ilTorinese

Due indagati per l’uomo morto nel bagagliaio

Sono due gli indagati nel fascicolo aperto dalla procura di Torino per il caso di Marco Conforti, di 56 anni, l’imprenditore delle scuole guida, di Castagneto Po trovato morto  il 29 maggio scorso, nel bagagliaio di un’auto parcheggiata in una strada di Torino.  Si tratterebbe di due spacciatori di droga nigeriani.  L’autopsia ha accertato che la morte non è dovuta a una aggressione o a un omicidio. Si ipotizza che l’uomo sia entrato volontariamente nel bagagliaio per fare uso massiccio di cocaina e sia deceduto per un consumo eccessivo di droga forse procuratagli dai due pusher.

Sei anni e otto mesi al ragazzo che violento’ studentessa

Il tribunale dei minorenni di Torino ha condannato sei anni e otto mesi di carcere un giovane,  diciassettenne all’epoca dei fatti, che nei mesi scorsi aveva aggredito e violentato una studentessa all’interno della residenza universitaria Borsellino di Torino. Si era introdotto e aveva provato ad aprire le porte delle stanze finché non ne ha trovata una, quella della ragazza, che non era chiusa a chiave.

Rotary, ecco il bilancio sociale del Distretto 2031

Circa 2600 soci nel territorio piemontese e valdostano e oltre 47 milioni di ore di volontariato erogate in un solo anno dal Rotary International. Questo è uno dei risultati che emergono dal bilancio sociale appena diffuso del Distretto 2031 del Rotary International, diffuso in tempi record, a soli 10 giorni dalla chiusura dell’anno rotariano, avvenuta il 30 giugno scorso. Il bilancio sociale, strumento di valorizzazione delle iniziative di servizio e delle azioni benefiche svolte all’interno delle comunità, redatto grazie al prezioso supporto del Team di ricerca guidato dal Prof. Paolo Biancone, all’interno del Dipartimento di Management “Valter Cantino” dell’Università di Torino, riassume tutte le attività intraprese dai Rotary Club dell’Alto Piemonte (province di Torino, Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli) e dai club della Valle D’Aosta durante l’anno rotariano 2022/2023 e offre un’identità utile soprattutto ai giovani che si avvicinano al Rotary attraverso i percorsi di Interact e Rotaract. Questo strumento comunicativo unisce elementi come la passione, il senso civico, il benessere della comunità, il coraggio, l’amicizia e la generosità verso il prossimo, indipendentemente dalla sua categoria.
Le iniziative svolte dal Distretto rotariano a favore dei territori sono riconducibili a diverse aree, tra cui:
• Promozione della pace: con iniziative di volontariato in Turchia e in Siria.
• Promozione della salute: con azioni mirate al supporto delle persone con disabilità, della
SLA, del Parkinson, della cura contro il cancro e della poliomielite.
• Protezione di madri e bambini: attraverso il sostegno a reparti ospedalieri pediatrici.
• Sostegno all’istruzione: mediante la costruzione di aule multisensoriali, la lotta alla violenza
sulle donne e il contrasto al cyberbullismo.

• Sviluppo delle economie locali: con iniziative di supporto ai beni culturali, agli enti del terzo settore, all’educazione finanziaria e all’impresa, ad esempio attraverso il progetto del Microcredito.
• Tutela dell’ambiente.
• Supporto alle popolazioni internazionali in occasioni di eventi drammatici come terremoti e
guerre.
Per ulteriori informazioni e per consultare il Bilancio Sociale completo, si prega di visitare il sito web del Distretto 2031 del Rotary al sito web: https://rotary2031.org/distretto-2031/

Progetto Valentino, un gruppo di lavoro

Per accompagnare e coordinare le diverse fasi del cantiere

Si è costituito il gruppo di lavoro del progetto “Torino Esposizioni – Parco del Valentino”. Riunisce tutti gli attori coinvolti in quello che è il più importante investimento culturale della Città per i prossimi anni: gli uffici che fanno capo agli assessorati guidati da Michela Favaro (delega a Patrimonio e Edifici culturali), Rosanna Purchia (Cultura, Musei e biblioteche), Paolo Mazzoleni (Urbanistica), Francesco Tresso (Verde pubblico, Parchi e Sponde fluviali), coordinati della direttrice generale della Città Alessandra Cimadom, oltre al Politecnico di Torino, ai progettisti e alla centrale di committenza SCR.

