Il programma delle iniziative con le quali la Città di Nichelino festeggia l’8 Marzo:
Sabato 8 marzo
ore 15,00 Centro Sociale N. Grosa – Via Galimberti 3 – Nichelino
Pomeriggio danzante con omaggio floreale per le donne della terza età. Ingresso libero.
ore 16,30 Ranch delle donne – Via Torricelli 136
Sessione di yoga e meditazione. A seguire merenda sinoira accompagnata da danze folcloristiche, con prodotti tipici e sapori autentici. Piantumazione della mimosa. L’evento è organizzato dall’Associazione Acto Piemonte in collaborazione con Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi. La partecipazione è a donazione libera. Per prenotare o ricevere informazioni, scrivere su WhatsApp al 3333383821.
ore 20,45 Palazzina di Stupinigi – Sala dei Camini
“Libri, Musica e Solidarietà”. Presentazione dei libri “Imparando dalle donne del Vangelo” di don Ferruccio Ceragioli (Direttore della sez. di Torino Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale) e “Madri per sempre, racconti polisensoriali di donne che “curano”” di Federica Storace (Insegnante di Lettere e Filosofia a Genova). Modera Marina Lomunno (Caporedattore de “La Voce e il Tempo”). Interventi musicale del coro “Claricantus”. Per gentile concessione della Fondazione Ordine Mauriziano. Ingresso libero (fino ad esaurimento posti). Per informazioni cell. 3282729554.
Martedì 11 marzo – ore 15,00 – Canale youtube dell’IIS J.C. Maxwell di Nichelino
Unit* per il Rispetto: un Giorno per i Diritti di Tutt*. Diretta youtube a cura delle ragazze e dei ragazzi di Radio Maxwell. Dialogo con le attiviste del Collettivo Nichelino Redbench su tematiche riguardanti il ruolo e l’importanza dei diritti per le diverse soggettività all’interno della società.
Giovedì 20 marzo – ore 20,30 Salone Croce Rossa – Via N. Sauro, 13 Nichelino
Proiezione del film “C’è ancora domani ” (2023 di Paola Cortellesi). Evento organizzato da SPI CGIL di Nichelino (Coordinamento Donne) in collaborazione con Unitre di Nichelino. Ingresso gratuito.
Giovedì 27 marzo – ore 20,45 Circolo Primo Maggio – Via S. Francesco D’Assisi, 56
Osservatorio dei diritti e dei servizi. 48 anni dopo il servizio Rai in cui le donne di Nichelino raccontavano la città e i loro bisogni, le nichelinesi tornano a confrontarsi sullo stato attuale dei diritti e dei servizi. A cura del Collettivo transfemminista intersezionale Nichelino Redbench.
Info: Ufficio Pari Opportunità 011/6819256
Baseball: 8 piemontesi convocati dall’Italia U12
Nella lista sono presenti ben 8 atleti tesserati con società affiliate al C.R. FIBS Piemonte e sono:
Matteo Bracco 2013, Canavese Baseball & Softball
Alessio Contreras Felis 2013, ASD Grizzlies Torino 48
Diego Ferraro 2013, Baseball Softball Vercelli
Gianluca Locci 2013, Baseball Club Fossano
Gabriele Opert 2013, Baseball Club Fossano
Gabriel Pantaleo 2013, Baseball Softball Vercelli
Francesco Pio Verrastro 2014, Bc Settimo
Alessandro Vogliotti 2013, Bc Settimo
Agli atleti ed alle società di appartenenza vanno i più vivi complimenti da parte del presidente Isabella Dalbesio, dei consiglieri regionali e dello staff dei collaboratori del C.R. Piemonte.
