POLITICA
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PRIMA PAGINA – Task force a Palazzo Chigi dopo i dazi di Trump
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Due ore di concerto che spazieranno dai grandi brani della tradizione Gospel, ricchi di spiritualità, alle composizioni più recenti con trascinanti sonorità soul e funky.
Interazione, canto, aggregazione e condivisione sono i temi fondamentali su cui si sviluppa il progetto del Sunshine Gospel MASS Choir che rappresenta una vera e propria esperienza formativa, una possibilità di creare connessioni tra le persone, immergendosi nella cultura gospel più pura e veritiera, in compagnia delle sue eccellenze.
Padrone di casa dell’evento il Sunshine Gospel Choir al gran completo che, dopo aver conquistato il Golden Buzzer di Joe Bastianich nell’edizione 2020 di “Italia’s Got Talent”, è stato eletto nel 2024 il miglior coro d’Europa presso la prestigiosa Royal Albert Hall di Londra, vincendo il concorso “How Sweet The Sound”, uno dei concorsi americani Gospel di maggior prestigio. Oltre ad essere stato protagonista in mondo visione della cerimonia di apertura delle FISU World University Games Winter 2025 e delle Special Olympics World Winter Games.
Sul palco gli immancabili:
Maestro e Minister Alex Negro
la cantante e vocal coach Rosanna Russo
il Bluesman Joe Nicolosi.
Performers speciali dagli Stati Uniti cinque stelle internazionali del gospel:
Noreda Graves, cantante degli Harlem Inspirational
Pastor Edward “Busta” Fields da Filadelfia
“Overseer” Rodney Bradley da New York
Minister Tyree Miller da Filadelfia
Pastor Maryta Fields, vincitrice del concorso “Best Afro-American voice” presso l’iconico Apollo Theatre di New York
Il concerto sarà accompagnato dalla band live composta da Silvano Borgatta e Paolo Gambino al piano e tastiere, Michele Bornengo al basso, Mario Bracco alla batteria e Federico Memme alla chitarra.
Alex Negro, anima e cuore del Sunshine dichiara: “Questi ultimi anni sono stati assolutamente eccezionali per il nostro coro. Abbiamo ricevuto così tanta energia e calore che era doveroso restituirne almeno una parte. Torino è la nostra casa e non potevano che organizzare qui l’evento eccezionale che è il MASSChoir, tra la gente che ci vuole bene, stretti in un grande abbraccio. Il Gospel è condivisione, ha la capacità magica e curativa di creare aggregazione e rete tra le persone, di fare del bene. Per questo abbiamo voluto sposare ancora una volta una causa del cuore devolvendo parte dell’incasso dell’evento all’AITF, Associazione Italiana Trapianti di Fegato. Nel 2015 siamo riusciti ad acquistare grazie al MASS un’ambulanza per la Croce Rossa; quest’anno contiamo di fare meglio, con l’aiuto del nostro pubblico.”
INFO BIGLIETTI
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I biglietti per l’evento sono in vendita:
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Per maggiori informazioni o per la prenotazione di gruppi è possibile scrivere all’indirizzo e-mail info@sunshinegospel.com e consultare il sito ufficiale |
Il processo di digitalizzazione di Poste Italiane continua con il servizio “Atto giudiziario online”, disponibile per Avvocati, aziende e pubbliche amministrazioni della Provincia di Torino. Sono già numerosi i clienti che hanno scelto “Atto giudiziario online”, accessibile h24 dai propri sistemi gestionali e informativi attraverso un collegamento diretto con i sistemi di Poste Italiane, oppure utilizzando una soluzione di partner tecnologici certificata da Poste per spedire i loro documenti su tutto il territorio nazionale, in conformità alle disposizioni di legge vigenti in materia. In particolare è possibile gestire in modo semplice la notifica delle violazioni al Codice della Strada, delle sanzioni, i tributi locali e le ingiunzioni di pagamento, e la notifica da parte di Avvocati e procuratori legali di atti civili, amministrativi e stragiudiziali ai sensi della Legge 53/94.
