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Expo 2025 Osaka, il Piemonte conquista il Giappone tra cultura, imprese e futuro sostenibile

La Settimana di protagonismo del Piemonte all’Esposizione Universale di Osaka si è rivelata intensa e ricca di risultati, grazie a un fitto calendario di eventi di alto profilo ospitati nel Padiglione Italia e a numerosi incontri con rappresentanti della politica e dell’economia giapponese.

La presenza piemontese si è inserita nel percorso disegnato dal Padiglione Italia – il più visitato di Expo, con code fino a sette ore – presentandosi sotto il titolo «Piemonte: l’arte di nutrire il futuro». Attraverso un video immersivo e altri contributi multimediali è stata raccontata l’identità del territorio: dall’aerospazio, dove vanta una leadership mondiale, all’automotive, dai paesaggi naturali – laghi, montagne e colline Unesco – fino alle eccellenze vitivinicole, artigianali e manifatturiere. Non sono mancati riferimenti all’arte e alla cultura, con tour virtuali della Reggia di Venaria e dei principali musei torinesi, né la distribuzione di una stampa celebrativa firmata da Riccardo Guasco, molto apprezzata dai visitatori.

Alla missione istituzionale hanno preso parte Regione Piemonte, Consiglio regionale e Ceipiemonte, Comune di Torino, Politecnico, Unioncamere Piemonte e Camera di commercio di Torino, Confindustria Piemonte, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Il presidente Alberto Cirio ha sottolineato come «il Piemonte crede davvero nella possibilità di continuare il rapporto con il Giappone nei prossimi anni», ricordando anche il ruolo storico della regione nei rapporti tra i due Paesi e annunciando l’invito al Giappone come Paese ospite del Salone del Libro 2027.

La vicepresidente Elena Chiorino ha ribadito che «il Piemonte è culla di una manifattura d’eccellenza e di un tessile che unisce bellezza, tecnica e sostenibilità», mentre l’assessore Andrea Tronzano ha evidenziato che «la complessità generata dai dazi americani sta aprendo nuove opportunità di sinergia» e che un’occasione importante sarà rappresentata dagli Aerospace & Defence Meetings di Torino.

Tra i temi centrali, l’apertura del mercato nipponico all’agroalimentare piemontese: l’assessore Paolo Bongioanni ha parlato del gemellaggio tra fassona piemontese e manzo di Kobe e delle prospettive per il riso, settore in crisi in Giappone ma in cui il Piemonte eccelle.

Non sono mancate proposte culturali, come l’idea di una Biennale dei Giardini, presentata dall’assessore Marina Chiarelli, che ha visto nel Giappone il partner ideale per la prima edizione.

La missione ha visto inoltre il contributo del Consiglio regionale, di Ceipiemonte, del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, del Politecnico di Torino e della Fondazione Compagnia di San Paolo, tutti concordi nel ribadire il valore strategico di questa presenza e le ricadute concrete in termini di innovazione, ricerca, export e attrazione di investimenti.

Il programma di eventi ha spaziato da “Antichi telai, nuove visioni” al forum “Investing in Piemonte”, dall’inaugurazione del PoliTo Japan Hub alle iniziative dedicate alle scienze della vita, fino al lancio della Biennale dei Giardini. Grande attenzione anche alla promozione turistica ed enogastronomica con degustazioni, gala dinner e presentazioni dedicate all’Alta Langa docg e ad altri prodotti simbolo del territorio.

La missione si è conclusa con concerti, incontri con grandi aziende come Nitto, accordi camerali e momenti di alta visibilità per il Piemonte, che ha saputo presentarsi a Osaka come un territorio capace di unire tradizione e innovazione, rafforzando il legame con il Giappone e ponendo solide basi per future collaborazioni.

A Torino raccolti 47 kg di rifiuti e 6.300 mozziconi sul Lungo Dora

47 kg di rifiuti differenziati in poche ore: è il bilancio dell’intervento realizzato a Torino in occasione del World Cleanup Day 2025, la più grande giornata di pulizia civica a livello globale che ha coinvolto 193 Paesi e milioni di volontari in tutto il mondo.

L’iniziativa, organizzata da Retake Torino insieme ai volontari di Plastic Free, ha avuto come punto di ritrovo via Reggio, da cui è partita la camminata ecologica lungo le sponde del Dora. I partecipanti, armati di guanti, pinze e sacchi, hanno rimosso rifiuti abbandonati nelle aree verdi e nei tratti pedonali, restituendo decoro e pulizia a un’importante zona naturalistica della città.

