nella casa del Barolo di piazza Bodoni, il cuore caldo è dato dal personale, dalla pioggia di tartufo e da quel giardino interno. Perfetto e segretissimo.

Elena Varaldo

 

 

 

Elisabetta II e quel viaggio a Torino

Ieri, all’età di 96 anni, si è spenta nel castello di Balmoral la regina Elisabetta. Nel 1961 visitò Torino e lasciò in città un ricordo indelebile.

Dov’eri tu quando hai saputo che è mancata la Regina Elisabetta? Ieri, 8 Settembre, siamo incappati inconsapevolmente in un evento epocale. Di quelli che lasciano il segno e che si congelano nella nostra memoria. Come per John Lennon o per l’attacco alle torri gemelle, nei prossimi anni ricorderemo esattamente dov’eravamo e cosa stavamo facendo quando abbiamo saputo che Sua Maestà Elisabetta II è spirata nel suo castello di Balmoral.

Nessuno se lo sarebbe immaginato. Innanzitutto perché Elisabetta II ha incarnato la tenacia più di qualunque altro. Quando è stata investita del ruolo di regnante, a soli 25 anni, ha giurato fedeltà alla corona e ai suoi sudditi. Ha promesso che mai avrebbe lasciato quell’incarico e così ha fatto sino a due giorni fa quando ha dato udienza al nuovo Primo Ministro del Regno Unito, la Tory Liz Truss. In 70 anni di regno, il più lungo che la storia inglese possa ricordare, non è mai venuta meno al suo giuramento.

 La notizia ha iniziato a circolare sui social nel primo pomeriggio quando i canali ufficiali della sovrana hanno riferito la preoccupazione dei medici per le sue condizioni di salute. Su Twitter molti utenti hanno espresso sgomento. C’è stato chi ha ammesso di “non essere pronto” perché Elisabetta ci ricorda la nostra nonna, una mamma, una presenza dolcemente familiare.  E così c’è chi ha espresso angoscia e chi ha pregato che la notizia non fosse vera.

Invece intorno alle 19, la famiglia reale ha ufficializzato la notizia. “La Regina è morta in pace a Balmoral questo pomeriggio. Il re e la regina Consorte (Carlo e Camilla NdA) resteranno a Balmoral questa sera e domani faranno ritorno a Londra”. L’ipotesi si è fatta realtà, è ufficialmente è partita una serie di eventi chiamati London Bridge e Operazione Unicorno che sfoceranno nei funerali di stato.

Il ricordo del passaggio a Torino di Elisabetta II è ancora vivido nei torinesi.  Nel 1961, in occasione delle celebrazioni per l’Unità d’Italia, la Regina e suo marito, il Principe Filippo, fecero un tour della penisola. Visitarono Cagliari, Napoli, Roma, Firenze, Milano e conclusero il tour proprio nel capoluogo Piemontese.

Il 10 Maggio Elisabetta si affacciò al balcone di Palazzo Madama, sotto una folla letteralmente in delirio. Si recò anche in visita a Italia 61 e incontrò l’avvocato Gianni Agnelli. E proprio in merito a quest’ultimo si ricordava, in Fiat, un aneddoto avvolto da mistero.

Nel 1969 Peter Collison scelse Torino per girare “The Italian Job”, che da noi fu tradotto con “Colpo all’italiana”. Il film, un vero cult movie per gli inglesi che ancora visitano Torino per ripercorrere i luoghi dove furono girate le scene più spettacolari, vide le Mini Cooper protagoniste di avvincenti inseguimenti. Venuto a conoscenza del progetto, l’Avvocato offrì le Fiat 500 alla produzione, a titolo gratuito. Una mossa di marketing ben assestata che fu però ostacolata da una donna. La regina Elisabetta disse infatti al regista che un film inglese doveva avere per protagoniste vetture inglesi. Gianni Agnelli, da galantuomo, non solo cedette ma aprì le porte degli stabilimenti di Mirafiori e Lingotto per girare le scene, e fornì altre vetture da usare, sempre a titolo gratuito. Quello fu l’unico caso in cui vetture non Fiat ebbero il permesso di scorrazzare in stabilimento.  Insomma, nessuno, sembra aver mai resistito al fascino di una regina che dedicato una vita al suo paese, intrecciato relazioni e incarnato la figura della donna instancabile e sempre presente.

