ilTorinese

Inaugurata la sede CRI di Cavagnolo

È stata inaugurata la nuova sede della CroceRossa a Cavagnolo (TO), una delegazione del Comitato di Lauriano. Alla presenza del Presidente Regionale CRIPiemonte Vittorio Ferrero, del sindaco di Cavagnolo Andrea Gavazza, dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi e di numerose altre autorità del territorio, è stato tagliato il nastro ai nuovi spazi per i volontari dell’Associazione e per i cittadini. Una sede che si aggiunge alle oltre 170 presenti in tutta la regione.

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Torino pronta ad accogliere il grande basket delle Frecciarossa Final Eight

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 Frecciarossa Final Eight di basket, in programma dal 14 al 18 febbraio alla Inalpi Arena.

Il grande basket torna a Torino dopo il grande successo dell’edizione 2023, con l’evento che assegna la Coppa Italia. Tra le tante novità di questa edizione, la Final Four femminile e ancora più iniziative collaterali – spettacolo, sport, musica e intrattenimento – con l’obiettivo di superare i record di affluenza dello scorso anno e far vivere ai torinesi e ai tanti appassionati che arriveranno in città cinque giorni intensi da vivere in un’esperienza unica.

L’evento è realizzato con il supporto della Città di Torino, della Regione Piemonte e della Camera di Commercio di Torino e il coinvolgimento della FIP Piemonte.

Il Sindaco Stefano Lo Russo ha commentato: “Siamo davvero molto contenti che la Frecciarossa Final Eight tornino a Torino, dove resteranno fino al 2025. Dopo lo straordinario successo delle Nitto ATP Finals di tennis, con le Final Eight di basket i torinesi vivranno nuovamente una settimana di grande sport e divertimento mentre i tanti tifosi e appassionati in arrivo per assistere alle partite avranno l’opportunità di conoscere da vicino l’ospitalità e le bellezze della nostra città”. Continua il Sindaco: “Torino si conferma sempre più palcoscenico di grandi competizioni nazionali e internazionali che sono anche una preziosa occasione per avvicinare i cittadini alla pratica sportiva. In questa cornice stiamo lavorando con la Lega Basket per realizzare nuovi campi da basket in città. Un’importante eredità che questo evento lascerà alla collettività anche oltre il suo svolgimento”.

Dopo avere battuto lo scorso anno ogni record di affluenza nella storia della Coppa Italia con oltre 36.000 spettatori nei 4 giorni di gare, l’edizione 2024 si preannuncia già da record: al 1° febbraio 2024 sono stati venduti oltre 36 mila biglietti per i cinque giorni di gara (+11% di biglietti venduti confrontando le due edizioni rispetto alle sole gare maschili). La finalissima di domenica 18 febbraio è già “sold out”, le semifinali di sabato 17 si stanno avviando verso il “tutto esaurito” mentre la serata di venerdì 16, riservata al basket femminile, è già a quota 4.500 biglietti venduti.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Nguyên Phan Quê’ Mai “Dove vola la polvere” -Editrice Nord- euro 19,00

Nuova splendida saga dell’autrice del precedente “Quando le montagne cantano”. Questa volta al centro c’è un tragico capitolo della guerra in Vietnam, quello dei figli dei soldati americani e delle giovani vietnamite. Bambini amerasiatici che spesso venivano abbandonati in istituti di accoglienza quando i padri tornavano negli States.

E’ forse una delle eredità meno note del conflitto: i “figli della polvere”, termine dispregiativo nella lingua vietnamita che sottolineava la consanguineità col nemico. Erano piccoli allo sbando, che il più delle volte le madri-bambine non potevano crescere e sfamare. Diventavano una minoranza etnica segnata dal disonore e sospesa tra due mondi opposti, sempre in bilico su un precipizio fatto di miseria e abbandono.

Questo splendido romanzo è frutto di 7 anni di approfondite ricerche svolte dall’autrice durante il suo dottorato alla Lancaster University. Un capolavoro che affonda le radici nella storia cruda e disperata del paese indocinese.

