L’attività agonistica riparte il 28 agosto |
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Archiviata un’annata che ha evidenziato una crescita tecnica esponenziale di tutti i gruppi del settore agonistico, la ValleBelbo Sport si prepara ad iniziare la stagione agonistica 2023-2024 sull’onda dei successi ottenuti proprio nei mesi scorsi.
Dal 28 agosto, presso il Centro Sportivo Orangym – piscina “Gianni Palumbo” di Nizza Monferrato, riprenderanno gli allenamenti dopo la pausa estiva. Il gruppo dei “Categoria” svolgerà le prime sedute presso la struttura che dispone di una vasca da 25 metri coperta, di una palestra attrezzata e di un ampio spazio esterno, in vista del training camp che sancirà il via ufficiale della stagione 2023-2024: il raduno, che si terrà a Baceno (Vb) e sarà effettuato in collaborazione con l’AstiNuoto, si svolgerà nelle giornate del 4, 5 e 6 settembre. Nei tre giorni successivi, 6, 7 e 8 settembre, il raduno in Verbano-Cusio-Ossola coinvolgerà i ragazzi delle categorie Esordienti e Propaganda i quali cominceranno gli allenamenti presso la piscina Gianni Palumbo in concomitanza dell’inizio delle scuole (11 settembre). Durante i raduni, in cui il divertimento sarà l’ingrediente principale, gli atleti delle varie fasce di età svolgeranno tre giorni di preparazione a secco in montagna ricchi di giochi, sfide e preparazione atletica: il miglior modo per iniziare una stagione ricca di ambizioni e densa di obiettivi. Inoltre, dal 28 agosto, all’Orangym riprenderà anche l’attività del gruppo Master della ValleBelbo Sport che sarà impegnato nei giorni di lunedì e mercoledì dalle 19:15 alle 20:15. Dall’11 settembre, le sessioni dedicate ai master saranno tre a settimana (lunedì, mercoledì, venerdì 20:00-21:00). |
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Una domenica al castello di Marchieru’
Domenica 27 agosto potremo continuare a godere questo periodo estivo immergendoci nella storia raccolta in una Dimora duecentesca visitandone le sale arredate e rievocando con i proprietari le Casate da cui discendono e che vi hanno soggiornato, rinfrescandoci all’ombra di un albero secolare ed ammirando il parco e l’antico giardino all’italiana.
Stavolta potremo anche profittare dell’evento per prolungare la giornata con un ”pic-nic libero”
CASTELLO DI MARCHIERU‘ (VillafrancaPiemonte * via S.Giovanni 77)
Visite guidate dai proprietari, discendenti dei primi feudatari del 1220 che intratterranno sulla vita in una dimora nobiliare e sulla storia del castello, delle sale, del parco, della cappella gentilizia e delle scuderie settecentesche ( ore 10/11*15/16/17)
Dalle ore 12,30 pic nic “libero” nel parco del castello, appagando il desiderio di vita all’aria aperta, su un prato all’ombra di alberi secolari, utilizzando tovaglie e cuscini forniti dalla Casa.
Prenotazione obbligatoria al 3480468636/3394105153 – segreteria@castellodimarchieru.it
Contributo ingresso per pic nic e visita guidata : adulti € 8 / gratis bimbi fino ad 8 anni
È stato siglato un accordo di collaborazione tra il Comune di Torino e il Comune di Chieri che prevede il supporto operativo e rinforzo alla Polizia Locale di Chieri da parte del Nucleo Cinofili della Polizia Locale di Torino, finalizzato al potenziamento delle attività di controllo, in particolare nei luoghi di maggiore aggregazione della città e comunque nei luoghi in cui i cittadini si sentono meno sicuri, e di prevenzione e contrasto del traffico illecito di sostanze stupefacenti: ad annunciarlo è l’assessore alla Viabilità e alla Polizia Locale Paolo RAINATO. «Si tratta un ulteriore tassello del potenziamento dell’attività di controllo del territorio e di miglioramento della sicurezza e del decoro urbani, che si aggiunge ai controlli serali e agli altri servizi integrati attivati dal nostro Comando negli ultimi mesi. Le unità cinofile verranno utilizzate in occasione di pattugliamenti nelle zone particolarmente critiche e anche presso i plessi scolastici».
