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Palazzo Madama torna al Guangdong Museum di Guangzhou

Il Guangdong Museum di Guangzhou – tra le prime tre istituzioni museali della Repubblica Popolare Cinese, con oltre sette milioni di visitatori annui – ha inaugurato la seconda grande esposizione dell’anno promossa da Palazzo Madama di Torino in Asia.

Dopo il successo della mostra al Museum of Wu di Suzhou, che ha attratto oltre 180.000 visitatori, la nuova esposizione “Crown of Elegance. Court Life and Art of Savoy in the 18th Century” celebraTorino capitale, la sua storica Corona di Delizie e il sistema delle Residenze Reali sabaude, all’interno di un progetto culturale di assoluta eccezionalità.

Accolta con entusiasmo da pubblico e critica, la mostra ha già superato i 25.000 visitatori paganti nei primi cinque giorni di apertura, ed è considerata uno degli eventi espositivi più rilevanti dell’anno in Cina, tanto da concorrere al riconoscimento di “migliore mostra 2025”.

La mostra offre al pubblico  l’opportunità di scoprire la Torino del XVIII secolo, ormai affermata come una delle capitali più raffinate d’Europa, caratterizzata da eleganti vie porticate e da “places royales” che ancora oggi incantano i visitatori quando fulcro della vita di corte erano i Palazzi Reali, scenari di cerimonie solenni, feste, spettacoli e concerti, mentre le foreste che circondavano la città ospitavano il rituale della caccia reale, secondo un modello condiviso dalle grandi corti europee dell’epoca.

Attraverso la sua straordinaria collezione di arti applicate – una delle più importanti d’Europa per ampiezza, qualità e varietà tipologica – Palazzo Madama ha dato infatti vita, in dialogo con il Guangdong Museum, a un’esposizione originale, capace di raccontare con profondità e suggestione quasi due secoli di vita quotidiana, cerimoniale e simbolica della corte dei Savoia. Un percorso che intreccia saperi artigianali, gusto decorativo e codici di rappresentazione del potere, restituendo al pubblico internazionale la raffinatezza di una delle più longeve dinastie europee attraverso oggetti d’uso e di rappresentanza, espressione concreta di una cultura materiale che fonde arte, funzione e identità politica.

Il pubblico cinese può ammirare in mostra oltre 160 opere, tra preziose oreficerie, bronzi, vetri dorati, dipinti, tessuti, maioliche, porcellane, rilegature, mobili e intarsi: un corpus che attraversa le principali arti applicate e restituisce l’identità culturale di una corte e di un’epoca.

Il progetto, sviluppato in una stretta collaborazione tra i curatori del Guangdong Museum e quelli di Palazzo Madama, coordinati nell’occasione da Clelia Arnaldi di Balme e Paola Ruffino insieme alla responsabile dell’internazionalizzazione Angela Benotto, ruota attorno al concetto del “mestiere delle arti”: quel sapere artigianale capace di fondere tecnica e bellezza, funzionalità e valore simbolico. Un patrimonio immateriale incarnato dal lavoro di orafi, vetrai, ebanisti e tessitori, le cui creazioni affondano le radici in tradizioni secolari che nemmeno la rivoluzione industriale è riuscita a cancellare. Proprio da questa visione prende forma il cuore tematico della mostra: il “Saper fare”, ovvero il segreto alla base della creatività e del genio italiano. Quella qualità straordinaria della manifattura che ha generato capolavori capaci di attraversare i secoli e affascinare generazioni, e che ha reso l’artigiano-artista non solo custode di bellezza, ma protagonista di un modello economico e culturale sostenibile, capace di coniugare ricchezza materiale e spirituale, attenzione sociale, giustizia e affermazione del merito attraverso il valore della qualità.

In questo intreccio tra arte e competenza tecnica, la mostra diventa non solo un percorso estetico, ma anche un messaggio universale sulla dignità del lavoro creativo, sulla trasmissione dei saperi e sull’attualità di una cultura produttiva che continua a ispirare il mondo.

Tra i pezzi più significativi, spiccano le opere d’arte cinese realizzate per la corte sabauda, testimonianze concrete del gusto per l’Oriente che pervadeva l’Europa del XVIII secolo e che trovò in Torino una delle sue espressioni più colte.

Per dare conto della complessità di queste relazioni internazionali, la mostra presenta anchecapolavori di rara importanza storica. Tra questi, un eccezionale dono diplomatico: un servizio in porcellana della celebre manifattura di Meissen, inviato nel 1725 da Augusto il Forte, re di Polonia ed elettore di Sassonia, a un sovrano europeo. Il cuore del servizio è l’unica opera documentata diJohann Gregorius Höroldt, massimo pittore della storia della porcellana europea. Le sue scene, inventate di fantasia e non tratte da modelli preesistenti, introducono per la prima volta il “mondo cinese” nella porcellana occidentale, con uno stile minuzioso, brillante e fiabesco che segna una svolta nell’arte della decorazione.

Il dono – composto da circa 300 pezzi suddivisi in dodici casse – giunse a Torino nel novembre del 1725, esattamente trecento anni fa. Una ricorrenza che si affianca al 250° anniversario della morte di Höroldt, rendendo la presenza di queste opere in mostra ancora più simbolica e attuale.