Il nuovo servizio di Poste Italiane, “Atto giudiziario online”, è modulare, flessibile e configurabile, e semplifica tutta l’attività di gestione della corrispondenza in uscita, velocizzando i tempi di invio e ammortizzando i costi di stampa. Per poter accedere al servizio, i clienti potranno utilizzare “Atto giudiziario online” sottoscrivendo l’offerta “Postaonline Host to Host”. Dopo aver ricevuto il documento, Poste Italiane lo elaborerà in formato pdf, mostrando al cliente un’anteprima di spedizione. Dopo la conferma dell’invio, il cliente riceverà una ricevuta di accettazione. Poste Italiane apporrà su ogni pagina dell’atto giudiziario la dicitura “stampa conforme al file trasmesso” e il codice identificativo dell’atto.
Sul documento pdf così generato, Poste Italiane porrà inoltre una marca temporale e la sottoscrizione digitale del responsabile del servizio, mettendolo a disposizione del cliente. Successivamente Poste Italiane, provvederà all’attività di stampa, imbustamento, apposizione dell’indirizzo, recapito, rendicontazione per il cliente e archiviazione online. Secondo le normative vigenti, i clienti potranno scegliere di ricevere l’Avviso di ricevimento dell’atto giudiziario anche in formato digitale via PEC. In alternativa alla restituzione dello stesso a mezzo posta, passo fondamentale per la digitalizzazione del processo di notifica con una riduzione degli errori e dei tempi di accettazione dei documenti e un’accelerazione del processo di restituzione.
L’azienda si conferma ancora una volta attenta alla sostenibilità ambientale, tutti i documenti infatti vengono stampati su carta certificata SFC, ottenuta dal legno proveniente da foreste gestite in maniera responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici, per consentire un agevole riciclo delle buste e dei fogli utilizzati.
Mara Martellotta
Da domenica 6 a mercoledì 9 aprile 2025 il Piemonte vitivinicolo ritorna da protagonista a Verona alla 57esima edizione di Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e distillati, imprescindibile palcoscenico per gli operatori provenienti da tutto il mondo.
A pochi giorni dall’introduzione dei dazi USA, sarà anche la prima occasione per il comparto vitinicolo piemontese per confrontarsi sul tema e i suoi possibili effetti.
Confermata, dopo il debutto di successo della scorsa edizione, la presenza dell’area Piemonte nel cuore del Padiglione 10 di Veronafiere, dove è ospitata anche la maggior parte degli espositori piemontesi presenti con il proprio stand. Si tratta di un grande spazio collettivo di 1500 mq allestito e gestito da Piemonte Land of Wine, l’ente che riunisce i 14 consorzi piemontesi del vino. Nell’Area Piemonte sono presenti 107 produttori di tutto il Piemonte e i 14 consorzi di tutela.
“Il Piemonte torna da protagonista a Vinitaly – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore al Commercio, Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca Paolo Bongioanni e l’assessore al Turismo Marina Chiarelli – palcoscenico imprescindibile per la promozione internazionale non solo dei suoi grandi vini, ma di tutto il suo agroalimentare di eccellenza e del suo turismo”.
Numerose le novità di questa edizione 2025.
“Vinitaly 2025 rappresenta per il Piemonte un anno di svolta – spiega l’assessore Bongioanni – Debutta il nuovo brand “Piemonte is- Eccellenza Piemonte”, il marchio di qualità che abbiamo presentato a Roma e che da ora accompagnerà le produzioni agroalimentari piemontesi a denominazione d’origine, un patrimonio di 19 vini Docg e 41 Doc, 14 prodotti Dop e 9 lgp, 344 prodotti agroalimentari tradizionali e quasi 600 prodotti di montagna con cui il Piemonte esprime da solo quasi un quarto delle produzioni certificate in tutta Italia. A Vinitaly lanciamo anche la nuova indicazione geografica più ampia “Piemonte”, che potrà essere aggiunta sulle etichette dei nostri vini Doc e Docg per identificarli con la nazione in cui nascono. E l’Alta Langa Docg, il Metodo Classico piemontese proclamato Vino piemontese dell’anno 2025, inizia di qui il suo viaggio per accogliere gli ospiti di grandi eventi che nei prossimi mesi vedranno la nostra regione protagonista. Con questi strumenti inauguriamo un nuovo approccio, un radicale cambio di marcia per la promozione del nostro territorio attraverso i suoi prodotti di eccellenza”.
