ilTorinese

Smart Solutions for Smart Communities, la ricerca 

martedì 31 gennaio 2023  alla Lavanderia a Vapore via Pastrengo 51, Collegno – TO

 

dalle ore 09:00 alle ore 11.30

 

Saranno presentati i risultati del lavoro di 4 anni del progetto di ricerca BIOENPRO4TO  – Smart Solutions for Smart Communities (POR/FESR Regione Piemonte), a cui partecipano 16 partner locali, di cui 4 grandi imprese, 5 PMI e 7 organismi di ricerca di tre Università piemontesi

 

BioEnPro4TO ha realizzato un sistema tecnologicamente avanzato per la conversione dai residui della vita quotidiana di comunità di piccole dimensioni in bioenergia e bioprodotti, a zero impatto ambientale, zero waste, abbattendo drasticamente i tempi di conversione e con un ritorno di investimento mai visto prima. Il territorio di riferimento è costituito da 17 Comuni dell’area Torino Ovest.

 

Si potranno vedere dal vivo, insieme agli ingegneri che le hanno prodotte, le diverse unità tecnologiche che compongono il sistema, tra cui ‘Torello’, il piccolo ma potente impianto per produrre l’energia pulita ed economica in soli 15 minuti, pronto per la fase di sperimentazione sul territorio.

 

Saranno presenti:

 

Francesco Casciano       sindaco della Città di Collegno

Jacopo Suppo                vicesindaco Città metropolitana di Torino

Andrea Tronzano           assessore allo Sviluppo Attività Produttive della Regione Piemonte

 

Mario Bonaccorso        direttore del Cluster Spring – Una panoramica sulla bioeconomia in Italia

Vander Tumiatti         fondatore di Sea Marconi – Dall’economia circolare all’economia granulare con BioEnPro4TO

 

Paola Dal Zovo            project manager Reply Santer

Silvana Nicola             docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino

Paolo Romano             presidente SMAT SpA

Marco Scolaro             amministratore delegato CIDIU SpA

Vander Tumiatti           fondatore di Sea Marconi

 

Alessandro Perissinotto   docente del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino – La comunicazione sociale e ambientale di BioEnPro4TO. Le favole di Bioeconomia

 

Federico Montesano espone alla Galleria Malinpensa by La Telaccia

Prima esposizione del 2023, dal 31 gennaio all’11 febbraio prossimi, sarà quella dedicata al paesaggista lombardo

 

È dedicata al paesaggista lombardo Federico Montesano la prima mostra che apre l’anno 2023 alla Galleria Malinpensa by La Telaccia, dal 31 gennaio all’11 febbraio prossimi. In una moderna e singolare rappresentazione paesaggistica l’artista trasforma il dipinto in una ricerca contemporanea dal sicuro impatto visivo, servendosi di varie tecniche quali l’acrilico e la carta su tela, la pittura digitale su fotografia d’epoca e raggiungendo risultati di notevole resa stilistica e di sicura manualità. Le tematiche da lui affrontate lo portano a descrivere la natura in un clima a metà tra realtà e sogno, conferendo alle proprie opere un profondo significato contenutistico.

Vi emergono colori, segni e forme di originale rappresentazione e di una forza vitale ricca di poetica. Lo spazio ambientale indagato da Federico Montesano trova espressione in un soggetto di straordinaria libertà interpretativa e in una profondità di immagine ricca di emozioni, che dialogano con uno sfondo molto suggestivo. La natura da lui rappresentata è animata da uno slancio vitale di luci che risultano sapientemente dosate, capaci di conferire un’intensità creativa di notevole effetto e di attento simbolismo. Il paesaggio vive all’interno dell’opera grazie a un’armonia compositiva movimentata da efficaci giochi di chiaroscuro e da ricorrenti tratti scenici, che si richiamano a simboli evocativi, a memorie e momenti unici. L’infinito azzurro del cielo e i toni caldi della terra risultano perfettamente bilanciati nelle loro campiture cromatiche, conferendo valore sia estetico sia tecnico alle sue creazioni. La luce penetra e si evolve magistralmente nelle sue opere in uno spazio-tempo senza confini,attraversando il soggetto con intensi stati d’animo. Nel percorso artistico di Montesano si coglie un’atmosfera sognante, capace di alimentarsi di energia e di continue sensazioni, in cui si fondono lo studio appassionato della tecnica e il rapporto tra segni e colore, in grado di dirigersi verso una dimensione testimone di una personalità capace di attrarre lo sguardo dell’osservatore.

