E’ in codice rosso all’ospedale di Novara la donna di 70 anni rimasta ferita in uno scontro. L’incidente si è verificato tra la sua auto e un camion a Roccapietra, frazione di Varallo Sesia. L’anziana è stata trasferita in elicottero all’ospedale Maggiore della Carità.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Aperta dal 26 gennaio al 26 maggio prossimo, curata da Giovanni Faccenda, è la prima mostra realizzata dalla Fondazione Augusto Agosta Tota, a quasi un anno dalla scomparsa di quello che fu amico, promotore e studioso dell’artista.
Si tratta di una mostra comprendente 90 opere, di cui 71 dipinti, 8 sculture e 13 disegni provenienti da collezioni private, che illustrano la vita tormentata e la variegata produzione di un artista eccentrico, ma per certi aspetti incompreso, anche se amatissimo dal pubblico.
“Ho curato molte mostre nel mondo, con protagonisti assoluti come De Chirico, Morandi e Picasso – spiega Giovanni Faccenda – Nessuno di loro, però, riesce ad avere quel seguito di pubblico che ha Ligabue, in quanto nell’artista, come nelle sue opere, si attiva una sorta di rispecchiamento da parte di molti visitatori, che riconoscono in lui un uomo emarginato e sconfitto, ma anche una persona che ha preferito l’isolamento a relazioni sociali finte”.
In mostra sono alcuni dei suoi celebri animali, quali “Testa di tigre” e “Ritorno dai campi”.
“Ligabue aveva studiato gli animali da bambino nei musei e si autodefiniva “pittore di animali” – aggiunge Faccenda – L’artista ritrae animali feroci trovando una sorta di identificazione, un suo personale riscatto rispetto a coloro che lo facevano soffrire. La tigre che azzanna, da lui rappresentata, è un autoritratto, carico di quella ferocia che lui stesso non avrebbe avuto il coraggio di esprimere nella vita reale. Negli altri animali da lui rappresentati, quali cani e gatti, rintraccia quella fedeltà che non aveva trovato negli esseri umani”.
Nella mostra sono presenti alcune opere inedite e alcune opere non viste da molto tempo. Autoritratti che contraddistinguono la sua vita come una sorta di diario. In alcuni di questi emerge anche una tempia insanguinata, testimonianza di quando si batteva con una pietra nella convinzione che sarebbe uscito dalla testa il male che lo attanagliava. Il naso aquilino lo rendeva vicino all’immagine di un artista maledetto.
“È fondamentale che venga spazzato il fraintendimento per il quale Ligabue sia considerato un pittore naif – afferma Giovanni Faccenda – si tratta invece di un pittore autodidatta che ha compiuto una lunga ricerca e un altro fraintendimento che deve essere eliminato è quello di un debito nei confronti di Van Gogh, in quanto ne conosceva a stento l’esistenza. Si può considerare Ligabue vicino alla poetessa Alda Merini. Sono stati a lungo emarginati prima di riuscire a conquistare l’attenzione del grande pubblico”.
Ligabue è stato un pittore fuori dagli schemi, un visionario che ha trasformato la sua vita, la psiche e la sua storia tormentata in opere d’arte straordinarie. L’arte, per Ligabue, non era solo una forma di espressione ma una necessità innata che gli ha permesso di affrontare le difficoltà e i dolori della vita, e questa intrinseca esigenza emerge nella potenza dei suoi dipinti, i quali continuano a colpire ed emozionare ancora oggi.
La mostra offre uno sguardo piuttosto approfondito circa l’evoluzione artistica di questo genio visionario, evidenziando la sua appassionata ricerca artistica. Ligabue sapeva come inventare e rinnovare le sue opere utilizzando colori armonici e, allo stesso tempo, vibranti, creando un intenso impatto emotivo. La sua iconografia risulta popolare e raffinata contemporaneamente, e rivela la sua abilità nel trasmettere suggestioni emotive piuttosto pressanti attraverso la tela. Torino diventa così il palcoscenico di questa mostra straordinaria, offrendo al pubblico l’opportunità di immergersi nell’universo unico di Ligabue. L’esposizione, infatti, attraverso inediti e tele rare, offre una panoramica completa della maestria di questo artista, svelando i segreti dietro le sue opere indimenticabili.