È già, forse per questo ora sto ricevendo messaggi di amici dispiaciuti per la sua morte. Elisabetta per noi non era una figura politica. Piuttosto è entrata nell’immaginario comune come la nonna che ti rimprovera quando non ti comporti bene. Ricordiamo tutti quando diede una gomitata al nipote William per dirgli di tirarsi su mentre si affacciavano al balcone di Buckingham Palace.  Ma era anche la nonna accogliente e pronta ad essere tua complice. Harry la coinvolse nello spot per pubblicizzare i suoi Invictus, evento sportivo dedicato ai veterani di guerra che han riportato disabilità permanenti. Nel video scherzavano e si spalleggiavano con occhiate birichine per lanciare una sfida ai coniugi Obama.

Non entro nel merito del ruolo pubblico e del personaggio storico. Quest’analisi la lasceremo alle settimane a venire.  Non essendo suoi sudditi, a noi resta l’immagine iconica della donna sempre sorridente, instancabile, rassicurante. Vestita con colori sgargianti non rinunciava mai alla borsetta che, con messaggi in codice, usava anche per comunicare con i suoi valletti. Stringeva mani, elargiva sorrisi e riceveva mazzi di fiori. Senza mai sottrarsi. Aveva l’umiltà di ricordare come su questa terra siamo ospiti, creature di passaggio.

Avevo una cara zia che le assomigliava come una goccia d’acqua. Glielo ripetevamo continuamente: “Zia Titina, sei identica alla Regina Elisabetta”. E la somiglianza non si limitava all’aspetto. Mia zia condivideva la stessa tempra di quelle donne che il tempo non riesce a scalfire e che solo la morte può fermare.

Lori Barozzino

Lazzarino: “Ecco le risorse che il PNRR potrà destinare al CAAT”

“I rincari di luce e gas, che si stanno palesando in maniera dirompente sulle bollette, in seguito alla guerra russo-ucraina – spiega il presidente del CAAT Marco Lazzarino – rischiano di avere un impatto devastante su tutto il settore e sulla filiera agroalimentare.

Per quanto concerne il CAAT, inoltre, purtroppo non siamo stati ricompresi tra i settori energivori, che beneficianodi crediti di imposta.

Sono, tuttavia, presenti dei costi enormi nel settore dei grandi centri agroalimentari causati dalle celle frigorifere, che sono estremamente energivore. Un esempio può essere rappresentato da un grossista, che l’anno scorso abbia ricevuto una fattura di 7800 euro e che quest’anno ne riceve una dell’importo di 20 mila euro”.

“Un primo tema che ritengo di fondamentale importanza – aggiunge il presidente del CAAT Marco Lazzarino –  riguarda, quindi, l’emergenza energetica. Italmercati, l’associazionenazionale dei mercati all’ingrosso, ha avanzato più volte pressanti richieste al governo centrale per far fronte a questa situazione e avviato azioni di sensibilizzazione in quanto il settore agroalimentare risulta di fondamentale importanza per gli utenti finali, rappresentati dalle famiglie. Il rischio più  grave è che le aziende chiudano o che i rincari, eccessivamente onerosi, si trasferiscano proprio sugli utenti finali. Ci troveremmo, così, costretti a constatare degli aumenti da parte degli operatori, trasferiti sui prodotti. Come CAAT abbiamo, fin dall’anno scorso,adottato una strategia di riduzione dei consumi elettrici, con investimenti mirati quali, ad esempio, il passaggio all’illuminazione a Led; nonostante ciò, la bolletta del CAAT passa da 540.000 euro a 1 milione di euro.

Per questo lanciamo un ulteriore allarme perché le istituzioni possano muoversi in maniera tempestiva per risolvere la situazione”.

“Le aziende – aggiunge il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – rischiano di chiudere o di scaricare gli aumenti sui consumatori finali e solo il governo risulta in grado di dare un valido aiuto, in questo frangente.

