La cerimonia si terrà il 25 novembre
il Prof. Quaglieni
Una domenica con Lelio Luttazzi
Domenica 12 novembre il quartetto “Voci di Corridoio” si esibirà di nuovo insieme per il Maestro Lelio Luttazzi, in occasione del concerto per il Centenario del grande artista triestino, musicista, direttore d’orchestra, pianista e tanto altro…
All’Auditorium della Rai di via Rossini, alle ore 18, per il Moncalieri Jazz Festival 2023, il soprano Roberto Bacciolo, il contralto Elena Bacciolo, il tenore Paolo Mosele e il basso Fulvio Albertin, ovvero le “Voci di Corridoio” saranno i protagonisti, insieme all’Orchestra Sinfonica della Rai diretta da Steven Mercurio, a Fabrizio Bosso, Nico Gori e una house band formata da ottimi musicisti piemontesi, dello spettacolo “Studio uno – il mondo di Lelio”, un ricordo dell’eclettico artista che si è affermato per oltre 50 anni in Italia nei diversi campi dello spettacolo e della cultura. Una carriera che ha percorso la storia della radio, della televisione, del cinema e della letteratura. Ma prima di tutto veniva il suo amato, inconfondibile e personale jazz. Di questo genere musicale Luttazzi è stato il pioniere in Italia e sicuramente il primo musicista ad utilizzarlo nelle produzioni cinematografiche. Nato il 27 aprile 1923, inizia come autore e direttore d’orchestra alla radio e nel 1950 a Torino dirige l’Orchestra della Rai, inventando uno stile nuovo per il nostro paese: l’Orchestra d’archi ritmica. Presenta i più importanti e seguiti programmi radiofonici e televisivi come “Studio Uno”, “Doppia coppia” ma il suo più grande successo ed il più ricordato è la “Hit Parade”, alla radio, che conduce dal 1967 per un decennio, ogni venerdì, in diretta da via Asiago in Roma. Tra i tantissimi premi ricevuti quello certamente più amato, come ricorda sempre la moglie Rossana Luttazzi che sarà presente al concerto e che segue da anni la Fondazione ed il Premio a lui dedicato, è stato nel 1991 il San Giusto d’Oro, il prestigioso riconoscimento dei cronisti giuliani. La motivazione: riconosciuta nella sua arte la vera anima di Trieste.
Igino Macagno
Incontro sulle problematiche del carcere minorile
“Per ragionare di carcere minorile con coscienza di causa è necessario conoscerne a fondo i meccanismi e le dinamiche che lo governano. Sono convinto sia quanto mai necessario che le istituzioni e i soggetti interessati si impegnino per approfondirne la realtà e trovare le soluzioni più adatte per far sì che l’esperienza della detenzione rappresenti sempre più, per i giovani, un’opportunità di recupero e di reinserimento nel tessuto sociale”. Lo ha dichiarato il componente dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale Gianluca Gavazza in apertura dell’incontro Il carcere minorile contemporaneo. Parliamone! che si è svolto al Circolo dei lettori di Torino.
Organizzato dall’Assemblea legislativa piemontese attraverso gli uffici dei Garanti regionali dei detenuti e per l’infanzia e l’adolescenza, è il primo di una serie di incontri per riflettere sul passato e sul presente del carcere minorile e immaginarne il futuro.
“Avere a disposizione 25,3 milioni di euro del Pnrr per l’ambito penitenziario piemontese – ha sottolineato il Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano – è un’occasione per ripensarne e umanizzarne gli spazi affinché da luoghi di detenzione possano davvero diventare luoghi di riabilitazione e rieducazione per dare finalmente attuazione al decreto 121 del 2018 che ha introdotto un ordinamento specifico per i minori e ha previsto attività e attenzioni concrete all’affettività e alle relazioni familiari nell’esecuzione penale minorile”.
