ilTorinese

“Chieri in luce” per le festività natalizie

Ritorna anche quest’anno  (e si amplia) il magico spettacolo del “video mapping” … con due preziose novità

Fino al 4 gennaio 2024

Chieri (Torino)

E’ ormai consolidata e piacevolissima tradizione natalizia. Il progetto di “video mapping” (tecnica di proiezione evoluta che ormai, in tempi di festività, va più che alla grande) “Chieri in luce” nasce infatti nel 2019 con lo scopo di valorizzare i più bei monumenti della città. E, puntuale, eccolo riproposto anche quest’anno, con due preziose, lodevoli, novità. Cinque anni fa si era cominciato con l’“Arco Trionfale” edificato nel 1580 e raro esempio di monumento celebrativo di età manieristica, uno dei pochi ancora esistenti in Piemonte. Il secondo intervento aveva invece riguardato la “Chiesa dei Santi Bernardino e Rocco”, gioiello barocco in piazza Cavour. Novità 2023: il completamento del progetto di “video mapping” sulla facciata della “Chiesa di San Guglielmo” e sul campanile del “Duomo”, entrambi realizzati dall’artista chierese Francesco Granieri e dal suo team “F2Alab”.

“Le video proiezioni – spiega Antonella Giordano, assessora alla Cultura – sono sempre più di moda e si stanno diffondendo in numerosi Comuni del Piemonte. Il nostro intende, però essere un vero progetto culturale, poiché oltre a regalare bellezza ai cittadini, sulle facciate presentiamo le splendide opere d’arte custodite all’interno delle chiese, così da ‘restituirle’ alla comunità, valorizzarle e attrarre l’attenzione delle generazioni più giovani e dei turisti”. Come dire: non trattasi di una semplice illuminazione “ma di una complessa e suggestiva proiezione artistica che guarda a consolidate esperienze straniere, per esempio Madrid, Lione e la ‘Fête des Images’ di Épinal, città francese gemellata con Chieri”.

E così, sui 50 metri d’altezza del maestoso Campanile del “Duomo” si proietteranno la cosiddetta “Pala Tana”, custodita all’interno del “Battistero” e tutto il ciclo di affreschi della “Cappella Gallieri”. Da ricordare che la “Pala” deve il suo nome al chierese Tommaso Tana, cavaliere “gerosolimitano” o “di Malta” morto a Rodi nel 1503. A realizzarla furono il pittore lombardo di Mombello Francesco Berglandi e il fiammingo Gomar Davers: venne fatta eseguire (come recita la scritta ai piedi della figura di S. Giovanni Battista) da Ludovico e Tomeino Tana in memoria del fratello Tommaso, morto nel 1503 in una battaglia navale contro i Turchi. La seconda parte del “videomapping” presenta il ciclo di affreschi dedicati a San Giovanni Battista custodito nella “Cappella Gallieri”, costruita fra il 1414 e 1418 per volere del nobile mercante e banchiere chierese Guglielmo Gallieri. Gli affreschi, recuperati con interventi di restauro nel secolo scorso, sono oggi osservabili nel loro antico splendore. La volta del soffitto “a crociera” presenta nelle sue vele i “quattro Evangelisti”. Le pareti, ordinate in senso orario a partire da quella che fronteggia l’ingresso, ripercorrono la vita di San Giovanni Battista dalla sua nascita, al battesimo di Gesù, fino alla sua decapitazione e sepoltura.

Sulla facciata della “Chiesa di San Guglielmo” è invece proiettata “L’adorazione dei Magi” del chierese Francesco Fea, uno dei principali allievi dell’astigiano da Montabone Guglielmo Caccia detto “il Moncalvo” o il “Raffaello del Monferrato”. L’esecuzione dell’opera è anteriore al 1632, visto che essa era già presente sull’altare in occasione della visita pastorale di monsignor Provana di Leinì (signore di Druento ed Arcivescovo di Torino dal 1632 al 1640), avvenuta proprio in quell’anno.

