ilTorinese

Muore 18enne travolto da un treno sulla Torino-Milano

Mercoledì un ragazzo italiano di 18 anni è morto sul colpo  investito da un treno, alla stazione di Settimo Torinese. Sul binario 1 stava passando  un convoglio della linea Torino-Milano diretto verso Torino, fermatosi solo parecchi metri dopo l’urto. Sul posto  i sanitari, i vigili del fuoco, i carabinieri, la polizia ferroviaria e i tecnici delle ferrovie. Si tratterebbe di un suicidio.

Italia Lib-Pop: sulla Torino_Ceres solo annunci

Si fa un gran parlare, in questi giorni, dell’annunciata riapertura della tratta ferroviaria Torino – Ceres, strategica non solo per i collegamenti da e per l’aeroporto, ma per lo sviluppo economico e turistico della zona, nonché per i pendolari, di tutto il territorio compreso tra Basso Canavese e Valli di Lanzo.

“Un annuncio che, in qualche modo, fa sorridere per l’enfasi con il quale è stato dato: un anno prima dell’effettivo risultato, lo si dichiara come un obiettivo già portato a casa in questi giorni”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta la vicenda.
“Nell’annunciare questa, ancora distante, riattivazione completa della tratta, ci si dimentica dei disagi che tutta la zona coinvolta ha vissuto in questi anni e che vivrà ancora per i prossimi 11 mesi. Il bacino di comuni che va da Venaria fino alle Valli di Lanzo è stato privata di un’infrastruttura strategica tra errori strategici del passato (scollegamento dalla linea principale e spostamento Stazione Dora – ndr) e lungaggini nelle gare d’appalto e nei successivi cantieri che vedranno la loro chiusura a fine anno”, aggiunge Desirò.
Infatti, non solo lo scalo aeroportuale cittadino ha subito ripercussioni sui collegamenti per la città, ma di fatto tutto il territorio, i suoi abitanti, i tanti studenti e pendolari, si sono ritrovati a fare i conti con una situazione di grave disagio, che continuerà ancora per un anno circa.
“L’attitudine all’annuncio roboante sulle infrastrutture della zona sembra di moda:  basti pensare all’apertura dello svincolo della bretella autostradale su Corso Venezia, annunciata quasi un anno fa e di cui si sono perse le tracce”, continua Desirò.
“Tutto il territorio spera che le tempistiche, almeno nel caso della ferrovia, vengano rispettate, che il bacino di utenza possa tornare ad usufruire di un collegamento veloce e frequente con il centro di Torino e che finalmente tutta la zona, compreso l’aeroporto, possano tornare ad essere strategici nella visione del futuro sviluppo dell’Area Metropolitana e dell’intero Piemonte”, conclude Desirò.
Italia Liberale e Popolare, con i suoi Comitati Locali ed il Direttivo Metropolitano, continuerà a monitorare da vicino l’evolversi della situazione, recitando ruolo primario nella tutela del territorio e facendosi carico di portare avanti le istanze dello stesso ed i diversi progetti di sviluppo economico e sociale locale.
Italia Liberale e Popolare
Coordinamento Regionale Piemonte

Verso l’infinito. Due artisti a confronto, Rolando Rovati e Davide Tornielli

Informazione promozionale

Nella mostra aperta fino all’8 aprile presso la galleria Malinpensa by Telaccia

 

È  dedicata a due artisti, Rolando Rovati, e Davide Tornielli, l’esposizione dal titolo “Verso l’infinito”, ospitata dal 28 marzo all’8 aprile prossimo presso la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia.

Il percorso espositivo dell’artista Rolando Rovati è  espressione di un temperamento molto vivo e di un’autentica maestria interpretativa, che egli realizza con creatività irrefrenabile, unita a una magistrale ricerca ricca di effetti estetici, di simboli costanti e di un’espressione geometrica in cui la sicurezza tecnica è  unita aun marchio scenico di affascinante resa scenografica.