SEGUITI 452 UOMINI AUTORI DI VIOLENZA NEI CUAV
Lo studio di Ires Piemonte: il 72% degli uomini seguiti ha figli, metà dei minori ha assistito agli abusi. L’assessore Chiarelli: «Dati numeri allarmanti che suggeriscono di lavorare su prevenzione e per spingere gli uomini a rivolgersi autonomamente ai centri. Chiederò ulteriori fondi per la prevenzione e l’assistenza»
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Torino 7 marzo 2025 – Nel 2024, i Centri antiviolenza del Piemonte hanno accolto 4.074 donne vittime di violenza, mentre nei primi mesi del 2025 sono già 471 le nuove richieste di aiuto. I dati diffusi dalla Regione Piemonte, su richiesta dell’assessore alle Pari Opportunità, Marina Chiarelli sono il risultato del monitoraggio annuale sui 21 centri antiviolenza. Torino è la provincia con il numero più alto di accessi, con 2.537 donne seguite nel 2024 e 284 nuovi casi nel 2025. Seguono Cuneo, con 473 donne prese in carico nel 2024 e 43 nei primi mesi del 2025, e Novara, che registra 289 accessi nel 2024 e 44 nuovi ingressi nel 2025. Anche le altre province confermano una situazione di forte criticità: Alessandria ha assistito 290 donne nel 2024, mentre a Vercelli il numero si attesta a 139. Nel Verbano-Cusio-Ossola sono state 180 le donne seguite, a Biella 91 e ad Asti 75.

«Questi numeri confermano che il problema della violenza di genere è radicato e richiede azioni ancora più incisive sul fronte della prevenzione – sottolinea l’assessore regionale alle Pari Opportunità, Marina Chiarelli –. Il fatto che solo un uomo su dieci scelga autonomamente di intraprendere un percorso nei Cuav dimostra quanto sia difficile per gli autori di violenza riconoscere la gravità delle proprie azioni. Dobbiamo lavorare affinché più uomini si avvicinino spontaneamente a questi centri, prima che la violenza si consumi cominciando dall’educazione sentimentale che riguarda sia gli uomini che le donne. Imparare a conoscersi a cominciare dalla più tenera età è il primo passo per la prevenzione E per questo chiederò ulteriori fondi per contrastare questo fenomeno che ha assunto i contorni di una vera e propria piaga sociale».
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IL PROFILO DEGLI UOMINI AUTORI DI VIOLENZA: LO STUDIO DI IRES
Parallelamente, un’indagine realizzata da Ires Piemonte ha analizzato l’attività dei Centri per Uomini Autori di Violenza (Cuav) nel 2023 evidenziando che 452 uomini sono stati presi in carico nei 16 Cuav attivi in regione. Il 72% di loro ha figli e, nella metà dei casi, i minori hanno assistito agli episodi di violenza contro la madre. La maggior parte degli uomini seguiti ha un’occupazione, con il 69,3% che lavora stabilmente, mentre l’88% ha commesso abusi in ambito familiare, prevalentemente nei confronti della partner o dell’ex partner. Solo il 10% degli uomini si è rivolto spontaneamente ai Cuav, mentre il restante 90% è stato inviato da avvocati, dall’autorità giudiziaria o dai servizi sociali. Un dato significativo riguarda il livello di istruzione e l’infanzia di questi uomini: solo un terzo di loro ha un diploma e, nella stessa percentuale, ha subito episodi di violenza quando era bambino.
Dallo studio emerge poi che l’età media di chi si rende protagonistica di atti violenti contro le donne ha un range compreso tra i 17 e gli 81 anni. Non solo: il 69,3% ha un’occupazione regolare, mentre il soltanto il 16,6% è disoccupato mentre per quanto riguarda il livello di istruzione, il 51,8% ha conseguito la licenza media inferiore, il 31,3% un diploma superiore e il 10% è laureato.