Mara Martellotta
Alla scoperta dei monumenti di Torino / Vittorio Emanuele II, nel corso del tempo, coadiuvato dal primo ministro Camillo Benso Conte di Cavour, portò a compimento il Risorgimento nazionale e il processo di unificazione italiana. Per questi avvenimenti viene indicato come “Il Padre della Patria”
Situato proprio nell’intersezione tra corso Vittorio Emanuele II e corso Galileo Ferraris, la statua che vede come protagonista re Vittorio Emanuele II, si eleva sopra un’area quadrata ad angoli smussati su cui poggia il basamento rivestito da blocchi e lastroni di granito della Balma. Tale basamento si compone di due serie di gradini la cui seconda è interrotta, in corrispondenza degli angoli, da quattro blocchi prismatici su cui sono scolpite le date a ricordo delle guerre per l’Unità d’ Italia: 1848-1859-1866-1870. Questi blocchi fungono a loro volta da sostegno alle quattro aquile in bronzo sostenenti gli stemmi sabaudi.
Sopra le due serie suddette di gradini si eleva il piedistallo sul cui attico stanno,in posizione seduta, quattro grandi statue in bronzo di figure allegoriche tra cui la Pace, la Libertà, l’Indipendenza e l’ Unità (molto dubbia la quarta figura allegorica). Le quattro statue trovano a loro volta appoggio fra i vani delle quattro colonne in stile dorico di granito rosso che sostengono, superiormente, una trabeazione completa con architrave, fregio, triglifi e cornice; sopra questa trabeazione è disteso il grande tappeto in bronzo sul quale si eleva la grande statua del Re.Vittorio Emanuele II è raffigurato in piedi e a testa scoperta: lo sguardo fiero, solenne, rivolto lontano con nella mano sinistra una spada in atto di vigorosa fermezza.
Primogenito di Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna, e di Maria Teresa d’Asburgo-Toscana, Vittorio Emanuele II di Savoia nacque a Torino (precisamente a Palazzo Carignano) il 14 marzo 1820. Va curiosamente fatto presente che alcuni storici moderni hanno dato credito all’ipotesi, data la scarsa somiglianza con i genitori e in base ad altre vicende, che Vittorio Emanuele non fosse il vero figlio della coppia reale, bensì un bimbo d’origine popolana sostituito al vero primogenito di Carlo Alberto morto, ancora in fasce, in un incendio nella residenza del nonno a Firenze. La maggior parte degli storici invece esprime dubbi sull’autenticità della vicenda e la confina nell’ambito del pettegolezzo facendo perdere qualsiasi credibilità all’ipotesi dello scambio.
Ultimo re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e primo re d’Italia (dal 1861 al 1878), fu anche Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Duca di Genova.Dopo la sconfitta di Novara e l’abdicazione di Carlo Alberto, si iniziò a definire Vittorio Emanuele II il re galantuomo o re gentiluomo (appellativo con cui è ricordato ancora oggi), che animato da sentimenti patriottici e per la difesa delle libertà costituzionali si oppose fieramente alle richieste di abolire lo Statuto albertino. Nel corso del tempo, coadiuvato dal primo ministro Camillo Benso Conte di Cavour, portò a compimento il Risorgimento nazionale e il processo di unificazione italiana. Per questi avvenimenti viene indicato come “Il Padre della Patria”.
Vittorio Emanuele II morì improvvisamente, a causa di una polmonite, il 9 gennaio del 1878 all’età di cinquantasette anni. La sua morte suscitò il profondo cordoglio sia della borghesia colta e politicizzata (che aveva partecipato all’avventura risorgimentale), sia dell’esercito di cui il “Re Galantuomo” era stato il capo pragmatico e largamente amato. Con cinque guerre combattute, ventinove anni di regno e uno stato unificato alle spalle, Vittorio Emanuele II fu il simbolo aggregante del Risorgimento italiano, in un paese ancora troppo fragile per sopportare il vuoto istituzionale venutosi a creare con la sua scomparsa.
Il monumento in suo onore fu voluto direttamente da Umberto I che, per riparare alla mancata sepoltura della salma del padre nella basilica di Superga a favore del Pantheon di Roma, comunicò, in una lettera indirizzata alla cittadinanza, l’intenzione di affidare “alla religiosa devozione” dei torinesi “i segni del valore” che il Re aveva conquistato “combattendo per l’unità e l’indipendenza della patria”. Nella stessa lettera Umberto I espresse il desiderio di erigere un monumento che eternasse la memoria del Primo Re d’Italia stanziando, per tale iniziativa, la cospicua somma di un milione di lire.