Grazie alla collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, che ha messo a disposizione un ricco repertorio di materiali video e fotografici, la mostra offre al pubblico cinese l’opportunità di scoprire l’intero patrimonio storico-artistico del Piemonte, esaltando la raffinatezza architettonica delle residenze, l’eleganza dei loro interni e l’armonia scenografica di parchi e giardini.

Il percorso espositivo si apre con un portale immersivo, dove uno slideshow ad alta definizionecelebra il logo e l’imponenza estetica delle Residenze Sabaude, proiettando il visitatore in un viaggio visivo e simbolico che parte da Palazzo Madama e Palazzo Reale per estendersi sull’intero territorio piemontese, in un continuum di arte, paesaggio e storia.

Ne nasce un racconto per immagini potente e coinvolgente, che restituisce la bellezza e il valore di un sistema culturale unico al mondo, riconosciuto dall’UNESCO come sito seriale, e oggi considerato uno degli asset identitari più autorevoli per la promozione internazionale del Piemonte e dell’Italia.

La mostra darà origine a una straordinaria serie di iniziative rivolte al pubblico cinese: dagli approfondimenti scientifici che verranno pubblicati al termine dell’esposizione a un ricco programma di attività collaterali, tra cui incontri, conferenze e visite didattiche quotidiane pensate per tutte le fasce d’età. Il progetto prevede anche originali operazioni di marketing e merchandising, tra cui unacrociera tematica, la creazione di dolci al cucchiaio ispirati ai Savoia, bevande e profumi dedicati alla corte torinese, e molte altre.

A completare l’esperienza immersiva offerta in mostra, un ruolo strategico è svolto dalla comunicazione digitale: per tutta la durata dell’esposizione, il Guangdong Museum ha attivato un canale dedicato su WeChat, una delle piattaforme digitali più diffuse e influenti in Cina, con oltre un miliardo di utenti attivi. All’interno di questo spazio esclusivo, verranno pubblicati regolarmentecontenuti multimediali di alta qualità appositamente curati per il pubblico cinese.

Questa azione mirata consente di rafforzare la visibilità del patrimonio piemontese e di intercettare un pubblico vasto e profilato, attento alla cultura e al turismo di qualità, moltiplicando l’impatto comunicativo della mostra anche al di fuori degli spazi espositivi fisici. Un esempio virtuoso di come la cooperazione internazionale possa unire contenuti culturali e strumenti digitali per amplificare la conoscenza e l’attrattività del patrimonio italiano nel mondo.

“La mostra in corso a Guangzhou rappresenta uno dei risultati più rilevanti del percorso di internazionalizzazione avviato in questi anni da Fondazione Torino Musei con l’attuazione del proprio Piano Strategico, che ha previsto la creazione di una funzione interna dedicata allo sviluppo delle relazioni culturali internazionali, con l’obiettivo di strutturare un’attività continuativa e coordinata di promozione all’estero del patrimonio civico torinese e piemontese – sottolinea Massimo Broccio, Presidente della Fondazione Torino Musei – Attraverso questo nuovo assetto, la Fondazione ha saputo attivare una importante rete di relazioni istituzionali e progettuali con musei, enti e operatori culturali di rilievo internazionale, dando vita a mostre itineranti, co-progettazioni espositive, iniziative di formazione e azioni congiunte di comunicazione e posizionamento strategico. L’esposizione prende avvio dalle collezioni di Palazzo Madama, luogo fondativo della città, il cui straordinario valore simbolico e architettonico – con oltre duemila anni di storia – rappresenta il punto di partenza per un racconto più ampio sulla cultura di corte, le arti decorative e il sistema delle Residenze Reali del Piemonte. Va inoltre ricordato che Palazzo Madama ha recentemente siglato un importante accordo quadro con il Nanjing Museum, il secondo museo della Repubblica Popolare Cinese: si tratta del primo accordo ufficiale mai sottoscritto tra un museo statale cinese e un museo italiano. Un’intesa storica che ha già dato avvio a una serie di progetti scientifici congiunti, in cui direttori, conservatori e curatori delle due istituzioni lavorano fianco a fianco per sviluppare interpretazioni comuni e condivise del patrimonio culturale. Questa mostra, dunque, non è solo un’esposizione temporanea, ma uno delle tante azioni concrete di diplomazia culturale che conferma il ruolo di Fondazione Torino Musei come modello di riferimento per l’innovazione, la cooperazione internazionale e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano nel mondo, capace di costruire ponti tra storie, competenze e visioni, nel segno della qualità, del dialogo e della bellezza condivisa.”

“In questi anni Palazzo Madama si è fatto promotore di un progetto culturale di respiro internazionale, nato da un insieme di collaborazioni scientifiche fondate sulla stima reciproca, sul confronto e sulla strutturazione di una ampia riflessione sugli archetipi che, fin dall’epoca antica, hanno attraversato e posto in dialogo le culture. Quella appena inaugurata è una mostra generata da una precisa riflessione tra direzioni e conservatorie museali, strutturata con rigore e nella definizione di visioni condivise in un confronto tra istituzioni che condividono valori e responsabilità.

