ilTorinese

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Lee Kravetz “Le ultime confessioni di Sylvia P.” -Fazi Editore- euro 18,50

Secondo alcuni critici questo libro di esordio dell’americano Lee Kravetz può essere definito un mistery letterario che ruota intorno alla poetessa Sylvia Plath; suicidatasi a Londra, a soli 30 anni, poco dopo la pubblicazione (nel febbraio 1963) de “La campana di vetro” che la rese immortale.

Le ultime confessioni di Sylvia P.” si basa su tre voci femminili, in qualche modo legate alla vita della poetessa ed articolate in una serie di capitoli-stanze. Tre donne che, a distanza di tempo, in un misto di fatti veri e immaginari, incrociano l’esistenza della Plath.

Nel 2019, Estee, curatrice di una piccola casa d’aste del Massachusetts, si ritrova tra le mani tre quaderni firmati Victoria Lucas. Intuisce subito che si tratta del manoscritto “La campana di vetro” e si chiede come queste preziose pagine siano finite nella soffitta di una casa in Massachusetts.

Poi ci sono i ricordi di due donne che la Plath l’avevano conosciuta.

La poetessa Boston Rhodes (dietro la quale sembra celarsi Anne Sexton) che la incontra a un corso di scrittura del poeta Robert Lowell. Entrambe sono fragili, talentuose, sensibili e finiscono per instaurare un legame ambiguo e pieno di chiaroscuri tra amicizia, competizione e invidia.

Infine c’è Ruth Barnhouse, una delle prime psichiatre americane che nel 1953 curò la Plath, nella clinica per malattie mentali in Massachusetts, dov’era stata ricoverata a 20 anni, dopo un primo tentativo di togliersi la vita. La Barnhouse ebbe un ruolo importante nell’aiutarla a riprendere la strada letteraria.

Attraverso le tre diverse prospettive delle coprotagoniste (delle quali emergono anche le vicende più intime), Lee Kravetz ricostruisce la breve, intensa e tormentata vita della Plath.

 

 

Corrado Augias “La vita s’impara” -Einaudi- euro 20,00

Alla soglia dei 90 anni il giornalista e scrittore -tra i più importanti del panorama italiano- affida a questa sorta di memoir il resoconto della sua vita e del suo impegno civile. Una narrazione libera, senza linea di confine tra vita vissuta e quella elaborata dal pensiero.

Bellissime le pagine in cui ripercorre le tappe salienti della sua lunga ed interessante vita. Emozionanti i ricordi dal suo album di famiglia.

La guerra quando era ancora bambino; scioccato di fronte

all’estrazione dei corpi dalle macerie lasciate dai bombardamenti e ai «morti infarinati di cemento».

Il padre ufficiale in servizio a Tripoli; la nonna ebrea convertita ad un cattolicesimo semi fanatico.

Poi ci sono gli incontri determinanti per la sua formazione di uomo e intellettuale, quelli che l’hanno portato a scegliere la carriera da intraprendere; il giornalismo ai massimi livelli.

Nomi della caratura di Scalfari e Angelo Guglielmi (legato alla rivoluzione televisiva della quale Augias è stato uno dei principali protagonisti).

Ma anche gli incontri di carta con il pensiero e la vita di Piero Gobetti, Gramsci e di altri esponenti della cultura progressista e cosmopolita.

Pagine che mettono a fuoco il pensiero di un grande divulgatore. Emerge a tutto tondo la vastissima cultura accumulata fin da giovanissimo; anche attraverso le letture di Lucrezio, Spinoza, Macchiavelli, Kant e tanti altri che l’hanno affascinato e trasportato nella storia passata dell’umanità.

 

 

Ann Pratchett “Tom Lake” -Ponte alle grazie- euro 18,00

La scrittrice, giornalista e proprietaria di una libreria a Nashville, ci regala questo romanzo d’amore, che è anche uno spaccato dei rapporti familiari. Ambientato al tempo del lockdown in una fattoria nel Michigan del Nord, dove vivono e lavorano Lara e il marito Joe.

Le figlie della coppia tornano per aiutare i genitori nella raccolta delle ciliegie. E’ l’occasione intima e bucolica scandita dai tempi lenti e confortanti di una piccola operosa quotidianità; ma anche il pretesto per farsi raccontare un capitolo della vita della madre.

Quando Lara aveva 24 anni aveva recitato in una compagnia teatrale estiva chiamata Tom Lake. Un passato da attrice, ai tempi del liceo e dell’Università; breve ma indimenticabile.

All’epoca era stata travolta da Peter Duke, affascinante attore col quale aveva vissuto una grande passione. Lui era seducente e inafferrabile; ma dopo il successo a Hollywood, aveva finito per perdersi nelle droghe.

Dopo questa esperienza Lara era andata avanti con la sua vita. Aveva scelto il solido Joe, si era trasferita nella sua fattoria e aveva creato una famiglia con tre figlie.

