Accadde oggi, il mitico 8 luglio dei Mondiali ‘90
Accadde oggi calcio.
Italia ’90
Sono passati 33 anni da quel mitico otto luglio 1990, che vide andare in scena all’Olimpico di Roma la Finale di Italia 90. Nel Mondiale che si svolse nel nostro paese a vincere fu la Germania Ovest che in finale superò l’Argentina. L’Albiceleste guidata da Maradona,fischiatissimo all’olimpico, approdò all’atto finale dopo aver superato l’Italia ai rigori. Dall’altro lato i tedeschi,sempre ai rigori, l’Inghilterra.
Dovevano essere i mondiali dell’Italia di Vicini,Vialli,Zenga, Mancini,la maggior parte degli azzurri erano nell’under 21 quando il ct era proprio il bravo Azeglio.Non andò così e la Germania diventò campione del mondo.
Enzo Grassano
Operaio muore schiacciato da un camion
Un operaio residente a Caraglio nel Cuneese, 34 anni, originario del Mali, è deceduto all’ospedale Santa Croce di Cuneo. Aveva riportato gravissime lesioni in un incidente sul lavoro. Era stato travolto da un camion che si era mosso improvvisamente mentre stava facendo rifornimento di carburante sul piazzale dell’azienda.
Torino, caldo: esperti SIMA lanciano allarme
Con rialzo temperature seri rischi per salute umana. Possibili danni ad organi vitali e cervello
Da colpi di calore a congestioni, ecco tutte le conseguenze del caldo eccessivo sul corpo umano. Società Italiana di Medicina Ambientale diffonde la guida per difendersi dal caldo record
Il caldo record che investirà da domenica Torino, con la colonnina che potrebbe raggiungere i 40°, rappresenta un serio pericolo per la salute umana, specie per soggetti più fragili come anziani, bambini e cittadini con patologie preesistenti.
Lo affermano gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che lanciano oggi l’allarme circa le ripercussioni delle temperature elevate sul corpo umano.
“Il caldo eccessivo determina problemi sanitari in quanto può alterare il sistema di regolazione della temperatura corporea – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Il corpo umano si raffredda attraverso la sudorazione, ma in determinate condizioni ambientali questo non è sufficiente: una umidità eccessiva impedisce al sudore di evaporare, con il calore corporeo che aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare organi vitali e il cervello. Temperature eccessivamente elevate possono provocare disturbi lievi come crampi, svenimenti, edemi, ma anche problemi gravi, dalla congestione alla disidratazione, aggravando le condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti”.
Nello specifico, tra i disturbi legati al caldo, i più frequenti sono:
Insolazione: determina eritemi o ustioni anche accompagnate da una sintomatologia analoga al colpo di calore;
Crampi: dolori fisici causati da una perdita di sodio dovuto alla sudorazione e ad una conseguente modificazione dell’equilibrio idrico-salino;
Edema: causato da una ritenzione di liquidi negli arti inferiori come conseguenza di una vasodilatazione periferica prolungata;
Congestione: causata dall’assunzione di bevande ghiacciate in un organismo surriscaldato, i sintomi sono costituiti da sudorazione e dolore toracico;
Disidratazione: sintomi principali sono sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari, abbassamento della pressione arteriosa;
Colpo di calore: si verifica quando la fisiologica capacità di termoregolazione è compromessa e si manifesta con una ampia gradazione di segni e sintomi a seconda della gravità della condizione. Il primo sintomo è rappresentato da un improvviso malessere generale, cui seguono mal di testa, nausea, vomito e sensazione di vertigine, fino ad arrivare a stati d’ansia e stati confusionali.
La Società Italiana di Medicina Ambientale diffonde inoltre una guida con i consigli pratici per difendersi dal caldo:
– Evitare di esporsi al caldo e al sole diretto e uscire di casa solo nelle ore più fresche
– Assicurare un adeguato ricambio di aria in casa e agevolare la ventilazione naturale
– Mantenere le stanze fresche schermando le finestre esposte al sole (utilizzando tapparelle, persiane, tende, ecc.)
– Chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte)
– Fare bagni e docce frequenti e con acqua tiepida
– Assumere almeno 3 litri di acqua durante la giornata, evitare alcolici e preferire cibi che contengono molta acqua, come frutta e verdura
– Quando si esce di casa, proteggere gli occhi con occhiali da sole e prevenire scottature con creme solari ad alto fattore protettivo
– Evitare l’attività sportiva all’aperto nelle ore più calde
Covid: Focus settimanale Piemonte
SULLA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E VACCINALE IN PIEMONTE
In Piemonte nessun posto letto occupato in terapia intensiva, mentre l’occupazione dei posti letto ordinari rimane attestata allo 0,5% e la positività dei tamponi scende all’1,2%.
VACCINAZIONI
Tra venerdì 30 giugno e giovedì 6 luglio sono state vaccinate 141 persone: 11 hanno ricevuto la prima dose, 20 la seconda, 17 la terza, 36 la quarta, 57 la quinta.
Dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate in Piemonte 10.897.951 dosi, di cui 3.346.760 come seconde, 2.965.352 come terze, 816.883 come quarte, 161.749 come quinte.
CONTAGI NELLE PROVINCE
In Piemonte nel periodo da giovedì 29 giugno a mercoledì 5 luglio i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 22. Suddivisi per province: Alessandria 3, Asti 0, Biella 0, Cuneo 2, Novara 2, Vercelli 1, VCO 1, Torino città 5, Torino area metropolitana 6.
In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 152 (-21). Questa la suddivisione per province: Alessandria 19 (+2), Asti 2 (-2), Biella 3 (-3), Cuneo 14 (-5), Novara 13 (+8), Vercelli 5 (-0), VCO 5 (-11), Torino città 34 (-6), Torino area metropolitana 44 (-6).
INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI
Nel periodo 29 giugno-5 luglio l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è stata 3.6 in diminuzione (-12,1%) rispetto a 4.1 dei sette giorni precedenti. Per la quarta settimana il Piemonte è sotto i 10 casi per 100.000 abitanti.
Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 2.5 (+19%). Nella fascia 25-44 anni è 2.8 (-24,3%). Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 2.4 (-38,5%). Nella fascia 60-69 anni è 3.9 (+14,7%). Tra i 70-79 anni è 7.0 (+7,7%). Nella fascia over80 l’incidenza risulta 10.1 (+26,3%).
INCIDENZA DEL CONTAGIO IN ETÀ SCOLASTICA
In età scolastica, nel periodo 29 giugno-5 luglio, l’incidenza rispetto ai sette giorni precedenti è in netta diminuzione.
Nel dettaglio: nella fascia 0-2 anni è 1.2 (-90%), nelle fasce 3-5 anni, 6-10 anni e 11-13 anni non si sono registrati casi (come la scorsa settimana), nella fascia tra i 14 ed i 18 anni è 0.5 (-76.2%).
Addio grafologia?
La grafologia è una scienza, spesso considerata parente povera della psicologia, che con questa ha molti legami, come pure consociologia e criminologia.
Molti di noi pensano che la grafologia consenta unicamente di risalire all’autenticità di una firma, se cioè sia realmente stata apposta da chi dice di averlo fatto, se sia una copia o se sia una contraffazione vera e propria.
In realtà la grafologia è molto di più. Dal segno lasciato dall’autore su un foglio di carta si evincono moltissimi elementi: dalla dimensione delle lettere e la loro direzione (dritte? inclinate e da che parte?), la continuità del tratto o le interruzioni, la pressione del tratto sul foglio, l’aspetto complessivo dello scritto (ordinato? disordinato?) e molto altro ancora.
Occorre innanzitutto considerare che la scrittura, pur composta da elementi inconsci e indicatrice del carattere dell’autore, risente molto della cultura di chi scrive: una bassa scolarizzazione traspare da una scrittura infantile, incerta, talvolta fluttuante; senza arrivare alla calligrafia com’era uso nelle scuole prima del secondo conflitto mondiale, una persona dotata di cultura superiore mostra solitamente una grafia regolare, leggibile, ordinata. Fanno eccezione a questa regola i medici, per ragioni che sfuggono all’umana comprensione.