 

Il gioco dei colori caldi si accompagna nelle opere di Rovati a un’interessante originalità.

Vengono raggiunti risultati di sicura maturità artistica, unita alla consapevolezza dei mezzi espressivi utilizzati.

I rossi e i verdi compongono una sinfonia piuttosto suggestiva, in cui il timbro cromatico e l’armonia ritmica raggiungono un notevole punto di equilibrio.

La sua attività  artistica, che ha riscosso anche un notevole successo di pubblico e di critica, rivela un linguaggio moderno interpretato  alla luce di un sicuro simbolismo, altamente personale, che non passa di certo inosservato.

La capacità  di racconto, unita alla dinamica strutturale prospettica e all’espressione della materia mista su tavola, scandiscono l’opera di Rolando Rovati. L’artista compone le sue immagini accompagnandole a un elemento di meditazione  che rafforza un’idea progettuale di notevole risonanza.

L’elaborazione costante di nuove progettazioni strutturali e il loro legame  si materializzano in un’azione costruttiva di notevole campitura cromatica e di rara comunicazione emotiva. La stesura fluida della materia su tavola di legno attraversa un dialogo incessante, trasformandosi in emozione pura.

L’arte di Davide Tornielli va al di là  della resa della tecnica e del piacevole lirismo cromatico, diventando una realtà pittorica più interiore che esteriore, intrisa di contenuti e di valori.

Il suo mondo pittorico rivela  una verità  di espressione pura, che si trasforma in uno stato d’animo e in una struttura coerente in cui i movimenti cromatici giungono al limite dell’astratto, creando unimpatto visivo e simbolico di notevole effetto.

Tornielli traduce l’emozione con una manualità tecnica particolare e l’immagine della natura coglie una fantasia che si accende di una chiarezza cromatica unica e irripetibile. La magistrale stesura dell’olio a spatola su tela, la valenza materica e l’armonia compositiva avvolgono l’opera di una carica volumetrica graduale, capace di accrescere sempre più  il senso di interpretazione, l’immediatezza pulsante del colore, il segno del tratto dinamico e il rigore assoluto della tecnica.

L’immagine della natura che si coglie sulla tela di Davide Tornielli si carica di riflessività e di vitalità,  i bagliori intensi della foglia in oro e argento sono  capaci di cogliere diversi toni chiaroscurali, ottenendo un’unità di sintesi formale e un equilibrio esatto nella scansione degli spazi.

Il suo linguaggio è  condotto alla luce di una dinamica compositiva in costante equilibrio, con un’atmosfera cromatica pregnante di stile e di un significato che esplora in profondità l’animo umano.

MARA MARTELLOTTA

 

Galleria d’arte Malinpensa by Telaccia,  corso Inghilterra 51, Torino

Orario 10.30- 12.30; 16-19.

Chiusura lunedì e festivi.

Tel 0115628220

Ma quando finisce la “postura fascista”?

Niente da fare. E lo dico da cattolico democratico.

