ilTorinese

Saluzzo, un borgo romantico

Stradine, piccole piazze, chiese, balconi fioriti, una fortezza arroccata in cima, una atmosfera poetica decorata da storia e arte, questa è Saluzzo; molto di più di quello che ci si aspetta leggendola sulla guida, perché, pur essendo una miniatura, i contenuti sono considerevoli, la posizione suggestiva, grazie al Monviso che la domina, la ricchezza culturale sostanziosa

 Un perfetto set cinematografico, uno scenario dove ambientare film storici, ma anche storie d’amore dal sapore antico o dallo stile contemporaneo.

Una destinazione amata dai piemontesi, a cui generalmente dedicano una gita giornaliera, una meta irrinunciabile per i turisti che visitano il Piemonte.

Il Marchesato di Saluzzo risalente al XII secolo fu rigoglioso e fortunato, Manfredo, figlio di Bonifacio del Vasto diede vita ad una dinastia che durò per 14 regnanti. Il massimo splendore arrivòin seguito nel XV secolo durante il quale l’arte prosperava e si diffondeva floridamente.

Oggi Salusse, in lingua Piemontese,  è un comune di 17.200 abitanti della provincia di Cuneo, uno dei borghi medievali meglio conservati del Piemonte con bellezze urbane e artistiche di altre epoche come la settecentesca e  sofisticata Corso Italia che ci accoglie subito all’arrivo.

In entrata al curato ed elegante centro storico troviamo la Cattedrale di Santa Maria Assunta, terminata nel 1501 e attuale sede vescovile, semplice nella facciata, abbellita dalle statue di San Pietro e Paolo. E’ all’interno che esprime invece tutta la sua importanza grazie soprattutto ai diversi e magnifici dipinti e una struttura maestosa. Andando avanti verso Piazzetta dei Mondagli troviamo Casa Pellico, dove nacque e visse l’autore de Le mie prigioni. All’interno del museo molti sono i ricordi e i manoscritti appartenuti  famoso letterato e intellettuale dell’800.

Proseguendo in salita per le antiche e deliziose stradine e seguendo le indicazioni che portano  al castello, troviamo il Palazzo Comunale e all’interno la Pinacoteca Matteo Olivero.

Dopo poco finalmente ecco La Castiglia, in posizione dominante, nel punto più alto della città.  Simbolo di Saluzzo e teatro di molteplici vicende storiche, fu il vanto residenziale del Marchesato ma vide anche periodi di degrado e abbandono quando dopo il XV secolo diventò prima caserma e poi prigionefino alla fine del secolo scorso. Oggi ospita tre percorsi museali: quello della Memoria Carceraria, la Civiltà Cavalleresca e l’esposizione permanente delll’IGAV.

Riprendendo il sentiero, suggestivo e di antica bellezza, sono diverse le chiese di storico e artistico interesse che si incontrano,meritano indubbiamente una visita San Giovanni e San Bernardo.

Di singolare fascino ed eloquente per rivivere la ricchezza della vita nobiliare del Marchesato in epoca rinascimentale, è Casa Cavassa, antica residenza di Galeazzo Cavassa oggi Museo Civico.

A completare e deliziare la visita di questo luogo incantato sono le pasticcerie che espongono in vetrina attraenti creazioni e  diversi ristoranti dove gustare le specialità del posto.

A fine primavera e all’inizio dell’estate diverse sono le manifestazioni che animano questo centro artistico e romantico: a maggio la Fiera dedicata all’antiquariato, arte e artigianato, a giugno la festa della birra con C’è Fermento e a luglio il Marchesato Opera Festival, rassegna di concerti ed eventi culturali.

Maria La Barbera

Dove collocare, oggi, il cattolicesimo politico e sociale?

