ilTorinese

GAM, MAO e Palazzo Madama: 25.390 visitatori

 

Da mercoledì 1 a domenica 5 novembre 2023 nei musei della Fondazione Torino Musei

 

 

 

 

Cinque giorni di grandissima affluenza alla GAM, al MAO e a Palazzo Madama. Sono stati ben 25.390 i visitatori che, dal 1 al 5 novembre 2023, hanno scelto i tre musei civici torinesi all’insegna dell’arte contemporanea, moderna, asiatica e antica in occasione del ponte di Ognissanti, ma anche grazie al grande fermento per tutte le iniziative dell’Art week Torinese. Tantissimi turisti, soprattutto appassionati di arte, hanno affollato la città, e le sale dei musei.

 

In particolare, 14.135 persone da tutta Italia hanno visitato in cinque giorni, formando lunghe code, la GAM con le mostre in corso Hayez. L’officina del pittore romantico; Gianni Caravaggio. Per analogiam; Michele Tocca. Repoussoir (Wunderkammer) e Simone Forti (Videoteca).

Il MAO ha accolto 2.711 visitatori tra le mostre Trad u/i zioni d’Eurasia, Metalli sovrani; Una breve elegia; Animo Chen (t-space) e centinaia di persone hanno affollato l’inaugurazione di Declinazioni contemporanee (progetto diffuso). 

 

Con le mostre Liberty. Torino capitale e Dove finiscono le traccePalazzo Madama ha accolto nelle sue sale ben 8.543 visitatori. Anche in questo caso molte persone hanno aspettato pazientemente in coda in piazza Castello.

 

L’importante affluenza di pubblico nei suoi musei si somma, per la Fondazione Torino Musei al grande successo di Artissima 2023 e Luci d’Artista 26° edizione.

 

Il giorno di maggiore affluenza è stato ieri, sabato 4 novembre con 6.692 ingressi (4.000 alla GAM, 872 al MAO e 1.819 a Palazzo Madama).

 

Polliotto: gas, verso la fine del mercato di maggior tutela

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Ormai ci siamo: la fine del mercato tutelato del gas è sempre più vicina. La deadline è stabilita all’alba del 2024. Dopodiché resterà in piedi soltanto il regime di mercato libero, con conseguente cambiamento radicale delle abitudini di consumo energetico degli italiani.

Entro il 10 gennaio i clienti dovranno formalizzare il passaggio al mercato libero, pena la fine dell’utenza all’asta. Coloro che non effettueranno il passaggio non subiranno l’interruzione delle forniture, bensì avranno la possibilità di aderire al Servizio a tutele graduali (Stg, ne avevamo parlato qui) fino a un massimo di quattro anni. Discorso diverso per i clienti considerati vulnerabili, che rimarranno invece transitoriamente riforniti nell’attuale servizio di maggior tutela, in attesa di un provvedimento mirato dell’Autorità per l’energia.

Sono considerati tecnicamente clienti vulnerabili le seguenti categorie: chi ha un’età superiore ai 75 anni; chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio è percettore di bonus energia); chi versa in gravi condizioni di salute che richiedono l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche salvavita alimentate dall’energia elettrica o i soggetti presso i quali sono presenti persone che versano in tali condizioni; chi è un soggetto con disabilità ai sensi della legge 104/92; chi si trova in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi; chi si trova in un’isola minore non interconnessa.

Sul sito ufficiale dell’Arera si precisa cosa si intende con “servizio di maggior tutela” nell’ambito delle bollette energetiche. Si tratta di “servizi di fornitura di energia elettrica e gas naturale con condizioni economiche (prezzo) e contrattuali definite dall’Autorità destinati ai clienti finali di piccole dimensioni (quali famiglie e microimprese) che non hanno ancora scelto un venditore nel mercato libero”. Il prezzo è stabilito ogni trimestre sulla base di vari fattori, tra cui il costo dell’energia, le spese di rete e di distribuzione.

