ilTorinese

Quarto trimestre, clima di fiducia stabile per le imprese piemontesi. Ma pesa la frenata dell’export 

È stabile il clima di fiducia delle imprese piemontesi: dopo il rallentamento registrato a giugno, in autunno le imprese piemontesi hanno evidenziato attese in linea con quelle della scorsa rilevazione, dimostrando una buona solidità e capacità di tenuta nonostante il perdurare della crisi in alcuni settori chiave, come il tessile e il metalmeccanico, e un rallentamento delle esportazioni verso i mercati tradizionali. È quanto emerge dall’immagine congiunturale realizzata a settembre dal Centro Studi dell’Unione Industriale di Torino su un campione di oltre 1200 aziende del sistema confindustriale piemontese.

“Il quadro geopolitico influenza indiscutibilmente le previsioni delle nostre imprese, che comunque non rallentano la presa – commenta Andrea Amalberto, Presidente di Confindustria Piemonte – e prevedono un indice di utilizzo impianti elevato grazie a nuovi investimenti e occupazione stabili. Si tratta di uno sforzo che, in vista della scadenza di fine anno dei piani industria 4.0 e industria 5.0, deve trovare un accompagnamento concreto. Il cammino della Legge di Bilancio è avviato e, come ha detto il Presidente Orsini, il governo deve credere nelle imprese e nell’industria. Da parte nostra continueremo a cercare nuovi mercati, oltre a quelli storici, ben sapendo che Europa e Stati Uniti sono i partner con cui progettiamo partnership di sviluppo, mettendo tecnologia, innovazione e sostenibilità al centro”.
A livello regionale, dalle imprese arrivano dati sull’occupazione incoraggianti: saldo ottimisti-pessimisti al 6,1%, e per la produzione +1,1%. Negativi i consultivi: per ordini -1,4%, export -6% e redditività- 5,4%. Varia poco la propensione a investire, che interessa il 74% delle rispondenti, mentre il 23,5% delle imprese ha programmato l’acquisto di nuovi impianti, dato in calo di due punti rispetto a giugno. L’indice di utilizzo di impianti e risorse rimane stabile al 67%, mentre aumenta il ricorso alla CIG attivata dall’11,2% dei partecipanti all’indagine, percentuale che cresce nel manifatturiero, dove raggiunge il 15,3%.
Tornando ai dati complessivi, si conferma ancora una volta che sono la sintesi di andamenti settoriali differenziati, infatti il manifatturiero rappresenta circa i 2/3 del campione, e registra ancora saldi con segno meno per tutti gli indicatori: produzione, nuovi ordini, redditività ed export. A soffrire è soprattutto il reparto metalmeccanico, dove il saldo fra ottimisti e pessimisti, e la produzione, sono in negativo da nove trimestri, pari a – 10,9%, soprattutto l’automotive e la metallurgia. Negative le attese anche per il tessile, l’abbigliamento (-10%), gomma e plastica (-4,9%), manifatture varie (-15,7%). Positive le attese per il settore cartiario grafico (+24,1%), alimentare ( +7,9), e edile e impiantistico (+1,3 e +18,2% rispettivamente)

Focalizzandosi su Torino, il clima di fiducia è ancora prevalentemente positivo, con indicatori sopra lo zero per produzione, 6,1% invariato da giugno, ordini +5,6% e occupazione (8,4%) leggermente in calo. Nella manifattura il saldo ottimisti/pessimisti torna negativo, attestandosi al -3,2% da un +5,5% di giugno. Cala la propensione a investire in nuovi impianti. Stabile il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’11,4% delle imprese (in aumento di 0,3 punti) . Sale l’utilizzo di impianti e risorse, che rimane sui valori medi del lungo periodo. Nel capoluogo si registrano attese negative nel settore esportazioni (-2,9%).