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo


C’è una domanda centrale a cui, prima o poi, occorrerà pur dare una risposta convincente e il più
possibile coerente. Ovvero, molti osservatori – e gli stessi detrattori – sottolineano la necessità di
rilanciare, riscoprire e riattualizzare la cultura e il patrimonio del cattolicesimo popolare e sociale
nella cittadella politica italiana. Ma, al contempo, emerge la cronica difficoltà di dove collocare
concretamente e realisticamente questa cultura nell’attuale geografia politica del nostro paese. Ed
è proprio di fronte a questa difficoltà che emergono le risposte più strampalate ed anacronistiche.
Ora, senza avere la presunzione di delineare un unico percorso di coerenza e di lungimiranza –
atteggiamento che appartiene ai moralisti di professione e agli integralisti incalliti – è abbastanza
evidente che questa cultura politica non è funzionale e pertinente con tutti i partiti. Per fare due
soli esempi, e del tutto macroscopici, il cattolicesimo popolare e sociale è antropologicamente
alternativo rispetto al populismo anti politico e demagogico dei 5 stelle come al sovranismo anti
europeista e volgarmente clericale della Lega salviniana. Ma, al di là di questi due estremi, è
anche abbastanza chiaro che si tratta di una cultura che difficilmente può convivere – semprechè
non si riduca ad un banale mobilio di casa da ricordare negli anniversari – con partiti e movimenti
che perseguono un progetto politico e che hanno una ragione sociale alternativi rispetto al filone
di pensiero del cattolicesimo popolare e sociale. Al riguardo, e per fare altri esempi molto
concreti, cosa centri la destra conservatrice e larvatamente sovranista o la sinistra massimalista e
radicale con il pensiero di Sturzo, De Gasperi, Moro, Donat-Cattin, Bodrato e molti altri leader e
statisti cattolici popolari e sociali, resta sostanzialmente un mistero. Un mistero politico, come
ovvio, e non di fede.
Certo, la soluzione migliore resta sempre quella di un luogo politico autonomo, politicamente e
culturalmente identitario, seppure laico nella sua declinazione concreta. Ma questa è una
soluzione che, ad oggi, registra purtroppo una impraticabilità di fondo. E la risposta risiede nei
mille tentativi, tutti puntualmente falliti a livello elettorale, di dar vita ad una presenza politica ed
organizzativa autonoma dei cattolici popolari e sociali nelle varie consultazioni nazionali.
Per questi motivi, e seppur senza avere o distribuire alcuna patente di coerenza o di corsia
preferenziale, è altrettanto chiaro che lo spazio concreto che si dischiude per una cultura politica
come quella del popolarismo di ispirazione cristiana resta l’area di Centro. Ovvero, quel Centro
riformista e plurale, democratico e di governo, dinamico ed innovativo che ha scandito le migliori
stagioni di questa storica e qualificata corrente di pensiero. Ma questa area politica, se non la si
vuole appaltare a chi si candida ad occuparla ma è di fatto estraneo a quella cultura, dipende
anche e principalmente dall’iniziativa, dal coraggio e dalla determinazione di chi continua a
riconoscersi nel filone del cattolicesimo popolare e sociale del nostro paese. Un coraggio che
adesso, come si suol dire, si deve armare di progettualità politica e di coerenza culturale senza
inseguire il solo posizionamento tattico e contingente. Solo così sarà possibile salvaguardare e
rilanciare una nobile, storica e costituente cultura politica del nostro paese e, al contempo, ridarle
coerenza ed incisività nella concreta dialettica politica italiana. La stagione della sola
testimonianza e del gregariato dei cattolici popolari e sociali sono ormai alle nostre spalle. Il
ritorno della politica, e delle sue tradizionali categorie, impone anche ai cattolici popolari,
democratici e sociali, un soprassalto di dignità e una nuova consapevolezza per inaugurare,
realmente e finalmente, una nuova stagione politica. Senza ulteriori tentennamenti e rinvii.

Cercano di superare le casse con tre televisori. Scoperti si danno alla fuga

Hanno tentato di superare le casse con tre televisori, una giacca, pentole e generi alimentari nel centro commerciale di Vigliano Biellese. I membri dalla banda di malviventi una volta scoperti hanno abbandonato la refurtiva e sono fuggiti su una vettura.  I Carabinieri stanno svolgendo le indagini.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

La Venaria Reale: quasi 34.000 visitatori dal 26 dicembre al 7 gennaio

Dopo i 450.000 turisti del 2023. Le principali mostre del 2024

Dopo i grandi numeri dell’anno appena passato (445.598 visitatori in
295 giorni di apertura, più 30% circa rispetto al 2022) e il successo di
presenze nel periodo natalizio con 33.875 turisti paganti (con le
aperture continuative dal 26 dicembre al 7 gennaio anche in orario serale delle
Sere di Natale alla Reggia e i vari eventi collaterali: un incremento di 4.000
rispetto al 2022), La Venaria Reale si appresta a vivere il 2024 all’insegna
di grandi mostre secondo un programma che già si preannuncia
imperdibile.

