ilTorinese

“Ho voglia di essere in balìa di una grande follia…”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Che vita senza qualità

che miseria, che tormenti, che inquinamenti!

Ho voglia di essere in balìa di una grande follia,

non pensare più nè a me, nè all’io, addio [a Dio?]”

Brano iniziale di un disco davvero unico in Italia, “Incoerente jazz”, con il quale Rossana Casale si fece notare al grande pubblico, grazie anche all’esibizione a Sanremo nel 1989, proprio con questa canzone. Disco unico perché con una musicalità lontana dagli standard italiani dell’epoca e non solo. Straordinario l’uso del contrabbasso, che costruisce e struttura il brano dall’inizio alla fine in maniera molto marcata e non usuale. Straordinaria per me magari no   la voce sottile di Rossana, che però  dipinge una traccia onirica, che fa da cacio sui maccheroni alle armonie jazz suonate dagli strumenti. Un evergreen che ancora si ascolta benissimo, penso anche per i contenuti attualissimi.
Lei, Rossana Casale, figlia del fotografo statunitense Giac Casale, inizia la sua carriera negli anni Settanta con una lunga gavetta come corista per Vasco Rossi, Edoardo Bennato, Riccardo Cocciante, Mina, Donatello (nell’album del 1975 Il tempo degli dei), Al Bano e Romina Power (è presente all’Eurovision Song Contest 1976 come corista del duo) e, soprattutto, nei concerti dal vivo per Mia Martini e successivamente per la sorella Loredana Bertè.
Nel 1979 incide due singoli da solista: il primo, con lo pseudonimo Annette Hillmann, dal titolo Couldn’t you imagine, prodotto da Detto Mariano, sigla dell’inchiesta televisiva Mille non più mille di Leandro Castellani, il secondo, …A Uno, questa volta con lo pseudonimo Miss Mystery, scritto e prodotto da Franco Godi.
Nell’ 80 ha partecipato come corista con Marco Ferradini al tour di Umberto Tozzi con i musicisti americani. Tour che è riportato nel doppio “Tozzi in concerto” dello stesso anno.
In seguito compare come cantante in molte produzioni Italo disco in progetti quali Eva Eva Eva, Casanova, Bizzy & Co., Pink Project, Kano, N.O.I.A., e collabora con Mike Francis e con il gruppo Klein + M.B.O., con il quale incide il singolo Dirty Talk, pubblicato inizialmente soltanto a Milano nel 1982 che diventò una hit internazionale del circolo underground, oggetto di cover da parte della dj francese Miss Kittin e di sample da parte dei New Order e di Timbaland.
Il primo singolo a suo nome, Didin, scritto da lei con Alberto Fortis, esce nel 1983. Nello stesso anno recita nel film di Pupi Avati Una gita scolastica, come comparsa, e partecipa alla colonna sonora con i brani L’incanto e A tu per tu.
Nel 1984 esce il suo primo album Rossana Casale, prodotto dalla Premiata Forneria Marconi.
Nel 1986 ottiene un buon successo al Festival di Sanremo con Brividi, brano scritto da Maurizio Fabrizio, come pure la sua canzone di Sanremo dell’anno successivo, Destino. Del 1986 è l’album La via dei Misteri. Nell’autunno del 1986 partecipa a “Premiatissima 86” che vince con la canzone “Nuova vita”.
In seguito la sua produzione discografica si avvicina alle sonorità più sofisticate della musica jazz con ottiene i suoi primi riconoscimenti all’Umbria Jazz.
Partecipa a Sanremo altre tre volte: nel 1989 con A che servono gli dei (contenuto nell’album Incoerente Jazz), nel 1991 con Terra (contenuto nell’album Lo stato naturale, in cui vengono fuse sonorità etniche e jazz), e nel 1993, quando arriva terza cantando in coppia con Grazia Di Michele Gli amori diversi (poi seguito dall’album Alba Argentina).
“La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.
Buon ascolto
CHIARA DE CARLO
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Ecco a voi gli eventi da non perdere!
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Prima data 05 aprile 2025 Parco Michelotti Torino

Settimo, sfregiata via Vittime delle Foibe. Il Comitato 10 Febbraio all’attacco

Settimo Torinese, 13 febbraio – A pochi giorni dal 10 febbraio, Giorno del Ricordo dedicato alle Martiri delle Foibe e all’Esodo giuliano-dalmata, è stata imbrattata a Settimo Torinese la targa di Via Vittime delle Foibe con scritte inneggianti a Tito.