Le vicende narrate sono fondamentalmente tre.

L’amerasiatico Phong, meticcio nero e vietnamita, abbandonato nel 1972 in un orfanotrofio nel delta del Mekong. Nel 2016 è un adulto che, approfittando dell’American Homecoming act (che permetteva ai cittadini amerasiatici di andare in America), va alla ricerca del padre, un soldato afroamericano che aveva combattuto in Vietnam.

Il veterano Dan invece è un ex pilota di elicotteri, dopo 20 anni torna a Ho Chi Min con la moglie e le confessa di aver avuto una relazione con una giovane vietnamita, alla quale non aveva detto di essere già sposato. Sa di aver avuto un figlio ed ora tenta di rintracciare lui e la madre per rimediare al danno fatto.

Lei era la giovanissima contadina Trang che –insieme alla sorella- per pagare i debiti della famiglia si era vista costretta a intrattenere i soldati americani in uno dei tanti locali per militari. E’ lì che aveva incontrato Dan e se ne era perdutamente innamorata, convinta di poter avere un futuro con lui in America.

Rimasta incinta l’aveva cercato, ma inutilmente, perché lui era tornato in patria senza più voltarsi indietro.

Queste tre traiettorie di vita finiranno per intersecarsi, componendo un toccante e meraviglioso affresco tra lo storico e il romanzo. Indimenticabile e assolutamente consigliato…..

 

Yann Andréa “Questo amore” -FVEeditori- euro 18,00

E’ semplicemente struggente il breve e intensissimo libro che il compagno di Marguerite Duras dedica al suo amore per la grande scrittrice.

La loro storia durata 16 anni (dal 1980 al 1996 quando lei muore) è anche quella di una “folies à deux” in cui si cercano, si amano, si respingono, si attraggono, si avvinghiano in un rapporto fuori da ogni schema, si feriscono, insultano e picchiano. Ma di fatto non possono rinunciare l’uno all’altro, in una continua spirale di intesa e ferocia.

Lei è la famosissima autrice francese dell’autobiografico “L’amante”, capolavoro pubblicato nel 1984, che le valse il premio Goncourt. Nata a Saigon (Indocina francese) nel 1914 è stata anche sceneggiatrice e regista.

Lui è Yann Lemèe, nato nel 1952, giovane studente di filosofia dalla sessualità incerta e tendenzialmente omosessuale, che ha appena 23 anni quando incontra la matura Duras e stravolge totalmente la sua vita per lei.

Da quel momento per Yan niente conta più di quell’amore pazzo, impetuoso e assoluto per la gran dama della cultura francese. Lei lo ribattezza Yan Andrèa e lo seduce totalmente con il suo ingegno, il culto delle parole, dando fuoco a un’alchimia misteriosa in cui lui diventa “un figlio, un compagno, ma anche schiavo e al contempo carceriere”. Si prendono e si lasciano, lei lo caccia e lui ritorna, accudendola fino all’ultimo respiro.

Questo libro racconta la passione e lo strazio che restano

nell’ “amante impossibile” (come lo definiva Marguerite) dopo che l’ha accompagnata nella malattia e nell’agonia, fino alle 8 del mattino del 3 marzo 1996. Una morte annunciata dalla battaglia contro il cancro: esalando l’ultimo respiro, Marguerite, di fatto mette una pietra tombale anche sulla vita dell’amante.

L’anima di Yan si schianta definitivamente. Dopo averla sepolta al cimitero di Montparnasse si chiude nella casa che ha condiviso con lei, autodistruggendosi con l’alcol e pensando ripetutamente al suicidio.

Scorrono pagine in cui si intuisce come l’ingegno della Duras abbia stregato il giovane per sempre, diventando il centro della sua vita. Quando lei -che è il baricentro di Yan- lascia questo mondo, lui perde irrimediabilmente la sua bussola. Verrà trovato morto in totale solitudine a soli 61 anni, dopo aver inseguito da sempre il sonno eterno.

