ilTorinese

Al Grattacielo Piemonte la copia in resina del Giganotosaurus alto 14 metri

Il Grattacielo Piemonte apre le sue porte a un ospite d’eccezione, una fedele copia in resina dello scheletro di un Giganotosaurus carolinii, il gigantesco dinosauro carnivoro che cento milioni di anni fa dominava le terre della Patagonia.

Il progetto “Un dinosauro a Palazzo”, che si sviluppa dal 6 giugno al 30 novembre prossimo, trasforma una parte del piano terra dell’edificio regionale in uno spazio espositivo aperto al pubblico dove, dal lunedì al venerdì in orario 9-18, cittadini e visitatori potranno ammirare da vicino la ricostruzione di uno dei predatori più importanti mai esistiti sulla Terra.

La storia inizia nel 1993 quando Ruben Carolini, appassionato ricercatore di fossili, durante un’escursione a Villa El Chocón nella provincia argentina di Nequén, scopre una lunga tibia che si rivelerà appartenere a una nuova specie di dinosauro teropode. Nasce così  la definizione di Giganotosaurus carolinii, in onore del suo scopritore.

La copia in resina esposta al Grattacielo Piemonte, realizzata in Argentina sui resti d’un individuo completo al 70%, permette di osservare nei dettagli anatomici questo straordinario predatore del Cretaceo superiore. Con i suoi 14 metri di lunghezza, 8 tonnellate di peso e un cranio lungo circa 2 metri, il Giganotosaurus rappresenta uno dei carnivori terrestri più grandi mai esistiti.

“’Un dinosauro a Palazzo’ interpreta in modo esemplare il significato che attribuiamo al patrimonio pubblico – dichiara l’assessore al Patrimonio, Gianluca Vignale – Vogliamo che gli edifici della  Regione   non siano soltanto sedi amministrative, ma luoghi aperti, accoglienti e vivi, capaci di stimolare curiosità, conoscenza e stupore. Con l’esposizione del dinosauro, il Grattacielo Piemonte diventa il simbolo concreto di questa visione: uno spazio istituzionale che si apre alla cittadinanza, trasformandosi in un punto di incontro tra scienza e meraviglia, tra passato remoto e presente. Trovare un dinosauro nel cuore di Torino è un’esperienza sorprendente, che affascina e incuriosisce, soprattutto, i più giovani. È esattamente questo l’obiettivo, rendere il patrimonio pubblico accessibile e coinvolgente, capace di generare cultura, emozione e partecipazione per tutti”.

“Il Giganotosaurus che accogliamo oggi al Grattacielo Piemonte è  molto di più  di una straordinaria ricostruzione scientifica, è un ponte tra il nostro patrimonio museale e la collettività- sottolinea l’assessore regionale alla Cultura Marina Chiarelli . Come Regione vogliamo avvicinare i cittadini al patrimonio custodito dal Museo regionale di Scienze Naturali.

Da quando abbiamo reso nuovamente disponibile questo spazio, ormai chiuso da dieci anni, sono stati accolti quasi 250 mila visitatori. Questo museo va oltre la semplice divulgazione, offrendo anche aule didattiche per le scuole e spazi per la ricerca scientifica. Un gioiello che continueremo a sostenere e valorizzare”.

Le ricerche paleontologiche hanno rivelato caratteristiche affascinanti di questo gigante preistorico. La conformazione del cranio suggerisce che fosse dotato di un olfatto molto sviluppato, probabilmente utilizzato per un’attività di caccia  principalmente notturna. La lunga coda, tenuta in posizione eretta, contribuisce a mantenere l’equilibrio durante il movimento sulle zampe posteriori, sia in fase di camminata, sia in fase di corsa.

Nonostante la somiglianza con il più noto Tyrannosaurus  rex vissuto oltre 30 milioni di anni più tardi negli attuali Stati Uniti occidentali, i due giganti non sono imparentati: le analogie sono dovute ad adattamenti e modalità di vita simili,un esempio di evoluzione convergente. Il Giganotosaurus viveva in un ambiente ricco di biodiversità.

Il progetto “Un dinosauro a Palazzo” trasforma il Grattacielo Piemonte in uno spazio pubblico di divulgazione scientifica. L’iniziativa si inserisce nella volontà della Regione Piemonte di promuovere la cultura scientifica e paleontologica offrendo la possibilità di organizzare visite guidate rivolte  a scuole e associazioni con il supporto di esperti del Museo Regionale di Scienze Naturali.

