ilTorinese

Luce rossa ad est

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A Firenze, in occasione del 17° congresso del Pci, nella prima metà dell’aprile 1986, erano stati invitati quasi tutti i veterani.

A loro erano stati riservati anche degli eventi  “collaterali”  pensati per il gruppo di iscritti che avevano condiviso le sorti del più grande partito della sinistra italiana fin dal 1921, anno della fondazione del Pcd’I a Livorno. Erano i reduci della pattuglia che il 21 gennaio di quell’anno, abbandonando il teatro Goldoni dove si teneva il XVII Congresso del Partito Socialista Italiano per raggiungere il Teatro San Marco con la frazione comunista capitanata da Amadeo Bordiga (alla presenza, tra gli altri, di Antonio Gramsci, Angelo Tasca, Umberto Terracini, Palmiro Togliatti) avevano contribuito alla nascita del Partito comunista d’Italia che di lì a poco entrò in clandestinità a causa della vittoria del fascismo. In molti, sopravvissuti alle guerre del ‘900 e a mille peripezie, era rimasto nitido il ricordo di quell’evento che si consumò nel cuore del vecchio quartiere livornese della Venezia dove sorgeva il teatro San Marco, distrutto durante i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, del quale rimanevano solo i resti della facciata principale e di alcuni muri perimetrali. C’era sempre chi, nelle ricorrenze, depositava qualche fiore davanti alla lapide commemorativa che era stata collocata nel 1949 dai comunisti livornesi per il 28° anniversario. Come già detto, il 17esimo congresso nazionale comunista al Palazzo dello sport fiorentino (oltre mille delegati, 105 delegazioni estere, 1500 invitati, 586 giornalisti accreditati), aperto dalla relazione di Alessandro Natta che aveva assunto la guida del partito dopo la tragica morte di Berlinguer, aveva riservato alla “vecchia guardia” delle iniziative specifiche. Dibattiti, visite guidate alla città che ospitava i capolavori dell’arte e dell’architettura rinascimentale e sui celebri colli che la circondavano, appuntamenti gastronomici e mostre. Il folto calendario prevedeva anche una proiezione di un film cecoslovacco semiclandestino che celebrava la primavera di Praga. Mario ( useremo un nome di fantasia, celando la vera identità del protagonista – NdR) , classe 1899, comandante partigiano che a dispetto dell’età non aveva scordato il suo passo garibaldino, terminata la cena imboccò il viale che portava al cinema Moderno dove era prevista la visione della pellicola.

Il cartellone davanti al cinema non riportava titolo o immagini ma solo una grande scritta rossa in campo bianco sul manifesto 70 x 100: Luce Rossa. Mario che era stato l’ultima volta al cinema un bel po di anni prima per assistere alla proiezione di Riso amaro, spettacolare capolavoro del neorealismo girato interamente con le mondine  nelle risaie vercellesi. Un film-culto, diretto da Giuseppe De Santis nel 1949, con una superba e sensuale Silvana Mangano, Vittorio Gassman e Raf Vallone. Evidentemente anche questa pellicola aveva un tratto sociale ben marcato e lo stesso titolo, quel Luce Rossa che nella sua disarmante semplicità faceva intravedere l’inequivocabile messaggio politico che la trama senz’altro avrebbe offerto al pubblico che già s’immaginava ben folto e ancor meglio orientato. Appena varcato la soglia del cinema, incontrò nell’atrio una signora bionda che non aveva certo risparmiato il trucco sul suo volto non più freschissimo. Vedendo Mario puntare deciso verso il pesante tendone verde scuro che chiudeva l’accesso alla sala, la signora uscì dal botteghino rivolgendogli un acuto “Senta un po’ , lei. Dove crede di andare, senza il biglietto?”. Mario, sfoderando un largo sorriso, rispose: “Mi hanno detto che il biglietto non serve, bella signora. Sono un veterano!”. La bionda rimase di stucco, incapace di reagire. E lui entrò, salutandola con un garbato inchino. Il giorno dopo, a chi gli chiedeva come fosse stato il film, non ebbe dubbi. “ Ci sono stati molti cambiamenti in Cecoslovacchia. Ho intravisto grattacieli altissimi ma soprattutto delle scene che non avrei mai pensato che fossero possibili in un film. Ho ottantasette anni ma così tanti seni e sederi, in vita mia, non ne avevo mai visti e per di più tutti insieme. Se quella è stata la primavera, chissà come sarebbe stata calda, anzi torrida, l’estate da quelle parti”. Nessuno osò ribattere. Nemmeno per comunicare al malcapitato che aveva sbagliato posto e serata.