Fitto il calendario di appuntamenti e presentazioni in programma nell’area Piemonte. Domenica 6 aprile alle 14.30 inaugurazione con la presentazione del brand ‘Piemonte is Eccellenza Piemonte’ nelle denominazioni di origine, dell’Alta Langa Docg Vino piemontese dell’anno 2025 e del concorso “50 Best Restaurants”, con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni, l’assessore al Turismo, Cultura e Sport Marina Chiarelli, Francesco Monchiero, presidente Piemonte Land of Wine; Beppe Carlevaris, presidente VisitPiemonte; Maria Cristina Castelletta, presidente Consorzio Alta Langa, Paolo Ricagno, presidente Consorzio di Tutela Vini d’Acqui; modera Danilo Poggio.
Alle 16 all’Auditorium Verdi la presidente del Consorzio Alta Langa Maria Cristina Castelletta riceverà il Premio Angelo Betti – Benemeriti della Viticoltura 2025.
Lunedì 7 aprile alle 12 vi sarà un confronto tra territori Unesco del Vino sulla presentazione a Parigi della Candidatura dell’area del Roero a Buffer Zone Unesco; alle 15 si parlerà di salute e consumo di vino nella dieta mediterranea: quali decisioni da assumere alla luce delle conoscenze disponibili, con l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.
Martedì 8 aprile, alle12, l’Associazione Produttori del Vino Biologico del Piemonte e Fondazione Agrion presentano il report sull’andamento del vino biologico in Piemonte e il progetto dell’Osservatorio del Vino biologico del Piemonte. Alle 14.30 si terrà un convegno sul “Piemonte del futuro” sostenibilità, competitività e nuovi orizzonti di consumo nel vino, a cura di Accademia di Agricoltura di Torino.
E torna dopo il successo dello scorso anno anche il Ristorante Piemonte, all’esterno del Padiglione 10, curato dallo chef stellato piemontese Massimo Camia ( Novello, Cn, 1 stella Michelin), proporrà un menu a base di prodotti piemontesi Dop e Igp, accompagnati da vini Doc e Docg del territorio regionale.
In carta piatti come gli asparagi del Roero alla crema di Grana Padano Dop, i Gobbi di salsiccia di Bra, patate e porri e il biancostato di Vitellone Piemontese della Coscia cotto a bassa temperatura, la Piccola pasticceria piemontese. confermato anche lo spazio lounge, annesso al ristorante a cura del consorzio Asti Docg.
Mara Martellotta
cs
Nel regno animale la chioccia è la gallina che accudisce i pulcini, proteggendoli dai rischi e controllando le loro mosse.
Nell’ambito umano, viene usato questo termine per designare le mamme che accudiscono i figli in modo maniacale, ossessivo, assillante anziché permettere la loro evoluzione fisiologica: conosco almeno un paio di mamme che vigilano in modo ossessivo sui loro pargoli (uno di questi ha 47 anni….) pensando di sapere cosa sia meglio per loro, provvedendo alle loro (presunte) necessità e prevenendo ogni rischio.
Non mi è chiaro se alla loro “prima volta” le mamme fossero presenti per verificare che tutto filasse liscio.
E’ evidente che anche questo aspetto nella crescita di un individuo porti alla crisi attuale della società, dove la maggior parte dei ragazzi resta nella famiglia di origine fino a tarda età anziché generare una famiglia propria, dove il lavoro non è una meta né un mezzo, poiché pensano i genitori a soddisfare i bisogni dei figli (università, auto, vacanze, svaghi e abbigliamento compresi).
