ilTorinese

Morta la donna investita da un bus a Torino

E’ deceduta ieri sera in ospedale al Cto la donna investita da un bus Gtt tra via Duchessa Jolanda e corso Inghilterra a Torino.

Le condizioni della 67enne si erano aggravate dopo l’incidente ed è  stato necessario amputarle una gamba. Nonostante l’intervento non è stato possibile salvarla.

Tappa Pinerolo-Valloire del Tour de France, riunione operativa

Si è svolto  ieri al quarantesimo piano del Grattacielo Piemonte, l’incontro operativo con i sindaci dei comuni della provincia di Torino attraversati dalla tappa Pinerolo-Valloire del Tour de France.

A partecipare all’appuntamento sono stati i 13 primi cittadini di Pinerolo, Porte, Villar Perosa, Pinasca, Perosa Argentina, Roure, Fenestrelle, Usseaux, Pragelato, Sestriere, Sauze di Cesana, Cesana Torinese e Claviere che si sono confrontati con il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessore allo Sport, Fabrizio Ricca e i dirigenti regionali.

Il Piemonte è protagonista del Tour de France 2024 con due tappe: il 1° luglio con la Grande Partenza da Piacenza a Torino, il giorno successivo, il 2 luglio con quella da Pinerolo verso la Val Chisone e le Valli Olimpiche prima di passare il confine e arrivare in Francia. Il Tour, un grande evento di respiro mondiale, è per tutti i comuni della valle – che lavoreranno insieme all’interno della cabina di regia regionale – un’importante occasione di promozione.

I dati del ministero francese sulle edizioni del passato consentono di stimare fino a 15 milioni di euro le ricadute economiche dell’evento sul territorio. La carovana che segue il Tour, infatti, è composta da 4.500 persone (di cui 1.800 appartenenti alle squadre in gara e gli altri 2.700 addetti alla logistica e giornalisti). Un’importante mole di addetti ai lavori che da sola, nei giorni di gara, andrà a occupare 1/3 della disponibilità delle camere d’albergo di Torino e cintura per un valore stimato di circa 650.000 euro. A questi andranno aggiunti turisti e appassionati che negli stessi giorni sceglieranno il Piemonte per le loro vacanze approfittando dell’arrivo della tappa del TDF.

“Siamo convinti che i grandi eventi siano occasione di sviluppo e volano per l’economia del turismo grazie alla visibilità internazionale e all’impatto sul territorio – dichiarano il Presidente Alberto Cirio e l’Assessore allo Sport Fabrizio Ricca -. Per questo come Regione abbiamo lavorato per portare in Piemonte, grandi competizioni sportive: insieme alle Atp Finals, al Giro d’Italia, il Tour de France rappresenta infatti uno degli appuntamenti più attesi del calendario 2024 e siamo al lavoro con gli amministratori locali e tutti i soggetti coinvolti per organizzarli al meglio. Investire nello sport, tra l’altro, significa investire nella promozione di uno stile di vita sano, diffuso e condiviso”.

Morto bimbo di nove anni investito da un treno vicino a Torino

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Un bimbo moldavo di nove anni, allontanatosi dalla comunità che lo ospitava, è morto investito da un treno sulla linea Chivasso-Alessandria nella frazione Borgo Revel di Verolengo.

Nel pomeriggio di lunedì Trenitalia ha attivato un servizio di bus in sostituzione dei treni soppressi per il blocco della linea.

Un’ex gioielleria confiscata alle mafie va alla Città

Il Comune di Torino acquisirà a titolo gratuito dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità un immobile in via Rossana 24 a Torino, confiscato alle mafie.

Lo prevede la deliberazione proposta dalla vicesindaca Michela Favaro, approvata all’unanimità (32 voti favorevoli su 32 consigliere e consiglieri presenti) nella seduta del Consiglio Comunale di ieri.

Si tratta di un ex locale commerciale (gioielleria) collocato al piano terreno dello stabile di via Rossana 24, costituito da un locale adibito alla vendita, un retro e uno spazio al piano interrato, della consistenza di circa 60 circa mq (superficie catastale di 90 mq).

La Città di Torino – dichiara la vicesindaca Michela Favaro – ha scelto di acquisire, ogni volta che ciò sia possibile, gli immobili confiscati alla mafia poiché crede nella valenza politica di restituire alla collettività un immobile in precedenza in mano alla criminalità organizzata. L’intenzione del Comune è di destinare questo immobile ad uso associativo, dandolo in concessione a titolo gratuito, per la realizzazione di attività sociali e culturali senza fine di lucro”.