Gli interventi delle unità cinofile sul territorio chierese saranno effettuati da operatori della Polizia Locale di Torino, previo rimborso delle spese sostenute da parte del Comune di Chieri.
L’accordo è valido fino a fine 2023 e potrà essere rinnovato.
Nelle sale della Fondazione Accorsi – Ometto, sino al 3 settembre
C’è un bellissimo disegno a penna su carta gialla, con tocchi di biacca, esposto in mostra, è attribuito a Francesco Guardi, verso la metà del XVIII secolo, rappresenta un leone alla prima apparenza stanco, lontano dalla gloria antica ma ancora poggiante la zampa destra su di un elmo, in segno di dominio. Potrebbe essere l’immagine della mostra “Venezia nel Settecento. Una città cosmopolita e il suo mito”, a cura di Laura Facchin, Massimiliano Ferrario e Luca Mana, che rimarrà al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto di via Po sino al prossimo 3 settembre: la visione di una città lagunare pressoché infossata, decennio dopo decennio, in questo Settecento che va sfumando, nell’ultimo periodo della sua storia, una città che è stata posta (e si è posta) ai margini della politica e della grande economia e che cerca di marginare il collasso puntando “sull’aura del suo plurisecolare primato nelle arti visive e musicali e su un’efficace strategia di immagine che ne fanno una delle mete più ambite e predilette del ‘Grand Tour’ internazionale”.
Lo storico Andrea Merlotti, ripercorrendo i cento anni in un interessante saggio posto all’interno del catalogo che accompagna la mostra, annovera quale ultimo successo della Serenissima la vittoria sui Turchi a Corfù (1716), immortalata dalle note della “Juditha Triumphans”, l’unico oratorio di Antonio Vivaldi giunto sino a noi: “Solo due anni dopo, la pace di Passarowitz – nella Serbia attuale – avrebbe marcato una nuova fase nella storia della Repubblica, in cui ‘difesa’ e ‘neutralità’ sarebbero divenute le parole chiave dell’azione politica del governo della Serenissima.” Una di quelle potenze “statiche” freddamente soddisfatte dei loro territori e della situazione socio-politica conquistata, ferme nello status quo, ben lontane da quelle “dinamiche” che ancora giudicavano di dover affrontare ulteriori modifiche agli equilibri raggiunti.
Tuttavia Venezia continuava ad accrescere la propria vita culturale, a rimarcare il proprio primato nelle arti e nello svago (si pensi solo che la Venezia del Settecento possedeva ben diciassette teatri, oltre a sale da concerto, locali pubblici e privati definiti “ridotti”, dove ha modo di esibirsi l’orchestra tutta femminile diretta da Antonio Vivaldi), laddove era un preciso punto di riferimento per aristocratici e avventurieri, per i tanti fuoriusciti politici che nella laguna continuavano a riparare. Una vita culturale che sfoggia grandi esempi nella pittura e nella scultura, che primeggia ancora nelle arti decorative, dall’ebanisteria ai tessuti, dai vetri di Murano ai merletti di Burano, ogni prodotto campione di raffinata elaborazione. Un patrimonio concepito non soltanto per la città ma esportato nell’intera Europa: il trasferimento nel 1746 del Canaletto a Londra e le sue tante amicizie inglesi, la felice frequentazione di Dresda da parte del Bellotto, le commissioni e i viaggi di Giambattista Tiepolo a Würzburg (1750) e Madrid (1762) stanno a testimoniare quanto le corti straniere ancora continuassero a far propria la cultura veneziana, nella venerazione dei grandi nomi. Con il 1797, con il trattato di Campoformio, in cui Napoleone cede la città e buona parte dei territori di terraferma all’Austria, si segnerà la fine definitiva della grandezza veneziana, della cultura, del fascino e dello splendore che l’hanno accompagnata per secoli.