In occasione del 55° anniversario delle Relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, questo progetto si caratterizza quale un esempio virtuoso di diplomazia culturale, capace di rafforzare il ruolo dei musei come luoghi di soft power, pensiero critico e cooperazione internazionale. Un progetto tramite cui Palazzo Madama conferma la propria funzione strategica all’interno del sistema culturale internazionale: custode di un patrimonio materiale e immateriale che si fa costruttore di ponti in un presente che sulla coscienza del passato possa definire i tasselli essenziali di un futuro consapevole”, dichiara Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama

“Siamo orgogliosi di contribuire a questa straordinaria operazione culturale internazionale, che consente di far conoscere al pubblico cinese non solo la bellezza delle singole Residenze Reali, ma l’unità e la forza del sistema che le connette, riconosciuto dall’UNESCO come sito seriale” – dichiara Michele Briamonte, Presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. “Questa sinergia con Fondazione Torino Musei rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni culturali piemontesi” – prosegue Chiara Teolato, Direttrice del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude – “capaci di operare insieme per la valorizzazione e la promozione all’estero di un patrimonio condiviso, ricco di storia, arte e paesaggio, e sempre più riconosciuto come una risorsa strategica per il posizionamento culturale e turistico del nostro territorio a livello globale”.

Arte Liberata al castello di Ivrea

Al Castello di Ivrea, è stata inaugurata la mostra Arte liberata, un progetto espositivo curato da Elisabetta Tolosano che fa dialogare tre protagonisti dell’arte contemporanea: Riccardo Cordero, scultore di fama internazionale e figura centrale dell’arte plastica italiana e il duo composto da Elizabeth Aro, artista argentina di rilievo internazionale specializzata in arte tessile, scultura e installazione e Luisa Valentini, voce autorevole della scultura italiana contemporanea, che spazia nell’uso di diversi materiali, in dialogo con “Natura condivisa”. Le opere, allestite negli spazi interni ed esterni del Castello, daranno vita ad un confronto riuscito tra passato e presente, in cui le architetture storiche incontrano con efficacia le creazioni
degli artisti. Arte liberata è un’iniziativa promossa da Kalatà, con il sostegno della Città di Ivrea e la collaborazione della Regione Piemonte. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 28 settembre e sarà visitabile esclusivamente nell’ambito del percorso di visita al Castello con i seguenti orari: venerdì alle ore 17 – 18; sabato, domenica e festivi alle ore 10.30 – 11.30 – 15 – 16 – 17.
www.kalata.it

Icardi (Lega): il Piemonte snodo logistico per gli insediamenti produttivi del Nord-Ovest

 

“Come consigliere regionale e cittadino piemontese, sono molto soddisfatto per l’obiettivo conseguito a Genova dal Comitato d’Indirizzo della Zona Logistica Semplificata ” Porto e Retro Porto di Genova ” al quale partecipa la Regione Piemonte. Con la deliberazione di 12 nuovi Comuni piemontesi nella Zona Logistica Semplificata del sistema retroportuale del Nord-Ovest, si compie un passo significativo nel consolidamento del sistema logistico e industriale piemontese”. È il commento di Luigi Genesio Icardi, Presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale alla notizia dell’annessione di ulteriori 12 comuni, oltre a quelli deliberati nel 2021 dalla precedente Giunta.
I nuovi Comuni piemontesi annessi sono: Asti, Basaluzzo (AL), Borghetto Borbera (AL), Casale Monferrato (AL), Castelletto Monferrato (AL), Castelnuovo Scrivia (AL), Mondovì (CN), Pozzolo Formigaro (AL), Serravalle Scrivia (AL), Silvano d’Orba (AL), Tortona (AL) e Villanova d’Asti (AT), a cui si aggiungono gli interporti di SITO (Orbassano – TO) e CIM (Novara).
” E’ un traguardo importante per il Piemonte che lo pone all’interno di uno degli strumenti strategici più rilevanti per lo sviluppo delle attività produttive del Nord-Ovest. Iter autorizzativi semplificati e Sportelli Unici per le Attività Produttive, dedicati agli investitori sono i primi obiettivi da realizzare nei comuni annessi già a fine anno. Gli Sportelli Unici
gestiscono, infatti, in forma semplificata le autorizzazioni legate a insediamenti produttivi e attività logistiche al fine di consentire alle imprese interessate di insediarsi con un percorso agevolato, che dimezza le tempistiche burocratiche e rende più attrattivo il nostro territorio per nuovi investimenti, soprattutto in ambito logistico e industriale.
“Il Piemonte si conferma quale hub logistico europeo di significativa centralita’- conclude Icardi- anche grazie ai collegamenti con la rete transeuropea dei trasporti, il Terzo Valico dei Giovi e la futura Torino-Lione. La Regione intende creare condizioni favorevoli alla crescita sostenibile, all’attrazione di capitali e allo sviluppo occupazionale nei territori coinvolti, attraverso un modello amministrativo snello e competitivo su scala internazionale “.

Zona Logistica Semplificata: 12 nuovi Comuni piemontesi

Il Comitato di Indirizzo della Zona Logistica Semplificata (ZLS) “Porto e Retroporto di Genova”, che si è riunito a Genova il 22 luglio, ha approvato l’ingresso di 12 nuovi Comuni piemontesi: Asti, Basaluzzo (AL), Borghetto Borbera (AL), Casale Monferrato (AL), Castelletto Monferrato (AL), Castelnuovo Scrivia (AL), Mondovì (CN), Pozzolo Formigaro (AL), Serravalle Scrivia (AL), Silvano d’Orba (AL), Tortona (AL) e Villanova d’Asti (AT), a cui si aggiungono gli interporti di SITO (Orbassano – TO) e CIM (Novara).

