ilTorinese

Nasce il progetto “Moncalieri Città dell’Abitare Collaborativo”

Al via il progetto con una serie di appuntamenti tra ottobre e dicembre 2022:

un convegno di apertura, dei laboratori tematici, un seminario conclusivo. Si parte con le attività che animeranno le giornate di venerdì 7 e sabato 8 ottobre: un’occasione per riflettere e confrontarsi sui temi dell’abitare collaborativo, considerato nelle sue diverse forme e come intreccio di prossimità e di cura.
Moncalieri Città dell’Abitare Collaborativo, è promosso dalla Fondazione Dravelli con il sostegno della Città di Moncalieri, con la cooperazione del Gruppo RIMEDIARE/RI-MEDIARE e dell’Associazione BuonAbitare. Un progetto che intende favorire lo scambio di buone pratiche sulle diverse forme dell’abitare collaborativo ritenute non solo azioni necessarie per sostenere le persone con fragilità e contrastare gli effetti dell’esclusione e del disagio sociale, ma anche come fattore di innovazione sociale: opportunità per promuovere lo sviluppo della comunità locale e la crescita del benessere individuale e collettivo.
L’intento è quello di individuare azioni utili a rimediare alcune delle criticità che caratterizzano la contemporaneità in campo ambientale, economico, sociale, culturale, educativo, formativo: criticità preesistenti, ma rese più evidenti dalla pandemia di COVID-19, dal ritorno della guerra in Europa, dal crescere della paura in relazione al futuro, così come viene percepito e rappresentato in termini individuali e collettivi.
Paolo Montagna, Sindaco della Città di Moncalieri, dichiara: “Gli effetti sociali ed economici sulla Città e sui cittadini generati del COVID prima e della guerra in Ucraina poi, ci impongono di aggiornare la riflessione sulle politiche di Comunità che offriamo alla popolazione. In questa cornice l’iniziativa sull’Abitare Collaborativo, della quale ringrazio gli organizzatori e i partner, rappresenta una importante occasione per fotografare la Città che abbiamo costruito, ma soprattutto per immaginare la visione della Moncalieri che verrà, partendo dalla centralità della Persona e da valori imprescindibili per la nostra Comunità come cura e prossimità”.
Il progetto prenderà avvio con due giornate che vogliono essere un’opportunità per dialogare – a partire dalle esperienze realizzate sul territorio di Moncalieri – su pratiche, interventi e servizi che cercano di rispondere alle diverse esigenze sociali legate ai diversi bisogni abitativi.
Si inizia venerdì 7 ottobre 2022 con il convegno Dialoghi sull’abitare Collaborativo che si terrà dalle ore 14.30 alle 18.00 presso la Biblioteca Civica Arduino “A. Arduino” – Via Cavour, 31 – Moncalieri TO. Interverranno: Silvia Di Crescenzo (Assessora alle Politiche sociali e abitative), Francesco De Biase (Gruppo RI-MEDIARE, Direttore della Collana Pubblico, Professioni e Luoghi della Cultura, FrancoAngeli), Ezio Manzini (Presidente del DESIS Network, Professore Onorario al Politecnico di Milano), Elvio Raffaello Martini (Psicologo di
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Comunità e promotore del progetto BuonAbitare), Daniela Ciaffi (Docente di Sociologia Urbana, Politecnico di Torino e Vice Presidente LABSUS, Laboratorio per la sussidiarietà), Elena Carli (Segretaria Generale della Fondazione della Comunità di Mirafiori Onlus di Torino). Aprirà i lavori Paolo Montagna, Sindaco della Città di Moncalieri; Introduce e conduce i lavori Francesco Maltese (Dottore di Ricerca in Scienze Umane, Responsabile Progetto Abitare Collaborativo della Fondazione Dravelli e referente del nuovo Gruppo BuonAbitare di Moncalieri).
A seguire sarà possibile partecipare al Tavolo Del Dialogo, uno spazio dedicato al confronto sui temi emersi con: assessore e assessori della Giunta, membri del Consiglio Comunale della Città di Moncalieri, rappresentanti delle realtà del territorio e cittadine e cittadini partecipanti al seminario.
Al termine del Convegno, dalle ore 18.30 presso la Fondazione Dravelli è prevista l’inaugurazione della Sede del Gruppo BuonAbitare Di Moncalieri.
Sabato 8 ottobre 2022 dalle ore 9.30 alle 13.00 presso la Fondazione Dravelli sarà possibile partecipare al Laboratorio Vicinato Solidale condotto da Elvio Raffaello Martini.
I partecipanti saranno coinvolti nell’identificare la modalità concreta per realizzare buone pratiche di vicinato solidale in contesti specifici, mettendo a fuoco strumenti utili per: creare un’organizzazione a base comunitaria; definire patti collaborativi per sostenere il buon vicinato; sviluppare capacità e competenze necessarie per sostenere il buon vicinato.
Moncalieri Città dell’Abitare Collaborativo è realizzato
con la collaborazione di: Moncalieri Comunità (Città di Moncalieri), ARCI Torino, CGIL SPI Lega 11 e AUSER di Moncalieri, LABSUS (Laboratorio per la Sussidiarietà), SIPCO (Società Italiana di Psicologia di Comunità), RETE DELLE CASE DEL QUARTIERE, Fondazione della Comunità di Mirafiori ONLUS, Fondazione della Comunità di Porta Palazzo; le cooperative sociali Educazione Progetto, P. G. Frassati e Animazione Valdocco, Open House srl ets, Associazioni CASEMATTE e TRA ME, Comitato Condominio Solidale Castello di Revigliasco, CORRISPONDENZE;
con il supporto di: FISSORE SPA, Cooperativa ASTRA, il Mercoledì, Libreria Arco Nuovo, Biblioteca Civica “A. Arduino” (Moncalieri)
Per info e prenotazioni: abitarecollaborativo.dravelli@gmail.com Telefono: 011.60.68.509 (dalle 10.00 alle 12.00)
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L’obiezione di coscienza: un convegno promosso dal Centro Studi Sereno Regis