In aula hanno annunciato il proprio voto favorevole al provvedimento Luca Pidello (PD), Andrea Russi (M5S) e Giuseppe Catizone (Lega).

Il provvedimento è stato presentato il 15 gennaio  in una seduta delle Commissioni Prima e Legalità, presieduta da Anna Borasi (PD).

Al via i carnevali in tutto il Piemonte

Al via il Carnevale 2024, che è  iniziato ad Agliè domenica 14 gennaio scorso. Domenica, infatti, archiviate le festività  natalizie,  visto che la Pasqua anticipata nel 2024 cadrà a fine marzo, ad Agliè è  già  stato tempo di carnevale. In Alto Canavese il primo appuntamento con maschere e coriandoli è  stato con lo storico Carluvà d’Ajè, organizzato dall’associazione carnevale Alladiese, con il patrocinio del Comune, giunto alla sua 42esima edizione. Alle 14.30 di domenica, nel salone Franco Paglia, è andato in scena il carnevale dei bambini, animato dal mago Raffaele. Giovedì 18 sarà  la volta della presentazione dei conti di San Martino 2024, che saranno accolti dalle note dei pifferi di Arnad. Molti gli appuntamenti previsti, quali la cena carnevalesca, agape self service, servizio bar, musica con il duo Cinzia e Eric, serata latino americana con Antonella e le star band. Organizzatore e cerimoniere Armando Scavarda. Domenica 21 momento clou dei festeggiamenti.  Alle 11.15 nella chiesa parrocchiale verrà  celebrata la messa alla quale parteciperanno i Conti di San Martino e il gruppo storico in costume. Al termine della fusione religiosa, benedizione e distribuzione dei fagioli grassi. Nel pomeriggio pifferi e tamburi di Arnad daranno il la’ alla sfilataallegorica con la partecipazione dei conti, del gruppo storico, delle bande musicali, delle majorette e sbandieratori  e dei carri allegorici. Il tutto terminerà nel salone Paglia con il rogo dell’Oloch.

Secondo la tradizione,  se Agliè  rappresenta il primo carnevale, San Giusto costituirà l’ultimo, tra i due i carnevali di San Benigno Canavese, quello di Carmagnola e quello di Susa.

La parte più  consistente dei Carnevali sarà concentrata nel Canavese, a Ivrea e Chivasso. A Ivrea già  sabato 6 gennaio si è  avuto il ritrovo dei Pifferi e Tamburi, con la marcia di apertura del carnevale nelle vie del centro cittadino, seguita dall’investitura ufficiale del Generale 2024, nell’androne del palazzo Municipale. Dopo il saluto dei Credendari al magnifico Podestà , il corteo del gruppo storico dei Credendari è  partito verso la cappella dei Tre Re al monte Stella.

Domenica 28 gennaio sarà  la terzultima domenica di carnevale e, dopo la distribuzione dei fagioli grassi presso le Fagiolate diBellavista e San Giovanni, vi sarà  la visita del Generale, dello Stato maggiore, dei pifferi e dei Tamburi alle fagiolate e la successiva presa in consegna del libro dei verbali in piazza Freguglia, il libro dei verbali sul quale dovranno essere annotati tutti gli accadimenti del Carnevale. Seguirà una cerimonia militaredella consegna all’alfiere dello Stato Maggiore all’inizio di ogni campagna  e il banchetto inaugurale del generale e del brillante Stato Maggiore. Seguirà l’alzata degli Abbà. Il corteo, preceduto dall’ufficiale addetto alle bandiere, si reca presso l’abitazione dei piccoli priori dei rioni di San Grato, San Maurizio, Sant’Ulderico, San Lorenzo e San Salvatore. Gli aiutanti in campo sollevano l’Abbà dal balcone mostrandolo alla folla al suono di pifferi  e tamburi, mentre il Generale saluta militarmente.

Giovedì  grasso, 8 febbraio, il sindaco affida simbolicamente i poteri civili della piazza al generale, imponendogli la fascia bianca e rossa, indossata dalla spalla destra al fianco sinistro, annodandola sul medesimo dopo un giro orizzontale sui fianchi. Tutti i cittadini presenti in piazza devono indossare un berretto frigio che dalla domenica sarà indispensabile per non essere fatti oggetto del getto d’arance. Seguirà  la visita del Generale e dello Stato Maggiore alla Fagiolata di via Palma.