Emily, primogenita fantasiosa e travolgente.

La seconda, Maisie, fin da piccola manifesta l’indole empatica verso degli animali e vuole diventare veterinaria.

Poi la terzogenita, Nell, l’unica ad aver ereditato dalla madre l’amore per il teatro.

Un romanzo che rimanda alle atmosfere di “Piccole donne” e alle opere di Cěchov. Alterna la ricostruzione del passato e le relazioni, le emozioni, gli affetti del presente. Un tuffo nei meandri dell’amore materno, giovanile e coniugale.

 

 

Olga Tokarczuk “I libri di Jakob o Il grande viaggio” -Bompiani- euro 29,00

La scrittrice polacca Premio Nobel ha ambientato questa sorta di fiaba storica nella Podolia del 700, scandagliando il mondo di mezzo tra Polonia e Ucraina.

Un imponente romanzo con protagonista il giovane ebreo Jakob Frank, arrivato in Podolia (oggi difficile da circoscrivere tra Galicia, Volynia, Bukovina e Polesia), in un villaggio che è l’incrocio di popoli, lingue e religioni diverse. Ebrei, musulmani, cattolici e relative superstizioni si ritrovano tra le bancarelle dei mercati.

Le vicende narrate si dipanano nella seconda metà del Settecento, quando queste zone venivano chiamate periferie ed appartenevano alla Polonia. Un’area multietnica che risentiva dell’influenza e dei commerci con l’Impero Ottomano.

Attraverso una minuziosa ricostruzione storica seguiamo le vicende dell’astuto Jacob che elabora una sua “Eresia”. Raccoglie una setta di seguaci fanatici, si muove con abilità travalicando i confini degli imperi e le varie fedi religiose, scalando le gerarchie sociali.

E’ veramente esistito quest’uomo eccezionale che creò una sua corte ed attraversò varie esperienze: dalla gloria alla prigionia, dal lusso alla malattia, dall’esaltazione del successo alla disperazione.

 

Addio a “Massimo” l’ultimo partigiano quasi centenario

Argante Bocchio, nome di battaglia “Massimo”, presidente onorario
della sezione provinciale novarese  dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è morto ieri. A novembre avrebbe compiuto 100 anni. Era l’ultimo ex partigiano che aveva partecipato alla Resistenza nel novarese. A 18 anni m nel marzo 1943 organizzo’ uno sciopero nella fabbrica tessile in cui lavorava nel Biellese.  Fu licenziato e arrestato e qualche mese dopo fini’ nuovamente in carcere per aver promosso un altro sciopero. Liberato l’8 settembre, sali’ in montagna e si uni’ alle formazioni partigiane.

 

Le sere torinesi di Gozzano: la malinconica poesia del quotidiano

Solo Gozzano è riuscito a descrivere Torino come in effetti è. Il poeta parla della sua città natale con una splendida ironia malinconica, prendendola un po’ in giro, ma con garbo e con affetto, esaltandone i caratteri sommessi, le cose quotidiane; del nostro capoluogo sottolinea l’anima altezzosa ed elegante, intellettuale e civettuola, riuscendo a far emergere i tratti che ne contraddistinguono la bellezza e l’unicità, nel presente e nei suoi aspetti “d’altri tempi” con un gusto da stampa antica.

Nel componimento “ Le golose”, Gozzano considera un semplice momento di vita quotidiana, elevandolo a situazione poetica: in questo caso Guido, grazie alla sua vena brillante e ironica, gioca a descrivere il comportamento delle “giovani signore” torinesi all’interno di Baratti, uno dei bar storici della città. Le “signore e signorine”, che subito riusciamo ad immaginarci tutte imbellettate, con tanto di cappellino e veletta, non resistono alla tentazione di assaporare un pasticcino, e, davanti alla invitante vetrina dei dolciumi, indicano con il dito affusolato al cameriere quello che hanno scelto, e poi lo “divorano” in un sol boccone.