Va notato che è solitamente espletato dalle mamme nei confronti dei figli maschi, per cui c’è da sperare che nelle prossime generazioni siano in prevalenza femmine a nascere, visto che comunque la natalità è in calo.
Non so se sia consolante il fatto che questo è un fenomeno prettamente italiano: ho diversi amici sia in Europa che in altri continenti, ma solo in Italia i ragazzi (particolarmente i maschietti) non sentono la necessità di svezzarsi, di evolversi, di maturare assumendosi responsabilità, comportamenti e godendo di diritti che dalla maggiore età in avanti sono sacrosanti o, almeno, dovrebbero esserlo.
In Germania, in Inghilterra nonostante la crisi economica che ha toccato anch’esse, i giovani cercano di andare a vivere per conto loro, anche condividendo appartamenti in 3-4 persone, pur di raggiungere la loro autonomia. Annelore, madre tedesca di 2 ragazzi poco più che ventenni, mi ha raccontato che al termine delle scuole superiori, lei ed il marito hanno aiutato i figli a trovare un appartamento in affitto e li hanno bonariamente obbligati a farsi una loro vita. I ragazzi studiano, fanno qualche lavoretto per pagarsi gli studi, vitto ed alloggio ma i genitori intervengono nel caso loro, per qualche ragione, non riescano a pagare tutto. Anzi, mi ha chiesto come facciano i nostri ragazzi a non sentire il bisogno di autonomia, di poter organizzare feste, cene a casa loro senza i genitori in mezzo, di poter gestire una propria vita scandendo orari, visite e tutto il resto. Siccome molti dei nostri giovani hanno ancora istinti sessuali, inevitabile che non avendo altro luogo portano a casa la ragazza (o il ragazzo) per il week end cosicché i genitori, anziché disfarsi di un peso, se ne vedono accollare uno ulteriore.
Molti dei giovani intervistati sostengono che sia impossibile trovare lavoro, che i genitori non possano permettersi di pagare loro un affitto, che non abbiano ancora l’età per procreare (atto che piò essere compiuto anche in casa dei genitori, per altro).
E’ evidente che la crisi economica sia soltanto una scusa per giustificare il loro comportamento: moltissimi giovani, in diverse parti del nostro Paese, specie nei Comuni più piccoli, si sono uniti in cooperative, srl o altre forme, per dare vita a veri incubatori di idee, per sfruttare le risorse del luogo, per inventarsi un mestiere o per rilevare un’impresa locale la cui proprietà sia in procinto di cessarne l’attività.
Alcune Regioni, GAL (Gruppi di azione locale), l’UE, alcune Fondazioni indicono periodicamente bandi per l’erogazione di fondi destinati a tali attività, per l’imprenditoria femminile o giovanile ai quali possono accedere quanti siano desiderosi di avviare un’attività o rilevarne una: quanti partecipano secondo voi in percentuale? E quanti sanno anche soltanto dell’esistenza del bando? Come dite? No, sono ancora troppi.
Certo, non dover fare il bucato, stirare, fare la spesa, pulire, pagare le bollette, buttare i rifiuti, andare alle assemblee di condominio è un risparmio di fatica (e di responsabilità) non da poco, ma dove lo mettiamo l’orgoglio? Quando a ventidue anni, terminato il servizio di leva e iniziato un lavoro a tempo indeterminato, dopo due anni di fidanzamento decidemmo di andare a convivere immaginate quale fu la soddisfazione nel vedere la casa tinteggiata, arredata, con la TV, lo studio, il cucinino attrezzato, le piante sul terrazzo, la cantina ed il box, realizzando che avevo sicuramente più di quanto avessi avuto nella casa dei miei.
Essendo il primo nel giro delle amicizie a diventare indipendente, ogni occasione era buona per avere tutti a cena, per assaggiare cosa preparassi loro quella volta, per sentire musica, bere qualcosa nell’angolo bar o guardare qualcosa in TV, anche seduti sul tappeto.