Sabato 10, sabato di carnevale alle 11, dopo la visita del generale, del sostituto gran Cancelliere e dello Stato maggiore alle autorità militari,  vi sarà  la parata di scorta della mugnaia con presentazione del gruppo alla cittadinanza in piazza Ottinetti e alle 12 la presentazione della scorta d’onore della Mugnaia al generale in piazza di città.  Dopo la parata nelle vie del centro storico la scorta d’onore della Mugnaia, deposta la bandiera del primo battaglione Cacciatori della repubblica cisalpina ed assunta quella della scorta, confluirà sotto il comando del generale.

Alle 21 si terrà  la presentazione della vezzosa Mugnaia dalla loggia esterna del palazzo Municipale.  La mugnaia, dopo aver indossato il tradizionale abito bianco, si trasferirà dall’ufficio del Sindaco alla sala Dorata, dove le viene appuntata sulla sciarpa verde la spilla con Pala e Pich su coccarda rossa, omaggio del generale. Al suono del Campanone, il sostituto darà lettura di nomina e all’atto della proclamazione la mugnaia uscirà sul balcone centrale del palazzo per ricevere l’abbraccio della città. Seguirà  la marcia del corteo storico, fiaccolata goliardica e sfilata della squadra degli aranceri a piedi in Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia. Seguiranno alle 22.30 una spettacolo pirotecnico sul Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia e il ballo in piazza di Città.

Domenica 11 febbraio, dopo il giuramento di fedeltà  del magnifico podestà  e la visita della Mugnaia alla Fagiolata benefica del Castellazzo, il podestà  al Castellazzo scalzerà la pietra per la preda in Dora dai ruderi con l’antico martello di rame.

Alle 13 vi sarà l’inquadramento dei carri da getto in corso Massimo D’Azeglio per verifiche e controlli; verranno controllati tutti i cavalli, il loro stato fisico, la correttezza delle ferrature agli arti e poi i controlli passano ai carri, che devono avere pronta la documentazione di bordo. Alle 14 inizia la marcia del corteo storico, cui seguirà la battaglia delle arance. Le nove squadre a piedi daranno vita alla battaglia delle arance con i tiratori sulle paroliere e i Tiri a quattro,  suddivisi su due percorsi, interno ( piazza Ottinetti e piazza di Città) ed esterno ( Borghetto, piazza del Rondolino, passando da Lungo dora e piazza Freguglia).

Lunedì 12 febbraio il generale, preceduto dagli alfieri e dai pifferi e dai tamburi, scortato dallo stato maggiore, accompagnerà una coppia di sposi dell’anno in ogni rione sul luogo dove sarà innalzato lo scarlo. Il sostituto gran cancelliere,  su di uno sgabello a forma di tamburo, darà lettura del verbale della cerimonia e gli sposi daranno ciascuno un colpo sul terreno nel punto destinato allo scarlo.

Martedì 13 febbraio  si terrà  la battaglia delle arance, preceduta dalla marcia del corteo storico e sfilata dei gruppi storici ospiti. Alle 17.45 verranno premiate le squadre di arancieri e dei carri da getto in piazza di Città e alle 20 partirà il corteo storico per l’abbruciamento degli scarlo nelle parrocchie di San Maurizio, Sant’Ulderico e San Lorenzo. Si terrà  anche l’abbruciamento dello scarlo della parrocchia San Salvatore alla presenza della Vezzosa Mugnaia in piazza di Città.

Il mercoledì delle ceneri si terrà la tradizionale distribuzione di polenta e merluzzo promossa dal comitato della  Croazia polenta e merluzzo in piazza Lamarmora.

Si chiama  “Carnevalone” quello di Chivasso, per l’imponente  sfilata che si tiene lungo le vie della città.  La bela Toleraquest’anno è  Simona Isnardi, figlia dell’Abbà del carnevale edizione 2016 Carlo Isnardi e già dama del cavaliere, mentre  l’Abbà è  Marcello Sesia, già alfiere del Carnevale 2000 con la bela Tolera Silvia Pontinia.

A Torino un carnevale storico e molto particolare è  quello del quartiere Borgo dora, dove vi è  il mercato del balon. La maschera storica si chiama Rusnenta, nome che in piemontese significa arruginita. Con il Danseur del Pilon ci saranno anche Gianduja e Giacometta de la Famiija Turineisa.