Tra gli eventi espositivi principali si può
annunciare per fine marzo la grande mostra
alle Sale delle Arti Napoli a Torino. La
Venaria Reale invita il Museo di
Capodimonte (titolo provvisorio) sui capolavori
delle collezioni artistiche di Capodimonte.
Oltre sessanta meravigliose opere e
stupefacenti dipinti provenienti dalle maestose
collezioni Farnese e Borbone che
annoverano autentici Maestri come
Caravaggio, Tiziano, Masaccio e
Parmigianino per citarne alcuni.

La mostra è resa possibile grazie all’intervento del Ministero della Cultura in
collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte in virtù di un
rapporto eccezionale ed esclusivo tra prestigiosi enti culturali di valenza
internazionale.

A seguire, per fine aprile si terrà Glassstress: grandi artisti e
designer contemporanei italiani ed internazionali in dialogo con i
maestri vetrai di Murano lungo il percorso di visita della Reggia, in
collaborazione con la Fondazione Berengo nell’ambito della Biennale Arte di
Venezia.

Nei Giardini della Reggia a maggio è previsto il Festival Green Art. Le
forme della natura nelle forme di un giardino con opere di dieci artisti
internazionali capaci di far apprezzare e risaltare il rapporto tra arte
contemporanea e magnificenza del giardino.

A fine ottobre è in programma alle Sale delle Arti la mostra su William
Blake, in collaborazione con la Tate di Londra, che chiuderà degnamente la
trilogia dedicata alla celebre produzione artistica romantica inglese iniziata
con le esposizioni su Constable e Turner.

Infine il Consorzio sta attuando i dovuti passi per prevedere per il prossimo
autunno la mostra Tolkien. Uomo, Professore, Autore.
Oltre al consueto palinsesto culturale della Reggia, fra gli eventi
istituzionali più eclatanti che saranno ospitati nel corso dell’anno si
devono senz’altro menzionare ancora il summit del G7 dedicato ai temi della
Natura e dell’Ambiente, previsto ad aprile, e la spettacolare partenza del
Giro d’Italia che avverrà dalla Reggia il 4 maggio.

La Venaria Reale resterà aperta anche il mese di febbraio
presentando una divertente novità: gli eventi di Scherzo previsti dal 10 al
13 febbraio in coproduzione con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani di
Torino.

Per informazioni: lavenaria.it – residenzerealisabaude.com

Uno studio del Politecnico pubblicato su Communications Earth & Environment

 

I ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI del Politecnico di Torino hanno valutato le implicazioni che un incremento della produzione agricola in Africa avrebbe sulle risorse idriche del Continente

È possibile incrementare la produzione agricola africana, in risposta ad una crescente richiesta di beni alimentari, senza espandere ulteriormente le zone coltivate e senza compromettere le risorse idriche del Continente?

Questa la domanda che si sono posti Vittorio Giordano, Marta Tuninetti e Francesco Laio, rispettivamente dottorando, ricercatrice e direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI del Politecnico di Torino, per studiare quali conseguenze un’intensificazione della pratica agricola avrebbe sulle risorse idriche e in generale sulla sicurezza alimentare dell’Africa. I risultati della ricerca sono stati pubblicati in un articolo comparso il 13 dicembre scorso sulla prestigiosa rivista Communications Earth & Environment.

Alla base dello studio l’analisi della produzione agricola nel mondo – condizionata da fenomeni quali l’aumento delle temperature, la crescente concentrazione di CO2 in atmosfera, la carenza di piogge e i periodi di siccità – una produzione la cui domanda risulta oggi in forte aumento, per un generale incremento della ricchezza, delle abitudini di consumo e della proliferazione dei biocarburanti.

La popolazione africana è quella che più soffre con il tasso più alto di malnutrizione e di grave scarsità d’acqua, con la previsione che, nei prossimi decenni, il cambiamento climatico comprometterà ulteriormente la disponibilità di acqua e la sicurezza alimentare nel Continente. L’insufficiente approvvigionamento alimentare è causato, nella maggioranza dei casi, da condizioni climatiche avverse che possono portare ad una sostanziale diminuzione delle rese agricole, con le conseguenze peggiori attese soprattutto alle basse latitudini dove anche un moderato aumento della temperatura può avere un forte impatto sulle rendite previste.