Ebbi la fortuna di abitare alla Crocetta, ma se anche avessi dovuto ripiegare su San Paolo, Pozzo Strada, Barriera di Milano o Madonna di Campagna non avrei avuto esitazioni: parafrasando Enrico di Navarra, potrei dire che la libertà val bene qualche sacrificio.
Da un lato genitori che non hanno spinto più di tanto i figli, dall’altro la crisi, dall’altro ancora l’emulazione (se Mario non va a stare da solo, perché devo farlo io?) hanno portato a questo stato di cose che, inevitabilmente, stanno minando seriamente e profondamente la nostra società: non si fanno figli, non si contribuisce all’aumento del PIL, si contribuisce alla stagnazione dell’economia che, nel nostro contesto, può diventare una stagflazione.
La ricetta per guarire? I genitori devono tornare a fare i genitori, non gli amici; i giovani devono riprendere in mano la loro vita, pensando che dalle loro decisioni non dipende solo la solo vita singola ma il funzionamento ottimale dell’intera società.
Dimostrare a sé stessi prima che agli altri che “volere è potere”; in caso contrario? Non si è furbi, si è poveri incapaci.
Sergio Motta
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Da venerdì 4 a domenica 6 aprile le eccellenze del florovivaismo italiano si ritrovano alla Palazzina di Caccia di Stupinigi per Anteprima FLOReal
Le eccellenze del flovivaismo italiano si ritrovano alla Palazzina di Caccia di Stupinigi per la quarta edizione di Anteprima FLOReal.
La manifestazione, organizzata da Orticola del Piemonte, si snoderà venerdì 4 dalle 10 alle 19.30, sabato 5 e domenica 6 aprile dalle 9.30 alle 19.30 entrambi i giorni.
Prologo dell’iniziativa sarà, nella serata di giovedì 3 aprile, sempre alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, una cena benefica detta “Cena a 10 mani”, organizzata da To be events e Orticola Piemonte, il cui ricavato andrà a sostegno della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo. Chef di prestigio uniranno le loro idee per un’esperienza gastronomica inedita, composta da cinque portate, ciascuna accompagnata da un vino di prestigio selezionato. Lo scorso anno grazie alla cena sono stati raccolti quasi 9 mila euro a favore della Fondazione per la Ricerca sul Cancro.
Per l’acquisto del biglietto il link è: Menu a 10 mani Palazzina di caccia di Stupinigi To Be Events*Shop.
La tre giorni di Anteprima FLOReal entrerà poi nel vivo in un tripudio fiori e di piante, per accogliere la primavera e le sue eccellenze stagionali: accanto alle particolarità florovivaistiche provenienti da tutta Italia, con una maggiore rappresentanza da parte del Piemonte, si aggiungeranno alcune interessanti realtà artigiane di arredo da giardino, per un complessivo di circa 40 espositori, una vera e propria Anteprima, in vista delle manifestazioni Flor e Festival del Verde, che si terranno a maggio a Torino, e FLOReal che si terrà nuovamente alla palazzina di Caccia di Stupinigi nel mese di ottobre.
Come sempre molto vasta sarà la selezione in mostra di piante e fiori: rose di ogni tipo e arbusti da bacca, erbacee perenni e graminacee, piccoli frutti e agrumi, piante aromatiche, cactacee e succulente. E ancora piante acquatiche, arbusti australiani, piante tropicali e orchidee, peonie, piante rampicanti, ortensie, piante alpine e molto altro ancora.
Non solo piante ma anche diverse proposte di arredi da giardino come le lampade botaniche artigianali, cuscini per arredo, antichi arredi da giardino e collezioni di oggetti a tema floreale fino a stoffe, ottomane e ceramiche.
Una vera e propria Festa della Natura e della Bellezza aperta a tutti coloro che vogliono lasciarsi trasportare dal richiamo della Natura e godersi un momento di relax colorato e profumato a pochi passi dal caotico centro cittadino.
La tre giorni di Anteprima FLOReal vivrà anche di cultura e formazione del verde con FLOR ACADEMY, un programma di incontri, laboratori e dibattiti a tema green in compagnia di alcuni dei principali vivaisti presenti alla manifestazione.
