Lunedì 23 gennaio alle 20,30 al Circolo dei Lettori di Torino
In merito all’interrogazione a risposta immediata presentata dal Consigliere Valle avente ad oggetto “Sede Unica della Regione: slittamento del trasloco in vista?”, pubblichiamo la risposta dell’assessore regionale Andrea Tronzano
“Come indicato nell’interrogazione stessa, il trasferimento presso la Sede Unica della
Regione è già iniziato a cominciare dagli uffici e dallo staff della Presidenza e della Vice Presidenza
che, dallo scorso 19 dicembre, sono stabilmente operativi al 40 e al 39 piano del Grattacielo. Sono
permanentemente
al lavoro presso la nuova sede, al 4 piano, anche i tecnici e dipendenti impegnati
nelle attività finalizzate al trasferimento complessivo di tutti gli uffici regionali.
Sempre dal mese di dicembre al Palazzo Unico si tengono ormai regolarmente anche le riunioni di Giunta e dei dirigenti.
Attualmente prosegue l’allestimento dei vari piani e pur nella complessità che naturalmente
esiste sul coordinamento e sulle attività necessarie alla completa fruibilità degli spazi della nuova
sede unica, prosegue come da programma l’iter di trasferimento nei tempi che l’Amministrazione
ha indicato, entro la fine di giugno.
Si inizierà dalle sedi di Via Bertola e Pisano per proseguire con Via Magenta, Viotti e Rondò
ed infine Corso Regina 153. Successivamente con Via Principe Amedeo Corso Bolzano Via
Petrarca ed in ultimo Piazza Castello.”
Il vice Presidente del Consiglio regionale ha presentato un Question Time sul trasloco degli uffici al grattacielo della Regione: nuovi ritardi in vista?
«Il grattacielo della Regione Piemonte sembra non conoscere pace. Infatti, nonostante siano iniziati i traslochi dei primi uffici, ci risultano criticità, in particolare problemi informatici ma non solo. L’assessore Tronzano, da me interrogato sulla questione, ha rassicurato che l’allestimento dei vari piani prosegue secondo i tempi stabiliti “pur nella complessità”. Non ci ha però chiarito se tra tali “complessità” rientrano il malfunzionamento dei servizi informatici e telefonici a partire dal decimo piano a salire, i malfunzionamenti degli ascensori che in più occasioni hanno costretto i dipendenti a chiamare i soccorsi, il ritardo nella realizzazione della passerella che dovrà collegare il grattacielo con la stazione Lingotto. E i dipendenti segnalano la presenza di roditori che infesterebbero l’edificio della Regione. Malfunzionamenti e criticità che sinceramente fanno sorgere dubbi sulla certezza espressa dall’assessore Tronzano sul rispetto del termine di fine giugno. Vedremo a breve se così sarà oppure se a causa di topi, reti non funzionanti e ascensori che si bloccano non si dovrà prendere atto di nuovi e notevoli ritardi». Lo afferma il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele VALLE a commento della risposta dell’assessore al Bilancio Andrea Tronzano al Question time con cui si chiedeva chiarimenti sull’ipotesi di slittamento del trasloco al grattacielo della Regione.
Nei giorni scorsi la Polizia di Stato ha sottoposto a fermo due giovani nordafricani, sospettati di avere commesso la rapina di un orologio “Philip Zepter Saltarello” del valore di diecimila euro.
Infatti, lo scorso 10 gennaio, a Torino in via Drovetti, un passante (italiano, classe 1958) veniva avvicinato da due giovani stranieri, che gli chiedevano di scattare loro una fotografia con il telefono cellulare e gli consegnavano uno smartphone per eseguirla; una volta ottenuto lo scatto, all’atto di riprendere il telefono dalle mani del malcapitato, lo aggredivano, sottraendogli con violenza l’orologio che portava al polso, che evidentemente, durante la fase di approccio, era stato velocemente esaminato e riconosciuto come oggetto di valore.
Un fatto analogo, realizzato con il medesimo modus operandi, era avvenuto anche il 30 dicembre in via Andrea Doria ai danni di un uomo (classe ’59), vittima della rapina del suo orologio “Jaeger – LeCoultre Reverso Duoface” del valore di oltre 11.000 euro.
Gli approfondimenti investigativi della Squadra Mobile della Questura di Torino, realizzati anche attraverso l’acquisizione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza di diverse attività commerciali, consentivano di individuare il percorso seguito dai presunti autori dei fatti, durante la fuga, nonché di localizzare la zona che gli stessi verosimilmente frequentavano abitualmente.
Gli investigatori rintracciavano uno dei due giovani nei pressi della Stazione di Torino Porta Nuova e avevano modo di assistere al suo incontro con altri due stranieri, uno di quali riconosciuto come il possibile secondo autore del fatto delittuoso di via Drovetti.
