ilTorinese

4 maggio 1949: la leggenda del Grande Torino

 

Sono passati 74 anni ma il ricordo di quella squadra meravigliosa è sempre vivo nel cuore di tutti gli sportivi che amano il calcio.

 

Il 4 maggio del 1949,alle ore 17.03, avvenne l’incidente che segnò la fine degli “Invincibili”, una delle più grandi squadre della storia del calcio italiano:5 scudetti consecutivi ed 1 coppa Italia. L’aereo che trasportava i giocatori si schiantò contro la basilica di Superga,posta sul colle torinese. Le vittime furono 31.
La stagione 1948/49 fu portata a termine dalla formazione giovanile del Torino. I Granata vinsero le 4 partite rimanenti contro le giovanili delle altre squadre, chiudendo il campionato al primo posto davanti all’Inter.
Lo scudetto venne assegnato egualmente prima della disputa delle gare.
Tra i tanti record del Grande Torino ricordiamo la presenza,contemporanea ,di 10 giocatori su 11 nella Nazionale Italiana:italia-Ungheria 3-2 dell’ 11 maggio 1947. Ai funerali del Grande Torino parteciparono
500mila persone:era il 6 maggio del 1949 a Palazzo Madama a Torino. Il 10 aprile del 2018 è morto Sauro Tomà, l’ultimo superstite del Grande Torino, all’età di 92 anni:non partì perché infortunato.
A detta di tutti i grandi studiosi del calcio quella squadra meravigliosa era avanti di 20 anni.

Enzo Grassano

Maxi-truffa milionaria sui crediti di imposta dei bonus edilizi

Bloccati crediti inesistenti per oltre 10 milioni di euro ed eseguiti sequestri per quasi 9 milioni di euro.

Scoperta un’azienda del settore edile che insieme ad altri soggetti economici coinvolti, attraverso false fatturazioni per lavori di ristrutturazione mai eseguiti, sono riusciti ad ottenere reciproci vantaggi, frodando le casse dello Stato e quelle di un ente a partecipazione pubblica, mediante cessioni di crediti fiscali fittizi in materia edilizia per oltre 10 milioni di euro.

La Guardia di Finanza di Torino, al termine di un’articolata attività di polizia economico-finanziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, ha scoperto un giro di crediti d’imposta inesistenti per quasi 18 milioni di euro, eseguito il blocco dei crediti ancora nella disponibilità delle imprese coinvolte per oltre 10 milioni ed operato un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca del profitto del reato, di quasi 9 milioni di euro nei confronti di diverse società e persone fisiche dislocate sul territorio nazionale e operanti, prevalentemente, nel settore dell’edilizia.

8 i soggetti deferiti, a vario titolo, all’Autorità giudiziaria per i reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa ai danni di un Ente pubblico, autoriciclaggio, reimpiego di denaro illecito, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documentazione al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, indebite compensazioni di crediti d’imposta, falso in bilancio e responsabilità amministrativa degli enti.

Le indagini, condotte dal Gruppo Torino e dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano Torino, hanno consentito di disvelare un complesso e artificioso sistema di frode attraverso il quale l’impresa coinvolta, mediante bilanci artefatti, ha attestato di aver conseguito ricavi nettamente superiori a quelli reali al solo fine di trarre in inganno gli istituti di credito, che facendo affidamento sulla trasparenza dell’informazione societaria hanno concesso finanziamenti pubblici coperti dal fondo di garanzia statale per le piccole e medie imprese.

Dagli ulteriori sviluppi delle investigazioni è emerso come l’azienda edile, oltre ad essere completamente sconosciuta al Fisco, si è rilevata quale “impresa criminale” dedita all’emissione di fatture false e all’acquisto di crediti d’imposta fittizi riferiti ad agevolazioni edilizie, i quali sono stati, successivamente, monetizzati mediante la cessione a un Ente pubblico.

Le indagini hanno consentito, così, di delineare un più ampio contesto nel quale l’azienda era inserita insieme ad altri soggetti economici, i quali, attraverso false fatturazioni per lavori di ristrutturazione mai eseguiti, sono riusciti ad ottenere reciproci vantaggi, frodando le casse dello Stato e quelle di un ente a partecipazione pubblica, attraverso cessioni di crediti fiscali fittizi in materia edilizia per oltre 10 milioni di euro.