Marco Travaglini

Radicali (Turi/Viale): saremo in piazza Castello per dire no al 41bis

“Sabato saremo presenti alla manifestazione convocata dagli anarchici per dire no al 41bis per Cospito” così in una nota Andrea Turi, Coordinatore dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e Silvio Viale, Consigliere Comunale radicale della Lista Civica per Torino. “Rispettiamo il lavoro della magistratura la quale deve giudicare un caso complesso come quello dell’anarchico Alfredo Cospito. Tuttavia politicamente non possiamo che essere dalla parte di chi chiede di far cessare immediatamente il regime di 41bis. E diciamo di più: il 41bis è inumano, incostituzionale e nel caso specifico senza dubbio sproporzionato”.

Per aiutare i bambini ucraini un quaderno dell’integrazione

DALLA REGIONE ARRIVA «ABC»

Via libera alla prima diffusione di 250 copie del volumetto, che verranno distribuite dalla Protezione Civile. L’assessore Caucino: «Strumento fondamentale per un’autentica inclusione sociale».

Uno strumento snello, visivo, efficace, per aiutare i bambini ucraini ospitati in Piemonte a capire, per associazione di immagini e parole, la lingua italiana o perlomeno conoscere la traduzione delle denominazioni dei principali oggetti di uso comune, dall’orologio alla doccia, dal cibo ai giocattoli: è questo lo scopo di «ABC, prendiamoci per mano», lo strumento, edito in forma di quaderno, ideato in autunno e che oggi vede la luce, con la stampa e la distribuzione da parte della Protezione Civile nei Centri Temporanei di Accoglienza: in particolare a Settimo Torinese e a Bussoleno, al Drosso e a La Morra oltre alle copie consegnate alle associazioni «Liberi Tutti» e alla Caritas, nell’ambito dell’accoglienza diffusa degli Enti del «terzo settore».

D’altronde la guerra esplosa improvvisamente in Ucraina a «poche» migliaia di chilometri da noi, se da un lato ha causato morte e devastazione nel cuore dell’Europa, dall’altro ha anche tirato fuori il meglio dello spirito solidale di tutta la comunità internazionale, Piemonte compreso, che ha assegnato subito all’assessore regionale, Chiara Caucino la delega all’accoglienza dei minori ucraini profughi. Così, grazie a numerosi ponti umanitari, il Piemonte ospita oggi circa 10mila profughi, tra adulti e bambini.

E proprio considerato il fatto che tra le persone arrivate vi sono moltissimi minori, spesso anche in tenera età, si è voluto mettere a disposizione questo un piccolo ma importante strumento per favorire la conoscenza e l’utilizzo delle principali parole di uso comune nella lingua italiana.

Oltre alla distribuzione fisica, il quaderno è scaricabile all’indirizzo web:

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/istruzione-formazione-lavoro/lavoro/consigliera-parita/abc-prendiamoci-per-mano-un-quaderno-per-bambini-ucraini

«Sono estremamente soddisfatta che questo progetto, già all’epoca della sua ideazione, pionieristico, sia ora concretizzato, che è poi il vero aspetto che conta. La comunicazione – spiega Caucino – è alla base di ogni processo di integrazione, ed è necessario insegnare l’italiano in modo diverso a chi è alfabetizzato in un’altra lingua proprio come i nostri piccoli ospiti ucraini, scappati da una guerra assurda». «Proprio da questa premessa – prosegue l’esponente della giunta regionale – è nata l’esigenza di facilitare le competenze linguistiche ai bimbi giunti nella nostra Regione, affinché acquisiscano conoscenze di base per esprimere il proprio pensiero e le proprie esigenze. Questo quaderno di alfabetizzazione vuole essere un facile strumento che consenta, partendo da una maggior integrazione, una vera e propria inclusione sociale, che l’obiettivo che, in ogni campo del sociale di cui mi sono occupata, ho sempre perseguito con determinazione».