È un momento qualsiasi, è l’esaltazione del quotidiano che cela l’essenza delle cose. Nella poesia citata l’eleganza torinese è presa alla sprovvista, colta in flagrante mentre si tramuta in semplice golosità. Ma Gozzano sfalsa i piani e costringe il lettore a seguirlo nel suo ironizzare continuo, quasi non prendendo mai niente sul serio, ma facendo riflettere sempre sulla verità di ciò che asserisce. Se con “Le golose” Guido si concentra su una specifica situazione, con la poesia “Torino”, dimostra apertamente tutto il suo amore per il luogo in cui è venuto alla luce.
Guido Gozzano nasce il 19 dicembre 1883 a Torino, in Via Bertolotti 3, vicino a Piazza Solferino. È poeta e scrittore ed il suo nome è associato al Crepuscolarismo – di cui è il massimo esponente – all’interno della corrente letteraria del Decadentismo. Inizialmente si dedica all’emulazione della poesia dannunziana, in seguito, anche per l’influenza della pascoliana predilezione per le piccole cose e l’umile realtà campestre, e soprattutto attratto da poeti stranieri come Maeterlinck e Rodenback, si avvicina alla cerchia dei poeti intimisti, poi denominati “crepuscolari”, amanti di una dizione quasi a mezza voce. Gozzano muore assai giovane, a soli trentadue anni, a causa di quello che una volta era definito “mal sottile”, ossia la tubercolosi polmonare. Per questo motivo Guido alterna alla elegante vita torinese soggiorni al mare, alla ricerca di aria più mite, (“tentare cieli più tersi”), soprattutto in Liguria, Nervi, Rapallo, San Remo, e anche in montagna. Un estremo tentativo di cura di tale malattia porta Guido a intraprendere nel 1912, tra febbraio e aprile, un viaggio in India, nella speranza che il clima di quel Paese possa migliorare la sua situazione, pur nella triste consapevolezza dell’inevitabile fine (“Viaggio per fuggire altro viaggio”): il soggiorno non migliora la sua salute, ma lo porta a scrivere molto.

Al ritorno redige su vari giornali, tra cui La Stampa di Torino, alcuni testi in prosa dedicati al viaggio recente, che verranno poi pubblicati postumi nel volume “Verso la cuna del mondo” (1917). A parte l’ampio poema in endecasillabi sciolti, le “Farfalle”, essenziali per comprendere la nuova poesia di Gozzano sono le raccolte di versi “La via del rifugio” (1907) e “I colloqui” (1911), il suo libro più importante. Questo è composto da ventiquattro componimenti in metri diversi, legati tra loro da una comune tematica e da un ritmo narrativo colloquiale, con, sullo sfondo, un giovanile desiderio di felicità e di amore e una struggente velatura romantica. Intanto il poeta scopre la presenza quotidiana della malattia (“mio cuore monello giocondo che ride pur anco nel pianto”), della incomunicabilità amorosa, della malinconia. Egli ama ormai le vite appartate, le stampe d’altri tempi, gli interni casalinghi, ma, dopo aver esaltato le patetiche suppellettili del “salotto buono” piccolo borghese di nonna Speranza con “i fiori in cornice e le scatole senza confetti, / i frutti di marmo protetti dalla campana di vetro”, non esita a definirle “buone cose di pessimo gusto”. Di contro al poeta vate dannunziano, all’attivismo, alla mitologia dei superuomini e delle donne fatali, egli oppone la banale ovvietà quotidiana, alla donna-dea oppone “cuoche”, “crestaie” (“sognò pel suo martirio attrici e principesse, / ed oggi ha per amante la cuoca diciottenne”), alla donna intellettuale contrappone una donna di campagna (“sei quasi brutta, priva di lusinga/ …e gli occhi fermi e l’iridi sincere/, azzurre d’un azzurro di stoviglia”). Si tratta di Felicita che, con la sua dimessa “faccia buona e casalinga” , gli è parsa, almeno per un momento, l’unico mezzo per riscattarsi dalla complicazione estetizzante.

Eppure non vi è adesione a questo mondo, mondo creato e nel contempo dissolto, visto in controluce con la consapevolezza che a quel rifugio di ingenuità provinciale il poeta non sa ne può aderire e, tra sorriso, affetto e vigile disposizione ironica, si atteggia a “buon sentimentale giovane romantico”, per aggiungere subito dopo: “quello che fingo d’essere e non sono”.
Oltre che per questa nuova e demistificante concezione della poesia, l’importanza di Gozzano è notevole anche sul piano formale: “egli è il primo che abbia dato scintille facendo cozzare l’aulico col prosaico” (osserva Montale), e che, con sorridente ironia, riesca a far rimare “Nietzscke” con “camicie”. Gozzano piega il linguaggio alto a toni solo apparentemente prosastici. In realtà i moduli stilistici sono estremamente raffinati. E la sua implacabile ironia non è altro che una difesa dal rischio del sentimentalismo. La consapevolezza ironica abbraccia tutto il suo mondo poetico, le sue parole, i suoi atteggiamenti, i suoi gesti.

Avviciniamoci ancor di più al letteratissimo poeta torinese disincantato e amabile, e cerchiamo di approfondire il suo contesto familiare. Guido nasce da una buona famiglia borghese.
Il Dottor Carlo Gozzano, nonno di Guido, amico di Massimo D’Azeglio, appassionato di letteratura romantica del suo tempo, presta servizio come medico nella guerra di Crimea. Carlo Gozzano, borghese benestante, possiede ampie terre nel Canavese. Il figlio di Carlo, Fausto, ingegnere, porta avanti la costruzione della ferrovia canavesana che congiunge Torino con le Valli del Canavese. Fausto si sposa due volte, dalla prima moglie ha cinque figli; dopo la morte della prima consorte, Fausto incontra nel 1877 la bella diciannovenne alladiese Diodata Mautino, che sposa e dalla quale ha altri figli, tra cui Guido. La donna ha un temperamento d’artista, ama il teatro e si diletta nella recitazione, ed è altresì la figlia del senatore Massimo, un ricco possidente terriero, proprietario della villa del Meleto, ad Agliè (la villa prediletta dal poeta).