 

A.K. Blakemore “Le streghe di Manningtree” -Fazi Editore- euro 18,50

Amy Katrina Blakemore è una poetessa e traduttrice inglese che esordisce nella narrativa con questo romanzo vincitore del Desmond Elliot Prize nel Regno Unito.

E’ ambientato in Inghilterra tra 1643 e 1647, nel paesino di Manningtree. Un’epoca buia di caccia alle streghe in cui il popolo stenta a sopravvivere tra lotte intestine, miseria, abbandono, tonnellate di ignoranza e superstizione.

E’ la storia corale di un processo per stregoneria con al centro la giovane Rebecca West, figlia di una delle donne più bellicose della contea dell’Essex. Nucleo della vicenda è il serpeggiante sospetto e la ricerca del maligno da stanare. Il potere maschile prevarica sulle donne sempre più sottomesse. A Manningtree gli uomini sono partiti per combattere, le donne restano sole, senza protezione, additate come fattucchiere al minimo atteggiamento che si discosti dalla norma.

Il clima di caccia alle streghe si fa incandescente quando arriva un giovane ammantato di nero, Matthew Hopkins, per gestire la locanda del paese. In realtà raccoglie soprattutto informazioni su ogni apparente stranezza e presunta magia nera. Ogni minimo avvenimento finisce per prestarsi alla persecuzione delle donne.

Rebecca finisce accusata di stregoneria insieme ad altre 6 donne, compresa sua madre, ed imprigionata per un anno. Tra gelo, fame, sete e sevizie per estorcere confessioni alle poverette.

Un avvincente quadro storico che trasmette al lettore tutto l’orrore di quell’epoca.

 

 

Julia Margaret Cameron “Capturer la beauté” -Silvana Editoriale- euro 35,00

Questo prezioso volume è anche il catalogo della mostra “Julia Margaret Cameron. Capturer la beauté” allestita al Jeu De Paume (1 Place de la Concorde) a Parigi fino al 28 gennaio 2024.

Julia Margaret Cameron, aristocratica britannica, prozia di Virginia Woolf, è stata un’esponente di spicco del pittorialismo inglese. Fotografa vittoriana che, agli albori della fotografia, era stata tanto grande da riuscire a produrre un corpus fotografico oggi tra i più osannati.

Nata Julia Pattle, in India a Calcutta l’11 giugno 1815, è la figlia di un potente funzionario della Compagnia delle Indie (che Virginia Woolf definì “il più grande bugiardo dell’India”).

Sposa Charles Hay Cameron, ricchissimo proprietario di piantagioni di caffè e caucciù a Ceylon, nonché potente funzionario dell’impero Coloniale britannico. Dopo aver vissuto in India insieme al marito e ai 6 figli rientra in Gran Bretagna nel 1845.

Sull’isola di Wight, in mezzo alla Manica, riadatta un cottage e si annoia, almeno fino a quando per il suo 48esimo compleanno riceve in regalo la magica scatola che permetteva di fissare le immagini. Nella sua Glass House trasforma la serra dei polli in studio fotografico, poi converte la carbonaia adiacente in camera oscura.

E’ la svolta della sua vita, tra 1864 e 1875 per lei fotografare si tramuta da passatempo in una sorta di ossessione. Magnifico assillo grazie al quale ci ha lasciato oltre 1200 immagini, mentre molte altre purtroppo le ha distrutte perché non la soddisfacevano.

Da autodidatta dotatissima si è trasformata in una pioniera della fotografia: solo ritratti, nessun paesaggio, unicamente la bellezza che coglieva nei volti delle persone. E che persone! Davanti al suo obiettivo sfilano illustri personaggi; da Darwin a Tennyson, Browning e Carlyle, ed altri eminenti vittoriani come Dickens.