 

Duro l’attacco di Matteo Rossino, responsabile provinciale del Comitato 10 Febbraio: “Ciò che è accaduto è figlio di quel giustificazionismo spesso troppo avvallato a sinistra. Il patrocinio negato alla nostra iniziativa probabilmente ha fatto sentire qualcuno in diritto di infangare il ricordo degli italiani morti in quelle terre. Dopo Basovizza e Torino, ora anche Settimo.”

 

“Come Comitato 10 Febbraio – conclude Rossino – non lasceremo nessuno spazio a chi nega o sminuisce la tragedia delle foibe, così come non daremo tregua alle istituzioni che alimentano il revisionismo e vorrebbero rimettere sotto al tappeto quella che ormai è, dopo tanti anni, diventata finalmente storia d’Italia.”

 

Sulla vicenda anche Antonio Borrini, del Comitato 10 Febbraio di Settimo: “Per una certa parte politica non bisogna parlare dei Martiri delle foibe e quanto accaduto a Settimo ne è la dimostrazione. Noi non arretriamo di un millimetro. Continueremo a commemorare e ricordare tutti coloro che sono stati trucidati con la sola colpa di essere italiani.”

cs

Rapina a mano armata: riconosciuto per i tatuaggi e un dito fasciato

Uno dei due rapinatori viene notato da due Carabiniere libere dal servizio
Torino, quartiere “San Salvario”

Poco prima della mezzanotte dello scorso 27 settembre, il proprietario di un minimarket di Via Madama Cristina, insieme ad un suo collaboratore, erano stati da poco vittime di una rapina. Gli autori, due uomini, uno a volto coperto e l’altro con cappuccio della felpa indossato, si erano fatti consegnare l’intero incasso della giornata, che ammontava a poco più di mille euro.
L’uomo con il volto travisato era entrato insieme al complice impugnando una pistola, che puntata all’altezza del volto del titolare del minimarket, gli aveva permesso di mettere a segno il colpo in meno di un minuto, per poi farsi consegnare anche le chiavi del punto vendita e chiudere dentro entrambi per evitare che le due vittime li seguissero.
Da un’attenta e capillare ricostruzione investigativa, partita dall’acquisizione delle telecamere di videosorveglianza della zona e dai connotati degli autori della rapina, i Carabinieri sono riusciti a identificare i due uomini: un trentaquattrenne nord-africano e un trentacinquenne italiano, entrambi senza fissa dimora e con precedenti per reati simili. L’uomo a volto coperto aveva poi un particolare che non è sfuggito agli investigatori: due tatuaggi sulla mano sinistra e un dito ferito con della garza attorno. Il complice invece, che aveva agito a volto scoperto, è stato riconosciuto perché già visto gravitare nel quartiere in altre occasioni.
La pistola e il passamontagna utilizzati per commettere la rapina erano stati poi trovati da un operatore ecologico, dentro un bidone dell’immondizia nel Parco del Valentino, zona verso cui i due erano fuggiti. Gli elementi indiziari raccolti hanno quindi fatto scaturire l’emissione della misura cautelare in carcere da parte dell’Autorità Giudiziaria, eseguita dai militari della Stazione San Salvario i giorni scorsi. Determinante per l’arresto di uno degli autori, è stato l’intervento di due Carabiniere che, libere dal servizio, hanno notato l’uomo passeggiare, di notte, tra le vie del quartiere.

Donna muore investita da auto

Una donna di 74 anni è deceduta per le ferite riportate dopo essere stata investita da un’auto la scorsa sera a Biella. È stata portata al pronto soccorso ma nonostante le cure dei medici non è stato possibile salvarla.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Fdi, Mozione per l’azzeramento dei pedaggi dell’Autostrada A5

 

 Antonetto: “La richiesta di cancellare, momentaneamente, i pedaggi risponde a ragioni di correttezza nei confronti degli utenti che, quotidianamente, già sopportano le numerose criticità ed i disagi causati dai lavori”

È stata presentata, in Consiglio Regionale del Piemonte, dal consigliere di Fratelli d’Italia, Paola Antonetto, una mozione con la quale si richiede l’azzeramento dei pedaggi dell’Autostrada A5.

L’atto di indirizzo impegna la Giunta a interloquire con il Concessionario e con il Ministero delle Infrastrutture, affinché gli utenti vengano esentati dal pedaggio sino alla chiusura del cantiere.