Mara Martellotta

Prevenire il Cancro: il ruolo chiave dell’alcol, del fumo e dell’alimentazione

Alcol, fumo da tabacco, obesità e sedentarietà sono tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di malattie croniche e del cancro. Tutti questi aspetti saranno al centro del convegno “Prevenire il Cancro: il ruolo chiave dell’alcol, del fumo e dell’alimentazione”, che si terrà il 10 ottobre 2025, presso l’Aula Magna Achille Mario Dogliotti dell’ospedale Molinette della Città della salute e della Scienza di Torino.
Proprio la scarsa consapevolezza del legame tra alcol, alimentazione, movimento e rischio oncologico è emersa con forza anche dalla survey promossa dalla dottoressa Elisa Picardo, ginecologa dell’ospedale Sant’Anna di Torino e Presidente di ACTO Piemonte (Alleanza Contro i Tumori Ovarici e Ginecologici), in collaborazione con gli ETS ACTO Piemonte, ACAT Torino Centro (Presidente Ivana De Micheli) e ANDOS Comitato di Torino odv (Presidente Fulvia Pedani), con il patrocinio della Città della salute e della Scienza di Torino, dell’ASL Città di Torino, dell’A.O. Mauriziano e dell’Ospedale Gemelli di Roma. La ricerca, condotta su un campione di quasi 600 partecipanti, ha evidenziato come la popolazione riconosca una correlazione diretta tra alcol e rischio di tumore, senza tuttavia modificarne i comportamenti di consumo. Molti dichiarano di “non bere”, ignorando che anche un singolo bicchiere di vino rappresenta un consumo alcolico. Inoltre, un’ampia quota di intervistati ritiene che diagnosi e prognosi oncologica non siano influenzate dagli stili di vita, sottolineando la necessità di strategie di comunicazione più efficaci. Il convegno e la survey rappresentano dunque un doppio richiamo: da un lato agli operatori sanitari, perché inseriscano sempre la prevenzione e la promozione della salute nei percorsi di cura; dall’altro alle istituzioni, affinché potenzino le politiche di sensibilizzazione e regolamentazione del consumo di alcol, così come già avviene per il tabacco.
L’iniziativa rappresenta un importante momento di confronto tra istituzioni, ricercatori e professionisti della salute pubblica.
Tra i relatori figurano il dottor Emanuele Scafato (ricercatore dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e del Centro OMS per la promozione della salute), il professor Massimo Aglietta, il dottor Mario Airoldi ed il dottor Alessandro Comandone (Direttori della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta); insieme ad altri esponenti del mondo scientifico e sanitario nazionale.
Obiettivo del convegno è aumentare la consapevolezza sul legame diretto tra consumo di alcol, fumo, cattiva alimentazione e sedentarietà ed il rischio di sviluppare tumori ed altre patologie croniche. Un tema quanto mai urgente, considerato che, in Europa, le malattie cardiovascolari, il diabete, le malattie respiratorie croniche ed il cancro rappresentano circa il 90% di tutti i decessi ed il 70% delle morti premature. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia si stimano 10.000 nuovi casi di tumore ogni anno attribuibili al consumo di alcol, indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’alcol come cancerogeno di gruppo 1, al pari di sostanze come il tabacco e l’amianto. Il 42% dei tumori femminili correlati all’alcol è associato ad un consumo definito “moderato”, inferiore ai 20 grammi al giorno: quantità spesso considerate erroneamente sicure.
Maggiore è la quantità di alcol consumata, maggiore è il rischio di sviluppare tumori del fegato, della bocca, della laringe, dell’esofago, del colon-retto e del seno.
In un contesto in cui i tumori legati a stili di vita poco salutari sono in aumento, l’evento del 10 ottobre vuole essere un segnale di impegno e di responsabilità condivisa, un’occasione per ribadire che la salute è una scelta quotidiana, che passa anche da un bicchiere in meno, una sigaretta in meno, un passo in più.

Treni, modifiche alla circolazione tra Novara e Vercelli

Modifiche alla circolazione dei treni per lavori di potenziamento tecnologico. Sabato 11 e domenica 12 ottobre tra le stazioni di Novara e Vercelli si effettueranno lavori preparatori di attrezzaggio della linea ferroviaria al sistema ERTMS.

Al fine di garantire la continuità del servizio e limitare l’impatto dei lavori sul territorio, Regionale di Trenitalia ha riprogrammato il servizio delle linee Torino-Milano e Ivrea/Chivasso-Novara con bus dedicati tra Novara e Vercelli.

