ilTorinese

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

A complete unknown – Biografico. Regia di James Mangold, con Timothée Chalamet, Monica Barbaro, Elle Fanning e Edward Norton. Il film è ambientato nella New York degli anni Sessanta dove un musicista di diciannove anni del Minnesota, Bob Dylan, si sta affermando come cantante folk. Seguiamo le sue esibizioni nelle sale da concerto della Grande Mela e assistiamo alla sua rapidissima ascesa verso la cima delle classifiche. Grazie all’inconfondibile fascino delle sue canzoni, la sua popolarità travalica presto i confini del Nord America regalandole un successo mondiale. Il suo straordinario percorso artistico di quegli anni culmina con la rivoluzionaria esibizione rock and roll al Newport Folk Festival nel 1965. durata 141 minuti. (Greenwich Village sala 3)

Anora – Commedia. Regia di Sean Baker, con Mikey Madison, Mark Ejdel’štejn e Jurij Borisov. A New York, Anora (“ma il mio nome è Anj”) vive disordinatamente, in un monolocale con la sorella di giorno e facendo la spogliarellista in uno strip club la notte. Durante una di queste notti, incontra un giovanissimo rampollo di un magnate russo, Vanja, come se fossimo in piena atmosfera “Prettu woman” il ragazzo le chiede di essere la sua ragazza per sette giorni, accompagnandolo nelle sue divertenti e sfrontate scorribande e facendo l’amore con lui. Non soltanto: fino a che non le chiede di sposarlo a Las Vegas. È chiaro che al magnate e signora, una volta venuti a conoscenza del matrimonio, l’affare non piaccia affatto, per cui incaricano il loro faccendiere T’oros di ottenere l’annullamento del matrimonio. A tutto questo si aggiunga che Vanja, in preda al panico per i vari accadimenti, abbandona moglie e inviati genitoriali per darsi alla macchia. Intanto uno di questi ultimi, Ivan, sorveglia tacitamente la sposina. Cinque Oscar tra cui miglior film, miglior regia e miglior interprete femminile. Durata 138 minuti. (Lux sala 3, Massimo V.O.)

Le assaggiatrici – Drammatico. Regia di Silvio Soldini, con Elisa Schlott. Autunno 1943. La giovane rosa, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale. Qui è dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno. Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo, Il Führer vede nemici dappertutto, essewre avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, con altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui. Divise tra la paura di morire e la fame, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti. Da un fatto vero, dal romanzo di Rosella Postorino. (Eliseo Grande, Fratelli Marx sala Groucho, Ideal, Nazionale sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Il bambino di cristallo – Drammatico. Regia di Jon Gunn, con Zachary Levi e Meghann Fahy. Austin è affetto da osteogenesi imperfetta, ha le ossa particolarmente fragili, si spezzano per qualsiasi causa di pochissimo conto. Alla patologia s’aggiunge il fatto di essere autistico, di manifestare emozioni improvvise e incontenibili. Lo stato familiare s’aggrava quando una notte il padre, completamente ubriaco, si schianta contro un albero con la sua auto. Durata 109 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Fratelli Marx sala Chico, Ideal, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Berlino estate ’42 – Drammatico. Regia di Andreas Dresen. L’estate del ’42 è stata per Hilde la più bella della sua vita. Ha conosciuto e sposato Hans e ora aspetta un bambino. Ma Hans fa parte di un movimento antinazista clandestino, a cui lei stessa decide di aderire, ed insieme partecipano ad azioni molto rischiose. Catturata dalla Gestapo, dovrà partorire suo figlio in carcere, ma sarà quel bambino a darle forza nei momenti più bui. Durata 124 minuti. (Romano sala 1)

Biancaneve – Fiabesco. Regia di Marc Webbe, con Rachel Zegler e Gal Gadot. Biancaneve, bellissima principessa, è rimasta sola dopo la morte dei suoi genitori, il Re Buono e la Regina Buona, e deve combattere contro le macchinazioni della Regina Cattiva che vorrebbe vederla morta. Ha l’aiuto dei sette nani, che lavorano in una miniera di diamanti, e del ladro Jonathan. Durata 119 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Lingotto)

Bridget Jones – Un amore di ragazzo – Commedia. Regia di Michael Morris, con Renée Zellweger, Leo Woodall, Colin Firth, Hugh Grant e Emma Thompson. Quarto capitolo della più stropicciata e arruffata e pasticciona ragazza londinese, con gli anni che sono passati e passano, con Darcy che non c’è più per essere rimasto vittima in un’operazione umanitaria in Sudan, con i loro due figli da crescere, sempre in mezzo agli eterni dolori e la smisurata voglia di rinascita. Rimasta vedova, Bridget è ora una madre single che si destreggia tra il lavoro e la crescita della prole. Sebbene circondata dall’affetto degli stessi amici, che consigliano e pianificano, e persino dell’ex amante Daniel Cleaver, Bridget si trova in un periodo di stasi emotiva e cerca di trovare una nuova strada per sé e per i suoi cari. Spronata dalla sua “famiglia urbana”, decide di rimettersi in gioco, sia nel lavoro che nell’amore. In un tentativo moderno di ritrovare la felicità, s’avventura nel mondo delle app di incontri, dove viene subito affascinata da un giovane e intrigante corteggiatore. Tra il caos degli impegni lavorativi, la gestione dei bambini e i tentativi di una nuova relazione. In questo complesso equilibrio, la vita le riserva anche una serie di incontri bizzarri, aprendo la porta a nuove sfide e forse a nuove possibilità di felicità: all’orizzonte, il giovanissimo Roxster, piuttosto interessante, come bisognerà pur tenere presente l’insegnante del piccolo Billy, che per lei sembra avere più di un’attenzione. Durata 125 minuti. (Uci Lingotto)