Nella Sala Poli del Centro Studi Sereno Regis, il 7 e 8 ottobre prossimi, a Torino, verrà organizzato un convegno dal titolo “Preferirei di no. Storia, voci e prospettive dell’obiezione di coscienza al servizio militare tra l’Italia e Torino a cinquanta anni dalla legge 772”, in collaborazione con il Movimento Nonviolento, il Movimento Internazionale della Riconciliazione, la Scuola per la Buona Politica di Torino e il Tavolo Enti Servizio Civile del Piemonte. Il convegno è patrocinato dal Centro Interateneo di Studi per la pace e della Rete Università per la Pace.

È organizzato a distanza di cinquanta anni dall’apparizione della legge Marcora n. 772 del 15 dicembre 1972, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, che riconosce l’obiezione di coscienza al servizio militare.
Il convegno è promosso all’interno del progetto ‘Signorno’! Torino, città protagonista della storia dell’obiezione di coscienza in Italia.
“Nel convegno si ripercorreranno storia, vissuti, emozioni, contesti politici e ideali, oltre che i protagonisti di una lotta che ha opposto la libertà di coscienza, il principio di “non uccidere” all’obbligo militare in nome della difesa del territorio italiano – spiega Enzo Ferrara, presidente del Centro Studi Sereno Regis – Da qui sarebbe sorta un’idea più ampia di difesa della patria, rispetto a quella meramente militare, che comprende i campi della cultura, dell’ambiente, della marginalità sociale, come è previsto dall’attuale Servizio Civile Universale.
Tre le sessioni del convegno. La prima inizierà venerdì 7 ottobre alle 17 e sarà orientata al rapporto tra attualità e obiezione di coscienza.
Ad aprirla sarà uno dei maggiori studiosi della non violenza, Giuliano Portara, dell’Università di Stoccolma, che terrà una lectio magistralis sul tema dell’Obiezione di coscienza e disobbedienza civile in una società democratica. Seguirà poi una tavola rotonda coordinata dalla vicepresidente del Centro Studi Sereno Regis, Angela Dogliotti, sull’attualità dell’obiezione di coscienza.
La animeranno tre voci storiche del pacifismo, Mao Valpiana, presidente del Movimento nonviolento, Sam Biesemans, vicepresidente dell’European Bureau for Conscientious Objection, e Paolo Candelari, che appartiene al Movimento Internazionale della Riconciliazione.
Chiuderà il primo giorno la riflessione della Costituzionalista dell’ateneo torinese, Alessandra Algostino, che illustrerà i legami tra obiezione, disobbedienza e Costituzione.
La seconda giornata, di taglio prettamente storico, si aprirà a partire dalle 9.30 e sarà dedicata all’obiezione di coscienza in Italia, di cui illustrerà il quadro storico Nicola Labanca dell’Università di Siena.
Bruna Bocchini dell’Università di Firenze affronterà la presenza dell’obiezione di coscienza nel mondo cristiano, non solo in quello cattolico, ma anche nella chiesa Valdese e con il contributo dato all’obiezione dai testimoni di Geova.
Amoreno Martellini, dell’Università di Urbino, si concentrerà sui linguaggi dell’obiezione di coscienza e sul loro mutamento dalla non violenza all’approdo all’antimilitarismo presente alla fine degli anni Sessanta.
Seguiranno due relazioni che si concentreranno sulla controparte, quella di Claudio Vercelli dell’Università Cattolica di Milano, che percorrerà le trasformazioni dell’esercito nelle contestazioni presenti tra gli anni Sessanta e Settanta, mentre Pierpaolo Rivello dell’Università di Torino affronterà la peculiare vicenda della giustizia militare in Italia. La mattinata sarà conclusa da un’intervista a Daniele Lugli e Enzo Bellettato, collaboratori di Capitini e presenti alla Fondazione del Movimento non violento.
Sempre sabato 8 ottobre, a partire dalle 15, il confronto si sposterà sul rapporto tra l’obiezione di coscienza e la città di Torino. Tra i relatori Marco Labbate dell’Università di Urbino, che percorrerà questa relazione lungo le tappe più significative, mentre Marco Scavino dell’Università di Torino inquadrera’ il movimento per l’obiezione di coscienza dentro la Torino degli anni Settanta. Seguirà l’intervento di Pierpaolo Rivello dell’Università di Torino, che affronterà la vicenda peculiare della giustizia militare in Italia. Concluderanno il convegno quattro comunicazioni di storici e testimoni, da Sergio Albesano, che parlerà di Bruno Segre, lo storico avvocato degli obiettori e Pier Carlo Racca, che scriverà una testimonianza sul Corpo Europeo della Pace.
La giornata sarà conclusa da un dialogo tra Valentina Paze’ dell’Università di Torino e Luigi Ferrajoli dell’Università di Roma 3, che parlerà sul tema dell’obiezione di coscienza in relazione al complesso dei diritti fondamentali.

Mara Martellotta

“Steve McCurry. Texture” Al “Filatoio” di Caraglio, gli scatti del grande fotografo americano

Una mostra realizzata dalla cuneese “Fondazione Artea”

Da giovedì 29 settembre a domenica 29 gennaio 2023

Caraglio (Cuneo)

“Se sai aspettare , le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto”: le parole sono dell’americano di Filadelfia, Steve McCurry, da oltre cinquant’anni fra le voci più autorevoli della fotografia mondiale. Dalla street photography alla fotografia di guerra, a quella “urbana” e a tanta tanta ritrattistica. Chiamata a cogliere, in uno scatto improvviso o improvvisato, l’anima della gente. Ovunque nel mondo. Nei luoghi di guerra e nei Paesi di pace. L’anima. Gli occhi. Il volto. I gesti. E gli abiti. Eh, sì. Anche gli abiti. Siano essi intessuti di materia pregiata o di povera e misera fattura. Anche gli abiti, i tradizionali costumi celano e raccontano l’anima di un essere umano, l’anima di un popolo. Parte di qui l’idea della mostra “Steve McCurry. Texture”, promossa e realizzata dalla cuneese “Fondazione Artea” (curata da Biba Giacchetti con il contributo di Maddalena Terragni), ospitata da giovedì 29 settembre a domenica 29 gennaio 2023, negli spazi dell’antico Setificio – Museo di via Matteotti, a Caraglio (Cuneo). Trame di vita.