Complessivamente sono stati raccolti 25 kg di rifiuti indifferenziati12 kg di vetro10 kg di plastica e 6.300 mozziconi di sigaretta.

«Il World Cleanup Day è per noi un momento di incontro e collaborazione, ma l’impegno continua tutto l’anno. Torino ha bisogno di cura costante e di cittadini attivi, capaci di unire le forze per costruire una città più vivibile e sostenibile», dichiara Fabrizio Milone, presidente di Retake.

Il World Cleanup Day 2025 è promosso a livello nazionale da Let’s Do It! Italy, in collaborazione con Puliamo il Mondo di Legambiente e con Retake, con il sostegno di amministrazioni comunali e partner privati. L’iniziativa gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e dei patrocini della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Parole e storie di donne torna al Circolo dei lettori


L’INCONTRO CON VICTOIRE TUAILLON

L’autrice francese di Il cuore scoperto in conversazione con Natalia Ceravolo.

VictoireTuaillon. Foto di Alice Murillo

Mercoledì 8 ottobre 2025 alle 19 il festival Contemporanea. Parole e storie di donne torna al Circolo dei lettori e delle lettrici a Torino, con la presentazione de Il cuore scoperto (add editore, 2025) di Victoire Tuaillon.

 

La conversazione tra la giornalista e autrice francese e Natalia Ceravolo, esperta di comunicazione ed eventi culturali, si svilupperà a partire da questo presupposto: le nostre relazioni sono organismi viventi. Bisogna imparare a prendercene cura.

 

All’inizio di Il cuore scoperto ci si domanda: l’amore è qualcosa che si impara? Se sì, come? Quali pratiche concrete si possono mettere in campo, individualmente e collettivamente, per creare, nutrire, vivere, nonostante tutto, relazioni profonde ed egualitarie?

L’amore è un tema fondamentale. Non è futile, infantile, banale, sdolcinato, è un argomento politico, una forza plasmata da norme e immaginari profondamente ancorati al nostro retaggio culturale. E se quindi si rimettesse tutto in discussione? In un mondo libero dalle oppressioni sistemiche, le relazioni fiorirebbero. Ma nel frattempo bisogna fare i conti con quello che c’è, trasformandolo. Provando ad aprire nuovi orizzonti desiderabili, a ri-fare l’amore.

 

L’edizione italiana è arricchita da interventi di autrici curati da Associazione Vanvera: Leo Acquistapace, Valentina Amenta, Antonia Caruso, Carlotta Cossutta, Marie Moïse, Giusi Palomba, Giorgia Serughetti, Sessfem, Giulia Siviero; associazioni e librerie specializzate in tematiche di genere, femminismi e cultura queer.

 

Victoire Tuaillon (1989) è una giornalista e autrice francese. Ha curato i podcast «Les Couilles sur la table» e «Le Cœur sur la table». Con add editore ha pubblicato Fuori le palle. Privilegi e trappole della mascolinità.

 

I prossimi appuntamenti di Contemporanea a Biella.

Sabato 11 ottobre alle 21, a Palazzo Gromo Losa con Concita De Gregorio in conversazione con Ilaria Sala, avvocata. La conversazione si svilupperà a partire dal romanzo Di madre in figlia (Feltrinelli, 2025), in cui De Gregorio intreccia la storia di tre generazioni. La partecipazione è libera su prenotazione tramite Eventbrite.

Doppio appuntamento sabato 25 ottobre alla galleria BI-BOx Art Space, per una serata dedicata alla salute mentale, alla ricerca scientifica al femminile e al potere trasformativo della cura. Alle 18 si terrà la premiazione del concorso “Ricercatrici di talento per la salute: i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nelle nuove generazioni”, a cura dell’Associazione Emanuele Lomonaco Far Pensare. Più tardi Marina Balbo, in conversazione con la psicologa Patrizia Tempia, presenterà La cura dei ricordi. Voltare pagina con il metodo EMDR (Mondadori, 2025), alla scoperta di un metodo scientifico riconosciuto a livello internazionale nella cura dei piccoli e grandi traumi.