Al termine dell’attività operativa sono 8 le persone denunciate, a vario titolo, alla Procura della Repubblica torinese, le quali, operando sinergicamente tra loro, hanno reinvestito gli aiuti statali indebitamente ottenuti in altre attività economiche.

Tre giorni golosi con il Festival del gelato

A Rivara (To) dal 5 al 7 maggio 2023. Ingresso gratuito

FESTIVAL DEL GELATO ITALIANO DI RIVARA: AL VIA LA SECONDA EDIZIONE TRA GUSTI CLASSICI E NUOVE PROPOSTE. TUTTO RIGOROSAMENTE ARTIGIANALE

Preparazioni speciali per i bambini, per chi è intollerante e persino per gli amici a quattro zampe. Sono donne il 50% dei gelatieri partecipanti.

Dal 5 al 7 maggio 2023, Rivara, in provincia di Torino, diventa la capitale del gelato per la seconda edizione del “Festival del Gelato Italiano – Artigianale e Gastronomico”, organizzato da Associainsieme, costituita da dieci associazioni Rivaresi, in collaborazione con il Comune di Rivara e il patron del festival Marco Nicolino della gelateria Buono e Sano di Rivarolo Canavese, con il supporto della Camera di commercio di Torino, Ascom Confcommercio Torino e provincia e con il patrocinio di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città metropolitana di Torino, Confartigianato Città Metropolitana di Torino e Gal Valli del Canavese.

II Festival è stato presentato  nella sede di Ascom Confcommercio Torino e provincia alla presenza della presidente Ascom Maria Luisa Coppa, del sindaco della Città di Rivara Roberto Andriollo, del direttore artistico del Festival Marco Nicolino e del presidente di Associainsieme Luciano Gays.

«Il Festival del Gelato di Rivara – ha dichiarato la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa – contribuisce ad accendere un faro su una professione ricca di maestria e di passione, di cui andiamo particolarmente fieri. Sul territorio torinese sono presenti 753 gelaterie, di cui 337 a Torino, dove ci sono gelatieri artigianali che lavorano ogni giorno con grande impegno per creare prodotti di alta qualità e sapori indimenticabili. Le innovazioni sono tantissime in questo settore: dai gelati per i bambini a quelli per gli intolleranti. Inoltre, ci sarà una proposta di gelato per i nostri amici a quattro zampe realizzata in collaborazione con i veterinari. Il Festival rappresenta anche una piacevole occasione per conoscere il Canavese, un luogo magico che esprime valori importanti dell’enogastronomia, oltre che storici e culturali, conosciuti e apprezzati da sempre più persone».

«Per tre giorni il nostro paese di 2.500 abitanti – ha sottolineato il sindaco di Rivara Roberto Andriollo – si trasforma in uno straordinario palcoscenico del Festival del Gelato italiano: siamo felici di ospitare per la seconda volta un evento che ci consente di promuovere il nostro territorio in una maniera estremamente piacevole e divertente. Non vediamo l’ora di far conoscere Rivara, il castello, il museo e la nostra ricca storia anche attraverso le visite guidate anche notturne, ma sempre con un cono o una coppetta di gelato in mano».

Per tre giorni, dalla colazione al dopo cena, Rivara si trasforma in un grande laboratorio artigianale dove i Maestri Gelatieri provenienti da 12 regioni italiane creano i loro gelati rigorosamente artigianali con materie prime selezionate del territorio di origine, senza alcun preparato e utilizzando solo ingredienti freschi. Il cuore pulsante del Festival sarà lo storico parco di Villa Ogliani a Rivara, dove, dal pomeriggio di venerdì 5 alla sera di domenica 7 maggio, nel più puro spirito della condivisione, i Maestri Gelatieri prepareranno di persona i gelati da degustare in diverse formule, dal classico cono agli abbinamenti guidati con il cibo e il vino. Lungo le stradine del parco di Villa Ogliani si potranno inoltre visitare gli stand dei Maestri del Gusto di Torino e provincia con i loro prodotti artigianali, vari produttori locali, espositori florovivaistici e la Piazza dei Sapori con tanti operatori dello street food regionale di qualità e le loro specialità.