“Ho voluto presentare questa mozione – spiega Paola Antonetto, consigliere regionale di Fdi – per tutelare i cittadini dell’area del Canavese che in questo momento sono pesantemente colpiti dalle criticità generate dai lavori sul raccordo Autostradale A4/A5 Ivrea-Santhià” 

“Sull’Autostrada A5 – prosegue Antonetto -, che ricordo collega Torino al Traforo del Monte Bianco, insiste un elevato traffico, sia privato che commerciale, oltre che turistico siccome il tracciato consente di raggiungere le località sciistiche valdostane”.

“Non ultimo, la chiusura dello svincolo ai Tir ed al traffico pesante genera un ulteriore aggravio per le arterie stradali dei comuni limitrofi, inadatte a sopportarne il carico.                      Sulla scorta delle ragioni esposte, trovo corretto siano cancellati i pedaggi, sino al termine dei lavori” conclude Antonetto.

Migranti, Coldiretti: quote ingressi per l’agricoltura già “bruciate”

Si è svolta ieri mattina la procedura nazionale del “Click Day” per consentire l’ingresso a lavoratori stranieri per impieghi in agricoltura in vista dell’annata agraria 2025. Anche quest’anno le quote di ingressi si sono esaurite nello spazio di pochi minuti, senza peraltro la sicurezza che i lavoratori arrivino e siano effettivamente disponibili quando serve.

«È giunto il momento di superare una volta per tutte un meccanismo che non risponde né alle esigenze del mondo produttivo né alle legittime attese di chi cerca un impiego in agricoltura» afferma Coldiretti nazionale dopo che il click day ha fatto registrare un overbooking per I 110mila “posti” previsti, nonostante lo slittamento di orario per le difficoltà tecniche.

«Una situazione Kafkiana – osserva il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda – Il meccanismo del Click Day rappresenta una procedura assurda che non soddisfa né il fabbisogno delle aziende di manodopera né i lavoratori stranieri stagionali che non hanno la certezza di una regolarità lavorativa. Come Coldiretti chiediamo che questo sia l’ultimo Click Day e che si arrivi a una nuova procedura. La manodopera stagionale è importante per l’agricoltura torinese, in particolare per le produzioni orticole e frutticole».

«A novembre – ricorda Loffreda – nel corso del convegno di Cavour “L’impresa agricola e i suoi salariati di fronte al valore del lavoro”, le imprese agricole con Coldiretti Torino e gli uffici delle pastorali sociali delle Diocesi di Pinerolo e Torino avevano chiesto meccanismi di ingresso e di assunzione che garantiscano la certezza della continuità lavorativa necessaria ai lavoratori e alle aziende. Sono necessari meccanismi di welfare che permettano una stabilizzazione del lavoro stagionale negli anni e, soprattutto una formazione professionale adeguata per fare in modo che i lavoratori arrivino nei campi già formati sulle prassi e sull’utilizzo dei dispositivi anti infortunio e sulle regole contrattuali che definiscono i diritti ma anche i doveri del lavoratore nei confronti dell’azienda».

Il primo problema del Click Day è rappresentato dal fatto che non tutti gli occupati richiesti risultano poi effettivamente disponibili. Nel 2024, secondo una stima Coldiretti, della quota gestita direttamente dalle associazioni datoriali agricole ne era arrivato solo il 70%. Ma nel 2023 la percentuale era stata addirittura di appena 1/3.

Numeri che evidenziano come sia giunto il tempo di assumere una gestione diretta, sfruttando i passi importanti fatti con la revisione dell’ultimo decreto flussi, con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali. In questo modo si andrebbero ad evitare i fenomeni fraudolenti e le infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma serve lavorare anche sui consolati, dove tropo spesso si creano dei “colli di bottiglia” sull’invio delle domande, poi difficile da evadere in tempi brevi.

Un passo importante è arrivare a sanare le tante posizioni di irregolarità, nate anche a causa delle anomalie e delle incertezze dei click day, con stagionali che hanno preso parte alle attività di raccolta ma che non sono poi rientrati nei propri Paesi per evitare di perdere l’opportunità di essere impiegati ancora. Una forza lavoro “sommersa” che va ad alimentare il business delle agromafie e finisce vittima dei “caporali” quando potrebbe essere messa in trasparenza, considerata la pressante richiesta di manodopera da parte delle aziende.