Il gruppo di lavoro ha il compito di supervisionare l’attuazione delle tempistiche previste dal cronoprogramma, di coordinare il processo di accompagnamento ai lavori toccando tutti gli aspetti legati al cantiere, compresa l’attività di comunicazione ai cittadini. Non mancheranno infatti alcuni momenti – presentazioni pubbliche, mostre – per illustrare il progetto e le varie fasi dei lavori, per quello che sarà un vero e proprio cantiere-evento che cambierà profondamente il volto dell’area.

Il progetto, finanziato da 166 milioni di euro di fondi PNRR, punta al rilancio del parco del Valentino, degli accessi al fiume e degli spazi di Torino Esposizioni. Si tratta di una zona con grandi potenzialità, che grazie ai fondi europei potrà trasformarsi ancora di più in polo turistico e culturale, generando impatti socio-economici, culturali e ambientali positivi. L’obiettivo è restituire alla città una zona completamente rifunzionalizzata, riconnettendo i suoi luoghi in maniera più omogenea e ordinata e migliorando la loro integrazione con le risorse paesaggistico-ambientali del parco.

I cantieri si apriranno entro marzo 2024, con i progetti esecutivi in dirittura d’arrivo entro fine anno; ma i lavori, a Torino Esposizioni, partiranno già a fine luglio 2023, con i primi interventi di bonifica e di messa in sicurezza dell’area, propedeutici all’avvio dei lavori.

Circoscrizioni, che spettacolo… dal vivo!

Presentati i 13 progetti vincitori del bando della Città

Sono iniziate con l’estate e proseguiranno fino al 31 dicembre 2023 le attività di spettacolo dal vivo e arti performative nelle periferie cittadine finanziate grazie a un accordo tra la Città di Torino e il Ministero per la Cultura. Ieri pomeriggio al Polo del ‘900 i vincitori del bando “Circoscrizioni, che spettacolo… dal vivo!”, che destina oltre 859mila euro di fondi del Ministero, hanno presentato al pubblico i loro progetti selezionati a inizio giugno da una commissione di valutazione che ha valorizzato, oltre alla qualità artistica, la collaborazione tra le realtà del territorio, l’offerta formativa e l’inclusione culturale e sociale.

“Vogliamo che la cultura sia ovunque nella nostra città, nei presidi culturali più tradizionali del centro e negli spazi più nuovi e sperimentali che permeano ogni quartiere – dichiara l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia -. Un desiderio che le realtà culturali del territorio hanno ben compreso e assecondato, presentando programmi di grande valore che agli spettacoli dal vivo affiancano tantissime iniziative rivolte alla formazione dei più giovani. Grazie all’accordo tra la Città di Torino e il Ministero per la Cultura possiamo dare un’opportunità importante a tutti i cittadini e soprattutto alle nuove generazioni di trovare, nel proprio quartiere, luoghi per crescere, esprimersi, scoprire e coltivare i propri talenti e passioni.”

I progetti vincitori

SOW Seminare la crescita è il progetto di AMA Factory ETS con Compagnia Il Melarancio Cooperativa Sociale ETS che proporrà sei spettacoli teatrali, laboratori di arte e attività di promozione dello spettacolo dal vivo in due istituti scolastici e una Rsa.

Hiroshima Mon Amour e Assemblea Teatro, nell’ambito del progetto Terra! Il nostro bene rifugio, realizzeranno sei spettacoli di musica, recitazione e danza dedicati al tema dell’ambiente con la collaborazione del Quartetto classico del Conservatorio di Torino, Assemblea Teatro e i ballerini della Compagnia Teatro Orfeo, oltre a laboratori di teatro sui temi dell’Agenda 2030.

Metropolitan Art 8, di Stalker Teatro, Artemakìa e Tecnologia Filosofica, è un progetto di educazione, formazione e ricerca che offrirà agli abitanti del quartiere Vallette spettacoli con il coinvolgimento del pubblico, visite guidate nei musei e un corso di formazione per l’accompagnamento alla professionalità per giovani attori neo professionisti.

Si estenderà anche oltre i confini della città il Nice Festival Torino di Cirko Vertigo, Spazio T e L’albero del macramè, dedicato al tema “Identità e differenza”: 22 spettacoli di Circo contemporaneo, teatro, danza e musica dal vivo tra Torino, Moncalieri e Grugliasco, a cui si aggiungeranno workshop per bambini e ragazzi e tre laboratori per i detenuti dell’Istituto Penitenziario Minorile Ferrante Aporti.