Ma come si passa concretamente al mercato libero nel 2024? La transizione è gratuita e può essere effettuata in qualsiasi momento. Bisognerà contattare un fornitore di energia elettrica del mercato libero e richiedere un’offerta. Se non si passa al mercato libero entro le date stabilite, si verrà automaticamente trasferiti a un fornitore del mercato libero che sarà scelto direttamente dall’Arera.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Isabel Allende “Il vento conosce il mio nome” -Feltrinelli- euro 22,00

Non ha bisogno di presentazione la scrittrice cilena 81enne Isabel Allende che in questo romanzo affronta il dramma delle separazioni familiari causate da eventi storici o da politiche immigratorie. Due i protagonisti, età e latitudini diverse, ma lo stesso dramma che li unisce; lo sradicamento dalle loro vite per colpa della violenza e dei tempi bui in cui si trovano a vivere. Due destini che si incrociano nel presente.

Il titolo rimanda all’anonimato che avvolge i bambini dichiarati “illegali” alle frontiere e definiti solo con dei numeri. Invece la bimba protagonista si àncora agli affetti del passato sussurrando al fantasma della sorellina morta «Il vento conosce il mio nome»; afferma così di essere una persona che non ha perso la sua identità, qualcuno sa chi sia e magari la sta cercando.

Il personaggio maschile è Samuel Adler, anziano disincantato del quale la Allende ricostruisce la vita partendo da quando era bambino durante il nazismo. All’epoca aveva 6 anni, era ebreo – austriaco e il padre era scomparso durante la Notte dei cristalli il 9 novembre 1938. La madre era riuscita a metterlo in salvo, costretta però a separarsi per sempre da lui.

In quegli anni terribili, infatti, la Gran Bretagna si era offerta di aiutare i piccoli ebrei (ma solo loro e non i genitori, per non scompensare gli equilibri del mercato del lavoro interno). Era nato così il progetto Kindertransport: treni carichi di bambini che dovevano lasciare i parenti e affrontare prove durissime da soli, per essere poi accolti da famiglie o da orfanotrofi inglesi. I convogli che partirono tra 1938 e 1940 salvarono la vita a oltre 10mila piccoli ebrei. Loro sopravvissero, mentre le loro famiglie finirono nei forni crematori; ma si porteranno per sempre dentro il trauma dello sradicamento.

Il piccolo Samuel è uno di loro: intelligente, coraggioso, sensibile, dotato per il violino e lo attenderà una vita lunga, complicata e sempre con un buco nel cuore.

L’altra protagonista è stata ispirata alla Allende da una storia realmente accaduta, quella di una bimba salvadoregna non vedente e il fratellino che, in seguito alla politica immigratoria, vennero separati dalla madre. Nel romanzo la piccola si chiama Anita, ha 7 anni, è cieca, la sorellina è morta. Insieme alla madre Marisol è approdata negli Stati Uniti nel 2019, per finire stritolata dall’incubo delle separazioni familiari imposte da Trump al confine col Messico.

Una vicenda come la scrittrice ne conosce tante grazie alla Fondazione che ha creato nel 1996 in memoria della figlia Paula (morta nel 1992 a 29 anni per una malattia rara), alla quale ha dedicato l’omonimo libro. La Fondazione aiuta soprattutto donne e ragazze e, negli ultimi anni, soprattutto rifugiate.

Che ne sarà dei due protagonisti? Non resta che lasciarsi trasportare dalla bravura della Allende: pagina dopo pagina, orrori dopo orrori, ingiustizie dopo ingiustizie. Ma c’è anche la solidarietà, la determinazione e l’aiuto concreto di persone positive; come l’assistente sociale Selena Durán e l’avvocato Frank Angileri che faranno la differenza con il loro impegno e consentono un finale che scalda gli animi.