Nell’ambito dei fondi previsti dal PNRR sono state stanziateimportanti risorse per sviluppare e proiettare nel futuro i Centri agroalimentari. Questo risultato è stato raggiunto grazie dall’intenso e costante rapporto intercorso tra i Centri Agroalimentari e il MIPAAF, il Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.

Grazie ad una positiva interlocuzione con questo Ministero è stata riconosciuta l’importanza strategica dei mercati all’ingrosso quali il CAAT ed è stato deciso da parte del Ministero di stanziare una dotazione finanziaria a fondo perduto di 150 milioni di euro, spalmati su tutti i mercati all’ingrosso nazionali.

Per ogni singolo progetto verranno stanziati fino a 10 milioni di euro; il decreto è già stato emesso e, a breve, verrà pubblicato il bando per l’assegnazione dei fondi.

Come CAAT ci eravamo portati avanti ed abbiamo nel cassetto progetti riguardanti la digitalizzazione, l’efficientamento energetico, l’ammodernamento della struttura e della logistica. Sono per questo ottimista circa la possibilità da parte nostra di poter accedere ai finanziamenti del PNRR.

Questo stanziamento è fondamentale per lo sviluppo di questa struttura e il CAAT approfitterà dei fondi messi a disposizione dalPNRR,  che dovranno essere erogati entro il 31 dicembre.

Il nostro scopo è quello di restituire un nuovo CAAT, capace di sfruttare appieno le potenzialità nel campo della digitalizzazione e di efficientamento energetico, attraverso impianti fotovoltaici e coibentazione della struttura”.

 

“Il Cda del CAAT – conclude il suo Presidente – si riunirà entro la fine del mese di settembre per analizzare e deliberare circa la strategia che consenta di sfruttare al massimo l’opportunità  offerta dai fondi del PNRR.

Il decreto di stanziamento dei fondi è già noto e entro novembre dovranno essere presentati i progetti, in quanto i fondi verranno assegnati entro il 31 dicembre di quest’anno “.

Nonostante le difficoltà dello scenario attuale sono fiducioso che il futuro del CAAT presenti grandi opportunità di crescita e di innovazione”.

 

Mara Martellotta

Bollette insostenibili, a dicembre le piscine rischiano di chiudere

Ristori e esenzione Iva per lo sport. Sono le richieste del presidente della Fin (Federazione italiana nuoto) Piemonte e Valle d’Aosta, Gianluca Albonico: “E’ un grido di allarme, sono molti gli impianti che a dicembre chiuderanno per l’attuale costo delle utenze energetiche.

“Dopo un Campionato europeo che ha visto le nostre Nazionali protagoniste assolute, risultando nel medagliere finale al primo posto – dice  Albonico – e dopo un’estate che ha visto di nuovo le piscine popolate, oggi la quasi totalità dei gestori si trova obbligato a chiudere gli impianti nei mesi più freddi. Un impianto medio spende qui al Nord 120.000 – 150.000 euro tra energia elettrica e termica e questa voce sarà moltiplicata per 3-4 volte, la matematica non ci lascia scampo”.

Si consideri poi che a gennaio entrerà in vigore una parte della riforma sullo sport che paradossalmente porterà ancora più costi alle società. Una riforma necessaria (ad esempio per la tutela dei tanti istruttori e tecnici) che purtroppo però aggiunge costi a una situazione già deficitaria”.
“Il rammarico – conclude Albonico – è che impianti così energivori non siano stati inseriti ad esempio nelle agevolazioni del 110% “

Da Torino 17 treni in più per il Festival delle Sagre

  • Sabato 10 e domenica 11 settembre
  • 18mila posti disponibili sui treni regionali

Torino, 8 settembre 2022

Tra sabato 10 e domenica 11 settembre diciassette treni straordinari viaggeranno tra Torino e Asti, dove si svolge il “Festival delle Sagre”.

Trenitalia (Gruppo FS Italiane), su richiesta della Regione Piemonte e dell’Agenzia per la Mobilità, ha rafforzato la programmazione ferroviaria con corse aggiuntive per consentire ai viaggiatori di partecipare alla manifestazione del settembre astigiano.

Per agevolare gli spostamenti, Trenitalia ha potenziato le fasce orarie maggiormente utilizzate con corse aggiuntive distribuite tra la sera e la notte di sabato 10 e domenica 11 settembre.