Il sociologo Franco Prina ha sottolineato come la riforma del processo penale minorile, avvenuta trentacinque anni fa, abbia rappresentato una sorta di grande esperimento sociale per trattare i reati e gli autori di reato. “Oggi – ha aggiunto – i minori in carcere in Italia sono non più di 400, di cui solo la metà è davvero minorenne, mentre circa 21.000 sono quelli che vivono in comunità o sono presi in carico dai servizi sociali e 6.700 quelli messi alla prova. Siamo però chiamati a nuove sfide, poiché i giovani detenuti di oggi non sono più tanto i figli dell’immigrazione dal sud al nord quanto i minori stranieri, spesso non accompagnati, con forti problemi legati alla lingua, alla cultura, allo sfruttamento e alla mancanza di reali opportunità di studio, di integrazione e di lavoro”.
Sulla situazione dei minori stranieri non accompagnati si è soffermata la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra, ricordando che “vengono spesso catapultati da situazioni drammatiche in un mondo che non conoscono e che si illudono possa realizzare tutti i loro sogni, cadendo vittime della frustrazione quando si rendono conto che quanto immaginato non corrisponde alla realtà”.
La garante comunale dei detenuti Monica Cristina Gallo ha identificato tra i problemi aperti al Ferrante Aporti “la carenza di direttori stabili, la progressiva diminuzione dei servizi di neuropsichiatria infantile e il fatto che non si facciano più i test tossicologici a chi entra perché ritenuti troppo costosi”.
“A fronte della recente tendenza secondo cui dei quaranta ospiti dell’Istituto minorile Ferrante Aporti solo i due terzi sono minorenni – ha aggiunto – si registra una presenza di circa centotrenta detenuti tra i 18 e i 24 anni nel carcere per adulti”.
Don Ettore Cannavera, infine, ha raccontato la propria esperienza all’interno del carcere minorile di Quartucciu (Ca) e quella di coordinatore della “Comunità La Collina”, una sorta di carcere alternativo in cui i minori autori di reato vengono “educati al rispetto di sé e delle regole in un clima di relazione che mira a svilupparne le potenzialità umane e spirituali”.
Al termine dell’incontro – cui sono intervenuti il neodirettore del Ferrante Aporti Giuseppe Carro, l’assessore alle Politiche per la sicurezza del Comune di Torino Gianna Pentenero e l’architetto penitenziario Cesare Burdese – Mellano ha annunciato che il secondo incontro sul tema si svolgerà, sempre al Circolo dei lettori, mercoledì 13 dicembre.
È stato condannato a 30 anni per aver ucciso la fidanzata, durante una vacanza in Sardegna, ma dal carcere passerà ai domiciliari perché “obeso e iperfumatore”: persa 200 chili e fuma 100 sigarette al giorno . La decisione è del tribunale di sorveglianza di Torino per il quale le condizioni di salute dell’omicida, 35enne di Biella, sono incompatibili con il carcere. È a rischio cardiovascolare. L’uomo, nel giugno del 2017, sferro’ 57 coltellate a Erika Preti, 28 anni, perché la donna l’aveva rimproverato: stava facendo troppe briciole. Una banale lite finita poi in tragedia. Disperati per la decisone i genitori della vittima.
Santi Francesi a “Sanremo Giovani”
Subito dopo aver partecipato quest’oggi alla cerimonia di apertura degli Apt Torino 2023 in piazza d’Armi, dove hanno regalato una breve performance a tutti i fan dopo i saluti istituzionali, piemontesissimi Santi Francesi, hanno appreso dall’annuncio ufficiale del direttore artistico Amadeus, della loro partecipazione a “Sanremo Giovani”. Il duo musicale di Ivrea composto da Alessandro De Santis (voce e chitarra) e Mario Francese (tastiere e producer), già vincitore di X Factor nel 2022, è tra gli 8 finalisti che prenderanno parte alla serata di Sanremo Giovani 2023, in onda dal Teatro del Casinò di Sanremo, martedì 19 dicembre, in prima serata su Rai1, Radio2 e in streaming su Raiplay. Gli altri artisti che hanno superato le audizioni, svoltesi nei giorni scorsi, dal vivo, nella storica sede della Radiofonia di via Asiago in Roma e che si aggiungeranno ai 4 cantanti provenienti da Area Sanremo sono: Bnkr 44, Clara, Grenbaud, Lor3n, Jacopo Sol, Tancredi e Vale LP. Il 19 dicembre in 12 si contenderanno tre posti tra i Big in gara al Festival di Sanremo che si svolgerà dal 6 al 10 febbraio 2024. Il titolo del brano in gara dei giovanissimi Santi Francesi, anno di nascita 1997, è: “Occhi tristi”. Igino Macagno
Con la presentazione degli otto singolaristi e quella di oggi dei doppisti la terza edizione torinese delle Nitto ATP Finals può definitivamente partire. Ad aprire la sfilata di ieri, in piazzetta Reale, è stato il serbo e numero uno mondiale Novak Djokovic che non si è sottratto all’entusiasmo della folla. Poi mano a mano sono passati tutti, anche chi quella passerella l’ha fatta per la prima volta come lo spagnolo Carlos Alcaraz, il danese Holger Rune e ovviamente l’azzurro Jannik Sinner. Proprio quest’ultimo in conferenza stampa ha sottolineato la sua soddisfazione per essersi qualificato per le Finals e la voglia di sfruttare al meglio l’energia che gli darà il pubblico italiano.