 

Alex Johnson “Una stanza tutta per se. Dove scrivono i grandi scrittori” -L’ippocampo- euro 19,90

 

Il 54enne scrittore e giornalista ci accompagna nelle stanze di 50 scrittori, e insieme alle illustrazioni di James Oses, ci permette di entrare con rispetto e curiosità nei luoghi in cui alcuni grandi mostri sacri a livello planetario hanno messo nero su bianco i loro capolavori. Ne racconta gli ambienti, i ritmi di lavoro, le fissazioni e le abitudini, permettendoci di andare dietro le quinte in cui “il genio” ha regalato immensi capolavori letterari.

In ordine alfabetico si parte da Isabel Allende, autrice di uno dei libri più belli mai scritti “La casa degli spiriti”; e scopriamo che inizia ogni nuovo romanzo rigorosamente l’8 gennaio, suo “giorno sacro” e scoprirete perché. Lo scrisse a Caracas dove si era rifugiata dopo il colpo di stato militare in Cile; nella cucina dell’appartamento di fortuna, e da allora di strada ne ha fatta parecchia scrivendo dove poteva: macchina, bar o altri luoghi di fortuna.

Nel 2001 nella casa nuova a San Rafael in California, in fondo al giardino che guarda la Baia di San Francisco fa costruire la sua “Casita”, stanza pensata inizialmente come spogliatoio per la piscina. Lì ha scritto almeno 12 libri, fino al divorzio e alla vendita della villa nel 2016. Nei suoi studi ci sono sempre oggetti che raccontano la sua vita, carichi di significati.

Il viaggio prosegue e tra le tante curiosità più o meno note ecco alcune particolarità dei grandi scrittori in ordine sparso.

Usavano uno scrittoio portatile in legno e con piano inclinato: Jane Austen nella casa di famiglia a Steventon nell’Hampshire; le sorelle Bronte nella sala da pranzo-soggiorno del presbiterio di Hawort dove il padre era ministro della chiesa anglicana; Thomas Hardy che lavorava in una stanza particolarmente spoglia.

Honoré de Balzac preparava personalmente la miscela di caffè e ne beveva almeno una cinquantina di tazze al giorno. John Steinbeck era fissato per le matite alle quali faceva la punta ogni mattina, rigorosamente nere e solo di alcune marche particolari. W.H.Auden, oltre a essere un fumatore incallito, amava lavorare immerso nel disordine di tazze e piatti sporchi, rimasugli di cibo; quello che gli amici chiamavano il “tugurio”. Anton Čechov pretendeva che la sua scrivania fosse rivolta verso il giardino, mentre ad Agatha Christie, per scrivere, bastava un tavolo robusto ovunque si trovasse, ed Ernest Emingway era solito scrivere in piedi.

Queste solo alcune delle tante chicche del libro.

 

Alberto Riva “Ultima estate a Roccamare” -Neri Pozza- euro 17,00

La prima cosa che viene in mente leggendo questo tenero e bellissimo libro è che la grandezza di certi personaggi –Calvino, Citati, Fruttero & Lucentini, Fellini, Age & Scarpelli, Garboli, Orengo, Tobino e altri a questo livello- sia scomparsa con loro. Lasciando il posto a un mondo spesso becero, superficiale, ignorante e volgare dove la caratura si misura in base a follower e comparsate in tv.

Niente a che vedere con il viaggio biografico e artistico che il giornalista e scrittore Alberto Riva compie nell’enclave dei personaggi che hanno fatto grande la cultura italiana (e non solo) del Novecento.

Fulcro di quella stagione fu Roccamare, sulla costa della Maremma. Tutto iniziò quando Pietro Citati, che aveva casa nella zona, sapendo che l’amico Gianni Merlini (patron della Utet), cercava un luogo di vacanza ideale, gli parlò di Castiglione della Pescaia. Lì le spiagge erano ancora vergini e il conte proprietario della pineta la stava lottizzando per fare case estive. E’ così che il grande editore insieme a Carlo Fruttero si innamorarono del luogo, acquistarono un lotto nella vegetazione a due passi dalla spiaggia, e costruirono due case vicine.