Due proiezioni artistiche illuminano anche la facciata della “Chiesa dei Santi Bernardino e Rocco”. La prima è dedicata alla magia di suoni e luci del Natale, la seconda celebra il “Barocco” chierese e il patrimonio artistico custodito nella Chiesa attraverso l’animazione delle preziose “pale d’altare”, opera sempre di Guglielmo Caccia, e la musica dell’“organo”, il più antico della città, conservato nella chiesa monumentale (eretta tra il 1675 e il 1683, anche se la facciata è stata terminata nel 1792).

E infine torna ad essere illuminato anche l’“Arco Trionfale”, grazie a un video mapping che si ispira alla “trama di un tessuto” di inizio ‘900, il cui disegno preparatorio è conservato nell’“Archivio della Fondazione Chierese per il Tessile”.

Le videoproiezioni continueranno fino a giovedì 4 gennaio 2024, tutti i giorni dalle ore 18 alle ore 22.

g.m.

Nelle foto:

–       Chieri: Facciata della Chiesa di “San Guglielmo”

–       Chieri: Il Campanile del “Duomo”

–       Antonella Giordano, assessora alla Cultura di Chieri

Borsa di studio Edisu: la riceveranno tutti gli aventi diritto

“Tutti coloro che ne hanno diritto riceveranno la borsa di studio”: lo confermano gli assessori regionali al Bilancio Andrea Tronzano e all’Istruzione e al Merito Elena Chiorino, insieme al presidente di Edisu Piemonte Alessandro Sciretti, a seguito della documentazione definitiva per l’anno 2023 che ha fatto emergere la necessità di incrementare ulteriormente lo stanziamento per erogare la borsa di studio a tutti i 17.860 aventi diritto.

La cifra ulteriore necessaria è di 9,3 milioni di euro, per un valore totale delle borse di studio che arriva così a oltre 90 milioni di euro. Verrà coperta attraverso il supporto degli Atenei e ulteriori risorse che la Regione Piemonte metterà a disposizione attraverso il bilancio di previsione 2024-2026 già presentato al Consiglio regionale ed in corso di approvazione.

“Ancora una volta – aggiungono Tronzano, Chiorino e Sciretti – di fronte a questa ulteriore emergenza il Piemonte mette in campo uno sforzo senza precedenti per garantire il diritto allo studio e il merito come valori fondamentali e lo fa con un impegno che ha portato in cinque anni a raddoppiare le risorse messe in campo, per dare la possibilità di accedere alla borsa di studio a tutti coloro che ne hanno diritto”.

Scontro frontale sulla provinciale, due morti incastrati tra le lamiere

Sono due i morti  nello scontro frontale verificatosi tra due auto sulla strada provinciale 30, tangenziale di Alessandria, nel comune di Castellazzo Bormida. Le vittime, i due conducenti, sono rimaste incastrate tra le lamiere e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per liberare i corpi.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Babbo Natale “poliziotto” in visita ai bimbi del Regina Margherita

Anche quest’anno, nell’ambito del progetto che vede le donne e gli uomini della Polizia di Stato vicini a chi ha bisogno di maggiori attenzioni, i poliziotti dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino si sono recati a far visita ai piccoli pazienti ricoverati presso l’Ospedale Infantile “Regina Margherita”. Insieme a loro, anche Babbo Natale, giunto a bordo della nuova Alfa Romeo Tonale in uso alla Polizia di Stato.


Il Questore della provincia di Torino, Dott. Vincenzo Ciarambino, ha voluto far pervenire attraverso i suoi Funzionari la propria vicinanza ai piccoli degenti, che hanno potuto godere di qualche istante di sorpresa e meraviglia alla vista di un Babbo Natale in divisa con sacchi colmi di doni tra cui giocattoli, decorazioni natalizie, cappellini della Polizia di Stato, e anche agli operatori sanitari che ogni giorno dedicano la propria vita a salvare quella degli altri.

La visita si è protratta per alcune ore e si è svolta alla presenza della Dott.ssa Silvana Barbaro, Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero, della Prof.ssa Franca Fagioli, Rettore del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino “Regina Margherita” e Direttore del Reparto di Oncoematologia Pediatrica della Città della Salute di Torino e del Direttore di Pneumologia Dott.ssa Irene Esposito.

