ilTorinese

Basket, Torino -Verona: in vendita i biglietti per la prima di campionato

Si avvicina sempre di più l’inizio del campionato di Serie A2 Old Wild West 2024/25. La Reale Mutua Basket Torino di coach Matteo Boniciolli sta continuando la sua preparazione in vista dell’esordio ufficiale con la Tezenis Verona, in programma domenica 29 settembre alle ore 18.00 al Pala Gianni Asti(Parco Ruffini, Torino).

I biglietti per assistere alla partita Torino-Verona, valida per la prima giornata di campionato, saranno disponibili a partire da sabato 14 settembre. La vendita dei biglietti sarà inaugurata con l’allestimento di un punto ticketing presso il Decathlon Grugliasco proprio nella mattinata di sabato 14 settembre, con la presenza in store della mascotte gialloblù Thor.

I biglietti saranno acquistabili online su Vivaticket oppure presso le seguenti biglietterie:

– Decathlon Grugliasco, sabato 14 settembre dalle ore 10.00 alle 12.00
– Sede di Basket Torino in Via Cervino 50, dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00
– Agenzie Reale Mutua Castello e Santa Rita nei rispettivi giorni e orari di apertura delle sedi
– Pala Gianni Asti domenica 29 settembre (giorno della partita) dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 fino a inizio partita

TARIFFE
Curve Blu e Gialle: Intero 15 €; Promo* 12 €; Under14 7,50 €
Distinti Blu: Intero 15 €; Under14 9 €
Tribuna Gialla: Intero 25€; Promo* 20 €; Under14 12,50 €
Parterre: Intero 35 €; Promo* 28 €; Under14 17,50 €

*Promo: Under 25; Over 65; Sponsor

Continua anche la campagna abbonamenti“Gialloblu: A New Era”. È questo lo slogan scelto per la stagione 2024/25. Nel mondo gialloblù si apre una nuova era, con tanti nuovi protagonisti – appena arrivati sotto la Mole, oppure già cresciuti al Pala Gianni Asti e pronti ad assumere un ruolo di rilievo – per difendere i colori della città di Torino. Sarà nuovo anche il condottiero che guiderà la formazione targata Reale Mutua: coach Matteo Boniciolli, tecnico e motivatore con una carriera illustre nel panorama cestistico italiano e non solo. Si avvicina la stagione 2024/25. Nuovi eroi. Stessa fede. Ecco la “new era” gialloblù.

Gli abbonamenti sono acquistabili online su Vivaticket oppure in tutti i punti vendita Vivaticket e presso la sede di Basket Torino in Via Cervino 50 dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 19.00.

Agli abbonati della stagione 2023/24 è dedicata la possibilità di rinnovare l’abbonamento ad un prezzo riservato, con l’opportunità di confermare il posto a sedere dell’ultima stagione, entro il 20 settembre. Per esercitare la prelazione su Vivaticket, bisogna cliccare sul tasto “PRELAZIONE” che si trova vicino alla dicitura “ACQUISTA”, e successivamente inserire il codice TLITE che si trova sul retro della tessera dell’abbonamento 2023/24.

I PREZZI – NUOVO ABBONAMENTO
Curve Blu e Gialle: Intero 240 €; Promo* 192 €; Under14 120 €
Distinti Blu: Intero 240 €; Promo* 232 €; Under14 144 €
Tribuna Gialla: Intero 400 €; Promo* 320 €; Under14 200 €
Parterre: Intero 560 €; Promo* 448 €; Under14 280 €

*Promo: Under 25; Over 65; Sponsor

I PREZZI – RINNOVO ABBONAMENTO
Curve Blu e Gialle: Intero 225 €; Promo* 180 €; Under14 112,50 €
Distinti Blu: Intero 225 €; Promo* 217,50 €; Under14 135 €
Tribuna Gialla: Intero 375 €; Promo* 300 €; Under14 187,50 €
Parterre: Intero 525 €; Promo* 420 €; Under14 262,60 €

*Promo: Under 25; Over 65; Sponsor

In Piemonte passaggio generazionale per un’impresa su dieci

/

L’ANALISI DI CONFARTIGIANATO IMPRESE

Largo ai giovani? A volte, anche se i figli ci sono non vogliono continuare l’attività di famiglia

L’8% delle imprese pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’80,8% non lo prevede nemmeno, perché mancano le giovani generazioni (oltre il 60% dei casi) Troppi ancora gli ostacoli: dalla burocrazia ai costi.

 

Le imprese artigiane del Piemonte sono troppo vecchie ma il passaggio di testimone tra genitori e figli è ancora troppo difficile e oneroso. Se in Piemonte il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlio, il passaggio generazionale tra il titolare dell’impresa e i figli, o i dipendenti, non è sempre facile e indolore: dal punto di vista emotivo, burocratico ed economico.

In Italia sono ben 227mila le microimprese interessate dal fenomeno su un totale di più di 777mila aziende controllate da persone fisiche o a conduzione familiare.

Secondo l’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, su dati ISTAT, tra il 2016 e 2022, le imprese del Piemonte che hanno effettuato il passaggio generazionale sono state l’11,1% contro una media nazionale del 9,1%.  Nella classifica regionale il Piemonte si posiziona al quinto posto.