«Siamo orgogliosi della selezione dei gelatieri di quest’anno – ha sottolineato il direttore artistico del Festival Marco Nicolino, maestro gelatiere della gelateria Buono e Sano -: il 50% sono donne e abbiamo numerose proposte innovative, tra cui il gelato a base di polenta cotta di mais rostrato rosso di Rovetta o di squacquerone e fichi caramellati. Non mancheranno i gusti classici e siamo sicuri di soddisfare tutti i desideri. Vogliamo far conoscere cosa c’è dietro una coppetta di gelato: ognuno dei gelatieri del Festival lavora in maniera estremamente meticolosa e parla direttamente con i produttori dei suoi ingredienti per garantire il massimo della qualità. Nessuno utilizza preparati o composti; dove si vede il gusto al fico significa che il gelatiere ha selezionato proprio il frutto da lavorare e non una marmellata da aggiungere. Alla Cena Gourmet, inoltre, si potranno anche scoprire i gusti salati, dalla Robiola di Roccaverano, alla melanzana, ai capperi».

Al festival si potrà seguire passo dopo passo la produzione dei gelati e assaporarne i gusti particolari e raffinati. Interviste, dimostrazioni e racconti permetteranno di scoprire il lavoro e la passione di alcuni tra i più importanti Maestri Gelatieri Italiani, di conoscere le loro tecniche e tutti i retroscena del dolcissimo mondo del gelato. I Maestri Gelatieri coinvolti sono: Marco Nicolino, Buono e Sano di Rivarolo Canavese (To); Alessia Torselli e Vara Castrovilli, Nevedarance di Caluso (To); Davide Rinaldi, Il Cofetto Blu di Torino; Irene e Silvia Aimone Giggio, Agrigelateria La Porporata di San Maurizio Canavese (To); Guido Cortese, U Magu di Pietra Ligure (Sv); Mattia Dellon, Il Golosone di Lachiarella (Mi); Elisabeth Stolz, Osteria Hubenbauer di Varna (Bz); Elena Gusmini e Andrea Mazzocchi, Gelateria Fiocco di Neve di Castione della Presolana (Bg); Laura Nicoli, Buono e Bio di Faenza (Ra); Simone Belia, Gusto Gelateria Artigianale di Castel del Piano (Pg); Federico Sinibaldi, Gelateria Artigianale Mister Ice di Roma; Katia Cavallo, Gelatika di Grottaglie (Ta).

«Abbiamo aggregato intorno al Festival del Gelato italiano – ha sottolineato il presidente di Associansieme Luciano Gays associazioni di diversa provenienza e di diversa esperienza per presentare ad un ampio pubblico un territorio che ha tanta voglia di farsi conoscere. Lo scorso anno il Festival ha superato le aspettative di tutti e quest’anno siamo ben organizzati per accogliere al meglio quanti vorranno partecipare alla scoperta del mondo del gelato in un contesto territoriale che ha tantissimo da offrire».

Il programma dell’edizione 2023 offre un’esperienza a tutto tondo. Il successo della prima edizione del 2022, che ha richiamato 18 mila visitatori, ha determinato l’ampliamento di questo secondo Festival arricchendolo con ulteriori momenti culturali e gastronomici.

Il programma completo sul sito festivaldelgelatoitaliano.com

Cartier apre uno stabilimento a Torino La crisi si vince (anche) con il lusso

Cartier, il celeberrimo marchio  francese famoso per i gioielli e i prodotti di lusso ha ristrutturato e riaperto  uno stabilimento  industriale in via Ramazzini, alle Basse di Stura, a Torino nord. Saranno 450 i suoi dipendenti a pieno regime, di cui 120  assunti appositamente per la nuova apertura. Soddisfatti il presidente della Regione Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo per le ricadute positive sulla città e sull’occupazione.