 

Album “Julia Margaret Cameron, Lewis Carrol e la fotografia vittoriana” -Abscondita- euro 23,00

Questo libro aggiunge ulteriori notizie sul carattere e l’epoca della fotografa. Ed è corredato da altre splendide immagini. Una carrellata di foto e aneddoti che ci trasmettono in modo più esaustivo e approfondito alcuni aspetti dell’Inghilterra degli anni 60 e 70 dell’Ottocento; una fase improntata ad un forte individualismo che le foto della Cameron esprimono molto bene.

Il prerafaellitismo aveva alimentato nella società colta una straordinaria passione per la bellezza e un fortissimo senso di sé. Per Julia Margaret Cameron e le sue incantevoli modelle la bellezza era una questione molto seria e prioritaria.

Nel mondo protetto del giardino della fotografa le figure femminili che immortala sono di rara bellezza; mentre gli uomini sembrano affermare e rafforzare le loro personalità… da notare quanti scrittori e artisti si prestavano volentieri all’obiettivo.

Valle di Susa e montagne olimpiche prossimamente collegate con l’aeroporto

Tempo di nuove infrastrutture per il Piemonte. Dopo il Terxo Valico ormai avviato e il treno che collega Torino a Caselle, prossimamente con  la realizzazione del collegamento diretto tra Porta Susa e Porta Nuova, dal 2026,  anche la Valsusa e le montagne olimpiche saranno collegate con il treno diretto all’aeroporto di Torino. La linea Sfm3, infatti, potrà entrare nel nodo di Torino e proseguire verso la stazione di Porta Susa e da lì verso l’aeroporto con un treno ogni ora dal lunedì al sabato e uno ogni due ore nei festivi, dalle 5 alle 23. Questo sarà possibile grazie alla realizzazione del collegamento diretto tra le stazioni di Torino Porta Susa e Torino Porta Nuova, per il quale nel giugno del 2023 Rfi ha lanciato la gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione, per un valore di circa 68 milioni di euro di fondi Pnrr.
«Dopo il collegamento diretto con il centro della città e quelli con il territorio Unesco e il Cuneese, operativi dal 20 gennaio, la connessione diretta tra l’aeroporto e le montagne olimpiche rappresenterà una grande opportunità per il nostro territorio. Immaginare che da una qualsiasi località italiana o estera si possa arrivare in aereo e con i charter della neve e, senza nemmeno uscire dall’aeroporto, salire in treno e arrivare in un’ora sulle piste significa offrire un prodotto turistico di alta qualità che unisce la bellezza delle nostre montagne alla comodità degli spostamenti» dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore al Turismo Vittoria Poggio, in occasione dell’apertura di CONNECT AVIATION 2024 Route Development Forum, la business convention dell’aviazione, al via oggi al Padiglione 1 del Lingotto Fiere di Torino.

Il Centro Pannunzio conferisce il Premio Soldati

Lunedì 12 febbraio ore 17 nella storica Aula del Consiglio Provinciale, piazza Castello 205 a Torino verrà conferito il Premio Mario Soldati 2024 a: Prof. Avv. Vittorio Barosio, Prof. Elda Casetta, Dott. Laura de Fonseca, Conte Prof . Ruggero Grio, Dott. Roberto Pirino, Dott . Bianca Vetrino.

Moncalieri nel cuore

 

Ricordi e suggestioni della festa patronale  del Beato Bernardo

Torna, come ogni secondo martedì del mese, ‘Moncalieri nelcuore’, lo spazio di approfondimento culturale dedicato ai racconti di vita dei Moncalieresi che si sono trasferiti in altre città e desiderano raccontarsi.

Martedì 13 febbraio  verrà condotta da Gianfranco Chieppino e Rosalba Malta, con approfondimenti sulla festa padronale del Beato Bernardo, dipanando il filo dei ricordi insieme  a Claudio Viola. Interviene l’assessore alla Cultura Laura Pompeo.“Moncalieri nel cuore” è  il format nato per dare voce alle storie di quei moncalieresi le cui vicende di vita li hanno portati a lasciare la città  e andare, per esempio, all’estero. Che ricordi hanno di Moncalieri, diretti o trasmessi da qualche familiare? Sono mai tornati a Moncalieri? E se sì come l’hanno trovata?