L’88% degli uomini che si rivolgono ai Centri per autori di violenza ha dichiarato di averlo fatto in seguito a episodi avvenuti in ambito familiare e, nel 75% dei casi, la vittima è la partner o l’ex partner. Il fenomeno coinvolge anche i figli: il 72,3% degli utenti è padre e, in oltre la metà dei casi, i minori hanno assistito agli episodi di violenza sulla madre. Le forme di abuso più diffuse sono la violenza fisica e psicologica, seguite da stalking, violenza sessuale, molestie e violenza economica.
Altro dato riguarda il passato di chi arriva nei Cuav: il 30,5% degli uomini dichiara di aver subìto violenza, di cui il 19,9% direttamente e il 10,6% in forma assistita, cioè come spettatore di abusi durante l’infanzia. La maggior parte delle violenze vissute dagli utenti è di tipo fisico o psicologico, ma il 9% ha subìto violenza sessuale.
I percorsi di trattamento nei Cuav durano in media 10 mesi e prevedono incontri individuali e di gruppo, con l’obiettivo di promuovere un cambiamento consapevole e duraturo nei comportamenti violenti. Per quanto riguarda le modalità di accesso solo il 10% degli uomini arriva volontariamente, mentre il 90% è inviato da soggetti terzi, principalmente avvocati e autorità giudiziaria, con un numero minore di segnalazioni provenienti dai servizi sociosanitari anche in applicazione della legge del 2019 sul «Codice Rosso». Al momento dell’accesso ai Cuav, l’89,6% degli uomini si trova in stato di libertà, mentre il 10,4% è detenuto. Tra coloro che sono in libertà, il 45,9% ha ricevuto una denuncia, mentre l’8,1% ha ricevuto un ammonimento, con il 66,6% degli ammonimenti (22 su 33) emessi in assenza di una denuncia da parte della vittima.
Le tipologie di violenza commesse dai soggetti seguiti sono spesso multiple: nel 52,6% dei casi si riscontrano, infatti, più forme di abuso contemporaneamente. Le più frequenti sono la violenza fisica(56,9%) e psicologica (49,8%), seguite da stalking (20,4%), violenza sessuale (15%), molestie (7,7%) e violenza economica (3,8%). Un dato residuale ma comunque presente riguarda i casi di revenge porn o vessazioni legate all’uso di immagini e social network (0,9%).
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DALLA REGIONE 400MILA EURO PER EDUCARE ALLA PARITÀ E DIFENDERE LE VITTIME
Accanto al lavoro dei Cuav, la Regione Piemonte ha investito nel 2024, 295.589 euro per finanziare progetti di informazione, comunicazione e formazione nelle scuole con una serie di interventi che rientrano nel Piano Operativo regionale realizzato grazie a fondi nazionali destinati alla prevenzione della violenza contro le donne.
Con questi fondi, sono stati finanziati 15 progetti, presentati da 7 enti pubblici, 6 associazioni e 2 cooperative sociali, in partenariato con scuole e istituti formativi, che hanno coinvolto docenti, studenti e studentesse di 26 istituti comprensivi, 28 istituti superiori e 45 enti del terzo settore. Nel piano di prevenzione sono stati realizzati anche concorsi creativi per studenti tra i 6 e i 18 anni, con la produzione di video, disegni e musiche sul tema della parità di genere.
A bilancio 2025 anche 170.000 euro per garantire assistenza legale alle donne vittime di violenza per il supporto nei percorsi giudiziari. Complessivamente ammonta a 400.000 euro il fondo regionale per le iniziative di prevenzione e promozione della parità di genere.
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L’ATTIVITÀ DEI CUAV IN PIEMONTE
Il Piemonte si conferma la regione italiana con il maggior numero di Centri per Uomini Autori di Violenza con 16 strutture con una distribuzione che vede Torino come principale polo con sei strutture operative. Novarasegue con tre centri, mentre Cuneo ne ha due. Nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola è attivo un Cuav per ciascun territorio. L’analisi delle schede di accesso ha evidenziato come la maggiore concentrazione di uomini in trattamento si registri a Torino, dove si sono rivolti il 60,2% degli utenti, seguita da Novara con il 9,6% e da Cuneo con l’8,7%. Alessandria e Asti registrano rispettivamente il 7,5% e il 5,8% degli accessi, mentre nelle province di Biella, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola le percentuali scendono sotto il 5%.