Federico Montesano, appena iniziò a frequentare il liceo artistico, capì subito che il mondo delle arti visive lo avrebbe appassionato per tutta la vita. Innamorato del mondo dell’arte, è stato molto legato al suo Professore di Visiva, che lo ha introdotto non solo nell’universo del disegno e della pittura tradizionale, ma anche ai nuovi strumenti del digitale. Nato a Monza il 10 ottobre 1990, dopo aver frequentato il liceo artistico, si è laureato con lode in Scenografia e specializzato con lode in Scenografia per il teatro presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Nel 2017 veniva ammesso al corso di Scenografia Teatrale dell’Accademia Teatro alla Scala. Nel 2019 ha lavorato alla realizzazione delle scenografie dell’opera “Elisir d’amore per i bambini”, in scena al Teatro alla Scala, per la regia di Grischa Asagaroff, per le scene e costumi di Luigi Perego. Nello stesso anno ha partecipato alle realizzazioni sceniche per l’ottava edizione de “La Prima Diffusa”, la manifestazione promossa dal Comune di Milano e da Edison per riunire tutta la cittadinanza attorno alla “Prima” della Scala, che quell’anno coincideva con la messa in scena del capolavoro verdiano di “Attila”, affidato alla direzione di Riccardo Chailly, per la regia firmata da Davide Livermore.

MARA MARTELLOTTA

Claudio Desirò, Italia Liberale e Popolare interviene sul carcere di Torino

Ascoltare le parole dell’Avvocato Roberto Capra, Presidente della Camera Penale Vittorio Chiusano, durante l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, a proposito del Carcere di Torino, definito ‘indegno per un Paese civile‘, risulta un pugno nello stomaco per chi crede nello Stato di Diritto, nella Carta Costituzionale e nel Sistema Carcerario, come istituto di recupero dell’individuo alla società.
“Il Sistema Carcerario Italiano ha vissuto un 2022 da incubo, durante il quale si sono registrati 82 suicidi, di cui 4 nel penitenziario torinese. Numeri che dovrebbero fare indignare e riflettere sulle condizioni in cui versano le strutture, tra fatiscenza, sovraffollamento e carenza di personale e di attività di recupero”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta la relazione sulle condizioni carcerarie.
La struttura torinese arriva da anni di difficoltà assoluta, durante i quali è stata individuata come quella più critica a livello nazionale. Dopo la chiusura del Sestante sembrava che fosse stata intrapresa la via per un miglioramento generale, ma evidentemente così non è stato. I quattro suicidi occorsi nel 2022, le continue denunce relative alle pessime condizioni igienico sanitarie e la cronica carenza di personale, testimoniano una condizione di vita, per i carcerati, e lavorativa, per il personale, al limite del sopportabile”, aggiunge Desirò.
Se da un lato bisogna assicurare al Paese la certezza della pena per chi commette reato, dall’altro bisogna assicurare una pena giusta e che permetta un recupero sociale a chi ha sbagliato: oggi, il sistema carcerario italiano, a partire dal carcere Lorusso-Cutugno di Torino, non è in grado di recitare il ruolo che la Costituzione gli assegna.
“Una situazione che richiede interventi rapidi, come l’assunzione delle 15 mila unità ad oggi mancanti alle forze di Polizia Penitenziaria a livello nazionale e l’implementazione del personale addetto al recupero sociale, ed altri strutturali, tra il maggior utilizzo di forme di esecuzione pena alternativa alla detenzione e la riduzione dell’abuso della carcerazione preventiva”, conclude Desirò.
Il carcere, oggi luogo di vita e lavorativo disumano, fucina di nuova criminalità, deve tornare ad essere un presidio dello Stato da cui l’individuo che ha sbagliato ne possa uscire migliore e reinserito nella società.

Ladro in pizzeria fa scattare l’allarme e finisce in manette

Era riuscito ad entrare nella pizzeria ma l’antifurto e il servizio di videosorveglianza hanno fatto scattare l’allarme. Una delle scorse notti i carabinieri di Moncalieri hanno arrestato un uomo di origine africana per tentato furto in un locale in zona Borgo Mercato. Era entrato dopo aver forzato una finestra, ma i carabinieri lo hanno preso prima che riuscisse a scappare con i soldi della cassa.