Secondo l’analisi l’8% delle imprese del Piemonte pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’80,8% non lo prevede nemmeno, perché mancano le giovani generazioni (oltre il 60% dei casi), oppure i figli ci sono ma non vogliono continuare l’attività di famiglia.

A livello provinciale tra il 2016 e 2022, le imprese di: Torino che hanno effettuato il passaggio generazionale sono state il 10,2%, il 7,5% pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’82,3% non lo prevede nemmeno; Cuneo 13,0% (ha effettuato il passaggio generazionale) 10,1% (possibile nei 5 anni successivi) e 76,9% (non avvenuto né previsto);

Novara 7,8% (ha effettuato il passaggio generazionale), 9,5% (pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni) e l’82,8% (non avvenuto né previsto); Biella il 16,9% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 5,2% (possibile nei 5 anni successivi) e il 78,0% (non avvenuto né previsto); Asti il 9,4% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 9,2% (pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni) e l’81,4% (non avvenuto né previsto); Alessandria il 12,2% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 7,3% (possibile nei 5 anni successivi) e l’80,5% (non avvenuto né previsto); Vercelli il 14,7% ha effettuato il passaggio generazionale, l’8,2% (possibile nei 5 anni successivi) e il 77,1% (non avvenuto né previsto); Verbano il 13,1% ha effettuato il passaggio generazionale, il 7,3% (possibile nei 5 anni successivi) e il 79,6% (non avvenuto né previsto).

“La maggioranza degli imprenditori è over 60, manca qui il ricambio generazionale – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – i giovani imprenditori, sempre di più, scelgono vie autonome piuttosto dell’azienda di famiglia, in moltissimi casi perché i giovani vedono i molteplici adempimenti cui è soggetto l’imprenditore come qualcosa che non è ragionevole né serio cercare di superare. Oggi le imprese stanno affrontando un forte rinnovamento in termini di competenze, siano esse manageriali, organizzative o di business ma manca il ricambio anche perché l’artigianato non viene percepito come attività attrattiva per le giovani generazioni”.

“Il passaggio generazionale – conclude Felici – senza dubbio, riveste un ruolo cruciale per la vita dell’azienda. Va visto e concepito mediante una visione esaustiva che tenga in debita considerazione una serie di variabili e fattori. Questo processo di transizione non è solo un passaggio di quote societarie ma c’è molto di più. È una trasmissione di passioni, valori e competenze manageriali. Tutti aspetti che compongono il DNA di un’impresa e tutti elementi che vanno trasmessi e raccontati in modo adeguato a chi sarà il futuro capitano d’impresa. Non è certo, per questo, un semplice percorso. Bensì è un viaggio che va programmato in tempo utile. Forse anche non meno dieci anni prima del suo avvio”.

I fattori di ostacolo al passaggio generazionale. Il passaggio generazionale appare un cambiamento delicato, con il 51,3% delle imprese controllate da persona fisica o famiglia che segnala la presenza di fattori di ostacolo, tra i quali prevalgono le difficoltà burocratiche, legislative e/o fiscali (16,9%), le difficoltà nel trasferire competenze e/o contatti con clienti e fornitori (14,0%) e difficoltà economiche e/o finanziarie (13,5%); più contenuti i conflitti familiari (4,6%) mentre l’assenza di eredi o successori interessati e/o qualificati si rileva nel 16,9% dei casi.

‘Manon Manon Manon’, un viaggio affascinante per la prima volta al Regio

‘Manon Manon Manon’ rappresenta un viaggio affascinante che, per la prima volta in Italia, il teatro Regio di Torino propone dal 1 al 29 ottobre 2024. Si tratta di una lunga soggettiva dedicata  a Manon Lescaut, giovane protagonista del romanzo dell’abate Prévost che, a partire dal suo successo settecentesco, ha ispirato ben tre compositori: Daniel Auber, che ha dato vita a Manon Lescaut nel 1856, Jules Massenet, che compose la sua Manon nel 1884 e Giacomo Puccini che ne scrisse nel 1893. Si tratta di tre opere autonome ma complementari, con tre direttori d’orchestra, tre interpreti per una protagonista unica, tre diversi cast per una trilogia che si compone di tre nuovi allestimenti e ventuno recite in un mese, una vera e propria sfida artistica e produttiva capace di mettere in luce la forza del teatro Regio.

Punto di partenza e centro di questo progetto è  Giacomo Puccini, di cui quest’anno cade il centenario della morte e che presentò Manon Lescaut proprio al teatro Regio il 1 febbraio 1893. Puccini è  per il teatro Regio un autore fondamentale,  visto che scelse il teatro subalpino per due prime assolute e il sovrintendente del teatro Regio, Mathieu Jouvin e il suo direttore artistico Cristiano Sandri hanno presentato ben sette titoli, per riservare uno spazio speciale alla Manon all’inizio della stagione 2024/2025.