Informazioni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle18.

Ingresso gratuito

Grattacielo Piemonte. Piazza Piemonte 1, piano terra

Mara Martellotta

Referendum: votare sì, no o non votare

Andare a votare al referendum: una scelta consapevole
Perché votare SÌ
Chi sceglie il SÌ vuole cambiare lo stato attuale delle cose. Ritiene che la proposta del referendum rappresenti un miglioramento, una risposta concreta a un problema o un’opportunità di riforma.
Perché votare NO
Chi vota NO desidera mantenere la situazione attuale o non è d’accordo con i cambiamenti proposti. Votare no è comunque una forma attiva di partecipazione e una presa di posizione chiara.
Rispettare ogni scelta, anche chi sceglie di non votare
La democrazia si fonda sul diritto di scelta. Anche non recarsi alle urne può essere una forma di espressione politica, una scelta consapevole che merita rispetto.
Non votare può voler dire:
Rifiutare il quesito o il contesto in cui è proposto
Esprimere sfiducia nel sistema
Affermazione del diritto all’astensione
L’importante è informarsi, riflettere e rispettare.
Che si scelga di votare SÌ, NO o di non votare, è fondamentale riconoscere la legittimità di ogni decisione. La democrazia si rafforza con il confronto civile e con il rispetto reciproco.

Enzo Grassano

Alessio Hincu: il portacolori del TDN rappresenterà l’Italia in Coppa Comen

Missione in Ucraina, Cirio e Lo Russo a Kiev

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino e vicepresidente nazionale di Anci con delega alle Politiche comunitarie e internazionali Stefano Lo Russo oggi sono a Kiev, su invito del governo ucraino, per partecipare alla seconda giornata di lavori del Terzo Summit internazionale delle città europee e delle regioni, intitolato “Uniti per la pace e la sicurezza”. La presenza nella capitale ucraina è anche l’occasione per una serie di incontri volti a sottolineare la disponibilità delle due istituzioni alla cooperazione internazionale e alla solidarietà alla comunità ucraina colpita dalla guerra.
«Per parlare di ricostruzione è necessario che prima ci sia la pace e il fatto di aver vissuto una notte come quella che abbiamo vissuto, ci fa capire che la strada è ancora lunga. E come il Piemonte è protagonista nell’aiuto e nell’accoglienza, anche per la ricostruzione siamo a disposizione, noi, le nostre imprese, le nostre università, per la grande opera di ricostruzione dell’Ucraina» dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
«Essere qui oggi, come sindaco e come vicepresidente Anci – spiega Stefano Lo Russo – è l’opportunità per ribadire che le città hanno un ruolo fondamentale nella ricostruzione: cooperare significa ridare speranza e dignità alle comunità e alla persone colpite dalla guerra. Sono tante le necessità che questo territorio devastato dal conflitto tocca con mano ma altrettante le opportunità per i Comuni italiani per offrire solidarietà alla comunità ucraina colpita dalla guerra. Come Anci, stiamo collaborando con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale all’organizzazione della conferenza sulla ricostruzione che si terrà a luglio a Roma e contribuiremo a coordinare le operazioni di aiuto delle città italiane alle città ucraine e alle loro popolazioni».

 