Guido frequenta dapprima la scuola elementare dei Barnabiti, poi la «Cesare Balbo», avvalendosi anche dell’aiuto di un’insegnante privata, poiché il piccolo scolaro è tutt’altro che ligio al dovere.
Da ragazzo viene iscritto nel 1895 al Ginnasio-Liceo Classico Cavour di Torino, ma la sua svogliatezza non lo abbandona, egli viene bocciato e mandato a recuperare in un collegio di Chivasso; ritorna a studiare nella sua Torino nel 1898, poco tempo prima della morte del padre, avvenuta nel 1900 a causa di una polmonite. Le difficoltà scolastiche del futuro poeta lo costringono a cambiare scuola ancora due volte, finché nel 1903 consegue finalmente la maturità al Collegio Nazionale di Savigliano. Le vicissitudini tribolanti degli anni liceali sono ben raccontate da Guido all’amico e compagno di scuola Ettore Colla, scritti in cui si evince che il giovane è decisamente più interessato alle “monellerie” che allo studio.

Nel 1903 vengono anche pubblicati sulla rivista torinese “Il venerdì della Contessa” alcuni versi di Gozzano, di stampo decisamente dannunziano (qualche anno dopo, in un componimento del 1907 “L’altro” il poeta ringrazia Dio che – dichiara – avrebbe potuto “invece che farmi Gozzano /un po’ scimunito ma greggio / farmi gabrieldannunziano /sarebbe stato ben peggio!”). Guido si iscrive poi alla Facoltà di Legge, ma nella realtà dei fatti frequenta quasi esclusivamente i corsi di letteratura di Arturo Graf. Il Professore fa parte del circolo “Società della cultura”, la cui sede si trovava nella Galleria Nazionale di via Roma, (poi spostatosi in via Cesare Battisti); anche il giovane Gozzano entra nel gruppo. Tra i frequentatori di tale Società, nata con lo scopo di far conoscere le pubblicazioni letterarie più recenti, di presentarle in sale di lettura o durante le conferenze, vi sono il critico letterario e direttore della Galleria d’Arte Moderna Enrico Thovez, gli scrittori Massimo Bontempelli, Giovanni Cena, Francesco Pastonchi, Ernesto Ragazzoni, Carola Prosperi, il filologo Gustavo Balsamo Crivelli e i professori Zino Zini e Achille Loria; anche Pirandello vi farà qualche comparsa. Nell’immediato dopoguerra vi parteciperanno Piero Gobetti, Lionello Venturi e Felice Casorati.

Gozzano diviene il capo di una “matta brigada” di giovani, secondo quanto riportato dall’amico e giornalista Mario Bassi, formata tra gli altri dai letterati Carlo Calcaterra, Salvator Gotta, Attilio Momigliano, Carlo Vallini, Mario Dogliotti divenuto poi Padre Silvestro, benedettino a Subiaco e dal giornalista Mario Vugliano.
Va tuttavia ricordato che per Guido quel circolo è soprattutto occasione di conoscenze che gli torneranno utili per la promozione dei suoi versi, egli stesso così dice “La Cultura! quando me ne parli, sento l’odore di certe fogne squartate per i restauri”. Con il passare del tempo, matura lentamente in lui una più attenta considerazione dei valori poetici della scrittura, anche grazie (ma non solo) allo studio dei moderni poeti francesi e belgi, come Francis Jammes, Maurice Maeterlinck, Jules Laforgue, Georges Rodenbach e Sully Prudhomme.
Da ricordare è anche la tormentata vicenda amorosa (1907-1909) tra Gozzano e la nota poetessa Amalia Guglielminetti, una storia destinata alla consunzione, caratterizzata da momenti di estrema tenerezza e molti altri di pena e dolore.