L’Asti DOCG parla tutte le lingue. Per le feste attesi 30 milioni di bottiglie consumate

 

 

Lo slogan coniato da Armando Testa nel 1959 in una delle più celebri campagna pubblicitarie dedicate alla denominazione ASTI DOCG recitava “Oggi è festa”. A distanza di sei decenni, Asti Spumante e Moscato d’Asti si confermano protagonisti  nelle case degli italiani e nelle feste in famiglia nei cinque continenti. Saranno circa 30 milioni, il 30% sul totale produttivo di quest’anno,  le bottiglie delle storiche bollicine aromatiche che verranno stappate nelle prossime settimane. Di queste 9 su 10 sbarcheranno sulle tavole di tutto il mondo,  mentre in Italia pandoro e panettone saranno accompagnati dalla denominazione spumantistica più  antica del Belpaese, con oltre 3 milioni di bottiglie consumate.

Lo rileva il consorzio Asti Docg in una stima sui consumi previsti di Asti Spumante e Moscato d’Asti tra Natale e Capodanno. La geografia delle bottiglie presenti sulle tavole parla tutte le lingue del mondo,  a partire dall’Est Europa, in particolare Russia, Ucraina, Polonia, Lettonia e Lituania, dove si concentra il 30 % del mercato,  con l’Asti Spumante sugli scudi. Stessa quota per l’Europa occidentale dove, oltre all’Italia , con il 10%, rimane alto il gradimento del Regno unito ( 6% della domanda complessiva), ma anche di Germania e Austria. Gli Stati Uniti si confermano una destinazione ottimale per un altro 25% in un mercato mosso dalla domanda del Moscato d’Asti. Tra i paesi extraeuropei, il consorzio segnala gli emergenti latino americani, a partire da Perù e Messico, e l’Asia, oggi  a tutti gli effetti l’area più strategica.

“in italia e nel mondo – ha spiegato il presidente del consorzio Asti Docg, Lorenzo Barbero – I nostri vini sono da sempre sinonimo di famiglia,  feste e Brindisi soprattutto casalinghi. Una tradizione che si rinnova da oltre un secolo per due prodotti oggi quanto mai contemporanei, la cui versatilità si presta per una mixology a bassa gradazione sempre più richiesta sul mercato.  Per il Natale 2023 abbiamo lanciato con il nostro bartenderGiorgio Facchinetti il cocktail Christmas Vibe, a base di Moscato d’Asti, anice stellato, scorza d’arancia e soda ai frutti rossi con cannella”.

Il vitigno moscato bianco dà  vita alla tradizione spumantistica più  antica d’italia ed è  coltivato in 51 comuni della Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo. Sono 1013 le aziende consorziate,  divise tra 50 case spumantistiche, 778 aziende viticole, 153 aziende vitivinicole e 15 cantine cooperative. Il 90% della produzione viene esportata.

 

Mara Martellotta

Assemblea di Turismo Torino e Provincia, approvato Piano 2024 

Si è tenuta  giovedì 21 dicembre, con la presenza del 91,1% degli aventi diritto, la 32esima Assemblea Soci di Turismo Torino e Provincia – che annovera 77 soci tra pubblici e privati – presieduta dal Presidente Maurizio Vitale.