Il passaggio successivo sarà la trasmissione della delibera alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che dovrà approvare con DPCM l’inserimento ufficiale delle nuove aree nella ZLS entro 60 giorni. “Grazie a questa iniziativa si amplia significativamente la presenza del Piemonte all’interno di uno degli strumenti strategici più rilevanti per lo sviluppo logistico e industriale del Nord-Ovest – dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore alle Infrastrutture strategiche e Logistica, Enrico Bussalino –. Con la riunione odierna, abbiamo deliberato l’ingresso di ulteriori 12 Comuni individuati dalla Regione Piemonte già nel 2021. Entro fine anno anche questi territori potranno contare su iter autorizzativi semplificati e Sportelli Unici dedicati agli investitori”.

Il primo nucleo ZLS, composto da sette Comuni dell’Alessandrino (Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi Ligure, Alessandria, Castellazzo Bormida, Ovada e Belforte Monferrato), era già stato deliberato il 18 aprile scorso, ed è oggi operativo con l’attivazione di uno Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) dedicato, che gestisce in forma semplificata le autorizzazioni legate a insediamenti produttivi e attività logistiche.

“Grazie alla presenza dello Sportello Unico semplificato – aggiunge l’assessore Bussalino – le imprese interessate a insediarsi potranno contare su un percorso agevolato, che dimezza le tempistiche burocratiche e rende più attrattivo il nostro territorio per nuovi investimenti, soprattutto in ambito logistico e industriale”.

La ZLS “Porto e Retroporto di Genova” comprende oltre 3.600 ettari, di cui 2.141 in Piemonte, distribuiti tra il porto di Genova e i principali retroporti del Nord-Ovest. Il Piemonte si conferma così snodo logistico essenziale, anche grazie ai collegamenti con la rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), il Terzo Valico dei Giovi e la futura Torino-Lione.

L’obiettivo è creare condizioni favorevoli allo sviluppo sostenibile, all’attrazione di capitali e alla crescita occupazionale nei territori coinvolti, attraverso un modello amministrativo snello e competitivo su scala europea.

Torino nella Storia: Risorgimento e Resistenza

SCOPRI – TO  Alla scoperta di Torino

Torino è una città che ha avuto un ruolo fondamentale nel Risorgimento italiano, un periodo storico che ha segnato la nascita della nazione unita. Sebbene oggi sia famosa per la sua cultura, i suoi musei e la gastronomia, Torino conserva al suo interno molti luoghi che raccontano questa epoca cruciale. Passeggiando per la città, è possibile scoprire angoli e monumenti che testimoniano l’impegno dei torinesi nella lotta per l’indipendenza e l’unità del paese. La città è un vero e proprio scrigno di storia, che invita a esplorare oltre le sue bellezze più conosciute, in un viaggio che riporta indietro nel tempo, ai momenti che hanno cambiato il corso della nazione.
Il cuore del Risorgimento torinese si trova in Piazza Castello, che ha ospitato eventi determinanti come le Cinque Giornate di Torino nel 1848, quando la città si sollevò contro l’occupazione austriaca. In questa piazza si affacciano alcuni dei palazzi storici più importanti della città, come Palazzo Madama, che oggi ospita il Museo Civico d’Arte Antica, ma che nel 1848 fu teatro di scontri tra soldati e cittadini. Non lontano da lì, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, situato in Palazzo Carignano, è uno dei luoghi più significativi per comprendere le fasi cruciali dell’unità d’Italia. Qui fu proclamato il primo Parlamento italiano nel 1861, e oggi il museo custodisce testimonianze preziose dei protagonisti di quei giorni. Al di là dei monumenti più noti, Torino conserva molte tracce del Risorgimento nei suoi angoli meno frequentati. In alcune zone della città, come il quartiere di San Salvario, si possono ancora notare le tracce di una città che ha vissuto il fermento di quegli anni, tra fermento culturale e lotte politiche.
La Resistenza e le tracce di una lotta quotidiana
Nel Risorgimento torinese non si sono distinti solo i grandi personaggi storici, ma anche un’intera popolazione che ha contribuito alla causa della libertà. Tra le vie del centro e nei quartieri più popolari, come la Crocetta o le Vallette, si è vissuto uno spirito di resistenza che non sempre ha trovato voce nei libri di storia. Qui giovani patrioti e cittadini comuni si sono uniti nella lotta per la libertà, spesso agendo nell’ombra e in modo clandestino. Molti di questi luoghi, come il Liceo Cavour, che un tempo ospitava giovani rivoluzionari, sono ancora oggi punti di riferimento per la città. Le scuole, le piazze e le vie di Torino sono stati luoghi di confronto, dove i valori della libertà e dell’unità italiana venivano insegnati e vissuti ogni giorno. La città, dunque, non è solo un museo di edifici storici, ma un palcoscenico che ha visto la lotta quotidiana di uomini e donne che hanno dato vita a una nuova nazione. Le tracce di questa storia sono ancora visibili nelle strade e negli edifici, testimoniando un passato che ha forgiato l’identità della città e della nazione. Ogni angolo di Torino racconta una storia, e ogni edificio, con le sue mura, conserva la memoria di chi ha lottato per un ideale di libertà che si è trasformato in realtà.
Oggi, Torino non è solo una capitale culturale e gastronomica, ma anche un custode della memoria storica del Risorgimento. I luoghi che hanno fatto la storia d’Italia sono vivi e raccontano continuamente la lotta di chi ha creduto nell’unità del paese. Passeggiando per Torino, si può avvertire il legame con quella storia, e ogni angolo della città sembra sussurrare i racconti di un’epoca che non può essere dimenticata. La Torino del Risorgimento è una città che continua a vivere nel cuore dei suoi abitanti, una città che ha saputo trasformare la lotta e la resistenza in un patrimonio culturale che dura ancora oggi. Le nuove generazioni, pur vivendo in una città profondamente diversa, sono chiamate a preservare questo legame con il passato, per non perdere mai il senso di ciò che Torino rappresenta nella storia dell’Italia.
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NOEMI GARIANO