Tema portante di questa edizione sarà il “Verde Tropicale”: anche a Torino e in Piemonte, infatti, è possibile coltivare le piante tropicali. Durante questa ACADEMY totalmente gratuita, i vivaisti racconteranno le loro esperienze e suggeriranno le giuste tecniche per coltivare questa tipologia di piante così particolari: dalle tillandsie alla frutta e le spezie tropicali, fino alle orchidee tropicali.
Anteprima FLOReal è organizzata da Orticola Piemonte, selezione dei migliori vivaisti d’Italia.
Ingresso 7euro
Mara Martellotta
Oggi la Città di Torino, unitamente alle Associazioni di volontariato del territorio, alle Associazioni combattentistiche d’arma ed alle massime autorità civili e militari ha ricordato questi martiri per la libertà.
Rendere omaggio a quei giovani, che con il loro sacrificio hanno contribuito a costruire la libertà in cui, ancora oggi viviamo, è necessario per non dimenticare.
Per testimoniare, a distanza di così tanto tempo, la vicinanza a loro è necessario essere testimoni e custodi dei valori per cui questi martiri hanno sacrificato la loro vita.
Le preghiere del cappellano militare don Diego Maritano e del rabbino capo Ariel Finzi, hanno concluso la cerimonia, svoltasi di fronte ad un folto pubblico di autorità, ex partigiani, ex deportati e studenti.
TORINO CLICK
“Stefania Craxi- All’ombra della storia- La mia vita tra politica e affetti”, Piemme Edizioni. E’ questo il titolo del libro presentato il 3 aprile 2025 al Centro Pannunzio di Torino, con la presenza dell’autrice del libro, Stefania Craxi, in conversazione con Pier Franco Quaglieni, presidente del Centro Pannunzio, il giornalista Valter Vecellio e lo scrittore Salvatore Vullo.
Un evento, promosso dal Centro Pannunzio di Torino: avamposto di libertà e di anticonformismo, protagonista di battaglie a difesa di valori fondamentali della nostra Italia e a difesa di avvenimenti e personaggi ingiustamente caduti nel dimenticatoio o oggetto di avversione, ingiustizie, ostracismo. In tale ambito si inserisce la storia e gli avvenimenti che portarono alla distruzione della Prima Repubblica; quella “Falsa Rivoluzione Giudiziaria del 1992-94” e la morte in esilio di Bettino Craxi, dopo la quale, per me nulla sarebbe stato più come prima…” come scrive Stefania Craxi nella introduzione al suo libro. Quella falsa rivoluzione giudiziaria che, in piena democrazia, spazzò via la quasi intera classe dirigente dell’Italia, (la migliore classe politica dell’Italia Repubblicana), ovvero quella dei partiti che per quasi 50 anni avevano governato e reso grande l’Italia (DC- PSI- PRI- PSDI- PLI); con un furore, una violenza anche letale, che non si verificò neanche nel passaggio dal Fascismo alla Democrazia. Salvando il PCI-PDS che c’era dentro fino al collo, specie con i milioni di Rubli che arrivavano da Mosca, ma che assecondò e sostenne l’azione giudiziaria, e ne fu il beneficiario, rimanendo il dominus della Seconda Repubblica.
La vittima eccellente, il capro espiatorio di questa pseudo rivoluzione mediatica-giudiziaria fu Bettino Craxi: Una violenza direttamente proporzionale alla grandiosità del personaggio a livello nazionale e internazionale, che diede il meglio di sè nei quattro anni da presidente del consiglio. “…L’Ombra della storia… L’Ombra di questo Gigante (così lo definisce Stefania). Un Gigante che emerge tra tante tremule figure, e che da tempo aveva scatenato i peggiori pruriti moralistici ideologici, facendone un simbolo assoluto del male; intanto per sminuirne la grandezza, con la quale non reggono al confronto, e perché esaltare il male altrui, definirlo un male potente, serve a distogliere l’attenzione dal proprio male, ad anestetizzarlo, a renderlo irrilevante o inesistente, e rendere se stessi potenti in quanto “Combattenti contro quel male”.