La Rusnenta è,  infatti, lo storico nome che si dà al Carnevale del balon, giunto alla sua sesta edizione, organizzato dall’associazione torinese del balon di Porta Palazzo in collaborazione con la FamijaTurineisa. Clou dell’evento sarà  nel cortile del Maglio, dove verrà premiato il gruppo mascherato più bello.

A Torino si terrà anche una sfilata al Parco della Pellerina, cui possono aderire gruppi mascherati, scuole di ballo, formazioni in costume,  carri allegorici.

Sfilata di apertura  il 20 febbraio in centro alle 15 e il 21 carnevale dei bambini al Valentino.

 

Mara Martellotta

“Fame – Saranno famosi”, il musical che continua ad appassionare intere generazioni

Da giovedì 18 gennaio, sul palcoscenico del teatro Alfieri

Il film, in primo luogo, del 1980, una ricca stagione cinematografica dentro cui ritagliarono i propri spazi titoli prestigiosi, il luciferino “Shining” e “Toro scatenato”, il tormentato “Cancelli del cielo”, in cui Redford volava verso gli Oscar con la sua opera prima “Gente comune” e Fellini consegnava un’imperfetta “Città delle donne”, “Il grande uno rosso” di Samuel Fuller e Truffaut con “L’ultimo metrò”, in cui esordiva Almodovar e Richard Gere squadernava le voglie delle signore bene di Los Angeles con “American Gigolo”; e ancora David Lynch, Scola, Woody Allen, Verdone. E parecchi altri. Epoca di successi, di capolavori e di botteghini e produttori soddisfatti, nella quale un record economico non spingeva ad aprire dibattiti e intonare alleluja di ringraziamento. Nell’area dei successi s’inseriva a ragione, acclamato e seguitissimo, “Fame”, dilatato da noi con “Saranno famosi”, alla regia un ispirato Alan Parker – regista pronto a passare dalla tragedia del giovane Billy Hayes rinchiuso nelle carceri turche in “Fuga di mezzanotte” a “Birdy” e i traumi che la guerra in Vietnam ha lasciato in certi ragazzi, dall’odio razziale nel profondo Sud di “Mississipi Burning” al musical “Evita” con Madonna – ad impaginare le audizioni e i sogni e le grandi aspirazioni, i dolori e gli amori e i fallimenti di un gruppo di ragazzi, ballerini cantanti e attori, ritratti nei quattro anni di percorso nelle aule della prestigiosa High School of Performing Arts di Manhattan, a mostrare la grinta e la fatica di ogni giorno, a descrivere anche tra le aule della scuola quanto di “american dream” c’era in quei ragazzi che con ogni mezzo aspiravano ad un futuro. Una formidabile colonna sonora di Michael Gore e una canzone cardine, “Fame” appunto, cantata da Irene Cara, che abbracciarono due statuette agli Oscar (sei le nomination, tra cui quella per un’altra canzone, “Out Here on My Own”). Era difficile non portarsi a casa i sentimenti di Leroy Johnson, infanzia difficile e solitaria e rapporti disastrosi con gli insegnanti, di Coco Hernandez vero esempio di caparbietà, di Bruno Martelli e della sua voglia di esibirsi al pianoforte, dell’aspirante attrice insicura, Doris, e del talentuoso Montgomery. I ritmi nella sala prove e la musica che si riversa nelle strade, il saggio di fine corso che prende le mosse dal precedente “A Chorus Line”.

Quell’immenso successo spinse i produttori a dar vita alla serie che avrebbe occupato le tivù per 136 episodi, lunga sei stagioni tra il 1982 e l’87 (da noi, sull’antica Rai 2, tra il gennaio 1983 e il gennaio 1989, inizialmente la domenica sera, poi in estate, nella fascia del dopo pranzo), qualcuno dei ragazzi a mantenere il proprio ruolo (Lee Curreri fu ancora Martelli, Gene Anthony Ray ancora Leroy) e altri a dire basta, come Irene Cara che cercò altre strade, come il cinema o i concerti, o una soap opera lunga cinque anni, che era più o meno lo specchio della sua vita, come il successo mondiale del brano “Flashdance… What a Feeling” che nel 1984 la portò ancora all’Oscar per la miglior canzone. Nuove facce, nuove voci, nuove problematiche in un mondo che stava cambiando tremendamente in fretta, nuovi successi cercati: anche una certa Louise Veronica Ciccone si presentò un giorno per entrare a far parte della serie e fu scartata. Curreri non ha mai smesso di creare note, qualcuno si perse, la rabbia di Gene Anthony Ray (Leroy) si riversò nella droga, nell’incostanza, nella ribellione, nei falsi progetti, nonostante un rifugio e l’interessamento di molti trovati in Italia.