 

E “tessere” trame di vita è infatti il fine del progetto: le trame impresse nei 100 scatti fotografici provenienti da tutto il mondo a firma del celebre fotografo della “Magnum Photos”, con i tessuti e la storia del luogo, ex fabbrica di seta e oggi “fabbrica culturale”. Gli scatti più famosi e iconici di McCurry ci sono tutti. Compreso il ritratto, arcinoto nel mondo, di Sharbat Gula. Gli occhi verdi, il volto sorpreso, sospettoso (ignaro di cosa mai fosse quel marchingegno posto davanti a lei, fra le mani di uno sconosciuto occidentale) della “Ragazza afgana” ritratta in un campo profughi vicino a Peshawar, in Pakistan. Quel volto diventerà la “foto di copertina” nel giugno dell’’85 del “National Geographic” e sarà, nel tempo, ampiamente utilizzato sulle brochure di “Amnesty International”, oltre che su poster molteplici e calendari vari. Un volto, tanti volti, tante storie di un difficile e rischioso reportage in Afghanistan (travestito, McCurry, con abiti e folta barba da Mujahideen), proprio quando l’invasione russa chiudeva i confini a tutti i giornalisti occidentali, che gli varrà il “Magazine Photographer of the Year”, fra i tanti premi e riconoscimenti e mostre a lui (oggi 72enne) dedicate ovunque nel corso degli anni. L’esposizione organizzata oggi nell’antico “Filatoio” di Caraglio, dove la memoria del glorioso passato di “fabbrica della seta” è ancora viva dopo quasi 400 anni, vuole indagare “il rapporto intrinseco – scrive la curatrice Biba Giacchetti – tra l’essere umano e il modo di vestire, acconciarsi e apparire, attraverso un’ampia selezione di foto del celebre artista che hanno come ‘focus’ il tessuto, in un percorso espositivo che intreccia trama visiva e trama emotiva. Una narrazione che parte da una sezione dedicata alla manifattura e alla produzione che, in ogni paese, per tradizione e disponibilità, si avvale di mezzi e strumenti di realizzazione differenti ma allo stesso tempo è simile nell’approccio manuale e creativo, per proseguire con una galleria dei più celebri ritratti di McCurry, in cui le persone esprimono con fierezza il loro ‘essere’, tanto nei ricchi abiti tibetani quanto nelle più semplici condizioni dei rifugiati afgani come la tanto amata Sharbat Gula”.

Ad arricchire il percorso espositivo sono anche alcuni dei frammenti più significativi della “Collezione Antonio Ratti”: carte tecniche relative alla produzione tessile, antichi velluti e damaschi cinesi, pannelli ricamati della cultura “Kuba” del Congo, matrici di stampa a riserva giapponesi, velluti turchi, tessuti “ikat” dell’Asia centrale, coloratissimi indumenti provenienti dal centro America e una sezione significativa di sete settecentesche europee capaci di entrare in profondo dialogo con le fotografie di Steve McCurry. “Nasce così – conclude Maddalena Terragni, responsabile della ‘Collezione Tessile’ e della programmazione della ‘Fondazione Artea’ – un racconto capace di avvolgere nella sua forma estetica e di proiettare l’immaginario in uno spazio abitato dai riflessi propagati da forme artistiche che qui si fondono diventando complementari”.

Gianni Milani

“Steve McCurry. Texture”

“Filatoio” di Caraglio (Cuneo), via Matteotti 40; tel. 0171/618300 o www.fondazioneartea.org o www.filatoiocaraglio.it

Da giovedì 29 settembre a domenica 29 gennaio 2023

Orari: giov. e ven. 15/19; sab, dom. e festivi 10/19

Nelle foto:

–       “Omo Valley” Ethiopia, 2016

–       “Peshawar – Sharbat Gula” Pakistan, 1984

–       “Tagong” Tibet, 1999

–       “Rajasthan” India, 2005

Note di Classica: Jordi Savall, Vadym Kholodenko e Fabio Luisi, le “stelle” di Ottobre

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Martedì 11 alle 20.30 parte la nuova stagione di LingottoMusica. All’Auditorium Agnelli Les Concerts des Nations, diretti da Jordi Savall eseguiranno musiche di Schubert. Mercoledì 12 alle 20.30 al Conservatorio G. Verdi, debutto della nuova stagione dell’Unione Musicale.