La giornata è iniziata nella sede dell’ambasciata italiana dove Cirio e Lo Russo hanno incontrato il sindaco di Kharkiv, Igor Terekhov. Kharkiv, che si trova a 40 chilometri dal confine russo, ha visto una importante percentuale delle abitazioni cittadine andare distrutte nel conflitto e oggi si trova nella difficoltà non solo di dover accogliere le molte persone rimaste senza casa ma anche i moltissimi profughi provenienti dalle regioni più ad est. Il sindaco Lo Russo gli ha comunicato l’immediata disponibilità di una decina di autobus Iveco 491, messi a disposizione di Gtt, cui potranno aggiungersene fino ad altri 60 entro la prima metà del 2026, corredati di ricambi per la necessaria manutenzione. I bus potranno dunque contribuire a riattivare una rete di trasporto pubblico sul territorio, a beneficio della popolazione rimasta in città.
Successivamente, presidente e sindaco hanno visitato l’ospedale pediatrico Okhmatdyt dove sono attivi i progetti della Fondazione Soleterre, che si occupa dei bambini malati oncologici e dal 2022 di quelli feriti e amputati dalla guerra e della loro riabilitazione fisica e psicologica. Okhmatdyt è l’ospedale pediatrico più grande dell’Ucraina e accoglie, ogni anno, oltre 20mila bambini e bambine. Nel luglio 2024 è stato colpito da un attacco dei missili russi riportando ingenti danni che hanno costretto a spostare parte dei 700 bambini ricoverati in altre zone. Bambini come quelli accolti in questi anni di guerra all’ospedale Regina Margherita di Torino, per dare loro le cure necessarie e assistenza e supporto alle loro famiglie. In campo sul nostro territorio c’è anche un progetto che coinvolge ospedali e il Politecnico di Torino per quanto riguarda lo studio e la realizzazione di protesi, pediatriche e per adulti, per la popolazione che ha subito e subisce ferite e amputazioni durante gli attacchi.
Durante la giornata, il presidente Cirio ha incontrato Irina Karabut e Maria Cernenko, rispettivamente sindache di Krasnokutsk e di Rohan, due comuni della zona di Kharkiv, che gli hanno consegnato la cittadinanza onoraria per riconoscenza per l’aiuto che in questi anni è arrivato dal Piemonte, anche grazie all’attività dell’associazione Memoria Viva.
Nel pomeriggio, dopo l’apertura dei lavori del Summit delle città europee e delle regioni, Cirio e Lo Russo hanno incontrato il sindaco di Kiev, Vitaly Klitchko. A seguire, il sindaco Lo Russo ha incontrato il vice primo ministro per la Ricostruzione del governo ucraino Oleksii Kuleba.
Dopo una visita al Muro della Memoria dei caduti per l’Ucraina di piazza Maidan, presidente e sindaco sono tornati al Summit per prendere parte al panel “Economic development of the Regions” insieme alla vice primo ministro e ministro all’Economia Julija Anatoliïvna Svyrydenko, l’ambasciatrice dell’Unione Europea in Ucraina Katarína Mathernová, l’ambasciatore della Repubblica Tedesca in Ucraina Martin Jager, il rappresentante dell’United Nations Development Programme Jaco Cilliers, la responsabile dei progetti infrastrutturali per l’est Europa della European Investment Bank Kristina Mikulova, il direttore esecutivo della Ukrainian Cluster Alliance per l’industria Oleksandr Yurchak e il Ceo di Bila Tserkva Industrial Park Andrij Ropitskyi.
cs

Mauriziano, la storia che cura

Sabato 7 giugno, ore 9.30-13

Il primo ospedale della città apre le porte per visite guidate gratuite agli uffici del Gran Magistero, all’archivio storico e al padiglione Mimo Carle, nell’anniversario della sua fondazione

 

 

Nel 1575 nasce il primo ospedale di Torino delle milizie dei Santi Maurizio e Lazzaro (poi diventate Ordine Mauriziano) e nel 1885 Re Umberto I inaugura la sede attuale in corso Turati.Nell’anno del doppio anniversario, l’Ospedale Mauriziano Umberto I apre le porte alla città, sabato 7 giugno dalle ore 9.30 alle 13, rendendo visitabili tutti i tesori storici che lo rendono unico.

L’ingresso storico, la lapide della posa della prima pietra dell’Umberto I, gli uffici del Gran Magistero, la Sala Consiglio e l’archivio storico dell’Ordine Mauriziano, le effigi di Re Umberto I e della Regina Margherita, il padiglione Mimo Carle, busti e lapidi commemorative, il più recente Giardino Parlante: tutto questo, assieme ad altri piccoli grandi tesori storici, sarà illustrato dal personale della Fondazione Ordine Mauriziano e dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano con la collaborazione degli studenti del liceo classico Alfieri e del liceo scientifico Agnelli di Torino.

Inoltre, una mostra fotografica, allestita lungo il Corridoio Turati, ripercorrerà i 140 anni di vita dell’Umberto I per mostrare come l’ospedale si sia trasformato nel corso dei decenni con ampliamenti e ristrutturazioni che gli hanno consentito di rimanere al passo con i tempi della medicina, senza mai rinunciare all’identità che lo ha contraddistinto fin dalla nascita.