Deus ex machina è il regista Arnaud Bernard, cui è stata affidata la messinscena dei tre spettacoli e che ha scelto di raccontarli sotto la lente di ingrandimento del cinema, attraverso tre epoche iconiche della cinematografia francese, così strettamente legata a Torino “città del cinema”.

“Queste tre opere danno vita – spiega Mathieu Jouvin – a un unico personaggio di incredibile fascino, che risulta scolpito sotto tre punti di vista. Benché composte nell’arco di appena quaranta anni tra il 1856 e il 1893, rappresentano l’evoluzione del gusto musicale di tre secoli, dal Settecento al Novecento. Auber  guarda al belcanto, Massenet rappresenta in pieno il linguaggio dell’Ottocento francese, mentre Puccini si proietta verso la modernità,  anticipando sensibilità musicali del XX secolo.Un’occasione unica e affascinante che, per me, ha il sapore di una degustazione di vini. Come ogni annata, ogni terreno, ogni vignetomettono in luce le caratteristiche di uno stesso vitigno, così ogni allestimento saprà esaltare le differenze di un’unica protagonista, a volte frivola, a volte torturata, a volte ribelle. Il teatro sarà  aperto ogni giorno e il pubblico, turisti compresi, potranno assistere ogni sera a un titolo diverso, scegliendo le date del mese di ottobre. Manon Manon Manon sarà al centro dell’interesse europeo, perché il teatro Regio ospiterà dal 24 al 26 ottobre 2024 la Conferenza d’Autunno di Opera Europa, principale organizzazione europea che riunisce teatri e festival lirici di oltre 44 Paesi”.

Pubblicato per la prima volta nel 1731 come Histoire du Chevalierde Grieux et de Manon Lescaut, ultimo capitolo dell’ampia opera di Antoine Francois Prévost ‘Mémoires et aventure d’un hommede qualité’, il romanzo narra dell’amore travagliato tra un giovane studente divenuto cavaliere, Des Grieux, e l’affascinante e volubile Manon Lescaut.

Punto di partenza del regista Arnaud Bernard è  la domanda “Chi sono le tre Manon?” la Manon di Prévost è  piuttosto avventurosa, ma anche una donna libera che scopre solo tardi il vero amore. La Manon di Auber è un uccello in trappola, quella di Massenet una donna alla ricerca di sé stessa, per Puccini una donna libera e ribelle. È l’unione di tutte le Manon a fare Manon, rappresentare le tre Manon è il punto centrale di questa impresa colossale. Le tre opere sono autonome e si reggono nella loro indipendenza, ma sono le differenze a alimentarsi a vicenda. Di qui l’idea di pensare a Manon come ‘Manon Manon Manon’, uno spettacolo in tre serate con un fil rouge che le accomuna, il cinema  o meglio tre epoche simbolo del cinema francese.

Per Puccini il punto di vista sarà quello del realismo poetico del cinema francese degli anni Trenta, quello de Il porto delle nebbie, di Amanti perduti e l’Angelo del male, il cinema di Jean Gabin e Michèle Morgan, che romanticizza, mettendo in risalto, le questioni drammatiche. Per Massenet saranno Brigitte Bardot e la Parigi anni Sessanta, contraddistinti dall’emancipazione femminile, dal ruolo della femme fatale, anticonformista, con i suoi atteggiamenti ribelli, il lato selvaggio, l’emblema della tentazione e del peccato.

L’estetica  del cinema muto è la chiave per interpretare al meglio la Manon di Auber, la più fragile, la più delicata, la più vecchio stile delle tre Manon. È l’occasione per ricordare non solo Georges Meliès, ma anche Alice Guy, una donna oggi sconosciuta, che fu la prima regista nella storia del cinema.

“La Manon di Auber – spiega Arnaud Bernard- costituirà il legame tra il nostro progetto e Torino, la città dove è nato gran parte del cinema italiano e che ha sviluppato maggiori produzioni di fama internazionale “.

Le tre produzioni vedranno impegnati l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, istruito dal maestro Ulisse Trabacchin.

L’inaugurazione sarà martedì 1 ottobre con Manon Lescaut di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica, Domenico Oliva e Marco Praga. In scena per sette recite fino a sabato 26 ottobre, sotto la direzione del maestro Renato Palumbo, tra i massimi esperti mondiali d’opera italiana. Nel ruolo del titolo protagonista Erika Grimaldi, Roberto Aronica in quello di Renato Des Grieux, Alessandro Luongo è  Lescaut e Carlo Lepore è Geronte di Levoir.

Nei due ruoli principali si alterneranno Maria Teresa Leva e Carlo Ventre.

Sabato 5 ottobre alle ore 19 andrà in scena Manon di Jules Massenet, su libretto di Henry Meilhac e Philippe Gille, in scena per sei recite fino a martedì 29 ottobre,  sotto la direzione del maestro Evelino Pidò, nato a Torino ma residente a Parigi, il più francese dei grandi direttori d’orchestra italiani. L’opera debuttò all’Opera Comique di Parigi nel 1884, ottenendo uno stravolgentesuccesso. Giovedì 17 ottobre alle ore 19 il Regio presenterà in prima esecuzione a Torino, Manon Lescaut di Daniel Auber su libretto di Eugene Scribe, in scena per cinque recite fino a domenica 27 ottobre, per la direzione del maestro Guillaume Tournaire, che debutta al teatro Regio.

Tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta dell’Ottocento Daniel Auber e il drammaturgo Eugène Scribe furono i veri protagonisti del teatro parigino dell’Opera Comique e il segreto del loro successo consisteva nel mettere in scena drammi in cui i protagonisti affrontavano difficoltà di gravità  crescente, abbinati a partiture leggere e melodie irresistibili.

In abbinamento alla trilogia su Manon, in collaborazione con il teatro  Regio, il Museo Nazionale del Cinema presenterà un omaggio al cinema francese venerdì 1, sabato 2 e domenica 3novembre; tra i film in programma anche Manon di Henri Georges Cluzot, Vie privée di Louis Malle, La Bete Humaine di Jean Renoir e Le Quai des brumes di Marcel Carne.

MARA MARTELLOTTA

Incidente al Salone dell’auto, il caso finisce in Consiglio comunale

DA PALAZZO CIVICO

Sull’incidente verificatosi intorno alle ore 12.15 di domenica scorsa in piazza San Carlo a Torino, nella giornata conclusiva del Salone Auto, con una Lancia 037 da rally che, sbandando, ha travolto una dozzina di persone, il sindaco Stefano Lo Russo ha fornito comunicazioni in Sala Rossa, così come richiesto dai gruppi consiliari di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Torino Bellissima, Movimento 5 Stelle e Torino Libero Pensiero.

Lo Russo ha espresso vicinanza a contusi e feriti, augurando loro una pronta guarigione. Ha poi spiegato che il Salone prevedeva un’esposizione statica e una dinamica di veicoli e un programma di “sfilate” (non di “gare”, con un limite orario di 30 km/h), scortate da staffette gestite dall’organizzazione, con un percorso transennato per escludere il traffico e contenere il pubblico.

Ha quindi precisato che la manifestazione non eraqualificabile come pubblico spettacolo e che il soggetto organizzatore è l’unico responsabile.

Il primo cittadino ha poi sottolineato che, in occasione della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica dello scorso 5 settembre, l’assessore alla Sicurezza e la direttrice generale del Comune di Torino, avevano invitato l’organizzazione dell’evento a sensibilizzare i piloti su rumori eccessivi e manovre azzardate.

L’organizzatore – ha detto Lo Russo – ha dichiarato di avere fatto un briefing operativo, illustrando modalità e norme di comportamento da tenere, che sono state accettate dai conducenti, firmando un atto di manleva.

Il sindaco ha poi il letto verbale di accertamento dei fatti redatto dalla Polizia Municipale di Torino, che ha registrato accelerazioni dell’auto per 12,35 metri e ‘scarrocciamenti’ per 15,30 metri prima di impattare sulle transenne.

Lo Russo ha espresso soddisfazione per aver riportato il Salone dell’Auto in un momento così difficile per l’automotive a Torino, con un gran successo di pubblico e di critica, e ha spiegato che l’incidente “poteva capitare in qualunque punto del tracciato”.

Tutti gli eventi, anche i concerti, i cortei e il Tour de France, possono provocare incidenti. Dobbiamo quindi fermare la Città?” – ha aggiunto, ritenendo “fuori luogo certi riferimenti al passato”.

Il rischio non è mai sopprimibile a zero” – ha affermato, auspicando vengano accertate tutte le responsabilità sul fatto e invitando a discutere su che tipo di città desideriamo e se vogliamo che Torino sia una meta turistica.

La strada più facile è non fare le cose” – ha concluso.

Nel dibattito in Consiglio Comunale, DomenicoGarcea (Forza Italia) ha chiesto una maggiore sicurezza per i partecipanti e gli spettatori, in considerazione di un incidente che – ha detto – poteva avere conseguenze molto più gravi. La sensazione, per il consigliere di Forza Italia, è che le tragedie del passato non abbiano insegnato nulla sull’importanza della sicurezza negli eventi di piazza. Per Garcea resta evidente l’eccesso del pilota, aggravato dal pubblico troppo vicino alle auto e senza adeguate barriere protettive. E le transenne non sono barriere protettive – ha rimarcato, ritenendo comunque una scelta giusta portare eventi importanti nel centro della città, anche nell’ottica di potenziare l’offerta turistica.

Abbiamo avuto una città bellissima per tre giorni con un grande evento legato all’auto – ha sottolineato PaoloDamilano (Torino Bellissima) – grazie agli organizzatori e a coloro che hanno contribuito in vario modo alla realizzazione del Salone. Torino ha bisogno di questi eventi – ha sostenuto, precisando che un incidente può capitare, ma che occorre fare tesoro di questa esperienza per migliorare le misure di sicurezza. Si è quindi detto dispiaciuto che un incidente, anche banale, abbia rovinato quanto di buono la città ha saputo far vedere con questo riuscito evento.