Ma torniamo a Torino, la sua città natale, la amata Torino, che è sempre nei suoi pensieri: “la metà di me stesso in te rimane/ e mi ritrovo ad ogni mio ritorno”. Torino raccoglie tutti i suoi ricordi più mesti, ma è anche l’ambiente concreto ed umano al quale egli sente di appartenere. Accanto alla Torino a lui contemporanea, (“le dritte vie corrusche di rotaie”), appare nei suoi scritti una Torino dei tempi antichi, un po’ polverosa che suscita nel poeta accenti lirici carichi di nostalgia. “Non soffre. Ama quel mondo senza raggio/ di bellezza, ove cosa di trastullo/ è l’Arte. Ama quei modi e quel linguaggio/ e quell’ambiente sconsolato e brullo.” Con tali parole malinconiche Gozzano parla di Torino, e richiama alla memoria “certi salotti/ beoti assai, pettegoli, bigotti” che tuttavia sono cari al per sempre giovane scrittore. “Un po’ vecchiotta, provinciale, fresca/ tuttavia d’un tal garbo parigino”, questa è la Torino di Gozzano, e mentre lui scrive è facile immaginare il Po che scorre, i bei palazzi del Lungo Po che si specchiano nell’acqua in movimento, la Mole che svetta su un cielo che difficilmente è di un azzurro limpido.
Il poeta fa riferimento alle “sere torinesi” e descrive così il momento che lui preferisce, il tramonto, quando la città diventa una “stampa antica bavarese”, il cielo si colora e le montagne si tingono di rosso, (“Da Palazzo Madama al Valentino /ardono l’Alpi tra le nubi accese”), e pare di vederlo il “nostro” poeta, mentre si aggira per le vie affollate di dame con pellicce e cappelli eleganti, e intanto il giorno volge al termine e tutti fanno ritorno a casa.

Gozzano, da buon torinese, conosce bene la “sua” e la “nostra” Torino, di modeste dimensioni per essere una grande metropoli, e troppo caotica per chi è abituato ai paesi della cintura, un po’ barocca, un po’ liberty e un po’ moderna, stupisce sempre gli “stranieri” per i “controviali” e i modi di dire. Torino è un po’ grigia ed elegante, per le vie del centro c’è un costante vociare, ma è più un chiacchiericcio da sala da the che un brusio da centro commerciale, è piccola ma a grandezza d’uomo, Torino è una cartolina antica che prova a modernizzarsi, è un continuo “memorandum” alla grandezza che l’ha contraddistinta un tempo e che, forse, non c’è più. Di Torino è impossibile non innamorarsi ma è altrettanto difficile viverci, e, se uno proprio non se ne vuole andare, c’è solo una cosa che può fare, prestare attenzione alla sua Maschera: “Evviva i bôgianen… Sì, dici bene,/o mio savio Gianduia ridarello!/ Buona è la vita senza foga, bello/ godere di cose piccole e serene…/A l’è questiôn d’ nen piessla… Dici bene/ o mio savio Gianduia ridarello!…”

Alessia Cagnotto

Scadenza 30 settembre per l’albo dei negozi e delle botteghe per aiutare il commercio di quartiere

C’è tempo fino al 30 settembre per i negozi di vicinato di Torino iscriversi alla piattaforma Epic, un Albo pubblico e gratuito che l’amministrazione comunale, insieme a Confesercenti, ha istituito per dare vita a una serie di azioni a sostegno del commercio di quartiere.

Obiettivo dell’Albo, la cui adesione è a titolo volontario, è riconoscere in modo ufficiale gli esercizi del commercio di valore storico, artistico e culturale, di tradizione, innovativi e di eccellenza sul territorio comunale, denominati con l’acronimo EPIC.

“Con questa iniziativa vogliamo aiutare i nostri esercizi di prossimità che svolgono una funzione importantissima, non solo dal punto di vista commerciale, ma anche come presidio del territorio ed elemento di aggregazione – afferma l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino -. Questa azione si inserisce nel piano di valorizzazione del commercio locale che abbiamo lanciato qualche mese fa con la campagna ‘Torino compra vicino’ e si affianca alle numerose iniziative intraprese dall’Amministrazione tra le quali ricordiamo gli interventi di riqualificazione di 11 mercati cittadini, l’importante iniziativa ‘Torino Mercati’ e la creazione del Distretto Urbano del Commercio”.

Epic (albo pubblico degli esercizi del commercio di prossimità di interesse collettivo), vuol essere infatti uno strumento di valorizzazione per negozi e botteghe torinesi, attraverso una campagna di comunicazione, una serie di iniziative – come percorsi tematici e tour nei vari quartieri, nonché video interviste per raccontare le realtà d’eccellenza – e progetti speciali per mostrare il valore del commercio di vicinato per la qualità di vita collettiva.

Le domande devono essere presentate al Comune di Torino, in modalità esclusivamente telematica, sul sito .

(TORINO CLICK)

Pinerolo “Comune gentile”

Mercoledì 18 settembre il Comune di Pinerolo entra a far parte del Movimento Italia Gentile, fondato da Daniel Lumera, con l’inaugurazione del “Cammino dei 5 Valori” nel cuore del Parco della Pace, che sarà intitolato anche al valore della Gentilezza. Alle ore 16.30, presso il Parco della Pace di Pinerolo, verrà sottoscritto il “Manifesto delle Città Gentili” dall’Assessora allo Sport Bruna Destefanis alla presenza di Daniel Lumera. Con l’occasione, come primo atto concreto di adesione al Movimento, verrà inaugurato nel Paco il “Cammino dei 5 Valori” e arricchita l’intitolazione del luogo in “Parco della Pace e della Gentilezza”. A seguire, alle ore 18.00 la popolazione è invitata al Teatro Incontro (via Caprilli 31, Pinerolo) per un dialogo tra Daniel Lumera e il Vescovo Mons. Derio Olivero sui temi di Come se tutto fosse un miracolo, l’ultimo libro di Lumera pubblicato quest’anno da Mondadori, che affronta, nella semplicità e nella forza di insegnamenti intramontabili, come superare i momenti di crisi profonda e vivere ogni giorno come fosse un miracolo. Modera l’incontro Paola Molino, Direttrice dell’Eco del Chisone.