Tutti i canali di vendita Trenitalia sono aggiornati con la nuova offerta.

Qui di seguito il dettaglio dell’offerta:

Sabato 10 settembre

Treno Ora Stazione Ora Stazione
94209 17:40 Torino P. Nuova 18:30 Asti
94211 18:40 Torino P. Nuova 19:30 Asti
94217 19:40 Torino P. Nuova 20:30 Asti
94213 20:37 Torino P. Nuova 21:40 Asti
94214 23:45 Asti 00:35 Torino P. Nuova
Domenica 11 settembre

Una nuova casa per i dieci anni di “Flashback Art Fair”

In Borgo Crimea, a Torino, nasce “Flashback Habitat” aperto, con iniziative culturali le più varie, tutto l’anno

Un bel regalo per il suo decennale. Dopo il “Pala Alpitour”  e la “Caserma” di via Asti, “Flashback Art Fair” (la Fiera dove “l’arte è tutta contemporanea”, come da sempre recita il suo claim) spegnerà infatti, quest’anno, le sue prime dieci candeline inaugurando un nuovo importante spazio nel quartiere di Borgo Crimea, in corso Giovanni Lanza al civico 75, a Torino, in quella che nell’Ottocento fu la villa del noto banchiere Luigi Marsaglia e che, dal 3 al 6 novembre prossimi, ospiterà l’attesa “Fiera d’Arte” diretta da Ginevra Pucci e Stefania Poddighe ma che, fra i suoi obiettivi, vanta anche quello ben preciso – e assai importante – di tenere le porte aperte tutto l’anno. “Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee”: questo il progetto e il nome (per esteso) della nuova location, sede delle attività dell’“Associazione Flashback”, un grande hub culturale, nato con l’obiettivo di dare nuova vita a un immobile inutilizzato, che oggi rinasce grazie allo strumento urbanistico dell’uso temporaneo deliberato dal Comune di Torino e a un accordo stipulato da “Flashback” con il “Gruppo Cassa Depositi e Prestiti”, cui appartiene l’intera area. Sotto la direzione artistica di Alessandro Bulgini (artista di origini tarantine ma torinese d’adozione ed ideatore del progetto “Opera Viva Barriera di Milano”“Habitat” concretizza l’intento di “far entrare l’arte – afferma Bulgini – nella quotidianità di ciascuno di noi e di ridare vita a quanto è stato dimenticato, trascurato, siano esse opere, luoghi o persone”. L’idea è da sposare, ma non semplice. Non semplice, poiché innesca un processo di rinnovamento urbano in Borgo Crimea che ha l’obiettivo di rigenerare più di 20mila metri quadri di spazio attualmente in disuso dato in concessione all’Associazione e immerso in una grande e area verde, dalle enormi potenzialità espositive. Cui, a partire dagli anni Venti, si sono aggregati altri quattro edifici che hanno ospitato l’ “Istituto Provinciale per l’Infanzia e la Maternità (IPI)” e successivamente la sede della “Provincia di Torino”“Borgo Crimea – sottolineano Ginevra Pucci e Stefania Poddighe – è un quartiere nato con un’anima duplice, da un lato la collina dall’altro il fiume Po, da un lato le proprietà nobiliari dall’altro l’attività dei lavandai, un quartiere dove la natura conserva ancora un importante ruolo di spartiacque”. E dove appaiono ancor oggi necessari interventi di aggregazione sociale che proprio attraverso seri e coraggiosi progetti di attività culturali possano arrivare ad acchiappare lo scopo. “Il termine ‘habitat’ indica il posto – ancora Bulgini – dove ‘abitiamo’, dove viviamo e cresciamo, quel luogo inserito in un ecosistema dove interagiamo tra di noi e l’ambiente che ci circonda; ‘Flashback Habitat’ vuole essere proprio quell’ambiente dedicato all’arte e alla cultura dove sviluppiamo la nostra creatività e troviamo quel nutrimento essenziale per l’anima, un luogo parte di un ecosistema aperto, proteso verso le relazioni, uno spazio sia espositivo che di formazione con studi, laboratori, sale di consultazione e di produzione, perché è proprio attraverso la multidisciplinarietà che si crea un luogo dove fruire dei contenuti, crearne e imparare, dove incontrarsi, discutere e far vibrare energie creative, anche dedicando un’area all’incontro, alla ristorazione e all’acquisto e consultazione di libri”“Flashback si riafferma quindi – conclude – come un format innovativo anche nella scelta della sede, concentrandosi sulla capacità di guardare a ciò che già esiste, a ciò che è stato trascurato per ribadirne l’esistenza e la forza, esportando lo stesso modus operandi che è stato il tratto distintivo sia della fiera d’arte antica e moderna che delle attività nelle periferie”. E mentre si lavora alla sistemazione del nuovo quartier generale di corso Lanza, in attesa del via alla “Fiera” (il 3 novembre prossimo), si tirano le somme certamente positive degli ultimi anni, con il numero dei visitatori arrivato ad oltre 18mila nel 2021 e il numero degli espositori che quest’anno toccano quota 50 adesioni.  Il che, ancora una volta, consolida l’evento come un “unicum” nel panorama italiano delle fiere d’arte.