La Lega non è alla ricerca di colpevoli, ma di soluzioni per evitare il ripetersi di incidenti simili – ha dichiarato Giuseppe Catizone (Lega), precisando che l’Amministrazione comunale non avrebbe colpe, ma che serve studiare. Perché – ha evidenziato – forse si poteva evitare l’esposizione dinamica in piazze auliche, anche se ci si troverebbe di fronte a una responsabilità soggettiva e non ci sarebbero colpe da parte degli organizzatori. Forse sarebbe meglio organizzare questo tipo di eventi in zone dove ci possono essere maggiori misure di sicurezza – ha concluso.

Per Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) gli eventi possono essere pericolosi e le masse di persone che si affollano sono difficili da gestire. Pur condividendo la scelta del “fare”, ha chiesto di prendere spunto da quello che è successo, con un occhio al futuro, per cercare di rendere la manifestazione più sicura per la cittadinanza.

Fabrizio Ricca (Lega) si è detto dispiaciuto che l’incidente sia accaduto in una piazza che evoca brutti ricordi, ma si è schierato a fianco del sindaco per avere riportato in città un evento che altri avevano fatto scappare. Averlo recuperato – ha dichiarato – vuole dire rimettere Torino al centro del panorama internazionale dell’automotive. L’evento va organizzato di nuovo – ha aggiunto – ma serve farlo bene, magari evitando manifestazioni dinamiche. Ricca ha quindi chiesto al sindaco di continuare a organizzare grandi eventi e di mantenere alta l’attenzione su una città che sta dimostrando la sua capacità di accoglienza turistica.

Il consigliere Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) ha quindi sottolineato come fortunatamente non ci sia stata una tragedia, precisando che non si tratta di difendere il sindaco, ma la città e i suoi eventi, per i quali piazza San Carlo è fondamentale. Per i prossimi anni – ha aggiunto Liardo – sarà opportuno creare una più adeguata “zona cuscinetto” per il pubblico.

Andrea Russi (M5S) ha ricordato la sua contrarietà, già precedentemente espressa, all’uso di piazza San Carlo per eventi di questo tipo. Poteva essere una tragedia – ha sostenuto – nonostante la velocità non elevata. Chi ha tolto le balle di fieno protettive dal transennamento? – si è chiesto il consigliere, sostenendo di avere visto auto di Formula 1 sfrecciare ad alta velocità. Il profilo delle colpe non è chiaro – ha concluso, invitando a evitare scarichi di responsabilità e chiedendosi se il sindaco autorizzerebbe di nuovo una tale iniziativa.

Ivana Garione (Moderati) ha invitato l’Amministrazione a continuare sulla strada intrapresa, sottolineando come il Salone dell’Auto sia importante. Il programma di maggioranza – ha ribadito – sostiene che la vocazione turistica debba procedere insieme a quella industriale e l’automotive è importante per Torino. Non era una corsa del resto, ma una semplice sfilata, ha precisato, ricordando come in ogni manifestazione di massa possano esserci incidenti imponderabili.

Federica Scanderebech (Forza Italia), rivendicando il successo del Salone dell’Auto, ha invitato a riflettere sull’opportunità di continuare a utilizzare piazza San Carlo per manifestazioni con grande affluenza di pubblico, con persone stipate dietro transenne.

Siamo consapevoli che il rischio zero non esiste, ma non dobbiamo mai rinunciare ad avere maggiore sicurezza e a continuare a vigilare – ha affermato Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia), auspicando che l’incidente non getti discredito sull’evento e sull’immagine della città e che l’auto continui a essere un’occasione di sviluppo per Torino.

Per Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) è una vergogna citare la tragedia del 3 giugno 2017. Gli eventi si devono continuare a fare e il sindaco deve decidere quali – ha dichiarato, condividendo quanto detto dal sindaco e dal consigliere Damilano.

Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) si è dichiarata soddisfatta per la discussione equilibrata e costruttiva. Perché è evidente – ha dichiarato – che per Torino riprendere il Salone dell’Auto è un’iniziativa importante, considerando che l’automobile fa parte del patrimonio genetico della città e che è giusto promuovere eventi che valorizzino il territorio, senza farsi scoraggiare da un incidente che nessuno avrebbe voluto e che rischia di offuscare un evento da 500 mila visitatori. Eventi come questo – ha rimarcato – vanno invece potenziati con un ripensamento e maggiore sicurezza. La consigliera ha infine invitato a non dimenticare la gratuità dell’evento, che ha permesso di accedere al ‘salotto buono’ della città a molti che non lo conoscevano.

Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha ribadito che la posizione del suo Gruppo è chiara da sempre, avendo sempre chiesto di escludere le zone pedonali e quelle auliche dalla manifestazione, oltre ad avere insistito per avere misure di sicurezza adeguate che, forse, avrebbero permesso di evitare l’incidente. Per la consigliera, la vocazione turistica della città non deve passare in primo piano rispetto alla sua vivibilità da parte dei torinesi. Anche Sinistra Ecologista è orgogliosa che Torino sia la città dell’auto, ma – ha concluso – Stellantis ha appena annunciato nuovi tagli a Mirafiori.