Domani il programma dei match al Pala Alpitour si apre alle ore 12 con in campo la coppia croata e americana formata da Ivan Dodig e Austin Krajicek opposti agli argentini Maximo Gonzalez e Andrés Molteni. A seguire Sinner affronterà il greco Stefanos Tsitsipas. In serata Djokovic affronterà il debuttante Rune, ma prima sarà la volta di Santiago González ed Edouard Roger-Vasselin contro Horacio Zeballos e Marcel Granollers.
San Martino trionfa con El Greco
Patrizia CORGNATI intervista gli on. Giorgio MERLO e Mino GIACHINO Domenica 12 Novembre ore 10.30 agli Artigianelli di c. Palestro 14
“Un irriducibile contro il declino di Torino”: è il titolo del libro che verrà presentato Domenica 12 Novembre ore 10.30 agli Artigianelli di Torino in c. Palestro 14. L'”irriducibile” del titolo è Mino Giachino, l’ex sottosegretario di Stato ai Trasporti che da anni denuncia con numeri e azioni il declino vissuto da Torino, sempre più indietro nella graduatoria delle città italiane ed europee.
«Lo ha ribadito di recente anche la Banca d’Italia – afferma Giachino – : Torino negli ultimi vent’anni ha perso 18 punti rispetto alle città italiane più competitive. Il PIL procapite è diminuito e oggi nella metà della città che non sta bene si vive peggio di vent’anni fa. Una città bellissima che attrae turismo da weekend come ha scritto “The Times” ma che ha perso Salone dell’automobile e Salone dell’auto storica. Una città che non attrae più investimenti e non trova il modo di invertire questa tendenza e ieri ci han detto che ormai a Torino il numero delle colf ha superato il numero degli operai.
Pur distante dal Palazzo, negli ultimi anni Giachino è riuscito a realizzare la più grande e significativa manifestazione di piazza della storia recente di Torino (10 novembre 2018 con oltre 40mila persone a sostenere la TAV), è stato capace di “dirottare” a Torino l’Autorità dei Trasporti che il Governo Monti aveva inizialmente previsto a Roma (2013) e, storia più recente, ha avuto un ruolo decisivo nel veicolare al settore auto oltre 8 miliardi di euro destinati a finanziare gli incentivi per chi decide di cambiare la propria vettura.
Accanto a tutto questo, Mino Giachino ha sempre tenuto uno stretto rapporto con Torino e l’intero territorio cittadino, con un’attenzione particolare per il Sermig e per la Chiesa che guarda agli ultimi e agli esclusi. GIACHINO al termine della sua analisi presenta 10 Proposte per il rilancio della economia e del lavoro e tra queste il forte sostegno al Piano Auto del Ministro URSO che potrà contare su oltre 6 miliardi di euro non ancora spesi del fondo Giorgetti.
L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «LA PREVENZIONE INVESTE SULLA QUALITÀ»
Al via la nuova campagna di comunicazione del programma piemontese di screening dei tumori Prevenzione Serena, promossa dalla Regione Piemonte in collaborazione con la Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta e con il Centro di riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte.