Fame” continuava ad essere un fenomeno leggendario, un monumento, un’eccellente macchina dello spettacolo, un esempio da seguire per i molti che intraprendevano quella strada. Ecco che, nel 1988, a Miami, quello che già era stato il produttore del film, David De Silva, pensò di portare la propria creatura in palcoscenico: ne avrebbe decretato il successo in tutto il mondo e per sempre. Ultima tappa di un così lungo percorso artistico, ecco che, oggi, una grande produzione debutta a Torino, al teatro Alfieri – confermandosi in tal modo le promesse fatte da Fabrizio De Biase ad inizio stagione, di portare a Torino le eccellenze e le migliori produzioni, “Cabaret” d’inizio stagione non era stato che il biglietto da visita – da giovedì 18 gennaio (sino a domenica 28, per intraprendere poi una lunga tournée in giro per tutta l’Italia, da Milano a Cosenza a Trieste, da Trento a Napoli a Bari, da Bologna a Firenze a Roma, numerose alzate di sipario sino al maggio prossimo), “Fame” nella versione firmata da Luciano Cannito, che riunisce la lunga esperienza di regista e coreografo (lo affianca Fabrizio Prolli) internazionale, uno spettacolo dove in un ritmo travolgente, capace di coinvolgere con qualche minimo aggiornamento ogni generazione (quelli che con intensità si lasceranno nella memoria accompagnare dalle immagini conosciute un tempo sullo schermo, come quelli che per la prima volta non potranno non essere toccati dalla storia e dal suo ritmo indiavolato), in una colonna sonora arricchita di nuovi brani, si alterneranno canto, danza, recitazione, musica.

Le scene sono firmate da Italo Grassi e i costumi vedono la firma di Veronica Iozzi, la direzione musicale è di Giovanni Maria Lori (una lunghissima carriera di direttore e supervisore musicale, direttore d’orchestra, autore interno Mediaset e insegnante di canto ad “Amici” di Maria De Filippi, arrangia tra gli altri per Francesco Sarcina e i Maneskin, nel 2017 ha arrangiato il medley cantato da Robbie Williams per “XFactor”), gli arrangiamenti musicali sono di Raffaele Minale, Franco Poggiali, Angelo Nigro e Maurizio Sansone, tutte figure di spicco nell’universo del musical, del teatro e degli show pop internazionali. Le liriche sono di Jacques Lévy e le musiche di Steve Margoshes, la canzone dell’Oscar la si deve al duo Dean Pitchford e Michael Gore. Ad incanalare come insegnanti i ragazzi nelle varie discipline, sul palcoscenico ecco gli apprezzatissimi Barbara Cola (Miss Sherman), Lorenza Mario (Miss Bell), Stefano Bontempi (Mr. Sheinkopf) e Garrison Rochelle (Mr. Myers), uomo di spettacolo a tutti noto che trasporta con grande simpatia il proprio ruolo dalla televisione al palcoscenico. E poi ci sono i ragazzi, quelli che sera dopo sera esploderanno in quella bravura che è nella speranza di tutti possa manifestarsi in questo come in cento altri spettacoli che dovranno affrontare: c’è Alice Borghetti (Carmen), Flavio Gismondi (Nick), Ginevra Da Soller (Serena), Alfredo Simeone (Joe), Michelle Perera (Mabel), Raymond Ogbogbo (Tyrone), Giuseppe Menozzi (Shlomo), Greta Arditi (Iris), Arianna Massobrio (Grace) e Claudio Carlucci (Goody). Ognuno a percorrere, tappa dopo tappa, la strada verso un beneaugurante “saranno famosi”. E per chi voglia applaudirli al di fuori del teatro, è in programma ancora un flash mob, entusiasmante come il precedente in piazza Castello, sabato 20 gennaio, tra le 15,30 e le 16, presso il Centro Commerciale Lingotto. Buon (assicurato) divertimento!