La mostra dell’Accorsi è il prima della fine, nove aree tematiche svolte negli spazi espositivi del Museo e all’interno delle sale dedicate alla collezione permanente, in un eccellente simbiosi, ogni opera derivata da collezioni private, da fondazioni e da musei, come il Francesco Borgogna di Vercelli. Dai simboli alle allegorie disseminati lungo tutto il secolo alle sale dedicate ai grandi maestri dell’arte, gli artefici delle grandi decorazioni e della ritrattistica, della sontuosità delle corti e dei luoghi di culto, da Sebastiano Ricci (“Testa di carattere”, primo trentennio del Settecento), Rosalba Carriera, Pietro Longhi con “Mosè salvato dalle acque” (1735 circa), Giambattista Tiepolo e Francesco Guardi. Poi le immagini della città lagunare, la grande piazza e la darsena, le chiese e gli angoli più nascosti, Rialto e la chiesa della Salute, una serie di vedute realizzate dai grandi Canaletto e Luca Carlevarjis e Michele Marieschi (“Veduta del Campo dei Frari”, 1738-40 o “San Giorgio Maggiore”, dove il terzo decennio del secolo mostra ancora le imponenti navi della flotta pronte a prendere il largo).
Trovano posto anche i grandi eventi annuali, come la festa dell’Ascensione, con lo Sposalizio del Mare, o, ancora in una tela attribuita a Gabriele Bella, la rappresentazione del “Ridotto pubblico”, tra ricchezza di abbigliamenti e un panorama di maschere, dietro cui religiosi e nobili e borghesi nascondevano le sembianze e il loro definito stato sociale. Da una collezione privata parigina arriva “La macchia di cioccolata”, del lombardo Bartolomeo Lazzari, un attimo di vita, un felice siparietto entro cui uno sconosciuto cicisbeo aiuta una gentildonna a rimettere in sesto l’abito toccato dal prezioso liquido. Forse uno dei momenti più gustosi dell’intera mostra.
I mandolini raccolti nelle vetrine ci lasciano immaginare i tanti intrattenimenti musicali che allietavano le serate non soltanto del patriziato, gli elementi d’arredo mostrano il lavoro dei minusieri veneziani, non ultimi i mobili laccati, e le “chinoiserie” che invadevano gli ambienti. Una eleganza che si riversava sulle tavole, preziosa argenteria e porcellane vantate per le pregiate paste dure, per le quali veniva impiegata materia prima locale, ovvero il caolino del Tretto, nel Vicentino. In ultimo uno sguardo alla Venezia ebraica, risalente al X secolo, e alle nuove vedute di Giuseppe Bison con cui si entra nell’Ottocento. Ma il mito rimane e il “Palazzo Ducale” di Giorgio De Chirico è chiamato a chiudere la mostra: ma non cercate più i precisi particolari e le intagliature cromatiche che hanno fatto grande quella antica pittura. Gli anni Cinquanta del secolo appena trascorso sono tutta un’altra un’epoca.
Elio Rabbione
Antonio Molinari (Venezia, 1655 – 1704), “La traslazione del corpo di San Marco”, dopo il 1695, olio su tela, Vercelli, Fondazione Museo Francesco Borgogna; Bartolomeo Nazzari (Clusone, 1699 – Milano, 1758), “La macchia di cioccolata”, metà del XVIII secolo, Parigi, coll. privata, Courtesy Cabinet Turquin; Manifattura veneziana, “Coppia di commode per corredo da sposa”, metà del XVIII secolo, legno intagliano e laccato, Torino, Museo Accorsi-Ometto; Francesco Guardi (Venezia, 1712 – 1793) e bottega, “Le Fondamenta Nuove di Venezia con la Laguna e l’isola di San Michele”, circa 1758, Torino, Museo Accorsi-Ometto; Giorgio De Chirico (Volo, Grecia, 1888 – Roma, 1978), “Venezia, Palazzo Ducale”, 1955, olio su cartone applicato su tela, Coll. privata, Courtesy Galleria Bottegantica, Milano.