Ma occorre soprattutto lavorare sulla formazione all’estero. Coldiretti assieme a Filiera Italia, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e E4Impact, ha già messo in campo un progetto per la reperibilità di manodopera qualificata, partito da Egitto, Marocco e Costa d’Avorio. L’obiettivo è formare i lavoratori direttamente nei Paesi d’origine, superando l’idea che l’agricoltura abbia bisogno solo di braccianti, attraverso una formazione specialistica che punti a creare anche, ad esempio, piloti di droni o altre figure professionali capaci di padroneggiare gli strumenti di Agricoltura 4.0.

Bonus teleriscaldamento Iren, al via le domande

È online dal 12 febbraio sul sito di Iren Luce, Gas e Servizi, il form per richiedere il Bonus Teleriscaldamento Iren 2025, lo sconto in bolletta a carico totale del gruppo Iren messo in campo per dare un sostegno concreto ai propri clienti, con un’attenzione particolare ai nuclei familiari che si trovano in condizioni di vulnerabilità economica.

La domanda potrà essere fatta online e direttamente attraverso i canali Iren; per procedere occorre avere l’attestazione ISEE oltre al numero cliente e al codice contratto ( indicati in bolletta) e copia di un documento di identità in corso di validità. Peri clienti che hanno già ottenuto il bonus per la stagione termica 2023/24 è stata predisposta una procedura semplificata con una apposita comunicazione.

Restano attivi tutti i punti di contatto tradizionali a disposizione dei cittadini: oltre al numero verde 800969696 e Whatsapp 3771227905 per ricevere informazioni e supporto ai clienti i cittadini possono recarsi agli sportelli territoriali Iren, dove gli operatori sono attrezzati per supportare i clienti per la compilazione della domanda.

Per accedere al bonus Teleriscaldamento 2025, calcolato in linea con i parametri attualmente in vigore e stabiliti dall’ARERA per il settore del gas, sono previsti i seguenti valori di soglia ISEE e di importi economici ( Iva 10% compresa):

Per i nuclei familiari con indicatore ISEE non superiore a 9530 euro sarà riconosciuto un bonus pari a 149 euro per famiglie fino a 4 componenti oppure di 168 euro per le famiglie con oltre 4 componenti

Peri nuclei familiari con indicatore ISEE compreso tra 9530 e15 mila euro sarà riconosciuto un bonus pari a 119 euro per le famiglie fino a 4 componenti oppure di 134 euro per le famiglie con oltre 4 componenti

Peri nuclei familiari con almeno 4 figli a carico ( famiglia numerosa) e indicatore ISEE non superiore a 20 mila euro sarà riconosciuto un bonus pari a168 euro.

Il bonus può essere richiesto entro il 31 marzo 2025 da tutti i clienti domestici che abbiano la residenza anagrafica in uno dei Comuni dove Iren gestisce la rete di teleriscaldamento e che ne utilizzano il servizio ad uso riscaldamento o riscaldamento promiscuo per la propria abitazione tra il 15 ottobre 2024 e il 30 aprile 2025.

Per i cittadini che dovessero risultare idonei, il bonus sarà corrisposto a partire dai 3 mesi successivi alla presentazione della domanda direttamente in bolletta come sconto commerciale sui consumi effettuati. Per i clienti con contratto condominiale centralizzato, verranno inviate apposite comunicazioni anche agli amministratori di condominio che riceveranno tutte le informazioni necessarie per riconoscere autonomamente il bonus ai cittadini interessati.

 

Mara Martellotta

Rivoli raddoppia gli aiuti ai commercianti per lavori Metro

Un aiuto concreto per i commercianti di Corso Francia penalizzati dal cantiere della metropolitana. La Giunta comunale di Rivoli ha approvato un pacchetto di agevolazioni fiscali potenziate, raddoppiando le misure adottate in passato per sostenere le attività in difficoltà.

Con la delibera n. 311 del 19 dicembre 2024, è stato introdotto uno sgravio del 60% sulla TARI e sul Canone Unico Patrimoniale, una percentuale doppia rispetto al 30% stabilito dalla precedente Amministrazione.

Abbiamo voluto un intervento forte e immediato – spiegano l’Assessore al Commercio Marco Tilelli e l’Assessore al Bilancio Carlo Garrone – per dare un sostegno concreto ai commercianti, che vedranno i lavori protrarsi fino al 2026. Ma non ci siamo fermati ai numeri: abbiamo incontrato personalmente le attività coinvolte, ascoltato le loro difficoltà e spiegato le misure messe in campo“.