In questo studio i ricercatori del Politecnico hanno dimostrato come le alterazioni nei regimi futuri di precipitazioni, temperatura e umidità del suolo, e nella loro distribuzione spaziale, possano compromettere le condizioni locali per l’agricoltura. Gli impatti del cambiamento climatico descritti nella pubblicazione sono eterogenei sul territorio africano: risulta ad esempio un marcato processo di inaridimento delle aree agricole del nord-africa, tra Marocco, Algeria, Tunisia e Libia. Qui le precipitazioni irregolari e sempre più sporadiche causano infatti una diminuzione dell’impronta idrica delle colture e con meno acqua a disposizione nel suolo sarà necessario sopperire con l’irrigazione per mantenere la produzione agricola. Nel Golfo di Guinea, invece, l’incremento delle temperature provoca un aumento dell’impronta idrica delle colture, che necessitano di conseguenza di maggiori quantità di acqua a parità di produzione.

Diverse sono le strategie che, per le ragioni evidenziate sopra, molti studi suggeriscono nell’ottica di un aumento significativo della resa dei raccolti, prime fra tutte l’intensificazione agricola sostenibile. Questa pratica mostra infatti un grande potenziale per soddisfare la domanda alimentare senza provocare ulteriori sconfinamenti, disboscamenti e deforestazioni negli ecosistemi naturali. Tuttavia, non è ancora chiaro in quale misura l’attività descritta possa acutizzare gli impatti sulle risorse idriche e come il cambiamento climatico possa limitarne l’efficacia.

Spiegano gli autori dell’articolo: “Delle rese più elevate possono contribuire a ridurre la vulnerabilità del sistema agricolo africano e a rinforzare la sicurezza alimentare sul continente, ma richiedono un elevato apporto di acqua per l’irrigazione”.

Secondo le stime fornite dallo studio, l’irrigazione delle colture considerate, che coprono più della metà della produzione africana, richiederà un incremento di acqua compreso tra gli 80 – previsione fino al 2040 – e i 100 – previsione fino al 2100 – km3, secondo lo scenario climatico peggiore. Tuttavia, il potenziale aumento della resa osservato è più elevato in quei paesi che oggi soffrono maggiormente di malnutrizione, come il Congo, la Somalia o il Sud Sudan, dove oltre l’80% della popolazione è in condizioni di insicurezza alimentare.

“Le regioni semiaride in cui l’agricoltura è basata prevalentemente sull’apporto di acqua piovana mostrano in genere il maggiore aumento della resa quando viene fornita acqua da irrigazione – aggiungono i ricercatori del Politecnico –Pertanto, una migliore gestione dell’agricoltura potrebbe rappresentare una strategia affidabile per rafforzare la sicurezza alimentare e di adattamento agli impatti negativi del cambiamento climatico, se abbinata ad un uso responsabile, sostenibile ed efficiente dell’acqua. Rallentare l’aumento dell’uso dell’acqua in agricoltura è di primaria importanza e qualsiasi strategia finalizzata a questo scopo dovrebbe integrare la sicurezza alimentare e il benessere socio-economico e ambientale senza trascurare le tecnologie, le conoscenze e i mezzi di sussistenza rurali disponibili localmente”.

I risultati dello studio sono confluiti in un’applicazione stand-alone educativa – presto disponibile sul sito di Water To Food – che permette di selezionare una zona e quantificare l’impronta idrica delle colture nel presente e secondo diversi scenari futuri.

Tale applicazione è stata presentata per la prima volta in un workshop che si è tenuto presso il World Resource Institute di Addis Ababa, in Etiopia, organizzato dall’istituto di ricerca IIASA di Vienna nell’ambito del progetto europeo LEAP-RE – RE4AFAGRI. Alla base dell’applicazione, il modello idrologico sviluppato al Politecnico, che è stato inserito in una catena modellistica più ampia per valutare anche le implicazioni energetiche ed economiche della trasformazione dell’agricoltura di sussistenza in Africa.

Sestriere: le nevicate di inizio anno lanciano alla grande le settimane bianche

SESTRIERE – Adesso ci siamo, le nevicate di inizio 2024, accompagnate da un sensibile calo delle temperature tornate di diversi gradi sotto zero, aprono le danze per le settimane bianche. Dalla metà di gennaio in poi gli appassionati di sci sanno che possono godere appieno delle condizioni invernali con Sestriere che, complice la nevicata dell’Epifania, ha fatto il pieno di neve sia al Colle che nelle frazioni di Borgata, Champlas du Col e Champlas Janvier.