 

Le iniziative sono organizzate dal Comitato aziendale per la promozione della salute dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano, su mandato della direzione aziendale. Le visite guidate sono gratuite e aperte a tutti, fino ad esaurimento posti.

La prenotazione è obbligatoria al link:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-mauriziano-la-storia-che-cura-1375814621569?aff=oddtdtcreator&utm_campaign=post_publish&utm_medium=email&utm_source=eventbrite&utm_content=shortLinkNewEmail

Pride, Ricca (Lega): “Mai nessun sostegno dalla Regione a manifestazioni che danno spazio all’antisemitismo”

“Manifestare per i diritti civili è sacrosanto, ma usare certi eventi per dare spazio ad antagonisti pro Pal il cui principale credo è l’antisemitismo non è accettabile e non troverà mai il sostegno della Regione. Mi auguro che il Pride che si terrà domani pomeriggio a Torino non si trasformi nell’ennesima occasione per mettere a ferro e fuoco la città e per creare scontri e divisioni che poco hanno a che fare con i diritti della comunità Lgbtqi+. Sarebbe assurdo cedere il palcoscenico a chi legittima Hamas e un regime terroristico che, tra gli altri, azzera proprio i diritti degli omosessuali in Medioriente”. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.

I sindaci di Chiusa dalla Liberazione ad oggi

A Chiusa di San Michele (TO), Comune valsusino ai piedi della Sacra di San Michele (monumento simbolo del Piemonte) all’interno dell’80° anniversario della Liberazione e della festa della Repubblica, si è celebrata una cerimonia per ricordare eonorare i Sindaci che si sono succeduti dalla Liberazione ad oggi.

Ai Sindaci o ai loro familiari: Riccardo Cantore (1945-1946), Aurelio Sestero (1946-1961), Alfredo Perotto (1961-1963), Giuseppe Taddei (1963-1964), Armando Borello (1964-1970), Riccardo Cantore (1970-1982), Alberto Pipino (1982-1995), Ferruccio Sbodio (1995-2004), Domenico Usseglio (2004-2014), Fabrizio Borgesa (2014-2024), definiti “le sentinelle della democrazia” è stata consegnata una targa di ringraziamento per aver garantito con il proprio impegno la Democrazia.

Il Sindaco Riccardo Cantore, dopo aver portato il saluto del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e del Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione Domenico Ravetti, nel suo intervento ha concluso ricordando un importante frase di Sandro Pertini, Partigiano, Socialista e Presidente della Repubblica: “dietro ogni articolo della Costituzione ci sono centinaia di giovani morti nella Resistenza. La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale solo quando comincia a mancare”.

La prima “sentinella” è stata Riccardo Cantore primo Sindaco della Liberazione, nominato dal CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) nel 1945 fino al 1946 e poi Sindaco dal 1970 al 1982. Riccardo Cantore ha premiato suo nonno Riccardo Cantore consegnando una targa a suo papà Daniele Cantore.

Ricorrendo in questi giorni il 5 Giugno,
la festa dell’Arma dei Carabinieri ed essendo presente alla cerimonia il Comandante della Stazione di Condove Massimo Quaranta, Daniele Cantore ha chiesto un applauso per i Carabinieri e tutte le Forze dell’Ordine per l’impegno e la dedizione che offrono ai cittadini e allo Stato ogni giorno.

Sindaco è stata una giornata sicuramente particolare ma anche ricca di molti sentimenti, come l’ha vissuta?
Io intanto sono molto contento di aver organizzato insieme alla Regione Piemonte questa occasione per ricordare i Sindaci che hanno guidato questo Comune prima di me. Ho provato una doppia emozione e commozione premiando mio nonno e consegnando il premio a mio papà.

Che cosa ricorda di suo nonno?
Beh intanto nel 45’ il suo ruolo determinante, nella trattativa, perché le truppe Tedesche passassero in Valle e quindi anche da Chiusa senza spargimento di sangue a fronte di un lasciapassare consentito dai Partigiani. Il suo attaccamento ai valori della Resistenza, della libertà e della democrazia. Il suo essere un convinto socialista liberale e il suo grande attaccamento a Chiusa di San Michele e alla Valle di Susa. L’aver saputo coniugare la sua importante attività imprenditoriale con il suo ruolo di Sindaco.