Offrire a bambini e ragazzi uno spazio tutelato e dedicato per indagare, attraverso il linguaggio teatrale, argomenti complessi come quelli legati alla salute e al benessere: è questa la finalità del progetto Il teatro fa bene di Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, Onda Teatro e Unoteatro. Una parte del progetto sarà realizzato all’Ospedale Koelliker, con il coinvolgimento dell’equipe della struttura.

Fools, Circo Madera e CDM Centro Didattica Musicale si uniscono per la realizzazione di Kilometrozero, una rassegna condivisa di 30 spettacoli tra teatro, circo e musica a Torino (quartieri Vanchiglia e Valdocco) e a Borgaro Torinese, a cui si aggiungeranno laboratori per adulti e bambini e attività nelle scuole. Il momento clou sarà l’1 ottobre, quando via Bava si trasformerà in un palcoscenico a cielo aperto, ospitando il festival urbano gratuito e rivolto a tutta la cittadinanza, con una programmazione di attività teatrali, culturali e artistiche multidisciplinari.

Il fulcro di Citytelling Re.B.U.S. 2.0, realizzato da Accademia dei Folli, sarà nella sede di Bunker, in Barriera di Milano. Sei laboratori di storytelling e la realizzazione di sei podcast con il coinvolgimento di giovani artisti in un progetto che si pone l’obiettivo di esplorare e riscoprire il territorio della Circoscrizione 6 attraverso le sue storie e le sue peculiarità. Arricchiranno il programma cinque spettacoli dal vivo.

Le Scorribande metropolitane di Santibriganti Teatro, Liberipensatori Paul Valery, Quinta tinta e Tékhnétravolgeranno tutto il territorio cittadino: spettacoli dal vivo, incontri, laboratori e animazioni in piazze, giardini, parchi, scuole, cortili degli ospedali e Rsa per coinvolgere in attività di spettacolo e di animazione culturale pubblici nuovi e occasionali. Tanti i temi trattati, dalle catastrofi ambientali agli allevamenti intensivi, dallo scioglimento dei ghiacciai ai disturbi alimentari, ai problemi legati all’adolescenza e agli stereotipi di genere, che si alterneranno a commedie e a spettacoli comici e di clown.

Danza oltre le barriere 2.0 è il progetto di Fondazione Egri per la Danza, Danzatelierstudios, Balletto Teatro di Torino, che organizzeranno spettacoli ed eventi performativi, attività di aggregazione e inclusione sociale nella Circoscrizione 6, che sfoceranno in una grande parata green e un contest aperto a tutta la città. Previste anche attività di formazione che coinvolgeranno gli studenti dell’Istituto Comprensivo Giovanni Cena.

A settembre la Circoscrizione 7 sarà protagonista del Just for joy street art festival realizzato da Cooperativa italiana Artisti, FNAS, Materia Viva, Le due e un quarto, una vasta rassegna di spettacoli con artisti nazionali ed internazionali e un concerto in piazza della Repubblica. In programma anche uno spettacolo con il progetto “Disabilità di strada”, laboratori per i bambini della scuola primaria e dell’infanzia e incontri di approfondimento sul circo e sulle nuove tecnologie.

Duel è uno spettacolo teatral-musicale originale ideato da Orchestra Filarmonica Torino per affascinare il pubblico e avvicinare l’utenza alla musica. Un format innovativo e multidisciplinare, che vedrà sul palcoscenico il duello tra due musicisti, uno più legato alla tradizione e al repertorio della musica classica, l’altro esageratamente libero e provocatorio, affine invece alla tradizione pop e contemporanea, che con il coinvolgimento del pubblico creeranno uno spettacolo ogni volta nuovo, arrivando attraverso l’esecuzione di brani e repertori sempre più̀ interconnessi e grazie a scherzi, imitazioni e all’utilizzo di maschere appositamente realizzate e indossate dai musicisti, all’incontro e allo scambio tra i due approcci, che si riveleranno complementari e integrati. Lo spettacolo, in dieci repliche, sarà ogni volta in un luogo diverso della città e vedrà la partecipazione di un violoncellista e una clarinettista, affiancati da un regista di fama nazionale e da un giovane compositore torinese. Il progetto prevede anche attività di confronto e formazione per i ragazzi delle scuole medie.

