Chissà quale sarà il vero motivo? Fatto sta che il regista Paolo Virzì ha abbandonato ieri sera la proiezione del suo film “Un altro Ferragosto”, al cinema Ambrosio di Torino. “Penso che abbiate diritto al rimborso del biglietto. Magari ve lo vengo a presentare un’altra volta, sono stupito che a Torino possano proiettare in modo così scadente”, così ha detto il regista che sembra essersi lamentato del vetro sporco del proiettore e di aspetti organizzativi. Virzì avrebbe persino scritto sulla locandina “non venite più in questo cinema” . Il gestore della sala Sergio Troiano è rimasto sconcertato e forse passerà la palla a un legale. (Nella foto di repertorio, il Cinema Ambrosio di Torino)
Il paesaggio chierese, in tutte le sue molteplici declinazioni, diventa protagonista dell’evento organizzato dalla “città di Chieri” con la “Fondazione della Comunità Chierese”
Dal 16 al 24 marzo
Chieri (Torino)
Otto giorni e un programma comprensivo di oltre trenta iniziative, tutte aventi come primo attore il dolce paesaggio chierese declinato nei suoi vari aspetti. La “Città delle Cento Torri” ospita infatti, da sabato 16 (inaugurazione alle 17,30 presso la “Cappella di San Filippo Neri”, in via Vittorio Emanuele II, 63) a domenica 24 marzo, il primo “Festival del Paesaggio”, organizzato dalla “Città di Chieri” in co-progettazione con la “Fondazione della Comunità Chierese”. Obiettivo della manifestazione – che ha come fulcro la Città di Chieri ma che coinvolge pure i Comuni di Albugnano, Pecetto, Pino Torinese e Riva presso Chieri – “quello di affrontare – dicono gli organizzatori – il tema del paesaggio (unico come espressione di un importante agro e bio diversità, pur trovandosi a ridosso, e facendone parte, di una metropoli) nelle sue molteplici sfaccettature raccontandolo con diversi strumenti e linguaggi, e prendendo in considerazione i vari settori, dal turismo di prossimità alle attività rurali”.
Il programma è disponibile sul sito www.paesaggichieresi.it ed è frutto di un processo partecipativo che ha coinvolto associazioni, gruppi locali, operatori, scuole, professionisti ed esperti.
Oltre trenta, si è detto, gli eventi in programma. Solo per citarne alcuni: 8 fra escursioni, itinerari nel centro storico, camminate tra le colline, passeggiate botaniche e percorsi in bicicletta sulle strade della “Blue Way” piemontese; 5 mostre fotografiche (dedicate al paesaggio urbano, a quello rurale, alle architetture chieresi contemporanee e al paesaggio visto dai richiedenti asilo); 4 incontri letterari e 7 convegni con esperti (architetti, paesaggisti, urbanisti, storici, artisti e professionisti del mondo rurale) e un talk dedicato all’opera di Giuseppe Penone e all’interazione tra paesaggio e “Arte Povera” condotto da Filippo Bosco, per chiudere con la proiezione del film “Il Sale della terra” (2014) di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado e “fattorie didattiche” con attività pensate specificatamente per i più piccoli.
Tutti gli eventi sono gratuiti e ad ingresso libero (con due sole eccezioni: il “Welcome Tour Chieri” e l’ingresso ad “Infinito – Planetario” di Torino).
Inoltre, il Festival (che ha ottenuto anche l’adesione della “Riserva MAB UNESCO” come partenariato e come patrocinio) ospiterà, nello “Spazio Gusto”, una finestra dedicata al “Distretto del cibo Chierese-carmagnolese”, accogliendo una delegazione dei rappresentanti dei diversi “Distretti del cibo” che si confronteranno in occasione dell’incontro nazionale “Territori che nutrono”.
