ilTorinese

Trionfo italiano, ma Juve eliminata: 3 squadre italiane in finale nelle 3 coppe europee

(non accadeva dal 1993/94): Inter in Champions League,Roma in Europa League,Fiorentina in Conference League.

Juve eliminata.
I risultati:
Semifinali
Champions League
Inter-Milan 1-0

Europa League
Bayer Leverkusen -Roma 0-0

Conference League
Basilea-Fiorentina 1-3

Le date delle 3 finali
Finale Champions League
Manchester City-Inter
Sabato 10 giugno 2023
Ore 21
Istanbul

Finale Europa League
Roma-Siviglia
Mercoledì 31 maggio 2023
Ore 21 Budapest

Finale Conference League
West Ham-Fiorentina
Mercoledì 7 giugno ore 21
Praga

Saranno 3 grandi partite in cui le squadre italiane avranno la grande opportunità di trionfare in tutte e 3 le competizioni.
Il calcio italiano è tornato a primeggiare in Europa a livello di club.
Ora tocca anche alla Nazionale Italiana del ct Mancini ritornare ai fasti del campionato europeo vinto nel 2021

Enzo Grassano

“Afrovision”, il primo Festival showcase italiano dedicato agli artisti africani e afrodiscendenti

Sabato 20 maggio

A Torino ha avuto i natali nel 2022 e sotto la Mole ritorna, con la seconda – non meno interessante – edizione, sabato 20 maggio, in uno spazio multiculturale unico come il “Circolo Jigeenyi”, all’interno dell’effervescente “Bunker” (l’“Associazione Culturale Variante” di via Niccolò Paganini) dedicato alla “creatività” e alle “cucine africane”. Parliamo di “Afrovision”, primo Festival showcase italiano che vede sul palco in competizione musicale artisti africani o afrodiscendenti, organizzato da “Renken” e “The Music Manager App”, partner il “Festival Creativafrica”, “Amoahbia Festival” di Trento e “Abe Pe Show”, per una giornata che nasce all’interno del progetto “Barriera Corallina”. Obiettivo “dare spazio e voce – dicono gli organizzatori – ai talenti delle nuove generazioni che si ispirano alla corrente dell’‘afrofuturismo’ e ai cosiddetti stili ‘contemporanei’ di creazione e performance, per i quali serve un attento lavoro di ‘scouting’ e uno spazio per far emergere nuove proposte”.

Parola d’ordine non “integrazione”, ma “interazione”. Il tutto sotto la formula del “contest” (concorso, gara), che  prevede, sabato 20 maggio, dalle 20,30, i concerti al “Jigeenyi” dei finalisti: Avex (rapper nato in Italia ma cresciuto in Etiopia e ora residente a Torino), NeroSud (collettivo musicale nato dall’idea di José Fazari e di Gennaro Di Girolamo, in una serata fra amici in piazza Santa Giulia a Torino), Lawless (Ahmadou Njie, nato in Gambia 33 anni fa e arrivato in Italia nel 2014 attraversando il Mediterraneo dopo diversi anni di prigionia in Libia) e Rap Don “The King” (partito nel 2018 dalla Sierra Leone, dov’é conosciuto come “The freestyle king”, per arrivare in Italia, a Trento). La serata sarà presentata da Susanna Owusu Twumwah, nata e cresciuta a Roma (da genitori ghanesi), attivista impegnata nel settore della “comunicazione” in progetti riguardanti lo sviluppo e la diversità, nonché vice-presidente dell’Associazione “QuestaèRoma” che si occupa di “emarginare ogni forma di discriminazione”.

Oltre ai quattro  che si esibiranno e si sfideranno, la Giuria (altamente specializzata e composta da programmatori ed esperti del settore musicale) ha già decretato due menzioni speciali che andranno a Fanie Fayar, dal Congo, e a Wzaa, dal Senegal, entrambi impegnati, in questi giorni, in Africa e dunque non presenti ma comunque premiati nel corso della serata.

Serata, per chi vuole, già in decollo dalle 19 con il nuovo menù di “Ricette d’Africa”. Tra i piatti imperdibili per un viaggio culinario che accompagni le note di “Afrovision”: Pollo Yassa, Couscous di verdure alla marocchina e Ombrina al Pepe Selim.