«In questi anni “La Scuola e Le Istituzioni”, con grande impegno, hanno fatto passi avanti, in coerenza con la Legislazione vigente, con le Linee guida e gli Orientamenti interculturali – spiega Anna Mantini, Consigliera di Parità Regionale del Piemonte – sui temi dell’inclusionee delle attenzioni all’accoglienza e all’integrazione, riguardanti gli alunni e le alunne provenienti da contesti migratori: diritto alla scuola; apprendimento linguistico; mediazione linguistico-culturale; orientamento e prevenzione della dispersione e degli abbandoni scolastici, tuttavia divari e criticità permangono, talvolta, ancora, anche per gli studenti e le studentesse che, pur provenienti da contesti migratori, sono nati e cresciuti in Italia».

«Con questa consapevolezza – conclude Mantini – ritengo che «ABC “Prendiamoci per mano», il progetto di quaderno promosso dalla Consigliera di Parità Regionale e sostenuto dall’assessore Caucino, che potrebbe essere messo a disposizione a disposizione, a richiesta, delle scuole elementari e medie della Regione Piemonte – possa rappresentare un valido strumento, utile alla causa, anche in contesti dell’intero territorio regionale».

Luca, da Mirafiori Sud alla Coppa del Mondo di scherma

U17  A BRATISLAVA

Luca JURAVLE è un ragazzo di 15 anni, classe 2007, nato a Torino, nel quartiere di Mirafiori Sud dove tutt’oggi risiede con la sua famiglia, frequenta il secondo anno all’ITIS Pininfarina con ottimi risultati. Ha cominciato a fare scherma molto presto, con i corsi di avviamento del Circolo della Scherma Ramon Fonst, oramai storica società di Strada Castello di Mirafiori, all’età di 7 anni. Con il Circolo ha fatto tutta la trafila del settore giovanile, prima con la pre-agonistica under10, e poi con le prime competizioni vere e proprie delle categorie Under14, dove si è distinto con la vittoria di 3 titoli regionali e ottimi piazzamenti nei campionati italiani, sempre nella specialità del fioretto e sempre con il suo Maestro Paolo Cuccu, con il quale c’è oramai un solidissimo rapporto. Luca ha la cittadinanza romena, come tanti altri ragazzi dello sport italiano che ancora non hanno ottenuto la cittadinanza del paese dove sono nati e cresciuti, e alla federazione del paese d’origine dei suoi genitori non è passato inosservato il suo talento. Da questa stagione Luca è stato inserito nella rosa della nazionale U17 romena, con la quale esordirà il prossimo 14 gennaio nella prova di Coppa del Mondo di categoria a Bratislava, in Slovacchia. Nella gara slovacca sono iscritti 222 atleti, in rappresentanza di 30 paesi e 4 continenti (mancherà solo l’Oceania), compresi i fiorettisti provenienti da Stati Uniti, Francia, Ungheria e Ucraina e naturalmente Italia, il gotha della scherma mondiale, mancherà però la Russia per il noto embargo sportivo. Per Luca questo esordio internazionale sarà il primo di un percorso sportivo che dopo Bratislava lo vedrà impegnato la settimana successiva a Terni, per la prova nazionale Cadetti, e successivamente a Bucarest per i campionati nazionali romeni, che lo vedono tra i favoriti per la conquista del titolo Under17, strada impegnativa, che gara dopo gara, lo porterà nella primavera del 2024 ai campionati del Mondo Under17. Il sogno, naturalmente, restano le Olimpiadi di Parigi del 2024, impresa non impossibile vista la grande tradizione nella scherma della Romania (15 medaglie olimpiche nella sua storia, di cui 4 d’oro), e sarebbe un evento storico per il quartiere di Mirafiori Sud, portare un suo ragazzo ai Giochi Olimpici.