Fino a fine agosto, tutti i venerdì e sabato sera dalle ore 21.30 alle ore 24 (ultimo ingresso h. 23.30) aperta la salita alla Cupola Juvarriana di Superga, per consentire la visuale del più bel panorama sulla città.
Ulteriori info:
Salita in notturna alla cupola juvarriana della Basilica di Superga.
Ricordi di Langa
Ciao Dogliani.
Il treno, da Torino-Porta Nuova linea Bra-Ceva, ferma a Monchiero e la tramvia (6 km) porta alla tua stazione e, con la macchina di piazza Fiat 1400 beige, si va dai “Nostri”!
Ti racconto di
. ESTATE
Il balconcino sul retro della casa di zia si affaccia sulla piazzetta del Mercà ‘d J’euv, improvvise nell’aria salgono le note allegre di un pianoforte. Infatti, nel Teatro/Cinema c’è un coro di voci giovani diretto dal maestro…”Stooop!…più veloce…più allegro…” a cui seguono risatine e brevi commenti. “Come sei bella Dogliani…” è un inno/marcetta alla tua bellezza! Sono le prove per l’imminente Festa dell’Uva in Settembre.
Sono gli Anni 50, c’è entusiasmo e partecipazione. Intanto nelle tue borgate, frazioni e paesi vicini fervono i preparativi per allestire i carri allegorici a tema, a volte satirici, mai volgari.
Alla Festa arrivano molti visitatori, anche da fuori Regione, con pullman e altri mezzi.
Ti animi con tanta musica, cori, ballo a palchetto in piazza e i tuoi rinomati ristoranti propongono i menu della tradizione: Affettati-Raviole-Plin-Fritto e Bollito misti-Bönet, il tutto innaffiato con il tuo Dolcetto!
. MARTEDI’ DI’ ‘D MERCA’
Noto una certa eleganza, come nei giorni di festa. Arrivano a frotte dalle frazioni e qua e la gruppetti di persone conversano amabilmente.
La tua Gente è briosa, pronta alla battuta e alla risata franca, lavora sodo, non mugugna e apprezza stare in compagnia!
Tra i banchi dei commercianti/ambulanti fissi, alcune donne vendono prodotti di cascina: cestini di uova fresche, tome di pecora, ortaggi e frutta di vigna.
La Signora-storico il suo carretto del gelato artigianale-due ottimi gusti-porge coni che strabordano…
Percorro lentamente un po’ a zig-zag, la via centrale e mi soffermo curiosa davanti alle tue fornite botteghe i cui negozianti sono disponibili e consigliano al meglio. Oggi è difficile vederli sulla porta con i loro grembiuloni perchè occupati dietro il banco a servire i clienti.
Mi piace molto l’antica Farmacia con i suoi scaffali lignei e vetrine, i bei vasi in ceramica finemente decorati e sotto il portico aleggia il suo profumo particolare e inconfondibile.
Di fronte, un Emporio, stile FarWest… li c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere: abiti da lavoro, attrezzi per la campagna, il giardino, lo sport, giochini per bimbi e la casa. Non mancano scatoloni con le pianelle “friulane” in velluto e le pattine/pattini per i pavimenti cerati. Appesi a grappoli alla colonna del portico, zoccoli in legno di tutte le misure e la fascia in cuoio. Li misuro, acquisto e il calzolaio mette la gomma per non scivolare e per non far troppo rumore.