Quali pensa siano i punti da ricordare nella sua attività amministrativa dal 70’ all’82’?

il ritorno dei terreni che erano stati opzionati dalla FIAT al Comune e lasciati abbandonati e dopo una lunga trattativa restituiti all’agricoltura; l’aver portato la Farmacia a Chiusa di San Michele, Comune nel quale non era mai stata presente e tantissime opere per renderlo agibile, vivibile, a dimensione d’uomo per i Chiusini e attrattivo per le attività economiche e per il turismo. Non ultimo, l’essersi battuto, spesso con pochi altri Sindaci, per la costruzione dell’Autostrada del Frejus la Torino – Bardonecchia.

La targa l’ha consegnata a suo papà, è stato anche lui un amministratore e politico di primo piano?
Sì la targa l’ho consegnata a mio papà e ai mie due fratelli Andrea e Carlo e a Romano Barella Assessore di mio nonno dal 1970 al 1982. Anche mio papà è molto legato a Chiusa e alla Valle di Susa; è sua una delle tre prime firme della legge, approvata all’unanimità, che ha fatto diventare la Sacra di San Michele simbolo del Piemonte. Ha ottenuto da Assessore Regionale al Turismo insieme al Comitato promotore nel 92’ a Budapest i Campionati Mondiali di SciAlpino del 97’ a Sestriere prodromici alle Olimpiadi del 2006.Mio papà è stato Segretario Nazionale dei Giovani Socialisti, membro dell’assemblea Nazionale e della direzione Nazionale del PSI, nell’85 Segretario della federazione del PSI di Torino, nel 1990 Assessore della Regione Piemonte con importanti deleghe. Un socialista riformista, craxiano convinto. Poi dopo il 94’ e il bombardamento del PSI, ha aderito a Forza Italia dove è stato poi due volte Capogruppo alla Città di Torino e due volte Consigliere Regionale del Piemonte.

Ma veniamo a lei Signor Sindaco, intanto che professione svolge e quale è stato il suo percorso politico amministrativo?
Io ho una società di servizi per le aziende e organizzazione di eventi, anche musicali, ormai da diversi anni. In politica ho innanzitutto aiutato mio papà a fondare un’associazione politico-culturale “Italia Riformista” dove mio papà è presidente e l’On. Margerita Boniver presidente onorario, nella quale sonoresponsabile organizzativo. Poi mi sono presentato alle elezioni comunali di Chiusa di San Michele e per quindici hanno sono stato capogruppo di minoranza. L’anno scorso con una lista civica di centro, abbiamo vinto le elezioni e sono diventato Sindaco, dopo 42 anni di amministrazioni nate dall’incontro tra cattolici e comunisti.

Cosa ci può raccontare su questo suo primo anno da Sindaco?

Mi sono concentrato in particolare sulla vicenda del nuovo Ostello, costruito in paese per dare ospitalità ai turisti e a chi percorre la famosa Via Francigena che attraversa il nostro Comune, per riuscire ad arrivare presto a un bando di affidamento.Mi sono impegnato nel far ultimare un’opera iniziata negli anni 2000 e non ancora conclusa, a salvaguardia dell’abitato del Paese da eventi alluvionali. Abbiamo cominciato un lavoro di promozione culturale, turistica e architettonica di tutto il nostro territorio e delle nostre eccellenze. Abbiamo lavorato per tutelare le nostre attività commerciali e attrarne di nuove con il Distretto del Commercio. Insieme all’Unione Montana Valle di Susa abbiamo avviato un tavolo di lavoro per fronteggiare il problema PFAS nelle acque. Insieme ai Comuni limitrofi abbiamo portato avanti la candidatura della Sacra di San Michele a patrimonio UNESCO.

(Per gentile concessione de “Il Graffio.net”)

Nelle foto: stretta di mano tra Daniele e Riccardo Cantore, i sindaci, la sala gremita, la famiglia Cantore.