Chi può beneficiarne
Gli sgravi sono destinati ai titolari di attività economiche su Corso Francia, tra via Tagliamento e il confine con Collegno, che abbiano registrato un calo di fatturato tra il 2022 e il 2023 e siano in regola con i tributi comunali.

Scadenza e modalità di richiesta
Le domande devono essere presentate entro il 28 febbraio 2025 al Servizio Tributi del Comune.

Un’opportunità da non perdere per chi sta affrontando mesi complessi a causa del cantiere.

Croce Verde Pinerolo, accompagnamento con relazioni d’aiuto

La Pubblica Assistenza Anpas Croce verde di Pinerolo lunedì 24 febbraio, alle 20.45, presso la sede di via Saluzzo 68, presenterà un nuovo corso gratuito, “Sara”: informazione per Servizi di Accompagnamento con Relazione d’Aiuto, che svolge servizi di accompagnamento a visite, terapie, dialisi con ambulanze, auto e pullmini anche attrezzati per trasporto di persone con disabilità. Il corso si svolgerà nella sede della Croce Verde di Pinerolo a partire dal 10 marzo con cadenza bisettimanale il lunedì e il mercoledì in orario serale, dalle 19 alle 23, per una durata complessiva di 44 ore.

La formazione, che prevede una certificazione finale da parte della Regione Piemonte, è rivolta a tutti i cittadini e le cittadine interessati a diventare volontari dell’Associazione per dare assistenza ad anziani e malati. Il programma formativo prevede una serie di moduli teorici e pratici che permetteranno ai partecipanti di  acquisire competenze fondamentali per assistere e accompagnare persone con diverse esigenze sanitarie e relazionali. Tra i principali temi trattati il sistema di emergenza sanitaria, la chiamata di soccorso, le comunicazioni radio, il supporto di base alle funzioni vitali, la mobilizzazione e il trasferimento della persona, la comunicazione, la relazione d’aiuto e l’insegnamento del modo di assistere le persone e del modi rapportarsi e comunicare efficacemente con loro. I servizi di accompagnamento, detti anche “trasporti ordinari non di emergenza”, comprendono attività socio-sanitarie rivolte a persone che necessitano di assistenza per gli spostamenti, anche dal punto di vista relazionale. Si tratta di servizi e trasporti a carattere socio-sanitario come quelli interospedalieri per terapie, dialisi e visite mediche, oppure dimissioni da ospedali o case di cura, accompagnamenti in centri diurni, di riabilitazione e socializzazione, assistenza ad anziani e disabili. Questi servizi non si limitano al solo supporto logistico, ma si distinguono per l’importante componente relazionale di ascolto attivo, essenziale per creare un rapporto di fiducia e offrire un sostegno completo alla persona.

La Croce Verde di Pinerolo associata Anpas può contare sull’impegno di 166 volontari, di cui 72 donne e 22 dipendenti che svolgono ogni anni circa 15 mila servizi, con circa 380 mila km percorsi.