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Da sin. Alessandro Bulgini, Stefania Poddighe, Ginevra Pucci

–       “Flashback Habitat” esterni

A “CuneiForme”, luce puntata sui “d(I)ritti”

Il prossimo incontro a Racconigi con la filosofa romana Donatella Di Cesare

Venerdì 9 settembre, ore 21

Racconigi (Cuneo)

Noto volto televisivo, sarà Donatella Di Cesare, docente di “Filosofia Teoretica” alla “Sapienza” di Roma, autrice di numerosi libri (tradotti e discussi anche all’estero, l’ultimo “Se Auschwitz è nulla” – Bollati Boringhieri 2022) che affrontano questioni fra l’attualità e la storia, come le migrazioni, le rivoluzioni, il potere e i diritti umani, la prossima ospite della terza edizione della rassegna “CuneiForme” ideata e realizzata dall’Associazione “Progetto Cantoregi” e “Le Terre dei Savoia”, dedicata quest’anno al tema “d(I)ritti”“DIRITTI umani e civili – affermano gli organizzatori – che ancora vengono violati, per capire come invece affermarli, come lottare e rimanere DIRITTI e fermi sui principi di solidarietà, umanità, cura e rispetto, affinché le conquiste dei diritti non si rivelino fragili e di carta e per ragionare su come fare emergere la consapevolezza e come limitare le loro violazioni”. In quest’ottica, ben si inserisce l’appuntamento di venerdì 9 settembre (ore 21) alla “Soms” di via Costa 23 a Racconigi, con Donatella Di Cesare che terrà una “Lectio magistralis” su “Diritti e democrazie”, una “riflessione per ragionare se le Democrazie riescano ancora a garantire i diritti fondamentali umani”.

A seguire altro “Incontro con l’autore”. Dopo Donatella Di Cesare, la “Soms”venerdì 23 settembre (ore 21), ospiterà lo psichiatra genovese Paolo Milone che a Racconigi porterà la sua personale esperienza lavorativa a contatto con umane realtà di grande spessore emozionale, presentando il suo libro “L’arte di legare le persone”, edito da “Einaudi”. A moderare l’incontro, sarà Mara Barcella, psichiatra presso il “Centro di Salute Mentale” di Savigliano. “Quante volte parliamo dei medici come di eroi, martiri, vittime. In verità, fuor di retorica, uomini e donne esposti al male. Appassionati e fragili, fallibili, mortali”. Paolo Milone ha lavorato per quarant’anni in un “Centro di Salute Mentale” e in “Psichiatria d’urgenza”, e ci racconta esattamente questo. “Nudo e pungente. Con una musica tutta sua ci catapulta dentro il ‘Reparto 77’, dove il mistero della malattia mentale convive con la quotidianità umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e ricordarsi di comprare il latte”.

Gli appuntamenti di “CuneiForme” (fra Lectio, Incontri con l’autore e Teatro) proseguiranno fino al 19 febbraio 2023.