Nella notte tra l’11 e il 12 ottobre il treno Intercity Notte 797 da Torino Porta Nuova a Salerno anticiperà la partenza e verrà deviato via Alessandria saltando alcune fermate; così come il treno Intercity Notte 798 da Salerno a Torino Porta Nuova deviato via Alessandria con soppressione di alcune fermate e posticipo dell’arrivo.

L’orario degli autobus può variare in funzione delle condizioni del traffico stradale, con possibile aumento dei tempi di percorrenza; si consiglia pertanto di valutare la ripianificazione del proprio viaggio.

Sui bus non è ammesso il trasporto bici e non sono ammessi animali di grossa taglia eccetto i cani da assistenza.

I canali di acquisto sono aggiornati.

Si invitano i viaggiatori a informarsi per programmare il viaggio.

Settimana della protezione civile: confronto tra Prefettura e Comuni

La Settimana nazionale della protezione civile, che ogni anno richiama enti e cittadini a una riflessione condivisa sul valore della prevenzione, è stata l’occasione per riunire, il 9 ottobre nell’Auditorium della Città metropolitana di Torino, istituzioni e amministratori locali intorno a un tema cruciale: la pianificazione come strumento cardine per affrontare le emergenze in modo coordinato ed efficace.

L’incontro, organizzato dalla Prefettura di Torino, ha coinvolto i sindaci del territorio metropolitano in un confronto aperto sulle criticità e sugli strumenti operativi che consentono di rendere più solido il sistema di protezione civile. «La protezione civile è un sistema – ha ricordato il prefetto Donato Cafagna – perché solo lavorando insieme si può essere, in emergenza, efficienti e immediati. Ma per farlo lo strumento fondamentale è la pianificazione». Il Prefetto ha sottolineato come «al centro della protezione civile ci sia sempre il cittadino» e come le esercitazioni sul territorio rappresentino «un modo concreto per accrescere la consapevolezza collettiva».

Dopo i saluti istituzionali, l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi ha richiamato l’attenzione sulla particolare sensibilità che il Piemonte ha maturato negli anni verso i temi della prevenzione e del rischio, grazie a una rete di competenze consolidate e a un dialogo costante fra enti.

Il consigliere metropolitano delegato alla Protezione civile Pasquale Mazza ha evidenziato il ruolo della Città metropolitana di Torino, che «opera come ente di area vasta, con competenze strategiche nella pianificazione e nella viabilità, aspetti fondamentali per la gestione delle emergenze». Mazza ha ricordato che, nei momenti critici, il coordinamento fra Prefettura, Regione, Comuni e strutture operative permette di intervenire in modo sinergico e rapido.

Tra gli interventi tecnici, Francesco Farina, dirigente della Protezione civile della Prefettura di Torino, ha posto l’accento sull’importanza della conoscenza reciproca e della conoscenza del territorio come basi imprescindibili di ogni piano operativo mentre Franco De Giglio, dirigente del Settore Protezione civile della Regione Piemonte, ha illustrato il funzionamento del sistema di allertamento regionalee una gestione delle emergenze puntuale grazie alla reperibilità in h24 e alla sala operativ.

Per la Città metropolitana di Torino, la dirigente Sabrina Bergese ha spiegato che è in corso l’aggiornamento del Piano metropolitano di protezione civile, che diventerà «uno strumento di pianificazione strategica integrata». Oltre al documento operativo, la Città metropolitana sta sviluppando una piattaforma per la gestione delle criticità e un modello di monitoraggio e allerta dei ponti, elementi chiave per una conoscenza più puntuale delle infrastrutture e dei rischi connessi.

Il direttore generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero ha ricordato come la condivisione dei dati ambientali e idrogeologici sia «la base conoscitiva di tutta la pianificazione, soprattutto in un territorio fragile come quello italiano». L’ingegner Gianluca Zanichelli, direttore dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo), ha ripercorso l’evoluzione delle attività di previsione delle piene, ricordando che «in Piemonte le opere arginali sono oggi oltre duemila chilometri» e rappresentano una parte essenziale della difesa del territorio.

Dal Comando provinciale dei Vigili del FuocoGiancarlo Gugliotta ha illustrato il ruolo strutturale del Corpo all’interno del sistema nazionale di protezione civile, sottolineando le modalità di intervento e il lavoro congiunto con gli altri enti.

