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La nuova Pizzeria Amato: 25 anni di tradizione che guardano al futuro

Informazione promozionale
TORINO – Venticinque anni di esperienza, una passione di famiglia e la voglia di rimettersi in gioco. Nasce così la nuova Pizzeria Amato, inaugurata nel 2025 da Sabrina, erede di una tradizione avviata nei primi anni Duemila e oggi rilanciata con uno sguardo contemporaneo.
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Un’eredità di famiglia che diventa progetto
Dal 2000 la famiglia Amato porta avanti una visione fatta di artigianalità, esperienza e passione. Con la nuova apertura, Sabrina ha scelto di dare continuità a quel percorso, unendo valori consolidati e nuove sfide: «Volevo vedere crescere un progetto che fosse capace di trasferire il valore della qualità e del gusto ai nostri clienti», racconta.
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L’impasto, anima della pizza
Il segreto della Pizzeria Amato sta nell’impasto: una miscela di semola, farina di soia e farine tenere, sottoposta a una lunga lievitazione. Una formula che rende la pizza leggera, croccante e digeribile. I clienti l’hanno ribattezzata “dietetica e naturale”, perché restituisce una piacevole sensazione di leggerezza anche dopo cena.
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Tradizione piemontese e stagionalità
La filosofia Amato si fonda su un principio chiaro: materie prime fresche, genuine e di stagione, spesso di provenienza locale. Dal menu emergono non solo pizze originali e fragranti, ma anche piatti che valorizzano la tradizione piemontese con un approccio moderno e creativo.
Un locale elegante e accogliente
La pizzeria di Corso Carlo e Nello Rosselli 83B a Torino si presenta come un ambiente formale ma non troppo: elegante, con design moderno, ma al tempo stesso caldo e conviviale. Un luogo adatto tanto alle famiglie quanto a cene di lavoro, dove professionalità e accoglienza si incontrano.
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L’appuntamento mensile e l’attenzione ai giovani
Per rafforzare il rapporto con i clienti, la Pizzeria Amato propone un appuntamento mensile dedicato alla scoperta dei suoi “gioielli: creazioni speciali che verranno presentate nelle prossime edizioni.
Non manca l’attenzione al pubblico giovane, con proposte in linea con le nuove tendenze e la volontà di innovare senza tradire l’identità.
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La farinata: semplicità e gusto
Tra i piatti simbolo c’è la farinata, preparata con pochi ingredienti genuini e amata per la sua versatilità. Ottima come antipasto prima della pizza, può essere gustata al naturale o farcita. Le versioni più richieste? La cremosa ai formaggi e la diavoletta con mozzarella e salamino, due varianti che hanno già conquistato i clienti.
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Un futuro scritto con passione
Con apertura quotidiana (12:00–14:30 e 18:30–22:30) e anche servizio a domicilio, la Pizzeria Amato si conferma un punto di riferimento per chi cerca qualità e innovazione.
Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma una cosa è certa: ogni pizza Amato racconta una storia di passione, tradizione e autenticità.
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🍕 Passa a trovarci e lasciati sorprendere. Da Amato, ogni giorno è un’occasione per stare bene, insieme.

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Corso Carlo e Nello Rosselli, 83, 10129 Torino (TO)

011 6276558 – 338 8733301

Polizia locale più efficiente, in arrivo i fondi regionali. Anche per l’informatica

La Giunta regionale del Piemonte ha approvato il 10 novembre, su proposta dell’assessore agli Enti locali, Sicurezza e Polizia locale Enrico Bussalino, i criteri di riparto e le modalità di assegnazione dei contributi per l’anno 2025 destinati a sostenere l’attività della Polizia municipale, provinciale e metropolitana.
La misura, finanziata con una dotazione complessiva di 890 mila euro, è rivolta a Unioni Montane, Unioni di Comuni, Convenzioni tra Comuni, Comuni singoli, Province e Città Metropolitana di Torino, per l’acquisto di dotazioni tecnico-strumentali e per la manutenzione dei programmi informatici in uso ai corpi di Polizia locale.

L’iniziativa si inserisce nel quadro della Legge regionale 58/1987, recentemente aggiornata, che prevede il sostegno della Regione alle funzioni di Polizia locale e promuove l’esercizio associato dei servizi come elemento prioritario di efficienza e di sicurezza integrata.

Con questo provvedimento – sottolinea l’assessore Enrico Bussalino – confermiamo concretamente il nostro impegno a supporto degli operatori della Polizia locale, che rappresentano il primo presidio di sicurezza e legalità sul territorio. Gli enti potranno dotarsi di strumenti aggiornati, uniformi, apparecchiature e tecnologie informatiche utili a migliorare la capacità operativa e la qualità del servizio ai cittadini”.