Ingresso libero per Lectio e Incontri, Spettacoli teatrali 10 Euro intero8 Euro ridotto. Prenotazione non obbligatoria

Per info e programma:

“Progetto Cantoregi” , “Soms”, via Costa 23, Racconigi (Cuneo); tel. 349/2459042 o www.progettocantoregi.it

g.m.

Nelle foto:

–       Donatella Di Cesare

–       Paolo Milone

Earthink Festival, capire l’ambiente attraverso il teatro

Dal 9 al 17 settembre torna l’unica rassegna teatrale in Italia sulla sostenibilità ambientale. Quattro prime nazionali, due produzioni internazionali, circo, danza, performance collettive all’aperto e talk, la maggior parte portate in scena da artisti U35, per esplorare la natura e i suoi ecosistemi in modo autentico e interattivo.

 

Tutto è pronto per l’XI edizione di Earthink Festival, il primo festival in Italia e che dal 2012 usa il teatro per parlare di ambiente, ecologia e natura, di nuovo a Torino da venerdì 9 a sabato 17 settembre.

Earthink Festival, nato nel 2011 da un’idea di Serena Bavo dell’associazione Tékhné, per l’edizione 2022 ha in programma un ricco calendario di eventi che animeranno Torino per nove giorni con spettacoli di teatro, danza, circo, performance immersive e itineranti, conferenze musicali e talk. La riflessione sul rapporto uomo-natura, da sempre caratteristica di Earthink, si concentra quest’anno sulle azioni e sulle strategie da mettere in campo nel futuro prossimo: filrouge di molti spettacoli è l’urgenza di ripensare subito la nostra esistenza sulla terra in sinergia e sincronia con gli altri ecosistemi. Sedici gli spettacoli in programma di ETHF22 tra cui quattro prime nazionali, due produzioni internazionali, sei produzioni U35 e l’intera giornata di venerdì 16 dedicata al Goal 5 dell’Agenda2030 con tre appuntamenti per riflettere e confrontarsi sul gender equality.

Gli spettacoli, tutti a ingresso libero e pensati per un pubblico di grandi e piccoli, vedranno arrivare a Torino tanti giovani artisti da tutta Italia e dall’estero.

Si parte venerdì 9 settembre alle 21 allo Spazio Atelier Teatro Fisico con “Apocalisse tascabile” produzione U35 della compagnia Fettarappa-Guerrieri di Roma. Un atto unico eroicomico in cui Dio compare all’improvviso in un supermercato della periferia di Roma annunciando la fine del mondo. L’Apocalisse, affrontata dal punto di vista dei protagonisti, due giovani “scartati”, diviene per loro occasione di vendetta e rivincita. Un lavoro che con grande autoironia porta sulla scena la rabbia di una generazione esclusa.

Tra gli appuntamenti più attesi, il debutto di “Secret Life – Vita segreta degli umani” in programma mercoledì 14 alle 21 presso il Salone delle Arti del Cecchi Point. Dal testo di David Byrne fino a oggi mai tradotto né portato in scena in Italia, prodotto da LST – Teatro di Montepulciano per la regia di Manfredi Rutelli in coproduzione con Tékhné, è nato lo spettacolo che parte da un fatto realmente accaduto, il ritrovamento di documenti segreti dello scienziato, matematico e filosofo Jacob Bronowski, per ragionare su una serie di quesiti fondamentali: cosa significa essere umani? La nostra è realmente un’ evoluzione? O stiamo distruggendo la nostra specie e l’intero pianeta?

Grande fibrillazione anche per le due produzioni internazionali. Sabato 10 settembre alle 20 presso lo Spazio Kairòs andrà in scena “2071 – Una visita guidata al pianeta terra” di LAC Lugano Arte e Cultura, una mostra spettacolo che pone l’attenzione sul tema del surriscaldamento globale mescolando narrazione e fotografia d’autore. Domenica 11 alle 16:50 e alle 18 presso Cascina Filanda sarà la volta invece di “Users’ guide for planet heart” prima nazionale della produzione U35 nata dalla collaborazione tra Eunemesi (Milano) e la compagnia LUIT (Francia). Una performance itinerante in cui il pubblico verrà catapultato nel 2050 e, alla stregua di un gruppo di archeologi, visiterà la terra del futuro. Nel corso della visita saranno gli spettatori a ipotizzare la società dei prossimi decenni, scrivendo collettivamente il Manuale di istruzioni per il pianeta terra.