Quando Calvino andò a trovarli convinsero pure lui, e a seguire ci furono tanti altri che in quel paradiso si ritagliarono spazio e tempo. Ecco l’inizio di una stagione irripetibile, in cui personaggi straordinari vissero tranche importanti delle loro vite su quella striscia di litorale. Periodi di vacanze, vita in famiglia, creatività, incontri, conversazioni profonde e lievi allo stesso tempo. Tra spiaggia, libri, sceneggiature, amicizie profonde e durature.

Molti gli aneddoti che Riva racconta e che danno la misura di quanto quegli intellettuali fossero portatori meravigliosi di grande ingegno; ma vivessero con semplicità, unita a educazione, umiltà. Curiosi del mondo e indagatori dei massimi sistemi della vita; comunque capaci di godere delle piccole cose, di ciò che conta davvero e degli affetti più cari. Una grandezza che apparteneva a quel mondo e che Riva ricostruisce anche con una malinconia alla quale il lettore non può che associarsi immaginando Fruttero e Calvino che dialogano, Furio Scarpelli che a Roccamare scriveva più sceneggiature contemporaneamente…qui è nato il film di Scola “ La famiglia”.

 

Kate Barry “My own space” -Éditions de La Martinière- euro 34,90

La fotografa di questo splendido libro è la figlia primogenita di Jane Birkin.

E’ morta a 46 anni, nel 2013; volata dal quarto piano della sua casa parigina, dopo una vita appesantita dall’uso di droghe e male di vivere; lasciando aperto il dubbio sulla sua misteriosa morte, probabilmente cercata. Una vita piena di talento, ma tragica.

Era nata l’8 aprile 1967 a Londra dal primo matrimonio di Jane Birkin (appena 18enne) con il compositore John Barry. Un amore travolgente che si schianta contro il disinteresse da parte di lui, troppo preso da se stesso, la sua arte, le sue priorità e i tradimenti. La Birkin si sente come un’appendice e la nascita della figlia Kate accentuerà ancor più il senso di solitudine. La relazione turbolenta naufraga: nel 1967 Jane prende Kate piccolissima e vola a Parigi dove l’aspetta il futuro.

La svolta della sua vita è l’incontro con Serge Gainsbourg, e la canzone “Je t’aime …moi non plus” che interpretano insieme. Fanno scandalo, diventano la coppia erotica per eccellenza e segnano un’epoca. Da loro nasce Charlotte, altra talentuosa creatura.

Gainsbourg sarà comunque un padre amorevole anche nei confronti di Kate che vive con loro e lo chiama “papà”. Poi anche questa unione si infrange. Jane non ce la fa più a sopportare Serge, sempre più ubriaco, sporco, autodistruttivo, quasi irriconoscibile.

Lo lascia e a soffrire per la separazione è soprattutto Kate che all’epoca aveva16 anni e inizia a drogarsi. La vita familiare è costellata di litigate, Kate non rispetta nulla e nessuno, svaligia gli armadi griffati della madre ed è in perenne rotta di collisione

con lei. Segue la disintossicazione, ma lo spettro della droga segnerà la vita di Kate, fotografa di successo, compagna di un tossico e madre di Roman.

Kate Berry aveva un carattere schivo ed introverso e nessuna intenzione di diventare attrice o cantante. Il suo talento era la capacità di fermare la vita, volti e immagini con l’obiettivo. Durante una sfilata di moda trova la sua strada maestra: diventare fotografa professionista. Si rivela subito eccezionale in quel lavoro che le corrisponde perché le permette di esprimere la sua vena artistica, ma senza essere protagonista in prima persona. Lei che non ama parlare ed apparire, è invece bravissima nel dare voce ai volti e ai corpi dei suoi soggetti.

Ha una sensibilità speciale nell’interpretare quello che gli altri celano nell’anima e nel cuore. Alle foto di moda alterna quelle con grandi personaggi dello spettacolo e della cultura a livello mondiale. Predilige immagini in bianco e nero, volti senza trucco ed ha una capacità unica nel cogliere le profondità infinite di uno sguardo. Basta guardare le foto professionali fatte soprattutto ai suoi familiari, a partire da madre e sorelle.