Nel corso dell’Assemblea è stato approvato all’unanimità il piano attività e budget 2024.
È stato altresì evidenziato l’intenso lavoro che l’ATL ha svolto nel corso del 2023 al pieno raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati; grazie alla presenza costante sui territori sono circa 390 le azioni specifiche realizzate nel corso del 2023, tra le quali
Ø        il coordinamento degli enti quali Città di Torino, Regione Piemonte e Camera di commercio di Torino in occasione dell’evento Nitto ATP Finals che ha permesso la realizzazione della cupola geodetica (Casa Tennis), le degustazioni guidate presso l’Archivio di Stato in collaborazione con Visit Piemonte (Casa Gusto) e l’animazione presso il Fan Village;
Ø        il progetto Outdoor Active attivo dal 2022 sul territorio dell’Alta Val Susa come area test e implementato nel 2023 sul resto del territorio provinciale sia montano sia collinare. Questa applicazione, conosciuta a livello mondiale dagli appassionati dell’outdoor, può considerarsi il più qualificato database contenente itinerari da percorrere a piedi e che ci sta aiutando in modo significativo per la promozione del territorio verso un target di appassionati e non. Possiamo dire che sono già attivi e consultabili su questo sistema circa 500 percorsi di cui 349 nell’area dell’Alta Val Susa;
Ø        il progetto Vie Storiche di Montagna grazie al finanziamento di una legge regionale, che ci sta permettendo di valorizzare e sviluppare questi itinerari nel territorio della provincia di Torino;
Ø        il progetto Via Francigena for All iniziato nel 2023 e che vedrà la sua prosecuzione nel 2024 con l’obiettivo di rendere accessibile due tratte di questo percorso (una Valsusina e una Canavesana) a tutti i target di turisti;
Ø        il progetto Up Slow Tour in sinergia con l’Unione Montana del Pinerolese per la valorizzazione del prodotto bike che nel 2023 è giunto al terzo anno di collaborazione e siamo in fase di rinnovo per il 2024;
Ø        la redazione del progetto relativo al Distretto del Cibo Chierese e Carmagnolese con l’obiettivo di valorizzare quella porzione di territorio sia sotto l’aspetto eno-gastronomico che della fruizione da parte di escursionisti e cicloturisti.
Maurizio Vitale, Presidente di Turismo Torino e Provincia “Ringrazio i Soci tutti della fiducia accordataci. Siamo particolarmente soddisfatti che i dati di pre-chiusura del bilancio d’esercizio 2023 registrino un incremento del valore della produzione del 10% verso il 2022 e stimiamo per il 2024 di raggiungere un ulteriore +12%”.

Guardando invece agli obiettivi strategici del 2024 l’ATL manterrà costante l’attenzione rivolta agli investimenti effettuati da Regione Piemonte, Città di Torino e Camera di Commercio e in generale da tutti i Soci con l’obiettivo di valorizzare il comparto turistico di Torino e della sua provincia.
Molteplici le attività previste articolate in ordinarie – collegate alle 5 mission statutarie ovvero Marketing e promozione, Accoglienza sul territorio, Osservatorio – Data Analysis, Formazione, Convention Bureau – e straordinarie tra cui:
Ø        la realizzazione del nuovo sito turismotorino.org;
Ø        il progetto Residenze Reali Sabaude, a seguito dell’erogazione di fondi da parte del Ministero del Turismo in favore dei comuni a cui afferiscono beni iscritti al patrimonio UNESCO;
Ø        la prosecuzione del progetto Via Francigena for All;
Ø        il coordinamento della quarta edizione di Nitto ATP Finals.

A Marengo i pezzi napoleonici del Museo storico di Artiglieria di Torino

Sono approdati il 19 dicembre scorso a Marengo i pezzi napoleonici concessi in prestito dal museo storico di artiglieria di Torino, primo museo italiano ed uno dei primi del mondo, collocati nel luogo dove Giovanni Delavo raccolse la collezione che costituì uno dei primissimi tra i musei napoleonici al mondo.

‘Li abbiamo ottenuti – spiega Maurizio Sciaudone, consigliere provinciale delegato al Polo di Marengo – in esposizione temporanea per arricchire il Marengo Museum di autenticità, oltre che di antichità, per preparare la grande rievocazione del 2025. Siamo grati al Museo storico Nazionale di Artiglieria di Torino per l’attestato di stima nei confronti della provincia di Alessandria per aver realizzato questo spostamento di pezzi unici che avevo avuto modo di visionare insieme ad Andrea Puleo, Rievocatore storico e al nostro curatore Efrem Bovo.

Questo prestito può diventare il preludio di una partecipata collaborazione che consenta non soltanto id dare lustro al sito alessandrino, ma anche di portare al grande pubblico i tesori della storia militare italiana custoditi a Torino.

“Anche l’ammiraglio Cellerino ha suggerito il posizionamento dei “ cannoni” – prosegue Sciaudone – e tra l’altro uno dei due sistemati all’ingresso della Villa Delavo è simile a quello ai piedi di Napoleone, primo console rappresentato dalla Statua sita nel cortile d’onore di Marengo.