La scrittura, tuttavia, è un’arte che va coltivata: quando si sta molto senza scrivere (è il caso di chi abbia avuto l’ingessatura ad un arto o, per ragioni varie, non abbia scritto per lungo tempo) la grafia cambia, in peggio, rendendo incerto il tratto, producendo lettere deformi ed una grafia complessivamente disordinata.
Ma, e qui veniamo al titolo dell’articolo, quanti scrivono ancora a mano oggi? Non intendo la lista della spesa (spesso abbreviata che solo chi l’ha scritta è in grado di comprenderla) o il promemoria appicciato al frigo, ma una cartolina, una lettera, il rendiconto di un evento.
Ai seminari a cui ho partecipato nel corso di qualche decennio e, poi, a quelli di cui sono stato relatore ho notato che il numero di quanti prendevano appunti diminuiva drasticamente col passare degli anni: un tempo, con le sedie dotate di piano laterale per scrivere, si riempivano pagine e pagine di appunti; ora basta un semplice registratore vocale del costo di 30 euro per avere sempre a portata di mano la registrazione e, grazie al convertitore “speech to text”, creare il file di testo da quell’audio.
Le cartoline e le lettere non esistono più, persino le ricette mediche sono interamente digitali; se escludiamo la firma sui contratti si possono contare sulle dita di una mano le cose che ancora compiliamo manualmente.
Come fare quindi a verificare l’autenticità di un documento? L’autenticità di una firma?
La tecnologia, nel 99% dei casi, modifica le cose non compiendo solo un’azione peggiorativa: non compiliamo più manualmente un documento, ma lo inviamo via mail e tramite i dati dei server di posta si può risalire all’identità della persona. Falsifichiamo una firma ma la scansioniamo con cura: le stampanti lasciano un codice invisibile sul foglio stampato dal quale si può risalire quanto meno a chi abbia acquistato la stampante o dove essa si trovi.
Quando la grafologia era massimamente applicata non esistevano i social: su questi ultimi non si scrive a mano, non si firma nulla nel senso classico del termine ma sono forse più eloquenti dello scritto manuale.
Pensate soltanto alle foto che postiamo, a cosa scriviamo, a quali post mettiamo (o no) il like, chi siano i nostri amici, come commentiamo i post altrui, a quali gruppi siamo iscritti, su quali pagine siamo attivi e molto, molto altro ancora.
Al di là dell’indicazione pura e semplice di “ansioso”, “romantico”, “immaturo” o altre caratteristiche desumibili da un’analisi grafologica, l’alone che ci circonda sui social è di gran lunga molto più eloquente di quanto non lo sia la scrittura a mano. Quasi sempre le aziende alle quali presentiamo domanda di assunzione fanno un giretto sui social per vedere che tipi siamo: se scrivo peste e corna degli imprenditori, se sono un rivoluzionario in pectore molto difficilmente verrò contattato; allo stesso modo gli inquirenti che stiano investigando su un reato per il quale siamo indagati verificheranno se, sui social e più in generale in rete, vi siano elementi che possano concorrere all’ipotesi accusatoria.
Pertanto, mentre ricordiamo la grafologia come una scienza lentamente in via di estinzione, facciamo attenzione a ciò che scriviamo e facciamo sui social perché per 12 mesi quei dati restano disponibili a chiunque possa chiederne (tramite la Magistratura) l’accesso; inoltre, se una lettera di vecchio stampo mandata ad un giornale (è un esempio) per accusare Tizio integra il reato di diffamazione, diffamare qualcuno sui social diventa più grave perché l’enorme numero di persone raggiungibile costituisce un’aggravante (art. 595 comma 3 C.P.).
Dunque, se proprio non riuscite a non insultare o diffamare qualcuno sul web il consiglio è di stare lontano dal pc, o la voglia vi passerà quando vi arriverà l’informazione di garanzia.
Sergio Motta
Ripartiti dalla Giunta regionale i 10.735.000 euro che costituiscono il Fondo per la montagna relativo al 2023.