Rischio idrogeologico, fondi per otto comuni piemontesi

Sono 8 i Comuni piemontesi che, sulla base dei criteri nazionali, potranno beneficiare delle risorse per il 2022 del Programma Rendis del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

«A breve uscirà il Decreto nel quale sono previsti interventi per un valore di oltre 30 milioni di euro che andranno a  supporto di 8 Comuni del nostro territorio colpiti da alluvioni e frane – annunciano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e difesa del suolo Marco Gabusi -. Una nuova e forte iniettata di risorse su un tema importante come la prevenzione del rischio idrogeologico e i danni del maltempo su cui nel 2022 abbiamo già messo in campo oltre 80 milioni di euro attraverso i fondi europei del Pnrr, ma anche risorse nazionali e regionali. Il totale con questa nuova assegnazione sale così a più di 110 milioni di euro per oltre 240 interventi su tutto il territorio regionale».

Il Programma nazionale Rendis ha come principale obiettivo la formazione di un quadro unitario delle opere e delle risorse impegnate nel campo della difesa del suolo, condiviso tra tutte le Amministrazioni che operano nella pianificazione ed attuazione degli interventi.

Gli interventi riguardano in particolare la messa in sicurezza delle sponde dei torrenti, lavori di consolidamento su scuole ed edifici pubblici e opere di difesa idraulica.

Nello specifico più di 16,5 milioni di euro andranno nel Vercellese per la realizzazione del canale scolmatore ad ovest di Fontanetto Po.

Quasi 4,9 milioni di euro nel Cuneese a Savigliano per due interventi di arginatura del torrente Mellea.

Oltre 4,5 milioni di euro nel Torinese, con circa 2 milioni di euro per Borgone di Susa per la sistemazione idraulica dei rii Borella e Costa e oltre 2,5 milioni a Piobesi Torinese per la riduzione del rischio idraulico.

2,6 milioni di euro andranno poi al Comune di Premia, nel Vco, per la sistemazione idrogeologica del bacino del rio Cingio.

In provincia di Alessandria arriverà invece più di 1 milione di euro, a Casalnoceto 450 mila euro per interventi di messa in sicurezza che riguarderanno anche Volpedo e a Borghetto di Borbera 600 mila euro per opere di difesa idraulica del torrente Borbera.

In provincia di Asti, infine, 660 mila euro a Vesime per lavori di consolidamento del versante soprastante gli edifici scolastici ed impianti sportivi.

«Sappiamo quanto sia difficile per le Amministrazioni comunali riuscire ad accantonare fondi per la messa in sicurezza dei propri territori concludono il presidente Cirio e l’assessore Gabusi -. E siamo quindi felici di comunicare che, ancora una volta, abbiamo fatto un passo avanti per la sicurezza dei cittadini e dei luoghi in cui vivono».

Decreto siccità, Confagricoltura: “Procedere con indennizzi e ristori in tempi brevi”

 

 

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 gennaio il Decreto che dichiara l’eccezionalità degli eventi calamitosi legati alla siccità 2022 per il Piemonte

 

Esprimiamo apprezzamento per il recente atto del Governo Meloni riguardante la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta in questi giorni, del Decreto per l’avvio della procedura di risarcimento danni agli agricoltori” lo ha detto Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte,apprendendo finalmente del varo del provvedimento, firmato il 23 dicembre 2022, che consentirà alle imprese agricole di richiedere fino al 21 febbraio prossimo gli indennizzi per gli eventi calamitosi legati alla siccità (periodo maggio – settembre 2022).

Sono ormai passati parecchi mesi dallo scorso maggio, che verrà ricordato per l’assenza totale di piogge e che ha dato il via al periodo più siccitoso degli ultimi 30 anni: perdite dei raccolti nel settore ortofrutticolo, diminuzione delle rese soprattutto di foraggio e cereali (mediamente il 15% in meno per il grano a livello nazionale, 10 mila ettari in meno di riso coltivato), aumento delle infestanti resistenti alle condizioni climatiche estreme e aumento delle zoonosi sono solo alcune delle conseguenze causate dalla mancanza di precipitazioni in tutto il Piemonte che ha caratterizzato la scorsa campagna e perdura tutt’oggi, tant’è che il Consiglio dei Ministri ha prorogato di 12 mesi lo stato di emergenza per carenza idrica.