Il caso Belle Steiner – Thriller. Regia di Benoît Jacquot, con Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg. Lui, Pierre, è un insegnante di matematica e lei, Cléa, lavora in uno studio d’ottica, non hanno figli, conducono una vita tranquilla in una piccola città. Le loro vite vengono sconvolte quando Belle, la figlia di un’amica e alla quale hanno dato ospitalità, viene trovata uccisa nella sua stanza. L’uomo diventa il principale sospettato dal momento che era l’unico presente in casa nel momento del delitto. Tratto dal romanzo di Simenon “La morte di Belle”. Durata 97 minuti. (Nazionale sala 2)

La città proibita – Drammatico, azione. Regia di Gabriele Mainetti, con Yaxi Liu, Enrico Borello, Sabrina Ferilli, Marco Giallini e Luca Zingaretti. Mei, una misteriosa ragazza cinese, arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. Il cuoco Marcello e la mamma Lorena portano avanti il ristorante di famiglia tra i debiti del padre Alfredo, che li ha abbandonati per fuggire con un’altra donna. Quanto i loro destini s’incrociano, Mei e Marcello combattono antichi pregiudizi culturali e nemici spietati, in una battaglia in cui la vendetta non si può scindere dall’amore. Durata 138 minuti. (Massaua, Ideal, Nazionale sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Le donne al balcone – The Balconettes – Commedia, horror. Regia di Noémie Merlant: Fa caldo a Marsiglia e ognuno cerca ombra e riparo. Ruby, cam girl vivace, si diverte con due amanti, Nicole, coinquilina con il sogno della scrittura, cerca una storia da raccontare spiando nella finestra di fronte un vicino esibizionista, Elise, attrice in cerca perenne di scritture, ha lasciato compagno e set. Insieme condividono appartamento e vita quotidiana. Vestita come marilyn – sta girando una brutta fiction sull’attrice – Elise ha un incidente con la macchina del vicino, che finisce con l’incontrare la stessa sera. Invitate nel suo appartamento a bere e a ballare, siglano una constatazione amichevole: ma la serata prende una piega imprevedibile e il vicino, fotografo di moda di giorno e predatore di notte, finisce infilzato come un pollo. La difesa è legittima ma adesso bisogna liberarsi del cadavere. Niente polizia, niente confessioni, niente uomini soprattutto. È un affaire di sorellanza. Durata 105 minuti. (Eliseo)

FolleMente – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Eduardo Leo e Pilar Fogliati, e con Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria. Dopo l’enorme successo di “Perfetti sconosciuti”, Genovese sceglie di seguire le avventure – e i tanti sentimenti – di Piero e Lara, gli scombussolamenti più intimi che hanno inizio con il primo incontro, fatto per conoscersi meglio. Non devono prendere piede gli aspetti esteriori appunto, ma è necessario entrare nelle teste di ognuno e chiedersi quanto conosciamo davvero di noi stessi quanto prendiamo una decisione? E se dentro di noi esistessero più versioni del nostro IO, ognuna con qualcosa da dire? È uno svelare a poco a poco i pensieri più nascosti e le battagli interiori che tutti siamo portati ad affrontare, la volontà decisionista, e gli aspetti più romantici, le spinte impulsive con le paure e le disillusioni (per la parte femminile), l’idealizzazione e l’Eros e la parte più irrazionale di noi tutti (per la parte maschile). Durata 97 minuti. (Massaua, Eliseo, Ideal, Nazionale sala 3, Reposi sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Lee Miller – Drammatico, biografico. Regia di Ellen Kuras, con Kate Winslet, Alexander Skarsgard, Marion Cotillard e Hosh O’Connor. Lee, ex modella statunitense per Vogue dall’età di 19 anni e grande appassionata di fotografia, parte per l’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale in veste di fotoreporter proprio per la celebre rivista. La sua missione sarà quella di documentare le atrocità della guerra e mostrare al mondo il vero volto della Germania nazista. Attraverso i suoi scatti denuncerà i crimini perpetrati nei confronti degli ebrei e delle minoranze nei campi di concentramento. La giornalista produrrà un enorme archivio tra foto e appunti lasciando un’inestimabile testimonianza di quel periodo durissimo in cui lei stessa dovrà fare i conti con alcune verità del suo passato. Durata 116 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Greenwich Village sala 1)

Mickey 17 – Drammatico, Fantasy. Regia di Bong Joon-Ho, con Robert Pattinson, Toni Collette e Mark Ruffalo. Nel 2054, la mancanza di opportunità sulla terra spinge le masse al pellegrinaggio interstellare, che inevitabilmente vuol dire sfruttamento da parte di potenti demagoghi al comando di queste spedizioni. Uno di loro è Kenneth Marshall, politico fallito in cerca di una nuova era per l’umanità su un pianeta inospitale abitato da strane creature. Per sfuggire a dei pericolosi usurai, Mickey Barnes accetta di imbarcarsi sull’astronave firmando un contratto da “expendable”, tuttofare destinati a morire ripetutamente grazie a una tecnologia che consente di “ristampare” un corpo all’infinito mantenendone la coscienza. Durata 106 minuti. (Massaua, Greenwich Village sala 2, Ideal, Reposi sala 5, The Space Torino , Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Muori di lei – Regia di Stefano Sardo, con Riccardo Scamarcio, Maria Chiara Giannetta e Mariela Garriga. In periodo di pandemia, l’insegnante liceale di filosofia Luca si ritrova solo in casa, lontana da lui la moglie Sara, perennemente in ospedale a fronteggiare l’epidemia. Un bel giorno fa gli occhi dolci alla vicina di casa e ne nasce una passione che travolge tutti e tutto. Durata 103 minuti. (Reposi sala 1, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Il Nibbio – Drammatico. Regia di Alessandro Tonda, con Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco e Anna Ferzetti. Il film racconta i 28 giorni precedenti i tragici eventi del 4 marzo 2005, quando Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI, sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista de “Il manifesto” Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terroristica. Calipari ha avuto un suo ruolo cruciale nelle operazioni in Iraq nei primi anni Duemila per salvaguardare la vita umana e mantenere la pace. Giunto in vista dell’aeroporto con la giornalista, il suo corpo fu colpito dal fuoco di un soldato americano. Il suo omicidio è ancora irrisolto. Durata 90 minuti. (Massimo)