 

Il pianista Vadym Kholodenko eseguirà musiche di Prokof’ev e Schubert. Sabato 15 alle 18 al Teatro Vittoria, Francesco Parodi e Michel Chenuil percussioni, presentano “In Principio era il Ritmo”  primo episodio con Antonio Valentino. Domenica 16 alle 16.30 al Teatro Vittoria, per l’Unione Musicale, Clarissa Bevilacquaviolino e Yu Nitahara pianoforte, eseguiranno musiche di Prokof’ev, Mozart, Brahms, e Saint-Saens. Lunedì 17 alle 20 al Teatro Vittoria, il Quartetto Altemps eseguirà musiche di Onslow e Schubert. Mercoledì 19 alle 20.00 e giovedì 20 alle 20.30, all’Auditorium Toscanini debutto della Stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Fabio Luisi dirigerà l’Orchestra Rai. Verrà eseguita la sinfonia n.2 “Resurrezione” di Mahler. Sempre mercoledi 19 alle 20.30 al Conservatorio, per la stagione dell’Unione Musicale, il Trio Karènineeseguirà musiche di Schubert, Ravel e Schumann. Sabato 22 alle 20 al teatro Vittoria, il Quartetto Esmè eseguirà musiche di Debussy e Cajkovskij.

Mercoledì 26 alle 20.30, l’Unione Musicale presenta al Conservatorio Diana Tishchenko al violino e Josè Gallardo al pianoforte, impegnati ad eseguire musiche di Ravel, Ysaye e Schubert. Venerdì 28 alle 20.30 all’Auditorium Toscanini per Rai Nuovamusica, l’Orchestra Rai diretta da Gergely Madaras, eseguirà musiche di Schonberg, Nono e Carter. Sabato 29 alle 20 al teatro Vittoria,  il Trio Debussy, con Andrea Chenna alle programmazioni, presenta il progetto “Lili”.

Pier Luigi Fuggetta

Presentata nella nuova sede di Borgo Crimea a Torino, la X edizione di “Flashback Art Fair”

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Il “cuore pulsante” dell’arte