. MICHE, GRISSETTA, CHERNIELE
L’impasto riposa e lievita tutta la notte nella madia della cucina di nonna. Il mattino seguente, dentro un grande panno di teila ‘d Ca’, si sistema in un cesto sul carretto e.. via ‘a cœse’ al forno a legna della frazione. Al ritorno, il profumo di quel pane lascia la scia e inonda la casa. La tentazione è grande, ma all’ordine “non si mangia il pane caldo!”,desisto. A merenda: la cherniela (torcetto gigante, cerchio o una bambolina, con granella di zucchero), oppure una mezza michetta con uovo ‘a frisinin’ (strapazzato) o confettura di frutta casalinga.
Nel primo pomeriggio con i miei cugini, sotto il portico di Pinotu, in una atmosfera sospesa, luce accecante, aria calda un po’ afosa… ascoltiamo il canto delle cicale, ronzii strani, le galline, il belato della pecora. Attira la nostra attenzione uno strano rumore, è una culla in legno che dondola. Poi, la dolcezza di una voce che canta la ninna-nanna al piccolino.
Per i compiti, zia prepara l’inchiostro con i papaveri.
Prima di ogni pasto, si ringrazia per il cibo. Prima di dormire, si prega.
. DOMENICA
Il sabato pomeriggio sulla ‘lobia’: lavaggio chiome e risciacquo con aceto.
In pompa magna…o quasi, si parte con le scarpe buone avvolte in carta di giornale. Quelle impolverate, dietro un cespuglio, attendono il nostro ritorno.
La Messa prima, alle 6 per Anziani e chi lavora. Nell’imponente chiesa parrocchiale ss Quirico e Paolo, la Messa ‘granda’ è al completo: le Donne a destra, gli Uomini a sinistra e nei primi banchi i Bimbi con catechisti e suore. In fondo si lascia spazio per i Giovani che allegri commentano la sera prima…
Qui la Messa è solenne: organo, coro maschile canto gregoriano, degno delle grandi cattedrali europee. Le omelie a volte forti, fanno riflettere!
. CITTADINI ILLUSTRI, FAMOSI, COMUNI
Hai dato i natali a grandi Uomini e Donne che, in Italia e in molte parti del Globo, ti hanno rappresentato degnamente con i valori da te ricevuti.
Quando, alla domanda “… la tua Città?”, rispondo “Torino” e, orgogliosa aggiungo:”le mie radici sono nelle Langhe, a Dogliani!”
Avrei ancora tanto da dirti… intanto GRAZIE per essere stata e essere come sei!
Un carissimo saluto.
G.S.-Torino
Riapre il forte Bramafam di Bardonecchia
Da mercoledì 23 agosto. L’Amministrazione Comunale di Bardonecchia organizza un servizio di navette con partenza dalla SS all’altezza del posto di blocco di Royeres che porta fino al parcheggio di Sant’Anna, sottostante il Forte.
Percorsi formativi, investire sui giovani
Dal 12 al 26 settembre le Fondazioni potranno presentare i percorsi formativi del biennio 23-25
“In una Nazione come l’Italia in cui l’occupazione è in crescita ed è sempre più forte la richiesta di figure professionali, il Sistema Its Academy rappresenta una enorme e significativa opportunità per tutti, giovani e imprese, capace di garantire alta formazione specifica, specializzata e un lavoro di qualità.” Così l’Assessore a Istruzione e Merito della Regione Piemonte Elena Chiorino annuncia l’apertura del bando regionale per presentare i nuovi percorsi formativi del prossimo biennio 23/25 – investire oggi sul Sistema Its Academy significa investire sui giovani e sul loro futuro, unendo la necessità delle imprese con la formazione dei ragazzi e favorendo l’occupazione. I numeri parlano chiaro: quando va male, l’80% dei ragazzi a un anno dal diploma ha un contratto di lavoro. Continuerò ad investire sul Sistema Its Academy – ha concluso Chiorino – perché sostenere la formazione significa valorizzare il Made in Italy di cui gli ITS sono parte strategica.”