Molti, anzi moltissimi, speravano che la propaganda – perchè di questo si tratta – sul “ritorno del fascismo”, sulla “postura fascista”, sul “tramonto dei diritti”, sulla “negazione della libertà” e, infine, sul possibile “regime autoritario”, cessasse dopo la campagna elettorale. Dove, come capita da sempre nella democrazia italiana in tempi di campagna elettorale, si può dire tutto e il contrario di tutto. Com’è giusto che sia ma che, appunto dopo la campagna elettorale, si può tranquillamente buttare quasi tutto nel cestino perchè si tratta, perlopiù, di propaganda, di demagogia e di pure invenzioni.
Ora, per venire ad oggi, è stato sufficiente una piccolissima scivolata del Presidente del Senato – peraltro senza alcuna polemica pretestuosa e neanche politicamente rilevante – per innescare un dibattito noioso, ripetitivo, virtuale e anche un po’ grottesco. Un esercizio a cui la sinistra, per l’ennesima volta, non ha rinunciato a riproporre un cliché che oltre a non offrire alcun elemento politicamente significativo, dimentica che si tratta di questioni virtuali ed astratte, cioè non percepite perchè non vissute ed interiorizzate dalla stragrande maggioranza della pubblica opinione. E questo perchè continuare a blaterare sulla restrizione delle libertà, sul rischio della deriva autoritaria e, soprattutto, sulla negazione dei diritti, oltre a distrarci dai veri problemi che interessano i cittadini italiani, evidenzia anche la lontananza politica e culturale della sinistra, dei populisti e dei vari estremismi dalle istanze, dai bisogni e dalle domande che questi partiti vorrebbero rappresentare e farsi carico all’interno delle istituzioni democratiche.
Ma c’è un aspetto che resta, tuttavia, senza risposta e anche un po’ misterioso. E cioè, ma com’è possibile che la sinistra post ed ex comunista, che la sinistra televisiva – mi riferisco a vari conduttori -, editoriale, culturale, accademica, sociale ed intellettuale continui senza sosta a parlare di “postura fascista” dopo la vittoria del centro destra alle elezioni del 25 settembre scorso? Pongo questo tema perchè, storicamente, la sinistra italiana si è sempre caratterizzata per la sua capacità di analisi e anche, e soprattutto, per la sua sintonia con i bisogni di molti settori della pubblica opinione italiana. In particolare di quei settori sociali e popolari che storicamente si riconoscevano e votavano a sinistra. Una capacità che, francamente, oggi rischia di essere messa in discussione se continua a furoreggiare una polemica, appunto, del tutto virtuale, vecchia, integralmente ideologica e sostanzialmente sganciata dalle dinamiche che caratterizzano la politica contemporanea. Si tratta, cioè, di una postura ideologica che evidenzia, al contrario, un oggettivo ritardo della sinistra di sapersi confrontare con le “nuove domande” della società contemporanea e che, soprattutto, consegna la stessa sinistra ad affrontare temi che appartengono oggettivamente ad un passato che non incrocia più le attese e il modo essere dei cittadini italiani.
Ecco perchè, forse, è giunto il momento per archiviare una polemica e un dibattito politico che sono estranei ed esterni a ciò che capita realmente e concretamente nella nostra società. E questo non lo dico per la credibilità e l’attendibilità della sinistra italiana post ed ex comunista – elementi che riguardano esclusivamente chi si riconosce in quell’area politica – ma, soprattutto, per evitare che persista un dibattito e un confronto che non centrano nulla con il rinnovamento della politica, con il cambiamento della politica, con il ritorno dei partiti e delle rispettive culture politiche e con l’autorevolezza della classe dirigente. E, infine, con la qualità della nostra democrazia e la credibilità della nostre istituzioni democratiche.
Insomma, si tratta di voltare definitivamente pagina. Speriamo che, prima o poi, anche la sinistra italiana se ne renda conto. Perchè il recupero della funzione e del ruolo della politica, dopo la triste e decadente stagione populista di marca grillina, impone anche di archiviare temi e argomenti che appartengono ad un passato ormai archiviato e del tutto storicizzato. Lo dico da cattolico democratico che non appartiene nè al mondo della destra e nè, tantomeno, a quello della sinistra post ed ex comunista.

Giorgio Merlo

Regione, Pd: “Omnibus legge marchetta”

«L’omnibus è l’occasione ogni anno per un importante intervento manutentivo sul patrimonio legislativo piemontese, ma anche quest’anno è diventato il refugium peccatorum per tutte quelle modifiche di legge che si ha vergogna di portare in Consiglio regionale e si cerca di annegare nel mare di articoli della legge di riordino, quest’anno 91.

Un numero che è destinato a crescere con gli emendamenti dell’ultimo minuto, dove spesso si nascondono le nefandezze peggiori. Non è un caso che il provvedimento, che arriva ogni anno a giugno, quest’anno abbia tardato fino a dicembre e che poi la Giunta Cirio abbia imposto nell’ultimo Consiglio regionale dell’anno l’urgenza, tagliando così i tempi della discussione.