L’incontro verrà trasmesso sulla pagina Facebook della Biblioteca alle 19.

MARA MARTELLOTTA

Progetto STAGE: Invecchiare in salute, nuova frontiera della ricerca

L’Unità di Epidemiologia della Città della Salute di Torino e dell’Università degli Studi di Torino partecipa a STAGE, un progetto internazionale coordinato dall’Università finlandese di Oulu, che coinvolgerà coorti longitudinali e biobanche europee al fine ambizioso di liberare la vecchiaia dalle pluripatologie
Entro il 2050 si prevede che la popolazione di età pari o superiore a 75 anni raddoppierà in quasi tutti i Paesi europei: una proiezione demografica che evoca scenari sociosanitari altamente problematici, che rendono necessarie soluzioni integrate e flessibili, a partire dal singolo individuo fino a coinvolgere la sfera collettiva. La possibilità per una persona di mantenersi in salute durante l’invecchiamento dipenderà sempre di più, infatti, dalla sua capacità di adottare stili di vita sani, attraverso semplici ed accessibili misure di prevenzione primaria .
Il progetto STAGE ritiene che questa “sfida” sia realistica e vada promossa il prima possibile attraverso una prevenzione sempre più personalizzata , ma per colmare le lacune nell’ambito delle evidenze scientifiche, nonché le molteplici barriere etiche, sociali e strutturali esistenti, i ricercatori dovranno collaborare con i decisori politici e la cittadinanza.
Per rispondere a tali esigenze occorre approfondire la comprensione dei diversi ambienti e stili di vita, dei fattori di stress sociale e della biologia dell’invecchiamento, ma soprattutto adottare una visione life course, ossia che abbracci l’intero arco esistenziale delle persone.
La partecipazione a STAGE del progetto NINFEA (coordinato dall’Unità di Epidemiologia della Città della Salute di Torino, diretta dal professor Lorenzo Richiardi), la più importante coorte web-based italiana, consentirà di valorizzare il patrimonio di dati acquisito dal 2005 attraverso i questionari di follow-up che hanno permesso al team di ricercatori di seguire le traiettorie di salute delle mamme e dei loro figli nell’arco di vent’anni.
Grazie all’approccio life course e ad un’impostazione digitale, STAGE sarà in grado di produrre modelli bio-psicosociali e strumenti “a misura di età” assistiti dall’ intelligenza artificiale , per rilevare, prevenire e ridurre il rischio di invecchiamento con multi-morbilità (due o più patologie).
STAGE progetterà soluzioni per servizi sanitari ed assistenziali incentrati sulla persona , focalizzati su periodi specifici della vita e basati sui bisogni reali. Tali soluzioni saranno frutto di una virtuosa collaborazione con cittadini, pazienti, operatori sanitari e decisori politici ed includeranno sia lo svolgimento di studi clinici di coorte sia lo sviluppo di un Atlante europeo dell’invecchiamento sano, digitale ed interattivo, per informare il processo decisionale politico e lo sviluppo urbanistico di quartieri a misura di anziano.
Partecipano a STAGE 22 partner, provenienti da Istituti di ricerca, piccole e medie imprese ed una ONG, di undici Paesi diversi, dando vita ad un team multidisciplinare in grado di esplorare tutti gli aspetti inerenti al binomio vecchiaia – benessere : dall’etica alla gestione dei sistemi sanitari, dall’ambiente alla scienza partecipativa, dalla life course epidemiology all’economia, dagli studi molecolari all’intelligenza artificiale affidabile, dalla progettazione di sistemi integrati all’assistenza infermieristica e sanitaria, dalla tutela dei pazienti alla gestione della comunicazione e della conoscenza.
Il progetto STAGE, della durata di 6 anni, ha ricevuto una sovvenzione totale di 17,7 milioni di euro da Horizon Europe .
Ad aprile si prevede il lancio del sito web istituzionale, ma già da oggi STAGE si può seguire sui social: @STAGEProjectEU su X e The STAGE Project su LinkedIn.

