Si è concluso ieri 25 Giugno sul terrazzo del Circolo Lombroso la 7 edizione del Festival che raccoglie culture provenienti da tutto il continente africano.
Nato nel 2014 su iniziativa di associazioni africane presenti nel nostro territorio il festival Panafricano comprende un programma fatto di concerti, dibattiti, mostre e presentazioni di libri. “Nel 2016 si inserisce l’Eritrea e quello che era un progetto esclusivo per le comunità africane diventa un festival aperto a tutti i cittadini per abbattere le barriere culturali. Si cerca così, con tradizioni che spaziano dal cibo all’arte, all’artigianato di assestare una spallata a sentimenti razzisti” ci ha raccontato Liuba Forte di madre Eritrea e papà italiano e direttrice del festival.
Il Festival generalmente cade intorno al 25 maggio, in concomitanza con l’anniversario dell’Unione Africana. Quest’anno è stato posticipato per sottolineare la giornata mondiale del rifugiato.
Il Festival, quest’anno , è stato inaugurato alla Gam e ha portato a Torino artisti come Afranart, scultore camerunese, Ba Banga Nieck, inventore del balafon, evoluzione dello xilofono. Nieck è arrivato da Strasburgo e dopo Torino ha proseguito per Parigi dove si è esibito all’Opera.
Venerdi si è esibito Esa Abrate, che ha partecipato ad Amici e sabato c’è stato Nathan Kiboba, volto noto della Tv grazie alla sua collaborazione con Le Iene.
Tutti gli artisti si sono esibiti con un semplice rimborso spese proprio perché riconoscono nel festival Panafricano un importante mezzo di unione.
Chi vi scrive ha partecipato alla serata conclusiva con presentazione di libri, e una cena a base di cous cous. E quale miglior modo di unire se non attraverso il cibo?
LORI BAROZZINO