Elio Rabbione

Nelle immagini: il manifesto dello spettacolo, momenti del film di Alan Parker e “gli insegnanti” della “High School Performing Arts di Manhattan” (da sinistra, Stefano Bontempi, Barbara Cola, Garrison Rochelle e Lorenza Mario, con al centro Luciano Cannito).

30 nuovi minibus elettrici nella flotta di GTT

La flotta GTT si arricchirà a breve di nuovi veicoli elettrici di piccole dimensioni, che saranno utilizzati per realizzare quanto previsto dal piano Nuovo Trasporto Torino in relazione alla riprogettazione delle linee STAR nel centro cittadino.

L’azienda ha infatti aggiudicato la gara per l’acquisto dei veicoli che prevede un primo lotto di 22 mezzi e la possibilità di acquistarne altri 8. L’aggiudicazione è stata possibile grazie alle risorse del PNRR assegnate alla Città di Torino.

 

La fornitura è stata vinta da INDCAR, azienda leader nel settore dei minibus in Europa, con sede in Spagna.
Il modello scelto è elettrico e-B6, un minibus di 6 metri. Si tratta di un prodotto con oltre 200 chilometri di autonomia in grado di trasportare fino a 33 passeggeri, molto compatto e con una grande manovrabilità, vista la necessità di transitare nelle strade del centro storico.
Nel mese di dicembre 2023, il minibus elettrico ha effettuato test reali nella città di Torino con il team tecnico di INDCAR, sui percorsi definiti dalla GTT per valutare le prestazioni del veicolo nelle zone più complicate o di difficile accesso.
“Il progetto di transizione ecologica di GTT vuole essere completo e toccare tutte le tipologie di servizio. Per questo, alla grande fornitura di bus standard, normali e articolati, abbiamo affiancato l’acquisto di veicoli di piccole dimensioni, adatti a servire una zona cruciale come il centro storico e a gestire il nuovo progetto di linee Star per rendere il centro cittadino raggiungibile con il mezzo pubblico, in modo capillare e con veicoli ad impatto zero” spiega Serena Lancione, Amministratore Delegato di GTT.
L’e-B6 si presenta come un’alternativa sostenibile nel trasporto pubblico urbano progettato per brevi tragitti dal centro della città, “Lavoriamo per offrire sempre soluzioni innovative e sostenibili, e con l’e-B6 contribuiamo nel segmento dei minibus di meno di 6 metri per la decarbonizzazione delle città, come è in questo momento, Torino, e speriamo che possano essere anche molte altre località, dichiara Gaël Queralt, CEO di INDCAR. “Siamo molto orgogliosi di essere stati selezionati da GTT per la fornitura di questi 30 minibus”, aggiunge il manager.
La consegna del primo lotto di contratto con GTT a Torino sarà di 10 unità e avverrà alla fine del 2024 e il resto di 12 unità sarà all’inizio del 2025.

 

Altri tremila metri quadri per la ricerca a Candiolo

 

Il 2024 per l’Istituto di Candiolo – IRCCS inizia nel segno dellaricerca. Sono infatti terminati i lavori del Primo Lotto del Piano di Sviluppo “Cantiere Candiolo” realizzato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro per sostenere le attività di cura e ricerca oncologica dell’Istituto di Candiolo – IRCCS.

Sono tre i nuovi interventi realizzati. Il primo è Oncolab, nuovo spazio di 3mila metri quadrati dedicati alla ricerca, dove si studieranno nuove soluzioni farmacologiche per la cura delcancro. Con i 3mila metri quadrati dell’Oncolab gli spazi dedicati alla ricerca dell’Istituto di Candiolo – IRCCS crescono e arrivano a 13mila totali.  Oncolab si estende su 3 piani, e ospita 15 nuovi laboratori all’avanguardia, che si  aggiungono ai 39 già esistenti all’interno di Candiolo e che consentono di implementare gli studi sull’oncologia di precisione e personalizzata. Vi lavoreranno circa 30 persone tra ricercatori e personale tecnico. La struttura consente di rendere ancora più proficuo e veloce il dialogo diretto fra ricerca e clinica, attraverso l’integrazione di diverse disciplinescientifiche e l’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate per offrire ai pazienti ulteriori possibilità di cura e guarigione.