A casa dei Galli della Loggia

Non solo il Fai, anche la rassegna “Castelli Aperti” apre al pubblico le porte di palazzi, ville, castelli, parchi, musei e dimore storiche, altrimenti non visitabili, permettendo così di scoprire il vasto patrimonio storico, artistico e culturale del Piemonte. “Il Torinese” è entrato nel castello Galli della Loggia, a pochi chilometri da Torino. Oggi è una grande villa più che un castello circondata da un parco di 3 ettari con duecento piante secolari. Per centinaia di anni ha ospitato illustri famiglie piemontesi. Il proprietario della dimora accoglie i visitatori e fa da guida raccontando che nel Medioevo l’imponente edificio era una fortezza a difesa del borgo e che tra il Cinquecento e il Seicento era protetta da una torre, tuttora presente, una cerchia di mura e da un fossato con ponte levatoio.
Alla fine del Settecento è stata trasformata in villa. Nel XII secolo il feudo di La Loggia apparteneva ai Provana di Carignano e sul finire del’400 la proprietà fu venduta a Giacomo Darmelli, di un’antica famiglia di Moncalieri, che ricostruì le parti danneggiate. I suoi figli divennero i Signori di La Loggia. Nella seconda metà del Settecento entrò in scena la famiglia dei conti Galli ai quali venne assegnato il feudo di La Loggia. Nel piccolo borgo alle porte di Torino si affacciò Pietro Gaetano Galli, una figura di grande levatura intellettuale e politica. Sotto Vittorio Amedeo III venne nominato Senatore del Regno di Sardegna e Ministro dello Stato. Nel 1781 il Re gli consegnò il feudo di La Loggia. Con l’avvento di Napoleone il conte Galli si pose al servizio dell’imperatore. A quell’epoca i Galli erano la famiglia più nota e importante del paese e del territorio. Lo stemma del Comune di La Loggia rappresenta un gallo a conferma dell’impronta che il casato ha lasciato nella storia del paese. La parte nord del castello ha conservato il carattere medioevale mentre la facciata sud è stata rifatta nei primi anni del 1700. Nel 1978 morì Laura, la figlia dell’ultimo conte Galli. Con Laura, chiamata dai loggesi “la contessina”, si estinse il ramo loggese della casata Galli e il castello passò ai cugini. Il Barone Carlo D’Auvare, originario di Nizza, cugino della contessa Laura, diventò proprietario del castello e nel 2010 lo donò alla figlia Nicoletta. Dal 1996 “Castelli aperti” consente di visitare, tra la primavera e l’autunno, il ricco patrimonio culturale della nostra regione.
La rassegna di promozione dei siti storici è nata, spiega l’Associazione, grazie alla volontà della Regione Piemonte con le province di Asti, Alessandria e Cuneo e oggi si è estesa a tutto il Piemonte e anche alla Liguria, terra da sempre legata all’identità del territorio del basso Piemonte”. Per informazioni ci si può rivolgere all’Associazione Amici di Castelli Aperti, info@castelliaperti.it – telefono 339 2629368                    Filippo Re

Costadoro partecipa a Tuttofood

Costadoro presenterà le nuove referenze della linea Retail disponibili in diversi formati (grani, macinato, capsule compatibili Nespresso o A Modo Mio) e con differenti miscele:

  • Cento: dolce ed equilibrato. Sentori floreali e fruttati incontrano note di dolci e miele
  • Settanta: ricco e aromatico. Note di cioccolato fondente e frutta secca
  • Cinquanta: intenso e corposo. Sapore deciso di cacao con aromi di pane tostato
  • Decaffeinato: aromatico e bilanciato. Per non dover mai rinunciare al gusto di un buon caffè.

TUTTOFOOD è la fiera B2B per l’intero ecosistema agro-alimentare.

Globale e innovativa, è il punto di riferimento nel mondo per i produttori e distributori dei prodotti di qualità dell’intera filiera del food and beverage che incontrano in manifestazione i buyer con effettivo potere d’acquisto come: distributori, importatori, GDO, negozi di prossimità, negozi gourmet, food service, Out of Home, chef.

Un evento che guarda al futuro e sviluppa innovazione in sintonia con i trend di consumo e le dinamiche di mercato.

Una piattaforma di business e contenuti per l’intera food community mondiale, dove la tradizione alimentare incontra l’innovazione; il punto di riferimento nazionale e internazionale per lo sviluppo del settore, per scoprire, disegnare e guidare il rilancio del comparto alimentare.

TUTTOFOOD si svolge a Milano, nella capitale dell’innovazione in tema di cibo e alimentazione, punto di riferimento mondiale per lo sviluppo e la crescita del settore.