Depositato il 19 dicembre e approvata l’urgenza, si contano soli 30 giorni dal deposito per la discussione in commissione. Con il Consiglio Regionale che per la prima volta resta chiuso per due settimane da Natale a dopo l’Epifania, il tempo della discussione e del confronto è ridotto a 10 giorni scarsi. Usano la tagliola per nascondere la loro incapacità di programmazione e di confronto, caratteristica dell’intera legislatura.

L’art. 1 introduce la possibilità di cacciare pernice bianca e gallo forcello, specie in via di estinzione e che nella scorsa legislatura si era escluso dalla possibilità di cacciare. D’ora in poi sarà possibile anche sulla neve, quando è più facile trovarli e sono più vulnerabili.

L’art. 12 rende ancora più facile ampliare le possibilità ampliare le cave, nonostante il Piano Regionale delle Attività Estrattive attualmente in approvazione sia già molto generoso, perché consente di scavare per una quantità pari al doppio di quella estratta negli ultimi 10 anni. Alla faccia del consumo di suolo e della tutela del paesaggio.

L’art. 14 elimina il vincolo, per i versamenti delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, di reinvestire le somme in nuova edilizia convenzionata. Cifre che invece che sostenere l’emergenza casa prenderanno il volo per destinazioni non note.

Gli artt. 19 e ss. inseriscono nella legge sugli Ordini professionali (giornalisti, avvocati, architetti, commercialisti, etc…) la possibilità di erogare contributi alle associazioni datoriali. Ma cosa c’entrano le associazioni datoriali nella legge sugli ordini professionali? E perché allora non anche i sindacati? Negli ultimi anni, sono stati erogati i contributi della legge agli Ordini?

Gli artt. 21 e ss.i intervengono sul gioco d’azzardo patologico, con altri favori ai gestori di macchinette. Chi ne installerà più del dovuto non sarà multato, ma solo costretto a rimuovere quelle in più. I datori di lavoro non dovranno più preoccuparsi dei corsi per la prevenzione dei loro dipendenti: prima erano previsti corsi biennali, a carico dei datori di lavoro e in orario di lavoro. Tutto questo sparisce.

L’art. 39 porta da 2 a 10 anni il tempo per i Comuni di restituire i contributi percepiti dalla Regione per modifiche al Piano Regolatore che poi non si sono fatte. C’è da chiedersi che senso ha una modifica al Piano Regolatore dopo 10 anni e cosa ne penserà la Corte dei Conti, visto che viene addotta la neutralità finanziaria di una legge che procrastina un incasso di 8 anni.

L’art. 42 prevede che la sospensione causa emergenza Covid dei pareri previsti dalla legge urbanistica diventi perpetua».

Daniele VALLE – vice Presidente Consiglio regionale

Domenico ROSSI – Consigliere regionale PD, vice Presidente IV Commissione

Spacciava droga nel garage del nonno

Il fatto è avvenuto a Moncalieri, protagonista un ventiquattrenne. Gli agenti della Squadra Volante vengono a conoscenza dell’attività di spaccio di cui sarebbe responsabile un giovane cittadino italiano, attività condotta in un garage di una borgata del comune di Moncalieri.

Gli agenti si recano presso il domicilio dell’uomo dove quest’ultimo viene trovato in possesso di un involucro contenente sostanza stupefacente. Nel corso della perquisizione effettuata, con l’ausilio dell’unità cinofila, in uno stanzino dell’autorimessa di proprietà del nonno, ma in uso al ventiquattrenne, gli agenti rinvengono quasi 140 grammi di marijuana, l’occorrente per il confezionamento delle dosi e più di 4000 euro in contanti, questi ultimi riposti in una credenza in legno. A casa del ragazzo, gli agenti trovano poi 8 bombe carta artigianali e prive di etichettatura di produzione e una quarantina di artifizi pirotecnici in grado di produrre uno scoppio per “simpatia”, non vendibili in armeria ma nei soli depositi di fabbrica ed ad esclusivo uso professionale.