Il bando, che sarà pubblicato nei prossimi giorni sul sito istituzionale della Regione Piemonte, stabilirà modalità e tempi di presentazione delle domande.
I contributi saranno assegnati in base a criteri oggettivi legati alla dimensione territoriale, alla popolazione e alla forma associativa, con priorità alle Unioni Montane e alle Unioni di Comuni che gestiscono in forma integrata la funzione di Polizia locale.

Investire sulla sicurezza significa investire sulla fiducia delle comunità – ha aggiunto Bussalino –. Per questo la Regione continua a sostenere i Comuni, grandi e piccoli, in un’ottica di collaborazione istituzionale e di valorizzazione del lavoro quotidiano delle donne e degli uomini in divisa”.

Ecco il nuovo tratto pedonale di via Roma tra piazza San Carlo e via Bertola

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Dopo la conclusione dei lavori, ieri è stato riaperto il primo tratto della nuova via Roma pedonale, tra piazza San Carlo e via Bertola. Contestualmente è tornata percorribile al traffico veicolare l’asse di via Principe Amedeo, all’altezza di via Bertola.

“La pedonalizzazione di via Roma – spiega il sindaco Stefano Lo Russo – è un progetto nel quale come Amministrazione crediamo profondamente e che siamo convinti contribuirà a migliorare la fruizione del centro cittadino, rendendo più bella, funzionale e accessibile in modo definitivo la superficie compresa tra piazza Castello e piazza Carlo Felice, che diventerà un unico lungo boulevard. Oggi scopriamo il primo tratto di quella che sarà la nuova via Roma che restituiremo alla città al termine dei lavori”.

L’intervento rientra nel progetto di riqualificazione volto a dare un nuovo volto allo storico asse di via Roma: la strada è stata completamente ripavimentata in pietra, elevata al livello dei portici per favorire l’eliminazione delle barriere architettoniche e migliorare la vivibilità e la percorribilità dell’intero spazio pubblico circostante.

Il tratto riaperto è stato anche attrezzato con nuovi dissuasori e panche, che stimolano l’uso pubblico dello spazio rendendolo più fruibile e sicuro per i pedoni. È stata inoltre completata l’impermeabilizzazione del parcheggio sottostante e si è proceduto al rinnovo della rete di raccolta delle acque meteoriche .

Lo scorso mese di agosto era stato riaperto un primo e breve segmento restituito dopo gli interventi di riqualificazione, inizialmente non previsti, sull’asse tra via Santa Teresa e via Maria Vittoria, dove, dopo solo un mese di chiusura al traffico, il passaggio per pedoni e veicoli era stato completamente ripristinato.

Oggi si apre però il primo tratto completo della “nuova” via Roma, così come i lavori la restituiranno interamente a cittadini e turisti. L’intero cantiere, suddiviso in tre lotti (da piazza Castello a piazza San Carlo; da piazza CLN a via Cavour; da via Cavour a piazza Carlo Felice) e finanziato con 12 milioni di euro in gran parte provenienti dai fondi PON Metro Plus dell’Unione Europea, avrà una durata complessiva di circa 14 mesi.

“L’intervento su via Roma ha l’obiettivo di creare uno spazio urbano accessibile e capace di generare bellezza – commenta l’assessora alla Mobilità e alle Politiche ambientali Chiara Foglietta – Con l’apertura di questo primo tratto sono evidenti i benefici concreti: nuovi spazi pubblici curati, sostenibili e aperti a tutti, che favoriscono l’incontro e la socialità. Per via Roma, così come per gli altri progetti in corso di realizzazione, come il riassetto della viabilità in piazza Baldissera, la riqualificazione di via Coazze, o quelli da poco terminati, come in piazza Maria Ausiliatrice, il metodo è quello di unire riqualificazione urbana e interventi ambientali, con lo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone.”

I lavori proseguiranno nei lotti successivi, in particolare nell’isolato Bertola – Monte di Pietà, che sarà riaperto entro fine dicembre secondo il cronoprogramma, e il completamento dell’intera opera entro il mese di maggio del prossimo anno.