 

Una stima di Confagricoltura, attesta un deficit superiore al 30% della produzione agricola nazionale, con conseguenze a cascata sull’allevamento e sull’export delle materie prime. “In considerazione degli aumenti sconsiderati, e talvolta ingiustificati, in ogni settore, dalle sementi ai carburanti, dalla gestione del personale al costo dei macchinari, compresa la relativa manutenzione, auspichiamo che i 200 milioni stanziati dal Decreto giungano nelle tasche degli imprenditori agricoli il più rapidamente possibile” prosegue Allasia, ricordando inoltre che il 28% del territorio italiano è a rischio desertificazione e che, per fronteggiare altre estati particolarmente calde, sarebbe necessario e urgente prevedere sin d’ora misure preventive, applicandole ove già se ne manifesti la necessità.

 

In ultima battuta, il presidente della Federazione degli Agricoltori del Piemonte, prendendo atto dell’esiguità delle somme stanziate tramite il Fondo di solidarietà nazionale, auspica che il nuovo tipo di intervento sulla gestione del rischio, previsto dalla programmazione Pac 2023 – 2027, possa concretamente rappresentare uno strumento efficace di supporto dello sviluppo del sistema assicurativo agevolato che potrà tutelare gli agricoltori contro le future avversità climatico – ambientali, sempre più probabili.

“Il Fondo di mutualizzazione nazionale per gli eventi catastrofali (Fondo AgriCat) – conclude Allasia –potrà contare su 1,8 miliardi di euro nell’arco di un quinquennio e si pone l’obiettivo di aumentare la platea dei soggetti che utilizzano la gestione del rischio, anche attraverso l’integrazione con il sistema assicurativo agevolato”.

Nemmeno le Feste natalizie hanno rilanciato il comparto della frutta piemontese

Confagricoltura: “Vendite giù di oltre il 10%. Servono aiuti alle aziende ma il comparto va ripensato”

 

Se le feste natalizie rappresentano storicamente un periodo ottimale per le vendite di prodotti agroalimentari, con l’ortofrutta pronta a imbandire le tavole degli italiani, le scorse settimane hanno tristemente smentito questa tradizione, con il comparto frutticolo che ha chiuso l’anno con numeri nettamente al ribasso, per quanto riguarda i consumi da parte delle famiglie. “Tra la crescita dell’inflazione e le tante difficoltà economiche che si stanno susseguendo nemmeno le Feste hanno rilanciato il comparto della frutta, già segnato dall’emergenza siccità e dal caro bollette e materiali – spiega Michele Ponso presidente della sezione Frutta di Confagricoltura Cuneo e della FNP frutticola di Confagricoltura -. Si parla di un crollo nelle vendite di oltre il 10% rispetto all’anno scorso, in un periodo in cui solitamente i consumi salgono: siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Per questo siamo in assiduo contatto con i vertici nazionali di Confagricoltura per ribadire al Ministero la drammatica situazione”.

 

Le vendite sono il riflesso del periodo che stiamo vivendo – aggiunge Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte. “A questo punto, dobbiamo necessariamente interrogarci su come ripensare l’intero comparto. Nel breve termine è indispensabile l’intervento dello Stato a favore delle aziende per integrare le perdite o perlomeno aiutarle a rientrare degli extra costi di produzione”.

 

Le soluzioni proposte da Confagricoltura sono concrete e diversificate per un comparto che impatta fortemente sull’economia piemontese con circa 8.000 aziende frutticole (la maggior parte situate nel distretto del Saluzzese), per una superficie coltivata di circa 18.500 ettari: “La filiera dell’ortofrutta è chiamata a valutare nuove varietà di prodotto, magari più ambite dal consumatore; ridurre i costi di manodopera, anche se difficile, essendo l’Italia uno dei Paesi con la maggior spesa per collaboratore in Europa; aumentare l’associazionismo per le vendite collettive, e molto altro – continua Allasia -. Nel frattempo, il Governo e l’Unione Europea devono rendersi conto delle difficoltà e agire in soccorso”.

 

Intanto Confagricoltura chiede al Governo di affrettare i tempi per costituire il catasto frutticolo oramai richiesto da anni; istituire un Tavolo frutticolo nazionale permanente per affrontare lo stato di crisi e puntare al rilancio del comparto; mirare a ottenere la moratoria sui mutui e la concessione di aiuti per l’espianto e il reimpianto; risolvere la problematica relativa alla sospensione dei contributi; indirizzare la ricerca e destinare i fondi regionali per la risoluzione delle problematiche più urgenti.