I tre giovani, costantemente pedinati ed osservati, dopo aver tentato di approcciare, con il consueto modus operandi, una nuova potenziale vittima, venivano fermati dagli investigatori.
Gli elementi acquisiti, tra i quali il riconoscimento fotografico da parte delle vittime dei reati, consentivano ragionevolmente di ipotizzare che due dei tre fermati fossero gli autori della rapina del 10 gennaio e, uno solo dei due, anche di quella del precedente 30 dicembre, in concorso con altro soggetto non ancora identificato.
Ma le potenzialità della Carta Europea della Disabilità, che rientra nel progetto europeo “EU Disability Card”, sono e restano straordinarie: chiediamo che siano subito inviate comunicazioni ai Direttori delle ASL piemontesi e ai dirigenti di tutte le realtà convenzionate affinché le persone con disabilità possano finalmente utilizzare questo strumento in tutte le sue funzioni. Chiederemo inoltre l’audizione dell’Azienda Zero in IV Commissione. Sul tema della Card, ho appena discusso un Question Time a Palazzo Lascaris. Dal punto di vista della digitalizzazione, questo Paese ha bisogno di un repentino cambio di mentalità.
La Carta della Disabilità c’è, ma – al momento – è come se non ci fosse: non è, di fatto, né accettata né riconosciuta presso gli sportelli delle ASL piemontesi e presso altri servizi convenzionati. Ho portato il tema in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere, con un Question Time, che questo strumento sia finalmente utilizzabile a pieno titolo. La Carta deve diventare davvero – e non solo in via teorica – lo strumento attraverso il quale le persone con disabilità possono immediatamente certificare, senza necessità di altri documenti o verbali cartacei, la propria condizione di disabilità, semplicemente mostrando il QR code e ottenendo il servizio o l’agevolazione di cui hanno diritto. Perché di questo parliamo: qualità della vita e possibilità di vedersi riconosciuti dei diritti. Possiamo facilmente immaginare i vantaggi di una Disability Card capillarmente diffusa e universalmente utilizzata: possibilità di rinunciare alla voluminosa e pesante documentazione cartacea, velocità e garanzia di correttezza delle operazioni agli sportelli, dati sempre aggiornati in tempo reale. La Card potrebbe, in un futuro che speriamo prossimo, sostituire la BIP Card per tutti i servizi della Regione Piemonte. Sono alcuni dei vantaggi della transizione al digitale, tema sul quale lunga è ancora la strada da percorrere, in questo Paese. La Giunta stessa ha riconosciuto la necessità di attivarsi con l’intervento dell’Azienda Zero (che chiederemo di poter audire al più presto, sul tema, in IV Commissione), diramando indicazioni affinché questa Card possa finalmente essere utilizzata presso tutti gli sportelli delle nostre ASL e presso tutti i luoghi e i servizi convenzionati, dai trasporti ai musei. Ci auguriamo e verificheremo che ciò avvenga al più presto. La Disability Card può essere richiesta sul sito dell’INPS da tutte le persone in condizione di disabilità media, grave e di non autosufficienza.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte
Ikea apre al Lingotto con il Plan & order Point
IKEA Italia ha siglato un accordo per l’apertura di uno spazio all’interno del Centro Commerciale Lingotto di Torino: un format innovativo in città con cui IKEA punta ad essere sempre più vicina ai propri clienti, offrendo un’esperienza accessibile e su misura che risponda alle specifiche esigenze di ciascuno.
Il Plan&Order Point accoglierà i visitatori torinesi in uno spazio di circa 240mq dedicato alla pianificazione dei diversi spazi della casa, dalla cucina al living alle camere da letto e fungerà da supporto all’acquisto online dell’intero range IKEA.
L’inaugurazione, che avverrà in primavera, rappresenta un’ulteriore conferma della strategia omnicanale di IKEA capace di integrare punti vendita fisici con lo sviluppo del digitale, permettendo così ai clienti di scegliere dove e come incontrare il brand scandinavo e la sua offerta.
Questa mattina Via Val della Torre a Torino era bloccata al traffico. Dalle 5 sono iniziate le operazioni di sgombero da parte della polizia dell’ex banca San Paolo occupata dallo scorso novembre dagli anarchici. Il nuovo centro sociale nell’ex filiale era stato denominato “la crepa”.
Loredana Barozzino
foto Facebook
Conigli, orsi e riccioli d’oro
IL PUNTASPILLI di Luca Martina
L’anno che abbiamo da pochi giorni messo alle spalle è stato, per noi poveri investitori, di un’insolita durezza.