In “Valle Grana” a osservar le stelle… e a ricordare la buona Margherita

Nell’ambito del Progetto “Valle Grana Cultural Village”, osservazione astronomica a Rocca Stella e video-documentario su Margherita Molinengo

Sabato 26 e domenica 27 luglio

Monterosso Grana (Cuneo)

Per il fine settimana, due appuntamenti piacevoli, il secondo non privo di una manciata di commovente nostalgia, nell’“enclave linguistico-provenzale” della cuneese Valle Grana, patria del “Castelmagno”, fra la Valle Maira e la Valle Stura di Demonte. Entrambi inseriti nell’ambito del Progetto “Valle Grana Cultural Village”, promosso dai Comuni di “Monterosso Grana” e di “Pradleves”(finanziato tramite fondi “NextGenerationEU” e gestito dal “Ministero della Cultura” all’interno del “PNRR”), i due eventi si terranno sabato 26 e domenica 27 luglio.

Il primo, in programma per sabato, con inizioalle 22, prevede la possibilità di partecipare ad un’“osservazione astronomica” organizzata dall’Associazione culturale, di divulgazione scientifica, “Sideralis – Officina delle Stelle”, con sede a Frazione Cavaliggi di Arlotto (Cuneo) . L’osservazione si svolgerà a Rocca Stella (“Rocho de l’Estelo”) sito da cui è possibile godere nel miglior modo possibile del cielo buio della Valle Grana. Per informazioni: 324/6214970.

Domenica, sempre alle 21, nel contesto della “Festa patronale di San Giacomo”, al “Bourgat” di Monterosso Grana sarà possibile assistere alla proiezione del video-documentario “Margherito (‘occitano’ per ‘Margherita’) – Testimonianze degli amici”, realizzato dall’Associazione “La Cevitou – Ecomuseo Terra del Castelmagno”, con la regia di Simone Borrasi e Mattia Gaido. La proiezione sarà preceduta da una passeggiata guidata fino alla “Borgata del Colletto di Monterosso” con ritrovo alle 20 presso il Comune di Monterosso Grana. La partenza per il rientro a Monterosso è fissata alle 22,30, al termine del video-documentario.

L’osservazione astronomica concluderà l’edizione 2025 di “La draio de l’estelo / Il cammino della stella”, giornata di “land art”, cultura e natura promossa da “Coumboscuro – Centre Prouvençal”. La giornata avrà inizio alle 14,30 con una passeggiata fra boschi e borgate animata da esposizioni e spettacoli di artisti, poeti, musicisti e attori; alle 19“merenda” e alle 21 la proiezione del film “Ilmurran Maasai in the Alps”, regia di Sandro Bozzolo, realizzato in completa autoproduzione dall’Associazione Culturale cuneese “Geronimo Carbonò” e storia di una giovane ragazza Maasai che, nell’estate del 2014, raggiunge convive e lavora per un’intera stagione d’alpeggio con un’anziana “bergera”(pastora di pecore) sugli alti alpeggi delle Alpi Marittime. Storia di convivenza apparentemente impossibile trasformata dai ritmi della natura e dalle comuni regole che per entrambe si rincorrono su antiche “ancestrali” strade, in rapporto di solida complicità e forte “sorellanza”. E, dopo il film, una volta scesa la notte, gli esperti dell’Associazione “Sideralis”proporranno l’“osservazione guidata del cielo”. Ai partecipanti saranno forniti strumenti e attrezzature necessari per vivere al meglio l’esperienza.