In questo prezioso volume spiccano per bellezza e intensità le foto alle sorelle Charlotte e Lou (nata dall’ultimo matrimonio di Jane Birkin con il regista Jacques Doillon). Primi piani dei suoi affetti più profondi, di rara bellezza e spessore emotivo.

Ma anche spazi aperti come spiagge e baie che trasmettono la bellezza intrisa di solitudine.

Un libro postumo che diventa ancora più importante e testimonia un talento che non c’è più. Resta il dubbio sulla sua morte. Quel terribile 11 dicembre 2013 in cui a raccogliere il corpo della figlia sfracellata sull’asfalto dopo un volo di 4 piani dalla sua casa parigina, è la madre Jane. Per lei una tragedia dalla quale non si riprende più. Quel giorno interrompe per sempre la scrittura dei suoi diari e questo la dice lunga sullo strazio e il vuoto causati da quel dolore.

 

 

Visite record al Museo Nazionale del Cinema

È stata una settimana da numeri record quella appena trascorsa per il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Sono infatti stati 35.000 i visitatori della Mole Antonelliana da sabato 28 ottobre a oggi,  con una media di oltre 3.500 ingressi giornalieri e con punte di quasi 4.500 come la notte di Halloween e ieri, sabato 4 novembre.

“Proprio ieri abbiamo inaugurato i sabati con orario prolungato fino alle 22:00, e il pubblico ci sta dando ragione – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. Continueremo così fino all’Epifania, in modo da permettere al maggior numero possibile di persone di visitare la mostra “Il Mondo di Tim Burton” che sta riscuotendo un grandissimo successo, con i weekend da quasi tutto esaurito fino al prossimo anno”.

“La mostra di Tim Burton attira pubblico di ogni età – dichiara Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema -, incanta tutti con quella magia visionaria che solo il genio burtoniano sa trasmettere così bene. La Mole Antonelliana è il luogo perfetto per la sua arte, lo ha sottolineato Burton stesso e lo confermano le migliaia di visitatori che visitano ogni giorno i nostri spazi”.

Europa Verde, a Collegno presentato un nuovo percorso politico

Sabato 4 novembre 2023, il Co-portavoce  Metropolitano di Torino di Europa Verde Frosina Fabrizio,  ha incontrato il Referente di  Collegno Fabio Finiguerra in compagnia di alcuni storici Verdi Di Collegno, per  afftontare alcune tematiche generali partendo dalla legge per il clima, presentata alcune settimane dal gruppo parlamentare, alle tematiche locali.

La principale analisi e’ stata fatta sul alcuni dei temi che I Verdi di Collegno ritengono che la futura governance della città,debba inseire nel proprio programma, come lo sviluppo delle Comunità energetiche,  lo sviluppo della mobilità, al piano regolatore, a pochi giorni dall approvazione della variante dell area ex Mandelli, alla tutela dei parchi cittadini e parco della Dora,  oltre al sostegno delle famiglie ,  al welfare di comunità  ed allo sviluppo sostenibile delle are industriali ma anche alla tutela del commercio  e al sostegno alle attività locali.

Su questi ed altri temi il Referente di Collegno Finiguerra, ed il Co-portavoce Metropolitano Frosina, hanno definito un ciclo di incontri  sul territorio, per ascoltare i cittadini ed illustrare le proposte, partendo anche dai Quartieri,  come Villaggio Dora  rappresentato  da Fabrizio Fantinel che si occuperà di raccogliere e rappresentare le esigenze di un area  di Collegno  che merita grande considerazione.

Alla riunione erano presenti anche due Verdi Storici come Aldo Molino e  Vito Gala, memorie storiche  della ambientalismo  di Collegno che con la loro esperienza supporteranno il  gruppo di Europa Verde di Collegno  che intende riportare con il Simbolo di Europa Verde -Verdi a un riferimento per tutto gli ambientalisti, animalisti e cittadini sensibili alle tematiche ambientali.