Recita, da sempre, il claim: la Fiera “dove l’arte è tutta contemporanea”, sia essa appartenente al passato più passato, sia essa immersa nelle sperimentali bizzarrie del contemporaneo più contemporaneo. Manifestazione che lega cultura e mercato, è stata presentata nei giorni scorsi la X edizione di “Flashback Art Fair”. Un decimo compleanno festeggiato alla grande, con l’apertura (dopo le precedenti ospitate al “Pala Alpitour” e alla “Caserma” di via Asti) della nuova sede in corso Giovanni Lanza 75 (Borgo Crimea) a Torino. In quella che nell’Ottocento fu la villa del noto banchiere Luigi Marsaglia, utilizzata, in seguito ad un consistente ampliamento, come orfanotrofio per essere poi occupata dagli uffici della Provincia, e che, finalmente, dal 3 al 6 novembre prossimi, accoglierà l’attesa “Fiera d’Arte” ideata da Ginevra Pucci e Stefania Poddighelocation ideale – “Flashback Habitat”– grande hub culturale, aperto tutto l’anno (e questo conta!), rinato grazie allo strumento urbanistico dell’uso temporaneo deliberato dal Comune di Torino e all’accordo dell’“Associazione Flashback” con il “Gruppo Cassa Deposito e Prestiti” cui appartengono i 20mila metri quadri dell’area. Dieci anni e un titolo ch’è tutto un programma: “he.art”, con l’immagine guida realizzata da Alessandro Bulgini, direttore artistico della Fiera, e termine che nasce dall’elaborazione di “heart/cuore” e che contiene magicamente al suo interno la parola “arte”. Arte, dunque, come “cuore pulsante”. Che ben “rappresenta – sottolineano i responsabili – la complessità del ‘mondo Flashback’ che individua proprio nell’arte il motore del cambiamento, ponendo l’accento anche sulla necessità di ripensare la relazione centri/periferie”. Una trentina abbondante gli espositori (gallerie fra le più significative sul piano internazionale), tutti selezionati sulla base di un impegno comune nella ricerca e volontà di riscoprire tecniche, opere, artisti e provenienze sempre attuali. Nove quelli torinesi. Protagoniste assolute saranno le opere, che vanno a coprire circa duemila anni di storia dell’arte. Opere che pulsano e navigano tra sacro e profano: dalla luminosa “Fanciulchiara” di Giacomo Balla, ritratto della figlia Elica, presentata da “Aleandri Arte Moderna” di Roma alla cinquecentesca “Predella” (raffigurante “L’Adorazione del Bambino”, “Adorazione dei Magi” e “Fuga in Egitto”) di Bernardino Lanino (1523 – 1583) di “Flavio Pozzallo” di Oulx Torino); dal “Senza Titolo” ( “Il sogno” ) del 1950 di Carol Rama, presentata dalla “Galleria Del Ponte” di Torino, “dove l’artista è ancora giovane eppure già matura, morbosa e anomala”, fino all’emblematico “Habitat” di Stefano Di Stasio (“Galleria Alessandro Bagnai”, Foiano della Chiana – Arezzo), fra i protagonisti indiscussi del ritorno alla pittura d’immagine che ha caratterizzato gli ultimi vent’anni del secolo scorso. E l’iter prosegue senza soluzione di continuità. E di forti emozioni. Sotto