Per Dorotea Castiglione (M5S) si devono fare i grandi eventi nella nostra città, come Atp ed Eurovision, e devono essere un vanto, non macchiati da episodi come quello di domenica scorso. Benvenuto il Salone dell’auto, quindi, nella città che è capitale dell’auto e che deve continuare a esserlo. La consigliera ha però domandato se sia opportuno farlo in una strada pedonale come via Roma.

Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha espresso solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, apprezzando la relazione del sindaco. Ha poi invitato le forze sociali e produttive a discutere su futuro dell’automotive, pedonalizzazioni, mobilità alternativa e proposte turistiche per collocare Torino sempre più in alto nelle classifiche sulla qualità della vita.

Anche per Claudio Cerrato (PD) è necessario ragionare sul ruolo di Torino e sulla mobilità in città, ricordando che quella torinese è una delle Amministrazioni più attente in Italia al tema della sicurezza e auspicando un ulteriore sviluppo dell’automotive nel territorio.

Nella replica, il sindaco Stefano Lo Russo ha ringraziato il Consiglio Comunale per il dibattito, sottolineando “l’intrinseco legame tra Torino e l’auto”, confermato dalle centinaia di migliaia di persone che hanno affollato il Salone. La sfida – ha affermato – è quella di coniugare la dimensione delle aree urbane e le pedonalizzazioni con la crescita della produzione di auto in città, evitando la “polemica spicciola”. Continuiamo a credere nei grandi eventi – ha concluso il primo cittadino – per rilanciare Torino.

Referendum cittadinanza, la firma del sindaco Lo Russo

Stamattina alle 12.30 si è tenuta la conferenza stampa di lancio della mobilitazione torinese sul referendum cittadinanza (www.attivati.referendumcittadinanza.it) promosso a cui ha partecipato +Europa, Possibile, Partito Socialista Italiano, Radicali Italiani, Italia Viva e le associazioni CoNNGI, Gruppo Abele, Libera e Idem Network.
Andrea Turi segretario di +Europa Torino dichiara: “Dopo la firma del Segretario del PD Elly Schlein anche il sindaco di Torino Stefano Lorusso ha firmato la richiesta di referendum. Siamo molto contenti, il fronte referendario si allarga e così anche la possibilità di raccogliere 500.000 firme entro fine settembre”.
Alla conferenza stampa hanno preso parte i consiglieri comunali di maggioranza Silvio Viale di +Europa, Ahmed Abdullahi e Pierino Crema del PD e Tiziana Ciampolini di Torino Domani oltre che l’Assessore Jacopo Rosatelli. I consiglieri regionali presenti erano Vittoria Nallo di Stati Uniti D’Europa Piemonte e Giulia Marro di Alleanza Verdi e Sinistra – Possibile.

Ambrogio (Fdi): “Torino quintultima in sicurezza? non stupisce”

“Per certi versi non stupisce che il report annuale del Sole 24 Ore inchiodi Torino al quintultimo posto in fatto di sicurezza e criminalità: sfilate elettorali a parte, mancano soluzioni concrete da parte del Comune, a ben vedere impegnato solo a parole sul tema”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama.
“Sono infatti arrivate dal Governo – continua la Ambrogio – le uniche azioni concrete: le assunzioni tra le Forze dell’Ordine, il potenziamento dell’operazione ‘Strade Sicure’, il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto e, in ultimo, le tante novità introdotte dal ddl Sicurezza, soprattutto in fatto di occupazioni abusive. Dal Comune nulla, nemmeno sul fronte della Polizia Locale che è fortemente sotto organico. Sulla sicurezza la sinistra continua a guardare e anzi, dati alla mano, a peggiorare”.

Salizzoni (pd): “Parco della salute: meno delle Molinette2”

“In Commissione sanità, questa mattina, ho sollevato il tema del Parco della Salute di Torino e dopo cinque anni di attesa perché venisse individuato il privato finanziatore e costruttore del Parco della Salute di Torino, abbiamo avuto la conferma dei nostri peggiori sospetti: il progetto è fermo alla costruzione del nuovo ospedale e non ci saranno né didattica, né ricerca. Quello che avrebbe dovuto essere il “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino” si limiterà ad essere il “Parco della Salute”, senza “Ricerca, né Innovazione” e non saranno previsti spazi dedicati all’Università, al Politecnico e a quelle imprese che intendano fare ricerca, anche sulle terapie innovative” dichiara il Consigliere regionale Pd Mauro Salizzoniportavoce Pd in Commissione Sanità del Consiglio regionale del Piemonte.

“Spero davvero di essere smentito – prosegue il Consigliere regionale Pd – ma, nel progetto (che non è ancora stato pubblicato), non compaiono aule per la didattica, ma soltanto sale riunioni, una per ciascun reparto, che certamente non sono sufficienti per la formazione di nuovi medici e specializzandi. Questo significa che studenti e docenti dovranno ogni volta uscire dall’ospedale, attraversare l’area del Palazzo della Regione, prendere la metropolitana, fare alcune fermate fino a corso Dante e da lì raggiungere le aule lungo il Po, in via Marenco o Galileo Galilei, dove l’Università sta costruendo un nuovo polo della didattica di Medicina, rinunciando così alla struttura del Campus come l’avevamo pensata. Avrebbe dovuto esserci una “torre della didattica” da affiancare al nuovo ospedale, separata in modo da poter economizzare sulle utenze, ma vicina in modo da abituare gli studenti alla vita dell’ospedale e da creare un ambiente propizio alla ricerca, pubblica e privata. Un ospedale è aperto 24 ore 365 giorni l’anno, mentre l’università chiude la notte e i festivi: quindi i due spazi dovrebbero essere separati, ma vicini!”