La lunga vita del vetro

Adattabile, naturale, amico dell’ambiente. Come riciclarlo e quali errori evitare.

Si differenzia sempre di più con la consapevolezza dei benefici che questa azione produce sul nostro ambiente, ma anche sull’economia circolare e sul giro virtuoso del riuso.

Il 2022, come ha comunicato l’Onu, è stato  l’anno del vetro, questa celebrazione servirà a far capire ancora di più quanto questo materiale, ottenuto attraverso la solidificazione di silice e sodio, sia prezioso ed ecosostenibile, sarà una occasione per approfondire temi che riguardano il suo utilizzo e i vantaggi della sua raccolta, ovviamente se fatta correttamente.

I numeri parlano chiaro, nel 2020 CoReVe, il consorzio del recupero del vetro, ha raccolto circa 390mila tonnellate di questo longevo materiale, la percentuale individuale della raccolta è del 40% mentre quella generale è del 78,6% con un aumento del 3,6 rispetto al 2019.

Come avviene la raccolta del vetro?

Come è noto, giornalmente oggetti di vetro di diverse tipologie vengono gettati nelle campane che troviamo in ogni parte delle nostre città oppure ritirati con il servizio porta a porta. Successivamente il materiale arriva ai centri di trattamento dove viene separato dalle parti non utilizzabili e inviato alle vetrerie che, attraverso la fusione, lo rimettono in vita dando forma a nuovi contenitori. Dopo rigidi controlli, i nuovi oggetti vengonoinviati alle ditte imbottigliatrici e riempiti con diversi prodotti.Grazie a questa importante ed efficiente attività CoReVe, nel 2020, ha potuto versare 86 milioni di euro di corrispettivi economici, derivati dalla racconta differenziata, ai comuni convenzionati.

Sono circa 10 miliardi i contenitori in vetro che ogni anno vengono prodotti in Italia e utilizzati per la conservazione di generi alimentari, cosmetici e farmaci; questi recipienti garantiscono il mantenimento di tutte le caratteristiche chimico-fisiche dei prodotti contenuti anche dopo il processo di riciclo.

Per migliorare ulteriormente questo attuale e soddisfacente risultato, ridimensionare le emissioni di biossido di carbonio (già al – 2,2% nel 2020) e risparmiare maggiori quantità di barili di petrolio, è necessario un impegno ancora più profondo e costante che deve mirare a ridurre lo scarto tra il vetro raccolto e quello riciclato.

Cosa di deve fare per assicurare una raccolta corretta del vetro?

Purtroppo ci sono ancora alcuni errori che molti di noi commettono come, per esempio, buttare i contenitori nelle campane apposite in buste di plastica e con i tappi di metallo e gettare, nelle stesse, materiali come pyrex o ceramica, che fondono a temperature diverse, o specchi e oggetti in cristallo che contengono piombo.

Il vetro, questo prezioso materiale che vanta 5000 anni di storia,  garantisce la conservazione di differenti prodotti, dei loro profumi e delle loro caratteristiche principali, può essere riciclato e riutilizzato all’infinito, è un materiale eterno che contribuisce al benessere ambientale e ad una economia che vuole autogenerarsi attraverso la riparazione, il riutilizzo e la condivisione . La comprensione delle sue potenzialità e una raccolta eseguita correttamente  sono presupposti determinanti per partecipare alla creazione di un pianeta più pulito e in salute.

Maria La Barbera 

Fonte dati CoReVE

www.coreve.it

Controlli zona “Movicentro” di Ivrea Oltre 170 identificati e un arrestato

 

Negli ultimi giorni, personale del Commissariato di P.S. di Ivrea ha intensificato i controlli nell’area del Movicentro e della Stazione Ferroviaria della cittadina epoderiese. Luoghi balzati recentemente alle cronache per diversi episodi di violenza tra giovani. I servizi di controllo straordinario del territorio sono stati svolti con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte”.