Una saggia e ben diversificata gestione del patrimonio, bilanciata dalla presenza di prudenti obbligazioni e ben più rischiose azioni, ha garantito per molti anni (una quarantina per i risparmiatori statunitensi e almeno una decina per gli europei) risultati positivi o vicini allo zero.
Normalmente, infatti, la crescita economica favorisce le borse (le società quotate beneficiano del miglioramento degli utili) e lascia al palo i titoli di Stato (con la crescita arriva anche l’aumento dei tassi che provoca la discesa delle obbligazioni) mentre i rallentamenti hanno effetti diametralmente opposti sugli investimenti.
Accade, quindi, che azioni e obbligazioni si muovano in direzioni opposte, compensando (in un portafoglio che le contenga entrambe) i loro effetti e riducendo così le oscillazioni complessive.
Dopo anni di crescita “anomala” (senza inflazione) e di risultati positivi il 2022 si è comportato in modo completamente diverso.
Il ciclo economico, rilanciato nel 2021 dagli investimenti e delle riaperture, seguite alle chiusure messi in atto all’esplosione della pandemia ad inizio 2020, sembrava proiettato e dispiegare i suoi benefici effetti ma la decisione della Russia di andare fino in fondo nell’invasione della vicina Ucraina ha scombinato le carte e dato il via ad una spirale inflazionistica, attraverso la salita incontrollata dei prezzi delle materie prime energetiche.
L’inflazione è spesso il frutto amaro della fioritura economica: la “troppa” crescita (e l’eccessivo ottimismo) porta (ciclicamente) a una domanda di beni e servizi in eccesso rispetto alla loro produzione e questo ne fa salire i prezzi.
Ma questa volta la storia si è dipanata in un modo diverso che ha, a buon diritto, ricordato quanto avvenuto negli anni 70 quando lo “shock” fu provocato, ancora una volta, da una guerra: l’attacco di Egitto e Siria ad Israele durante la festività ebraica dello Yom Kippur (giorno di digiuno e di astensione dal lavoro e di massima vulnerabilità per il Paese) del 1973.
A questo seguì l’intervento, al fianco d’Israele, degli Stati Uniti e, come ritorsione nei confronti di Washington, l’embargo dell’OPEC dell’esportazione di petrolio il cui prezzo in poco tempo triplicò, da 23 a 71 dollari al barile.
Qualche anno dopo, nel 1978, arrivò una seconda crisi, ancora una volta originata in Medio Oriente con la rivoluzione iraniana, che portò ad una brusca riduzione del greggio prodotto dal Paese che da allora in poi sarebbe stato definito “degli Ayatollah” (titolo ottenuto dagli esperti di studi islamici quale riconoscimento dell’autorità di guida spirituale).
A fare le spese dell’ulteriore raddoppio del prezzo del petrolio, che superò i 140 dollari, fu ancora una volta la crescita economica mondiale: l’inflazione (la più iniqua delle tasse, come ricordava Luigi Einaudi) provocò una recessione lunga e molto dolorosa.
Solo a partire dal 1982 i massicci tagli dei tassi e la riduzione dei prezzi del carburante consentirono alla crescita di ripartire.
La situazione oggi ci appare, per fortuna, molto diversa sebbene gli editori del dizionario Collins English abbiano proclamato “Permacrisis” (un periodo lungo di instabilità ed insicurezza) la parola dell’anno, ulteriore sottolineatura ad un periodo, il terzo dall’insorgere del Covid, davvero difficile.
La crisi “geopolitica” è certamente seria ma molto più localizzata (nei territori dell’ex Unione Sovietica) e gli schieramenti, “ferrei” ed impenetrabili, in piena guerra fredda, di cinquant’anni fa si sono gradualmente ammorbiditi (e in alcuni casi liquefatti).
I rapporti politici e commerciali (esportazioni di armi, a causa della pessima esibizione di sé nella guerra in corso, e di petrolio, venduto a sconto ai Paesi amici dai russi, in particolare) della Russia con il Medio Oriente si sono deteriorati a favore di Cina e, in minore misura, Stati Uniti.
Non a caso un vecchio modo di dire nel mondo della diplomazia recita: “Gli americani hanno alleati mentre russi e cinesi hanno clienti” …
I cambiamenti generati dai drammatici eventi ucraini non mancheranno comunque di fare sentire i loro effetti nel prossimo futuro, costringendo ad un radicale ripensamento del processo di globalizzazione che aveva guidato negli ultimi trent’anni l’espansione economica occidentale e la rinascita di un’antica superpotenza come la Cina.
Ma l’economia “due punto zero” di questo millennio è ben lontana da quella che fu strangolata dalle crisi petrolifere descritte sopra.
Il cambiamento del modello dei consumi energetici che sta maturando, con un più massiccio utilizzo delle fonti rinnovabili ed un rapido cambiamento delle rotte di approvvigionamento del gas da parte dei Paesi europei, ci rende meno vulnerabili e in grado di tornare ad un percorso di crescita sostenibile in tempi, probabilmente, brevi.