Mara Martellotta

Vette di eleganza: Chardonnay e Pinot Nero dell’Alto Adige

Venerdì 7 febbraio in via Modena 23 alle ore 21,00 abbiamo degustato Chardonnay e Pinot Nero dell’Alto Adige attraverso un percorso tra le varie zone più vocate della regione.
La serata, promossa da AIS Piemonte delegazione di Torino in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige, è stata guidata da André Senoner, attualmente Wine & Beverage Consultant, con alle spalle un palmares ricco di vittorie nei principali concorsi della sommellerie italiana tra cui il titolo di Master Pinot Noir 2021 e Professionista dell’ anno 2022.
Le sue origini, le Dolomiti, gli consentono di raccontarci la vera natura del vino altoatesino.
Alcune notizie tecniche:
Il Pinot nero è forse considerato il più regale fra i rossi dell’Alto Adige. Il suo profumo intenso di bacche rosse e scure, le note olfattive di chiodi di garofano e violetta, l’eleganza piena con cui avvolge il palato, ne fanno un vino di grande classe e presenza. Assai apprezzato è quello prodotto a Mazon vicino a Egna come anche a Gleno e Pinzano vicino a Montagna, ma anche il Pinot nero della Val Venosta sta ottenendo ottimi apprezzamenti grazie ai suoi risvolti particolari.
Pinot Noir deriva dall’incrocio tra una forma selvatica di vitis vinifera (sottospecie sylvestris) e una vite coltivata che potrebbe essere arrivata in Borgogna importata dagli antichi Greci o Romani.
Gli Allobrogi (ceppo celtico )si stabilirono fra i fiumi Rodano e Isere. In Borgogna il vitigno era chiamato Noirien (“nero”), ma nel 884 vite sembra che fosse sul Lago di Costanza col nome di “Clävner” poi XIV secolo fosse coltivata sulla sponda destra del Reno con la
denominazione di “Klebroth”.
Diversi territori diversi nomi :
1894 in Francia diventò “Pinot noir”, mentre in Germania dal Novecento diventò “Blauer Spätburgunder” (“Pinot tardivo nero”).
In Alto Adige, come pure in Austria, si è imposta la denominazione “Blauburgunder” dove le prime coltivazioni risalgono al 1835 . La
coltivazione si concentra nell’Oltradige, e più precisamente nei comuni di Appiano e
Caldaro, ma è presente anche sui versanti
occidentali della Bassa Atesina, soprattutto a Montagna, Egna, Saloerno e Val Venosta .
I grappoli, di colore blu scuro o viola, sono da piccoli a medi, di forma cilindrica e a maturazione piuttosto precoce. Essendo serrati e con acini a buccia sottile, sono sensibili al marciume, e proprio per ovviare a questo problema si cerca di impiantare il Pinot nero in zone ventilate, utilizzando cloni con grappoli spargoli. In Germania e in Francia ci sono cloni più resistenti. Questa varietà si presta per le zone collinari oltre 400 mt fino a 800 mt
Quindi le numerose attenzioni, Il tipo di terreno incidono molto sul Pinot Noir (temperature alte – terreno pesante mentre con temperature fresche meglio una struttura pedologica più leggera con scheletro e pietra calcarea – che rendono i vini più espressivi.
Pinot nero non deve essere troppo esposto al sole per conservare gli aromi freschi .
frazione di Mazzon, sopra Egna, a circa 400 metri di quota e’ una zona interessante.
Il Pinot nero è un vino che affascina per la sua eleganza, i suoi aromi complessi di piccoli frutti (lampone, mora e marmellata di ciliegie) e frutti di bosco (mirtillo rosso e nero), con note di prugna, violetta e chiodi di garofano. Il rosso rubino intenso può assumere leggere tonalità di marrone, soprattutto se il vino è prodotto con uve molto mature o invecchiato a lungo, e per le selezioni di maggiore qualità è ormai generalizzato l’affinamento in legno. I Pinot neri prodotti in Alto Adige sono imbottigliati con un tenore zuccherino residuo non superiore a tre grammi.
CHARDONNAY
Questo vitigno si sviluppò da un incrocio fortuito tra un Pinot e un Heunisch bianco, e siccome anche un villaggio nel distretto di Màcon (Borgogna) porta il nome di Chardonnay, si presume che quella sia la culla di questa varietà, menzionata per la prima volta in un documento del 1685. Soltanto nel 1872 a Lione ottenne la differenziazione ufficiale Chardonnay . La fama dei bianchi di Borgogna, compresi i gran cru della Côte de Beaune (Montrachet) e di Chablis, è dovuta proprio a questo vitigno.
In Alto Adige arrivo in incognito come“Pinot bianco giallo”.
Nella Stiria (A) lo Chardonnay si chiama Morillon dove l’arciduca Giovanni portò le prime piante per i suoi vigneti distribuiti nell’odierno Alto Adige.
In Alto Adige il vitigno è presente ufficialmente dal 1985 coltivata a fondovalle, soprattutto nei comuni di Salorno, Magre, Termeno, Cortacci, Cortina s.S.d.V. ed Egna.
Un’altra zona è l’Oltradige ad Appiano e Andriano e a Caldaro ed a Terlano .
Lo Chardonnay può prosperare in condizioni pedoclimatiche dalle zone più calde a quelle più fresche (come in Champagne). La struttura a grappolo spargolo di alcuni cloni riduce il rischio del marciume. I grappoli, di dimensione media o grande e di colorazione che oscilla tra il giallo e il giallo oro, hanno una maturazione abbastanza precoce. Quando l’uva è perfettamente matura, sugli acini compaiono dei puntini rosso ruggine, ma da quel momento occorre vendemmiarli in fretta, altrimenti i grappoli si disgregano. Alle quote più elevate questo vitigno ha maggiori rischi di acinellatura , per questo si cerca di coltivarlo sui versanti più bassi o a fondovalle, mentre alle quote più alte gli si preferisce il Pinot bianco.
Tanti cloni diversi stili di Chardonnay. Si va dagli aromi che ricordano il Pinot bianco (mela e pera) fino a quelli più intensi tipici del Moscato.
Spesso note di ananas, banana e melone. Se coltivate in alta quota, si ricavano spesso dei vini dal bouquet di erbe (camomilla e citronella). La colorazione va dal giallo limone al giallo oro. Se affinato in piccoli fusti di legno, emergono anche aromi di fumo e note di vaniglia.
In questo territorio prevale un profilo caratterizzato da aromi poliedrici, pienezza al palato e persistenza nel retrogusto.
In degustazione
 