C2C Kids, il progetto di Situazione Xplosiva, porterà sul palco delle OGR spettacoli dal vivo realizzati da artisti locali e internazionali, in prevalenza under 35: Dj Python, Stefania Vos, SØVN, Almare, Sara Berts. Le attività di spettacolo dal vivo saranno anticipate da un percorso formativo rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo A. Peyron – Re Umberto I di Torino, che si concluderà con un evento di restituzione alle OGR Torino aperto a tutte le classi dell’Istituto.

Chiedimi come mi chiamo di Associazione Baretti e Associazione Asterlizze, infine, proporrà sul territorio della Circoscrizione 8 laboratori performativi, musicali e teatrali, masterclass dedicate a teatro, musica e danza, appuntamenti fra scienza e cultura e incontri con il coinvolgimento di altre realtà culturali del territorio, strutture socio-sanitarie e di comunità per giungere a un evento finale  con tutte le realtà che hanno partecipato al progetto.

Turisti rilassati nella casetta delle api

BEE EXPERIENCE. Iniziativa dell’azienda agricola di Amalia Perlo, in alta valle Susa

Il progetto dell’architetto torinese Fabio Vignolo diventa realtà in Piemonte e offre opportunità

Lo chiamano turismo esperienziale, che in frazione Bessen Basso di Sauze di Cesana fa rima con “bee experience”, apiturismo. Vuol dire infilarsi in una casetta di legno collegata a otto arnie piene di api operose, il cui ronzìo, per la natura delle frequenze emesse, insieme agli aromi sprigionati dal miele e al panorama ammirabile dalla vetrata sulla vallata, produce nel visitatore, adagiato su comodi cuscini all’interno dell’abitacolo, una sensazione di benessere multisensoriale, avvolgente e unica.

Protagonista di questa innovativa proposta agrituristica è Amalia Perlo, che domenica 9 luglio ha inaugurato nella sua azienda agricola in alta valle Susa la prima “Be(e) Immerso” del Piemonte. Tra i primi, entusiasti sperimentatori il sindaco di Sauze di Cesana Maurizio Beria d’Argentina, il consigliere regionale Valter Marin e il direttore di Cia Agricoltori delle Alpi, Luigi Andreis.

«L’idea – racconta Amalia – è stata di mio figlio più piccolo, Simone, che insieme al fratello Cristian è il cuore pulsante dell’azienda. Grazie a lui ho conosciuto l’architetto torinese Fabio Vignolo, che nella primavera scorsa ha presentato questo suo progetto in esclusiva alla “Milano design week”, la rassegna del design più importante al mondo. All’inizio, la prospettiva di piazzare il modulo da me in azienda mi lasciava perplessa. Ma i giovani mi hanno fatto comprendere le straordinarie potenzialità della proposta ed oggi sono contenta di essermi messa in gioco».

La piccola impresa agricola di Amalia Perlo, a 1700 metri di altitudine, conosce bene i segreti del miele, che produce insieme a grano, orzo, fieno biologico, patate biologiche, genziana e genepy.

«Vedo che i turisti negli ultimi anni cercano esperienze esclusive – continua Amalia -, vogliono unire benessere fisico e mentale, con la degustazione e la scoperta di prodotti dei territori. Sono sempre più attenti alle tematiche ambientali e a ritrovare un rapporto diretto con la natura e le filiere agroalimentari di qualità. Per questo, credo sia una buona opportunità quella di diffondere la consapevolezza dell’importanza delle api quali insetti impollinatori e promotori della conservazione della biodiversità della flora alpina, mettendo insieme divulgazione e degustazione dei prodotti in un’unica esperienza multisensoriale».

Dello stesso avviso è anche l’architetto ideatore di questo progetto, Fabio Vignolo: «Da appassionato di natura e cultura alpina – osserva Vignolo – credo che il turismo alpino debba trovare altre vie, più sostenibili, oltre all’offerta invernale dello sci a tutti i costi e a quello estivo del mordi e fuggi giornaliero del fine settimana o della ricettività più formale degli alberghi e delle seconde case. Esistono aziende agricole che grazie al loro lavoro nei campi garantiscono un presidio sano di questi luoghi stupendi e la gestione del territorio. Attraverso la produzione di prodotti agricoli di qualità perpetuano valori della tradizione contadina e mantengono viva la montagna tutto l’anno».