Domenica 11 alle 11 presso il Cecchi Point sarà invece il turno di “Ciclonica – monologo per donna in bicicletta” spettacolo di circo e clownerie della Compagnia Stradevarie e Campsirago Residenza. Liberamente ispirato alla Critical Mass e a Don Chisciotte, Ciclonica è la storia di una donna che sogna di mettersi in sella alla sua “velocipede Ronzina” per raddrizzare il mondo. Un’eroina indomita, moderna e visionaria che lotta contro il popolo delle auto, dei motori e dei rumori.

Sempre domenica 11 alle 16,30 in Cascina Filanda andrà in scena “EffettoSerra” di Tecnologia Filosofica, una performance di danza che racconta la parabola dello sradicamento dell’uomo dalla natura, indagando come lo sfruttamento dell’ambiente influenzi l’esistenza umana. Alle 17 sempre in Cascina Filanda un appuntamento per tutta la famiglia con “Hanà e Momò” produzione U35 della compagnia Principio Attivo (Lecce). Liberamente ispirato a “Favola d’amore” di Hermann Hesse, le due protagoniste Hanà e Momò dopo un allegro scontro incontro, danno vita a una coinvolgente sfida tra bambini, per raccontare l’importanza del far insieme e dell’accogliere l’altro.

Martedì 13 alle 21 presso lo Spazio Kairòs “Blue revolution – L’economia ai tempi dell’usa e getta getta” del collettivo PopEconomix. Uno spettacolo che usa il giornalismo d’inchiesta per spiegare alcuni grandi temi dei nostri tempi. Un one man show che unisce tre storie (l’economia dell’usa e getta, l’inquinamento da plastica dei mari e la vicenda del giovane imprenditore Tom Szaky) per proporre una nuova visione del rapporto tra produzione, consumo e ambiente.

Giovedì 15 presso l’Atelier Teatro Fisico alle 21 “Cambiare il clima” conferenza spettacolo con musica dal vivo di Faber teatro. Un viaggio a tappe, condotto dai due attori-ingegneri della compagnia, per raccontare in un’ottica positiva e non catastrofista il tema del cambiamento climatico, lasciandosi guidare dal linguaggio semplice e coinvolgente della divulgazione scientifica.

Venerdì 16 settembre sarà la giornata interamente dedicata al Goal 5 dell’Agenda2030 sulla parità di genere.
Si parte alle 11 presso il Cubo Teatro con “Cenerentola” di Zaches teatro Firenze (in replica dopo il debutto di giovedì 15 alle 17 presso il Cubo teatro). Una rivisitazione della celebre favola che recupera anche le versioni orali più antiche, per mettere in scena una fiaba iniziatica in cui la difficile strada per la maturità parte dal distacco con il passato. Si prosegue al pomeriggio con il talk “Culture e sociale, il ruolo delle donne e la parità di genere” e con la performance multimediale “La stanza” di Asterlizze, un’esperienza in realtà virtuale in cui ripercorrere il Coordinamento Femminista di Enna del 1975 e il movimento di emancipazione femminile degli anni ’70 vestendo i panni di una bambina degli anni ’90 che impara a conoscere sua madre e il proprio passato. Alle 21 infine, sempre al Cubo Teatro, sarà il turno di “Madres. Racconti da Plaza de Mayo” di Monica Luccisano con Olivia Manescalchi. Due donne, una Madre di Plaza de Mayo e la giovane figlia: la prima racconta lo strazio del sequestro e della tortura subiti dalla figlia infine “desaparecida”, uccisa in uno dei terribili “voli della morte” e che in quelle condizioni terribili e disumane è diventata a sua volta madre.