Merlo: Universiadi e post olimpico, così si rilanciano le montagne olimpiche 

“Le Universiadi 2025 da un lato e la soluzione definitiva per i siti e gli impianti di Torino 2006
dall’altro, possono rilanciare ancor di più l’antica vocazione turistica e sportiva dell’intero
comparto della Via Lattea. E questo a prescindere da come finirà la partita della scelta delle varie
località, e dei rispettivi siti, in vista delle Olimpiadi di Milano/Cortina 2026.

Sotto questo versante, il comportamento concreto del Sindaco di Torino Stefano Lorusso e del
Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio tenuto sino ad oggi è stato quantomai
importante e decisivo. Un atteggiamento sempre prudente ma coerente accompagnato dalla
volontà di risolvere il post olimpico e offrendo, al contempo, la piena disponibilità per un eventuale
utilizzo degli impianti piemontesi. Il tutto, come ovvio, con l’obiettivo di favorire un risparmio delle
risorse pubbliche senza ulteriori dispersioni.

Ecco perchè, adesso, l’incrocio tra l’evento internazionale delle Universiadi e la soluzione del post
olimpico possono e debbono rappresentare un passaggio decisivo e qualificante per il futuro
stesso del comprensorio della Via Lattea. Con l’obiettivo prevalente di contribuire a modellare un
nuovo modello di sviluppo per le montagne olimpiche anche attraverso l’utilizzo di discipline
sportive funzionali per tutto l’anno e a bassi costi”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Un Patto per la Sicurezza nelle costruzioni

 Torino, 30 gennaio 2023

Lunedì 30 gennaio 2023, dalle ore 9.30 alle 13.30, al Pacific Hotel Fortino, in strada del Fortino 36 a Torino, è in programma l’iniziativa «Un Patto per la sicurezza nelle costruzioni. Infortuni e malattie professionali non sono mai una casualità», a cura di Fenealuil Piemonte e Sicurezza e Lavoro. Nell’occasione verrà presentato il Protocollo tra i due enti per favorire tutele e formazione di chi opera nel settore edile. Verranno inoltre proiettati il filmato sulla sicurezza sul lavoro «Rimane il vento» del regista Rocco Sestito e allestita la mostra di vignette del cartoonist di Sicurezza e Lavoro, Tiziano Riverso, dal titolo «Edilizia, croce e delizia».

«Gli infortuni e le malattie professionali in edilizia sono ancora troppi – dichiarano Giuseppe Manta e Massimiliano Quirico – la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, che dovrebbero rappresentare una priorità, continuano a non riceve la giusta considerazione, nonostante il ripetersi delle tragedie. Oltre a ricordare quanti hanno perso la vita e hanno subito infortuni sul lavoro, con il “Patto per la sicurezza” vogliamo avviare un percorso di confronto, sensibilizzazione e formazione per quanti operano nel settore delle costruzioni, offrendo assistenza e tutele a lavoratori e lavoratrici».

All’incontro, a cui partecipano 150 persone, tra delegati, rls, rlst-t ed esperti in salute e sicurezza, intervengono il segretario generale Fenealuil Piemonte, Giuseppe Manta, il direttore di Sicurezza e Lavoro, Massimiliano Quirico, e l’assessora a Lavoro e Sicurezza della Città di Torino, Gianna Pentenero, oltre a numerosi relatori d’eccezione, tra i quali: Pier Luigi Pavanelli, direttore Spresal Asl Città di Torino; Agostino Del Balzo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Itl) di Torino; Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte; rappresentanti di Ance, Confartigianato e Confapi. Conclude i lavori il segretario generale nazionale Fenealuil, Vito Panzarella.

L’ingresso è gratuito. Per adesioni e informazioni: contatti@sicurezzaelavoro.org

#edilizia #sicurezzaelavoro #feneal

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Il Piemonte incontra la Sardegna con il pecorino etico solidale Biraghi

Il Piemonte incontra la Sardegna attraverso il pecorino etico solidale della Biraghi. Il successo della sesta edizione.

Si è tenuto a Torino, il 23 gennaio, la sesta edizione dell’evento promosso da Biraghi, FDAI (Campagna Amica) e Coldiretti Sardegna a sostegno del lavoro dei pastori sardi.

Una bella iniziativa che ha avuto la sua ribalta a Torino presso la Lounge Gattinoni di Via Cesare Battisti.