l’intesa (principio di base, sempre) che “l’arte è tutta contemporanea”. Interessante è anche ricordare che per il suo decennale, “Flashback Art Fair” ha in agenda (con il titolo di “Flashback exhibition”) un’articolata proposta di mostre, video, talk e laboratori didattici. Tre, soprattutto, le mostre da segnalare, all’insegna dell’internazionalità. La prima, “Opera viva Barriera di Milano, il Manifesto”, progetto ideato da Alessandro Bulgini, raccoglie le immagini di sette artisti islandesi selezionati dal curatore Jón Gnarr. La seconda, “Cuba introspettiva”, è un progetto espositivo ideato e curato da Giacomo Zaza con venti artisti contemporanei, attivi dalla metà degli anni Settanta all’ultimo ventennio, protagonisti delle più recenti ricerche “intermediali” dentro e fuori dell’isola. La terza, con la curatela di Michela Casavola, vede il coinvolgimento dell’ONG indipendente “WeWorld”, impegnata a garantire i diritti di donne e bambini in 27 Paesi del mondo, e raccoglie, in un percorso immersivo, le fotografie di Davide Bertuccio e Camilla Milani realizzate in Benin e Mozambico, con le immagini di un’umanità ritratta nelle sue estreme condizioni di precarietà, in luoghi spesso soggiogati dagli inarrestabili disastri del terrifico cambiamento climatico.

Per info e programmi: tel. 393/6455301 o www.flashback.to.itinfo@flashback.to.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Carol Rama: “Senza titolo”, Galleria Del Ponte, Torino

–       “Flashback Habitat”

–       Giacomo Balla: “Fanciulchiara”, Aleandri Arte Moderna, Roma

–       Bernardino Lanino: “Predella”, Flavio Pozzallo, Oulx (Torino)

Crolla un ponteggio a Rivoli, gravi tre operai

A Rivoli oggi un ponteggio ha ceduto per cause ancora da accertare  e si è staccato dal palazzo. Tre operai feriti, sono all’Ospedale CTO di Torino con gravi traumi. La struttura provvisioria per lavori sul tetto e sula facciata  negli ultimi piani dell’edificio  si è sganciata. Sono giunti sul  posto le squadre dei Vigili del Fuoco, i Carabinieri e la Polizia Locale, con  il sindaco di Rivoli e alcuni consiglieri comunali. Le Forze dell’Ordine stanno anche evacuando la vicina Scuola Materna, che resterà  chiusa anche domani.

(Foto archivio)

Molestava ragazze sul bus: arrestato dagli agenti in borghese

Nei giorni scorsi, gli agenti del Reparto Operativo Specialistico della Polizia Locale, durante uno dei servizi mirati a contrastare fenomeni di devianza sui mezzi di trasporto pubblico denominati “linea sicura”, hanno individuato e riconosciuto, mentre saliva a bordo dell’autobus della linea 68 alla fermata di via Accademia Albertina, un soggetto che nei giorni precedenti era già stato notato assumere atteggiamenti sospetti sulla stessa linea.

Alle 14, orario del servizio, il bus è sempre pieno di studenti che tornano a casa da scuola e gli agenti, in abiti civili, sono saliti a bordo del mezzo pubblico mischiandosi tra la folla.