Gran finale sabato 17 al Valentino per una giornata di spettacoli immersi nella natura. In tripla replica (ore 11:30, 15 e 17) presso l’Imbarchino “In Natura” una produzione di Tékhné dedicata al benessere per la quale sono stati selezionati e coinvolti artisti U35. Un percorso partecipato di wellness culturale realizzata da un gruppo misto di professionisti e non, per riconnettere il pubblico con la parte più intima e sincera di sé, immersi nel verde del parco. In tripla replica (ore 11:30, 15 e 17) “Experia – La natura si fa maestra attraverso i suoi colori” prima nazionale della Compagnia Eminia. Una performance per uno spettatore alla volta della durata di 5 minuti in cui, partendo da una situazione di isolamento, si troverà la strada per il ritorno a una vita più agevole, seguendo il ritmo della Natura immersi in una stanza piena di colori, forme e immagini. Alle 21 sarà la volta di “Fire Charmers – L’ammaliafuoco” produzione U35 di Fossik Project. Uno spettacolo di musica e animazione analogica che racconta l’incendio di un bosco e del gruppo di animali che vanno alla ricerca dell’origine del fuoco.

Tutti gli spettacoli saranno a ingresso libero fino a esaurimento posti. Per prenotazioni andare sul sito earthinkfestival.it

Earthink Festival è un progetto di Tékhné realizzato con il sostegno di Lavazza, TAP Città di Torino, Fondazione CRT, Circoscrizione Sette, Cooperativa ASTRA, Le Erbe di Brillor con la collaborazione di Imbarchino del Valentino, Radio Banda Larga, Co Abitare Impresa Sociale, TYC, OffTopic, Cecchi Point, Atelier Teatro fisico, Spazio Kairòs, ARCI, C.Ar.Pe, GreenTo, La Piattaforma. La Città Nuova. Natura, paesaggio e riti nella danza contemporanea di comunità.

Ambrogio (FdI): “luci accese in pieno giorno in piazza Castello”

Riceviamo e pubblichiamo

“Mentre da un lato l’Amministrazione Lo Russo impone sacrifici ai torinesi – termostati più bassi e
luce dei lampioni più fioca durante la notte –, dall’altro non si cura di mettere in atto misure di
semplice buon senso. Oggi ne abbiamo avuto una prova: in Piazza Castello i lampioni erano in
funzione come nelle ore più buie della notte.
È il caso di dire che quest’amministrazione – come tante del passato di Torino – “predica bene e
razzola male”.

Paola Ambrogio Consigliere Comunale Fratelli d’Italia

Uncem contro la desertificazione degli sportelli bancari

Il 7% della popolazione italiana vive in territori dove non ci sono più agenzie bancarie: record in Piemonte (13,8%), ma il fenomeno è particolarmente marcato nel Mezzogiorno e nelle isole, dove l’11% degli abitanti non ha uno sportello bancario “sotto casa”. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono 700mila. Cresce il rischio di allontanare milioni di soggetti dal circuito legale della finanza e dell’economia. [ https://www.fabi.it/2022/08/12/la-desertificazione-bancaria-piu-di-4-milioni-di-italiani-senza-banca/ ]

“I dati diffusi  dalla FABI, Federazione Autonoma dei Bancari italiani, conferma quello che Uncem ripete da tempo. E cioè che la smobilitazione delle banche dai territori è un problema nazionale, che Uncem ha rappresentato da dieci anni a oggi ad ABI, Banca d’Italia, Consob, Istituti di Credito. Abbiamo portato in piazza i Cittadini con i Sindaci arrabbiati, abbiamo detto a tutti di cambiare banca se quella banca chiude. Abbiamo spinto le comunità a fare azioni ‘di rottura’, togliendo i conti correnti. Lo diciamo ancora. I dati FABI confermano che i Sindaci avevano e hanno ragione. Alcuni hanno avuto risposte concrete, con la banca che ha chiuso e poi è tornata, accorgendosi dell’errore, come a Monticello d’Alba. Servono azioni istituzionali per mettere un argine alla smobilitazione dei servizi, compresi quelli bancari. E ad esempio per trovare nuove soluzioni con uffici mobili, sportelli organizzati diversamente dal passato, un nuovo modello di banca dei territori e delle comunità a prova di futuro. E un primo passo per avvicinare le banche ai territori, è azzerare i costi e le commissioni per i pos negli esercizi commerciali. Ora sono troppo alte, naturalmente a beneficio dell’Istituto di credito, che se ne va e continua a guadagnare”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente Uncem.