TUTTOFOOD 8-11 maggio 2023 Fiera Milano (Rho)

INGRESSI Porta Est, Porta Sud TIM e Porta Ovest TIM

ORARI VISITATORI 8, 9, 10 maggio 2023 – 9.30/18.00   11 maggio 2023 – 9.30/17.00

Maria Luisa Stepanek: la fotografa che viene dal lockdown

In mostra all’ “Auditorium” della SS. Trinità” di Nizza Monferrato gli scatti fotografici dell’artista di Incisa Scapaccino

Da venerdì 5 a domenica 7 maggio

Nizza Monferrato (Asti)

Certo, doveva essere ben forte e “pronto ad esplodere” sottopelle l’istinto fotografico di Maria Luisa Stepanek, se nell’arco di un solo triennio l’artista è riuscita a farne un “mestiere” di così piacevoli e interessanti risultati quali sono quelli emergenti dagli scatti postati in mostra, da venerdì 5 a domenica 7 maggio, sotto il titolo di “Shape of Home” (“Radicarsi nel territorio”), presso la sede dell’Accademia di Cultura“L’Erca”, nell’“Auditorium della SS. Trinità”di Nizza Monferrato. Origini abruzzesi, Maria Luisa è nativa di Vancouver, ma da diciassette anni risiede in Monferrato, ad Incisa Scapaccino, bassa Valle Belbo e sede della Comunità collinare “Vigne & Vini”. Terre generose e di antiche origini, oggi vera “casa” imbarattabile per l’artista dai natali canadesi. Che per queste terre e colline, per la sua gente, per un paesaggio e una natura che facilmente si prestano ad assecondare sogni e voli di cuore e fantasia, la Stepanek non cambierebbe oggi un briciolo della sua vita. Terre a cui si lega a doppio filo, e da qualche anno, anche perfetta ispirazione  alla sua professione d’arte: ai suoi scatti fotografici (ma anche alla sua poesia “Haiku”) che sono sintesi riuscitissima di figure femminili – interpreti di eleganza, raffinatezza, attenzione alla forma – e antichi o residuali frammenti paesistici che ancor oggi sono memoria suggestiva di un territorio esemplare, per immagini e cultura radicate nei secoli. “Mi sono avvicinata alla fotografia – racconta Maria Luisa Stepanek – nel 2020, durante il terribile periodo del lockdown. Ho cominciato con un cellulare che ancora oggi utilizzo. Ad attrarmi inizialmente sono stati i fiori del mio giardino, poi sono passata alla figura”. Senza mai dimenticarsi dello spazio circostante. Il più vicino o quello perso in remoti paradisi dell’anima (“un soffio vellutato di petali rosa, la fragranza ammaliante di un grappolo d’uva, le note ritempranti di una cappella votiva”) per farne habitat ideale a un racconto che abbraccia la realtà come contesto onirico, voce poetica di sogni e visioni in cui la perfezione del gesto sconfina idealmente nel “visto e non visto” dell’immaginazione. “Staged Photography”.

Non fotografie d’impeto, ma allestite, teatralmente e con cura messe in scena, quasi performance di forte impatto emotivo, “le fotografie di questa mostra  – annota Maria Luisa – sono un’espressione dell’amore che provo per il territorio, dove si è annidato anni fa il mio cuore”. Fil rouge dell’esposizione è la figura femminile, raccontata fra sensualità e assoluta purezza, in un intrecciarsi di ombre e luci o di classicheggianti veli candidi in cui vivono atmosfere tenute in sospeso fra languide melanconie e sottili, misteriosi piaceri. Fotografare “è per me – sottolinea ancora l’artista – dono, desiderio, libertà, conoscenza, ricerca ed elogio della bellezza”. “Dopo lo scatto ‘grezzo’, utilizzo un programma di ‘fotoritocco’ che mi permette di raggiungere in molte mie opere maggiore nitidezza; alcune fotografie rimangono invece sfocate, risolte in una dimensione onirica che mi è molto cara”. E molto vicina a quegli “amorosi incanti”, tradotti in cifre sospese fra classico e surreale, propri di un’icona della contemporanea fotografia giapponese qual è Sayaka Maruyama, artista che “ammiro molto – sottolinea la Stepanek – per quelle sue immagini incentrate sui fiori e sull’eleganza del corpo femminile, così affini  alla mia ricerca”.