Mara Martellotta

Scuola, Lega: Pd non vota ma dimensionamento scolastico è necessario per Pnrr

“Nostro auspicio è di una stretta collaborazione tra assessore e ministro”

“Il Pd, come al solito, lancia accuse e poi si tira indietro, senza prendersi responsabilità, come avvenuto oggi in Commissione Istruzione: il Pd non ha partecipato al voto sul dimensionamento scolastico. Prima si preoccupa dell’incombente scadenza e si lamenta dei tempi di questa votazione, poi decide di non votare. Quindi per il Pd i miliardi dei fondi Pnrr per efficientare le nostre scuole non sono importanti? Per il Pd le nostre scuole non hanno bisogno di essere migliorate, vanno bene così e va bene perdere i fondi Pnrr utili a dare un futuro alla nostra rete scolastica: è questo il messaggio che passa da parte di chi non si prende la responsabilità di votare”. Così il capogruppo della Lega in Consiglio regionale Alberto Preioni e il consigliere Andrea Cerutti, sulla decisione del Partito democratico di non partecipare al voto di oggi in commissione, pur sapendo che il dimensionamento scolastico è condizione necessaria per ottenere i fondi Pnrr, senza compromettere posti di lavoro.

“Il dimensionamento della rete scolastica è imprescindibile per accedere ai miliardi di euro del Pnrr, che serviranno, appunto, a efficientare tecnologicamente e digitalmente le nostre scuole e fare finalmente un salto di qualità nell’istruzione scolastica. Ed è bene precisare fin da subito – sottolineano Preioni e Cerutti – che questi accorpamenti non significano chiusure di Istituti o licenziamenti, ma si riferiscono solo a un nuovo assetto organizzativo e gestionale. Viene peraltro istituita la figura del preside vicario che andrà a coadiuvare i presidi dei plessi che verranno accorpati”.

“Inoltre, questo nuovo assetto si rende necessario perché negli ultimi dieci anni si è perso circa un milione di studenti, anche a causa della denatalità che vive il nostro Paese”.

“Al momento dalle province sono stati comunicati 7 accorpamenti, ma ne servono 19 per rispettare i vincoli dell’Ue in attuazione del Pnrr e accedere così ai fondi. Come evidenziato dall’Avvocatura, la Regione non ha il potere di sostituirsi alle competenze delle province.

“Da parte nostra – concludono gli esponenti della Lega Preioni e Cerutti – auspichiamo che s’instauri un’efficace e attiva collaborazione tra l’assessorato regionale all’Istruzione di Elena Chiorino e il ministro Giuseppe Valditara nell’azione di governo che sta portando avanti per rendere più efficienti le nostre scuole”.

Dirigente bancario appassionato di basket muore prematuramente

Vasto cordoglio nel mondo delle banche e dello sport per la prematura scomparsa a Vercelli di GianLuca Greppi,  53 anni. Conosciuto come giocatore di basket, dirigente bancario, più di vent’anni fa fu colpito da una grave malattia, che gli paralizzo’ le  gambe. Di recente le sue condizioni si erano aggravate.  Lascia  la madre Rosalba e il papà Renato, not fotografo.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

“Anna Karenina”, una donna tra una passione e le convenzioni sociali

Repliche sino a sabato 23 dicembre al Carignano

Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”: è l’incipit, conosciuto, che immette il lettore (e oggi lo spettatore) all’interno dell’universo di “Anna Karenina”, romanzo tolstoiano avversato alla sua uscita (1877) a puntate su un periodico russo, in seguito magnificamente rivalutato da Dostoevskij (“come opera d’arte è la perfezione, niente della letteratura europea della nostra epoca può esserle paragonato”), e più vicino a noi da Nabokov, che lo definì “il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo”. Ricavata da un fatto di cronaca di cui Tolstoi venne a conoscenza, la vicenda della donna di San Pietroburgo che, divenuta appassionata amante dell’ufficiale Vronskij, rompeva gli argini della sua vuota vita e dell’ipocrisia della buona società della città, coinvolgendo la famiglia, la propria fedeltà, la fisicità e l’erotismo, l’istituzione del matrimonio, la fede e la passione, i tanti compromessi, sino alla finale dannazione, rispecchiando il proprio sfacelo con la felicità di altre coppie, si allinea alla Emma di Flaubert (romanzo pubblicato vent’anni prima) e compie un passo ben più ardito e doloroso nel frantumare ogni schema rispetto alla Nora ibseniana.