“Compiamo un altro passo – dichiarano il presidente della Regione Alberto Cirio e il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso – all’interno della nostra strategia di attenzione e valorizzazione della montagna piemontese, cuore pulsante del territorio, che deve essere vissuta tutto l’anno con servizi e attività economiche oltre che come straordinario luogo di villeggiatura e turismo. Ed è per questo motivo che fin dall’inizio di questa legislatura abbiamo dedicato grande attenzione alla nostre terre alte stanziando importanti risorse, come ad esempio gli oltre 10 milioni del bando per la residenzialità, i 3 milioni per le botteghe dei servizi e i fondi per le scuole, accanto ai contributi destinati alle Unioni montane”.
La disponibilità del Fondo è stata così ripartita:
– 7.090.000 euro alle Unioni montane sulla base della superficie del territorio montano e della popolazione residente; di questi, 2.364.00 euro sono riservati al finanziamento dei progetti presentati in attuazione del programma annuale della montagna;
– 3.043.000 euro per coprire parte dei costi del personale dipendente delle Unioni montane che svolge le funzioni regionali delegate.
Inoltre, 522.000 euro vanno a finanziare iniziative di promozione, salvaguardia del territorio, valorizzazione delle risorse umane, culturali ed economiche organizzate da enti pubblici, associazioni no profit e privati aventi particolare rilevanza e considerate strategiche per la Regione in quanto coerenti con le proprie politiche di sviluppo e promozione dei territori montani.
Con 80.000 euro sono finanziate le attività delle Commissioni locali valanghe.
Con l’iniziativa di “Tempi nuovi-Popolari uniti” che si terrà a Roma venerdì 14 luglio parte,
finalmente, il processo di ricomposizione politica, culturale ed organizzativa dell’area popolare e
cattolico sociale nel nostro paese. Un processo che, purtroppo, da troppo tempo è fermo ai nastri
di partenza e che ha contribuito a ridurre la stessa cultura popolare a giocare un ruolo puramente
marginale nella politica italiana. E, di conseguenza, nei partiti e negli stessi schieramenti politici.
Certo, nel frattempo non sono mancate le novità politiche. E, per fermarsi solo agli ultimi mesi, si
tratta di novità anche profonde e destinate, comunque sia, ad incidere in profondità negli stessi
equilibri della politica italiana. Perchè se è vero, com’è vero, che ci troviamo di fronte ad una
ricomposizione del campo delle sinistre – quella radicale e massimalista della Schlein, quella
populista e “per caso” di Conte e di Grillo e quella ideologica ed estremista di Fratoianni e Bonelli
– è pur vero che anche nel campo della destra registriamo una forte novità rispetto al passato. E
cioè, rispetto alla geografia politica del centro destra prima del voto del 25 settembre scorso.
Anche se, su questo versante, non possiamo sottovalutare o ridimensionare la cultura di governo
e la tendenza a spostarsi sempre più al Centro manifestato in questi ultimi tempi dalla Premier
Giorgia Meloni.
Al riguardo, è di tutta evidenza che, di fronte alla difficoltà di riorganizzare un’area centrale e
centrista nel nostro paese dopo il fallimento dell’ex terzo polo, la spinta che può arrivare da un
filone di pensiero e da una cultura che storicamente hanno giocato un ruolo importante e decisivo
nelle dinamiche politiche del nostro paese su questo versante, non può che essere un fatto
positivo e forse anche incoraggiante. E questo per la semplice ragione che la presenza dei
cattolici democratici e popolari nei partiti e nei rispettivi schieramenti è oggi del tutto pleonastica
per non dire ornamentale. Cioè politicamente e culturalmente sterile ed improduttiva. Ma una
cultura come quella del cattolicesimo popolare e sociale, per la storia concreta che ha avuto nella
nostra vicenda democratica, non può ridursi ad avere un ruolo puramente ancillare. Una sorta,
cioè, di presenza testimoniale e del tutto personale nel campo della destra e una banale riedizione
dei “cattolici indipendenti” nel campo della sinistra. Ruoli che, come ovvio, sono del tutto estranei
ed esterni alla grande, nobile e qualificata storia dei cattolici impegnati in politica.