Nonostante – Drammatico. Regia di e con Valerio Mastandrea, con Dolores Fonzi, Barbara Ronchi e Laura Morante. Un uomo trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. È ricoverato da un po’ ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere. Quella preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. È una compagna irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condiziione soprattutto le regole non scritte. Non è disposta ad aspettare, vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile. Quell’incontro gli servirà ad accettare che se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c’è alcun riparo possibile. Durata 92 minuti. (Romano sala 3)

No Other Land – Documentario. Un premio agli European Film Awards e altre candidature, una regia collettiva di quattro cineasti, per raccontare le immagini di Bazsel Adra, attivista palestinese, che inizia i propri ricordi con l’arresto di suo padre mentre manifestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, testimonianze vive, e di Yuval Abraham, giornalista israeliano, prima di una tregua, nei territori invasi dal sangue e dalle morti, tra gli orrori che ogni giorno invadono Israele e Palestina, l’insieme di 19 villaggi della Cisgiordania che è Masafer Yatta, le abitazioni in antiche grotte e un’economia a carattere rurale, esplosioni, bombe su scuole e ospedali, carneficine. Durata 96 minuti. (Fratelli Marx sala Harpo V.O.)

Puan – Il professore – Commedia drammatica. Regia di Maria Alche e Benjamìn Naishtat, con Marcelo Subiotto e Leonardo Sbaraglia. Marcelo è un insegnante di filosofia all’Università pubblica di Buenos Aires, quando viene a mancare il suo mentore il posto è vacante: sarebbe lui ad aspirarvi se un nuovo “pretendente”, famoso alle cronache anche per la sua relazione con una famosa attrice. Una vera lotta per la cattedra e con essa la situazione del paese che sta degenerando. Durata 109 minuti. (Centrale anche V.O., Fratelli Marx sala Chico)

La storia di Patrice e Michel – Drammatico. Regia di Olivier Casas, con Yvan Attal e Mathieu Kassovitz. 1948. Michel e Patrice, due bambini di 5 e 7 anni, dopo essere stati abbandonati dalla madre in un campo estivo nei pressi di La Rochelle, fuggono nella foresta in seguito alla scoperta del cadavere del proprietario del posto che si è suicidato. Lì sopravvivono per sette anni e affrontano insieme continue avversità che fortificano ancora di più il loro legame. Patrice protegge sempre Michel arrivando pure a digiunare per di far mangiare lui. Trascorrono molti anni. Michel si è sposato, ha due figli, ed è diventato architetto. Patrice in vece è medico ed è direttore di una clinica ma un giorno sparisce. Così Michel molla tutto e lascia lasua famiglia per ritrovare il fratello che si è rifugiato in Canada. I segreti del loro passato continueranno però a tormentarli, anche a distanza di tempo e dall’altra parte del mondo. Durata 106 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Il seme del fico sacro – Drammatico. Regia di Mohammad Rasoulof. Amin ha finalmente ottenuto, dopo due decenni di lavoro, la promozione che attendeva: è ora addetto agli interrogatori e spetta a lui rinviare dinanzi al giudice gli accusati verso quella condanna che poi verrà eseguita. Ha una moglie devota e due figlie che studiano. La maggiore ha un’amica che è gravemente sfigurata durante una manifestazione. Come aiutarla senza farlo sapere al capo famiglia? Per di più l’arma che è stata consegnata ad Amin al momento della promozione scompare da casa e lui rischia il carcere se non la si trova. Candidato agli Oscar quale miglior film straniero. Film designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Per la capacità di Mohammad Rasoulof di partire da un drammatico evento collettivo, e reale anche nell’utilizzo delle immagini, per giungere a un racconto familiare che è archetipo e metaforico a un tempo, storia di figlie che devono combattere il potere usurato dei padri, con le mura domestiche che amplificano, invece di attenuarle, le contraddizioni e i conflitti insiti nella società”. Durata 167 minuti. (Romano sala 2)

Sons – Drammatico. Regia di Gustav Moller, con Sidse Babett Knudsen e Dar Salim. Il film narra la storia della guardia carceraria Eva, la cui professionalità viene messa iun discussione dalla giustizia, dal momento in cui l’assassino di suo figlio viene rinchiuso nella prigione dove lei lavora. La donna chiede di essere trasferita nel reparto dove è detenuto i’omicida, senza rivelare, però, il legame che lei ha con il carcerato. Il desiderio di vendetta di Eva cresce sempre più, fino a mettere in gioco la sua morale e anche il suo stesso futuro. Durata 100 minuti. (Classico, Due Giardini sala Nirvana)

The Alto Knights – I due volti del crimine – Poliziesco. Regia di Barry Levinson, con Robert De Niro. Il fil segue le vicende di due dei più noti boss della criminalità organizzata di New York, Frank Costello e Vito Genovese, intenti a contendersi il controllo delle strade della città. Un tempo migliori amici, piccole gelosie e una serie di tradimenti li mettono in una rotta di collisione mortale che cambierà per sempre la mafia e l’America. De Niro chiamato a interpretare tutti e due i ruoli. Durata 123 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Greenwich Village sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

U.S. Palmese – Commedia. Regia dei Manetti Bros., con Rocco Papaleo e Blaise Affonso. Etienne è uno degli astri nascenti del calcio, abbandona la banlieue parigina in cui e cresciuto e cerca il successo a Milano. una grave squalifica può interrompere quella ricerca di progredire: a Palmi, in Calabria, don Vincenzo vede concretizzarsi l’idea di chiamarlo a far parte della squadra di calcio locale. Durata 120 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 4, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Ragazzo in monopattino investito da auto: è gravissimo

Un giovane  è  stato ricoverato in codice rosso gravissime condizioni all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. È stato investito da un’auto mentre era sul suo monopattino. L’incidente si è verificato alle 13 in via Chiesa della Salute, all’angolo con via Coppino.