A chiudere l’incontro, la testimonianza del sindaco di Bardonecchia, Chiara Rossetti, che ha condiviso l’esperienza vissuta durante le recenti alluvioni: un racconto concreto che ha riportato al centro la dimensione umana della gestione dell’emergenza. «Non c’è protocollo che possa sostituire la decisione umana e il monitoraggio diretto – ha affermato – La prevenzione non è solo un atto amministrativo, ma un atto d’amore verso la propria comunità».

Un messaggio che riassume lo spirito dell’incontro: la protezione civile non come apparato, come ha ricordato nei saluti finali il prefetto Cafagna, ma come responsabilità collettiva e condivisa, che dalla pianificazione si traduce in consapevolezza, collaborazione e cura del territorio.

Rievocazione storica. A Sant’Antonio di Ranverso sul Camino Español

Alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, domenica 12 ottobre, si rivive la storia. Si torna, in particolare, al 1600, quando la Valle di Susa era percorsa dal Camino de los Tercios Españoles o Corredor Sardo, una via di terra creata durante il regno di Felipe II per poter spostare truppe e risorse nelle Fiandre, evitando i rischi della rotta atlantica. Il percorso principale aveva inizio nel milanese e passava le Alpi attraverso il Ducato di Savoia e a seguire Franca Contea, Lorena, Lussemburgo, Vescovado di Liegi e Fiandre, fino a raggiungere Bruxelles.

La rievocazione di LIFE, istantanee di vita nel tempo è a cura de Le vie del tempo. Per l’occasione sono inoltre in programma due visite guidate tematichealle ore 11 e 15.30 incentrate sui cicli decorativi interni della chiesa abbaziale.

 

INFO

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)

Domenica 12 ottobre

LIFE, istantanee di vita nel tempo

L’attività è compresa nel costo del biglietto di ingresso e si svolge durante l’orario di apertura: 9.30-13 e14-17.30

Visite guidate tematiche alle ore 11 e 15.30

Costo della visita: 5 euro, oltre il prezzo del biglietto

Biglietto di ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro

Hanno diritto alla riduzione: minori di 18 anni, over 65, gruppi min. 15 persone

Fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei: biglietto ingresso gratuito

Info e prenotazioni (dal mercoledì alla domenica):

011 6200603ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Il teatro Baretti inaugura la stagione invitando il pubblico a brindare

Venerdì 10 ottobre, dalle 18 alle 20, il Teatro Baretti inaugura la nuova stagione 2025/2026, intitolata “Aurea Familia”, una stagione dedicata a Rosa Mogliasso, figura centrale della storia e dell’anima del Baretti. Il pubblico è invitato a brindare insieme con prosecco, djset e, soprattutto, con la nuova, sorprendente opera di Donato Sansone, che vestirà di nuova luce la facciata del teatro.
Da tre anni, ogni apertura di stagione è accompagnata da un nuovo murale. Quest’anno è l’artista torinese Donato Sansone, protagonista anche di una personale al Museo Nazionale del Cinema, a donare la sua arte al quartiere di San Salvario, confermando la vocazione del teatro come spazio d’incontro tra vita urbana, comunità e arte.
“Un gesto che non solo segna l’inizio della stagione – dichiara il direttore artistico del Baretti Sax Nicosia – ma che ha ridisegnato il volto di via Baretti, rendendola una tappa del percorso urbano che intreccia arte e vita quotidiana”.

La stagione teatrale 2025/2026, curata da Nicosia, porta il titolo di “Aurea Familia”, un’espressione che indica che, nel nostro stare insieme, è sempre necessario trovare un “equilibrio aureo”: si tratta di ritrovare, nel rapporto tra palco e platea, quel rapporto che in natura e in arte rappresenta l’armonia perfetta.
La prima pièce in programma sarà uno spettacolo più che mai attuale, “Salam/Shalom. Due padri”, tratto dal romanzo “Apeirogon” di Colum McCann, con Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana. I due padri, uno palestinese e l’altro israeliano, scelgono la pace. Seguirà “Arpagone” di Michele Santeramo, una rilettura dell’Avaro di Moliére, il “Corpo consapevole” di Annie Baker; ritorna anche quest’anno la maratona “Mozart nacht und Tag” e la festa finale fissata per il 5 giugno con “Tutto il niente che ho da perdere”.