Un velo di commozione susciterà, domenica 27, sempre alle 21, la proiezione di “Margherito – Testimonianze degli amici”, documentario in cui si sono raccolte interviste alle persone che hanno conosciuto Margherita Molinengo, straordinaria abitante della Valle Grana. Spiega Barbara Barberis, coordinatrice dell’“Ecomuseo Terra del Castelmagno”: “Margherita (1906 – 2000), donna vissuta nella piccola borgata di ‘Colletto di Monterosso Grana’, ha lasciato un’impronta molto forte in chi l’ha incontrata, sostenuta e ascoltata, nonostante il livello molto basso di istruzione e una vita trascorsa in solitudine, lontana dal ‘mondo’. Attraverso racconti e canti, Margherita ha condiviso la bellezza delle cose semplici e l’importanza delle presenze ‘apparentemente inutili’; in particolare, era molto attenta al cielo buio della Valle Grana e alla ‘sostenibilità ambientale’ che ha testimoniato attraverso la propria vita”. La sua figura è già stata protagonista dello spettacolo “Margherito – C’è tempo per tornare a casa” da un’idea di Enrico Liffredo e ispirato dalla pubblicazione de “Il mondo di Margherita” (vol. I e II) di Renato Lombardo.

Le iniziative sono tutte a ingresso libero e gratuito.

g.m.

Nelle foto: Margherita Molinengo e una veduta della Valle Grana, sopra “Borgata Frise”

Vento sul lago e onde vagabonde

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A volte, di notte, soffiava un vento che lustrava le stelle e rendeva il cielo talmente chiaro e nitido che ogni cosa prendeva forma anche col buio. I contorni delle barche che dondolavano all’ormeggio, i pali scuri degli attracchi dei battelli della navigazione governativa, i pontili ed i moli lasciavano dietro di sé delle ombre lunghe.

 

Si vedevano bene i profili delle montagne e bastava andare un po’ in alto, sulla scalinata della chiesa, che si potevano distinguere le alpi svizzere. E l’altra sponda? Un gioco di luci a rincorrersi sul lungolago tra Suna e Pallanza fino alla punta della Castagnola, dove la riva ridiventava scura e si poteva solo intuire che c’era Intra, nascosta dietro la curva dell’Eden. Verso Laveno e Santa Caterina del Sasso altre luci, altre strade, altre case e altra gente. Lì, sulla sponda lombarda, avrebbero potuto quasi intravedermi se qualcuno, puntando un cannocchiale con delle buone lenti d’ingrandimento, si fosse preso la briga di curiosare verso l’imbarcadero di Baveno.  Avrebbe visto una figura, un’ombra seduta lì, sulla panchina dal verde un po’ corroso dal tempo, intenta ad ascoltare il rumore della risacca. A dire il vero, per me, più che un rumore è un suono, quasi un sottofondo musicale. Il ritmare dell’onda che s’infrange, che si ritira per far posto all’altra, apprestandosi a compiere lo stesso gesto secondo il moto dell’acqua e la direzione del vento. E’ come una musica che calmava i nervi, distende l’animo. “ Ecco, vardala lì. A l’è l’acqua stràca. L’acqua che sciùscia i remi dì barch, che la carezza suta al ventar ogni barca e sura la cràpa ogni sàss”, mi diceva il mio amico Angelo Branca, vecchio lupo di lago, commentando le onde che, ormai deboli e provate, s’arrestavano sui muri del vecchio molo. L’ Angiolino, nato e cresciuto sull’isola Pescatori, aveva ormai affidato la sua vecchiaia alla terraferma. Ma non mancava mai, nelle notti di luna buona, di farmi compagnia all’imbarcadero. Insieme guardavamo l’acqua scura, ascoltandone il mormorio. Sembrava quasi lo sgranarsi di un rosario sottovoce. Ogni tanto, quasi a rompere quel ritmo dondolante, arrivava un onda solitaria, più decisa. “ E’ l’onda vagabonda. Ascoltala bene, amico mio. Ogni tanto arriva. Così, di colpo, senza preavviso. E’ diversa dalle altre: a l’é l’acqua che scàpa e che la turna indrèe . A l’è cùma una lèngua che ta diss che l’aria la cambia”. E, infatti,  l’aria cambiava e s’alzava un vento tiepido che muoveva le onde con più decisione. Era l’effetto dei venti di föhn che, scendendo dalle Alpi, asciugavano e riscaldavano l’aria, facendo assaggiare i primi scampoli di primavera. “Ma, attenzione”, ricordava Angiolino. “Non facciamoci fregare. Quest’aria prima è dolce e dopo à ta càgna i vestìi, perché dal Mottarone s’incanala giù anche un venticello che risente ancora dell’ultima neve e che ti legna facendo finta d’accarezzarti. Vedi come fa increspare l’acqua del lago, verso l’isola?”. Parole piene di saggezza. Infatti, passate le prime leggere folat, l’aria diventava più brusca e veniva spontaneo tirarsi su il bavero della giacca per poi infilarsi le mani nelle tasche. Così, salutato il lago e lasciate alle spalle le imbarcazioni dondolanti tra le onde, ci incamminavamo verso la piazza del Municipio. L’Angiolino canticchiava una canzone che aveva imparato alla radio. Gli piaceva perché, diceva “ è fatta giusta per notti come queste, quando il vento porta in giro l’odore del lago”. E attaccava, data l’ora, sottovoce: “Vent cunt’el pàss balòss, quell che vorì mia tiram via da dòss. Slàrga al fiaa e bùfa in giir i stell, lassa al tò disegn in su la mia pell…”. Era tempo d’andare a casa. E la luna si stagliava più lucente che mai nel cielo nitido e trapuntato di stelle.