In premio, per i vincitori, ci saranno due concerti su palchi di Festival Internazionali: uno è quello di “CreativAfrica”, nella serata del 9 giugno a Torino, l’altro l’“Amoahbia Festival” di Trento, il 19 agosto. Altra novità, l’espansione della “Rete di partner” che supportano l’iniziativa: oltre le new entry “Creativafrica” e “Amoahbia Festival” di Trento, l’“Abe Pe Show”, etichetta di produzione dell’artista ghanese Nana Kofi Osei, alias “Nana Motobi”, affermato rapper, performer e sound designer ghanese. I vincitori parteciperanno, inoltre, al “music lab”organizzato da “Abe Pe Show” che porterà alla creazione di un album originale insieme ad altri artisti emergenti internazionali e che sarà pubblicato a fine Festival.

Da ricordare ancora che, il Festival, anche quest’anno, si occuperà  di “formazione” e “promozione”. Nella stessa giornata di sabato 20 maggio il “Circolo Jigeenyi” ospiterà infatti una  “masterclass/workshop” tenuta dalla torinese Valentina Zanelli, manager di musicisti e artisti specializzata in “internazionalizzazione dei progetti musicali” oltre che fondatrice dell’agenzia “Creativi Musicali” e dell’app “The Music Manager”.

g. m.

Per info: “Circolo Jigeenyi”, via Niccolò Paganini, Torino; tel. 353/3113671 o www.ricettedafrica.com

Nelle foto (proprietà Valentina Zanelli), tre dei finalisti: Avex, NeroSud, Rap Don “The King”

“Anche noi siamo natura!”, il libro illustrato realizzato da Eduiren

Salone del Libro: presentato oggi il progetto  con le classi dell’Istituto Ilaria Alpi di Torino

 

La restituzione è stata anche l’occasione per un confronto tra gli studenti e la presidente Amiat, Paola Bragantini, sul ciclo integrato dei rifiuti

 

 Si è svolto  all’interno dell’area Bookstock del Salone Internazionale del Libro di Torino, il momento conclusivo del progetto “Anche noi siamo natura!”, promosso dal Gruppo Iren e dal Salone del Libro.

L’iniziativa ha coinvolto ragazzi e ragazze di tre classi della scuola primaria dell’istituto comprensivo Ilaria Alpi-plesso Perotti di Torino, che hanno presentato il libro illustrato che contiene tutte le storie e i lavori realizzati a valle del percorso, coordinato da Eduiren, e dedicati all’economia circolare e alla sostenibilità. L’evento odierno è stata inoltre l’occasione per un confronto tra i bambini partecipanti e la presidente di Amiat, Paola Bragantini, scandito dalle domande e dalle curiosità dei ragazzi su raccolta differenziata e ciclo integrato dei rifiuti.

“Anche noi siamo natura!” è stato realizzato con il coinvolgimento dell’illustratrice Rossana Bossù, responsabile del progetto grafico, e ha coinvolto gli studenti in una visita presso l’ecocentro Amiat di via Ravina, a Torino.

Quando in Piemonte c’erano i Templari

Dal cuneese a Tenda, da Acqui ad Alessandria, da Asti a Casale, da Chieri a Ivrea, da Novara a Moncalieri, dalla Val Susa a Torino e a Vercelli, i Templari hanno cavalcato pianure e montagne piemontesi attraversando da nord a sud anche le strade della nostra regione.

Avevano precettorie e magioni, ospizi e domus, al servizio di pellegrini e forestieri, e piazzavano i loro insediamenti vicino ai fiumi, in campagna, nei pressi dei valichi alpini, in paesi e città, in zone frequentate da viaggiatori e mercanti vicine alle arterie principali del Piemonte che i Cavalieri del Tempio potevano controllare agevolmente. Difendevano abbazie, conventi e monasteri dall’assalto di briganti e banditi, raccoglievano fondi, alimenti e armi da inviare ai Cavalieri che combattevano in Terra Santa al tempo delle Crociate.

Sono numerosi i luoghi dove vissero i Templari in Piemonte, come si vede nella mappa a fianco. Il più antico insediamento templare in Piemonte, ai piedi del sistema viario alpino, era quello di Susa, datato 1170, con un ospedale per i pellegrini dedicato a Santa Maria a cui ne seguirono tanti altri, San Giorgio Canavese, Biandrate, Mondovì, Fossano, Alba, Vercelli, Ivrea, Savigliano, Testona, Casale e Tortona, solo per citarne alcuni. Una domus templare che offriva assistenza ai pellegrini si trovava al Colle di Tenda mentre a Cavallermaggiore sorgeva un grande centro templare, la commenda di San Giovanni della Motta, oltre al cascinale di San Bartolomeo, detto “castello dei Templari”. Ad Alessandria, in posizione strategica tra il Bormida e il Tanaro, la chiesa di Santa Margherita nel rione Bergoglio era una mansione templare passata dopo il 1312 all’Ordine giovannita, i futuri cavalieri di Malta.