TORINO CLICK

“Riccardo Ghilardi. Piano sequenza la Mole” alle Gallerie d’Italia

Intesa Sanpaolo apre al pubblico alle Gallerie d’Italia  di Torino dal 12 novembre al 1 marzo 2026 la mostra curata da Domenico De Gaetano  e intitolata “ Riccardo Ghilardi. Piano sequenza la Mole”

Realizzata dalla Banca insieme al Museo Nazionale del Cinema, uno dei più importanti al mondo per la molteplicità delle sue attività  e la ricchezza del suo patrimonio e lo spettacolare allestimento all’interno della Mole Antonelliana, l’esposizione vuole celebrare  i 25 anni del Museo Nazionale del Cinema e il connubio tra la magia del cinema e quella dell’architettura.
Nasce così il racconto fotografico creato da Riccardo Ghilardi e dal curatore Domenico De Gaetano, un racconto che, come un  lungo piano sequenza, racconta il cinema e la sua storia dall’origine ai giorni nostri, la Mole e le collezioni del Museo, coinvolgendo le maggiori personalità del cinema nazionale e internazionale.
Attori e registi hanno interpretato in chiave personale l’allestimento scenografico del Museo, compresi gli spazi non visibili al pubblico o quelli difficili, come l’esterno della grande cupola. Così  la Mole Antonelliana è stata trasformata in un grandioso set, un luogo dove il sogno può diventare realtà,  proprio come avviene nel cinema. Tanti gli artisti fotografati da Ghilardi, tra i quali figurano Mathieu Almaric, Artem, Bérénice Bejo, Monica Bellucci, Barbara Bourchet, Tim Burton, Matilda De Angelis, Tonino De Bernardi, Willem Defoe, Silvia d’Amico, Rupert Everett, Isabella Ferrari, Alessandro Gassmann, Giancarlo Giannini, Peter Greenway, Ron Howard, Luca Marinelli, Giovanna Mezzogiorno, Zoe Saldana, Greta Scarano, Martin Scorsese, Katia Smutniak, Kevin Spacey, Sharon Stone  e Carlo Verdone.
L’esposizione presenta 42 opere fotografiche realizzate da Riccardo Ghilardi. In sedici di queste sarà possibile accedere tramite Qr Code e l’App delle Gallerie d’Italia a contenuti multimediali esclusivi, clip di backstage dello scatto e dichiarazioni degli artisti coinvolti nel progetto.
Nelle didascalie tecniche di ogni opera sono indicati i materiali originali del patrimonio museale utilizzati durante la realizzazione delle fotografie, fatto che sottolinea il profondo legame tra il progetto artistico e le collezioni del Museo Nazionale del Cinema.

Molteplici sono i livelli di lettura delle fotografie poiché ogni protagonista ha vissuto l’avventura a proprio modo e ogni fotografia racchiude una storia diversa. Alcuni sono colti in momenti di vita quotidiana, come se la Mole fosse la loro abitazione, mentre sorseggiano un tè in vestaglia,  altri hanno voluto interpretare i sogni proibiti ballando sulla cupola, molti altri hanno curiosato tra le collezioni del Museo, leggendo sceneggiature o giocando con le lanterne magiche,  altri si sono concentrati sugli allestimenti del museo. Alcune fotografie sono chiari riferimenti a capolavori della storia del cinema, quali Mary Poppins, Roma Città Aperta, Arancia Meccanica e Scarpette Rosse, molte sembrano provenire da film ancora da girare. L’effetto finale è  quello di trovarsi di fronte a tanti fotogrammi di un unico film dedicato al cinema, a Torino, alla Mole Antonelliana.
Particolare rilievo è dato alla partecipazione di Giovanna Mezzogiorno che nel progetto veste i panni di Maria Adriana Prolo, fondatrice del Museo Nazionale del Cinema e presta la sua voce e la sua presenza come narratrice del documentario di backstage che sarà proiettato all’interno della mostra.
Un volume raccoglie l’intero progetto fotografico e narrativo, si intitola “Il Tempio del Cinema”, edito da Allemandi ed è curato da Carlo Chatrian, direttore del Museo Nazionale del Cinema, in occasione del venticinquesimo anniversario del Museo alla Mole Antonelliana,  una sorta di cerniera che unisce le due sezioni connesse e speculari che la compongono, la Mole Antonelliana e il Museo con le sue collezioni e la città che lo ospita.
Per tutto il periodo della mostra i visitatori potranno usufruire di una scontistica reciproca sui biglietti d’ingresso al Museo Nazionale del Cinema e alle Gallerie d’Italia. Con il biglietto del Museo Nazionale del Cinema si ha diritto al biglietto gratuito alla mostra alle Gallerie d’Italia, viceversa con il biglietto delle Gallerie d’Italia di Torino si ha diritto al biglietto ridotto al Museo Nazionale del Cinema.