“La nevicata dell’Epifania ha consentito di sistemare la situazione generale delle piste, creando le premesse per settimane bianche ottimali. Questo anche dal punto di vista della convenienza grazie alle offerte dedicate hotel+skipass messe a punto dal Consorzio Turismo Sestriere in collaborazione con alberghi, residence e Vialattea. Anche le scuole di sci del territorio offrono in questo periodo promozioni interessanti per imparare a sciare o migliorare il proprio livello. Tutti gli operatori sono pronti e motivati per accogliere gli sciatori che sceglieranno di trascorrere una settimana bianca a Sestriere e sulle piste della Vialattea”- ha commentato Gianni Poncet, Sindaco di Sestriere.

Sul sito www.sestriere.it sono pubblicate tutte le offerte hotel/residence + skipass valide per il periodo 8 gennaio 2024 – 2 febbraio 2024
Ecco il link diretto: https://www.sestriere.it/wp-content/uploads/2019/06/HRsp-23-24.pdf

(Ezio Romano ufficio stampa  Comune di Sestriere)

Ultimo saluto allo storico barbiere: 70 anni di lavoro

Si sono svolti ieri nella chiesa di San Grato, in Borghetto a Ivrea i funerali di Romano Censitore, 94 anni, deceduto venerdì scorso. Aveva lavorato come barbiere per ben per 70 anni. Originario della  provincia di Caserta si trasferì da giovane in Piemonte. Era molto apprezzato per la sua professionalità e per la sua simpatia e gentilezza.

Nuova misura regionale per l’occupazione e la competitività delle aziende in crisi

Ha una visione strategica la nuova misura della Regione Piemonte dedicata agli interventi integrati peragevolare l’acquisizione a titolo definitivo di aziende in crisi conclamata, unità produttive (impianti, stabilimenti produttivi e centri di ricerca) a rischio di definitiva chiusura o già chiusi per cessazione dell’attività o dell’impresa. Possono essere finanziati anche l’affitto di aziende o rami d’azienda purché abbiano le caratteristiche identificate dalla misura.

Le risorse disponibili ammontano a 4,2 milioni di euro, di cui quasi tre destinati alla Linea Investimenti e il resto alla Linea Occupazione. Per quest’ultimo aspetto si possono ottenere incentivi per l’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato da impiegare nell’azienda o nel ramo di azienda acquisito. Per essere ammesso a beneficiare dell’agevolazione, l’intervento deve comportare un investimento di importo non inferiore a 500.000 euro per le piccole imprese, a 1 milioni per le medie, a 1,5 milioni per le grandi. Inoltre, deve consentire di mantenere o di raggiungere, al termine del primo anno solare successivo a quello di conclusione dell’investimento (anno a regime), almeno il 40% dell’occupazione presente nell’azienda o nel ramo d’azienda.

Come precisa l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano “pur in considerazione del fatto che il tessuto produttivo del Piemonte è solido, abbiamo il dovere di aiutare il mondo delle imprese e dare un sostegno ad aziende in crisi che, grazie all’intervento di investitori, possono riemergere da momenti di difficoltà, oppure di favorire il ricambio generazionale. Tale sostegno è volto a contrastare i processi di deindustrializzazione in atto e recuperare a fini produttivi i siti industriali dismessi o a rischio di dismissione, salvaguardando il patrimonio di conoscenze e di specifiche competenze professionali, nonché favorire il mantenimento, il miglioramento e il recupero dei livelli occupazionali”.

“Una misura fortemente voluta per favorire le imprese a conservare il patrimonio industriale e professionale presente sul territorio – osserva l’assessore al Lavoro e Formazione professionale Elena Chiorino – La tutela del tessuto economico è, da sempre, una nostra priorità. E sostenere acquisizioni e progetti di investimento in situazioni di particolari criticità è un dovere della politica. Con questo intervento mirato mettiamo in campo gli strumenti necessari a difendere le competenze e a creare nuove opportunità occupazionali per sostenere con orgoglio il nostro Made in Italy”.

Misure antismog: prosegue il livello 0 (bianco) fino a mercoledì 10 gennaio

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In vigore le sole misure strutturali

Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti  da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog. Fino a mercoledì 10 gennaio 2024 compreso – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Musei Reali, bilancio di un anno e nuovi progetti

All’alba del nuovo anno, i Musei Reali di Torino guardano al 2023 attraverso i numeri.