Alla luce dei fatti, il ventiquattrenne è stato tratto in arresto in quanto gravemente indiziato dei reati di spaccio di sostanza stupefacente e di detenzione illegale del materiale esplodente. Il cittadino italiano è anche stato deferito in stato di libertà per ricettazione, per il possesso delle 8 bombe carta.

“Textiles are back”, tessuti preziosi cavalcano i secoli

La  Collezione di “Tessuti e Moda” di Palazzo Madama

Da mercoledì 21 dicembre

Si cavalcano i secoli.

Dai frammenti copti in lino e lana lavorata ad arazzo – i più antichi (VI – VIII secolo) – provenienti da Antinoe, città dell’Egitto romano fondata nell’anno 130 dall’imperatore Adriano in memoria del suo giovane “eromenos” Antinoo, fino ai due briosi vestiti in stile Charleston di sartoria milanese (databili intorno agli anni Venti del secolo scorso), passando per i magnifici tessuti medievali che documentano la produzione delle manifatture seriche del bacino mediterraneo e dei primi importanti centri manifatturieri italiani. Sono oltre 50 le opere della Collezione di “Tessuti e Moda” di “Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica” (comprendente circa 4mila manufatti e fra le più importanti d’Italia) tornate in bella esposizione, dopo sette anni a riposo, nella Sala ad esse dedicata al secondo piano del Museo di piazza Castello a Torino. “Si tratta di un allestimento – dicono i responsabili – che riproporrà a rotazione nuove opere della raccolta e che andrà periodicamente mutando, in modo da conservare la corretta conservazione dei beni”.

Beni di antico inestimabile valore, se si pensa che solo alla fine del VI secolo, l’industria della seta si insedia (dopo che per molti secoli era stata un segreto ben protetto della Cina) nel Mediterraneo orientale bizantino, estendendosi poi verso occidente a traino dell’espansione islamica, giungendo quindi nell’Europa cristiana ed entrando, in particolare sotto forma di doni diplomatici, nei palazzi imperiali e papali, nonché nei tesori delle cattedrali come involucro delle sacre reliquie. In Italia, la tessitura della seta data a partire dal XII e XIII secolo. Venezia, Lucca e Firenze, i principali centri. Da lì partono i “velluti operati”, lavorati con filati d’oro e d’argento e diretti verso le principali corti rinascimentali. Ne sono testimonianza a “Palazzo Madama”, un magnifico “telo cremisi” veneziano tagliato a due altezze, storicamente detto alto-basso, e un ampio “frammento di velluto” di seta rossa e oro filato dal tipico disegno tardo quattrocentesco dei fiori di cardo, già parte di una veste liturgica.

A documentare l’arte del ricamo cinquecentesco italiano, troviamo esposti tre manufatti di notevole importanza: la famosa “tovaglia con la raffigurazione dei Quattro Continenti”, attribuita alla ricamatrice milanese Caterina Cantoni, i cui lavori erano contesi dalle corti di tutta Europa; una tovaglia lavorata anch’essa in Italia, ma in ambito domestico, decorata da poetici motti d’amore” e un “repertorio di minuti disegni policromi di putti, delfini e leoni rampanti”; infine, un vivace ricamo raffigurante la “parabola delle Vergini sagge e delle vergini folli”, ricamate in seta su fondo in lana con gli abiti delle donne della Svizzera tedesca della fine del XVI secolo, lavoro femminile originario dell’elvetica città di Sciaffusa. Affiancati nelle vetrine storiche della sala, “teli da arredo” e “stoffe da abbigliamento” raccontano il mutare del gusto decorativo nei secoli, con un focus sull’abbigliamento e sullo stile del XVIII secolo, quando i motivi bizarre, a pizzo, a isolotti o a meandri si avvicendano rapidamente, seguendo la moda dettata da Parigi e dalle manifatture lionesi, che detengono ormai la palma dell’eccellenza. Numerosi tra questi tessuti, datati tra gli ultimi decenni del XIX e i primi del XX secolo, furono riprodotti in quegli anni da manifatture tessili italiane, in particolare dalla manifattura torinese Guglielmo Ghidini, fondata nel 1865 e che, vent’anni più tardi (con stabilimento alla Barriera di Casale, sull’attuale piazza Gozzano) darà lavoro a oltre trecento operai.