E, pur senza assecondare alcuna regressione nostalgica, è indubbio che la ricomposizione
politica ed organizzativa dell’area Popolare, seppur nel rigoroso rispetto del pluralismo che
attraversa anche questo mondo, può rappresentare un sussulto di maggior responsabilità e di
protagonismo di questo filone di pensiero.
E la manifestazione di venerdì 14 luglio a Roma, promossa dall’Associazione “Tempi NuoviPopolari Uniti”
e coordinata da Beppe Fioroni, può rappresentare quindi un primo passo per ridare
slancio, vigore e vivacità ad un pensiero politico che, malgrado tutto, ha conservato una
straordinaria modernità ed attualità nella cittadella politica italiana. Una iniziativa aperta a tutti,
come ovvio, per la semplice ragione che inizia un processo costituente per favorire una libera e
disinteressata ricomposizione di quest’area culturale.
Giorgio Merlo
Grazie al nostro lavoro abbiamo salvaguardato la parità di genere, tutelato il centro-sinistra e i territori più piccoli
Conad Nord Ovest rafforza la leva del localismo
Distintività all’insegna dei valori del territorio
Incontro a Torino per illustrare la strategia aziendale e i numeri che testimoniano l’impegno di Conad Nord Ovest nel sostenere e promuovere le imprese, i prodotti e le specificità locali: nuovo impulso al localismo con percorsi dedicati con “I Nostri Ori”, cuore, risultato e motore di una strategia di sviluppo e valore sul territorio.
Conad Nord Ovest, azienda leader della grande distribuzione, fortemente radicata nel territorio e impegnata nella tutela delle filiere locali, ha tenuto oggi un incontro di grande rilevanza a presso la sede della Legacoop a Torino. Durante l’incontro, quarta tappa di sei momenti territoriali, la Cooperativa ha presentato risultati economici e di performance aziendali del 2022 e condiviso la propria strategia aziendale fortemente orientata alla valorizzazione dei territori, delle sue specificità e delle sue produzioni. Un approccio che nel tempo ha alimentato la crescita e lo sviluppo economico di Conad Nord Ovest in tutti i territori in cui è presente, coinvolgendo in questa dinamica virtuosa le realtà locali.
Nascono “I NOSTRI ORI”: massima espressione di distintività che comprende la selezione dei migliori prodotti locali, garantiti per provenienza e qualità. L’accurata gamma di prodotti è il cuore, il risultato e il motore di una strategia commerciale mirata ad offrire al cliente una proposta di qualità, certificata e sostenibile. Una scelta distintiva a cui Conad Nord Ovest ha voluto dare valore attraverso l’attenta selezione mirata di prodotti con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la leva del localismo.
Un lavoro continuo di indagine, studio e ricerca che sarà sempre più concentrato sulla scoperta di prodotti che possano arricchire la gamma “I Nostri Ori” in collaborazione e grazie ai i nostri Soci, primi a conoscere e intercettare le aziende del territorio, ed anche con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN), vera eccellenza nella trasmissione della cultura enogastronomica Italiana.
Un impegno verso le comunità e verso le aziende del territorio ma anche l’opportunità di scelte consapevoli da parte del cliente, che attraverso l’identificazione sullo scontrino dei prodotti del territorio acquistati, può contribuire a sostenere le aziende locali.
“Uniamo localismo e sostenibilità per la crescita del territorio e il valore futuro. – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Conad Nord Ovest, Adamo Ascari – Il nostro lavoro rappresenta un volano per la crescita delle comunità in cui operiamo, creando valore non solo in termini economici, ma anche sociali e ambientali, supportando un consumo consapevole e uno sviluppo sostenibile del tessuto produttivo locale. L’impegno orientato alla sostenibilità lo abbiamo quest’anno rendicontato all’interno del primo rapporto di Sostenibilità della cooperativa che dimostra chiaramente la nostra visione per il futuro.”