Riccardo Ghilardi , nato a Roma nel 1971, ha partecipato a Roma alla mostra collettiva internazionale FotoLeggendo, presentando “Pensieri nel silenzio”, un reportage fotografico sulle esperienze di una squadra operativa dei vigili del fuoco nella quale lui stesso aveva prestato servizio per diversi anni. Il lavoro artistico del fotografo si estende al mondo del cinema a partire dal 2008 e, in occasione della III edizione della Festa Internazionale del Film di Roma, tenutasi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, presenta “Lo sguardo non mente. Tutta la verità in 1/125 di secondo attraverso gli occhi del cinema italiano”. Ha partecipato anche alla Biennale del Cinema di Venezia, a Ca Zanardi, quale evento ufficiale della 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Mara Martellotta

Inviato dall’app Tiscali Mail.

Soprattutto “Raccontare” tra geometrie e denunce, macchie di colore e riuso di materiale

Sino al 19 novembre, negli spazi della galleria “Malinpensa by La Telaccia”

C’è una colomba bianca tra le opere esposte sino a mercoledì 19 negli spazi della Galleria Malinpensa by La Telaccia di corso Inghilterra 51. Una colomba con rafforzate pennellate grigiastre (pennellate che vedono l’uso delle stesse mani), uno spruzzo di rosso che sono le zampe ma anche una ferita aperta ben visibile – il tutto, quasi una crocifissione -, l’occhio è umano a innalzare il tratto animalesco. È un’opera di Rosalba Mangione, anche designer d’oggetti d’arredo e ceramista (come dimostrano i colorati piatti in vetro fusione) di origini siciliane, inquietante nella propria rappresentazione essenziale, nel messaggio di morte, un grumo pittorico in negativo del mondo d’oggi e (ormai) della nostra quotidianità, il grido di dolore di un essere umile, un tema che la pittrice sta approfondendo per simbologie nell’ultimo periodo d’attività.

Questa, come altre opere presentate, sono stati d’animo, sincerità espresse, amare riflessioni, partecipazione e presa di coscienza agli sconvolgimento che l’uomo ha prodotto e continua a produrre. Sono messaggi, immersi altresì nel colore, a voler identificare la debolezza e la forza che vivono nel mondo, le disequità e i soprusi, le violenze, a voler esprimere il gran carico di sensibilità, di emozioni, di denuncia: colpisce “La linea sottile tra Bene e Male” (acrilico, 2022), un rosso e un blu che non avranno mai modo d’incontrarsi e di fondersi, due separazioni nette e invalicabili, manichee, colpisce la “Rabbia” (un acrilico del 2019) dove forse un sole, fisso in un cielo opaco, riesce a illuminare una natura e un mare che è ancora attraversato da onde alte e minacciose, colpisce “Divisione”, un misto di acrilico e stucco del 2022, dove prevalgono le tinte chiare, forse la ripresa aerea di un mare di sghembo e di una spiaggia che è deserto, dove la presenza umana non è concepita. Mentre l’uomo, la donna, potevano apparire in opere precedenti, oggi l’essere umano non è concepito, tutto diventa umanamente brullo, ogni forma di vita cancellata, la distruzione è dietro l’angolo della vita di ognuno. Anche i colori (se pur Monia Malinpensa, che ha curato la mostra “Raccontare e raccontarsi”, parla di “consistenza, che si diffonde nell’opera con una gestualità molto personale e con una vibrante atmosfera rarefatta”, di “notevole stesura”) si sono quasi del tutto affievoliti, rimangono dei bluastri, s’affaccia qualche rosso, ma le espressioni di un precedente mondo surrealista non trovano più spazio.

La natura ce la rende Ernesto Belvisi, e i colori quasi gettati violentemente sulla tela, un simbolo per il tutto, guardando ad esempio ai “gigli” trasfigurati in lucenti lamelle di fuoco vivo, frutto di una gestualità potente ed estremamente libera, di una massiccia manualità, nella piena variazione degli elementi cromatici, posti su di un compatto fondo blu o lasciati liberi di cercarsi un proprio spazio nell’appoggio di pennellate alle loro spalle che paiono impazzite, vere e proprie sferzate di frusta colorata, quasi portatrici di una accogliente sensualità. Il colore come desiderio di vita e di bellezza, di luminosità, di sentimenti urlati, come apporto irrinunciabile di contrasti e di varietà cromatiche che s’impongono con grande forza nel loro dinamismo. Da disegni a mano sviluppati in digitale con l’aiuto del computer (è troppo azzardato dire che ci troviamo già dalle parti dell’AI, a chi stende queste note ancora di difficoltosa comprensione?) si sviluppano le opere del giovane Dario Frascone, dove si riconoscono appieno una concreta personalità che spinge a una ricerca che sarà in futuro capace di percorrere parecchie strade, una ricerca di simboli, una parcellizzazione delle superfici e gli incastri di soggetti, laddove pur nella presenza innegabile di una forte geometria e di una vena modernista si fa largo, con l’uso di legni antichi (intelligente manifestazione di riuso), di vecchia provenienza familiare – porte, cassetti, pareti d’armadi, quindi l’uso di materiali diversissimi -, un riscoperto sentimento, una filiazione fatta di affetti autentici, di ricordi e di riscoperte, una poetica cui è necessario da parte di chi guarda prestare una puntuale attenzione.