E ancora. Autentiche chicche in esposizione: un “giuppone”, unico capo seicentesco, ricamato con i nodi di Casa Savoia e un sorprendente “banyan”, veste da casa maschile, in seta dipinta in Cina e confezionata in Europa nel terzo quarto del Settecento. All’attualissimo “tema del riuso” ci avvicina, infine, un interessante abito degli ultimi anni dello stesso secolo, oggetto di un riadattamento per una neo-mamma, così da essere comodo per l’allattamento. La mostra è un gran bel “cadeau” di Natale.

Gianni Milani

“Textiles are back”

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica”, piazza Castello, Torino; tel. 0114433501 o www.palazzomadamatorino.it

Dal 21 dicembre

Orari: lun. e da merc. a dom. 10/18; mart. chiuso

Nelle foto:

–       “Telo”, Svizzera – Sciaffusa, 1580 – 1600, Palazzo Madama, Torino

–       Caterina Cantoni: “Tovaglia con la raffigurazione dei Quattro Continenti”, 1590 -1600, Palazzo Madama, Torino

–       “Frammento”, ManifatturaGuglielmo Ghidini, 1890 – 1925, Palazzo Madama, Torino

–       “Banyan”, 1760 – 1770, Palazzo Madama, Torino

–       “Abito”, 1790 – 1810, Palazzo Madama, Torino

Il segreto della fabbrica

Una storia per ragazzi alla scoperta dell’Olivetti di Ivrea

“Il segreto della fabbrica” è un bel libro scritto da Angela Ricci, illustrato da Michela Torbidoni e pubblicato dalle Edizioni di Comunità, la casa editrice fondata nel 1946 da Adriano Olivetti.

In un certo senso mancava un libro pensato e scritto per i più giovani (a partire dagli 8 anni) in grado di incuriosire e stimolare la lettura su una delle più straordinarie storie industriali del nostro paese, quella dell’Olivetti e di Ivrea, la città dov’è nata nel 1908 la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Tre ragazzini torinesi della prima media, in gita con i coetanei a Ivrea,la città ideale della rivoluzione industriale del Novecento secondo l’Unesco, si trovano a vivere un avventurosa “caccia al tesoro” tra gli edifici e le vie che “parlano” e raccontano la fabbrica-città. Max, Pietro e Livia affrontano un percorso che si snoda tra la “fabbrica di mattoni rossi”, la vecchia ICO ( acronimo di Ingegner Camillo Olivetti) con il suo salone dei Duemila dove gli operai ascoltavano i discorsi del fondatore e di Adriano, il Centro Studi ed Esperienze e la chiesa di San Bernardino con il celebre affresco di Giacomo Spanzotti. Alcuni oggetti ( un wattmetro, uno stranissimo montacarichi, una MP1 rossa fiammante – la prima macchina da scrivere portatile della Olivetti -, un cronometro) e tre lettere di Camillo Olivetti ( risalenti rispettivamente al 1912, al ‘28 e alla metà di ottobre del ’43, a meno di due mesi dalla morte che lo colse a Biella dov’era stato costretto a riparare per sfuggire alle leggi razziali) li conducono a scoprire un segreto importante.