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UNA MONETA CONTRO LA VIOLENZA: IL MEF DEDICA UN 5 EURO D’ARGENTO ALLE DONNE
Nella Collezione 2025 del MEF, pensata e realizzata dall’Istituto poligrafico e zecca dello Stato, è stata inserita una speciale moneta in argento da 5 euro fior di conio volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul terribile fenomeno della violenza sulle donne. Il colore rosso è applicato su un paio di scarpette da donna, col tacco alto, quelle nate nel 2009 da un’idea dell’artista messicana Elina Chauvet come installazione per denunciare la violenza sulle donne e il femminicidio e, da allora, diventate il simbolo della lotta per i diritti delle donne e contro la violenza di genere.
cs
Bus con bambini contro camion: grave l’autista
Ieri a Cormano nel Milanese un bus con a bordo 44 bambini della scuola primaria Fiorana di Ivrea sull’autostrada A4 si è scontrato con un camion. Due bimbe sono state ricoverate in codice giallo all’ospedale San Raffaele di Milano. Grave l’autista, ferite anche due insegnanti.
La Polizia di Stato in piazza con Just the Woman I am
Da venerdì 7 a domenica 9 marzo, la Polizia di Stato sarà presente in Piazzetta Reale con i propri stand partecipando all’evento denominato “Just the woman I am”, organizzato dal Centro Universitario Sportivo Torinese in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e il Politecnico di Torino.
In Piazza Castello e nell’attigua Piazzetta Reale verrà allestito “Il Villaggio della Prevenzione e del Benessere” per offrire ai cittadini visite gratuite, consulti, convegni e webinar divulgativi.
La Polizia di Stato parteciperà con i propri stand promuovendo le diverse campagne dipartimentali in materia di prevenzione, e con l’esposizione di mezzi e di tecnologie in uso nelle diverse articolazioni.
In particolare:
- Venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 marzola Polizia Ferroviaria illustrerà il progetto educativo per le scuole superiori denominato “Train to be cool” volto a sensibilizzare i più giovani sui pericoli e sul comportamento corretto da tenere in abito ferroviario.
- Venerdì 7 marzo, il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postalee delle Comunicazioni “Piemonte e Valle d’Aosta” esporrà le regole di comportamento per l’uso delle nuove tecnologie;
- Per tutte e tre le giornate personale del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica illustrerà la propria attività, con incontri su tematiche di settore. Nello specifico: venerdì 7 marzo p.v. sarà dedicato alle tecniche di sopralluogo, mentre sabato 8 e domenica 9 marzo saranno illustrate le attività dei laboratori di chimica e biologia. Sarà inoltre presente il veicolo Fiat “FullBack”, un pick-up appositamente allestito per il supporto tecnico scientifico in occasione degli interventi sulla scena del crimine.
- Sabato 8 marzo la Polizia Stradalemostrerà i contenuti della campagna di sicurezza stradale “Progetto Icaro”. Inoltre, saranno illustrate le peculiarità di due autoveicoli in dotazione alla specialità, Citroen “Jumper” e Alfa Romeo Stelvio;
- Venerdì 7 e domenica 9 marzo, la Divisione Polizia Anticrimine svolgerà attività informative sulla violenza di genere, con focus sull’uso dell’app Youpol e sulla campagna “Questo non è amore”.