Sabato 8 novembre appuntamento con Contemporanea Giovani per un incontro dedicato all’autunno, appuntamento finale del ciclo di laboratori per bambini e famiglie realizzato in collaborazione con Le PortaLibri. La quota per partecipare è di 10 € a bambino. Per info e prenotazioni, scrivere a segreteria.contemporanea@gmail.com o chiamare il numero 3471663856.

La giornalista Cecilia Sala, con il suo ultimo libro I figli dell’odio, in cui tratta temi quali la radicalizzazione di Israele, la distruzione della Palestina e l’umiliazione dell’Iran, sarà ospite di Contemporanea venerdì 21 novembre all’Auditorium Città Studi di Biella.

Sempre a novembre si terrà la lezione inaugurale del ciclo di lezioni a cura di Laura Colmegna Le scomposte, dedicata a Pia Pera.

COS’È CONTEMPORANEA. PAROLE E STORIE DI DONNE

Contemporanea. Parole e storie di donne è un progetto di BI-BOx – APS a cura di Irene Finiguerra e Barbara Masoni insieme a Patrizia Bellardone, Stefania Biamonti, Maria Laura Colmegna, Mariangela Rossetto.

 

IL FESTIVAL

Tra le ospiti delle passate edizioni, Annalena Benini, Teresa Ciabatti, Chiara Tagliaferri, Valeria Parrella, Vera Gheno, Mapi Danna, Tosca, Valentina Lodovini, Simonetta Fiori, Melissa Panarello, Stefania Auci, Claire Gibault, Florencia Di Stefano-Abichain, Mariangela Pira, Elena Varvello, Tiziana Ferrario, Francesca Giannone e Marina Spadafora.

 

CONTEMPORANEA365

Contemporanea365 è il progetto che durante tutto l’anno porta a Biella presentazioni, incontri e talk, durante i quali scrittrici, autori, curatori, illustratrici e non solo condividono con il pubblico le loro storie personali e professionali. Sono stati ospiti di Contemporanea365, fra gli altri, Alicia Giménez-Bartlett, Melania Mazzucco, Maura Gancitano, Matteo B. Bianchi, Linda Laura Sabbadini, Silvia Grasso, Giulia Muscatelli, Elisa Seitzinger, Andrea Batilla, Olga Campofreda, Silvia Avallone e Ester Viola.

 

CONTEMPORANEA GIOVANI

L’iniziativa nata nell’autunno 2023, pensata per coinvolgere le nuove generazioni di lettrici e lettori in appuntamenti interattivi in cui, attraverso libri e laboratori, condividere tematiche attuali e importanti per il futuro e stimolare creatività e momenti di riflessione. Alcune delle sue ospiti sono state Beatrice Masini, Maddalena Vaglio Tanet e Chiara Gregori. La rassegna è curata da Stefania Biamonti.

 

LE SCOMPOSTE

Il corso di Contemporanea curato da Maria Laura Colmegna. Ogni lezione costituisce un’occasione per conoscere da vicino la vita e le opere di scrittrici del passato che con il loro talento hanno saputo intrecciare il loro tempo al nostro, in maniera indissolubile. Hanno partecipato in veste di insegnanti Elena Varvello, Giusi Marchetta, Andrea Pomella, Liliana Rampello, Paola Mazzarelli, Johnny L. Bertolio, Anna Trocchi, Laura Pezzino, Eugenio Murrali, Patrizia Bellardone e Le Missconosciute. Tra gennaio e marzo 2025 si è tenuta la sua terza edizione.

La sanità è gratis?

Uno dei cardini del nostro sistema giuridico o, meglio, socio-assistenziale, è che nel nostro Paese la sanità è gratuita.

Gli italiani sono famosi per non avere le idee molto chiare su quali siano i propri diritti e su quali siano i costi che sostengono, in generale, e previdenza ed assistenza ne sono un esempio lampante.

Ci si lamenta, in particolare negli ultimi anni, che la sanità sia in crisi, che oscuri centri di potere stiano tramando per modificare l’attuale regime sanitario in un sistema privato, dove paghi anche per entrare al pronto soccorso, al pari di quanto avviene da sempre negli USA.

Tutti sono sempre molto attenti, quando si parla di pensioni, a rimarcare il fatto che noi versiamo anche per chi non lavora, con il risultato che poi tutti avranno diritto alla pensione ma a noi (noi chi?) tocca lavorare sempre di più.