“Invece l’Università sta rinunciando ad aderire al progetto, non senza motivo, dal momento che il terreno da destinare alla didattica e alla ricerca è ancora da bonificare e lo sarà ancora per qualche anno, visto che i soldi per la bonifica sono stati spesi tutti nell’area destinata all’ospedale e nuovi fondi per intervenire sulle altre aree non sono nemmeno stati stanziati” sottolinea Mauro Salizzoni.

“Il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione non doveva certo ridursi a essere semplicemente le Molinette 2. Purtroppo, in base a questo progetto, sarà ancora meno” conclude Salizzoni.

Bimba in bici investita: è grave in ospedale

Questa mattina a Revello nel Cuneese  una bambina di dieci anni è rimasta ferita in un incidente stradale.  Si trovava in sella alla sua bicicletta per andare scuola quando è stata investita da una vettura. Da verificare se l’auto fosse rimasta coinvolta in un incidente con un altro  veicolo e, a seguito  del primo incidente, abbia colpito la bimba. La piccola è stata trasportata in codice rosso con l’eliambulanza  in ospedale a Torino.

Commercio, l’appello della Regione: «Acquistate sotto casa, difenderete l’economia  e salverete una comunità»

«Acquistate nei negozi di vicinato. Difenderete l’economia locale, le imprese radicate sul territorio e i loro posti di lavoro, e salverete una comunità». È l’appello che l’assessore al Commercio della Regione Piemonte Paolo Bongianni – che ha anche la delega all’Agricoltura e Cibo – rivolge ai cittadini piemontesi e a tutti quelli che scelgono il Piemonte per le loro vacanze e soggiorni.

«Fate la spesa nei negozi sotto casa», invita Bongioanni. «È un gesto importante per sostenere l’economia e la vita delle micro-comunità, tanto nelle città quanto nei nostri piccoli comuni dove il negozio di paese è sempre stato e deve tornare ad essere un luogo di socialità. Tutto questo diventa ancora più importante nei centri della nostra montagna e delle cosiddette zone interne. Qui, sostenere il commercio di prossimità significa combattere in modo attivo e responsabile la desertificazione e contrastare così il rischio di spopolamento e perdita di attrattività per un intero territorio».

Il commercio di vicinato, nel progetto di Bongioanni, non è solo un baluardo da difendere e sostenere per rilanciare la vitalità dei piccoli centri e delle terre alte, ma è destinato a diventare uno dei protagonisti della rivoluzione della filiera corta dell’agroalimentare che l’assessore presenterà al Salone del Gusto – Terra Madre il prossimo 27 settembre.

«L’esercizio commerciale di prossimità – spiega Bongianni – dovrà diventare sempre più il posto dove potremo trovare la qualità a km 0: gli straordinari prodotti del cibo piemontese che, sempre a fine settembre, il Piemonte andrà a presentare ai Paesi del mondo riuniti al G7 dell’Agricoltura a Ortigia. La filiera agroalimentare corta legherà in modo strutturale produttori, trasformazione, commercio al dettaglio e mercati per garantire ai produttori la giusta remunerazione e contenere tutti quei passaggi intermedi che non creano un reale valore aggiunto per chi sceglie di restare legato a un territorio e alle sue comunità».

Libri di arredamento: è boom di acquisti per i torinesi

Informazione promozionale

Tra la popolazione torinese, è scoppiato un vero e proprio boom di acquisti di libri di arredamento!

Gli abitanti della città hanno sempre più a cuore la personalizzazione della propria abitazione (con un tocco di arredamento zen) e andare a caccia di mobili su misura a Torino!

Con la crescente passione per l’arredamento d’interni, che si tratti di un hobby o di una necessità pratica, i torinesi stanno investendo un 70% del loro tempo e diverse risorse per arredare la propria casa in maniera esteticamente gradevole e funzionale.

Una ricerca in merito ha rivelato, inoltre, che la maggior parte dei soggiorni a Torino, sono creati ( o ricreati) con un arredamento stile giapponese.

Questa tendenza è tra le scelte più amate e ricercate per la progettazione arredi interni.

I libri di arredamento che trattano questo stile offrono una panoramica delle principali caratteristiche dell’ arredo e design giapponese, come, ad esempio, l’uso dei materiali naturali, linee pulite e spazi aperti.

Questo stile è ideale per chi cerca un ambiente minimalista e tranquillo.

Questo fenomeno si riflette anche nelle librerie, dove gli scaffali dedicati ai libri di arredamento sono sempre più forniti e variegati.

I migliori libri di arredamento d’interni per ispirare il tuo stile

Possiamo dire che tra gli hobby e passione di molti torinesi è presente l’arredamento d’interni, ormai un vero e proprio cult tra diverse generazioni della popolazione.