- Venerdì 7 e domenica 9 marzo, personale dell’Ufficio Sanitario Provinciale terrà dimostrazioni sulle manovre di primo soccorso con l’impiego del defibrillatore (blsd) e sulla disostruzione delle vie aeree, attraverso esercitazioni pratiche con l’utilizzo del manichino. Domenica 9 marzo p.v., il Commissario Capo Tecnico Psicologo, dott. Baudino fornirà consulenza psicologica gratuita a chiunque volesse usufruire del servizio; inoltre, nella medesima giornata, saranno svolti interventi di prevenzione per la salute con rilevazione dei parametri vitali (misurazione della pressione arteriosa, della glicemia basale e della saturazione).
Lei non sa chi sono io
Questa frase, caduta per nostra fortuna in disuso, ha espresso per decenni l’italica abitudine di far valere il proprio peso, la propria posizione anche quando, in realtà, ci sarebbe stato da nasconderla perché colti in fallo, per aver dato un pessimo esempio di comportamento o altro.
Spesso erano i politici, dal piccolo Sindaco fuori sede al parlamentare, al sottosegretario o portaborse di questo o quel ministro che, ipso facto, si sentivano superiori ai comuni mortali.
Io ho sempre sostenuto che tutti i cittadini, a condizione di esserne in grado giudizialmente e culturalmente, dovrebbero svolgere un mandato in uno qualsiasi degli àmbiti politici del nostro Paese.
Da consigliere di circoscrizione (o Municipalità che dir si voglia) a consigliere comunale, da Sindaco a consigliere regionale fino a parlamentare, non solo è dovere di tutti i cittadini partecipare alla gestione della res publica, ma permetterebbe loro di capire “da dentro” come si svolga l’amministrazione del Paese, quali difficoltà incontri quasi quotidianamente un amministratore pubblico.
Lo vedo sulla mia pelle: cittadini che, non conoscendo il codice degli appalti (o ignorandone l’esistenza) pensano che per aggiustare una strada sia sufficiente chiamare un’impresa e, al termine, effettuare un bonifico per il pagamento; oppure credono che il Sindaco sia un monarca assoluto che può decidere autonomamente e che qualsiasi cosa i sudditi chiedono sia realizzabile.
Il ritorno all’insegnamento dell’educazione civica è un primo, minimo, tentativo di avvicinare i cittadini allo Stato, alla politica intesa come sintesi dei poteri legislativo ed esecutivo (e di conseguenza giudiziario), all’impegno in prima persona.
Decenni di spese incontrollate, evasione da Guinness dei primati, disinteresse dei cittadini fanno si che ogni anno lo Stato stringa i cordoni della borsa salvo, all’improvviso, erogare bonus come se fosse Natale per poi lamentare un aumento del debito pubblico ed un aumento dell’inflazione.
Ecco perché se ognuno partecipasse alla gestione dello Stato con l’accortezza che ogni casalinga pone nella gestione del proprio ménage familiare, se i professionisti ponessero nello svolgimento della loro carica elettiva lo stesso impegno e serietà profusi nel loro impiego privato, d’incanto la macchina statale, nelle sue varie declinazioni e derivazioni, migliorerebbe di colpo.
Ma è opportuno che tutti i cittadini maggiorenni, in possesso di requisiti “normali” ma di dimostrata capacità di analisi, di comprensione dei problemi, con una minima conoscenza del diritto amministrativo degli enti locali partecipino attivamente a turno, per esempio un mandato quinquennale ciascuno, in una sorta di “do ut des”: partecipo alla gestione dello Stato, in cambio godo di ciò che lo Stato mi fornisce (strade, sanità, sicurezza, istruzione, ecc).
Altrimenti, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, il rapporto è sbilanciato: pochi fanno tutto, troppi pretendono molto, e le due parti non si pareggiano mai.
Trovo entusiasmante che in alcuni Comuni sia stato costituito un “consiglio comunale” dei ragazzi, con Sindaco e tutto il resto che partecipano ad alcune iniziative del Comune, imparano a vivere in politica ed apprendono la complessità della macchina amministrativa.