Ho chiesto a venti persone come funzionino il regime assistenziale e quello previdenziale in Italia, e solo 4 hanno saputo rispondermi correttamente.

Premesso che in Italia, dopo la nascita del Servizio Sanitario Nazionale per effetto della legge 833/78, esiste un solo sistema sanitario principale mentre sussistono ancora alcune casse previdenziali di categoria (ENASARCO, Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense, ed altre): parliamo di INPS che è l’Ente che accomuna la quasi totalità degli italiani.

Noi paghiamo (attraverso il gettito IRPEF) un tot, calcolato sul reddito lordo, quale quota per l’assistenza (malattia, per intenderci) e previdenza (la pensione).

Pur essendo i versamenti riconducibili al singolo che li effettua, l’Ente va visto come un enorme calderone nel quale arrivano soldi di tutti gli iscritti e ne escono per prestazioni sanitarie (farmaci compresi) e pensioni.

Se abbiamo un minimo di dimestichezza con la matematica, è intuibile che se, per ragioni varie, gli introiti diminuiscono diventa difficile mantenere invariate le uscite. Allo stesso modo, se aumentano le uscite, diventa molto difficile pareggiare i conti.

Mi spiego meglio: in un periodo come la pandemia quando molte attività sono state costrette alla chiusura gli introiti sono stati ridotti drasticamente ma, per contro e per la stessa causa, sono aumentate le spese (tamponi, ricoveri, visite specialistiche, presidi medico-chirurgici).

Aggiungiamo, inoltre, che da anni è sorta la tendenza a creare sempre nuovi malati (non entro nel merito della correttezza della tendenza). Un esempio? L’ipertensione: anni fa valeva la formula del “100 + l’età” almeno per gli adulti; va da sé che un 70enne con una pressione sistolica di 170 era “sano”. Ora se mantieni nel tempo una massima di 140 sei considerato iperteso e, quindi, inizi ad assumere farmaci antiipertensivi a vita. L’ASL ti assegnerà l’esenzione per patologia ed ecco che i farmaci saranno per sempre a totale carico INPS.

Lo stesso dicasi per il colesterolo, nei confronti del quale vengono ogni tot anni rivisti al ribasso i valori, cosicché se qualche anno fa con 220 eri “nella norma”, ora devi stare sotto i 200. E se superi quei valori? Basta assumere delle statine (per tutta la vita) a totale carico INPS e anche questa è fatta.

Ovviamente non è importante che il contribuente guarisca, basta che le casse dell’INPS non reclamino vendetta altrimenti bisogna correre ai ripari introducendo tickets su alcuni farmaci o sulle prescrizioni.

Noi siamo uno dei popoli col minor senso civico: basterebbe mantenere uno stile di vita adeguata, evitare di ricorrere al pronto soccorso per un’influenza o un attacco di diarrea, evitare di chiamare l’ambulanza se ci si può recare al P.S. con mezzi propri e già le cose cambierebbero. Certo, se lo fa un italiano su 60 milioni non cambia nulla, ma se venisse adottato come stile di vita generalizzato le cose cambierebbero eccome.

Se quando finiamo una terapia portassimo al nostro medico i farmaci avanzati (e non scaduti, ovviamente) questi potrebbero essere consegnati a chi ne abbia bisogno, senza ulteriori aggravi per il S.S.N.

Se evitassimo di provocarci le patologie (mangiando schifezze, bevendo come se non ci fosse un domani, fumando anche il posacenere, ingurgitando dolci e grassi come se fossero aria) sicuramente eviteremmo di caricare il S.S.N. di costi.

Allo stesso modo, se stiamo a casa “in mutua” per un unghia incarnita o perché devo ritinteggiare casa, va da sé che incidiamo non poco sull’INPS e, col passare del tempo, le sue casse cominceranno a colorarsi di rosso.

Una buona gestione dell’Ente è sicuramente auspicabile, e non ho motivo di ritenere che non avvenga così già ora; mi sento, invece, di credere che da un cambiamento nel comportamento di tutti noi Italiani possa nascere la differenza.