Bonus Mamme, come funziona

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

La legge di bilancio per il 2024, diramata lo scorso anno, ha introdotto un sussidio per le lavoratrici dipendenti che hanno almeno due figli. Si tratta di un esonero dalla contribuzione previdenziale pari al 9,19% della retribuzione con un massimo di 3mila euro annui, da ripartire direttamente in busta paga su base mensile. L’intenzione del governo tramite questo strumento è quella di eliminare alcune delle barriere economiche che limitano la natalità in Italia.

Questa agevolazione, per tutto il 2024, ha riguardato soltanto le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato, anche agricolo, in somministrazione e in apprendistato, a patto che avessero un contratto a tempo indeterminato. Erano escluse soltanto le lavoratrici domestiche. Il bonus deve essere richiesto alla nascita del figlio tramite il proprio datore di lavoro oppure tramite l’apposita funzionalità messa a disposizione sul portale dell’Inps.

Dal 2025 fino al 2026, questa norma dovrebbe cambiare. Il bonus, che dura fino al compimento del decimo anno di età del bambino, sarà disponibile soltanto per le madri che hanno un minimo di tre figli, e non più soltanto di due. Questo però potrebbe non essere l’unico cambiamento di questa legge dal prossimo anno.

Il Governo Meloni sta infatti cercando di potenziare alcune misure per le famiglie con figli, in modo da stimolare la natalità in continua discesa nel nostro Paese. Lo Stato ha infatti risparmiato circa 2 miliardi di euro da norme che non sono state richieste come previsto, su tutte il Reddito di inclusione, e quindi queste risorse si sono liberate per altri scopi. Tra questi ci sarebbe proprio il potenziamento del bonus mamme.

Non sembra essere possibile almeno per il momento l’estensione della sperimentazione del 2024 per le mamme con due figli. Sarebbe quindi confermato l’aumento a tre figli del requisito minimo per ottenerlo.

La platea però aumenterebbe comunque con l’estensione anche alle lavoratrici autonome. Come già specificato infatti, soltanto le donne con contratti a tempo indeterminato potevano ottenere questo bonus nel 2024.

Altro strumento che potrebbe ottenere una rimodulazione nella manovra finanziaria per il 2025 è l’assegno unico. La norma che ha razionalizzato tutti i bonus per le famiglie con figli in un unico sussidio potrebbe essere rimodulato per favorire le famiglie più numerose. Anche in questo caso le risorse si troverebbero in alcuni fondi non utilizzati proprio per l’assegno unico durante il 2024 e che verrebbero reindirizzati a questo scopo.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Torna a Torino Tennis & Friends – Salute e Sport

Tennis & Friends – Salute e Sport, Official Charity delle Nitto Atp Finals, torna a Torino per il quarto anno e, per la prima volta, approda nel cuore della città, a piazza Castello.

Una Volée per la salute: la prevenzione scende in campo” è il claim dell’evento, promosso dalla Onlus Friends For Health che, dal 20 al 22 settembre offrirà ai cittadini un week-end all’insegna del benessere, della salute, dello sport e del divertimento per tutta la cittadinanza, con un’attenzione particolare ai più giovani.

Sarà dedicata proprio alle scuole elementari e medie la giornata di venerdì, organizzata dalla Federazione Italiana Tennis e Padel, all’insegna del tema “La prevenzione è giovane, il Tennis come esempio di vita”: migliaia di studenti avranno la possibilità di cimentarsi sui campi da tennis e i minicampi di pickelball a assistere al raduno “Wheelchair”, il progetto dedicato a ragazzi con disabilità motoria.

A partire da sabato 21 settembre, giorno dell’inaugurazione ufficiale di Tennis & Friends – Salute e Sport e fino a domenica 22, i cittadini avranno la possibilità di effettuare screening gratuiti e visite in 35 diverse aree specialistiche nelle 80 sale visita dislocate lungo la piazza e gestite da personale medico militare e medici provenienti dalle strutture di eccellenza del territorio coordinate dalla Asl Città di Torino.

Un vero e proprio Villaggio della Salute e dello Sport, che vede la collaborazione della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), dell’ATP, della Asl Città di Torino e delle strutture sanitarie partner del progetto: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro – Istituto di Candiolo IRCCS, GVM Care & Research- Maria Pia Hospital – Clinica Santa Caterina da Siena, Ospedale Koelliker, J|medical, Istituto di Medicina dello Sport di Torino- F.M.S.I., Genera.