Liceo Valsalice, restaurato il quadro di don Bosco

Finalmente restaurata al Liceo salesiano Valsalice  la tela che raffigura don Bosco e che abbellisce il parlatorio grande della  scuola. Si tratta di un quadro di Giuseppe Rollini, del 1889. L’artista è anche autore degli affreschi nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino commissionati da don Bosco stesso.
Dopo un brutto incidente la tela a Valsalice si era rovinata e ringraziamo la restauratrice Valentina Barbareschi che si è resa disponibile per il restauro in loco dell’opera.
Buonissima occasione di apprendimento anche per i ragazzi che incuriositi si sono appassionati al procedimento e alle spiegazioni della dottoressa.
Finalmente ora si può ammirare appesa a scuola in tutta la sua bellezza.
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Gianfranco Raffaldi, una splendida carriera. Dai Beatles a Fausto Leali, da Peppino di Capri al Gospel Choir

Armano Luigi Gozzano,noto ricercatore dei documenti  storici di famiglie nobiliari, in particolare dei Gozzano e dei Gonzaga, essendo anche musicista si interessa di argomenti musicali.

In questo caso ripercorre
l’ascesa vertiginosa della vita dedicata alla musica leggera del maestro Gianfranco Raffaldi, monferrino residente a Vignale,dalle
esibizioni senza rivali nel suo primo complesso formato per le gare scolastiche e dalle incredibili immagini della sua collezione
privata.
Il primo ingaggio nel 1957 con la band casalese dei Blue Star,uno dei 70 gruppi nati
nel nostro territorio nei favolosi anni ’60.Nel
1959 nasce con lui il gruppo dei Novelty,
collaborando con il fisarmonicista Giuseppe
Cacciabue, educatore musicale giovanile e
componente dell’operatore radiofonico EIAR di Torino ,oggi RAI,gruppo sciolto nello stesso anno.Nella nuova band si inserisce
Fausto Denis,non ancora con il nome d’arte
Leali, incontrato durante un ingaggio in una
festa patronale di tre giorni come da tradizione dell’epoca.Nel 1962 avvenne il loro
lancio al Principe di Piemonte di Viareggio, ricalcando la musica beat inglese. Iniziarono
le esibizioni al City Club e nei Night Club di Milano,e le prime incisioni con la casa discografica Jolly con due cover dei Beatles.
Leali venne definito “il negro bianco” e nel 1964, ormai affermati in Italia, parteciparono al mitico “Cantagiro” di Radaelli con la canzone “La campagna in città”, gareggiando con Betty Curtis, Lucio Dalla,Gino Paoli e Nico Fidenco.
Pippo Baudo ed Enrico Maria Salerno presentarono l’evento in diretta RAI con la finalissima di Fiuggi.Nel 1965 la grande occasione: arrivarono i Beatles in Italia! Furono scelti come supporters Fausto Leali e i Novelty,i New Dada di Maurizio Arcieri, Guidone e gli amici,i Giovani Giovani e Peppino di Capri.Nel secondo tempo si esibirono i Beatles aprendo lo spettacolo con il celebre “Twist and Shout”.Le tappe dell’unico concerto italiano furono il 24 giugno al Velodromo Vigorelli di Milano,il 26 giugno al Palazzo dello Sport alla fiera del mare di Genova,e il 27-28 di giugno al Teatro Adriano di Roma, purtroppo non registrati e snobbati dalla RAI.I biglietti dei concerti erano reperibili tramite la rivista “Ciao Amici”.
La conferma definitiva avvenne nel 1966
partecipando al “Giro Festival” al seguito del
49° Giro d’Italia con la canzone “Mamma perdonami”,e apparvero in TV durante le tappe di Parma e di Monte Carlo.Furono ospiti della storica trasmissione radiofonica
“Bandiera Gialla” condotta su Radio 2 da Arbore e Boncompagni,e fu in quel momento
che presentarono la famosa canzone “A chi “,