Uomo armato di mazza devasta i servizi sociali di via Filadelfia

Riceviamo e pubblichiamo- La CISL FP denuncia il grave episodio di violenza avvenuto nella mattinata del 26 marzo presso la sede dei Servizi Sociali di via Filadelfia 242. Un individuo, approfittando dell’accesso di un altro utente con appuntamento, è entrato nei locali armato di una mazza, devastando gli uffici del piano terra e del primo piano, distruggendo computer, arredi e altri strumenti di lavoro. L’attacco, motivato dal dissenso verso l’operato dei Servizi Sociali – che in certi casi agiscono su mandato dell’Autorità Giudiziaria – ha messo seriamente in pericolo il personale presente.
Solo l’intervento delle Forze dell’Ordine ha permesso di fermare l’aggressore. Questo episodio, però, evidenzia una situazione insostenibile: le aggressioni nei servizi sociali sono sempre più frequenti e gli operatori sono costretti a lavorare in condizioni di rischio senza adeguate misure di protezione.
Rossano Ciuffi, Responsabile di Area Sociale CISL FP Comune di Torino, dichiara: “È inaccettabile che i lavoratori dei servizi sociali debbano operare in un clima di costante pericolo. Non possiamo più aspettare: servono interventi immediati per tutelare chi ogni giorno si occupa di situazioni delicate e complesse. Chiediamo l’istituzione di presidi fissi delle Forze dell’Ordine durante gli orari di ricevimento e nei momenti più critici dell’attività lavorativa.”
Sulla stessa linea il Segretario CISL FP Comune di Torino, Cristiano Farina, che aggiunge: “La sicurezza dei lavoratori non è negoziabile. Il Comune di Torino deve assumersi le proprie responsabilità e adottare tutte le misure necessarie per prevenire nuove aggressioni. È fondamentale un confronto urgente per rivedere l’organizzazione dei servizi, aumentare il personale e attuare strategie efficaci per gestire situazioni di rischio.”
Interviene anche Tiziana Tripodi Segretaria CISL FP, sottolineando un aspetto cruciale della questione: “I servizi sociali sono spesso gestiti da lavoratrici, che si trovano a operare in ambienti ad alto rischio senza adeguati strumenti di tutela. Non possiamo accettare che la violenza nei luoghi di lavoro diventi la norma: servono investimenti sulla sicurezza, sulla formazione e sul benessere psicologico del personale. Proteggere chi lavora nei servizi pubblici significa tutelare l’intera comunità.”
La CISL FP continuerà a battersi affinché questi episodi non vengano minimizzati e perché vengano adottate soluzioni concrete per garantire la sicurezza di tutti i lavoratori del settore.
CISL FP

Hong Kong, Palazzo Madama al Museum Summit 2025

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, grazie al prezioso supporto del Console Generale d’Italia a Hong Kong, Carmelo Ficarra, ha ricevuto l’invito dal Dipartimento per i Servizi del Tempo Libero e della Cultura (LCSD) del Governo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong della Repubblica Popolare Cinese a partecipare al Museum Summit 2025, uno dei più importanti e significativi eventi di incontro a livello mondiale per i direttori di museo, che si svolge il 28 e 29 marzo 2025 presso l’Hong Kong Exhibition and Convention Centre.

Il Direttore di Palazzo Madama prof. Giovanni Carlo Federico Villa partecipa in qualità di relatore alla quarta edizione del summit, che ha l’obiettivo di creare una piattaforma globale per il dialogo collaborativo, lo scambio di esperienze tra esperti e l’esplorazione di soluzioni innovative alle sfide e opportunità in continua evoluzione che i musei di tutto il mondo affrontano nel XXI secolo.

Con il tema “Going Beyond”, il Museum Summit 2025 riunisce professionisti museali e leader culturali internazionali, per esplorare come le istituzioni possano sfruttare l’industria del turismo e i progressi tecnologici, promuovere pratiche di sostenibilità e favorire il benessere della comunità. Questi argomenti sono affrontati attraverso quattro sotto-temi: “Museums + Tourism”, “Museums + Technology”, “Museums + Sustainability” e “Museums + Wellness”.

Il Direttore interviene nel Summit per il tema “Museum + Wellness”, condividendo l’esperienza di Palazzo Madama e le idee con i partecipanti provenienti da tutto il mondo, alla luce dei progetti di eccellenza, articolati nel corso degli anni di lavoro, sul fronte dell’accessibilità, educazione e inclusione di tutta la Fondazione Torino Musei.

Torino, siglato il Piano per il recupero degli immobili pubblici

Il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme e il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, hanno firmato il Piano Città degli immobili pubblici, un patto istituzionale per pianificare in modo integrato il patrimonio immobiliare pubblico della città in un’ottica di rigenerazione urbana e partecipazione della collettività.

Il Piano Città degli immobili pubblici individua le azioni prioritarie di recupero funzionale degli immobili pubblici e la loro restituzione alla vita attiva dei cittadini, in ragione delle esigenze logistiche delle Pubbliche amministrazioni e ai fabbisogni del territorio. Accanto al finanziamento pubblico saranno attivati capitali privati e competenze, con operazioni di partenariato pubblico-privato che coniughino obiettivi di innovazione, ambientali e sociali.

“La valorizzazione del patrimonio pubblico deve contribuire allo sviluppo della città secondo la sua vocazione storica, industriale, universitaria e scientifica” sottolinea il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme“Torino ha un patrimonio immobiliare da valorizzare rilevante, eredità della sua storia, il Piano è una grande opportunità per trasformare la città.  La più grande innovazione sta proprio nella capacità di cambiare e guardare al futuro partendo dalla propria storia e identità. Penso, come esempi, alla valorizzazione del Complesso della Basilica di Superga, luogo di memoria, bellezza architettonica e accoglienza, all’ex Manifattura Tabacchi che si apre ai privati come opportunità per offrire nuovi spazi alla Torino industriale, promuovere cultura, sport e residenzialità per gli studenti”.