Secondo l’ipotesi di accusa il soggetto, salito a bordo dell’autobus, si sarebbe reso responsabile di comportamenti costituenti il reato di cui all’art. 609 bis c.p. nei confronti di una ragazza che viaggiava a bordo dello stesso autobus. Gli agenti sono prontamente intervenuti, si sono qualificati e hanno proceduto in flagranza di reato al suo arresto.

Il soggetto, un uomo sessantaquattrenne di origine peruviana, è stato tradotto presso la Casa Circondariale “LORUSSO e CUTUGNO” di Torino.

Golf e food alleati per sostenere la ricerca sul cancro

Sul green del Royal Park I Roveri accanto ai professionisti del golf sono scesi in campo grandi chefper sostenere la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e dare il via alla campagna Life is Pink. Al termine della gara, all’asta una maglia rosa indossatae autografata dal capitano della Juventus Bonuccinell’ultima partita di campionato e una statuetta TOHfirmata dai campioni del tennis mondiale alle Atp Finals.

Golf e food alleati per sostenere la ricerca sul cancro. Per il terzo anno consecutivo è stata questa la formula di successo della Pro Am della Speranza –The Green is Pink, che si è svolta oggi, 4ottobre, al Royal Park I Roveri. La XXIII edizione della manifestazione – dedicata a Furio Maggiorotto, lo stimato oncologo dell’Istituto di Candiolo prematuramente scomparso ha permesso di raccogliere 102.000 euro.

La Pro Am della Speranza The Green is Pink ha dato il via all’edizione 2022 del progetto “in rosa” LIFE IS PINK, il mese di eventi per sensibilizzare alla lotta contro i tumori femminili lanciato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. I fondi raccolti serviranno ad acquistare uno speciale microscopio a scansione laser progettato per l’analisi delle biopsie, in particolare per i tumori della mammella, che facilita l’esame estemporaneo del tessuto tumorale rimosso in pochi minuti, al fine di evitare successivi reinterventi.

Sul green di uno dei più bei club golfistici d’Italia si sono sfidate 21 squadre composte da un professionista e tre amatori, in rappresentanza di altrettanti sponsor e partner. Tra una buca e l’altra si sono potuti assaporare piatti in abbinamento a vini e cocktail, preparati da alcuni dei più importanti chef della nostra regione. Un break tutto da gustare organizzato in collaborazione con Città del Gusto Torino – Gambero Rosso e DeMaria Advisory Group.

A fine gara, dopo la premiazione, gli chef hanno organizzato un aperitivo durante il quale si è svolta un’asta benefica: in palio la speciale terza maglia “pink” della Juventus autografata e indossata dal capitanoLeonardo Bonucci nell’ultima gara di campionato contro il Bologna e la speciale statuetta “TOH” realizzata per leAtp Finals e autografata dai campioni del tennis mondiale.

Per l’occasione si è esibita la cantautrice italiana Neja, che ha venduto 4 milioni di copie delle sue canzoni nel mondo.

La “Pro Am della Speranza” è uno degli eventi storici della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: nata nel 1998 ha raccolto negli anni oltre 2 milioni di euro grazie al sostegno generoso di numerosi importanti partner. Ad alcune edizioni hanno partecipato alcuni dei nomi più prestigiosi del golf italiano, dai fratelli Molinari a Costantino Rocca a Matteo Manassero, oltre a campioni internazionali.

Sono stati partner della XXIII edizione della Pro Am della Speranza The Green is Pink, oltre al main sponsor Allianz, anche Kappa, Juventus, Lavazza, Galup, Rinascente, Cofifast, Fondazione Bassanini, Iveco,Guido Gobino, Jolly Sport, Arriva, Banca Patrimoni, Chiusano Immobiliare, Romec, Banca Mediolanum – Diego Data Wealth Advisor, Francone, Bio Powerstock, Cassagna, KPMG, Between, Damilano, Getty Images, La Stampa, Tsubaki-Nakashima, Xerjoff, Strike Agency, Rovagnati, Baronio.

La parte Food è stata curata dai ristoranti: Kensho, Bananna Kitchen, Planet Farm, Spinosi, Sangiors, AgriBiscotto Bakery Bistrot, Chocolat, Languorini, Fuzion Food, QR-Quadrilatero Romano, Coppo, Casa Goffi e Affini.