«Prevenzione Serena ha recuperato pienamente gli obiettivi pre-pandemia – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, annullando le liste di attesa grazie agli sforzi messi in campo dalle professioniste e dai professionisti dello screening. Ora l’obiettivo è promuovere il nuovo programma organizzato di screening, che non solo è gratuito in tutte le sue tappe (dai test ai richiami per gli accertamenti, dall’eventuale diagnosi ai percorsi di cura e follow-up), ma vanta anche un alto livello di assicurazione della qualità e di appropriatezza dei percorsi».
Quanto alle novità, l’assessore Icardi dichiara: «Sono stati aggiornati i protocolli di ‘screening organizzati’ per i tumori di mammella, collo dell’utero e colon retto. Le novità più rilevanti riguardano gli esami di primo livello, con l’introduzione dei test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (in sostituzione della rettosigmoidoscopia) e del test per l’HPV (papilloma virus test) per le donne dai 30 ai 64 anni, mentre per il protocollo di screening del cancro del colonretto viene anticipata la fascia di età bersaglio che passa da 58 anni a 50 anni».
Lo slogan della campagna “Scegli anche tu la qualità. Prevenzione Serena, il mio screening di fiducia” è stato concepito per enfatizzare un valore che è al centro del programma di screening.
«Prevenzione Serena – sottolinea l’autorità centrale per il coordinamento della rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, nella persona del suo coordinatore, Massimo Aglietta – è all’avanguardia nell’offrire soluzioni sempre più mirate ed efficaci per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon retto. Il lancio di questa campagna è finalizzato a incrementare l’adesione della popolazione per intercettare la malattia nelle fasi precoci e ridurre la mortalità».
Prevenzione Serena da sempre dedica alla comunicazione una particolare attenzione, per promuovere una scelta consapevole nelle persone invitate allo screening. La qualità del percorso è garantita da un sistema informativo di monitoraggio, la verifica sistematica del raggiungimento degli standard e il miglioramento continuo, l’alta specializzazione, la multi-professionalità e la formazione continua.
In dettaglio, qui di seguito i punti essenziali dei tre screening.
PROTOCOLLO DI SCREENING DEL CARCINOMA MAMMARIO
Esame di primo livello: mammografia
Esame di secondo livello: ecografia mammaria (ed eventuale prelievo per biopsia)
La popolazione bersaglio è costituita da tutte le donne residenti o domiciliate di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Sono, inoltre, inseribili nel programma di screening, a richiesta, le donne di età compresa tra i 45 ed i 49 anni, a norma di quanto disposto all’articolo 85 della Legge Finanziaria del 2001.
A partire dai 50 anni l’intervallo tra due inviti successivi è di due anni.
Nei prossimi anni avverrà in modo graduale l’estensione dell’invito attivo per le donne di 45-49 anni e di 70-74 anni. Le donne 45-49enni saranno invitate ad effettuare la mammografia di screening ad intervallo annuale fino al compimento del 50° anno di età. Le donne di età superiore a 69 anni e fino al compimento dei 75 anni continueranno ad essere invitate a sottoporsi alla mammografia di screening con cadenza biennale. L’invito in tali fasce di età potrà essere modulato in base alle necessità organizzative dei vari programmi in modo tale da mantenere la priorità di invito e copertura per le donne di età compresa tra 50 e 69 anni.
PROTOCOLLO DI SCREENING DEL CANCRO DELLA CERVICE UTERINA
Esame di primo livello: ricerca del Papilloma virus (HPV) e paptest (a seconda della fascia di età bersaglio)
Esame di secondo livello: colposcopia (ed eventuale prelievo per biopsia)
La popolazione bersaglio è costituita da tutte le donne residenti o domiciliate di età compresa tra i 25 ed i 64 anni. Non sono previsti particolari criteri di selezione.
Lo screening basato sulla citologia cervicovaginale (Pap-test) come test primario è offerto alle donne di età dai 25 ai 29 anni, con intervallo triennale tra i round di screening.