Come sappiamo, Bettino Craxi fu la vittima “per Antonomasia”, per la violenza politica, mediatica subita e la violenza anche fisica, che sfiorò anche il linciaggio; e la violenza giudiziaria, che ha fatto “Carne di Porco” del diritto e delle leggi. Con una condanna prefigurata in contumacia (nel processo Enimont (la madre di tutti i processi), con decine e decine di imputati tra cui tutti i segretari nazionali del pentapartito, [ma c’era anche Bossi), come nei processi della Russia comunista, conclusosi in 6 mesi (a ridosso delle elezioni politiche anticipate del marzo 1994) ovviamente con la condanna, ancor più dura per Craxi. Il tutto orchestrato in modo da escludere i leader dei partiti del Pentapartito di partecipare alle elezioni politiche del 1994. Da ciò, l’esilio di Hammamet (L’esilio dorato e altre falsità sui “tesori di Craxi” come li definivano i mistificatori e la Canea dei Talebani del giustizialismo). Infatti, come poi tutti poterono constatare, Craxi, che stava già male, si fa 6 anni di esilio in Tunisia, una pena vissuta tra profonde umiliazioni, sofferenze, privazioni, e con una serie di malattie che nel giro di poco tempo lo portarono alla morte. Morì infatti il 19 gennaio del 2000 a 66 anni, dopo tante e lunghe malattie che potevano essere ben curate, se gli avessero consentito di farlo in Italia. “Ho visto mio padre morire tra le mie braccia”, scrive mestamente Stefania (erano soli, in casa ad Hammamet).
Da ciò nasce questo libro di Stefania Craxi “All’ombra della storia-La mia vita tra politica e affetti”. Un libro diverso e peculiare, rispetto ai tantissimi libri che in questi anni sono stati pubblicati sulla vicenda Craxi e sui socialisti. Dunque, il libro, in assoluto, più vero, più attendibile perché Stefania è la figlia primogenita di Craxi, e quella storia, all’ombra, dietro le quinte, di riflesso l’ha vissuta e ne testimonia le tracce della vita quotidiana, gli elementi fisici, i dettagli. Un libro che racconta la “Verità Vera”, come quella, a proposito della Passione di Cristo, che si nota nel Vangelo di Giovanni, rispetto agli altri Vangeli; perché Giovanni c’era, era presente accanto a Cristo, e nel suo Vangelo si sente la verità delle cose Viste, Sentite e vissute direttamente. Ed ancora, citando Sciascia, questo libro di Stefania appartiene al filone letterario della memorialistica, un filone che è rimasto povero nella letteratura italiana. E la carenza di una letteratura memorialistica è la spia di tante altre carenze nella società. Soprattutto perché domina una Inquisizione (non solo giudiziaria) che tende a distruggere o a erodere la Memoria. Da qui la mancanza di una memoria condivisa in Italia su tanti fatti storici importanti: dal Risorgimento fino alla distruzione della Prima Repubblica.
Infatti nella introduzione al libro Stefania si scusa per le cose dimenticate o per le omissioni (per ragioni pratiche). Infatti, aggiunge, Nonostante alcune vulgate, non ho mai coltivato il rancore ma semplicemente la Memoria, perché senza essa non c’è futuro possibile”.