Gianni Milani

“The Shape of Home”

“Auditorium della SS. Trinità”, via Pistone ang. Via Cordara, Nizza Monferrato (Asti), www.ercanizza.com

Da venerdì 5 a domenica 7 maggio

Orari: 16/18,30

Nelle foto: Maria Luisa Stepanek, da “The Shape of Home”

Al Baretti inizia il viaggio nel cuore dell’Africa Occidentale

Giovedì 4 maggio ore 20.00

VOCI DALL’AFRICA OCCIDENTALE

concerto con Babara Yattara, e con Vicente Cabrera, Camilla Sandri Bellezza

by PROGETTO RESCUE!

La musica entra al Baretti e inizia il viaggio, un viaggio che giovedì 4 maggio ci porterà nel cuore dell’Africa Occidentale, di quell’Africa che è incrocio di culture e di tradizioni, l’Africa che nonostante le occupazioni e i confini creativi, non ha perduto i suoi suoni, i suoi profumi e i suoi colori.

Un concerto con il grandissimo Babara Yattara (Guinea-Conakry) emusicista e cantante e griot: nella cultura di alcuni popoli dell’Africa Occidentale, il griot è un poeta e cantore che svolge il ruolo di conservare la tradizione orale degli avi e, in alcuni contesti storici pre-coloniali, aveva anche il ruolo di interprete ed ambasciatore. Questa figura ha ancora una propria funzione nelle comunità dei paesi dell’Africa occidentale sub-sahariana (Mali, Gambia, Guinea, Senegal Burkina Faso), specialmente presso le popolazioni Mandé (Mandinka, Malinké, Bambara e altre), Fula, Hausa, Toucouleur, Wolof, Sérèr, e tra alcuni gruppi della Mauritania.

Figlio d’arte, dall’età di 6 anni s’immerge nella musica tradizionale africana. Il suo primo strumento è la Gongoma: strumento armonico e di percussione. Insieme allo studio di strumenti a percussione (Djembe, Dun-dun, Sangban, Borleyi tra gli altri), e a corde (Kora, N’goni, Kamele N’goni), ha sviluppato la sua arte principalmente nei canti della tradizione “Griot” e nello studio dei ritmi tradizionali tra cui Garangedo, Kandia-soli, Yankadi, Yolé.
Nel 2018 si trasferisce a Torino. Ha lavorato in Europa come insegnante di canto e tamburo (a Milano, Roma, Lussemburgo e Berlino). Progetto

RESCUE! è un gruppo attivo nelle arti performative, tratta temi di rilevanza sociale con un approccio transdisciplinare e inclusivo. Il gruppo fonda la sua pratica artistica sul potenziale trasformativo dell’arte nel territorio in cui agisce.
Le azioni di Progetto Rescue sono dirette alla costruzione di una rete sociale e artistica che avvicini le persone alla partecipazione civica e culturale per riconoscere e ricostruire i fili di un tessuto umano indispensabile. Il gruppo è composto da persone provenienti da Europa, Africa e America Latina in continua espansione.

Questo spettacolo è parte del programma vincitore del Bando Corto Circuito 2022 della Fondazione Piemonte dal Vivo.

BIGLIETTERIA: INTERO 12€ / RIDOTTO 10€ (under25/over65)
È consigliato l’acquisto dei biglietti online su anyticket.it.
Informazioni tel 011 655 187 / info@cineteatrobaretti.com 

Al Koelliker il sistema EOS più moderno al mondo

Radiazioni ridotte e una sola immagine radiografica per colonna vertebrale, bacino e arti inferiori

 

Il Koelliker è il primo ospedale piemontese ad adottare il sistema EOS ed è il primo in Italia a disporre del modello EOSedge. EOS rappresenta una rivoluzione in campo radiografico perché in pochi secondi di esposizione, utilizzando una dose di radiazioni da otto a dieci volte inferiore, realizza un’immagine diagnostica di altissima qualità, irraggiungibile per la radiologia tradizionale.  È indicato in modo particolare per le patologie della colonna vertebrale di bambini e persone anziane che richiedono ripetuti controlli nel tempo.

 Importante novità nel campo della Diagnostica per immagini in Piemonte: il Koelliker è il primo ospedale a offrire a pazienti e specialisti il sistema EOS, il più moderno ed efficace strumento di diagnosi in campo radiologico.