Ad Asti gli studiosi concordano sul fatto che Santa Maria del Tempio, che sorgeva lungo l’attuale corso Alfieri, era l’insediamento più importante della città mentre a Casale Monferrato i Templari, che facevano riferimento alla precettoria di Santa Maria del Tempio alla periferia della città, si erano stanziati lungo il Po per proteggere i pellegrini che andavano a pregare sulla tomba di Sant’Evasio. Cavalieri rossocrociati presenti anche a Chieri dove si insediarono verso la fine del 1100 nella chiesa di San Leonardo la cui domus templare conserva tuttora la facciata in cotto con un grande rosone e il portone decorato con formelle che riproducono croci latine alternate a croci di Malta.

A Ivrea esisteva un convento di Templari presso San Nazario che passò poi ai Cavalieri di Malta e secondo gli storici potrebbe trattarsi del più antico insedimento templare in Italia. Alle porte di Torino i Cavalieri del Tempio si stanziarono nella grande mansione di Sant’Egidio di Testona, vicino al Po, nel 1196. Oggi resta la chiesa, più volte ristrutturata, e una lapide ricorda l’origine templare. Cavalieri del Tempio presenti anche a Nizza Monferrato nel Duecento e a Novara con le domus di Santa Maria e di San Guglielmo che nel secolo successivo passarono all’Ordine degli Ospedalieri di San Giovanni.

A Vercelli invece i Templari possedevano la chiesa di San Giovanni d’Albareto nell’attuale piazza Camana che fu abbattuta nell’Ottocento. Mentre a Savigliano il documento più antico che certifica la presenza dei Templari in città risale al 1181, in Val Susa l’Ordine del Tempio arrivò verso la fine del XIII secolo. Oltre a Susa, nella vicina San Giorio si trovano alcune croci templari murate nella facciata della canonica e sopra il portone di un’altra cappella di fronte alla chiesa parrocchiale. A Torino i cavalieri rossocrociati si erano stabiliti nella magione di Santa Margherita e possedevano case e beni nei sobborghi di Vanchiglia, di San Solutore e in Val San Martino.

A Moncalieri, dai documenti disponibili, emerge una presenza templare molto attiva nel Duecento mentre a Villastellone i Templari possedevano la magione di San Martino della Gorra. “I Templari in Piemonte” dell’antropologo Massimo Centini e “Quando in Italia c’erano i Templari” della studiosa Bianca Capone Ferrari sono due eccellenti libri, ricchissimi di informazioni e note storiche su luoghi, personaggi e vicende dei Templari in terra subalpina. Il volume di Bianca Capone, in particolare, è dedicato “alla memoria della Cavalleria templare, immolatasi eroicamente per la difesa di San Giovanni d’Acri nel 1291, ultimo baluardo cristiano in terra d’Oltremare”.

Filippo Re

Giachino (Fdi): “Caro sindaco, basta bici e monopattini sotto i portici”

AL SINDACO DI TORINO STEFANO LO RUSSO
Caro Sindaco,
Mesi fa Ti scrissi segnalando biciclette e monopattini sotto i portici di via Cernaia.
Non mi sono accorto di alcun intervento.
In compenso da Facebook leggo la denuncia di una Signora che ha rischiato gravi danni dal passaggio di una bicicletta sotto i portici di via Po.
Puoi intervenire con decisione e  urgentemente?