Si tratta di quanto stanno già iniziando a scontare i mercati finanziari che hanno affrontato il nuovo anno con una baldanza che non si vedeva da molti mesi.
Le previsioni di una recessione ormai prossima rimangono plebiscitarie in Europa ma per gli Stati Uniti si sta facendo strada la speranza che si tratterà di un semplice rallentamento.
Oltreoceano la frenata dell’inflazione è evidente (sebbene molta strada si debba ancora fare per tornare ad un livello “sano”, intorno al 2%) e non si sta accompagnando né ad un aumento dei salari (che alimenterebbe la spirale dei prezzi) né a un crollo della domanda.
Analisti ed economisti sono concordi nel prevedere una prima metà dell’anno caratterizzata da dati economici negativi (soprattutto in Europa) alla quale seguirà una stabilizzazione e un ritorno alla crescita, stimolata da un cambio di direzione delle banche centrali (dopo la stagione dei rialzi sarà tempo di tagliare i tassi d’interesse).
La riapertura della Cina (con la ferma intenzione della sua leadership di rendere l’”anno del Coniglio” un anno da leoni…) e uno scenario “riccioli d’oro” (dove la crescita si mantiene su livelli positivi e in grado di consentire il contenimento dei prezzi al consumo) per la locomotiva statunitense darebbero corpo alle attese di un 2023 speculare al 2022 (quando sia le obbligazioni che le azioni hanno registrato perdite pesantissime).
A gettare acqua sul fuoco potrebbero però essere, ancora per qualche tempo, le banche centrali, quantomai determinate a chiudere la partita con l’inflazione e a non lasciare che si generi un eccessivo (e ingiustificato) ottimismo tra gli investitori.
Un altro rischio, per i mercati azionari, è dato dal fatto che le previsioni sugli utili, pur essendo state ridotte negli ultimi mesi, rimangono ancora piuttosto elevate; ne sono un esempio gli Stati Uniti, dove, in un anno potenzialmente recessivo, si prevede ancora una loro crescita del 10%.
Il 22 gennaio, infine, si festeggia il Capodanno cinese e questa festività metterà in moto, internamente e all’estero, un gran numero di cinesi (nel 2019, anno in cui esplose il Covid furono più di 700 milioni) e la fine dell’inverno potrebbe coincidere con un colpo di coda della pandemia (seppur ora molto meno letale del passato).
Insomma, sembra assolutamente ragionevole aspettarsi un anno meno complicato di quello appena trascorso ma faremo bene a non lasciarci troppo influenzare dall’euforia o dall’eccessivo pessimismo che periodicamente faranno capolino sui mercati finanziari.
Per lo zodiaco orientale il Coniglio è un simbolo di fortuna e buon auspicio e possiamo solo sperare che sia così deciso e determinato da mettere in fuga gli orsi (*) (all’inseguimento di Riccioli d’oro) che da un anno a questa parte scorrazzano nei mercati.
(*) Nel gergo finanziario “orsi” sono coloro che spingono le borse al ribasso (“Mercato orso”) in contrapposizione ai “tori”, ottimisti sull’andamento delle quotazioni (“Mercato toro”).
Rinnovato accordo quadro tra Agcom e Regioni
Una funzione, quest ́ultima, che, anche grazie all ́introduzione del sistema telematico Conciliaweb, ha consentito di tutelare al meglio i diritti dei cittadini. Tra le altre novità, va segnalato un rafforzamento delle azioni educative all ́utilizzo dei media da parte dei giovani che saranno attuate dai Co.re.com. nell ́ambito delle attività di alfabetizzazione mediatica e digitale promosse dall ́Autorità.
L ́Accordo quadro contempla infine un incremento del contributo annuale riconosciuto ai Co.re.com., introducendo, al contempo, il principio di premialità nella ripartizione delle risorse finanziarie.
Minaccia i poliziotti e li prende a calci e sputi
Uno straniero e’ stato arrestato per resistenza e lesione personale aggravata a pubblico ufficiale. Una delle scorse notti la Squadra Volante è intervenuta in un esercizio pubblico nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Vercelli per la segnalazione di una lite tra due persone. Uno dei due, marocchino, alla vista degli agenti ha iniziato ad urlare e ad inveire contro di loro. Mentre i poliziotti stavano per condurlo in Questura per gli accertamenti, ha iniziato a insultare e minacciare e si è lanciato contro i poliziotti con ginocchiate, pugni e sputi. Condotto in Questura ha proseguito con la sua condotta aggressiva, venendo così arrestato per resistenza e lesione personale aggravata.
NOTIZIE DAL PIEMONTE