Chardonnay Kreuth Alto Adige Terlano DOC 2023

Cantina Terlano

Vitigno: Chardonnay
Zona di produzione: Alto Adige, Terlano
Altitudine: 260-350 m
Terreno: porfido quarzifero
Vinificazione: Vendemmia e selezione delle uve manuali.
Pigiatura delicata e sfecciatura per sedimentazione naturale.
Fermentazione lenta a temperatura controllata in botti di rovere grandi (30 hl). Fermentazione malolattica parziale e affinamento per 10 mesi sui lieviti, in parte in fusti d’acciaio inox (50%) e in parte in botti di legno grandi (50%).
Alcool: 13,5% vol.
Acidità totale: 6,0 g/
Zuccheri residui: 0,6 g/l
Bottiglie prodotte: 65.000
Website: www.cantina-terlano.com
Al naso: acidità frutto maturo tropicale, mango, papaya e note di erbe aromatiche.
In bocca: secco ,fresco con una buona sapidità e acidità che sicompensano in morbidezza, corpo medio.

Chardonnay Goldegg Alto Adige DOC 2022

Cantina Merano

Vitigno: Chardonnay
Zona di produzione: Scena
Altitudine: 400-550 m
Terreno: leggeri, permeabili e di origine morenica
Vinificazione: La fermentazione alcolica avviene in serbatoi d’acciaio inox, grandi botti di rovere e tonneaux; segue la maturazione sui lieviti per circa 8 mesi con una fermentazione malolattica parziale.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 5,5 g/
Zuccheri residui: 2,6 g/l
Bottiglie prodotte: 6.000
Website: www.cantinamerano.it
Al naso: frutta esotica matura, spezie appassite, aromi sciroppati, legno, vaniglia
In bocca: ananas, frutti tropicali intensi, avvolgente e fresco con note di legno e una minore persistenza in bocca nel finale.

Chardonnay Lafòa Alto Adige DOC 2022

Cantina Colterenzio

Vitigno: Chardonnay
Zona di produzione: Alto Adige
Altitudine: 400-550 m
Terreno: Zona secca, terreni morenici, sabbiosi, ghiaiosi, di media struttura; microclima fresco con forti escursioni termiche giornaliere.
Vinificazione: Pigiatura soffice del grappolo intero. Fermentazione del mosto in barriques nuove ed usate e parzialmente fermentazione maiolattica in legno; segue un periodo di 1o mesi di affinamento sui lieviti fini, accompagnato da regolare batonage.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 5,54 g/l
Zuccheri residui: 1,0 g/
Bottiglie prodotte: 57.000
Website: www.colterenzio.it
Al naso: fresco, dolce e note di vaniglia.
In bocca: cremoso, burro, un vino che esprime calore dato dall’alcol armonico dove però l’acidità fa fatica a uscire.

Chardonnay Vigna Crivelli Alto Adige DOC 2022

Cantina Peter Zemmer

Vitigno: Chardonnay
Zona di produzione: Questo vino cresce nella Vigna Crivelli in zona Punggl a Magrè s.S.d.V. nella piana della Bassa Atesina.
Altitudine: 260 m
Terreno: alluvionale di sabbie fini con sedimenti di limo e argille
Vinificazione: I grappoli vengono riversati nel torchio pneumatico già schiacciati e diraspati. Le uve vengono fatte brevemente macerare a freddo prima della spremitura al fine di favorire un’accentuazione del profumo fruttato del vino. Le uve vengono poi spremute con cura, mentre i depositi vengono lasciati decantare naturalmente.
La fermentazione alcolica avviene in piccole botti di rovere francese (12 mesi) e in botti d’acciaio (6 mesi) che conferiscono a questa riserva armonia e longevità. Prima di emettere sul mercato questo vino unico nel suo genere e presentato in bottiglie modernissime, è necessario un periodo di altri mesi di affinatura in bottiglia.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 6,13 g/l
Zuccheri residui: 0,8 g/l
Bottiglie prodotte: 5.000
Website: www.peterzemmer.com
Al naso: floreale, fragranza fresca, note di vaniglia, frutto della pressione, pietra focaia
In bocca: caldo, sapidità vibrante, elegante e nel finale sentori di frutti nel retro nasale .