Per adesso, la “bee experience” di Amalia Perlo è prenotabile per aperitivi esclusivi e momenti di assoluto relax, da godersi all’interno della casetta delle api, ma già si pensa alla possibilità di offrire anche il pernottamento.

«Le aziende come quella di Amalia – commenta il direttore di Cia Agricoltori delle Alpi, Luigi Andreis – rappresentano un orgoglio non solo per la nostra associazione, ma per l’intera categoria, che dimostra la capacità di sapersi innovare e di esplorare nuove strade. Queste imprese meritano il ringraziamento per il ruolo prezioso ed indispensabile che ricoprono per l’economia ed il presidio del territorio montano».

Ianno’: “Discarica abusiva in via Passo Buole”

Torino – “Rumenta, pattume, immondizia di ogni genere e forse, anche rifiuti speciali hanno trovato casa tra via Passo Buole e corso Caio Plinio, precisamente vicino al centro sociale El Paso e nei pressi della ex bocciofila.

Una grande discarica dove è stato abbandonato materiale di risulta di cantiere e sicuramente qualcuno che ha ristrutturato uno stabile, ha pensato che fosse sicuramente più comodo abbandonare il tutto, senza andare in discarica.

I cittadini lamentano di un via vai di furgoni, che indisturbati hanno tagliato la rete di recinzione e depositato ogni sorta di rifiuti.

Amministrazione qualcuno vi ha segnalato la situazione della discarica e pensate di chiudere la recinzione e prendere provvedimenti?

E’ mai possibile che ogni volta bisogna presentare un’interpellanza su problematiche che potrebbero essere risolte in breve tempo?”

Pino Ianno’

Libero Pensiero

Pd: Pronto soccorso ai privati non è la soluzione

ROSSI-GALLO (PD)

 “Le dichiarazioni dell’assessore Icardi che aprirebbero alla gestione dei pronto soccorso da parte di strutture private confermano, ancora una volta, la vera natura della destra che vede nella privatizzazione del sistema sanitario l’unica soluzione dei problemi della sanità” dichiarano il Vicepresidente della Commissione sanità e Segretario regionale Pd Domenico Rossi e il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“La Giunta di centrodestra, fin dal suo insediamento – proseguono i consiglieri Dem – ha dimostrato chiaramente uno scarso interesse a investire sul potenziamento della sanità pubblica che, invece, dovrebbe essere valorizzata e ridisegnata, adeguandola alle esigenze e ai bisogni di cura dei cittadini… la proposta relativa ai pronto soccorso è l’ennesimo segnale”.

Eppure le azioni da mettere in campo per superare il problema del sovraffollamento sono sotto gli occhi di tutti. “Per decongestionare i reparti di emergenza urgenza è necessario facilitare l’uscita dal pronto soccorso e diminuire gli accessi impropri. Da un lato occorre aumentare i posti letto all’interno dei reparti di degenza, come ha più volte evidenziato anche dai sindacati, dall’altro investire davvero nelle Case di Comunità facendo in modo che ci sia personale per consentire un’apertura prolungata, 7 giorni su 7. Così molti degli accessi impropri al pronto soccorso, a partire dai codici bianchi, potrebbero trovare una risposta adeguata” rilanciano Rossi Gallo.

“Non va dimenticato, infine, che non basta l’insegna ‘Pronto Soccorso’ a garantire ai cittadini risposte adeguate. I punti di emergenza dovrebbero essere collocati in strutture in grado di far fronte ad ogni patologia ed imprevisto. Garanzie che sono assicurate negli ospedali pubblici grazie ai reparti, le dotazioni e il personale” concludono i rappresentanti dem, sottolineando che “la pandemia non ha insegnato nulla. Di fronte all’emergenza, solo il pubblico garantisce davvero tutti senza discriminare sulla base del reddito e della possibilità di pagare. E’ questo il sistema che va salvaguardato”.