Il secondo romanzo di Arianna Frappini: “Il soldato che amava l’alba”

Informazione promozionale

Il libro, di ambientazione storica reale, nell’Ottocento, ma con un tocco di fantasia per la collocazione spaziale degli avvenimenti: il regno in cui si svolge quasi tutta la vicenda è il Regno di Fano, di invenzione dell’autrice. È la storia di un bambino, William Catone, sensibile e determinato, che diventa uomo…

Arianna Frappini nasce nella cittadina umbra di Gualdo Tadino (PG) nel 1997. Fin da piccola ha una spiccata predilezione per la lingua italiana e per le materie umanistiche e scrive poesie, racconti e romanzi dalla sua più tenera età. Se dovesse riassumere in una parola che cosa è per lei l’attività dello scrivere, direbbe respirare: necessario, istintivo, naturale. Scrive per se stessa, per dare voce ai suoi pensieri, ai suoi sogni, ai suoi ideali, alle sue fantasie, al suo vissuto in modo diretto (soprattutto nelle poesie) o alle storie dei suoi personaggi, che esistono grazie a lei, ma, come dice sempre, è lei che vive ed esiste grazie alla loro esistenza.

Pubblica diverse poesie insieme ad altri autori all’interno di iniziative dell’Aletti Editore e una raccolta personale, “Di una vita” (2013). Nel 2020 pubblica con Albatros il suo primo romanzo, “L’ultimo dono prima di morire”, ambientato tra la Spagna e l’Impero ottomano nel Cinquecento. Nel 2022 esce con Editrice ZONA il suo secondo romanzo, “Il soldato che amava l’alba”. Gestisce il blog “Oltre” con due rubriche: “Libri senza pregiudizi” di riflessioni e di recensioni di libri di autori arabi e di tutti quegli scrittori capaci di farsi ponte tra culture o di andare oltre le apparenze e “Emozioni da lupi” sulla musica di Ermal Meta.

“Il soldato che amava l’alba” è il suo secondo romanzo, di ambientazione storica reale, nell’Ottocento, ma con un tocco di fantasia per la collocazione spaziale degli avvenimenti: il regno in cui si svolge quasi tutta la vicenda è il Regno di Fano, di invenzione dell’autrice. È la storia di un bambino, William Catone, sensibile e determinato, che diventa uomo. E la sua crescita si realizza anzitutto attraverso la sua professione, il soldato, che gli fa conoscere tutta l’essenza dell’esistenza, la cui bellezza risiede proprio nelle sue apparenti contraddizioni o nelle sue diverse facce: la guerra e la pace, il dolore e l’amore, l’amicizia e l’abbandono, il valore e la paura.

E solo passando per tutti gli stadi di questa vita, strana e bellissima, William potrà essere davvero se stesso, trovare il suo posto nel mondo, conoscere amici che si porterà dietro per sempre, conquistare il cuore di una donna che odia i soldati e che si protegge dietro la sua durezza e, soprattutto, ricordare e ricordarsi che si può sempre cadere, l’importante è avere la forza e imparare il segreto per rialzarsi: guardare sempre l’alba, anche nella notte più buia, e credere nella luce, anche quando il mondo sembra inghiottito dalle tenebre.

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Per acquistare il libro
https://amzn.eu/d/hG2eL2V

Per visitare il blog dell’autrice
https://oltreblogdiariannafrappini.wordpress.com/

Caro bollette, il Comune spegne la Mole

La Città di Torino prende i primi provvedimenti per il risparmio energetico. Il riscaldamento si potrà accendere il 17 ottobre ma solo nelle scuole. Spente le luci notturne della Mole Antonelliana e di altri monumenti. Nei viali resterà acceso solo un lampione su due. All’ipotesi anche un ampliamento dello Smart working tra i dipendenti per risparmiare su luce e riscaldamento. Intanto Iren ha messo il Piombino ai contatori di oltre 150 impianti in condomini di Torino e cintura per questioni di morosità. Il Comune di  Torino e la Regione stanzieranno fondi straordinari per aiutare le attività economiche in crisi per il caro bollette.
(foto Mihai Bursuc)