IL SISTEMA ITS ACADEMY DEL PIEMONTE
Imparare lavorando: il sistema Its Academy del Piemonte rappresenta, quindi, il binomio vincente in Piemonte: sarà perché il biennio formativo si svolge in aula, ma anche attraverso stage in azienda, e il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro; il risultato è che gli allievi, grazie agli Its Academy, hanno così l’opportunità di entrare immediatamente nel mondo del lavoro. In Piemonte, sono sette le Fondazioni Its Academy che offrono percorsi formativi in altrettanti settori e filiere del mondo produttivo regionale. Agroalimentare, tessile-abbigliamento-moda, aerospazio e meccatronica, energia sostenibile, turismo e beni culturali, biotecnologie e scienze della vita, Information and Communication Technologies: queste le “discipline” in cui i giovani che vivono in Piemonte possono specializzarsi. Imponenti le risorse stanziate dalla Giunta in questa legislatura garantendo così una formazione di altissimo livello a costo zero per gli allievi.
LE RISORSE
In attesa dell’effettiva assegnazione del finanziamento Pnrr, l’assessorato di Chiorino ha destinato 10 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno le quote del fondo ordinario dello Stato, per garantire continuità all’offerta formativa degli Its Academy per il biennio 23/25. Da inizio mandato ad oggi le risorse sono state praticamente raddoppiate passando da 5,871 milioni del biennio 20/21. Le Fondazioni Its Academy del Piemonte, grazie al bando regionale, sono chiamate a presentare i propri progetti formativi per il biennio 2023-2025 dal 12 al 26 settembre. Le informazioni sono disponibili sul sito di Regione all’indirizzo: https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/finanziamento-percorsi-its-academy-biennio-2023-2025
Un tour nella borgata di Lidia Poët
LIDIA POËT: NEL PINEROLESE IL TOUR SUI LUOGHI DOVE E’ NATA, CRESCIUTA E SEPOLTA
Dalla casa natale nelle piccola borgata Traverse a Pinerolo dove incontrava Edmondo De Amicis
Sarà esposta e mostrata eccezionalmente la sua toga insieme ad altri oggetti, dalla cuffia valdese alle borsette da teatro
DEBUTTO SABATO 26 AGOSTO, GIORNO DEL COMPLEANNO DI LIDIA
Dopo lo straordinario successo della serie tv dedicata a Lidia Poët, per mesi in vetta alle classifiche internazionali di Netflix, premiata con il Nastro d’Argento come migliore serie crime dell’anno, debutta il tour che porta nei veri luoghi dove nacque e visse questa donna valdese, prima avvocatessa d’Italia, come la sperduta borgata di Traverse, a Perrero. Un lavoro che ha impegnato per oltre cinque mesi il Consorzio Turistico Pinerolese e Valli che ha contattato non solo i discendenti della Poët ma anche tutte le amministrazioni coinvolte seguendo le orme della donna. Ne è nato il tour “La toga negata” che deve il suo nome al fatto che sarà eccezionalmente mostrata ai partecipanti proprio la toga di Lidia Pöet. Il percorso debutterà in una data simbolica, il 26 agosto, giorno del suo compleanno. Previste due navette: una parte da piazza Carlo Felice a Torino alle 8, l’altra alle 8,45 dalla stazione di Pinerolo.