Legato a una figurazione di notevole elaborazione espressiva e a una fantasia costante, le composizioni tecniche dell’artista Mario D’Altilia regalano al fruitore molteplici sensazioni e riflessioni, che sono il risultato del suo fare arte”, sottolinea ancora Monia Malinpensa. Ci aggiriamo tra alcuni oli che sono corpi picassiani, tra donne “in poltrona” (2020) che, all’interno di più o meno elaborate scenografie (“anche per quanto riguarda il colore ho eseguito numerosi studi su carta e altre tipologie di supporto che mi hanno permesso di spaziare su tutte le tecniche pittoriche”, avvertiva l’artista in occasione di una precedente mostra), anch’esse intimamente simboliche, nelle loro uniformi blu e con acconciature simili a pennacchi vivono dentro a un mondo che colloca le proprie radici nella geometria e nelle formule matematiche, tra radici quadrate e numeri e linee, tra il trionfo dei cubi e dei parallelepipedi, una sorta adulta di Lego, tra moltiplicazioni e schemi e costruzioni che sono sculture e in qualche esempio guardano alla ”Grande Mela”, tra quello sguardo originalissimo che l’autore continua a definire “paesaggio tecnico”. Una fantasia a tavolino che non conosce limiti.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Rosalba Mangione, “La colomba della pace”, acrilico su tela, cm 70 x 100, 2025; Ernesto Belvisi, “Giglio bianco”, acrilico su tela, cm 100 x 70, 2022; Dario Frascone, “No signal no party”, disegno a mano sviluppato in digitale, cm 50 x 50, 2023;Mario D’Altilia, “Paesaggio tecnico”, olio su tela, cm 70 x 50, 2020.

Regione e Consiglio, un incontro a IoLavoro sul benessere giovanile

All’interno del programma di IOLAVORO 2025, mercoledì 12 novembre, alle ore 15:00, presso le OGR Torino (Corso Castelfidardo 22, Torino), si terrà l’incontro educativo e motivazionale “Chi è felice non bulla, non sballa e non molla”, promosso dalla Fondazione della Felicità ETS in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte. L’iniziativa, ideata e condotta da Walter Rolfo con la partecipazione dell’artista e “mago missionario” Flip (Mattia Bidoli), nasce con l’obiettivo di offrire ai giovani un momento di riflessione e di crescita, per affrontare con positività e consapevolezza le sfide del futuro. Un significativo esempio di sinergia istituzionale tra Regione e Consiglio che condividono la medesima visione: porre il benessere dei ragazzi al centro delle politiche educative e sociali del Piemonte. Entrambi considerano il contrasto al bullismo e a ogni forma di disagio giovanile una priorità assoluta: promuovere la felicità, l’autostima e la consapevolezza significa anche costruire una società più rispettosa, solidale e capace di riconoscere il valore di ciascuno.

Il lavoro sul futuro parte da qui, dai nostri giovani e dalla loro serenità – ha commentato il Vicepresidente della Regione Piemonte Elena Chiorinodobbiamo aiutarli a credere in se stessi, a scoprire i propri talenti e a far capire che la felicità nasce anche dal sentirsi utili, competenti e protagonisti della propria vita. Vogliamo trasmettere ai ragazzi orgoglio e fiducia nelle proprie capacità e nel territorio. Non dobbiamo arrenderci ad una narrazione troppo spesso negativa: il Piemonte è una terra di energie straordinarie e di giovani con tante capacità. Come Regione continuiamo a investire in percorsi di formazione e orientamento che offrono opportunità vere e concrete. Perché credere in se stessi è il primo passo per costruire il proprio futuro.”

Per il Presidente del Consiglio regionale Davide Nicco: “Attraverso questa iniziativa il Consiglio regionale del Piemonte riafferma il proprio ruolo di istituzione che dialoga, educa e accompagna. Parlare di felicità, oggi, significa interrogarsi su ciò che davvero ci tiene uniti: la fiducia, l’equilibrio, il senso di appartenenza e la capacità di coltivare relazioni sincere in un mondo che corre veloce. Significa occuparsi della capacità di resistere alle pressioni, di credere in sé stessi e negli altri. Solo comunità che si sentono appagate possono contrastare il disagio, l’isolamento, la violenza. Per questo investiamo sull’ascolto e sulla crescita dei giovani: perché un Piemonte che sa guardare avanti senza paura non può prescindere dalla serenità di chi lo abiterà”.