La crescente domanda di libri di arredamento riflette il desiderio di apprendere nuove tecniche e stili per personalizzare gli spazi domestici.

Tra i libri più ricercati e letti troviamo l’“Enciclopedia degli schemi di colore e di superficie” di Adrienne Chinn, una guida completa all’uso dei colori e delle superfici nell’arredamento.

Questo “libro arredamento è particolarmente apprezzato per la sua capacità di fornire consigli pratici e ispirazioni per creare ambienti armoniosi e ben equilibrati.

Se sei alla ricerca di ispirazione per arredare la tua casa, eccoti altri libri di arredamento che non possono mancare nella tua libreria!

Esposizione libri di arredamento e letture piacevoli tra le tue mura

Ecco un piccolo elenco e titoli consigliati.

“La magia del riordino” (titolo originale: The Life-Changing Magic of Tidying Up) è un bestseller internazionale scritto da Marie Kondo, una consulente dell’arredamento stile giapponese specializzata nell’organizzazione degli spazi abitativi.

Il libro propone il metodo KonMari, un approccio rivoluzionario al riordino, con l’obiettivo non solo di liberare lo spazio fisico dagli oggetti inutili, ma anche di apportare cambiamenti positivi nella vita di chi lo adotta.

Invece di riordinare una stanza alla volta, il metodo KonMari suggerisce di concentrarsi su una categoria di oggetti, come vestiti, libri o documenti, e affrontarla completamente prima di passare alla successiva.

“Arreda la tua casa secondo il tuo stile. Comodità, funzionalità e armonia nella scelta dei mobili” di Frida Ramstedt
Il libro racchiude i consigli dell’interior designer svedese Frida Ramstedt su come scegliere i mobili e organizzare i progetti di arredamento interni della casa dei sogni, focalizzandosi su comodità, funzionalità e armonia. Ramstedt spiega che, quando si scelgono i mobili, è fondamentale non solo l’estetica, ma anche la qualità e l’adattabilità alle esigenze personali.

” Sentiti bene nella tua casa.” di Frida Ramstedt

Un altro libro arredamento che riassume i consigli di Frida Ramstedt su come rendere un ambiente accogliente, armonioso e ben studiato attraverso regole di interior design accessibili a tutti. Anche se non esistono soluzioni uniche, Ramstedt condivide principi consolidati basati sull’architettura e la progettazione arredi interni, per aiutare a creare l’atmosfera desiderata senza costosi interventi.

“Uno spettacolo di casa” di Romina Sita

Arredare casa è un momento magico, sia che si tratti della prima casa, di una ristrutturazione o di un rinnovo degli spazi esistenti. L’entusiasmo iniziale può diminuire a causa di dubbi e problematiche, ma questo libro è pensato per mantenere vivo l’entusiasmo e le emozioni positive legate alla creazione di un arredo e design della casa dei sogni. Con volontà, conoscenza, hobby e passioni, il libro offre gli strumenti necessari per progettare gli spazi domestici in modo funzionale ed esteticamente gradevole.

“Hygge: la filosofia danese per raggiungere la felicità nella vita quotidiana” di Lifestyle Emporium

Il concetto di hygge è una filosofia danese che mira a creare un’atmosfera di benessere e felicità nella vita quotidiana. Si tratta di trovare serenità e gioia nei piccoli momenti, come immergersi in una vasca calda, accendere candele, creare con dei cuscini per arredare un angolo relax o leggere un buon libro.

Il libro arredamento “Hygge, la Filosofia Danese per Raggiungere la Felicità nella Vita Quotidiana” insegna come gestire meglio il proprio tempo e godere di questi momenti semplici per migliorare il proprio benessere e felicità. L’obiettivo è stare bene con se stessi per poter essere felici.

Come arredare una cameretta piccola: un libro molto utile in merito

Un ulteriore opera letteraria consigliata tra i libri di arredamento per sapere come arredare una cameratta piccola è

Piccole idee d’arredo. Per rendere esclusiva la tua casa.” di Mara Antonaccio

L’opera racchiude diverse idee creative e ispirazioni per l’arredamento per trasformare il proprio arredamento d’interni con poche e semplici mosse. Suggerimenti come, ad esempio, adoperare specchi su misura, usare per l’esposizione libri mensole a muro strategiche, decorazioni perfette, tappeti originali e vecchi mobili su misura rinnovati con interventi artistici. L’obiettivo è personalizzare l’ambiente con gusto e fantasia, creando oggetti d’arredamento unici e rinnovando lo spazio con creatività.

I libri di arredamento rappresentano una risorsa preziosa per chi desidera progettazione arredi interni, trasformare e personalizzare la propria casa con stile e creatività.

La passione dei torinesi per la lettura e l’arredamento si riflette nella crescente domanda di diverse opere, che offrono consigli pratici e ispirazioni per creare ambienti funzionali e armoniosi. Che si tratti di adottare un arredamento stile giapponese minimalista o di esplorare il concetto di hygge, i torinesi trovano nei libri di arredamento validi alleati per rendere le loro abitazioni accoglienti e uniche.