Venne subito istituita una Commissione tecnica incaricata di promuovere varie iniziative tra cui stilare il Programma di Concorso per il Monumento al “primo re”; il 28 marzo del 1879 la Commissione tecnica, incaricata di esaminare i progetti presentati al concorso, decreta vincitore lo scultore Pietro Costa. Tale decisione suscitò tuttavia, numerose polemiche che si conclusero con una petizione sottoscritta da cinquantadue firme dei maggiori rappresentanti delle Accademie di Belle Arti d’Italia che appoggiarono completamente la scelta della Commissione.
Ma se in meno di diciotto mesi si chiuse l’itinerario che aveva portato alla scelta del progetto, la fase successiva, quella della costruzione, durò circa vent’anni tra disguidi, ripicche e liti che finirono in tribunale. Il 23 novembre del 1896, a quattordici anni di distanza dalla stipula del contratto, Costa scrisse al Sindaco di Torino per giustificarsi dall’accusa “d’essere pigro e negligente” oltreché fortemente in ritardo nella consegna del monumento;nonostante ciò l’artista venne condannato al risarcimento dei danni per inadempienza contrattuale.
Il 15 gennaio del 1898, finalmente la città di Torino entrò in possesso del monumento. Ultimato per le parti bronzee dall’ Officine Costruzione d’Artiglieria di Torino e dall’ ingegnere Prinetti, il monumento venne inaugurato il 9 settembre del 1899 alla presenza dei sovrani, delle autorità cittadine dei principali comuni italiani, nonché degli esponenti della politica nazionale, dell’esercito e dei veterani del 1848. Ci furono tre giorni di festeggiamenti durante i quali Torino ritornò ad essere patriottica e risorgimentale, quasi nostalgica di essere stata (un tempo) capitale d’Italia.
Per quanto riguarda il luogo di collocazione del monumento, va fatto presente che la scelta di posizionarlo nel centro del piazzale, sull’incontro del corso consacrato a Vittorio Emanuele II e corso Siccardi (oggi corso Galileo Ferraris), è stato frutto della Commissione per un ricordo storico nazionale al re “gentiluomo”. L’area circostante il monumento era, nella seconda metà dell’ottocento, una zona in espansione a tipologia residenziale, pronta a recepire gli spunti di una volontà politica che mirava ad attirare a sé il ceto dei notabili e la piccola borghesia emergente. L’operato della Commissione rientrava nell’ambito di quella politica nazionale di costruzione del mito di Vittorio Emanuele II che, facendo ricorso ad attività di propaganda e di educazione “per fare gli italiani” (come disse D’Azeglio), intervenne anche in opere di rimaneggiamento degli spazi urbani e cambiamenti della toponomastica.
Oggi, la statua del Re, sovrasta ancora i tetti delle case dei torinesi dominando con lo sguardo tutto l’arco alpino fino alla magnifica Superga.
(Foto: il Torinese)
Simona Pili stella
Confartigianato Imprese Piemonte esprime perplessità per le norme contenute nel cosiddetto Decreto Energia bis che rischiano di far pagare la transizione energetica delle imprese industriali attraverso le bollette di famiglie e piccole imprese.
“Consideriamo sbilanciata -afferma Michele Quaglia, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Autoriparazione – l’attribuzione agli oneri generali di sistema pagati in bolletta dalle piccole imprese e dalle famiglie dei costi per sostenere la produzione di energia rinnovabile delle grandi imprese energivore e la loro agevolazione. In questo modo nel 2024, le pmi del Piemonte rischiano di dover sostenere un impatto di diverse decine di milioni di euro.”
Sotto i riflettori soprattutto il passaggio che farebbe pagare gli impianti di grossa taglia alimentati a fonti rinnovabili delle imprese energivore (che sono agevolate pagando molto poco di oneri generali del sistema elettrico) agli oneri generali del sistema elettrico stesso e quindi alle piccole imprese e alle famiglie
“Secondo questo meccanismo -conclude Quaglia– la transizione energetica viene pagata quasi interamente dalle micro, piccole e medie imprese. Si viene a creare uno squilibrio per effetto del quale il mondo produttivo delle piccole imprese e quello delle famiglie si fanno carico degli oneri generali di sistema di loro competenza, del costo delle agevolazioni per le imprese energivore e del costo di realizzazione degli impianti di grande taglia da fonti rinnovabili a loro destinati. E’ importante, dunque, che il DL venga rivisto per tutelare le piccole realtà locali, vero motore di ogni territorio.”