“La firma di oggi – spiega il Sindaco di TorinoStefano Lo Russo – si inserisce nell’impegno che, come amministrazione, stiamo portando avanti per valorizzare il patrimonio degli immobili pubblici sia attraverso interventi di rigenerazione urbana ed efficientamento energetico che con progettualità che possano trovare nuove vocazioni per spazi dismessi. In questo senso la collaborazione tra istituzioni è strategica e con l’Agenzia del Demanio esiste già un percorso avviato che ha portato, ad esempio, all’accordo per la rifunzionalizzazione degli ex uffici dei giudici di pace nel quartiere Vallette, all’affidamento della progettazione per la rinascita della ex Manifattura Tabacchi e ad altri interventi sul nostro territorio. Collaborazioni di questo tipo, insieme al fondamentale apporto di sistemi di partenariato pubblico privato, possono contribuire in modo importante allo sviluppo e alla trasformazione della nostra città”.

Il Piano Città degli immobili pubblici di Torino seleziona un primo portafoglio immobiliare di 13 beni (10 di proprietà dello Stato e 3 di proprietà del Comune). Potranno essere aggiunti ulteriori beni da valorizzare, anche con il coinvolgimento di altri Enti e Istituzioni.

Immobili di proprietà dello Stato coinvolti nel Piano Città:

  1. COMPLESSO DELLA BASILICA DI SUPERGA: Servizi ai pellegrini, accoglienza turistica e sviluppo funzioni culturali
  2. EX MANIFATTURA TABACCHI – Nuova destinazione: Polo culturale, archivistico, universitario (housing e servizi)
  3. CASERMA AMIONE – Nuova destinazione: Cittadella PP.AA.
  4. CASERMA LA MARMORA – Nuova destinazione: uso PA – Guardia di Finanza
  5. CASERMA DABORMIDA – Nuova destinazione: Museo d’artiglieria e infrastruttura militare
  6. EX MAGAZZINI GENIO MILITARE – Nuova destinazione: mix funzionale legato al distretto della produzione innovativa
  7. FABBRICATO RESIDENZIALE – Nuova destinazione: housing / associazioni
  8. EX PALAZZO DELLA REGIONE – Nuova destinazione: uso PA (Corte dei Conti e Avvocatura dello Stato)
  9. MAGAZZINO DIREZIONALE DI ARTIGLIERIA E DIFESA CHIMICA – Nuova destinazione: mix funzionale legato al distretto della produzione innovativa
  10. COMPLESSO DIREZIONALE EX SEDE UFFICI DEL GIUDICE DI PACE – Nuova destinazione: Centro per l’impiego e Polo per la formazione

Immobili di proprietà del Comune coinvolti nel Piano Città:

  1. COMPLESSO EX FIMIT – Nuova destinazione: parco urbano, strutture e servizi
  2. SEDE COMANDO PROVINCIALE VVF – razionalizzazione spesa locativa: Caserma Vigili del Fuoco
  3. DISTACCAMENTO LINGOTTO VVF – razionalizzazione spesa locativa: Caserma Vigili del Fuoco

A seguito della firma del Piano Città, l’Agenzia del Demanio ha organizzato il workshop Di cosa è fatta una città? a cura di Scuola Holden. L’incontro, ideato dal team creativo Holden Studios guidato da Alessandro Mari, è stato un momento di condivisione per stimolare la partecipazione attiva dei cittadini nei processi di trasformazione della città e, al tempo stesso, restituire alla città l’intensità che le persone portano con sé quando desiderano abitare i luoghi. La tavola rotonda si è suddivisa in tre momenti: Gesti, a cura di Daniela Elisa Roero, Responsabile Regionale Piemonte e Valle D’Aosta Agenzia del Demanio; Progetto, in collaborazione con Torino Urban Lab e Politecnico di Torino, con l’intervento di Paolo Mazzoleni, Assessore Urbanistica ed Edilizia Privata della Città; Poetiche, con Alberico Guerzoni, Direttore Generale Polo Education Feltrinelli.

Per maggiori informazioni sul Piano Città degli Immobili Pubblici di Torino è possibile consultare la pagina: Piano Città degli immobili pubblici di Torino

TORINO CLICK

Mu-To ripropone “Maciste”, da vedere anche dopo 110 anni

Il cinema muto ebbe un’ampia diffusione a Torino, attraverso grandi case di produzione quali Aquila Films, Ambrosio e Itala Film, tutte attive nel momento di ascesa del cinema come forma d’arte. Nella città piemontese nacquero alcuni dei primi film muti con trame sofisticate e capolavori del cinema italiano, come Cabiria (1914).

Martedì 25 marzo ha avuto luogo il primo dei due appuntamenti di Mu-To, un progetto dedicato alla proiezione dei film muti in un’atmosfera originale: un po’ di luce soffusa, una sala piena di gente (evento raro nei nostri giorni) e un accompagnamento musicale dal vivo. L’evento è stato organizzato con la partecipazione del Conservatorio Giuseppe Verdi, del Liceo Classico e Musicale “Cavour” e del Museo Nazionale del Cinema. Si è trattato solo del primo incontro dei due in programmadel secondo, che si svolgerà ad aprile, verrà comunicata la data precisa sui social del Cinema Massimo e del Conservatorio Giuseppe Verdi.

Durante la serata la sala 3 del Cinema Massimo era gremita. Il primo film in programma è stato Maciste (1915), il cui protagonista è un uomo caratterizzato da una forza straordinaria e interpretato da un attore divenuto iconico: Bartolomeo Pagano. Un’opera che contribuì a sviluppare ulteriormente il divismo, fenomeno, già avviato nel XIX secolo, che consisteva in una sorta di divinizzazione delle star, le quali diventavano più popolari dei personaggi da loro interpretati.