Mara Martellotta

Quando le armi vengono deposte rinasce la speranza di futuro

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
.
La tregua a Gaza  come preludio indispensabile alla pace in Medio Oriente  e’ indiscutibilmente un fatto positivo. Quando le armi  vengono deposte rinasce la speranza di vita e di futuro. Questo è un insegnamento della storia di tutti i tempi che solo i settari e gli ignoranti  non riescono a cogliere. Quindi va riconosciuto a Trump il merito di aver fatto pesare la potenza degli USA verso la pace, così come hanno fatto i paesi arabi. Ho assistitito ad un penoso dibattito su Rete 4 durante il quale la sinistra e la destra settarie e incolte  italiane hanno dimostrato dei limiti abissali e imbarazzanti. Litigare sulla pace può sembrare un paradosso,come appare assurda l’analisi di tale prof. Orsini che pure ebbe il merito, in passato ,di scrivere un libretto sul riformismo socialista italiano che nessuno volle presentare. Molti mancano totalmente del senso della storia ,come diceva Omodeo. Dovrebbe sembrare scontato il fatto che Hamas non possa parlare di autodeterminazione della Palestina. Come sempre nella storia gli sconfitti che hanno scatenato la guerra il 7 ottobre del 2023 ,non possono dettare legge. Non c’è stato contro di loro il Vae victis dei Galli, ma, come sempre accade, essi debbono prendere atto della sconfitta. Quando l’ Italia perse  la Seconda Guerra Mondiale – malgrado la cobelligeranza 1943/45 – ci fu la perdita di Istria, Dalmazia, Fiume, Briga e Tenda, nonché la perdita delle colonie. Lo sentenziò il trattato di pace di Parigi in modo inappellabile. Basterebbe quest’esempio per capire che ad Hamas e’ stato riservato  nelle trattative egiziane un trattamento che appare quasi un inedito perché il terrorismo resta tale,al di là di come possa sembrare a chi in Italia  travisa la realtà. In ogni caso si tratta di sconfitti a cui è stata concessa la liberazione dei prigionieri in cambio degli ostaggi del 7 ottobre. La pace implica mediazioni e rinunce e questo è accaduto. Ma in altri casi non accadde.Roma rase al suolo Cartagine, i Romani con la distruzione del tempio di Gerusalemme decretarono la diaspora degli ebrei.E potremmo citare tanti altri casi della storia. La storia è inevitabilmente legata alla forza. Negarlo può equivalere a sentirsi buoni,ma non può addolcire la realtà. Bisogna praticare la pace,ma non si può non considerare a priori la guerra. Solo le anime candide o le anime prave possono sentire diversamente. Chi non ha studiato la storia deve tacere e limitarsi alle scampagnate pacifiste che si spera siano anche pacifiche. Nessuno può essere bellicista, la guerra non può certo essere giustificata, ma ma va capita come una variante drammatica della storia non episodica. La guerra, scriveva Croce, ha un che di ineluttabile nella storia dell’umanità. E aggiungeva che la pace non può essere iniqua per i vinti. Anche questo dev’essere un motivo di riflessione perché i valori umani devono o dovrebbero sempre prevalere, anche se il furore della guerra travolge il senso stesso dell’umanità. Si vedrà se la tregua tiene e avrà sviluppi positivi o se serve solo per il conferimento del premio Nobel per la pace. La storia intricata e sanguinosa del Medio Oriente richiede tempi lunghi per riuscire ad esprimere qualcosa di significativo. Nessuno è in grado di esprimere giudizi e previsioni di sorta. Il solo fatto che tacciano le armi e’ un fatto da salutare con gioia. Le polemiche settarie e l’odio devono essere riposti. E va ribadito il diritto di Israele di esistere non solo perché c’è stato l’Olocausto di sei milioni di Ebrei. L’unico vero genocidio nella storia dell’umanità. Ovviamente la pace non esclude, anzi potrebbe contemplare che schegge non necessariamente impazzite, anzi lucidamente coerenti con il proprio passato, possano scatenare e diffondere il terrorismo. E’ un’ipotesi da non scartare a priori perché la pace mediorientale potrebbe significare l’attivazione di nuove o  attualmente dormienti cellule terroristiche, islamiche o islamiste, soprattutto in Europa  e negli Stati Uniti.