Il Pecorino Etico Solidale Biraghi viene distribuito in più di 3.100 punti vendita sul territorio italiano e, a novembre 2022, si è registrata una distribuzione ponderata pari al 35% su tutta Italia.

Non solo la Grande Distribuzione, ma anche i consumatori hanno risposto in maniera positiva all’iniziativa. Lo conferma il fatto che, in soli sei anni, il Grattugiato “La Nostra ricetta al Pecorino Biraghi 100g” abbia raggiunto una quota importante di mercato.

Un nuovo record è stato raggiunto con oltre 1.100.000 kg di prodotto (70% di Pecorino e 30% di Gran Biraghi) venduti a partire dal 2017.

I risultati dell’accordo sono stati illustrati da Claudio Testa, Consigliere d’amministrazione della Biraghi S.p.A, Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna, Francesco Carta, Vicepresidente della Cooperativa Pastori Dorgali.

Adolfo Giannecchini, responsabile dei progetti di Filiera Agricola Italiana Spa ha commentato: «Questo è un esempio concreto di un accordo che fa bene al Sistema Paese, nel quale ogni attore coinvolto ha saputo mettersi a disposizione per creare un prodotto di qualità e competitivo sul mercato». 

Soddisfatta anche la parte sarda: «Per la nostra Cooperativa è stata una svolta che ha rafforzato tutto il lavoro che avevamo fatto precedentemente – afferma il Vicepresidente della Cooperativa Pastori Dorgali, Francesco Carta –. Da inizio annata abbiamo la certezza che una parte del nostro formaggio verrà venduto ad un prezzo già stabilito».

All’incontro è seguita una bella esibizione in piazza San Carlo del Gruppo a Tenore, canto dei pastori patrimonio UNESCO Su Cuntzertu De Abbasanta.

TOMMASO LORUSSO

Damigiane di vino e tortellini alla panna Com’era bella quella vecchia Torino

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ

Non  tutti i mali vengono per nuocere. Sono in convalescenza perché operato al menisco.