Questo primo traguardo del piano di sviluppo “Cantiere Candiolo” comprende anche il secondo intervento, Recycle Lab – che sottolinea l’attenzione particolare che l’Istituto di Candiolo IRCCS pone

sulle importanti tematiche igieniche, ambientali e di sostenibilità- e il terzo intervento, la nuova Centrale Tecnologica. I lavori di progettazione e di realizzazione sono iniziati durante la pandemia e sono durati circa 30 mesi, impegnando 300 persone tra operai, maestranze e tecnici.

Questo investimento conferma anche la volontà della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di far sì che l’Istituto continui ad essere un riferimento italiano e internazionale per le cure, le sperimentazioni cliniche e l’attenzione ai pazienti, come ha anche certificato l’OECI (Organisation of European Cancer

Institute) attribuendo a Candiolo lo status di “Comprehensive Cancer Centre”, che rappresenta il riconoscimento più prestigioso nella classificazione dei centri dedicati alla ricerca e cura del cancro.

Infine ad aprile entrerà in funzione una nuova Tomotherapy di ultima generazione, che fa seguito a quella installata in aprile 2023, per un ulteriore investimento di circa 7 milioni di euro. Le nuove Tomotherapy sono apparecchiature più efficaci, più efficienti, con una qualità

superiore delle immagini, e che consentono cicli di terapia più veloci, a tutto vantaggio dei pazienti.

Per sottolineare questo significativo impegno la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro coglie l’occasione per presentare un refresh della sua immagine visiva, una scelta nel segno della continuità e del suo DNA, con uno sguardo rivolto al futuro e ai nuovi pubblici. È online il nuovo sito www.fprconlus.it che valorizza i contenuti di cura e ricerca sul cancro, e rende più semplice la fruibilità per i sostenitori.

“La ricerca oncologica sta attraversando una fase determinante, i prossimi anni vedranno importanti risultati nell’ambito delle terapie personalizzate. La spinta ad andare avanti con sempre maggior determinazione – dichiara Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro- ci arrivadalla vicinanza di migliaia di persone, donatori, imprese e istituzioni che da oltre 37 anni continuano a sostenerci. Ma certi traguardi non si sarebbero potuti raggiungere senza l’impegno delle 800 persone che lavorano ogni giorno in Istituto con competenza e umanità verso i pazienti”.

Per Gianmarco Sala, Direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, “La fine dei lavori del Primo Lotto di Cantiere Candiolo è un risultato importante raggiunto nonostante lapandemia e lo scenario generale complesso, permettendo ai ricercatori e medici di avere nuovi innovativi strumenti nella sfida contro il cancro e renderlo sempre più curabile”.

Disturbi alimentari, in piazza per l’applicazione della legge

A Torino in piazza Castello venerdì 19 gennaio alle 15 davanti all’ex palazzo della Regione

IL MOVIMENTO LILLA, UNIONE DEGLI UNIVERSITARI, RETE STUDENTI MEDI E CHIEDIMI COME STO SCENDONO NELLE PIAZZE DI TUTTA ITALIA PER CHIEDERE L’ATTUAZIONE DELLA LEGGE 234 ART.1 COMMA 687-689 SUI DISTURBI ALIMENTARI.