Alle Gallerie d’Italia la mostra fotografica dedicata al grande Jeff Wall

Intesa Sanpaolo nella sede torinese delle  Gallerie d’Italia apre al pubblico dal 9 ottobre 2025 al primo febbraio 2026 la nuova mostra intitolata “ Jeff Wall Photographs”, dedicata a uno dei più influenti artisti fotografici contemporanei, per la curatela di David Campany, scrittore, critico d’arte e direttore creativo dell’International Center of Photography  di New York.

Jeff Wall, nativo di Vancouver nel 1946, da oltre quaranta anni si muove tra la messa in scena meticolosa e l’osservazione documentaria, realizzando immagini che esplorano ogni aspetto della società contemporanea. Al tempo stesso familiari e inquietanti, le sue fotografie elevano le situazioni di tutti i giorni a scene di sapore quasi onirico, nelle quali è molto forte la componente dell’immaginazione, della fantasia e dell’allucinazione.

Andrea Cappello – Fotografo

Wall affronta le principali questioni sociali e politiche, esplorando i modi complessi inesse plasmano le nostre vite. Le tematiche legate alla natura, alla guerra, al genere, alla razza, alla classe ricorrono niente suoi lavori, che à prima vista risultano spesso enigmatici.

“Portare Jeff Wall con Photographs alle Gallerie d’Italia di Torino conferma l’identità di un luogo aperto alla città per offrire occasioni di incontro e approfondimento con i più Importanti protagonisti dell’arte internazionale – ha dichiarato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo – ospitiamo le immagini più significative del grande artista canadese che, tra cinema e fotografia, raccontano la complessità del mondo contemporaneo, calamitando l’attenzione del pubblico, grazie anche alle imponenti dimensioni delle opere che ne amplificano la forza suggestiva”.

La mostra alle Gallerie d’Italia di Torino di Intesa Sanpaolo con 27 opere esposte raccoglierà ogni aspetto dell’opera del fotografo canadese, dalle fotografie più importanti degli anni Ottanta fino a quelle più recenti realizzate nel 2023, raccontandone la realizzazione a più livelli. Il percorso espositivo propone una selezione significativa dei famosi lightbox di Wall, mutuati dal linguaggio pubblicitario, oltre a stampe in bianco e nero e a colori. Le sue imponenti immagini, presentate a grandezza naturale, sono tra le opere più celebri dell’arte contemporanea, capaci di esercitare un fascino magnetico  e misterioso sugli spettatori.
La ricerca di Jeff Wall non è orientata al reportage che cattura l’istante e registra l’evento reale: “Non sono un cacciatore di immagini- ha recentemente affermato”. Egli lavora con tempi dilatati avvalendosi anche delle tecnologie digitali, e costruisce elaborati tableau fotografici messi in scena e illuminati con un processo creativo paragonabile a quello della cinematografia. L’effetto è quello di una fotografia “quasi” documentaria, in quanto le rappresentazioni di scene di vita quotidiana deriva sempre da un paziente lavoro di composizione. Jeff Wall non riproduce la realtà, ma la ricostruisce, in quanto una volta conto un soggetto interessante comincia a ricostruirlo a partire da un luogo più adatto, un luogo dove l’azione avrebbe potuto svolgersi. Le sue immagini sono spesso costruite in base a citazioni di capolavori dell’arte come dipinti di Hokusai, Delacroix e Manet, della letteratura e del cinema, neorealismo italiano in primis. In mostra si possono ammirare alcune delle sue opere più iconiche, come “The Thinker”, che rimanda al pensatore di Augusto Rodin, “After ‘invisible man’ by Ralph Ellison”, “The prologue”, che trae spunto dal romanzo dello scrittore statunitense Ellison, “Odradek”, “Táboriská 8 Prague”, “18 july 1994”, ispirato a un racconto di Franz Kafka. Apre il percorso espositivo “The gardens”, opera fotografica realizzata nel 2017 e ambientata nei giardini di via Silvio Pellico, vicino a Torino. La composizione del trittico presenta tre immagini sequenziali di figure che si muovono in un laboratorio di siepi, dove gli stessi personaggi appaiono come doppi, suggerendo il tema dell’espulsione dal Paradiso, con l’ambiguità temporale e narrativa tipica di Wall. Le opere del fotografo fanno parte di importanti collezioni internazionali, ed è stato protagonista di mostre personali nei principali musei del mondo, la Tate Modern di Londra, il MoMa di New York, il San Francisco Museum of Modern Art, il Deutsche Guggenheim di Berlino.