Lo screening basato sul test per l’HPV come test primario si applica alle donne di età dai 30 ai 64 anni, con intervalli quinquennali tra round di screening.
In ottemperanza alle indicazioni del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 del Ministero della Salute, per le donne di età 25-29 anni vaccinate contro HPV (secondo la definizione ONS – data della seconda dose entro il compimento del 15° anno di età) è previsto il posticipo del primo invito al programma di screening all’età di 30 anni, con test HPV. Per le donne non vaccinate (secondo la definizione ONS) viene utilizzata la citologia come test primario ad intervalli triennali.
Per la gestione delle donne giovani non vaccinate c’è un’indicazione da parte dell’ONS di mettere in atto una revisione del protocollo di screening attraverso la valutazione dell’utilizzo del test HPV anche in questo gruppo di donne. Progetti con protocolli ad hoc, in cui il Piemonte è coinvolto, sono attualmente in corso.
L’intervallo tra un test negativo ed il successivo è di tre anni per il Pap-test e 5 anni per il test HPV.
I test di primo livello sono la ricerca del papilloma virus come test primario e la citologia cervicovaginale indicata anche come Pap-test in base all’età e allo stato vaccinale (secondo definizione ONS).
In caso di impossibilità tecnica ad eseguire il test di screening di I livello, o di grave sospetto di lesione invasiva, la donna può essere inviata direttamente dall’unità di prelievo all’esecuzione di una colposcopia.
Per le donne tra i 30 ed i 64 anni, il test HPV è l’unico test primario. La citologia verrà utilizzata come sistema di triage delle donne HPV positive, ma è escluso il suo utilizzo sistematico come test primario assieme al test HPV.
IL PROTOCOLLO DI SCREENING DEL CARCINOMA DEL COLON-RETTO
Esame di primo livello: ricerca del sangue occulto nelle feci
Esame di secondo livello: colonscopia (ed eventuale prelievo per biopsia)
La popolazione bersaglio è costituita dalle persone di età compresa tra 50 e 74 anni.
Costituisce motivo di esclusione una storia personale di cancro colorettale (CCR), o adenomi (se il paziente è ancora inserito in protocollo di sorveglianza), o malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD).
Non si ritiene di indicare protocolli di screening diversi da quelli previsti per la popolazione generale per quei soggetti con un solo parente di primo grado con CCR, o con parenti di grado superiore al I con CCR.
Una familiarità positiva (definita come presenza di due parenti consanguinei di I grado con neoplasia intestinale, o un parente consanguineo con diagnosi di CCR prima dei 55 anni di età) non costituisce un motivo di esclusione. Questi soggetti verranno successivamente indirizzati presso un ambulatorio per lo studio della familiarità dei tumori colorettali per la verifica dell’anamnesi familiare e per la valutazione del rischio di CCR.
Gli assistiti che in passato hanno eseguito la sigmoidoscopia, aderendo all’invito secondo il precedente protocollo regionale, saranno in questa prima fase esclusi da successivi inviti ad eseguire il FIT, poiché sulla base delle conoscenze attuali, l’effetto protettivo della sigmoidoscopia si mantiene per oltre 18 anni, con una riduzione del 35% dell’incidenza e del 40% della mortalità per CCR dopo un singolo esame.
Informazione promozionale
“L’Europa del 2050 è lo scenario (stravolto da rivoluzioni culturali e tecnologiche) in cui si sviluppa la vicenda di Liborio Epis ed Elisabetta Covi, entrambi inconsapevolmente sulle tracce dei loro genitori, e non solo. La loro storia è il paziente assemblaggio di un puzzle i cui tasselli sono i personaggi stessi e la cui immagine d’insieme si rivelerà solo alla fine della loro ricerca. La vita e l’amore richiedono attenzione”
L’autore
Marco Ponzi è nato a Milano nel 1976.
Ha conseguito un diploma di Perito Turistico e uno di illustratore presso la Scuola Superiore di Arti applicate all’Industria. Ha infatti la passione per l’arte che esplicita anche attraverso la pittura, la fotografia e la scultura partecipando a diverse mostre collettive.