Marco Travaglini

Gli attivisti Viviana Codemo e Sami Hallac ospiti del Quadila Festival

APPUNTAMENTO VENERDI’ 25 LUGLIO ALLE 21AD ALBUGNANO UNA SERATA PER RIFLETTERE SULLA PALESTINA 

 

Il Quadila Festival di Albugnano (Asti) – organizzato da Lo Stagno di Goethe – si conferma attento all’attualità e, nel ricco programma, organizza una serata di pensieri e riflessioni intitolata “Leggenda e popolo ai tempi della Palestina sterminata”.

Venerdì 25 luglio, alle 21, il Cortile dell’Antica Canonica di Albugnano ospita uno “scambio di saperi” con la ricercatrice Viviana Codemo e l’educatore palestinese Sami Hallac, entrambi attivisti, accompagnato da letture teatrali a cura di Anna Delfina Arcostanzo, con attori e attrici de Lo stagno di Goethe e gli interventi musicali di Chiara Galliano. Il loro sarà un racconto accorato sulla situazione in Palestina, fatto di storie di vita, suoni e parole.

In caso di pioggia la serata si sposta nella Sala Camilla Serafino, via Roma 9 – Albugnano (sopra l’Enoteca). La partecipazione è gratuita, con possibilità di offerte libere a sostegno del Festival.

Bio

Viviana Codemo, ricercatrice e attivista, si occupa di Palestina da oltre trent’anni. È socia di PCRF (Palestine Children Relief Fund), ong deputata alle cure mediche dei bambini palestinesi, che in questi mesi sta svolgendo un’azione fondamentale di sostegno alla popolazione. Per progetti di sostegno all’infanzia, è stata diverse volte in Palestina e a Gaza, dove ha amici che oggi stanno disperatamente cercando di sopravvivere al massacro.

Sami Hallac, palestinese, originario di quella parte della Palestina occupata nel 1967. Vive in Italia dal 1977 dove lavora in qualità di educatore professionale presso i servizi sociali di Torino. Fa parte dell’Udap (Unione Democratica Arabo Palestinese) e di Kalimaat – Parole da e per la Palestina. Entrambe le associazioni sono impegnate a promuovere iniziative politiche, culturali e sociali con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa la Causa Palestinese e di sostenere la lotta e la resistenza del suo popolo. Ha tradotto “Diario da Gaza” di Wi’am Qudaih, con prefazione di Francesca Albanese.

 

Toro, doppio colpo: arrivano Ngonge e Israel

 

Milinković-Savić ceduto al Napoli per 22 milioni
Il Torino chiude tre operazioni importanti nel vivo del mercato estivo: arrivano Cyril Ngonge e Franco Israel, mentre Vanja Milinković-Savić lascia i granata per trasferirsi al Napoli.
Ngonge, classe 2000, arriva dal Napoli in prestito oneroso da 1 milione di euro, con diritto di riscatto fissato a 17 milioni. L’esterno belga ha trovato poco spazio in azzurro ma resta un profilo interessante per Marco Baroni, che punta sulla sua tecnica e capacità di creare superiorità numerica.Al Verona,con lo stesso Baroni risultò una delle migliori ali d’attacco della serie A.
Tra i pali arriva Franco Israel, portiere uruguaiano prelevato dallo Sporting Lisbona per 4 milioni di euro. Cresciuto nel vivaio della Juventus, Israel avrà l’occasione di ritagliarsi un ruolo da protagonista dopo l’addio del titolare.
A salutare è Milinković-Savić, che dopo cinque stagioni al Toro passa al Napoli per 22 milioni di euro. Una cessione importante, che porta risorse fresche in casa granata per continuare a rinforzare la rosa.

Enzo Grassano

Casa, sprint in Piemonte +14% le compravendite nel primo trimestre, a Torino +12%

L’ANALISI DI FIAIP

  • In Piemonte vendute 15.537 case: Cuneo in testa (+38%), Asti giù (-1,5%)
  • Nel torinese 8.200 abitazioni vendute: oltre metà del mercato regionale
  • Aumento del 5% delle vendite nelle zone periferiche
  • Prezzi in aumento tra 1 e 2%

Il mercato immobiliare in Piemonte apre il 2025 con un deciso segnale positivo. Nel primo trimestre dell’anno sono state vendute 15.537 abitazioni su tutto il territorio regionale, registrando un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo del 2024 (quando le compravendite erano state 13.630).

Torino si conferma locomotiva del mercato: nella sola provincia si contano 8.191 transazioni (+13,7%), suddivise tra 3.583 immobili venduti nel capoluogo (+12,2%) e 4.608 nel resto dell’area metropolitana (+15%).

L’analisi, condotta da Fiaip Piemonte (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) su dati provvisori dell’Agenzia delle Entrate, mostra un trend positivo in tutte le province piemontesi, ad eccezione della città di Asti, in leggera flessione (-1,5%). Tuttavia, il resto del territorio astigiano ha segnato un’impennata con un +27,4%.

“L’avvio del 2025 segna una ripresa concreta del mercato immobiliare – spiega Marco Pusceddu, presidente di Fiaip Piemonte –. Un trend già in atto sul finire del 2024, che ha beneficiato del calo del costo del denaro da parte della BCE e della conseguente riduzione dei tassi di interesse, con il fisso tornato vantaggioso per chi pianifica investimenti di lungo periodo.”