Sergio Motta

“Aquiloni nella tempesta”, l’esperienza del Covid raccontata a più voci

Il 16 ottobre, alle ore 18, a Cuneo, un incontro pubblico alle Mille Foglie

Le conseguenze del Covid sono state di natura sanitaria, ma anche psicologica e sociale. Su questo ultimo aspetto il libro omonimo dell’evento raccoglie le testimonianze di cittadine e cittadini di diverse categorie a distanza di 5 anni dal sorgere dell’epidemia. L’erboristeria Mille Foglie di Cuneo, in via Monsignor Bologna 5, ospiterà il 16  ottobre, alle ore 18, un incontro sul tema, prima occasione in Piemonte per proporre un dialogo serio e aperto su una tematica piuttosto travagliata. Elisa Bertinato e Fernanda Mazzoli, due insegnanti del pesarese urbinate, hanno lanciato nei canali social il questionario a cui hanno risposto in modo meditato 42 persone, quelle che se la sono sentita di tornare con la memoria a quel periodo, contrassegnato da decisioni e interrogativi drammatici, e di autorizzare poi la pubblicazione della loro testimonianza.

Le scelte di ciascuno, nate nella pandemia, hanno procurato fratture nei rapporti familiari e lavorativi, non tutte ancora ricucite. Il libro le descrive e tenta di aprire il confronto fra chi, forzatamente, è stato incasellato nelle definizioni di pro vax o no vax. All’incontro interverranno tre degli autori del libro: Guido Fea, di Fossano, analista informatico; Alessia Garda, torinese, insegnante di filosofia e Maria Antonietta Bálzola, milanese, psichiatra. Modererà il dibattito l’editore R. Labanca.

Mara Martellotta

La dubbia prospettiva del massimalismo di sinistra

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LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Il massimalismo, l’estremismo, il radicalismo e il populismo sono la nuova ed esclusiva cifra
politica della sinistra italiana. Intesa in tutta la sua diversità e pluralità. Ovvero, la sinistra
televisiva, accademica, intellettuale, giornalistica, sindacale e, come ovvio e scontata, politica.

Cioè i partiti che oggi rappresentano autenticamente l’universo della sinistra italiana e che si
riassume con il cosiddetto “campo largo”: Pd, Avs, 5 stelle e la Cgil di Landini. In più, seppur in
una posizione meno ufficiale ma, comunque sia, contigua e in perfetta sintonia con quell’area
politica, tutte quelle sigle dell’estremismo più o meno violento e barricadero che caratterizzano
ormai il mondo della sinistra italiana.

Ora, è di tutta evidenza che in un contesto del genere è difficile, molto difficile, distinguere una
legittima differenza tra il manifestare liberamente il proprio pensiero o la propria indignazione
politica e il ricorso a quella violenza che, purtroppo, campeggia in moltissime manifestazioni di
piazza organizzate da sigle della sinistra stessa. E questo perchè, al di là delle stesse mille
manifestazioni di piazza che ormai attraversano tutta l’Italia, è indubbio che ci troviamo di fronte
ad una situazione dove è l’intera sinistra che si orienta sotto il vestito di un massimalismo e di un
radicalismo che può tranquillamente sfociare in momenti anche virulenti: dall’attacco violento alle
forze dell’ordine alla criminalizzazione del nemico, dalla devastazione delle città alla sistematica
interruzione dei servizi pubblici essenziali per la vita normale e quotidiana dei cittadini italiani.

Ed è proprio questa concreta situazione che porta ad una semplice conclusione al di là e al di
fuori di qualsiasi valutazione politica, culturale ed ideologica sul profilo dell’attuale sinistra italiana,
seppur nella varietà che la contraddistingue. E cioè, possono essere il massimalismo, il
radicalismo e l’estremismo l’orizzonte entro il quale la sinistra ex e post comunista italiana può
essere oggi e domani una vera e propria alternativa democratica all’attuale coalizione di centro
destra a guida Giorgia Meloni? Possono essere l’estremismo, il radicalismo e il massimalismo una
ricetta credibile per dispiegare sino in fondo una altrettanto credibile cultura di governo? E, infine,
possono essere l’estremismo, il radicalismo e il massimalismo la strada più coerente e più
credibile per mantenere il nostro paese in un quadro e in una cornice democratica e
costituzionale?

Sono domande, queste, credo legittime anche alla luce delle concrete vicende politiche che
emergono dalla nostra società nelle sue multiformi espressioni. Perchè un conto era la
tradizionale coalizione di centro sinistra. E cioè, una allenza democratica, riformista e di governo.
Altra cosa, tutt’altra cosa, è l’attuale coalizione della sinistra estremista, massimalista e radicale
dove non c’è più alcun paletto a sinistra e tutto viene inglobato nel cosiddetto ‘campo largo’: dai
partiti al sindacato di riferimento, dai conduttori televisivi agli intellettuali cosiddetti organici, dai
gruppi spontanei ai centri sociali agli stessi organi di informazione che supportano questa
alternativa politica.