Madre e figlio morti: ipotesi omicidio suicidio

In un appartamento di Savigliano sono stati trovati  corpi senza vita di una donna, 72 anni, e del figlio di 40 anni. I vicini di casa avevano chiamato i vigili del fuoco per il  forte odore di gas che arrivava dalla porta dell’alloggio in un condominio della cittadina. I carabinieri non escludono alcuna ipotesi, anche se gli investigatori sembrano pensare a un caso di omicidio-suicidio.

I giovani e il lavoro: uno sguardo alla situazione in Italia

Informazione promozionale 

I giovani e il lavoro: molti under 30 (e non solo) in Italia si sentono soli e poco supportati nella ricerca di un’occupazione.

A dirlo è l’Osservatorio Jobiri nel report “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca di lavoro”, basato su un’indagine condotta tra gennaio e dicembre 2024 su un campione di 1.100 ragazzi tra i 18 e i 29 anni.

Il quadro che emerge è chiaro: il sistema attuale di orientamento e supporto al lavoro è percepito come inadeguato e ha urgente bisogno di un evoluzione.

Lo scenario del 2025 ha già, in seguito agli ultimi risultati in merito, attuato diverse modalità d’intervento per impedire la fuga “dei giovani cervelli verso l’estero”.

Se da un lato il report Jobiri evidenzia il senso di smarrimento tra i giovani e il lavoro, dall’altro emergono segnali positivi: molte aziende e realtà formative stanno attivando progetti per i giovani che vanno oltre i classici corsi per lavorare. L’obiettivo non è solo formare, ma costruire percorsi di crescita professionale e personale, anche nei settori meno “visibili”.

Non parliamo solo dei nuovi lavori legati al digitale, ma anche di ruoli più tradizionali o operativi, come quelli nei magazzini industriali, dove aziende all’avanguardia introducono strumenti e tecnologie innovative. È il caso delle macchine Mima, già utilizzate e vendute da imprese specializzate come Cieffe Carrelli.

 In un ambiente di lavoro conosciuto è bene sentirsi tutelato con i giusti mezzi.

A tal proposito, MIMA offre soluzioni flessibili per la gestione delle esigenze di sollevamento e movimentazione delle merci: la sua gamma di carrelli elevatori, con batteria al piombo e litio, è pensata per un utilizzo non intensivo, garantendo prestazioni affidabili, costi contenuti e una maneggevolezza ideale anche in spazi ridotti.

Anche in ambiti più relazionali come le lingue, le traduzioni o il turismo culturale, molte realtà stanno puntando su inserimenti stabili e redditizi. Tuttavia, affinché questo cambiamento diventi strutturale, serve un impegno serio anche da parte delle istituzioni.

Perché oggi più che mai, i giovani e la crisioccupazionale sono un nodo cruciale da affrontare con strumenti nuovi, concreti e duraturi.

I giovani e il lavoro: perché la ricerca ha dato un risultato così negativo?

Le cause profonde del divario tra giovani e occupazione in Italia

Per quale motivo la ricerca dell’Osservatorio Jobiri ha restituito un quadro tanto critico sulla relazione tra i giovani e il lavoro?

Le risposte risiedono in una serie di fattori strutturali e culturali che da anni penalizzano le nuove generazioni. Tra questi, un ruolo importante lo gioca la carenza di politiche efficaci: nonostante gli sforzi del Ministero Politiche Giovanili.

A questo si aggiunge un forte malessere esistenziale, alimentato da incertezza, precarietà e mancanza di prospettive concrete. Molti giovani vivono la necessità di lavorare non solo come un “bisogno di lavorare”, ma anche con un’ansia continua legata alla paura di non avere un futuro rassicurante.

 È un tema che rientra pienamente nel più ampio tema sulla crisi economica e i giovani, dove l’instabilità economica si riflette in una generale disillusione.

Infine, anche l’ambiente lavorativo ha un peso: in un ambiente di lavoro conosciuto è bene sentirsi una parte attiva e valorizzata, ma spesso i ragazzi si trovano spaesati e poco integrati, senza reali occasioni di crescita. Un problema che richiede risposte urgenti e concrete.

Opportunità per i giovani: oltre i blocchi emotivi della ricerca del lavoro

La crisi e i giovani: un nodo da sciogliere per costruire il futuro

Per parlare di opportunità per i giovani (senza che lascino la patria), nel settore lavorativo, bisogna notare come i dati del sondaggio Jobiri evidenzino chiaramente quanto sia profondo l’impatto emotivo della ricerca di un impiego.