“Progetti come “I NOSTRI ORI” Conad sono un’importante occasione per valorizzare i produttori locali e le loro eccellenze e nel contempo rispondere alle esigenze di consumatori che negli ultimi anni si sono dimostrati sempre più attenti alla ricerca della qualità dei prodotti così come del giusto prezzo – ha dichiarato il presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio – Ci auguriamo dunque che possa esserci sempre più spazio per le nostre imprese in questi progetti che contribuiscono al rafforzamento delle filiere tra agroalimentare, in cui la cooperazione è protagonista, e la rete fornita dalla grande distribuzione cooperativa, realizzando un sistema virtuoso per l’economia piemontese.”
Localismo, supporto all’economia locale, tutela delle filiere e Sostenibilità: questi sono i temi centrali dell’incontro e su cui Conad Nord Ovest rafforza l’impegno per il futuro e la propria strategia commerciale, delineando così le direzioni future dell’azienda.
Conad Nord Ovest ed i suoi soci lavorano attivamente per la valorizzazione delle produzioni locali attraverso una vasta rete di partnership. Una collaborazione che genera valore sul territorio, una sinergia che nel 2022 ha coinvolto oltre 1.200 fornitori locali di prodotti alimentari provenienti dalle regioni in cui opera, generando un volume d’affari di circa 354 milioni di euro e 152 aziende ortofrutticole consorziate (Consorzi Ori) che esprimono un fatturato di oltre 62 milioni di euro commercializzando 462 referenze, ai quali si aggiunge il Consorzio Ori del Mar Tirreno espressione del pescato locale.
Durante l’incontro di oggi, Conad Nord Ovest ha ribadito il proprio impegno in Piemonte e Valle d’Aosta, terre ricche di eccellenze dove la Cooperativa insieme ai propri Soci sostiene una rete di 133 fornitori locali che nel 2022 hanno generato un fatturato di 34 milioni di euro e di 30 produttori ortofrutticoli consorziati al Consorzio Ori di Piemonte e al Consorzio Ori della Valle d’Aosta che esprimono un fatturato di oltre 3 milioni di euro
“Forte presenza nel territorio, tutela delle filiere, valorizzazione dei prodotti e delle specificità locali, valorizzazione dei freschi e freschissimi: sono pilastri strategici della distintività e della politica commerciale di Conad Nord Ovest. – Continua il Direttore Generale di Conad Nord Ovest, Marco Brambilla. I Nostri Ori sono la testimonianza concreta e la più alta espressione dell’impegno per la creazione di valore economico, sociale, occupazionale per la comunità.”
“Oggi diventa strategico spingere con maggiore forza sulla leva del localismo per distinguersi e mantenere un vantaggio competitivo importante. – ha dichiarato Alessandro Bacciotti, Direttore Commerciale di Conad Nord Ovest.” Con i Nostri Ori il Localismo esce dalla genericità e viene articolato e comunicato al cliente in modo diverso tra i Prodotti in regione (già segnalati al cliente sullo scontrino) ed i prodotti del territorio. “
Il rapporto che Conad Nord Ovest instaura con piccoli e medi fornitori dei territori è guidato da sostenibilità economica e sociale, in quanto consente la loro crescita e sviluppo ed un attento sistema di certificazione della tracciabilità e conformità ai requisiti richiesti che assicurano qualità e freschezza dei prodotti ed un valore aggiunto per il fornitore stesso. I fornitori sono stimolati ad attuare tecniche di coltivazione e produzione attente all’ambiente, al benessere animale e alla biodiversità.
Il lavoro a stretto contatto con le filiere ci rende inoltre un “osservatorio strategico” della biodiversità rilevando cambiamenti delle produzioni a causa degli impatti ambientali.
L’impegno di Conad Nord Ovest e dei suoi Soci verso la comunità si estende anche a progetti di responsabilità sociale che sostengono i territori e dei più deboli. Nel 2022 sono stati destinati oltre 10 milioni di euro in iniziative per la scuola, le nuove generazioni, contro la violenza di genere, a sostegno di sport inclusivo, a favore della cultura e a tutela dell’ambiente. Attenzione che passa anche attraverso il recupero di merce invenduta in ottica antispreco: 1,64 mil di kg devoluti nel 2022.
Per fissare obiettivi futuri e per fare una prima analisi della sostenibilità del gruppo è stato pubblicato il primo Rapporto di Sostenibilità