La mostra sarà affiancata da un ricco palinsesto di eventi di approfondimento a ingresso gratuito per il tradizionale “Public program #INSIDE” del mercoledi sera. Ad inaugurare gli appuntamenti, un doppio incontro giovedi 9 febbraio prossimo, alle ore 18, quando il curatore David Campany dialogherà con l’artista, offrendo uno sguardo sul proprio lavoro e sul ruolo della fotografia oggi.

Il museo di Torino, insieme a quelli di Milano, Napoli e Vicenza è parte del progetto museale delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Educative Director Arte, Cultura e Beni Storici della banca.

Mara Martellotta

Apre il 16 ottobre il Crazy Pizza di Flavio Briatore

 

In via Pietro Micca 1, e l’imprenditore cuneese è atteso in città per la fine del mese

Una nuova esperienza potrà essere vissuta nel cuore di Torino, in via Pietro Micca 1,rurale all’interno di un contesto che incarna l’eleganza e la raffinatezza della città sabauda. Manca poco all’apertura ufficiale del primo Crazy Pizza torinese di Flavio Briatore. Lo staff è al completo e le prenotazioni sono già aperte in vista dell’apertura del 16 ottobre prossimo.

“Siamo entusiasti di annunciare una nuova icona del life stile italiano nel cuore di Torino, tra viali maestosi e architetture senza tempo – dichiara l’organizzazione di Crazy Pizza – in una città rinomata per la sua storia, ricca, e la sua atmosfera sofisticata portiamo un’esperienza che unisce gusto, spettacolo e stile proprio come la nostra visione del dining contemporaneo. Crazy Pizza Torino, con il suo spirito teatrale di identità inconfondibile, si inserisce perfettamente in questo scenario iconico, offrendo molto di più di una pizza, ma un’esperienza gastronomica e sensoriale che celebra le radici locali con un tocco audace. Fra tradizione e creatività, siamo pronti a conquistare Torino con sapori autentici, energia travolgente e quel pizzico di follia che ci rende unici. Dalla nostra Pizza sottile, stesa a mano, alla mozzarella fresca artigianale, la cucina è il cuore pulsante del ristorante. Ogni piatto nasce da passione, maestria e dedizione, e viene servito con amore autentico. Il menù è “à la carte”, un invitoma scoprire i sapori italiani attraverso ricette d’eccellenza”.

Dopo Milano, Montecarlo e Londra, arriva anche sotto la Mole il marchio di lusso Crazy Pizza, firmato Flavio Briatore. L’annuncio è stato diffuso con una instagram stories sulla pagina ufficiale del brand. Il format unisce la cucina gourmet all’intrattenimento. Ogni sera verrà messo in scena Lo spettacolo dai maestri pizzaioli, acrobati di professione, tra Ferrari, bollicine della catena e Birra Peroni. Il concept di Crazy Pizza vuole essere un’esperienza esclusiva con pizze realizzate con ingredienti di fascia alta, come caviale, Patanegra e tartufo nero, a prezzi compresi tra i 16 e i 69 euro, serviti in un contesto contraddistinto da musica dal vivo, djset e pizzaioli performer.

Il concetto di luxury dining di Crazy Pizza nasce già nel 2019, con l’idea di servire in maniera unica il piatto italiano più amato nel mondo, la pizza, accompagnato da un servizio premium. Quello di Torino rappresenta il 21⁰ locale della catena di luxury dinner monegasca Majestas, controllata da Briatore e Francesco Costa. Questo format è stato già sperimentato nei locali di Roma, Milano, Porro Cervo, Rijadh, Forte dei Marmi, Saint Tropez, Napoli e New York.

Mara Martellotta