Senza modifiche, il Decreto Energia bis farebbe pagare a piccole imprese e famiglie sia l’agevolazione degli energivori – fruizione condizionata al fatto che gli energivori coprano almeno il 30% del loro fabbisogno con fonti rinnovabili, – sia i grossi impianti a fonte rinnovabile degli energivori, senza i quali per altro, gli stessi non potrebbero usufruire dell’agevolazione.
Il conto che queste due misure presentano per il 2024, è notevole: circa 650 milioni di euro a carico delle famiglie e quasi 1 miliardo a carico delle piccole imprese. Il conto per gli impianti di grossa taglia, nei tre anni del provvedimento, è di 3 miliardi e 600 milioni circa, che ricadranno poco più di un miliardo sui consumatori e un miliardo e tre sulle piccole imprese.
“PER I CITTADINI UNA LIBERAZIONE”
“Grazie al Governo Meloni e al Ministro della Difesa Guido Crosetto, quella di oggi è una giornata di cui andare fieri e orgogliosi: la presenza dell’Esercito in Barriera di Milano è la vittoria dello Stato su degrado e delinquenza, un punto di svolta sia per il quartiere che per tutta Torino”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“Per i cittadini – continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d’Italia – una liberazione: dimostriamo, con fatti concreti, quanto politica e istituzioni possano incidere su tali dinamiche. Chi tifa per le zone franche, chi ha osservato impotente e per anni il fenomeno, oggi riceve una sonora lezione di pragmatismo e di buon governo. Lo avevamo promesso in campagna elettorale e oggi decliniamo quelle parole in azione: vogliamo, perciò, ringraziare i militari e gli agenti impegnati nell’operazione, veri e propri avamposti di speranza e di legalità”.
Così Paola Ambrogio, Senatore torinese di Fratelli d’Italia e Roberto Ravello, dirigente regionale FdI Piemonte.
I 15 anni del progetto “SM – Stare Meglio”
“SM – Stare Meglio” è il progetto innovativo di ricerca e intervento psicologico di gruppo per le persone con sclerosi multipla. È nato nel 2009 dal CReSM – Centro di Riferimento Regionale Sclerosi Multipla dell’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano e dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, con la supervisione della responsabile scientifica del progetto, Silvia Bonino, e in collaborazione con la Fondazione Cosso che ha rinnovato per ulteriori tre anni la convenzione.
In questi primi 15 anni di attività, la Fondazione Cosso ha bandito e assegnato borse di studio per la realizzazione del progetto, ha garantito la copertura e la gestione delle spese di funzionamento e ha messo a disposizione per gli incontri di gruppo le sale del Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (TO). L’AOU San Luigi Gonzaga, tramite il CReSM, ha gestito la selezione e i rapporti con i pazienti e il Dipartimento di Psicologia ha messo a disposizione il proprio personale e le attrezzature scientifiche. Tra le iniziative, la pubblicazione del volume nel 2021 “Vivere con la sclerosi multipla. SM – Stare Meglio: un percorso di gruppo per il sostegno psicologico a persone neo-diagnosticate” (Erickson) di S. Bonino, M. Borghi, E. Calandri, F. Graziano, che sarà presto tradotto in inglese per la comunità internazionale, da Routledge, il più importante editore internazionale per le scienze umane.
Nel mondo si calcola siano 2.9 milioni le persone affette da sclerosi multipla. Una malattia cronica del sistema nervoso diagnosticata in prevalenza in età giovanile e adulta e che colpisce prevalentemente le donne, per la quale non esistono terapie risolutive. Nel periodo che segue la diagnosi prevalgono perlopiù emozioni negative (rabbia, depressione) e forti reazioni difensive (rifiuto, negazione, chiusura) che rischiano di bloccare a lungo anche le persone con maggiori risorse, con un aggravio di sofferenza. Ne deriva l’esigenza di un sostegno psicologico per affrontare le rilevanti difficoltà poste da una malattia che impone una ricorrente ristrutturazione di sé, della propria identità, dei propri obiettivi e mete significative, e delle modalità con cui raggiungerli.