Mary, dolce Mary. E gli “orchi” di casa / “Facce da scuola” 7

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTA’

Quarant’anni fa, a Vallette … I “migliori” anni della mia scuola

 

Gianni Milani

Mary sorrideva poco. Non rideva mai. Erano soprattutto i suoi occhi azzurri, due azzurre richieste d’aiuto nel volto pallido e paffuto incorniciato da riccioli biondi lasciati liberi di vagolare senza troppa cura, a raccontare agli altri qualche briciola di serenità. Mai di gioia. Mai di felicità. Mary, anni ’80, la incontrai e fu mia allieva nell’allora succursale della “Levi” (oggi succursale del Professionale “Beccari”), in via Parenzo – corso Molise, fra quei palazzoni tutti uguali e ognuno per sé, sulla linea di confine fra le “nuove” Vallette e il più antico borgo di Lucento. Per tutti e tre  gli anni delle Medie fu affiancata e seguita da un’insegnante d’appoggio. Tempi lunghi d’apprendimento, difficoltà a seguire con attenzione le lezioni: questo (più o meno) dicevano di lei, le aride note dello scolastico burocratese. Avrei, avremmo poi tutti capito il perché di quella situazione. Ancora oggi penso spesso a quella dolce ragazzina dai riccioli biondi e dagli occhioni azzurri, sempre caparbiamente tristi. Anche nello sforzo, raro in verità, di un sorriso che sembrava partire per caso, quasi per farti un piacere. E che durava pochissimi secondi. Allora, anche per lei, sembrava aprirsi una fetta di cielo azzurro, di paradiso o meglio di non inferno. Poi tutto ritornava nel buio dell’inutilità e della tristezza, nella solitudine e nelle paure di giorni neri e tutti tragicamente uguali. Marchiati a fuoco dalla crudeltà degli uomini. Negati all’infanzia, all’amore inutilmente cercato (forse preteso con urla sotterranee, mai fatte affiorare e gridate al cielo), a quell’amicizia e comprensione neanche più desiderate e, anzi, sfuggite per un senso di vergogna che era invece infima miseria d’altri. Di chi a lei, piccolo angelo, avrebbe dovuto regalare a piene mani affetto, protezione, coccole e carezze e gioia e puri giochi d’infanzia. E non l’inferno chiamato “casa”. Era lì il segreto che martoriava la dolce Mary. Segreto di cui venni a conoscenza, qualche anno dopo, con la spietata crudezza della notizia di cronaca. E ne fui travolto, come da un treno in piena corsa. Di botto. Senza il tempo di scansarmi. Senza il tempo delle domande, dei perché, dei se l’avessi intuito e dei  ma potevo intuirlo? Non ricordo la sua mamma. A chiedere notizie di lei a scuola venivano spesso il padre e il fratello, un ragazzone alto e grosso che dimostrava – lui come il babbo – di tenerci per davvero a che Mary, attraverso la scuola, potesse raggiungere quel grado di istruzione che ad entrambi non era stato dato, quasi certamente, di guadagnare. E, proprio per questo, non lesinavano rimbrotti alla piccola, “colpevole” di scarsi progressi e di poco impegno sul piano della scolarità. Già … scarsi progressi e poco impegno. Compiti assegnati e non fatti. Libri di rado aperti e, ancor meno, studiati. Interrogazioni mute.

Le mani intrecciate dinanzi al grembo, in posizione di preghiera. O di autodifesa (lo immaginai più tardi), il viso a terra, nessuna volontà di avanzare qualsivoglia giustificazione. Che, pure, c’era, cara dolce Mary, e grande come una casa. Impensabile allora, ma uscita allo scoperto dopo anni, quando qualcuno (un’assistente sociale forse o una psicologa o un’insegnante più brava/o di me) riuscì ad entrare nell’antro buio di una vita fatta a pezzi e sconvolta proprio da chi più di altri doveva esserne fiero ed integerrimo guardiano. Quel padre. Quel fratello. Proprio loro che, ai colloqui con gli insegnanti, neppure si facevano scrupoli di lesinarle aspri rimproveri per quei risultati didattici non ancora pienamente raggiunti, come insistevano, barbosamente e inutilmente, a riferire gli insegnanti, fra di loro anch’io. Ottuso, incapace di leggere i messaggi veri di quei tristi sorrisi e di quegli ostinati mutismi. Di individuare i mostri che alla piccola avevano rubato l’innocenza dei suoi pochi anni. Il fatto venne allo scoperto. Gli “orchi” arrestati. La notizia sbattuta sulle prime pagine dei giornali. L’ho detto, fui come travolto da un treno in corsa. Cosa poteva dare alla scuola una bambina come Mary quotidianamente “violentata” e privata di quello spazio di sogni, di cure, di giochi innocenti e di amore domestico, di cui avrebbe dovuto aver parte piena la sua giovane vita? A lei la scuola poteva invece dare molto. E ho paura che abbia invece fatto poco (o forse con troppo ritardo) per lei. Di lei mi resta, ancora oggi, l’immagine di quel corpo chiuso al mondo, di fronte a una lavagna tutta nera, oggetto inutile e privo di segni. Quel viso paffutello. Quei riccioli biondi. E quei dolcissimi occhioni azzurri incapaci e senza voglia d’alzarsi al cielo. E di chiedere, una volta almeno una volta, Mary, uno straccio d’ aiuto. “Ehi, guarda c’è Mary – diceva anni fa (mi ci sono imbattuto in questi giorni per caso) una canzone dei ‘Gemelli DiVersi’, una sorta di ‘preghiera laica’ pop-rap, non certo il mio genere musicale preferito, che mi ha fatto sobbalzare ritrovandoci in pieno quel nome e quella storia che ti appartengono fino in fondo – Mary è tornata alla stazione … stringe la mano a due persone … Bacia il suo uomo e la bimba nata dal suo vero amore/ Con quel sorriso che dà senso a tutto il resto … Mary ha un’anima ferita, un’innocenza rubata/ Sa che la vita non è una fiaba/ Ma ora Mary è tornata una fata/ Cammina lenta, ma sembra che sia contenta … Una sfida eterna l’aspetta, ma non la spaventa”. Vorrei davvero fossi tu, quella Mary. Mary, dolce Mary. Oggi donna, oggi moglie, oggi mamma. Chissà? La vita restituisce, a volte, i sogni malamente rubati. Perché non sperarlo?