Mino Giachino
Responsabile piemontese trasporti FDI

Uncem: il Piano Borghi non va

Il Piano Borghi del Ministero della Cultura dovrebbe essere totalmente cancellato. È nato male e cresce peggio. Concepito lontanamente dai territori, senza logica territoriale e senza senso sociale, il bando PNRR relativo al Piano ha premiato un anno fa 250 Comuni con un milione e mezzo di euro ciascuno e 21 paesi in Italia con 20 milioni ciascuno. Che fortunati. Che azione virtuosa! Uncem è allibita e preoccupata. L’assurdità totale di due lotterie, linea A e linea B, che con modalità diverse hanno tradito i Comuni, mettendoli tutti in scontro, non considerando le comunità, inducendo i Comuni a correre dietro a progetti municipalisti imperniati sul campanile. E cosa importa se il vicino ha preso niente ma io ho preso 20 milioni. Borghi e paesi che il Ministero, con Governi diversi ad appoggiare Piano e bandi, non ha saputo riconoscere, interpretare, sostenere. Uncem è sempre stata netta e chiara. Ha detto che quel Piano è illusorio e dannoso. Crea sperequazioni. Lo ripete con forza. E oggi lo ribadisce di fronte a un altro assurdo bando, probabilmente pure contro la Costituzione, che permette a 294 borghi finanziati dalla linea B di ricevere ulteriori finanziamenti per le imprese in quei territori. Come se fosse facile e come se bastasse qualche euro, a fare impresa nei paesi. Nuovamente un bando mal scritto che non affronta temi gravi come la desertificazione economica dei territori, della riorganizzazione dei servizi, dei flussi di merci e persone, che riguardano tutti, un bando che ignora la legge 158 del 2017 sui piccoli Comuni. Che dà 200 milioni a pochi fortunati. E tutti gli altri stanno al palo. Grave e poco lungimirante. Crea ulteriori sperequazioni, disuguaglianze, danni di fatto. Bloccare tutto, per un nuovo Ministro arrivato al MIC, sarebbe stato più idoneo. E poco importa se il PNRR impone una corsa alla spesa, anche per i borghi. Spendete, spendete, si dice. Fondi per lavori che i Comuni non riescono a fare per mille regole sbagliate, a partire da quelle sulle anticipazioni di cassa. Dare 200 milioni di euro a 300 fortunati è ancora una volta poco degno di un Paese complesso come l’Italia. Per i piccoli Comuni sarebbe bastato applicare la legge. Anche dove si dice che lo sviluppo economico e sociale gli Enti lo fanno insieme. E solo così si salvano. Non con milionate date a chi è più bravo”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Lavori di manutenzione sulla linea Torino – Bardonecchia

  • nei giorni 20-21 e 27-28 maggio e 3-4 giugno
  • tratta Salbertrand-Bardonecchia
  • modifiche alla circolazione per la linea SFM3

Sulla linea Torino-Bardonecchia proseguono gli interventi di manutenzione straordinaria anche nei fine settimana del20-21, 27-28 maggio e 3-4 giugno.

Per consentire le attività ad opera di Rete Ferroviaria Italiana (società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS), nella stazione di Bardonecchia, alcuni treni regionali della linea SFM3 verranno sostituiti da bus nella tratta Salbertrand – Bardonecchia.

In particolare, da Bardonecchia a Torino, gli autobus partiranno prima rispetto all’orario previsto dei treni.

I sistemi di vendita dell’impresa ferroviaria sono aggiornati con il nuovo programma di circolazione.

Magliano: “Autisti GTT senza un aumento di stipendio a fronte di condizioni difficili”

Condivisibili le proteste degli autisti GTT. Non può più essere il ricorso sistematico allo strumento dello straordinario la sola possibilità che l’azienda torinese mette a loro disposizione per far raggiungere introiti mensili adeguati al costo della vita. Nuove, sensate e sufficienti assunzioni sono l’unica modalità accettabile di garantire la piena copertura del servizio. Agli autisti occorre assicurare idonei turni e intervalli di riposo adeguati: questo non significa solo assicurare alle persone che sono quotidianamente alla guida dei mezzi pubblici di trasporto ritmi di lavoro sostenibili, ma vuol dire anche difendere la loro sicurezza, insieme a quella dei passeggeri e degli altri utenti della strada. Difenderemo, come Moderati, questo diritto in Consiglio Regionale. L’Agenzia della Mobilità Piemontese verifichi la qualità retributiva e le condizioni di lavoro di questi dipendenti, inadeguati per numero rispetto alla necessità attuale, intervenendo se necessario. Uno stato di agitazione sindacale della Faisa-Cisal è stato annunciato, in concomitanza con il Salone del Libro di Torino, come forma di protesta contro la proposta di una banca ore a saturazione negativa, contro la cancellazione della conoscenza anticipata dei turni nei periodi festivi e contro il mancato aumento degli stipendi, che non soltanto gli ultimi mesi di inflazione, ma anche le condizioni sempre più difficili dell’operatività quotidiana – con il moltiplicarsi delle aggressioni – richiederebbero.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Caro affitti, Fimaa: attenersi ai canoni concordati

 APPELLO PER LA DETASSAZIONE PER PROPRIETARI DI CASA VIRTUOSI

Sul caro affitti per gli studenti universitari e sulla protesta che sta prendendo piede nelle principali città italiane, FIMAA Torino, la principale Federazione di Categoria degli agenti immobiliari, aderente ad Ascom Confcommercio Torino, fa luce sulle linee guida delle locazioni proprio per chi studia fuori sede.