Maciste (senza fare spoiler) è un allegro film d’avventura che vale la pena vedere anche a distanza di 110 anni. L’esperienza è stata resa unica in particolare da un giovane protégé pianista, che ha accompagnato il film senza alcuna interruzione per tutta la sua durata ben 67 minuti! Quella melodia, che allinizio sembrava una semplice colonna sonora, alla fine ha scatenato un’ovazione. L’esecuzione è stata così impeccabile che era difficile all’inizio credere che si trattasse di un accompagnamento dal vivo, perciò non si poteva fare altro se non applaudirlo calorosamente. Insieme alle risate della sala, scatenate dalle scene più divertenti, ha reso quella serata indimenticabile.

Dopo quel momento introduttivo (la proiezione di un classico lungometraggio), si è svolta la seconda parte della serata, in cui sono stati riprodotti 6 cortometraggi, quasi tutti realizzati e poi restaurati a Torino. Questa volta le immagini sullo schermo erano accompagnate dall’intera orchestra giovanile del Liceo Classico e Musicale Cavour. I film scelti erano tra loro molto diversi: dai primi esperimenti di cinema narrativo ai film francesi della società Pathé, risalenti al 1907 e orientati allintrattenimento. Sono rivolti a uno spettatore più attento rispetto a Maciste, che, ribadisco, è un film sicuramente migliore di alcune produzioni di Marvel, come Captain Marvel. Richiedono che lo spettatore abbia una capacità di lettura approfondita delle opere cinematografiche; anche la musica, questa volta suonata da giovani, non è sempre di altissimo livello, però ha i suoi momenti di fama e di sorpresa, con l’introduzione di una colonna sonora in stile jazz.

Per concludere, questo evento è soltanto alla sua seconda edizione, ma ha tutte le carte in regola per sopravvivere. Si configura come una grande sfida collettiva per assicurare al pubblico un’esperienza unica nel suo genere.

Viktor  Smolkin

redattore di The Password

Con un sacco di fieno in fabbrica

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Da vent’anni, riposta nel solaio la bricolla da contrabbandiere, varcava puntualmente alle sette del mattino i cancelli dell’acciaieria di Villadossola. Alto e secco, con l’andatura un poco ciondolante, Ugo aveva alle spalle una vita a dir poco avventurosa.

Già in tenera età boscaiolo, addetto al palorcio della teleferica e all’accatastamento del legname; poi partigiano con Superti in Val d’Ossola e, dopo la Liberazione, contrabbandiere per necessità, arrancando sui sentieri degli spalloni per racimolare qualche misero guadagno per poter mettere insieme il pranzo con la cena e dare una mano alla vecchia madre. Alla morte della genitrice lasciò ad altri i rischi dell’andar di frodo scegliendo di lavorare in fabbrica dove aveva trovato impiego come operaio addetto al laminatoio. La sua era diventata, da quel giorno, una vita più regolare, scandita dai turni in azienda. Aveva così anche il tempo  per dedicarsi alla passione per la lettura, soddisfacendo la sua curiosità di sapere le cose nel mondo. Comprava regolarmente due giornali ( uno era il quotidiano più diffuso, dove trovava anche la cronaca locale; l’altro era L’Unità), divorava libri di ogni genere, andava al cinema appena poteva e frequentava anche gli spettacoli della filodrammatica amatoriale che di tanto in tanto metteva in scena opere classiche e senza tempo sul palcoscenico del teatro comunale.

Era conosciuto e rispettato perché sapeva fare bene il proprio mestiere, sempre attento e puntuale sul lavoro, ben voluto dai compagni del reparto. Ugo era tra quelli che, fieri della propria rettitudine, potevano andare a testa alta. Comunista convinto anche se non aveva mai avuto in tasca la tessera di quel partito perché il suo spirito ribelle non gli consentiva di soggiacere alle regole e alle liturgie della vita di partito. Il suo punto di vista, formatosi nel vivo della lotta partigiana, si era fatto più saldo nell’inferno di calore, polvere e rumore dell’acciaieria. Era lì che era maturata la presa di coscienza di tutta una condizione lavorativa, umana, politica. Era lì che aveva fatto l’amara scoperta che di lavoro si muore perché la vita degli operai valeva meno del profitto. Dopo i bagliori delle lotte sul finire degli anni sessanta era iniziato un periodo opaco. Soffriva molto nell’assistere al tramonto della centralità operaia nell’immaginario della società italiana e nell’orizzonte politico delle stesse forze di sinistra. I segnali che attestavano l’arretramento del movimento dei lavoratori, sottoposto a ripetuti attacchi, l’avevano reso più nervoso e meno accomodante. La figura e il ruolo dell’operaio si erano fatti sempre più complicati e le ultime generazioni erano andate a scuola, avevano studiato maturando la convinzione che la fabbrica non rappresentasse più un’occasione di riscatto sociale, perdendo parte del senso di appartenenza a una ben precisa classe sociale. Tutto era diventato più fluido e la compattezza e l’orgoglio di un tempo erano un ricordo sfocato. Eppure Ugo avvertiva che fra i vecchi e  i giovani c’era ancora uno scambio di saperi e che il nocciolo duro della militanza sindacale e l’etica del lavoro e delle cose ben fatte non erano spariti del tutto. Forse era per via di quelle radici che affondavano nella tenacia di quella cultura contadina di montagna che da quelle parti era cosa seria, dove  l’universo dell’acciaieria con l’altoforno, le colate e i laminatoi era condiviso dai tanti che mantenevano un legame con i campi e gli alpeggi, la fienagione e qualche animale nella stalla. Aveva maturato una consapevolezza che il tempo aveva levigato rendendola disincantata, lucida, a volte venata da una malinconia che veniva ben presto scacciata da quel suo carattere deciso, incline alla battuta arguta, al commento salace. Non perse nemmeno l’abitudine di andare a votare, come amava dire, “in zona Cesarini”. I seggi chiudevano alle quattordici del lunedì e cinque minuti prima del termine ultimo varcava la soglia del seggio, soffermandosi davanti ai tabelloni con le liste. Si prendeva un paio di minuti per far scorrere lo sguardo sui simboli e candidati e poi, ritirata la scheda, entrava nella cabina commentando ad alta voce: “ Vediamo un poco.. Toh, ecco il simbolo di quelli che fanno portare la croce agli altri e quello dei padroni. E l’altro dove sarà mai?? Ah, eccolo qui, Quello che piace a me. Il simbolo degli operai, anche se un poco sbiadito. Un segno qua e un segno là . E anche questa volta ho votato bene!”. Ripiegava la scheda e la infilava soddisfatto nell’urna, salutando presidente e scrutatori con un largo sorriso. Un giorno scelse di manifestare il suo disprezzo per crumiri e per i pavidi che non protestavano e non scioperavano mai presentandosi alla portineria d’entrata con un sacco di fieno in spalla. I due guardiani che sostavano davanti al cancello gli chiesero cosa intendesse fare con quel sacco e lui, serafico, rispose: “Ci sono quelli che portano in fabbrica la schiscetta con il pranzo, il panino o il quartino di vino? Bene. Io ho portato il fieno per dar da mangiare a tutti gli asini che stanno qui dentro. Non ci vedo niente di male, no? Sono una persona generosa, io”. Ugo in fondo era così e niente al mondo l’avrebbe cambiato, tant’é che quando andò in pensione in fabbrica avvertirono tutti, anche quelli ai quali non era mai stato simpatico, un vuoto, un’assenza che rese l’ambiente ancora più povero di quanto non fosse già diventato.