cover della versione USA di Roy Hamilton “Hurt” del 1954 portata alla ribalta dalla cantante italo-americana Timi Yuro.Si esibirono anche in concerti al Bang Bang di Milano con la partecipazione di Teo Teocoli.
In seguito il gruppo cambiò casa discografica, passando dalla Jolly alla Ri.Fi. Records.Il grande risultato arrivò nel
1967 ricevendo sulla Terrazza Martini di Milano il primo disco d’oro per la canzone
“A chi”.Nel 1968 Leali partecipò al Festival di Sanremo con la canzone “Deborah” in coppia con Wilson Pickett,nome attribuito alla figlia
avuta da Milena Cantù,la grande incognita del 45 giri “La ragazza del Clan” di Celentano.
In seguito Leali verrà scelto da Pickett come padrino della figlia anch’essa chiamata Deborah.I Novelty facevano parte del Clan Celentano Center,e con loro eseguirono i concerti nei locali più belli d’Italia ,in primis alla Bussola di Viareggio.Leali nello stesso
anno divorziò dai Novelty,e Raffaldi entrò nel
complesso dei New Rockers di Peppino di Capri, partecipando a tournée negli USA esibendosi al Metropolitan di New York,poi in Canada, Venezuela, Brasile, Australia, Emirati Arabi e in Europa.
Raffaldi collaborò alla celebre composizione “Champagne”,e si esibirono anche nelle sale da ballo di Torino “Arlecchino”e “Le Roi” (sala
Lutrario)progettata dall’architetto Carlo Mollino, progettista del Teatro Regio.Nel 1977 si concluse il suo viaggio musicale intorno al mondo con Peppino di Capri,e rientrò a Vignale per motivi di famiglia, iniziando ad accompagnare con la tastiera il coro parrocchiale durante le celebrazioni religiose.Ma nel 2004,con altri due amici,ebbe una grande idea:prese le redini del coro e fondò il “San Bartolomeo Gospel Choir”dall’omonima chiesa del paese, inizialmente per eseguire musica sacra e profana, proseguendo l’opera della fondatrice
Millina Martinelli.Il coro è composto da 30 cantanti del territorio,guidati ed istruiti dal maestro con la sua esperienza di mezzo secolo.Tra il 2007 e il 2011 si inserì nel coro Armano Luigi Gozzano in qualità di tenore,e conobbe Leali in compagnia del maestro durante una sua esibizione a Trino Vercellese. Durante i concerti l’ensemble esegue brani di gospel, funky,blues e soul a 4 voci, formula alquanto insolita per il gospel.
Nel 2011 Raffaldi e Leali hanno festeggiato a Casale i 50 anni dal loro debutto.Nella sua carriera Raffaldi ha suonato con tastiere Honner,Vox 1,Vox 2 e con il favoloso organo elettrico Hammond,in origine destinato alle chiese in alternativa ai costosi organi a canne.Molto versatile nella musica sacra, gospel e jazz ed in seguito nel rock,fu utilizzato da Gershwin,Doors,Pink Floyd,
Deep Purple e Procol Harum.Il gospel del
coro esprime la gioia di pregare cantando e coinvolgendo il pubblico con la sua capacità
di espressione armonica.Con i sapienti e
competenti arrangiamenti del maestro Raffaldi il divertimento è assicurato!
Giuliana Romano Bussola

E’ morto Nerio Nesi, il banchiere che fu ministro

È morto all’età di 98 anni il  Presidente Onorario della Fondazione Cavour, Nerio Nesi. Banchiere, politico, avrebbe compiuto 99 anni a giugno. Fu partigiano, e nel 1967 vicepresidente della Cassa di Risparmio di Torino. Poi negli anni Ottanta presidente della Banca nazionale del lavoro e direttore finanziario dell’Olivetti. Aderi’ al partito socialista italiani di Craxi di cui fu dirigente e nel 1996 venne eletto alla Camera dei Deputati con Rifondazione comunista e nel 2001 nella lista dell’Ulivo. Fu ministro dei Lavori pubblici nel governo Amato II.