Il titolo omaggia anche il libro “La toga negata” di Clara Bounous, che ha narrato figura della Pöet, riportata in auge, a livello nazionale, anche da “Prime… sebben che siamo donne. Storie di italiane all’avanguardia” di Bruna Bertolo. «Anni fa “Elisa di Rivombrosa” portò alla ribalta Agliè e il Canavese. La differenza è che noi non abbiamo avuto la troupe a girare sul territorio: la serie diventa l’occasione per andare a vedere proprio dove Lidia è nata e vissuta. I luoghi veri, quelli della sua storia» sottolinea Rossana, Turina, la presidente del Consorzio Turistico Pinerolese e Valli. «Traverse, dove nacque Lidia, è una piccolissima frazione di Perrero: vederla fa molto più riflettere sul fatto che questa donna sia stata la prima avvocatessa d’Italia. Poteva incarnare questo ruolo una donna di Torino, invece lo è stata Lidia che arrivava da questo angolo di Val Germanasca». Lidia fu paladina di una battaglia ultradecennale per ottenere, fra il 1884 e il 1920, l’iscrizione all’Albo degli Avvocati, ma fu anche protagonista di battaglie sociali per l’emancipazione femminile (nel 1922 divenne la presidente del Comitato pro voto donne di Torino), si impegnò a favore dei minori, e fu promotrice di tante attività in campo giuridico e culturale. «La storia personale di Lidia Poët oggi è tornata con grandissima forza e ha raggiunto un pubblico enorme proprio grazie alla serie che Netflix e Groenlandia hanno scelto di raccontare, portando sullo schermo uno spaccato delle sue tante battaglie intraprese». Così commenta il Presidente di Film Commission Torino Piemonte Beatrice Borgia, aggiungendo che «siamo molto soddisfatti di aver sostenuto fin dall’inizio un progetto di forte impatto produttivo e di poter ospitare ora le riprese delle seconda stagione. Il successo internazionale della serie ha trovato un corrispettivo locale molto significativo, facendo nascere percorsi e tour nei reali luoghi della vita di Lidia Poët: un segnale davvero positivo che dimostra ancora una volta il potere del cinema e la sua capacità di creare un immaginario o, come in questo caso, di riportarlo alla luce».
Il tour arriva da Perrero, borgata Traverse, dove Lidia nacque il 26 agosto 1855. La strada è talmente stretta che una navetta farà la spola tra il bus e la casa natale.
Si racconterà l’infanzia, la storia della famiglia, di fede valdese. Si entrerà nel cimitero di località San Martino, davvero particolare: è per metà valdese e per metà cattolico e le due parti sono divise da un muro. Una tappa è proprio dedicata alla tomba dove oggi Lidia è stata sepolta: è morta, a 93 anni, nel 1949.
Subito dopo, è prevista una sosta a La Chabranda, agriturismo di Pomaretto che preparerà un menù su ricette di inizio Novecento.
Quindi tappa a San Germano Chisone dove oggi vivono una parte dei discendenti della donna: qui a Villa Widemann, edificio faceva parte delle proprietà di Vittorio Widemann, titolare del locale cotonificio chiuso nel 1977, si potrà eccezionalmente vedere la toga appartenuta a Lidia. Grazie a un lavoro di ricerca portato avanti in questi mesi dal Consorzio, e alla collaborazione del Comune che ha messo a disposizione i locali, sarà inoltre esposta la sua cuffia, quella tipica dell’abito valdese, e uno scialle. E, poi, alcune borsine usate per andare in teatro, i libri di Lidia, in inglese e che riportano le sue annotazioni, l’abito di una pronipote che proprio Lidia aveva cucito a mano.
Quindi, Pinerolo. Non è nota la casa dove Lidia visse ma si farà tappa a San Maurizio dove era solita incontrarsi con quell’Edmondo De Amicis, scrittore e giornalista noto per il libro “Cuore”, ma anche caro amico di Lidia. Dopo si andrà a vedere il Teatro Sociale: Lidia era solita accompagnare il fratello agli spettacoli. Ultima tappa nella Biblioteca di Pinerolo che conserva scritti e carteggi della prima avvocata d’Italia.
Costo, comprensivo di bus, navette, guida turistica abilitata, assicurazione sanitaria e pranzo tipico, 80 euro da Torino; 70 euro da Pinerolo. Per partecipare: prenotazioni@turismopinerolese.it. Il tour, dopo la data del 26 agosto, sarà poi ripetuto, il 17 e 24 settembre e 1 e 8 ottobre, con stessi orari e costi.