Gianni Milani

Ospedale AslTo4 sarà nell’area ex Montefibre a Ivrea

“La scelta è frutto di uno studio comparativo, a cui si sono aggiunti alcuni nuovi elementi di giudizio e valutazione, da parte del gruppo di lavoro costituito da Regione, Asl To 4 e Ires Piemonte – ha spiegato Icardi -. La Montefibre è un’area ex industriale già urbanizzata, quasi completamente bonificata e inglobata nel contesto cittadino, vicino alla stazione e ai servizi, mentre quella di Pavone implicherebbe un elevato consumo di suolo agricolo. È inoltre prevista la realizzazione del nuovo svincolo autostradale di S. Bernardo, inserito nel piano degli interventi, che migliorerà l’accessibilità all’ospedale per chi arriverà da fuori città”.

L’assessore ha anche specificato che “pur di dimensioni ridotte rispetto all’area di Pavone, quella ex Montefibre è ampiamente adeguata: ha una superficie disponibile di 60 mila mq, per la realizzazione dell’ospedale ne saranno sufficienti 21 mila”.

In termini di costi, la somma stanziata nel 2018 da Inail per gli interventi è di 140 mln di euro, ma si stima un aumento del 30 per cento. Il cronoprogramma prevede che entro il 30 settembre 2023 venga aggiudicato il progetto di fattibilità economica, che dovrà essere consegnato entro il 30 giugno 2024, mentre per il progetto esecutivo si va al 2027.

La realizzazione del nuovo ospedale rientra tra le azioni di riordino ed efficientamento della rete ospedaliera del Canavese, con la rimodulazione dei posti letto, il rafforzamento dell’attività di chirurgia oncologica e la ridefinizione del ruolo e il dimensionamento degli ospedali di Cuorgnè e Lanzo, anche in ottica di un potenziale recupero di parte dei ricoveri erogati in mobilità passiva nelle specialità chirurgiche.

Mauro Fava (Forza Italia) e Davide Nicco (FdI) hanno espresso dissenso rispetto alle valutazioni che hanno portato ad individuare il sito del nuovo ospedale, ritenendo la scelta non opportuna e penalizzante per la complessità del territorio canavesano, mentre Alberto Avetta e Mauro Salizzoni (Pd) hanno parlato di scelta positiva, precisando che sarà importante la connessione con i presidi di Castellamonte e Cuorgnè. Anche per Francesca Frediani (M4o – Up) l’area individuata è la più idonea e ha richiesto un’ulteriore informativa sui servizi presenti sul territorio per avere un quadro completo del contesto su cui insisterà il nuovo ospedale. Infine, Gianluca Gavazza e Andrea Cane (Lega) hanno espresso soddisfazione per la localizzazione del nosocomio, ritenuta ottimale anche per intercettare personale medico e infermieristico e attirare interesse verso il Canavese.