Nel 2024, il Piemonte aveva chiuso con un incremento dell’1% nelle compravendite. “Un risultato nient’affatto scontato, considerando che il primo semestre aveva segnato un -3,8% – sottolinea -. Grazie alla graduale riduzione dei tassi sui mutui, il secondo semestre ha registrato un rimbalzo del +5,4%”.

“Il 2025 si è aperto con slancio – continua Pusceddue se i tassi rimarranno stabili e il contesto economico non subirà scosse, il mercato potrà tornare davvero promettente.”

TORINO: il cuore del mercato regionale

Con 8.191 transazioni, l’area torinese rappresenta più della metà del mercato regionale. Torino città ha registrato 3.583 vendite nel primo trimestre del 2025 (+12,2%), mentre la provincia si distingue con 4.608 compravendite (+15%).

Un risultato – sia per Torino sia per il Piemonte – che supera la media nazionale, dove l’incremento è stato dell’11,2% con 172mila compravendite concluse nei primi tre mesi dell’anno.

“Il risveglio del mercato è iniziato nella seconda metà del 2024 e ha permesso a Torino di chiudere l’anno con un +1,6%commenta Claudia Gallipoli, presidente di Fiaip Torino –. La stabilità dei tassi ha dato nuova fiducia ai compratori, molti dei quali avevano rinviato l’acquisto per timore di condizioni sfavorevoli.”

“Questi volumi di compravendite raccolgono quindi anche le intenzioni di acquisto di chi ha temporeggiato, spaventato dai continui rialzi dei tassi d’interesse, che avevano caratterizzato il 2023 e buona parte del 2024 – sottolinea la presidente -. In tanti non trovavano conveniente comprare casa, soprattutto se dovevano cambiare la prima casa, rischiando di avere rate del mutuo più care rispetto a quelle che già pagavano”.

Il segmento più dinamico resta quello degli immobili di dimensioni medio-piccole. Il trilocale è il formato più richiesto, con superfici tra i 50 e gli 85 metri quadri. Seguono gli appartamenti fino a 115 mq. Al contrario, le metrature superiori ai 120-140 mq trovano più difficoltà a intercettare la domanda.

“La cautela degli acquirenti è legata, da un lato, al calo del potere d’acquisto, a causa dell’aumento dei prezzi, dall’altro, all’incertezza economica e geopolitica – sottolinea Gallipoli –. Chi compra cerca soluzioni sostenibili, evitando di esporsi troppo con cifre importanti e mutui alti”.

Prezzi e tempi di vendita: il termometro degli agenti.

Un sondaggio tra gli agenti immobiliari aderenti a Fiaip Torino conferma la crescita: il 74% degli intervistati segnala un aumento delle compravendite, mentre l’80% osserva un incremento dei prezzi tra l’1% e il 2% rispetto al 2024.

Per quanto riguarda i tempi di vendita, il 40% indica entro i 90 giorni, mentre il 60% riferisce trattative che si concludono entro sei mesi.

“I tempi restano contenuti solo se il prezzo richiesto è allineato al mercato e allo stato dell’immobile – avverte GallipoliOggi ristrutturare costa molto, questo frena l’interesse per le case da rimettere a nuovo.”

Domanda in crescita in periferia e nei quartieri riqualificati.

Gli agenti immobiliari segnalano un aumento del 5% delle vendite nelle zone periferiche della città. Le aree più richieste sono Lingotto, Mirafiori, Parella-Aeronautica, Borgo Vittoria, Parco Dora e Valdocco, tutte interessate da recenti interventi di riqualificazione urbana.

Rinnovato interesse anche per l’area nord-est di Barriera di Milano, in particolare tra piazza Respighi e via Porpora, grazie alla presenza di immobili ristrutturati. Restano penalizzate meno attrattive invece le aree verso corso Vercelli e corso Novara, fino al quartiere Aurora. Alcune perplessità sono state espresse dagli abitanti sul progetto della nuova Moschea.

Grande attenzione anche alla rigenerazione dell’ex Manifattura Tabacchi, destinata a ospitare un nuovo polo universitario e il tracciato della futura Metro 2. Vivacità anche per l’area attorno al nuovo centro commerciale ToDream, lungo corso Romania, e per i quartieri limitrofi da Barca e Bertolla fino a Settimo Torinese.

LE PROVINCE: tutte in crescita, spicca il Cuneese.

Nel dettaglio provinciale, tutte le aree del Piemonte registrano un aumento delle compravendite:

Cuneo: +25% con 1.991 case vendute (Cuneo città +38%, provincia +24%)

Asti: +15,8% e 730 vendite (Asti città -1,5%, provincia +27,4%)

Torino: +13,7% e 8.191 vendite (Torino città +12,2%, provincia +15%)

Novara: +12,1% e 1.250 vendite (Novara +22,9%, fuori porta +8,4%)

Verbano-Cusio-Ossola: +11,9% e 623 vendite (Verbania +1,3%, resto provincia +14,2%)

Alessandria: +11% e 1.545 vendite (Alessandria città +22,3%, provincia +7,8%)

Vercelli: +7,3% e 557 vendite (Vercelli città +7,2%, provincia +7,4%)

Biella: +4,4% e 650 vendite (Biella città +11,1%, provincia +1,4%)