Per il Consigliere Segretario Fabio Carossoil Consiglio regionale ha voluto questa iniziativa per i giovani. Incontrare i giovani e mettere la Felicità al centro delle loro vite è stato un progetto condiviso. In un mondo dove tutto corre veloce, e dove viviamo perennemente “connessi” spesso si perdono i rapporti personali e la capacità di credere in sé stessi, collaborare, risolvere problemi, trovare entusiasmo anche nelle sfide. Per questo abbiamo chiesto ad un ingegnere della felicità di ragionare con loro“.

L’incontro unisce formazione, intrattenimento e motivazione, offrendo un’esperienza capace di coinvolgere e ispirare le nuove generazioni, in un contesto — quello di IOLAVORO 2025 — che guarda al futuro del lavoro e delle competenze con uno sguardo umano, educativo e valoriale.

Per info www.iolavoro.org

Scorporo Sant’Anna (Pd): “Tempi più lunghi per il Parco Salute”

11 novembre 2025 – Isolato, costretto a duplicare i costi e, soprattutto, a pagare per consulenze che oggi sono gratuite. Il progetto di trasformare l’OIRM (Ospedale Infantile Regina Margherita) in un IRCCS autonomo, a cui ora si aggiunge l’incomprensibile accorpamento con l’Ospedale Sant’Anna, scorporandolo gestionalmente dal futuro Parco della Salute, nasconde un paradosso economico. Se sulla carta l’obiettivo è creare un polo d’eccellenza, un’analisi critica rivela che la nuova entità si troverebbe a dover “acquistare” come prestazioni esterne tutte le consulenze specialistiche del polo per adulti. Un’operazione che, ora estesa anche al Sant’Anna e sommata alla necessità di duplicare l’intera macchina amministrativa (a causa dell’autonomia gestionale) e di costruire da zero un nuovo ospedale pediatrico – stimato in almeno 100 milioni solo per l’edificio, dato che l’attuale Regina non è antisismico – solleva seri dubbi sulla sua sostenibilità finanziaria.

Il nodo cruciale è proprio questo scorporo gestionale e la separazione fisica dell’OIRM. L’Assessore Riboldi ha infatti confermato che si creerà un’azienda unica, ma con due presidi separati: il Sant’Anna dentro il Parco della Salute, come già appaltato, e l’OIRM in un nuovo edificio adiacente. Far uscire l’OIRM dal perimetro unico della Città della Salute significa rinunciare volontariamente al più grande vantaggio di un hub integrato – ovvero un ospedale ad alta complessità capace di gestire tutte le specialità – perdendo le economie di scala e la sinergia clinica.

Il nuovo IRCCS si troverebbe clinicamente più solo. Un ospedale pediatrico non è un’isola e deve poter contare sugli specialisti dell’adulto. Nel momento in cui l’OIRM diventasse un’entità giuridica separata, ogni consulenza richiesta al Parco della Salute – dalla neurochirurgia alla diagnostica avanzata – non sarà più una collaborazione interna, ma una prestazione da fatturare. Il bilancio del nuovo istituto sarà immediatamente gravato da milioni di euro di costi per servizi che oggi, sono forniti, semplicemente, attraversando un corridoio.

A questo si aggiunge la necessità di duplicare da zero l’intera macchina gestionale-amministrativa. Servizi oggi centralizzati e condivisi – come i servizi informatici, l’Ufficio Gare, la manutenzione, l’ingegneria clinica e la farmacia – dovrebbero essere ricreati ex novo, con costi ingenti e non chiaramente quantificati nel progetto.

Ma le criticità non sono solo economiche. L’intera impalcatura logica del progetto appare invertita. Si afferma che l’OIRM diventerà eccellente grazie al titolo di IRCCS. La realtà, però, insegna che il riconoscimento è la conseguenza di un’eccellenza già dimostrata, non la causa. Nemmeno la motivazione dell’ “umanizzazione delle cure” regge: “prendersi cura” del paziente e della famiglia deve essere lo standard minimo di qualsiasi ospedale pediatrico, non un traguardo da IRCCS.