È autore di quattro libri: “Perché diffidare degli assistenti di volo” (Greco & Greco, 2011), “L’accento sulla A” (Edizioni Il Foglio, 2019), vincitore di un premio nell’ambito della Festa del libro in Mediterraneo nel 2021, “Le aspirazioni mortali o dei crimini d’autore” (Edizioni Il Foglio, 2022) e “La strategia dell’attenzione” (Guida editori), vincitore del premio Cimitile 2023.
Numerosi racconti e poesie sono raccolti in diverse antologie.
Il suo ultimo importante riconoscimento artistico è stata la menzione d’onore per l’opera complessiva conferita dal Luxembourg Art Prize nel 2022.
L’intervista
Da cosa deriva l’idea di questo romanzo?
I miei romanzi nascono tutti dal titolo: prima creo il titolo e poi vi costruisco attorno un racconto. Nel caso di quest’ultimo libro, il titolo mi è venuto in sogno, come mi capita spesso. Durante la pandemia, riflettevo sul martellamento continuo di informazioni che contraddicevano se stesse e questo portava le persone a distrarsi. Da qui la necessità di creare una strategia per focalizzarsi sulle cose importanti, su quello che tendiamo a trascurare, su ciò che il mainstream ci porta a dimenticare o ignorare.
Sappiamo che “La strategia dell’attenzione” è un seguito…
Sì, è il seguito de “L’accento sulla A” ma si può leggere indipendentemente dal romanzo precedente. È autoconclusivo ma ci sono alcuni personaggi che sono presenti in entrambe le opere e che creano un collegamento. Il titolo si richiama anche al fatto che un lettore attento potrà scovare alcune cose, stupirsi per un certo sviluppo e anche notare delle piccole incoerenze del tutto volontarie, proprio perché il mio scopo, in questa epoca di esasperata tecnologicizzazione che conduce alla costante distrazione, è portare a fare caso a quel che accade, nel mondo e anche nel mio libro, senza la pretesa di voler insegnare nulla. A dire il vero, tutte le mie opere sono disseminate di tranelli, enigmi, misteri, a partire dai titoli.
La tua biografia ora si è arricchita di un importante riconoscimento letterario, il premio Cimitile. Come hai accolto questa notizia?
Io non sono abituato, non troppo, per lo meno, a ricevere premi e nemmeno è lo scopo della mia scrittura o della mia pittura. Lo scopo della mia arte è trasmettere una visione, sollecitare un dibattito, stimolare delle discussioni, anche delle critiche, volendo. Quasi preferisco essere criticato che lodato perché ciò è alla base dello scambio di idee, oltre che essere uno spunto fondamentale per migliorarmi.
Ebbene, quando mi è stato comunicato che avevo vinto il Cimitile 2023 sono rimasto incredulo, soprattutto pensando al contenuto dei miei libri che non assecondano mai il gusto di ciò che va per la maggiore. La mia è una scrittura/pittura di contestazione, sebbene non troppo esplicita, e dunque non è facile incontrare il favore del pubblico o delle giurie. Forse sono troppo modesto ma ogni qualvolta qualcuno mi comunica un apprezzamento io stento a crederci.
Dunque vedere selezionato il mio lavoro inedito da una giuria super competente, abituata da ventotto anni a giudicare opere letterarie di ogni tipo (tra i premiati quest’anno c’erano Ezio Mauro, Mario Tozzi, Simona Sparaco e Sigfrido Ranucci) e sostenere con grande impegno e partecipazione la mia opera mi ha fatto indubbiamente molto piacere e, per una volta, mettendo la modestia da parte, fatto sentire orgoglioso di questo importante risultato.
Hai altri progetti in cantiere?
Purtroppo o per fortuna, continuo a sognare e creo titoli a tambur battente. Ho già pronto un romanzo spiritoso in cerca di editore e sto scrivendo un racconto lungo e un romanzo ambientato nel futuro, un futuro diverso da quello immaginato ne “La strategia dell’attenzione”, il 2050. Un futuro opposto e, come quello descritto nel mio ultimo romanzo, non saprei se definire auspicabile o temibile.
Contatti
FB Marco Ponzi Scrittore
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