«Ormai il caro affitti degli studenti universitari, già segnalato da noi alcuni anni or sono, è diventato a tutti gli effetti un problema sociale – sottolinea il presidente di FIMAA Torino Franco Dall’Aglio – e coinvolge il settore affitti facendo chiaramente emergere l’inadeguatezza delle strutture preposte con i posti letto degli studentati e l’incapacità del settore privato a colmare questo gap tra domanda e offerta».

«A livello nazionale – prosegue Dall’Aglio- solo il 6% delle esigenze abitative degli studenti viene soddisfatto dalle strutture universitarie e para universitarie. Viviamo quindi una realtà di mercato dove la forte domanda ha fatto lievitare i prezzi anche se così non dovrebbe essere. Al netto delle truffe e delle agenzie di servizi che pretendono una cifra una tantum non rimborsabile solo per fornire contatti senza garanzia della conclusione della trattativa, nel 1998 il nostro legislatore, con la legge n. 431, ha tolto di fatto dalle regole del mercato la libera contrattazione degli affitti agli studenti». 

«Dal 1998 corre l’obbligo, per chi vuole affittare agli studenti, di attenersi ai canoni concordati – precisa la vicepresidente vicaria di FIMAA Torino, Beatrice Pinelli- un po’ come per i classici contratti concordati 3+2. Se si prendesse coscienza del disagio sociale che si crea con l’aggiramento di questa normativa, magari consentendo la detassazione IMU per i proprietari virtuosi ci sarebbero molti meno soggetti pronti a speculare sugli studenti. Altro fattore che crea disagio e forte imbarazzo è quello che i Comuni si ostinano a non riconoscere a questi studenti la facoltà di prendere la residenza presso l’immobile affittato con conseguente impossibilità ad accedere ai servizi destinati ai residenti primo fra tutti quello sanitario».

Il termovalorizzatore di Torino compie 10 anni

TRM – Gruppo Iren:  4,8 milioni di tonnellate di rifiuti in energia per 4,5 milioni di persone

Il termovalorizzatore di Torino – una delle eccellenze nazionali per la chiusura del ciclo dei rifiuti – celebra 10 anni di attività. Avviato nel 2013, l’impianto ha trattato quasi 4.800.000 tonnellate di rifiuti, ha immesso in rete 3.000.000 MWh di energia elettrica, equivalente a quella richiesta da quasi 1.500.000 famiglie di tre persone e, grazie alla produzione di calore per 300.000 MWh, ha soddisfatto il fabbisogno di circa 22.500 persone.

Sicurezza, minimizzazione dell’impatto ambientale e recupero energetico rappresentano i punti di forza dell’impianto di TRM, società del Gruppo Iren, che traccia una via sostenibile alternativa alla discarica, attraverso una delle migliori tecnologie disponibili. Il termovalorizzatore, infatti, permette di ridurre del 98% il volume dei rifiuti residui rispetto alla discarica.

L’impianto è stato ideato e progettato per essere completamente integrato con il territorio e la comunità locale. A questo proposito è stato costituito nel 2006 un Comitato Locale di Controllo, composto dai Comuni coinvolti nell’area di influenza, che ha accompagnato l’attività di progettazione e realizzazione e, in questi dieci anni, ha continuato a promuovere incontri periodici e momenti di confronto con gli stakeholder locali e i cittadini.

L’Impianto termovalorizzatore di Torino è inoltre l’unico impianto in Italia ad essere stato progettato con uno spazio dedicato all’attività didattica rivolta alle scuole e a specifici percorsi di visita. Dal 2013 e al 2022 28.000 persone hanno visitato il termovalorizzatore, con una media di 4.500 utenti negli anni di esercizio ordinario pre-pandemia. Nel solo primo trimestre del 2023 si sono inoltre già tenute oltre 1300 visite, segno di una forte ripresa.