Ovviamente grazie alla dottoressa Giulia Pesce per l’operazione. E grazie anche all’efficienza dimostrata. Alle 12 tampone per il covid e alle 17,30 prendevo la via del ritorno a casa.  Grazie alle mie figlie e alla moglie Paola che mi hanno amorevolmente soccorso esistenzialmente rendendo tutto più accettabile. Dolori attenuati e grande riposo del caso. A casa la noia è quasi d’obbligo.  Qualche telefonata per il lavoro.
Brevi incursioni di 10 minuti con stampella. Poi non ci rimane che organizzarci, mentalmente, s’intende. Ed il modo migliore di organizzarci sono i libri che dove abito non mancano. Anzi sono decisamente orgoglioso della qualità e quantità. Ovviamente non li ho letti tutti. Tutta la famiglia ha questo “vizio”.  Sembra non molto condiviso dal popolo italiano. Televisione? Sicuramente, ma ogni volta che la accendi sei pervaso di struggente angoscia. Prima di tutto notizie sulla guerra.
Notizie sulla crisi, notizie sul Covid.  Insomma non c’è da starne allegri. Altra cosa che mi aiuta è scrivere.  Intanto Virgilio e Libero da più di una settimana non funzionano.  E bravi loro che sostengono che non è stato un attacco hacker. Bene, ed allora che ripristinino il tutto. Confesso che in gioventù non sono stato un grande lettore. Sentivo che la vita doveva essere vissuta in strada e poi avevo una grande insofferenza per i posti chiusi come gli uffici.
Fortunatamente è arrivata l’Università e la necessità di approfondire. Mi mancano le lunghe passeggiate con il cane ed ascoltare le varie lezioni via internet. Geopolitica e poi tanta ma tanta storia.  Innaffiata da trasmissioni di costume e dunque di cultura direi sociale. Sicuramente ci tornerò perché camminare vuol dire soprattutto pensare e ricordare. Ho anche capito che anche una poltrona può essere luogo di pensiero, di ricordo, e di eventuali viaggi fantastici.
Il tutto viene stimolato nel “tuffarti” in queste belle librerie. Ed ogni libro diventa un’occasione di ricordo. Fino a 10 anni non ho avuto una mia stanza dove rifugiarmi.
Addirittura mi vergognavo nel dirlo a scuola.
Poi mio padre ne ricavo’ una all’interno della più ampia  loro camera da letto. Era piccolissima ma per me fu un sogno realizzato. In ogni spazio del muro possibile un poster.  Di due  in particolare mi ricordo.
L’intera poesia di Salvatore Quasimodo Lamento  del Sud. Il secondo del bambino che metteva un garofano rosso nella canna di un fucile.  Rivoluzione portoghese del 1974, per la democrazia. In via Cherubini l’alloggio era piccolo. Ma interamente foderato di libri.
Addirittura fu mio padre il costruttore delle librerie. Proprio così. Era un provetto tornitore e fresatore ma le imparava tutte.
Persona estremamente metodica, prima ipotizzava con un progetto di base. Poi andava dagli amici e compagni falegnami per ricevere  consigli. Per me fu uno dei momenti più felici. Mi “godevo” mio padre. Duro’ poco. In particolare ero affascinato dalle cerniere. Non mi ricordo di nulla di elettrico. Anzi mi ricordo bene il trapano a manovella. Come le lamentele di mia madre perché doveva pulire.
Orari e stagioni, con la luce a disposizione la facevano da padrone. Fine ottobre inizio novembre arrivavano i camion di damigiane piene di vino.  Principalmente arrivavano dall’astigiano. Generalmente barbera e dolcetto.  E si faceva il cambio di damigiane. Attrezzature necessarie. Bottiglie spesse un centimetro  molto scure.
Per allora manco sapevo l’esistenza del vino bianco. Le damigiane erano  da 48 o 54 litri.
Per tutto l’anno dovevano bastare 2 damigiane: una di barbera e una di dolcetto.
Mal contate un bicchiere al giorno. Solo mio padre beveva un bicchiere di vino a pasto.
Se poi non bastava c’erano sempre i pintoni da 2 litri e la cantina di via Cherubini. Le bottiglie vuote accuratamente lavate senza detersivo e con una apposita spazzola e coperta da un beccuccio fatto da listelle di giornale.
I tappi comprati in via Montanaro angolo via Cherubini. Si scendeva in un sottoscala e si compravano i tappi sciolti.  Mio padre preferiva quelli oliati. Non si rompono.
Che rito. Che magia. Imbuto e tubo con miscelatore.  All inizio si doveva fare attenzione a non sbloccare e non raccogliere il fondo delle damigiane. Poi Arrivarono i rasatori. Precisi si autoregolamentavano.  E con l’apposita macchina si faceva la tappaturra.
Una vita che duro’ tre anni.  Poi crescendo il ruolo pubblico di mio padre riprese rigorosamente.  Sposato tornai ad imbottigliare. Una collega di mia moglie ci faceva portare il dolcetto di Priocca. Un solo anno. Era più semplice comprare i bottiglioni.
E c’era un’altra bellezza : la totale assenza di plastica. Anche il latte lo compravi in bottiglia.
Tappo  rosso, intero. Tappo blu parzialmente scremato.  Solo a 18 anni conobbi i tortellini alla panna.  C’era una brasseria (diciamo così alla francese) dove si mangiava nel bancone così non si pagava il coperto. Pensandoci bene anche al fondo di corso Palermo quasi angolo corso Giulio Cesare. Sul lato sinistro. Tradizione il sabato sera. Ci si trovava in via Baltea  alla 35a sezione del pci.  Nel mentre chiudevano i banchi del mercato che erano lì dalle cinque del mattino. Arrivavano i camion  ed i netturbini per pulire. Ramazze e pale. Facevano dei mucchi successivamente portati via da piccole gru situate sui camion.
E tutto sembrava più semplice. Dal vino di mio padre agli aperitivi che consistevano in un bicchiere di vino e uova sode sul bancone con sale e pepe a disposizione. Persino la notte sembrava meno nera di oggi.
Con quelle serate di marzo dove il vento aveva spazzato via tutto e potevi vedere al fondo della via. Altro che movida. Poca gente per strada e le luci degli alloggi spente.
Il primo turno alla Feroce  ( Fiat) cominciava alle 6 e chi doveva arrivare a Mirafiori era sul tram già alle 5 del mattino. Proprio ma proprio  altri tempi in un’altra città.
Forse decisamente grigia ma che da un grande passato contava di avere un grande futuro. E sia ben chiaro non finisce qui. Alla prossima.

PATRIZIO TOSETTO

Ortofrutta, eccellenza piemontese in crisi Ma dalla Regione fondi in arrivo

La Regione Piemonte ha approvato 11 progetti presentati dalle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli del Piemonte per un finanziamento complessivo di 12.540.000 di euro di fondi europei proveniente dalla misura sull’ Ortofrutta.