 

Luci d’artista al Balon

CIRCOSCRIZIONE 7

Grazie all’Assessorato alla Cultura e alla Fondazione Torino Musei, quest’anno Luci d’Artista raddoppia la sua presenza sul territorio della Circoscrizione 7.

Oltre all’installazione storica in Piazza della Repubblica facciata Tettoia Orologio (Michelangelo PISTOLETTO – Amare le differenze – opera permanente), si può infatti ammirare una nuova collocazione in via Borgo Dora (Vanessa SAFAVI – Ice Cream Light). Foto  Gabriele Astuto.

Facebook #Circoscrizione7 #Circ7

Da sabato 28 ottobre a domenica 5 novembre boom di visitatori al MauTo

Ottimo risultato per il Museo Nazionale dell’Automobile nella settimana di Ognissanti: da sabato 28 ottobre a domenica 5 novembre i visitatori sono stati 11.800.

Il giorno di maggior affluenza è stato il 29 ottobre con un totale di 1957 ingressi.

Tante le iniziative che il Museo ha organizzato in queste festività, la maggior parte delle quali dedicate all’arte contemporanea: dalla presentazione del volume di Andrea Cortellessa dedicato agli scritti sull’arte di Giorgio Manganelli all’installazione The Velocity of Thought dell’artista newyorkese Paul Etienne Lincoln che, sabato mattina, ha incontrato il pubblico per una visita guidata. L’opera di Lincoln ha inoltre ispirato il laboratorio didattico della domenica mattina nel quale i bambini, dopo aver visitato il Museo e aver osservato il prototipo The Velocity of Thought, hanno utilizzato la tecnica del mosaico Lego per realizzare un modello rappresentativo dell’installazione.

Tutto esaurito anche per le visite guidate alla collezione custodita in Open Garage e alla mostra Una storia al futuro, dedicata ai 90 anni del Museo, che ha chiuso domenica 5 novembre con 108.772 visitatori.

I palazzi aperti, visita in Municipio

[C.R.] Si è conclusa  la rassegna “I palazzi delle istituzioni si aprono alla città”, giunta alla sua seconda edizione con un buon successo. Nelle giornate di festa nazionale del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre, centinaia di persone hanno potuto prendere parte – previa prenotazione tramite Turismo Torino e Provincia – a visite guidate e gratuite in alcuni edifici storici. Palazzo Civico, Prefettura, Musei Reali, Sala del Consiglio della Città Metropolitana, Archivio di Stato hanno aperto i loro antichi battenti all’attenzione e alla curiosità di torinesi e turisti. In particolare, a Palazzo Civico hanno potuto visitare il Cortile d’onore, lo scalone monumentale, le sale dei Marmi e delle Congregazioni, la Sala Rossa sede delle riunioni del Consiglio comunale da 175 anni e l’ufficio della presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, la quale ha voluto personalmente accogliere e salutare una delle comitive di visitatori.

(Facebook CittAgora’)

Merlo: Cirio e Lo Russo, senza ‘coesione istituzionale’ territori penalizzati

La sinistra si rassegni

“La collaborazione istituzionale tra il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il Sindaco
di Torino Stefano Lorusso è l’unica strada realisticamente percorribile per cercare di ottenere
risultati concreti che possono ricadere sul territorio. Il Pd della Schlein e i populisti dei 5 stelle
devono farsene una ragione. Non si può tradurre tutta la politica in propaganda e nella sistematica
denigrazione dell’avversario/nemico. E questo perchè il territorio piemontese, come quello della
provincia di Torino, non possono sacrificare sull’altare delle convenienze politiche ed elettorali del
Pd e della sinistra gli interessi concreti e reali dei territori circostanti. E questo vale anche, e
soprattutto, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato e Consigliere Nazionale Anci