A smentire le ambizioni sono, infine, i numeri attuali, contenuti nello stesso documento progettuale. Il confronto con gli altri IRCCS pediatrici è impietoso: l’OIRM ha circa 13.000 ricoveri annui, contro i 30.000 di Gaslini e Meyer e i 75.000 del Bambin Gesù. Ancora più netto il divario sull’attrattività da fuori regione, ferma a un modesto 6% contro medie che arrivano al 43% (Gaslini). Il dato del Burlo-Garofalo di Trieste (bassi volumi e 18% di attrattività pur essendo IRCCS da anni) dimostra che il titolo da solo non basta a generare flussi, tesi che invece è centrale nel progetto di scorporo. Questa scarsa attrattività ha una traduzione economica diretta: la Regione Piemonte spende 13,6 milioni di euro per i 5.285 ricoveri di pazienti che vanno in altre Regioni (mobilità passiva), ma l’OIRM ne attira solo per 1,88 milioni (mobilità attiva). In pratica, l’attrattività nazionale dell’OIRM copre a stento la mobilità passiva proveniente dalla sola Provincia di Torino (1,6 milioni di euro). Anche la casistica trattata non è da polo nazionale: l’OIRM gestisce solo il 50% dei casi complessi (DRG > 2) della propria provincia, mentre, al contrario, assorbe il 50% dei casi a bassa complessità. Questo significa che sui quasi 13.000 ricoveri totali, solo 800 (il 6%) sono ad elevata complessità. Nonostante questi volumi bassi, il progetto chiede un aumento di risorse: attualmente l’occupazione media dei posti letto è molto bassa (66%), e crolla al 48% nell’area chirurgica, con sale operatorie usate al massimo al 67%; eppure, si propongono nuovi posti letto e nuove sale. Si chiede inoltre un aumento del personale sanitario, ma l’analisi basata sui volumi (ricoveri/medico) dimostra che l’OIRM è già oggi ampiamente sovradotato (77 ricoveri/medico) rispetto ai benchmark nazionali come Gaslini (107) o Meyer (114).

Se la logica dell’IRCCS pediatrico è già così debole e smentita dai dati, diventa incomprensibile l’aggiunta del Sant’Anna: non si capisce perché un ospedale ginecologico debba essere fuso in un progetto di ricerca pediatrica, se non per complicare ulteriormente il dossier.

A questa confusione si aggiunge l’incertezza logistica: si parla di una “torre pediatrica” esterna al Parco ma “adiacente”, approvando un piano senza nemmeno un indirizzo. L’unica conseguenza oggettiva di questa operazione è che allungherà i tempi per la creazione del Parco della Salute. Si sta frenando il vero progetto strategico atteso da anni con un’operazione “satellite” confusa, costosa e clinicamente pericolosa, ed è su questo ritardo che dovremo vigilare.

Mauro SALIZZONI – Consigliere regionale del Partito Democratico

Gianna PENTENERO – Presidente del Gruppo Partito Democratico del Consiglio regionale

“Arpagone” in scena al teatro Baretti

La stagione 2025-2026 del teatro Baretti, intitolata “Aurea Familia”, porterà in scena giovedì 20 alle ore 21, e venerdì 21 novembre alle ore 20, “Arpagone”, il nuovo e provocatorio spettacolo di Michele Santeramo, pluripremiato drammaturgo e regista che interpreta e reinventa la celebre figura di Moliére in una satira feroce sull’avidità e il valore della vita umana. I sette attori e attrici del territorio piemontese selezionati tramite call pubblica, Elena Aimone, Andrea Gaia Bosio, Christian Di Filippo, Elisa Galvagno, Francesco Gargiulo, Noemi Grasso e Jacopo Massara saranno protagonisti e testimoni in scena di una residenza-laboratorio intensiva, sotto la regia dello stesso Michele Santeramo. In questa riscrittura audace, Arpagone non si limita ad accumulare denaro, traffica in esseri umani e vende bambini nati in zone di guerra a coppie occidentali facoltose, con la promessa di un futuro migliore per tutti. È una commedia che tratta i temi delle adozioni illegali, del traffico di bambini, del desiderio di maternità e paternità, oltre alla crisi morale della società contemporanea. Il pubblico è invitato a immergersi nel soggiorno di Arpagone, coinvolto emotivamente e posto di fronte a scelte etiche sconvolgenti, tra responsabilità, amori, affari e tragedia. La storia si sviluppa in una trama avvincente che mette a nudo sogni, laure e contraddizioni umane tra trattative d’adozione, la richiesta estrema di un trapianto e il valore della vita umana. Arpagone interrogherà il pubblico chiedendogli: “Se fosse tuo figlio ad avere bisogno di un cuore, non lo strapperesti a mani nude dal corpo di un altro?”. Lo spettacolo mescola ironia tagliente e riflessione sociale, invitando gli spettatori a prendere parte attiva e consapevole al dibattito sul valore della vita. Lo spettacolo “Arpagone” è un viaggio nel cuore delle contraddizioni moderne, capace di unire il pubblico e gli artisti intorno alle domande fondamentali su giustizia, denaro, amore e responsabilità. Lo spettacolo fa parte degli appuntamenti “Come ali sulle radici”, progetto artistico e umano che unisce teatro e comunità, mettendo al centro la persona e le relazioni, realizzato nell’ambito di “Torino che spettacolo!”