Ansia (68%), confusione (65%) e solitudine (41%) sono le emozioni più diffuse tra i ragazzi che cercano lavoro, seguite da rassegnazione (36%) e rabbia (13%). Questi numeri raccontano una realtà complessa: giovani e lavoro oggi si incontrano in un clima di fragilità e insicurezza, che richiede interventi strutturali e mirati.

In questo contesto, serve investire in vere opportunità per i giovani, rafforzando percorsi di orientamento, supporto psicologico e soprattutto corsi per lavorimirati. Per affrontare la crisi, le istituzioni e il mondo produttivo devono garantire spazi di ascolto, crescita e formazione reale.

I giovani e il lavoro: strategie digitali e AI per un futuro occupazionale più accessibile

I giovani e il lavoro rappresentano oggi uno dei binomi più urgenti e complessi del panorama italiano. La difficoltà di accesso al mondo del lavoro da parte delle nuove generazioni è aggravata da una preparazione spesso insufficiente nella fase cruciale del pre-colloquio.

Sempre secondo l’Osservatorio Jobiri, infatti, il 77% dei giovani non si esercita prima di un colloquio, l’80% non raccoglie dati sull’azienda e l’88% non si informa sul recruiter.

Dati allarmanti che evidenziano alcune delle principali cause della disoccupazione giovanile.

Per rispondere a queste criticità, Jobiri propone progetti per i giovani basati su soluzioni tecnologiche e supporto mirato.

In particolare, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale consente di ottimizzare la stesura di CV, lettere di presentazione e profili LinkedIn, offrendo strumenti efficaci per valorizzare le proprie competenze e affrontare i processi di selezione con maggiore sicurezza.

Parallelamente, la digitalizzazione dei servizi di orientamento professionale consente a i giovani italiani di accedere a percorsi personalizzati di career coaching ovunque si trovino, abbattendo le barriere logistiche e rendendo il supporto più inclusivo.

Anche la preparazione ai colloqui viene potenziata attraverso simulazioni, feedback digitali e tecniche per la gestione dello stress, rendendo i candidati più consapevoli e reattivi.

In un mercato che ancora oggi presenta lavori ben pagati che non vuole fare nessuno, spesso per scarsa informazione o timori infondati, questi strumenti digitali rappresentano una leva fondamentale per aprire nuove opportunità.

Iniziative per i giovani: il 2025 sarà un anno chiave per il lavoro in Italia

Nonostante le criticità, è importante sottolineare che il Paese sta attivamente investendo in strategie innovative per affrontare le nuove sfide occupazionali.

Le istituzioni e molte realtà imprenditoriali stanno sviluppando soluzioni avanzate per accompagnare i giovani nel mondo del lavoro, garantendo loro mezzi e risorse eccellenti per contribuire con competenza e sicurezza alla crescita del sistema produttivo.

Oltre all’aggiornamento tecnologico e all’orientamento, si stanno facendo strada politiche che puntano sulla qualità del lavoro, come l’introduzione di ore di assistenza psicologica per i dipendenti.

Questa misura mira a promuovere un ambiente sano e collaborativo, riducendo lo stress e aumentando il benessere organizzativo. La qualità della vita lavorativa non è più considerata un lusso, ma una componente essenziale della produttività e della fidelizzazione.

Nel frattempo, crescono le iniziative per i giovani per renderli protagonisti attivi di questo cambiamento: dai corsi per lavorare in banca a percorsi professionalizzanti in settori tecnici e digitali, le opportunità si stanno ampliando. Eppure, l’allarme legato all’emergenza della fuga dei giovani dall’Italia resta centrale. Non è più una voce di sottofondo, ma un fenomeno reale che richiede azioni concrete.

Il 2025 si profila come un anno decisivo: i giovani e il lavoro oggi rappresentano un nodo cruciale per lo sviluppo del Paese. Investire su formazione, orientamento, supporto psicologico e valorizzazione dei cosiddetti lavori ben pagati che non vuole fare nessuno è l’unica via per invertire la tendenza e restituire fiducia a un’intera generazione.

Il lavoro per i giovani non può più attendere, e l’Italia ha la responsabilità – e l’occasione – di dimostrare che un cambiamento è possibile.