Questi i percorsi di prevenzione previsti: alcologia; cardiologia; dermatologia;  gastroenterologia; ipertensione; malattie endocrinologiche e metaboliche; ginecologia; medicina del Lavoro; medicina dello Sport; neurologia; neuropsichiatria infantile; nutrizione clinica; oculistica; otorinolaringoiatria;  ortopedia; patologie respiratorie; prevenzione HCV; prevenzione HIV;  riabilitazione e recupero funzionale; radiologia; pediatria; psicologia;  otorinolaringoiatria pediatrica; riabilitazione e rieducazione funzionale pediatrica; senologia; urologia .

Grazie alla collaborazione col Ministero della Salute, all’interno del Villaggio ci sarà anche una postazione per la donazione del sangue.

Anche quest’anno non mancheranno momenti dedicati all’informazione, con tavole rotonde tematiche e all’intrattenimento con esibizioni sportive e momenti di aggregazione. Ma oltre alla salute, l’altro grande protagonista della manifestazione sarà lo sport.

Nei mesi che precedono le Nitto Atp Finals, Torino, infatti, accoglierà “Tennis in città“, la manifestazione che porta gli sport da racchetta nelle piazze e nei luoghi più iconici del capoluogo piemontese, con l’obiettivo di avvicinare sempre più la popolazione a questi sport che da anni riscuotono un successo sempre più grande.

E sarà proprio Tennis & Friends – Salute e Sport ad ospitare la prima delle sei tappe torinesi: grazie alla collaborazione con la Federazione Italiana Tennis e Padel, saranno allestiti un campo da tennis e dei minicampi da pickleball dove i cittadini potranno cimentarsi in queste discipline e vedere i vip Ambassador di tennis & Friends, tra sportivi, attori, personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, sfidarsi durante i tornei previsti.

Molti gli Ambassador invitati a partecipare all’evento e a sfidarsi per vincere i Trofei messi in palio da Frecciarossa, Intesa Sanpaolo e ENI: Nicola Amoruso, Vittorio Brumotti, Alessandro Budel, Cristina Chiabotto, Nicolò De Devitiis, Nelson Dida, Elio e le Storie Tese, Miriam Fecchi, Ciro Ferrara, Jimmy Ghione, Max Giusti, Ciccio Grabbi, Simone Loria, Veronica Maya in veste di madrina, Claudio Marchisio, Neri Marcorè, Edelfa Chiara Masciotta, Leonardo Metalli, Ignazio Moser, Alessandro Ossola, Simone Pepe, Marzia Roncacci, Serginho, Sebastiano Somma, Stefano Sorrentino e tanti altri.

“Per la prima volta, Tennis & Friends – Salute e Sport arriva nel cuore di Torino, in Piazza Castello. Questo spostamento rappresenta un passo importante per rafforzare il legame tra lo sport, la salute e la comunità. Dal 2011, Tennis & Friends ha accolto oltre 400.000 visitatori e realizzato più di 330.000 visite e screening gratuiti, sottolineando l’importanza della prevenzione – commenta Giorgio Meneschincheri, fondatore di Tennis & Friends e medico specialista in medicina preventiva–   Il tennis italiano e suoi traguardi, l’ultimo dei quali agli Us Open, stanno coinvolgendo sempre più persone, che ogni anno approcciano a questo sport e ai valori dei quali è portatore. Tennis & Friends si inserisce perfettamente in questo contesto, non solo promuovendo la prevenzione sanitaria, ma anche celebrando lo sport come strumento di crescita e coesione sociale. Attraverso eventi come questo, vogliamo continuare a ispirare giovani e adulti, dimostrando che lo sport è salute”.

“Con il Prof. Giorgio Meneschincheri si è costruito, negli anni, un forte sodalizio che ha permesso di realizzare quattro edizioni di Tennis&Friends a Torino. Oggi la presenza del Villaggio della Salute, coordinato dall’ASL Città di Torino, sotto l’egida della Sanità Regionale, per la prima volta in Piazza Castello, rappresenta il risultato tangibile di questa collaborazione dove la prevenzione scende in campo con 50 percorsi clinici. Questa manifestazione rappresenta un esempio concreto dell’impegno della nostra Azienda nel promuovere la salute e il benessere della comunità”, ha commentato il dott. Carlo Picco, Direttore Generale dell’ASL Città di Torino.