Sempre nella introduzione al libro Stefania dice: “Ho avuto una vita intensa, per lunghi tratti felice e fortunata, segnata dalla politica. Il destino ha voluto che nascessi in una famiglia politica…”. Insomma, ci fa capire che la politica era tutto: amici e militanti, cultura, spettacolo, partito e famiglia. Scrive ancora Stefania: “La politica mi ha seguito anche nelle mie vicende private… passando per lo tsumani della “falsa rivoluzione giudiziaria del 1992-94 e la morte in esilio di Craxi, dopo il quale per me nulla sarebbe stato più come prima”…
“ A distanza di anni, resta viva in me l’indignazione per la sua sorte, l’epilogo di una vicenda che segna uno squarcio nella mia anima ma che al contempo costituisce una ferita, tutt’altro che rimarginata, nell’Italia di ieri e di oggi. Una ingiustizia che ha colpito Craxi e l’intera comunità socialista in primis, ma non solo, i cui effetti hanno avuto risvolti drammatici sulla vita di migliaia di persone ma, ancor più hanno prodotto distorsioni nell’assetto politico e istituzionale che ancora non sono rimarginate…”
Ed ancora: “ Il viaggio attraverso questo libro termina ad Hammamet il 19 gennaio 2000, e non parla dell’impegno pubblico e politico che ne è seguito dopo, che è il frutto delle conseguenze di ciò che era stato e soprattutto lo stato di necessità che richiedeva una voce, anche inadeguata, per difendere una Civiltà della Ragione: quella socialista e la storia di Bettino Craxi, non solo in quanto padre”.
E allora leggiamola questa storia raccontata da Stefania Craxi: una storia che ha le caratteristiche di una Antica Tragedia Greca o Shakespeariana: Possente e dolente, ma anche struggente nei rapporti familiari, nella sfera dei sentimenti, e in tutto quello che ci riporta alla nostra “Educazione Sentimentale”, al “Nostro Lessico Famigliare”. Infatti Stefania ci fa scoprire alcuni aspetti poco noti di Craxi, come Uomo, Padre, Marito, Nonno, ancor più quelle debolezze umane, comportamentali e dei rapporti familiari: il non detto, i pudori dei sentimenti e le occasioni mancate. Eppoi il Craxi politico che aveva una concezione alta e nobile della politica e anche mite; che aveva sempre rispetto per gli avversari e per i vinti (ci sono particolari interessanti su Piazzale Loreto, su Dongo, sui fascisti).
La storia raccontata che inizia con Vittorio Craxi, il nonno di Stefania, originario di Sanfratello (ME), avvocato a Milano, socialista antifascista , impegnato nella Resistenza, membro del CLNAI e vice prefetto nella Milano Liberata; e prosegue con gli avvenimenti dei decenni successivi con Bettino Craxi, nato e cresciuto politicamente nella Milano culla del riformismo socialista, di Turati e dei grandi sindaci socialisti, figlio prediletto di Pietro Nenni. Craxi, parlamentare e dirigente del PSI, vice presidente dell’Internazionale Socialista per oltre 10 anni, che intesse rapporti con tutti i leader socialisti del mondo e con quei leader (con sostegno politico e finanziario) che lottano nei Paesi oppressi dalle dittature: quelli dei regimi comunisti e quelli dei regimi militari e fascisti; che nel 1976 diventa segretario del PSI dove comincia l’opera di deideologizzazione del partito fortemente permeato di posizioni massimaliste e subalterno al PCI che aveva egemonizzato la sinistra; e i quattro anni (1983-87)da Presidente del Consiglio, grandiosi come dimostrano i dati economici: con l’Italia che entra tra i 7 Grandi del Mondo, in cui l’inflazione dal 17,7% crolla al 4,6%, il deficit rispetto al PIL cala dal 16,7% al 12,6%, il PIL da 765 miliardi di lire passa a 890 miliardi.
Nel suo libro, così conclude Stefania Craxi: “Più passa il tempo, più Craxi riprende il posto che gli spetta nella storia positiva della Repubblica. Certo, l’ingiustizia non si può cancellare… Quando decisi di intraprendere la battaglia politica a difesa della verità, mi vennero in mente le sue parole: Finchè sono vivo mi difendo da solo, quando sarò morto chi mi difenderà?…” E Stefania Craxi, a chiusura del libro scrive che non ci ha pensato due volte nel dare continuità alla difesa di quella grande storia “e la politica”, conclude: “Da quel maledetto 19 gennaio 2000 tornò prepotentemente nella mia vita. Più che altro, non se n’era mai andata”.
Salvatore Vullo