Info e biglietti sul sito www.cineteatrobaretti.it
Cineteatro Baretti: via Baretti 4, Torino – 011 655187

Mara Martellotta

Il volontariato ANPAS si dà appuntamento ad Asti per l’Orange Run

Domenica 16 novembre prossimo, ad Asti, si terrà la Orange Run, evento conclusivo della terza edizione dell’Open Day ANPAS Piemonte.
Si tratta di una camminata di circa 3 km nel centro cittadino, con ritrovo presso la Croce Verde di Asti in corso Genova 26. L’evento si svolge con il patrocinio della Città di Asti. L’iniziativa nasce per valorizzare l’impegno delle volontarie e dei volontari ANPAS, per creare un momento di festa condivisa e favorire l’incontro con la cittadinanza. A tutte le persone partecipanti, verrà consegnata una maglietta arancione, colore simbolo ANPAS, per colorare le vie della città in un grande abbraccio collettivo all’insegna della solidarietà e del volontariato. La Orange Run sarà il momento per conferire il premio Giovani ANPAS, celebrando giovani volontarie e volontari che si sono distinti per dedizione e spirito di servizio. L’appuntamento rappresenta la conclusione di un anno importante per la rete ANPAS Piemonte, segnato dal successo del primo meeting dei volontari, dedicato alla formazione e alla condivisione. Il ritrovo è previsto alle ore 9 presso la Croce Verde di Asti per la consegna delle magliette e una colazione di benvenuto. La partenza dell’Orange Run è fissata alle ore 10, con rientro alle ore 11, cui seguiranno premiazioni e un aperitivo finale.

“Asti sarà attraversata da una macchia arancione, i volontari e le volontarie piemontesi di ANPAS si ritroveranno per una camminata all’insegna della solidarietà e dell’amicizia – spiega Michele Isoardi, Vicepresidente di ANPAS Piemonte – sarà un momento di festa per celebrare i nostri giovani che rappresentano il futuro delle nostre Associazioni. Quest’anno, infatti, è l’anno dedicato ai Giovani per ANPAS, e l’Orange Run del 16 novembre sarà un modo per ringraziarli e festeggiarli ancora di più, riconoscendo il loro impegno e la passione con cui si dedicano al volontariato”.
Lo scorso 12 ottobre, l’Open Day ANPAS ha coinvolto migliaia di cittadini e cittadine in tutto il Piemonte, offrendo occasioni di incontro e attività dedicate al primo soccorso, alla prevenzione sanitaria e alla scoperta del mondo del volontariato. La cittadinanza è invitata a partecipare all’Orange Run per vivere insieme una giornata di festa e amicizia, con la possibilità di conoscere più da vicino i volontari e le volontarie ANPAS, il loro quotidiano impegno a servizio della comunità. L’ANPAS Comitato Regionale Piemonte ODV riunisce 81 associazioni di volontariato e circa 11 mila tra volontari e volontarie impegnati ogni anno in oltre mezzo milione di servizi di assistenza e soccorso sul territorio regionale.

Mara Martellotta

Un tenero salame di tonno e patate

Questo piatto e’ fresco, leggero e pratico, si può infatti preparare il giorno prima. Gustoso,delizioso, e morbido si accompagna perfettamente ad una bella insalata mista.

 

Buon appetito!

Ingredienti

500gr. di patate
200 gr.di tonno sott’olio
100gr. di parmigiano grattugiato
1 uovo ed 1 tuorlo
Sale, pepe q.b.

Cuocere le patate a vapore. Nel mixer impastare velocemente il tonno ben scolato, le patate, le uova, il parmigiano, il sale ed il pepe. L’impasto deve risultare sodo, eventualmente aggiungere del pangrattato, formare un filoncino compatto, lasciar riposare in frigo per circa un’ora poi, avvolgerlo in carta forno, chiuderlo bene ed avvolgere il tutto in carta stagnola chiusa a caramella. Cuocere con coperchio in acqua per circa 45 minuti. Lasciar raffreddare, tagliare a fette cosparso, a piacere, con una salsina a base di olio, prezzemolo tritato, capperi e limone. Accompagnare con una bella insalata.

Paperita Patty