Il lavoro di ricerca svolto nell’ambito del progetto “SM – Stare Meglio” è avvenuto su un terreno “di frontiera”, soprattutto a partire dal 2015: in aree, cioè, poco esplorate sia a livello di intervento sia di ricerca, con ottimi risultati clinici e di ricerca, puntualmente pubblicati su riviste scientifiche internazionali. Il progetto, in particolare, ha attivato un intervento di sostegno psicologico di gruppo, strutturato e continuativo nel tempo, particolarmente innovativo per le sue caratteristiche, i suoi contenuti e il luogo in cui si è svolto: il Castello di Miradolo. Il percorso di sostegno, poi, si è rivolto, a partire dal 2011, ai neo-diagnosticati, una categoria di pazienti particolarmente vulnerabili e in difficoltà per l’impatto della diagnosi e sui quali gli interventi e gli studi, anche a livello internazionale, continuano ad essere pochissimi. Ancora, l’attenzione è andata in modo privilegiato ai giovani, perché l’aumento delle diagnosi in età giovanile pone grandi problemi di definizione di sé, di costruzione dell’identità, di autonomia e progettualità per il futuro. Parallelamente all’analisi dell’essere genitori con figli malati è emersa inoltre la necessità di affrontare la tematica di essere genitori con sclerosi multipla e l’ulteriore criticità di essere donne e allo stesso tempo madri con la malattia, una problematica ancora poco esplorata.
INFORMAZIONI
Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
Informazioni: 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it
Fino a mercoledì 24 gennaio in vigore le sole misure strutturali
Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog. Fino a mercoledì 24 gennaio 2024 compreso – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.
Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.
L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaam
Sauze SkySnow Race, la gara in notturna sulla Vialattea
TUTTO PRONTO IN VAL DI SUSA PER LA “PRIMA” DI COPPA ITALIA SKYSNOW
Tutto pronto in Val di Susa per la “prima” della stagione dedicata alla corsa su neve; il sipario si alzerà a Sauze d’Oulx il prossimo 27 Gennaio in occasione della Sauze SkySnow Race, la gara in notturna ospitata dal Comprensorio sciistico della Vialattea. Le vette innevate, illuminate dal chiaro di luna, faranno da sfondo alla gara piemontese, prova inaugurale della CRAZY SkySnow Italy Cup – il circuito di Coppa Italia dedicato alle prove sulla neve.
Per tanti appassionati e atleti di calibro internazionale, appuntamento a Sauze d’Oulx il 27 Gennaio alle ore 18.00 per il via ufficiale alle prove di Coppa Italia riservate alla specialità SkySnow; la Sauze SkySnow Race, gara di avvio del circuito CRAZY SkySnow Italy Cup, sarà infatti il primo impegnativo banco di prova.
A dare le prime indicazioni sullo stato di forma degli atleti saranno le arcigne pendenze proposte dal tracciato innevato: 10km e 1000m di dislivello da percorrere tutti d’un fiato. Un tracciato tecnico sulle piste da sci del comprensorio della Vialattea con partenza e arrivo presso la seggiovia di Clotes (1530m); cinque chilometri di impennata verticale da affrontare per raggiungere i 2400m del panoramico Col Basset e altrettanti chilometri di discesa, in picchiata lungo lo stesso percorso affrontato in salita. Tracciato grintoso fin dall’avvio, con le maggiori pendenze (oltre il 30%) proposte nei primi 2km; percentuali che si faranno sentire sulle gambe degli atleti anche nel tratto di ritorno in discesa dove le pendenze maggiori richiederanno tutte le forze rimaste e faranno la differenza.
Dopo il successo all’esordio nella passata stagione, anche la seconda edizione della Sauze d’Oulx Race vedrà schierati in partenza diversi atleti di interesse nazionale, sicuri protagonisti della prova piemontese nonché della stagione di Skyrunning che si avvia: su tutti Gianluca Ghiano (Climb ASD), Campione Italiano di SkySnow in carica e già vincitore lo scorso anno, sarà chiamato a riconfermarsi; al femminile sarà invece Giulia Pol (G.S. Orecchiella Garfagnana ASD) a tentare il bis dopo il successo nella prima edizione della gara. Al via sulle piste della Vialattea tanti altri atleti di vertice già confermati in griglia: Matteo Lora (Skyrunning Adventure ASD), Matteo Siletto (TORINO ROAD RUNNERS A.S.D), Benedetta Broggi (Sport Project VCO ASD), Corinna Ghirardi (Skyrunning Adventure ASD), Chiara Giovando (Pegarun ASD), Roberta Jacquin (Pegarun ASD), Elisa Pallini (Pegarun ASD).