Marco Travaglini 

 

Musei industriali di Torino e del Piemonte: l’industria si mostra

Lunedì 31 marzo all’Archivio di Stato di Torino

Torino e il Piemonte ospitano una rete capillare di Musei e Archivi che raccontano – spesso con allestimenti estremamente coinvolgenti – la storia di imprese che ancora oggi rendono la nostra regione uno dei territori più solidamente innervati da strutture produttive di livello internazionale.

Un percorso attraverso il Piemonte che connette idealmente alcuni dei marchi più iconici del Made in Italy: da Lavazza a Martini & Rossi, da Borsalino a Fiat, da Penne Aurora a Olivetti alla Ferrania che per decenni è stata la pellicola con cui sono stati realizzati capolavori del cinema italiano. E ancora: l’industria tessile biellese, TIM e Italgas che con le loro reti hanno modernizzato il nostro Paese; il comparto bancario-assicurativo, centrale nella storia di Torino, rappresentato da Museo Archivio Reale Mutua, Museo del Risparmio di Banca Intesa San Paolo, Archivio storico della Compagnia di San Paolo; mentre la Camera di commercio di Torino illustrerà l’attività di digitalizzazione dei marchi storici.

I musei presenti sono solo una piccola parte delle istituzioni attive in tutto il territorio regionale. Una vitalità dimostrata, ad esempio, dall’arrivo del nuovissimo MOCA, il “Museo omegnese del casalingo” inaugurato giusto in tempo per partecipare al convegno, che espone la storia degli oggetti – prodotti dal territorio – che hanno resa più bella e più comoda la vita domestica degli italiani: dalla caffettiera Bialetti alla pentola Lagostina.

Questo “ipermuseo” diffuso, costituito dall’insieme dei Musei d’impresa in Piemonte, consente di disegnare itinerari molto personalizzati: da un percorso iconografico che spazia dai bozzetti di Mario Sironi per la Fiat 1900 alla pubblicità di “Carmencita e il Caballero” gli innamorati del Caffè Paulista o alle celeberrime “Figurine Lavazza”; dalla “Dama Bianca” di Marcello Dudovich che spicca nella splendida collezione di manifesti pubblicitari per il Vermouth Martini, al cappello preferito di Federico Fellini o di Robert Redford, l’unico tanto iconico da essersi guadagnato il titolo di un film: Borsalino. Si può seguire un corso di calligrafia all’Officina della Scrittura di Aurora Penne o giocare insieme ai piccoli Arco e Iris che con i quattrini risparmiati nel loro salvadanaio si regalano una gita in Brasile raccontata dal Museo del Risparmio di Intesa San Paolo.

Questa rete museale può oggi aggiungersi alle altre leve dello sviluppo territoriale, dialogando con un pubblico che potrà ampliarsi a livello nazionale e internazionale, anche grazie al circuito di “turismo industriale” che sta progettando la Regione Piemonte con Visit Piemonte. Uno dei panel del convegno è infatti dedicato all’area Torino Nord, che vede la presenza di Museo Lavazza, Heritage Liquigas, Officina della Scrittura di Aurora, Archivio Storico TIM, fino al Museo della Chimica di Settimo Torinese, a cui probabilmente in futuro si aggiungerà una parte della Manifattura Tabacchi trasformata in sede degli archivi di stato.

Da un museo all’altro scorre sotto i nostri occhi l’Italia in trasformazione, la produzione di oggetti e beni di consumo, lo sviluppo e le crisi dell’economia, i cambiamenti della vita quotidiana: gli arredi delle nostre case (dai telefoni a muro agli elettrodomestici alle macchine da scrivere Olivetti); le automobili che abbiamo guidato e quelle che ci siamo limitati a sognare; i sapori che hanno dato gusto alle giornate: un vermouth Martini o una tazzina di caffè Lavazza (al Museo Lavazza un’installazione ne fa sentire gli aromi).

I Musei d’impresa conservano le tracce di tutta la storia del Novecento: i drammi della guerra (all’Archivio Storico TIM, ad esempio, si possono leggere le intercettazioni del comando tedesco che le telefoniste passavano al CLN); le pratiche per la requisizione delle proprietà degli ebrei, tra cui imprese e studi professionali, custodite nell’Archivio storico della Compagnia di San Paolo e conservate dalla Fondazione 1563; i conflitti sociali (il Museo FIAT ricostruisce le lotte operaie a partire dagli anni Venti attraverso i volantini distribuiti ai cancelli della fabbrica); e anche i nuovi riti di massa della modernità, come la polizza che il Giro d’Italia stipula con Reale Mutua assicurandosi per un milione se cadevano più di due millimetri di pioggia durante la tappa del 22 maggio 1958. Mentre l’Associazione Archivio Storico Olivetti ci riporta all’origine stessa del concetto di “cultura d’impresa” commenta Sergio Toffetti.