In alternativa avremo da un lato cittadini sempre più insoddisfatti, per colpa della scarsa o inesistente conoscenza del funzionamento della politica e, dall’altro, amministratori subissati di critiche, richieste impossibili, a rischio di commettere errori continui perché alcuni cittadini, anziché essere tutt’uno con le istituzioni, diventano nemici dai quali difendersi.
La Costituzione, approvata il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1948 è una delle più belle al mondo; per redigerla furono chiamati anche alcuni linguisti perché venisse scritta in un linguaggio semplice, comprensibile, anziché nel solito politichese col quale troppo spesso ci scontriamo.
Sono solo 139 articoli più 12 norme transitorie: se…. la leggessimo almeno una volta? Sono certo non provocherebbe reazioni avverse, anzi !
Sergio Motta
In mostra nelle Sale del “Collegio San Giuseppe” di Torino, opere di artisti attivi sotto la Mole nel secondo dopoguerra fra “Surrealismo e dintorni”
Fino all’8 marzo
Una settantina le opere in mostra. E circa quaranta gli artisti coinvolti. All’ingresso nella prima delle Sale espositive del “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, a Torino, (dove la rassegna sarà ospitata fino al prossimo sabato 8 marzo) ci osserva con aria aristocratica e uno sguardo velatamente altezzoso e vagamente indagatorio un magnifico “Ritratto di signora” a firma di Raffaele Pontecorvo (Roma, 1913 – Torino, 1983), fra i più illustri artisti italiani, operanti nell’arco del secondo dopoguerra, esteta raffinato nell’uso dei colori e nella più accademica rinascimentale perfezione del segno. Quella sua “signora” ci osserva.
Un ciuffo di capelli biondi, occhi leggermente socchiusi, il collo alla “Modì” che (attenzione!) poggia però su una molla rotante necessaria a comporne appieno le fattezze. Insomma… una delle tante sue eccentriche “donne-manichino”. E qui, s’interrompe il terreno innamoramento, entrando invece negli spazi altrettanto suggestivi del fantastico, di un prezioso “oltre-reale”, che fa dell’artista uno dei principali attori di quel “surrealismo subalpino”, passato alla storia come “Movimento dei Surfanta”, capitanato alla grande dal “Papa Nero” (soprannome forse esagerato!) Lorenzo Alessandri (Torino, 1927 – Giaveno, 2000). E’ lui, il fondatore del Movimento a Torino, nel ’64, con tanto di “Manifesto”, alla pari di quanto successo a Parigi, per opera di André Breton, con quel “Surrealismo” (cent’anni da poco compiuti accanto ai sessanta dei nostri “Surfanta”) in cui, dal ’24, si mossero a larghe bracciate artisti quali Mirò, Ernst, Magritte e, naturalmente, l’“inarrivabile” (?) Salvador Dalì – “il surrealismo sono io”.
Accanto alla rossa “da incubo” “Bambola diavola”, a firma di Alessandri troviamo in mostra anche un terrifico (stralunati musicisti zombie) “Ite Missa est” realizzato, con il pensiero rivolto ben bene al fiammingo Bosch, in quella sua “Soffitta Macabra” in “Cit Turin”, luogo di studio e ritrovo di molti artisti in qualche modo legati all’occulto e al gusto dell’esoterico. “Io i mostri non li creo – scriveva Alessandri – perché i mostri ci sono già e sono intorno a noi, molti mostri siamo noi stessi”. Pensiero di certo condiviso da Enrico Colombotto Rosso (Torino, 1925 – Casale Monferrato, 2013) con la sua “Figura” – monstrum uscita dalla “Corte dei miracoli”, per dirla con Testori, così essenziale e di inquietante “diversa” visionarietà da viaggiare su pianeti del tutto opposti rispetto alla sontuosa preziosità e al decorativismo di certi suoi “Costumi teatrali” o di quel suo “Pesce fantastico”, in cui l’atto di ferocia pare annullarsi in una sorta di brillantezza della forma simile ad un raro e ricco monile.