Ottime le condizioni del tracciato di gara, completamente innevato; contando su condizioni meteo favorevoli e sul chiaro di luna, il percorso offrirà a tutti i partecipanti una delle più suggestive vedute sulla Val di Susa e sulla pianura Torinese.
Pettorali disponibili e iscrizioni ancora aperte fino a venerdì 26 Gennaio; ulteriori informazioni disponibili sulla pagina web dell’evento https://www.piossascotrailrunners.it/eventi/sauze-skysnow-race/
Intelligenza artificiale, Brando Benifei a Torino
Sempre di più l’Intelligenza artificiale sta diventando parte della vita professionale e personale di tutti noi, inserendosi nelle dinamiche quotidiane e accendendo dibattiti sulle opportunità ed i pericoli. Un aspetto che desta maggiore preoccupazione è sicuramente la necessità regolamentazione legata alla riconoscibilità dei contenuti prodotti, il copyright e il contrasto alla disinformazione. Proprio per l’importanza che l’AI sta assumendo nella vita quotidiana.
Il 26 gennaio alle ore 15,00, presso il Circolo del Design, ne parla l’Onorevole parlamentare europeo Brando Benifei, promotore del primo regolamento dell’Unione Europea in materia di Intelligenza artificiale, dialogando con due esperti del settore, per un confronto dinamico e competente che andrà ad analizzarne l’impatto e i punti salienti: Giuliano Ambrosio, Partner & Chief Innovation Officer @ ThinkingHat, e Massimo Morelli, CEO Pensativa e membro Ferpilab.
L’incontro viene dopo l’accordo politico raggiunto l’8 dicembre al Consiglio e Parlamento Europeo, per far entrare gradualmente in vigore l’AI ACT entro due anni.
In platea, le agenzie di comunicazione e PR del territorio torinese.
L’incontro è il primo organizzato dalla territoriale Piemonte UNA, aziende della comunicazione unite, con il prezioso patrocinio di FERPI, Federazione relazioni pubbliche italiana.
Ezio Bertino, presidente Ferpi Piemonte, e Serena Fasano, responsabile della territoriale Piemonte UNA, sono concordi nel sottolineare che questo è il primo passo di un rapporto di collaborazione e stima delle due associazioni sul territorio, ed apre la strada ad altre iniziative future.
Brando Benifei è un eurodeputato italiano al suo secondo mandato, attualmente Capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo. È Relatore del Regolamento sull’intelligenza artificiale, in quanto membro della Commissione parlamentare Mercato interno e protezione dei consumatori. Nella sua attività parlamentare si occupa anche di occupazione, affari legali e costituzionali. In precedenza, è stato anche Relatore ombra della Commissione speciale sull’intelligenza artificiale nell’era digitale (AIDA). Nel 2016 è stato inserito da Forbes nella lista dei trenta politici under 30 più influenti d’Europa. https://brandobenifei.it/
UNA, Aziende delle Comunicazione Unite, nasce nel 2019 per incorporazione di ASSOCOM e UNICOM e da aprile 2020 anche con ASSOREL. Obiettivo di UNA è rappresentare una nuova, innovativa e unica realtà in grado di rispondere alle ultime esigenze di un mercato sempre più ricco e in fermento. Un progetto importante per dare vita ad una realtà completamente nuova e fortemente diversificata. Attualmente conta 290 aziende associate operanti in tutta Italia provenienti dal mondo delle agenzie creative e del digital, delle agenzie di relazioni pubbliche, dei centri media, degli eventi, del mondo retail. All’interno dell’Associazione vivono HUB specifici per assicurare tavoli di lavoro verticali e condivisioni di best practice. https://unacom.it/
FERPI dal 1970 è l’associazione che rappresenta in Italia i professionisti delle Relazioni Pubbliche e della Comunicazione. I soci FERPI operano come liberi professionisti, dirigenti, funzionari, dipendenti e collaboratori di aziende, enti pubblici, Enti del Terzo Settore, docenti universitari. Partecipano alla vita di FERPI anche studenti e neolaureati. FERPI è inserita nell’elenco delle associazioni professionali non organizzate in ordini o collegi del MISE – Ministero dello Sviluppo Economico (legge 4/2013) ed è garante delle capacità professionali e della deontologia dei propri iscritti nei confronti del mercato