Complessivamente, nel corso dell’attività sono state identificate 171 persone e diversi veicoli. Sempre nell’area del Movicentro, lo scorso 4 gennaio, è stato arrestato un cittadino marocchino di 19 anni gravemente indiziato dei reati di rapina e di furto, rispettivamente di una catenina e di un monopattino. I poliziotti, inoltre, nella giornata di ieri, hanno sequestrato a carico di ignoti una modica quantità di hashish, rinvenuta dai cani Caio e Evan dell’unità cinofila, sotto i gradini della passerella ferroviaria che mette in comunicazione la Stazione con l’area Movicentro.

Nel corso degli ultimi due controlli, gli agenti della Polizia di Stato hanno anche dato ausilio a personale GTT nell’attività di controllo viaggiatori a bordo pullman. Nella tratta Stazione ferroviaria – Movicentro. Delle oltre 200 persone controllate, 113 sono risultate prive di titolo di viaggio venendo, pertanto, sanzionate.

A Mazzè venerdì 13 gennaio la proposta di Referendum deliberativo senza quorum

Riceviamo e pubblichiamo 

Zimbaro (Com.Re.Co.): “Referendum deliberativo nei Comuni!”

“«La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Ma in realtà il popolo italiano è stato privato in più modi della sua sovranità” dichiara Giorgio Zimbaro del ‘Comitato Promotore per il Referendum Confederazione Italiana’ (https://www.referendumconfederazioneitaliana.it), il quale spiega: “In modo poco percettibile, la nostra qualifica di cittadini è stata degradata a quella di sudditi. Ad esempio i candidati alle elezioni politiche, scelti ed imposti dalle segreterie politiche anziché essere scelti dai cittadini e dal territorio. È questo uno dei tanti modi usati per espropriarci della nostra sovranità”.

 


“Possiamo anche ricordare come gli esiti di taluni referendum abrogativi (con affluenza di oltre il 50% degli elettori), come ad esempio quello sull’acqua pubblica, non siano stati attuati – prosegue poi Zimbaro, che soggiunge: – Per i cittadini è arrivato il momento di riprendere la propria sovranità, ed individuare gli strumenti più idonei per farlo. Tra questi è stato individuato il referendum deliberativo di iniziativa popolare senza quorum, partendo dalla base, ossia dal territorio dove il rapporto tra cittadino ed ente locale è più diretto: il Comune”.
“La base costituzionale per introdurre questo strumento nel regolamento d’ogni comune – precisa poi Zimbaro – può essere ravvisata nello ultimo comma dello articolo 118 della Costituzione. Questo comma è stato introdotto nello art. 118 con lo art. 4 della legge costituzionale 18 ottobre 2001 n.3, che ha sostituito lo art. 118. Per quanto riguarda i Comuni, questo comma dispone: «I Comuni favoriscono la autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».
Lo stesso Testo Unico delle autonomie locali all’art. 8 recita: «Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonché procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a
promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresì, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere, altresì, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini». L’introduzione del referendum deliberativo potrebbe essere identificato come uno strumento di attuazione di questa disposizione costituzionale, rivelatore ed esplicitatore delle sue intrinseche potenzialità.
“E’ importante far comprendere agli amministratori dei comuni – puntualizza Zimbaro – che la richiesta del referendum deliberativo si muove nel senso della valorizzazione delle autonomie locali, e che introducendo questo strumento nel regolamento comunale gli amministratori possono diventare i paladini del rinnovamento politico italiano: la sovranità sale dal basso, non scende dallo alto. Così la democrazia si fa partecipativa ed il cittadino diventa attore protagonista, non solo spettatore, delle scelte del governo del territorio, a partire da quello comunale”.
“Per dare concretezza a questa proposta – ha infine concluso Massimo Fiato del “Popolo per i Diritti e la Libertà” – invitiamo tutti i cittadini che vogliono conoscere questo strumento di democrazia diretta alla presentazione che avrà luogo venerdì 13 gennaio 2023 alle ore 20,45 presso la sala consiliare del Comune di Mazzè, in provincia di Torino.
In collegamento da Frosinone interverrà il dott. Bruno Corrado, portavoce del costituendo Comitato referendario (www.comreco.it), che illustrerà meglio il percorso che si intende seguire.
Oltre agli amministratori locali, saranno presenti in sala i promotori dell’iniziativa, Giorgio Zimbaro del ‘Com.re.co’, Giosuele Volante del “Coordinamento Piemonte per i Diritti Umani” e il sottoscritto”.