Pinot Nero Alto Adige DOC 2022

Franz Haas

Vitigno: Pinot Nero
Zona di produzione: Egna – Montagna – Aldino
Altitudine: 350-900 m
Terreno: sabbioso, calcareo e ghiaioso
Vinificazione: La vinificazione delle uve avviene in vasche aperte nelle quali il mosto in fermentazione entra in contatto con le bucce tramite frequenti rimontaggi e follature. Grazie a queste tecniche le sostanze coloranti e gli aromi contenuti nella buccia vengono estratti e passano al vino. In seguito il vino matura per un anno in barrique e dopo l’imbottigliamento affina ulteriormente per qualche mese in bottiglia.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 6,14 g/l
Zuccheri residui: 1,0 g/
Bottiglie prodotte: 90.000
Website: www.franz-haas.it
Al naso: frutti rossi, lampone, viola sentori floreali, erbe officinali e mediterranee
In bocca: secco, alcol e acidità pronunciata con un tannino giovane ,sentori di candies, easy wine.

Pinot Nero Glen Alto Adige DOC 2022

Castelfeder

Vitigno: Pinot Nero
Zona di produzione: Glen, Bassa Atesina
Altitudine: 450-790 m
Terreno: argilloso con calce e porfido
Vinificazione: Raccolta manuale, diraspatura, 10-14 giorni di macerazione in acciaio, 12 mesi di maturazione in piccole botti usate, min. 3 mesi di affinamento in bottiglia.
Alcool: 13,5% vol.
Acidità totale: 5,1 g/
Zuccheri residui: 0,8 g/l
Bottiglie prodotte: 35.000
Website: www.castelfeder.it
Al naso: mirtillo, rosa, fragolina, garofano
In bocca: fragoline, mirtillo, secco, caldo, morbido, sapidità media, tannini setosi un’eleganza e corpo medio

Pinot Nero Mazzon Alto Adige DOC 2021

Cantina Kurtatsch

Vitigno: Pinot Nero
Zona di produzione: Mazon (Comune di Egna);
sud-ovest, in pendenza
Altitudine: 350-450 m
Terreno: sabbia e argilla rosso-marroncina con minerali argillosi e ossidi
Vinificazione: macerazione a freddo per 5 giorni, prima fermentazione in vasche di rovere francese, affinamento in barrique francesi per 12 mesi, almeno 1 anno di affinamento in bottiglia.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 5,7 g/
Zuccheri residui: 2,0 g/
Bottiglie prodotte: 6.900
Website: www.cantina-kurtatsch.it
Al naso: un frutto croccante, alcool , more , Wild Noise
In bocca: frutto , floreale intenso , caldo, morbidezza media e tannino che asciuga

Pinot Nero Riserva Alto Adige DOC 2020

Stroblhof

Vitigno: Appiano
Zona di produzione: Appiano
Altitudine: 500-550 m
Terreno: argilloso a contenuto calcareo e porfirico (pietra vulcanica) con strati rocciosi nel sottosuolo
Vinificazione: Vendemmia dal 16 al 19 settembre. Macerazione e fermentazione in tini di rovere per 23 giorni con tre rimontaggi al giorno nella prima settimana. Dodici mesi di invecchiamento in barrique francesi, in parte nuove e in parte di primo e secondo passaggio. Poi stagionamento per 8 mesi in botti di rovere da 30 e 40 hl prima dell’imbottigliamento. Oltre un anno di affinamento in bottiglia. Messa in vendita a giugno 2024.
Alcool: 13,5% vol.
Acidità totale: 5,6 g/l
Zuccheri residui: 1,3 g/l
Bottiglie prodotte: 4.000
Website: www.stroblhof-weingut.com
Al naso: deciso, frutti rossi, frutta sciroppata sottospirito, rosa, balsamico
In bocca: Rosa vegetale, spezie, balsamico rotondo, tannino elegante , sapido e ben amalgamato.
Alla prossima.
LUCA GANDIN