E beh… bravi questi pentastellati. Bisticciano tra loro, oramai Grillo e Conte sono ai ferri corti e questa assemblea costituente è annunciata ma per ora non arriva la data della sua convocazione. Chissà con chi starà la nostra onorevole Chiara Appendino? Quasi sicuramente con il più forte cioè Conte. Sono passati 7 anni da quando il Prof pugliese è entrato in politica direttamente da Presidente del Consiglio. Conte che ce l’ha a morte con Matteo Renzi che lo ha mandato a casa per fare posto a Mario Draghi. Dunque? Niente accordo con lui in Liguria. Già, loro sono fatti così, hanno la sindrome di Tafazzi. Proprio ora che ci sarebbero mille possibilità di vincere, anche perché il governo è allo sbando totale, loro si voltano dall’altra parte. Perché?
Probabilmente paura di vincere. Ma incredibilmente sta nascendo un nuovo asse: Conte Calenda, obbiettivo isolare Renzi disposto a togliere la fiducia a Genova alla giunta di centro destra ed allearsi con il Pd.
Una parte consistente del PD su Renzi mastica amaro. Già Bersani non ci sta, allertando la Schlein. Non ti fidare del Toscanaccio. Insomma come il governo boccheggia anche il Campo largo annaspa.
Capiamo la Segretaria del PD. Assolvere al proprio compito non è cosa semplice. Ma come si diceva una volta: se non ci sono i cavalli si fanno trottare gli asini.
Sicuramente il Pd è elettoralmente in rimonta ma ha dei vuoti colossali nel rapporto con il territorio. Cerco di spiegarmi. Sono stato invitato all’assemblea per il il tesseramento in un circolo di un quartiere popolare di Torino. Ammetto, ho resistito 15 minuti e poi, anche con un po’ di angoscia, sono scappato. Il nulla impastato con il niente. 3 0 4 persone e poi aspettavo che qualcuno arrivasse dando un senso all’iniziativa.
Come in quella commedia Aspettando Godot, magnifico esempio del teatro dell’assurdo, di qualcuno che aspetta qualcun’altro che non arriverà mai. Il sindaco Lo Russo cerca di fare il boia e l’impiccato ed oltre il sindaco dare indicazioni al Pd torinese su cosa fare. Ma per fare qualcosa in politica sul territorio bisogna trovare le persone, sul territorio.
Visto che non siamo in tempo di elezioni non si trova nessuno. E chi vuole impegnarsi nel sociale approda ad altri lidi. Ed anche qui, vien voglia di dire: chi è causa del suo male pianga se stesso. A Cernobbio Giorgia ricomincia nel darci soddisfazioni. Conferenza Stampa, era un anno e mezzo che parlava (anche lei) solo sui social e veniva intervistata da giornalisti amici.
Vero, alcune sbavature ci sono state.
Ha detto: ho accettato le dimissioni di Gennaro Sangiuliano. Sceneggiate, perché le dimissioni sono ricettizzie, cioè non respingibili. Difatto sia a Sangiuliano, sia a noi italiani ha fatto perdere 10 giorni perché non sapeva che pesci prendere.
Il nuovo Ministro Alessandro Giuli sembra promettere bene. Gentile e con una certa prestanza fisica. Anche qui come si dice l’occhio vuole la sua parte.
Nei primi anni 90 era giovane tesserato al circolo del Fronte della gioventù del Movimento Sociale italiano. Ricordate?
Quello di Giorgio Almirante che rivendicava la sua continuità con il fascismo. In quel circolo si muoveva una certa Giorgia Meloni. Vuol dire che sono ancora fascisti? Assolutamente no.
Ma vuol dire che la mela casca sempre vicino all’ albero. Cosa significa? Giorgia non ce la fa.
Non riesce ad andare oltre la sua esperienza politica e direi in questo caso anche culturale. Ovviamente in bocca al lupo al nuovo Ministro che forse riproporrà l’egemonia della destra nella cultura italiana.
Anche qui vedremo. Per ora non è cambiato nulla in questo governo.
PATRIZIO TOSETTO