 “Il tennis italiano sta vivendo un’epoca d’oro, con risultati che testimoniano la nostra crescita esponenziale – ha commentato Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel – Solo per citare i successi più recenti, la vittoria agli US Open di Jannik Sinner e quella al doppio misto di Andrea Vavassori e Sara Errani, insieme alle straordinarie imprese di Jasmine Paolini, che ha disputato due finali Slam in singolare, vinto a Roma e conquistato l’oro olimpico in doppio con Errani, il bronzo olimpico di Lorenzo Musetti, sono la dimostrazione del talento e della determinazione dei nostri atleti. In questo contesto, Tennis & Friends si distingue come un progetto fondamentale per promuovere la salute e il benessere attraverso la prevenzione e la pratica sportiva. Siamo, perciò, orgogliosi di sostenere questa manifestazione perché incarna il nostro impegno nel promuovere uno sport, come il tennis, strumento di prevenzione e miglioramento della qualità della vita“.

Cosplayer Run 2024, al via la sesta edizione

È tutto pronto per la sesta edizione della Cosplayer Run, l’evento che combina sport, cosplay e beneficenza che ha già attirato l’attenzione degli appassionati di tutte le età. Dopo il grande successo delle edizioni precedenti la manifestazione torna ancora più ricca di divertimento nella cornice del parco del Valentino, a Torino. Una location suggestiva facilmente raggiungibile sia con mezzi pubblici che privati. L’evento è organizzato dalla associazione sportiva dilettantistica Accademia 72, un gruppo di amici che da anni si impegna nella promozione di eventi sportivi e sociali su scala nazionale. La manifestazione gode del Patrocinio ufficiale dell’associazione Amici e Bambini cardiopatici onlus, che opera presso l’ospedale Regina Margherita di Torino, a cui sarà devoluto tutto il ricavato della manifestazione. L’edizione è 2024 è patrocinata dal Comune di Torino e supportata da Torino Comics, una delle principali fiere nazionali dedicata ai comics, al mondo cosplay, a tornei di esport e videogame, ai giochi da tavolo e da Xmas Comics, la versione invernale della fiera che avrà luogo il 14 e 15 dicembre 2024 presso l’Oval Lingotto Fiere di Torino. La Cosplayer Run è una corsa o camminata di 5 km non competitiva, adatta agli appassionati di tutte le età che potranno partecipare indossando i loro costumi preferiti dei personaggi di film, fumetti e videogiochi, in un contesto di relax e divertimento dedicato a famiglie e sportivi amatoriali. Anche quest’anno non mancheranno momenti di intrattenimento prima e dopo la corsa, con la partecipazione di ospiti speciali, tra i quali la 501 st Italica Garrison e la Rebel Legion Italian Base, entrambi gruppi appassionati di Star Wars, ufficialmente riconosciuti da Lucas Film, LTD e Disney, Tomb Raider Italia e il Marvel AvengersTeam Italia. L’associazione sportiva Phoenix Saber offrirà ai partecipanti l’opportunità ai partecipanti di combattere con le spade laser. Hanno già confermato la partecipazione alcuni dei più noti cosplayer dei social media, quali Danaries – Daniela Cordella, Sara, Straidogs Babe e Sonia – Lilit Cosplay. La musica avrà un ruolo centrale durante la manifestazione, con la performance dal vivo de “Il magico mondo di Laura”, che interpreterà in chiave moderna le colonne sonore dei cartoni animati più amati. Gli amanti del K – Pop e della danza avranno la possibilità di ammirare le esibizione del Reverse Crew K-Pop Dance Cover.

Le iscrizioni online sono aperte. Il costo in promozione online è di 15 euro per gli adulti e 12 euro per i bambini dai 6 ai 15 anni.

 

Mara Martellotta

Il debito pubblico spiegato bene. Come funziona, come liberarcene

Lunedì 16 settembre, ore 17

Museo del Risparmio

Via S. Francesco d’Assisi 8/A, Torino

 

Il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo organizza un incontro di presentazione del libro “Nelle tasche degli italiani. Il debito pubblico spiegato bene. Come funziona, come liberarcene” in programma lunedì 16 settembre alle ore 17.

L’appuntamento vedrà la partecipazione di Giorgio di Giorgio, Professore di Teoria e Politica Monetaria alla Luiss e coautore del libro, di Elsa Fornero, Professore di Economia all’Università di Torino e Coordinatore scientifico CeRP-Collegio Carlo Alberto, di Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo e di Michele Rinaldi, Presidente Fondazione Ave Verum. Modera l’incontro Giovanna Paladino, Direttore e curatore del Museo del Risparmio.

Il libro affronta temi come bilancio pubblico, fiscalità, rapporto debito PIL, crisi finanziarie, manovre e tagli per dare ai lettori strumenti per districarsi nel mondo della finanza pubblica, un ambito che può sembrare complicato senza adeguati strumenti e nozioni. Tuttavia è diventato fondamentale capire di cosa si tratta per essere cittadini consapevoli e per meglio comprendere gli impatti che la spesa pubblica produce sulla società e sulle generazioni future. Parlare di debito pubblico con un linguaggio chiaro e semplice è dunque possibile.

L’evento si terrà in presenza presso il Museo del Risparmio e online. Per partecipare al museo prenotarsi tramite il link https://bit.ly/Evento16settembre