“Il Movimento dei ‘Surfanta’ – sottolinea Francesco De Caria, insieme a Donatella Taverna e ad Alfredo Centra, curatore della mostra che gode anche della collaborazione dello storico Stefano Morabito e della torinese ‘Sguazzi d’Arte’ – è rappresentato in rassegna attraverso un ‘Focus espositivo’ compreso fra i decenni Sessanta e Ottanta, con risvolti proseguiti e ben rintracciabili nei decenni successivi, e con precedenti importanti che vanno indietro fino ai pittori fiamminghi, a Bosch in particolare e all’opera di Italo Cremona”. Di quest’ultimo (nato a Cozzo-Pavia nel 1905 e scomparso a Torino, nel 1979) citiamo, un’ironica, pur se tristemente decadente e raccogliticcia “Giuria femminile”, dove i volti delle “giurate” assumono (chissà perché?) l’inesistente consistenza di un rilassato “canovaccio” pari al celebre “Enigma dell’ora” di De Chirico o alla “Persistenza della memoria” di Dalì. Presenti in mostra e di grande fascino anche i celebri “Volatari” e il “Rinoceronte figliato” di Silvano Gilardi (Torino, 1933 – 2021), in arte Abacuc (pseudonimo preso a prestito dal profeta vissuto sei secoli avanti Cristo, ottavo dei 12 Profeti minori), “quasi a voler sottolineare le caratteristiche visionarie e profetiche dell’Arte”.
E l’iter prosegue. Impossibile citare tutti gli artisti presenti in mostra. Ricordiamo ancora, accanto a Lamberto Camerini, fedele allievo di Pontecorvo, lo “Spazzacappa” di Guido De Bonis insieme al misterioso “All’ombra delle betulle” di Giovanni Macciotta e allo scultoreo (art brut) “Concertino” di Mario Molinari, con le plastiche, incredibili e giocose “metamorfosi” di Mario Giani, in arte Clizia. Per finire con Sergio Albano (e il suo candido “mafioso” assopito in poltrona), il geometrico trionfo de “La donna montagna” di Michele Tomalino Serra, seguita dagli enigmi dell’“Albertina” e de “Il bambolaio” (con quelle incredibili “bambole siamesi” (?), fonte di non poco e oscuro stupore) di Giuseppe Attini. Altri nomi mancano in un panorama d’arte messo insieme con generosità, grande competenza ed impegno. Tutto da vedere. In una mostra davvero tanto bella, da apparire “surreale”!
“Surrealismo e Surrealismi a Torino”
Collegio “San Giuseppe”, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250 o www.collegiosangiuseppe.it
Fino all’8 marzo
Orari: lun. – ven. 10,30/12 e 15,30/18; sab. 10,30/12
Gianni Milani
Nelle foto: Raffaele Pontecorvo “Ritratto di Signora”; Lorenzo Alessandri “Ite missa est”; Enrico Colombotto Rosso “Bambola mostro”; Abacuc “Rinoceronte figliato”; Italo Cremona “Giuria femminile”
Il programma messo a punto dall’amministrazione comunale, in collaborazione con enti e associazioni, prevede come momento centrale l’incontro pubblico “Gli stessi diritti e i medesimi doveri. Le famiglie e l’uguaglianza 50 anni dopo la riforma”.
L’evento si terrà il 7 marzo, alle ore 9.30, nella Sala Conferenze della Biblioteca Civica Centrale, situata in via della Cittadella 5. Interverranno la vicesindaca Michela Favaro e l’assessore alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli. L’incontro, a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti, sarà occasione per approfondire circa il ruolo delle donne all’interno delle famiglie e le prospettive del diritto di famiglia nella realtà contemporanea, con particolare attenzione all’approccio di genere.