EOS è il nome del sistema radiologico di ultima generazione adottato dall’ospedale Koelliker, in grado di ottenere radiografie della colonna vertebrale, del bacino e degli arti inferiori in carico nonché di eseguire ricostruzioni in 3D, sempre utilizzando una dose di radiazioni notevolmente inferiore rispetto a quella di un apparecchio tradizionale. Il modello a disposizione dell’ospedale Koelliker, assolutamente innovativo e unico in Italia, si chiama EOSedge ed è attualmente il più moderno al mondo.

EOS è stato concepito per lo studio – congiunto o separato – di colonna vertebrale, cingolo pelvico e arti inferiori: al sistema è sufficiente una sola immagine, ricavata in pochi secondi di esposizione, per realizzare un’immagine diagnostica che risulta irraggiungibile per la radiologia tradizionale.

Rispetto alle tecniche radiologiche tradizionali, EOS emette inoltre una dose di radiazioni da otto a dieci volte inferiore, un numero importante che diventa enorme se paragonato a quello registrato da una TC (da 800 a 900 volte superiore).

EOS è indicato in modo particolare per studiare le patologie della colonna vertebrale di bambini e persone anzianeScoliosi, difetti nel carico della colonna e delle anche, dismorfie dello scheletro acquisite o congenite rientrano tra le patologie che più beneficiano delle virtù di EOS e che richiedono ripetuti controlli nel tempo perché tipiche di pazienti giovani e bambini.

Il sistema permette perciò di fornire a chirurghi ortopedici e vertebrali, neurochirurghi, fisiatri, fisioterapisti pediatri e specialisti vari un’enorme quantità di misurazioni e dati, relativi all’assetto posturale del paziente e all’allineamento degli arti inferiori e del bacino, che prima risultava del tutto impensabile ottenere.

Rispetto alla radiologia tradizionale, EOS richiede al paziente di entrare in una sorta di cabina, dove rimane in piedi per circa venti secondi consentendo al sistema di eseguire la scansione. Le immagini ottenute sono totalmente digitali e vengono gestite da un software dedicato, in grado di realizzare ricostruzioni in 3D e/o rendering volumetrici utili a studiare le patologie di colonna vertebrale e arti inferiori legate alle problematiche di dinamica e postura di base e in carico.

Come afferma la dottoressa Mara Falco, responsabile della Diagnostica per immagini muscolo-scheletrica dell’ospedale Koelliker: «EOS permette di ottenere immagini a bassissimo dosaggio che risultano completamente riproducibili perché prive dell’effetto di ingrandimento fotografico tipico della radiologia tradizionale. Le misurazioni reali avvengono direttamente sulle immagini che, essendo digitali, vengono inviate a un sistema di ricostruzione tridimensionale e rese funzionali per un eventuale planning chirurgico».

«Con la radiologia tradizionale – aggiunge la dottoressa Falco – riuscivamo a ottenere un collage tra i vari segmenti del rachide che ci permeteva di avere un’immagine globale della colona vertebale e degli arti inferiori, dopodiché eravamo in possesso di una quantità minima di misurazioni e il resto delle valutazioni era in prevalenza di tipo qualitativo. In virtù della perdita di distorsione fotografica e della presenza di dimensioni 1:1EOS rappresenta lo strumento ideale per ottenere immagini di altissima qualità e una valutazione posturale quantitativa e ripetibile».

L’adozione del sistema EOS ribadisce la vocazione fortemente tecnologica dell’ospedale Koelliker, ancora una volta il primo in Piemonte a disporre dei due sistemi robotici Mako e Navio che consentono alla Chirurgia ortopedica di realizzare interventi di protesi di ginocchio e d’anca con maggior precisione e minor invasività nell’intervento nonché con un recupero più celere e completo del paziente.

«La presenza di EOS conferma la crescita tecnologica e qualitativa dell’Ospedale Koelliker – aggiunge Guido Giubergia, Presidente di Narval Investimenti (Gruppo Ersel) –. Confermiamo con soddisfazione che la solidità finanziaria di Narval Investimenti continuerà a sostenere questo percorso di ricerca dell’eccellenza sanitaria offerta ai pazienti».

www.osp-koelliker.it