I beneficiari sono le Organizzazioni di produttori e le Associazioni di Organizzazioni di produttori del Piemonte in forma di società cooperativa o altra forma societaria di capitale.

Rappresentano circa 3.000 produttori, singoli e associati, per un fatturato di circa 270 milioni di euro.

    “In un momento in cui il comparto ha bisogno di sostegni di fronte all’esistente crisi di mercato dovuta soprattutto ai costi di produzione, la Regione – osservano il presidente della Regione, Alberto Cirio, e l’assessore  all’Agricoltura e cibo, Marco Protopapa – assicura per  un importante aiuto ai produttori ortofrutticoli del Piemonte

“Perché è più dolce di una torta di mele…”

Music Tales, la rubrica musicale 

Chiamo il mio ragazzo Lecca Lecca

Vi dico perché

Perché è più dolce di una torta di mele

E quando lui fa quel ballo tutto scosse

Allora non perdo l’occasione

Io lo chiamo lecca lecca”

Ci sono artisti o band che hanno carriere incredibili ed esaltanti. E poi, c’è chi, invece, riesce solo a trovare la formula giusta per un’unica canzone e a non ripeterla più. Milioni di copie vendute, tantissimo successo e poco altro: una carriera mediocre, peggio ancora, l’oblio. E se la carriera continua, nel migliore dei casi rimane lontana dal grande risultato ottenuto. Vere e proprie one-hit wonder, che diventano con gli anni un peso incredibile e un ricordo lontano. Ma per fortuna ci sono le royalties, almeno quelle servono ad assicurare la pensione.

Il pubblico, allora, si ricorderà solo di quel brano e basta. Succede, succede spesso: è successo parecchio negli anni’80 e ’90, soprattutto nel 1997 e nel 1998, forse per la potenza all’epoca dei video musicali e della visibilità che davano. Insomma, nella storia della musica non è raro. Grandi aspettative per un secondo singolo oppure un secondo album, che si infrangono miseramente. O i successi tardivi, magari grazie a una cover che nessuno era riuscito a far funzionare a dovere fino a quel momento. Ancora: il pezzo che diventa la sigla di una serie tv o s’infila nella colonna sonora di un film e ti svolta a tempo determinato la carriera. Non esiste la ricetta perfetta per il successo e, nei miei articoli prossimi, a partire da questo, vorrei dedicare qualche riga ad alcuni di questi brani eccezionali, ma “soli”, in modo che possano darvi uno spunto per andare ad ascoltare anche melodie meno fortunate

degli artisti che li hanno prodotti.

Oggi si parla di “Lollipop” (1958)

Probabilmente uno dei brani più gettonati in tv tra pubblicità e servizi vari.

Il duo pop americano Ronald & Ruby l’aveva composto molto facilmente ed è sopravvissuto al tempo devo dire.

Del resto è immediato, sta bene su tutto… il pezzo “salvavita” di ogni montatore.

In italiano “lecca – lecca”. Brano leggero dunque.

I membri del duo erano il nero Ronald Gumm (o Gumps) e il bianco Beverly “Ruby” Ross ; i gruppi pop interrazziali erano insoliti all’epoca e il gruppo non appariva in pubblico o nei principali organi di stampa e televisivi.

In precedenza avevano lavorato insieme come cantautori ; tra i loro crediti ci sono “Young and Hungry for Love”, “Frankenstein Rock”, “Fat Pat”, “Soul Mates”, “Don’t Come to My Party” e “The Ghost of Love”.

Nel 1958 pubblicarono insieme un singolo intitolato ” Lollipop “. È diventato un successo negli Stati Uniti, raggiungendo il n. 20 nella Billboard Hot 100 .

La canzone ha ottenuto un maggiore successo nelle classifiche sia interpretata da

The Chordettes” che da “The Mudlarks”.

Hanno pubblicato molti altri singoli, incluso “Love Birds”, nessuno dei quali ha avuto alcun successo.

Ross ha continuato come cantautore, registrando quasi 200 canzoni con BMI , tra cui

” Candy Man ” (per Roy Orbison ) e ” Judy’s Turn to Cry ” (per Lesley Gore ).

““Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.””

Buon ascolto

Chiara De Carlo

https://www.youtube.com/watch?v=dkn17PLnBfk&ab_channel=BettoRollerman

 
 

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