Il progetto architettonico, affidato a Stile Bertone, rispecchia un design moderno e curato negli aspetti estetici: un elemento industriale diventato ormai parte integrante del territorio e capace di armonizzare piacevolezza estetica ed efficienza.

Accanto alla trasparenza, la sicurezza è stata da sempre centrale nella gestione dell’impianto: I livelli di sicurezza dell’impianto sono infatti garantiti da un sistema di sorveglianza che monitora gli effetti sulla salute nelle aree circostanti, coordinato dalle più importanti istituzioni pubbliche locali e nazionali e tecnici e specialisti qualificati piemontesi, affiancati da apporti provenienti da altri centri di ricerca, ASL e università.

Il termovalorizzatore rappresenta una best practice particolarmente virtuosa, tanto nell’ambito delle attività del Gruppo Iren quanto a livello italiano, quale impianto in grado di chiudere il ciclo di vita dei rifiuti”, dichiara Alessandro Battaglino, Presidente TRM “In un Paese in cui l’effetto NIMBY è il sentimento predominante nella politica così come nell’opinione pubblica, il termovalorizzatore è l’emblema del riuscire a fare. Un impianto all’avanguardia ancora oggi che coesiste in armonia con il territorio proprio perché dalla fase di ideazione a quella di gestione, la popolazione e la comunità sono state coinvolte, in particolare nelle attività utili a garantire il minor impatto sull’ambiente”.

Grazie all’attività di recupero dell’energia contenuta nei rifiuti, si risparmiano circa 80.000 tonnellate l’anno di combustibile fossile. Il termovalorizzatore costituisce quindi l’emblema di un impianto pienamente inserito nel contesto circostante, anche sotto il profilo estetico, che contribuisce a tutelare l’ambiente e a generare un’economia sostenibile”, dichiara Giusi Di Bartolo, Amministratore Delegato TRM “Il vantaggio nell’utilizzo di un termovalorizzatore nasce dalla possibilità di trasformare rifiuti non riciclabili in energia pulita: un processo sostenibile e circolare, alternativo alle discariche”.

Il termovalorizzatore è stato inoltre protagonista di alcune iniziative di rilievo realizzate insieme ad associazioni e aziende, a ulteriore conferma dell’integrazione dell’impianto all’interno del territorio, e non solo. Nel 2022 l’area ha infatti ospitato 120mila api in grado di impollinare circa 60 milioni di fiori nella zona circostante, in quanto attraverso l’osservazione del comportamento delle api è possibile garantire un ulteriore monitoraggio della qualità dell’area e della zona.

È stato inoltre installato un modello del termovalorizzatore con quasi 25.000 mattoncini LEGO di vari dimensioni e colori, realizzato dagli specialisti di Brickvision. Il modellino, lungo 231,5 cm, largo 119 cm e alto 70 cm, rappresenta in scala tutte le parti del processo di termovalorizzazione: dall’ingresso dei rifiuti alle caldaie, dai condensatori alla palazzina uffici.

I 10 anni di attività del termovalorizzatore di Torino sono stati celebrati in occasione del convegno “Un impianto al servizio del territorio: i primi 10 anni di TRM” a cui hanno preso parte, oltre ai vertici di TRM e del Gruppo Iren – il Presidente, Luca Dal Fabbro, e l’Amministratore Delegato, Gianni Vittorio Armani -, rappresentanti istituzionali quali Gilberto Pichetto Fratin, Ministro all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte, e Matteo Marnati, Assessore Ambiente Regione Piemonte.

Come funziona un termovalorizzatore?

L’impianto TRM tratta rifiuti solidi urbani residui da raccolta differenziata e rifiuti speciali assimilabili agli urbani – in entrambi i casi esclusivamente non pericolosi. L’impianto ha una configurazione moderna ed è caratterizzata dalle migliori tecniche disponibili (BAT – Best Available Techniques), intendendo con questo le migliori soluzioni tecnico- impiantistiche, gestionali e di controllo.

Grazie al processo di termovalorizzazione, che avviene a una temperatura di oltre 1000°C, è possibile recuperare l’energia contenuta nei rifiuti, producendo elettricità e calore. L’impianto può operare in assetto esclusivamente elettrico oppure in assetto cogenerativo, cioè fornendo sia energia elettrica sia energia termica per il teleriscaldamento.

Virtual tour: https://youtu.be/fI1y5AuOa98

Sito web: www.trm.to.it