«Una delle più grandi sfide a cui le nostre società devono far fronte è senza dubbio quella dell’inverno demografico – dichiara la vicesindaca Michela Favaro -. Tuttavia non è possibile parlare di natalità e ruolo delle famiglie nella società senza prima affrontare con coraggio e risolutezza il tema dell’uguaglianza tra uomo e donna. Questo vale nelle famiglie per i carichi di cura e sul lavoro nell’accesso a uguali cariche e livelli retributivi».
«Quest’anno le celebrazioni dell’8 Marzo si affiancano a quelle per i 50 anni del diritto di famiglia, che nel 1975 introdusse “pari diritti e medesimi doveri” tra marito e moglie – afferma l’assessore alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli –. Nonostante i cambiamenti introdotti grazie a quella importantissima riforma, esistono ancora forme di disuguaglianza, ad esempio di disuguale distribuzione dei carichi di cura e di lavoro per le donne. Anche i modelli di famiglia non sono tutti uguali tra loro e non godono degli stessi diritti. Per questo credo sia importante riflettere sulle sfide che le donne affrontano ogni giorno e di cui la nostra società deve essere consapevole, affinché tutte le persone siano egualmente libere e riconosciute nella loro dignità e nei loro diritti».
A questo appuntamento si affiancherà la campagna di comunicazione istituzionale dell’amministrazione per informare la cittadinanza sul tema della giornata e sulle attività ad essa legate, partita in questi giorni con l’affissione di manifesti in tutta la città e con la diffusione di locandine nelle biblioteche, nei punti informativi aperti al pubblico, nonché sui mezzi di trasporto di superficie gestiti da GTT.
Il programma completo con tutte le proposte, tra incontri, proiezioni cinematografiche, mostre e momenti di approfondimento, organizzate dalla Città insieme alle numerose associazioni e componenti della Rete cittadina del Coordinamento Contro la Violenza sulle donne, è molto ampio e consultabile sul sito istituzionale del Comune di Torino, sui suoi canali social e sul portale delle Pari Opportunità “I.R.M.A.”.
Tra queste è al via proprio in questi giorni “Lei è”, una campagna di informazione e sensibilizzazione, adottata dalla Città, per portare l’attenzione su leggi e diritti faticosamente conquistati dalle donne nel corso degli anni, con l’obiettivo di promuoverne una consapevolezza utile a tutelarli e farli rispettare.
Dal diritto di scelta sulla gravidanza alla parità salariale, dalla denuncia della violenza maschile alla pubblicità basata su stereotipi di genere, l’iniziativa consisterà in 12 soggetti pensati per scardinare luoghi comuni sul ruolo delle donne, nel mondo del lavoro come in politica e nelle relazioni intime, che ne limitano la libertà e alimentano la violenza di genere.
Attualmente sono già visibili 4 dei 12 soggetti sulle locandine elettroniche dei mezzi di superficie di GTT e sulle cartoline distribuite attraverso punti informativi, biblioteche e Case del Quartiere, mentre 2 video saranno i protagonisti sugli schermi delle stazioni della metropolitana di Torino. La campagna, tuttavia, è concepita per svilupparsi nel corso dell’intero anno, con l’introduzione di altri 4 soggetti nel mese di giugno e degli ultimi 4 a fare la loro comparsa a novembre, in concomitanza con le iniziative legate alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La Campagna verrà ufficialmente presentata lunedì 10 marzo, alle ore 10.30, negli spazi di Off Topic.
Ha il volto di Antigone, personaggio delle opere di Sofocle e simbolo della donna che sfidò il tiranno, l’iniziativa portata invece avanti dai tassisti torinesi che, nella mattinata di sabato 8 marzo, renderà omaggio al coraggio delle donne, offrendo alle passanti in piazza Palazzo di Città mimose e buoni sconto per future corse in taxi. Promossa dalla Cooperativa Taxi Torino e patrocinata dalla Città, l’iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolare sulle discriminazioni e sulle violenze di genere.
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