Per queste ragioni, semplici ma essenziali, resta una domanda aperta anche in vista delle
prossime elezioni politiche. E cioè, è con questo progetto politico e con questo profilo culturale
che la sinistra italiana si prepara ai prossimi appuntamenti elettorali? Se così fosse, prepariamoci
ad un clima di fortissima radicalizzazione politica e di marcata polarizzazione ideologica. Con
conseguenze non indifferenti per la stessa qualità della nostra democrazia e la solidità delle nostre
istituzioni democratiche. Per non parlare dell’efficacia dell’azione di governo.

250 mesi, un derby vinto, due Europa League regalate: l’agonia infinita del Toro di Cairo

Vent’anni. Anzi, 250 mesi. Tanto è durato (finora) il regno di Urbano Cairo al timone del Torino FC. Un’epoca lunga, ma poverissima di risultati. In due decenni di presidenza, Cairo è riuscito nell’impresa di svuotare il Toro della sua essenza, rendendolo un club piatto, privo di ambizione, scollegato dalla sua gente.
Due qualificazioni europee? Sì, ma solo perché altri hanno rinunciato. Nel 2014 il Parma fu escluso per motivi economici, nel 2019 toccò al Milan dire addio all’Europa League per un accordo con l’UEFA. Il Torino, in entrambi i casi, fu ripescato. Nessuna cavalcata epica, nessun piazzamento conquistato sul campo con determinazione e orgoglio granata.
E poi c’è il dato che fa più male: un solo derby vinto. Uno. In vent’anni. Una miseria sportiva che grida vendetta, in una città dove il derby è più di una partita: è identità, è cuore, è riscatto. Ma il Torino targato Cairo si è accontentato di sopravvivere. Sempre col freno a mano tirato, sempre con la logica del “basta non retrocedere”.
Ora la beffa si compie: dopo 250 mesi di nulla, il rischio è quello di tornare esattamente dove tutto era cominciato — in Serie B. Un cerchio perfetto, ma non per i tifosi. Per Cairo, forse sì. Perché se davvero dovesse mollare solo con la retrocessione ormai in tasca, potrà anche dire: “Avete visto? Senza di me, il nulla.”
Ma la verità è chiara: il nulla è stato lui. Una presidenza lunga, logorante, senza visione. Senza amore. Senza Toro.
Adesso, più che mai, serve una svolta. Serve futuro. Serve qualcuno che restituisca al Toro la sua anima. Perché 250 mesi così non si possono sopportare ancora.