Ben congeniato, ricco di particolari e aneddoti basati su verità storiche, “Il segreto della fabbrica” porta i ragazzini – dotati di smartphone con tanto di innovative applicazioni – sulle tracce di un incredibile e avveniristico “Progetto 100” ideato dal fondatore dell’Olivetti. Qualcosa di molto simile a ciò che effettivamente accadde nel 1964 quando Pier Giorgio Perotto e i suoi collaboratori progettarono e realizzarono la Programma 101, il pri­mo personal computer al mondo. Un computer semplice, “che non avesse biso­gno dell’interprete in camice bianco. Una macchina picco­la, economica e per tutti ”. Una macchina prodotta a Ivrea e usata dalla NASA per la missione Apollo 11, dimostrando nei fatti che proget­tare a misura d’uomo “è ciò che permette all’umanità di giungere a mete prima ritenute inarrivabili”. In questo piccolo ma prezioso libro per ragazzi (direi di tutte le età, per non far torti) viene proposta in modo intelligente un’idea per iniziare a conoscere la storia di una delle più grandi eccellenze industriali del nostro paese, di un luogo simbolico lungo la via Jervis e di un modello di impresa costruito attorno al capitale umano di chi ci ha lavorato e legato al nome di Adriano Olivetti. In fondo si tratta del rac­conto di un successo italiano, della storia di un gruppo di uomini che inseguirono il futuro e, per un certo periodo, l’agguantarono e lo misero al servizio di tutti.

Marco Travaglini

A Rivalta nidi aperti anche il sabato mattina

La Città di Rivalta si aggiudica il bando di Regione Piemonte

Sono 22 i bambini e le bambine che a partire da metà gennaio usufruiranno dei
sabati di apertura delle scuole della prima infanzia. La Città di Rivalta è infatti tra
i 63 comuni vincitori del bando «Attuazione di una misura di sostegno al
prolungamento orario dei servizi educativi per la prima infanzia a titolarità
comunale» nell’ambito del POR FSE 2014/2020 Asse 2 “Inclusione sociale e lotta
alla povertà” promosso da Regione Piemonte per l’ampliamento dell’orario degli
asili nido.

Da sabato 14 gennaio e fino alla fine di giugno, tutti i sabati mattina dalle 8.30
alle 12.30, il servizio nido sarà aperto senza costi aggiuntivi per le famiglie. E non
si tratterà di un semplice ampliamento dell’orario: il progetto “Come un pittore”
darà ogni mese ai bambini la possibilità di lavorare su un colore protagonista e
svolgere diverse attività laboratoriali per stimolare la curiosità e la fantasia.
«Speriamo che questa nuova fascia oraria di apertura, che non avrà ulteriori aggravi
economici, possa migliorare la qualità della vita e l’organizzazione famigliare e
permettere una maggiore conciliazione con le esigenze lavorative dei genitori»
spiega il vicesindaco e assessore alle Politiche per la scuola di Rivalta Agnese
Orlandini.

Per poter attivare il servizio era necessario raggiungere il minimo di cinque
adesioni: al 31 dicembre – termine per l’iscrizione dei partecipanti – 19 famiglie
hanno iscritto i loro bambini. L’obiettivo è stato raggiunto grazie al lavoro degli
uffici amministrativi in sinergia con i gestori e fino al 21 gennaio sarà possibile
accogliere ancora nuove adesioni fino a esaurimento posti.

«Siamo felici che questa opportunità sia stata colta anche dalle famiglie di bambini
non normotipici, che potranno così gioire di un momento in più di socializzazione e
relazione con i loro compagni» aggiunge Agnese Orlandini.

Disabilità, Fondazione Crt: al via 135 progetti per l’inclusione

DALLA TANGOTERAPIA AL CIRCO SOCIALE
Contributi per 1 milione e 460 mila euro alle associazioni non profit vincitrici del bando “Vivomeglio”

 

Torino, 2 gennaio 2023 – Al via 135 progetti per l’inclusione e l’autonomia delle persone con disabilità in Piemonte e Valle d’Aosta, dove la Fondazione CRT ha assegnato alle associazioni non profit 1 milione e 460 mila euro di contributi con il bando “Vivomeglio”.