Il bilancio che ne deriva conferma la posizione di prestigio dell’istituzione torinese, che risulta tra le più apprezzate e visitate a livello nazionale.

Sono infatti 626.359 le persone che, nel 2023, hanno ammirato le collezioni e le proposte espositive dei Musei Reali, superando di 168.422 (+ 36%) il dato del 2022.

Particolarmente premiata dal pubblico (25.000 visitatori) è stata la mostra A tu per tu con Leonardo. Il genio e il suo tempoche, dal 7 aprile al 9 luglio, ha raccontato la vita e il tempo di Leonardo attraverso il prezioso nucleo della Biblioteca Reale, tredici disegni autografi e il Codice sul volo degli uccelli, affiancati da una preziosa selezione di opere dalle collezioni dei Musei Reali.

Molto gradita è stata anche l’Estate Reale, il programma connesso ai percorsi museali e alle mostre temporaneeattraverso il filo conduttore della musica che ha visto alternarsi, ai Giardini Reali e al Teatro Romano, concerti e performance.

Il successo dei Musei Reali è proseguito anche durante le feste natalizie con 40.908 visitatori tra sabato 23 dicembre e domenica 7 gennaio 2024, che conferma la crescita rispetto a quanto totalizzato nello stesso periodo dello scorso anno. L’esposizione temporanea nelle Sale Chiablese, Africa. Le collezioni dimenticate, è stata ammirata da 2.870 persone e sarà aperta fino al 25 febbraio.

Il 2024 si apre con la prosecuzione della mostra dossier Giulia & Tancredi Falletti di Barolo collezionisti, in occasione del bicentenario della nascita del Distretto Sociale Barolo. Fino al 7 aprile, la rassegna curata dai Musei Reali in collaborazione con l’Opera Barolo, celebra i marchesi Giulia e Carlo Tancredi Falletti di Barolo, personalità di spicco della società piemontese del XIX secolo, illustrandone il gusto collezionistico, le committenze e gli interessi culturali, ricostruendo il nucleo originario della loro raccolta attraverso una selezione tra le 45 opere d’arte anticadonate nel 1864 con lascito testamentario alla Regia Pinacoteca, oggi Galleria Sabauda, esposte in dialogo con dipinti e sculture un tempo parte della stessa collezione.

La primavera ai Musei Reali propone un ricco programma d’iniziative.

 

Dal 23 marzo al 28 luglio, nelle Sale Chiablese si tiene una mostra dedicata al pittore Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, protagonista della scena artistica italiana nella prima metà del Seicento. Perno del percorso espositivo è il nucleo di opere appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale, accostate a dipinti, disegni, incisioni in prestito da musei e collezioni italiane e internazionali. In particolare, la mostra sviluppa il tema del mestiere del pittore, nelle sue relazioni con la committenza, con il mercato e con il pubblico, inserendo il percorso creativo e stilistico dell’artista nel quadro più ampio e intrecciato delle dinamiche economiche e sociali del suo tempo. 

Dal 28 marzo al 30 giugno, l’appuntamento con Leonardo da Vinci in Biblioteca Reale è dedicato quest’anno all’Autoritratto, il percorso espositivo, che si giova anche di prestiti prestigiosi, ne delinea la storia dalla sua genesi, quale testamento umano e spirituale, alla sua diffusione a partire dal Cinquecento, quale rappresentazione universale che Leonardo ha scelto di lasciare di sé alle generazioni future, fino a divenire, nell’età contemporanea, icona globale del genio da Vinci.

Per i 300 anni dalla nascita del Museo di Antichità, dal 23 aprile al 10 novembre 2024, lo Spazio Scoperte della Galleria Sabauda ospita l’esposizione La scandalosa e la magnifica. 300 anni di ricerche in Piemonte su Industria e sul culto di Iside, un viaggio attraverso la città romana di Industria, la città “mercato sul Po”, le cui sorti archeologiche hanno accompagnato la storia e le vicende del museo torinese e del casato sabaudo, tra le più antiche attestazioni in Italia del culto di Iside, dea orientale definita “La scandalosa e la magnifica” nell’Inno del III-IV secolo a. C. rinvenuto a Nag Hammadi, in Egitto. Dalla Iside Cabalistica, opera seicentesca presente nelle collezioni del duca Carlo Emanuele I, si approda a Industria-Bodincomagus, città romana alpina dalle forti connotazioni cosmopolite che lega culti locali, orientali, rapporti economici e culturali con l’Egeo orientale.