Una vicenda di cui s’impadronì il cinema, in anni diversi e in varie latitudini, come la televisione e il teatro (se ne vide una quindicina di anni fa una acclamata edizione firmata da Eimuntas Nekrošius). Oggi, lo Stabile di Catania e il Biondo di Palermo portano al Carignano sino a sabato 23 dicembre, per la stagione dello Stabile torinese, l’edizione firmata da Luca De Fusco, che nella riduzione (due ore e 30’ con intervallo, necessaria all’attenzione del pubblico) per il palcoscenico del po(n)deroso romanzo si è avvalso della collaborazione di Gianni Garrera. Un’edizione pronta a “sdoppiarsi”, in un doppio drammaturgico e letterario, riprendendo la lezione ronconiana del “Pasticciaccio”, ovvero offrire agli interpreti non soltanto le battute di Anna, del tradito Karenin, di Vronskij, del fratello Stepàn, di Dolly e di Kitty, dell’impacciato Lèvin ma pure i piccoli, brevissimi, brani del romanzo (memorizzate, di tanto in tanto libro alla mano), una sorta di coro antico, interiorizzando, spingendo gli attori a parlare a se stessi o a parlare fuori del dramma con chi sta in quel momento di fronte, con i pensieri e con le suggestioni, con i commenti e con i racconti, con i tentativi di rimette ogni cosa in sesto, con i sentimenti e i turbamenti che nascono dallo svolgersi delle azioni. È una felice evidenza che coinvolge lo spettatore più di quanto non faccia già la meraviglia del palcoscenico – immerso, uno dei suoi maggiori punti di forza, nella scenografia (e nei costumi, scuri per gli uomini, un caldo rosso magenta per le donne) di Marta Crisolini Malatesta, il salotto buono per gli incontri e le chiacchiere e le confessioni, la stazione con l’orologio a segnare il tempo che scorre (ben più sottolineato da Nekrošius), il treno della scena finale che avanza a ghermire e schiacciare Anna -, un’evidenza cresciuta dalla luci di Gigi Saccomandi, sparate dall’alto dentro il buio della scena, aprendo ritagliati spicchi luminosi che danno vita alle presenze di questo o di quell’attore.

Un coinvolgimento che De Fusco, in una regia in cui traspare appieno la tragicità della vicenda, attenta ai particolari, non certamente soltanto legata alla pura narrazione, accresce grazie alle proiezioni a colori e in bianco e nero che scorrono sul velario che è concreta e impalpabile al tempo stesso quarta parete tra scena e platea. La scena del ballo, con il trascinante suono delle mazurche, la passione e l’eros che travolgono Anna e Vronskij, i tanti primi piani con cui specialmente Anna si offre allo sguardo dello spettatore: momento di un cinema che è ben lontano da quello della Garbo e di Clarence Brown ma che accarezza da vicino, assai più modernamente, quello di Keira Knightley e di Joe Wright, vivo e toccante. Appare in quel viso tutta la grandezza dell’interpretazione di Galatea Ranzi (è un grande momento, tutto da godere, il monologo finale), imperiosa in ogni tratto sulla scena, frivola e sofferente, fanciullesca e donna forte, desiderosa di cancellare i legami dettati da quella società in cui vive, coraggiosa e folle, imprigionata nell’affetto che nutre per il figlio. Un grande ritratto, un personaggio sfaccettato in maniera esemplare, una dizione (come quella dei suoi compagni) che mettono da parte certi farfugliamenti o imprecisate offerte del teatro odierno. Un angolo di esatta ironia, di allegria più o meno frenata, arriva da Stefano Santospago, il fratello Stepàn, una citazione per il Karenin di Paolo Serra e per il Lèvin di Francesco Biscione, mentre appare sfocato il Vronskij di Giacinto Palmarini, non scavato, insoddisfacente. Spettacolo lungamente in una delle repliche a cui ho assistito, lungamente.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Antonio Parrinello