Caro direttore, scendiamo in piazza, perché di disturbi alimentari si muore, oggi più di ieri.
E se non facciamo nulla, si morirà domani più di oggi.
Perché i casi sono triplicati dopo il Covid ma i posti per curarsi sono sempre gli stessi, anzi. Stanno per diminuire.
È per questo che il Movimento Lilla, insieme all’Unione Degli Universitari, Rete Studenti Medi e Chiedimi Come Sto scenderà in piazza il 19 Gennaio 2024 in tutta Italia, chiedendo una vera progettualità, ovvero l’attuazione della legge 234 art.1 comma 687 689 del 2021 che stabilisce un’area specifica all’interno dei L.E.A. per i DAN.
Qualcosa che vada oltre un fondo che, in ogni caso, oggi non c’è più.
Il Fondo per il Contrasto dei Disturbi dell’Alimentazione venne istituito con la legge di bilancio del 2021, dopo la manifestazione organizzata dal Movimento Lilla l’8 ottobre del 2021. La richiesta del Movimento Lilla era un’altra, quella di scorporare i DAN dalle malattie psichiatriche nei L.E.A. e di assegnargli congiuntamente un budget a se stante, per permettere ad ogni regione di dotarsi dei livelli essenziali di assistenza per queste malattie.
Il Fondo per il Contrasto dei Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione non è stato rinnovato nell’ultima legge di bilancio.
Questo significa che all’interno del S.S.N. ci saranno sempre meno posti per la cura, sempre meno professionisti sanitari, sempre meno luoghi dedicati alla cura dei disturbi alimentari.
Il Fondo doveva essere un cerotto per arginare l’epidemia in atto, un ponte che doveva traghettarci verso la vera soluzione, ovvero il riconoscimento dei DAN come malattie degne di percorsi di cura dedicati e autonomi.
Questo non perché i DAN non siano malattie psichiatriche. Lo sono. Ma sono malattie che, per la loro natura peculiare, non si possono curare in un reparto di psichiatria o in una clinica psichiatrica ma necessitano di reparti e strutture apposite.
Anche i numeri ce lo dicono: i DAN colpiscono più di 4 milioni di persone e causano 4000 morti accertate ogni anno. Nonostante fossero largamente insufficienti a fronteggiare un’epidemia di questa portata, i 25 milioni del Fondo hanno permesso a molte Regioni di progettare formazione, di sostenere la spesa di operatori e individuare nuove risorse di cura.
Progettare vuol dire guardare lontano, contando su investimenti continui che invece sono stati tranciati.
Avere questa continuità negli investimenti avrebbe generato continuità e possibilità terapeutica anche in territori di prossimità. Col taglio si genereranno solo pericolose interruzioni terapeutiche. Le liste d’attesa – che già arrivano a un anno – aumenteranno.
Perché non c’è una politica che abbia investito nella tutela della salute mentale e fisica dei suoi cittadini e cittadine. Investire nella cura di queste malattie vuol dire investire nella vita di generazioni che rischiano di essere malate a lungo termine. O di morire prematuramente per malattie curabili.
Le piazze che hanno aderito ad oggi sono: Roma, Milano, Genova, Torino, Grosseto, Firenze, Bologna, Ancona, Palermo, Cagliari, Trieste, Lecce, Bari, Catania, Catanzaro, Sassari, Napoli, Perugia, Rimini, Modena, Verona, Vicenza, Padova, Cremona, Crema ma l’elenco è in continuo aggiornamento.

 

Il Festival di Sanremo in bianco e nero

“Non ha l’età”, il Festival di Sanremo in bianco e nero, a cura del giornalista e critico televisivo Aldo Grasso, dal primo febbraio al 12 maggio alle Gallerie d’Italia a Torino. Ben 85 fotografie provenienti dall’Archivio Publifoto Intesa San Paolo sul Festival che ritraggono i “fuoriscena”: cantanti durante le prove, le passerelle degli artisti in giro per Sanremo, gli autografi, il pubblico e situazioni curiose nell’ambito della manifestazione.

Sanremo ha visto passare generazioni di cantanti, italiani, stranieri, diventati famosi, altri ritornati nell’anonimato. Il microfono del Festival ha di fatto ogni anno dato l’annuncio, sin dagli inizi nel 1951, delle nuove mode, delle tendenze, e poi del nuovo modo di intendere lo spettacolo. La mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative di valorizzazione dell’Archivio Publifoto, costituito da oltre sette milioni di fotografie dell’Agenzia Fondata nel 1937 da Vincenzo Carrese.

L’Archivio è stato acquistato da Intesa San Paolo nel 2015 con una operazione che ne ha evitato la dispersione ed ora è  curata e gestito dall’Archivio Storico presso le Gallerie d’Italia di Torino in piazza San Carlo. Grazie alla media partnership con la Rai l’esposizione sarà inoltre arricchita da contributi video – sonori in collaborazione con RaiTeche.

Tuffarsi negli anni del Festival passati è  un tuffo nella nostalgia di come eravamo e come pensavamo la vita di tutti i giorni. C’è stato anche un momento in cui il mito del Festival di Sanremo sembrava definitivamente tramontato. È stato alla metà degli anni ’70, quando nemmeno più le telecamere della Rai, che lo avevano praticamente tenuto a battesimo, ritennero quasi necessario fare il loro ingresso nel Salone delle feste del Casinò.

 

Ma gli italiani, che pure a ogni edizione ne dicono puntualmente peste e vituperio, guai a toccarglielo il buon vecchio Festival della Canzone italiana, nato in una gelida sera di gennaio di settanta e passa anni fa.

Igino Macagno