Enzo Grassano

“Le piazze belle ma in ritardo e incapaci di cacciare i violenti 

Vorrei fare alcuni ragionamenti sulle Piazze italiane di questi giorni . Avendo organizzato con la collaborazione delle madamin la più grande e pacifica piazza della società civile pacifica e non violenta degli ultimi anni , come la piazza dei SITAV,  non sono assolutamente contrario alle manifestazioni . Ma le manifestazioni debbono cogliere il momento decisivo della politica perche se arrivano in ritardo o con il tema sbagliato rischiano di essere una dimostrazione di forza e basta. Dopo la presentazione del Piano di pace di Trump , andare in piazza per chiedere solo la Palestina libera senza parlare di Pace e senza dichiararsi a favore del Piano Trump che oggi Ezio Mauro nella prima pagina di Repubblica definisce un progetto di ricostruzione diplomatica , politica e storica dov’è c’era ormai soltanto odio , terrorismo, terra bruciata e spossessata, e’ stato un errore grave. Se Hamas libererà gli ostaggi e cesserà il fuoco mentre si apre  finalmente il tavolo Israele palestinesi insieme a rappresentanti dei Paesi arabi,  il merito sarà tutto e solo di Trump sul cui piano  il PD sbagliando clamorosamente si è astenuto come dice l’ex Senatore Zanda . E con la sua astensione ha dimostrato di non essere pronto per governare il Paese.
Aver proclamato manifestazioni per chiedere solo Free Palestine e aver aperto il corteo di Torino col cartellone BLOCCHIAMO TUTTO ha aperto le porte anche ai gruppi violenti che ne han fatte di tutti i colori, dalla distruzione alla OGR, al blocco della tangenziale e dell’aeroporto. Si è persa una grande occasione educativa per i giovani studenti  che non possono mai essere avvicinati al massimalismo e alla violenza ma ai quali occorre sempre  spiegare bene le condizioni vere dei confronti e delle mediazioni internazionali.
L’Italia del dopoguerra molto povera e senza lavoro capì benissimo la linea di De Gasperi e dei suoi governi e Giuseppe Di Vittorio a differenza di Landini non fu mai massimalista e aveva come slogan “prima di tutto difendiamo le fabbriche”. Perché sono le fabbriche che producono lavoro, mentre e’ la ricerca di cui si parlava alle OGR che crea il futuro così come le infrastrutture ferroviarie e stradali ci portano al futuro. Domanda al mio amico AIRAUDO come mai queste manifestazioni hanno trasportato con sé la violenza e le nostre Manifestazioni SITAV SILAVORO portavano dialogo e confronto senza alcuna violenza. Ma Torino, il Piemonte e il Paese se vogliono ritornare a una crescita tale che generi qui i posti di lavoro per gli studenti che sono scesi in piazza occorre un consenso alle nuove infrastrutture come la TAV, al rilancio di una politica industriale dell’auto più realistica e al rilancio delle periferie , tutte cose assenti dagli slogan delle decine di migliaia di persone che hanno sfilato in questi giorni in un Paese democratico, libero e pluralista .
Ecco perché l’obiettivo di ridare un’anima alla politica e di portare nella politica torinese e nazionale il valore aggiunto di chi si è formato con la dottrina sociale della Chiesa , e’ sempre più necessario e urgente .
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

A Villa Lascaris “Memoria e Accoglienza: Storie di mondi in cammino”

Si è inaugurata venerdì 3 ottobre a Villa Lascaris la mostra fotografica Memoria e Accoglienza – Storie di mondi in cammino, alla presenza delle istituzioni e delle associazioni del territorio. Realizzata con il contributo della Fondazione CRT e dell’Associazione Generazioni Migranti, e inserita nel programma del Festival dell’Accoglienza di Torino, la mostra esplora il tema delle migrazioni nel tempo: dal grande esodo italiano tra l’Unità d’Italia e gli anni Venti del Novecento fino ai movimenti contemporanei.

Migrazioni, umanità, riconciliazione

Nel suo intervento, il direttore di Villa Lascaris don Marco Fracon ha ricordato come i fenomeni migratori abbiano da sempre accompagnato la storia dell’umanità, intensificandosi nei periodi di guerra e di sconvolgimento climatico come quello attuale. Ha inoltre sottolineato una doppia coincidenza simbolica nella data di apertura al pubblico: il 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco d’Assisi – il santo dell’incontro con l’altro, del dialogo e della fraternità – e la vicinanza con lo Yom Kippur, la festa ebraica dell’espiazione e della riconciliazione.

Le parole delle istituzioni

Giampiero Leo, consigliere e coordinatore della Commissione Arte, Cultura, Welfare e Territorio della Fondazione CRT, ha portato i saluti della Presidente della Fondazione, prof.ssa Anna Maria Poggi e della Segretaria Generale avv. Patrizia Polliotto, soffermandosi sul valore culturale ed educativo di iniziative come Memoria e Accoglienza. Eventi che ricordano le esperienze dei nostri connazionali emigrati nel corso dei secoli, e che insieme mostrano esempi di integrazione riuscita e di futuro condiviso. Citando l’avvocata e attivista iraniana Shirin Ebadi, premio Nobel per la Pace nel 2003 – “Voi siete come quelli che, avendo l’acqua tutti i giorni, non si accorgono di quanto valga l’acqua” – Leo ha invitato a riscoprire il valore della consapevolezza, della partecipazione democratica e della cittadinanza attiva. Elementi che , come ha voluto anticipare  il Consigliere Leo, saranno parte fondamentale e qualificante del prossimo piano triennale della Fondazione CRT. L’inaugurazione si è conclusa con la visita al percorso espositivo, che si è rivelato tanto profondo quanto coinvolgente. Il tutto si è infine arricchito con una raffinata performance dal vivo dell’attrice Silvia Mercuriati.