 

Le iniziative si focalizzano su sei ambiti di intervento: abitare sociale, sostegno alle famiglie, lavorare, imparare dentro e fuori la scuola, curare e curarsi, vivere il territorio. Traiettorie in linea con gli obiettivi 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile e con quelli della prima Agenda italiana della Disabilità, promossa dalla Fondazione CRT con la Consulta per le Persone in Difficoltà e il coinvolgimento del Terzo Settore: questo “patto per l’inclusione” conta su un numero crescente di “ambasciatori”, visto che hanno aderito all’Agenda anche 121 enti sui 165 partecipanti al bando “Vivomeglio”.

 

I progetti targati “Vivomeglio” – presentati nella forma del partenariato strutturato – vanno dalla tangoterapia alla coltivazione di fiori in serra, dai laboratori tattili alla montagnaterapia, dalle attività sportive “for all” al circo sociale, da “avventure artistiche e sociali” alla ristorazione inclusiva. E ancora: pet e make-up therapy, esperienze di volo, centri antiviolenza e attività di preparazione alla vita indipendente orientate al “dopo di noi”, ovvero al sostegno e all’assistenza delle persone con disabilità dopo la morte dei parenti che li accudiscono.

 

Gli enti non profit che hanno vinto il bando ‘Vivomeglio’ rendono concreto ogni giorno il diritto all’inclusione: insieme a loro, alle istituzioni e al mondo produttivo lavoriamo a un rinnovato patto sociale per uno sviluppo fondato sulla cura delle persone più fragili nel segno del bene comune”, afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

 

Accanto ai parametri economici e ambientali, un ulteriore indicatore della qualità della vita potrebbe essere l’inclusivity index, ovvero la capacità di inclusione di una società: il bando ‘Vivomeglio’ di Fondazione CRT rafforza questo valore, in linea con l’Agenda 2030 dell’ONU”, dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci.

 

Salgono così a 28,5 milioni di euro i contributi assegnati dal 2005 ad oggi con il bando “Vivomeglio” della Fondazione CRT, che ha reso possibili 2.651 iniziative per l’inclusione.

 

Tra i 135 sostenuti dalla Fondazione CRT nell’ultimo anno si segnalano:

 

Ristorazione inclusiva” di Panacea Social Farm di Torino offre un percorso di accompagnamento, team building e formazione di ragazzi con disabilità sulla panificazione, il confezionamento e la vendita diretta di prodotti da forno per le scuole dell’area metropolitana di Torino.

 

“InconTrame: percorsi di creazione artistica di comunità” dell’Associazione Tiglio Onlus di Torino si fonda su tre pilastri: esperienze di inclusione artistica per persone con disabilità (Festival Fringe, Lunathica, Street Art Riva), soggiorni d’arte in presidi culturali del territorio (tra cui le OGR Torino) e workshop teatrali.

 

I ragazzi del Bistrot” dell’Associazione torinese Rubens: il progetto prevede un percorso formativo di cucina, caffetteria, servizio al tavolo e pulizia con l’avvio di un piccolo bar-bistrot nel Borgo Rubens gestito da ragazzi/e con disturbi dello spettro autistico, accompagnati e coordinati dagli operatori dell’Associazione.

 

Flower power per l’inclusione sociale” dell’Associazione Missione Autismo di Asti, accompagna adolescenti e giovani con disabilità intellettiva in un processo di autodeterminazione e partecipazione alla vita della comunità attraverso la coltura di fiori in serra, la distribuzione sul territorio e la cura di spazi floreali pubblici.

 

Il progetto “Centro Incontro all’esterno” di Ashas – Associazione Solidarietà Handicappati Savigliano (Cuneo) promuove le relazioni interpersonali dopo il periodo di pandemia con attività laboratoriali all’interno del Centro Incontro.

 

Il progetto “RiciclOfficina” della Fondazione Apri le Braccia di Galliate (Novara) favorisce l’inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità attraverso una Ciclo Officina per il recupero di vecchie biciclette abbandonate (raccolta, riparazione e verniciatura) per donarle a chi è in difficoltà e per incentivarne l’uso come mezzo di mobilità sostenibile.