I Musei d’impresa, mettendo in mostra la storia della produzione industriale, raccontano anche i rapporti sociali e l’evoluzione dell’immaginario che continua fino a oggi, attraverso i documentari, i romanzi, i premi come “Biella Letteratura e Industria”, il lavoro di ricerca dell’università, le nuove forme di “emersione degli archivi” create da Promemoria, e attraverso gli stessi allestimenti museali – di cui parlerà, tra altri, l’Architetto Benedetto Camerana – che nascono come ulteriore forma di narrazione della storia e del mito dell’Era Industriale: basti pensare alla museografia di produzioni iconiche come l’automobile e il cinema.

Perché pensare un museo d’impresa significa trasformare la storia del lavoro in memoria per le nuove generazioni, per poi rilanciare la memoria sedimentata in nuova progettualità per il futuro.

ismel.it/industriasimostra

Per informazioni: segreteria@ismel.it

uBroker conquista il Credit Reputation Award per il quarto anno consecutivo

 

Il riconoscimento di CentraleRisk SpA di Milano Finanza premia le aziende più affidabili nel rapporto con il sistema bancario e finanziario.

 

Per il quarto anno di fila, uBroker Spa si distingue tra le aziende più affidabili nel rapporto con il sistema bancario e finanziario, aggiudicandosi il prestigioso Credit Reputation Award assegnato da CentraleRisk SpA di Milano Finanza.

L’azienda, nata come start-up e oggi consolidata realtà nel settore delle utilities per privati e PMI, conferma così il suo percorso di crescita virtuoso, basato su solidità finanziaria e affidabilità nei rapporti con gli istituti di credito. Questo riconoscimento attesta il percorso virtuoso di crescita di uBroker, che ha saputo rafforzare la propria presenza nel mercato dell’energia grazie a un modello di business innovativo e vantaggioso per i clienti.

Un riconoscimento di prestigio

Il Credit Reputation Award premia le imprese più performanti nei rapporti con il sistema bancario. L’edizione 2025 ha visto la partecipazione di oltre 100 aziende con fatturati compresi tra 5 milioni e oltre 3 miliardi di euro. Solo le realtà con una valutazione tra AAA e BBB investment hanno ottenuto il riconoscimento.

A ritirare il premio per uBroker sono stati Giuliano Favaro, Financial Controller, e Fabiana Peressotti, General & Corporate Affairs Specialist. La loro presenza ha testimoniato l’impegno di un team affiatato e guidato con competenza dal CFO Angelo Sidoti, membro del Consiglio di Amministrazione della società fondata nel 2015 da Cristiano Bilucaglia e Fabio Spallanzani.

Oltre 130 aziende premiate

Nel 2025, più di 130 aziende italiane hanno ottenuto il Credit Reputation Award, dimostrando un approccio solido e strategico nel rapporto con il credito. Il premio viene assegnato sulla base di un’analisi tecnica dei dati 2024 della Centrale dei Rischi di Banca d’Italia ed è patrocinato dalle principali associazioni di categoria, tra cui ANDAF, AITI, ACMI e ACEF, con il supporto di partner come MasterCard, 4Planning, Noverim e WB Advisors.

Un traguardo che guarda al futuro

Oltre ai risultati finanziari e alla solidità creditizia, uBroker si distingue anche per il suo impatto diretto sui clienti. In più di dieci anni di attività, con oltre 50 milioni di euro di sconti erogati, l’azienda dimostra un impegno concreto nel rendere l’energia più accessibile e sostenibile per famiglie e imprese.

Questo riconoscimento è una conferma importante e uno stimolo a rafforzare ulteriormente il nostro rapporto con il mondo del credito. Essere un’azienda sana e affidabile significa affrontare al meglio le sfide di un mercato in continua evoluzione, dove la fiducia è il motore delle relazioni di successo, sia in ambito B2B che B2C”, commenta con soddisfazione Cristiano Bilucaglia, fondatore e presidente di uBroker Spa.

Con questo nuovo riconoscimento, uBroker si conferma tra le aziende più solide e trasparenti nel panorama finanziario italiano, proseguendo il suo percorso di crescita e innovazione.

 

Rivoli, Lega “per una mobilità efficiente, inclusiva e sostenibile”

Una città dinamica ha bisogno di un trasporto pubblico all’altezza. Con la mozione della Lega, emendata e approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale, Rivoli si prepara a rivoluzionare la propria mobilità urbana, puntando su soluzioni concrete per migliorare collegamenti, accessibilità e sostenibilità.

Basta disservizi, basta ostacoli! La nostra proposta prevede il potenziamento delle linee tra i quartieri, nuove soluzioni di mobilità ecologica e una maggiore attenzione alle persone con disabilità e alle fasce più fragili. Meno traffico, meno inquinamento, più efficienza: un trasporto pubblico che funzioni davvero e semplifichi la vita quotidiana dei cittadini.

“Abbiamo portato in Consiglio una proposta chiara e ambiziosa, e il sostegno unanime dimostra che questo tema è una priorità per tutti. Ma non ci fermiamo qui: ora vogliamo i fatti! La Lega sarà in prima linea per trasformare le parole in azioni concrete e assicurare a Rivoli un futuro all’altezza delle sue esigenze” – ha dichiarato Laura Adduce, consigliere comunale e segretario della Lega di Rivoli.

La mobilità è il motore di una città che guarda avanti. Con questa mozione, Rivoli compie un passo decisivo verso un futuro più connesso, moderno e accessibile a tutti. La Lega c’è e continuerà a battersi affinché il cambiamento sia tangibile, concreto e veloce!