Ma non è finita. In occasione del Festival avverrà anche il trasloco – e la riapertura al pubblico – della “StArt Gallery” negli spazi riallestiti al piano terra del “Complesso di San Filippo” e che rappresenta una mostra permanente multimediale che ripercorre la storia di Chieri (la storia antica, il Medioevo e la città nel XV secolo, Il Cinquecento, il Barocco e la società del ‘700 fino all’età contemporanea e all’industria tessile) proponendosi di essere il punto di inizio degli itinerari storici e artistici cittadini. A completamento dell’esposizione, è stato creato anche il sito www.startgallerychieri.it, dove tutti i contenuti vengono aggiornati, elaborati e ampliati per offrire il maggior gradimento e soddisfazione possibili ai visitatori.
Sottolinea il sindaco, Alessandro Sicchiero: “Il Chierese è un tesoro da continuare a valorizzare, per la sua straordinaria ricchezza ambientale e culturale. E questo Festival nasce proprio per accendere un faro sui vari elementi caratterizzanti il paesaggio e per accrescere in tutti noi la consapevolezza delle sue potenzialità, della necessità di prendercene cura e di valorizzarlo, favorendo un turismo ‘slow’ che consenta di apprezzare con lentezza le bellezze del territorio. Inoltre sarà anche occasione per approfondire conoscenze preziose per le scelte di pianificazione territoriale che devono essere sempre più incentrate sulla sostenibilità, il non consumo di suolo e la tutela della biodiversità naturale e culturale”.
g.m.
Nelle foto:
– Uno scorcio del paesaggio chierese
– Logo del Festival
– Alessandro Sicchiero, sindaco di Chieri
– Interni della “StArt Gallery”
Nel mondo della sanità che spesso presenta più ombre che luci, fortunatamente non mancano le eccellenze. Una di queste in Piemonte. L’ aumento delle donazioni e, di conseguenza, del numero dei trapianti, ha permesso di raggiungere dei valori record in Piemonte durante il 2023. Sono stati realizzati 536 trapianti, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente.
I dati dell’attività sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa presenti il Presidente della Regione Alberto Cirio, l’Assessore alla Sanità Luigi Icardi, il Direttore del Centro Regionale Trapianti Federico Genzano Besso, il Coordinatore Regionale Donazioni e Prelievi di Organi e Tessuti Anna Guermani ed il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino Giovanni La Valle.
Per il presidente Cirio e l’assessore Icardi: «Il Piemonte si conferma modello di riferimento in Italia e in Europa per le attività di donazione e trapianto: questo importante risultato deve essere di impulso per aumentare il nostro impegno per un ulteriore futuro progresso. Un ringraziamento a tutti i professionisti, che coniugano in queste difficili attività alte competenze e generose doti umane. Un dovuto ringraziamento alle Associazioni dei donatori di sangue e alle Associazioni impegnate nella donazione e nei trapianti di organi, tessuti e cellule. L’ultimo, ma più importante ringraziamento va ai donatori e alle loro famiglie, la cui generosità ha permesso di salvare tante vite umane».
ECCO I NUMERI
Donazioni in aumento
Il favore dei cittadini e la professionalità dei sanitari hanno permesso di raggiungere nel 2023 valori donativi straordinari. I donatori sono stati 179 (40,9 per milione di popolazione – pmp), in assoluto il miglior risultato di sempre e in aumento del 36% rispetto al 2022 dove i donatori sono stati 132 (30 pmp). Questo dato è in linea con l’incremento registrato dall’Italia, che è salita da 24,6 a 28,3 pmp, e ci pone ancora una volta fra le Regioni migliori per procurement di organi.
Nel 2023 sono cresciuti i programmi di donazione di organi da soggetto con cuore fermo (DCD): le donazioni sono passate da 12 nel 2022 a 23 nel 2023 (incremento del 92%). I prelievi avvengono negli ospedali autorizzati ad eseguire questa forma di donazione molto complessa per tecnica e organizzazione (a gennaio 2024 sono autorizzati gli Ospedali San Giovanni Bosco, Molinette e Maria Vittoria di Torino, l’Ospedale di Alessandria e l’Ospedale di Cuneo); in queste strutture avvengono anche i prelievi dei donatori identificati in numerosi ospedali della Rete (Novara, Borgomanero, Vercelli, Chivasso, CTO, Pinerolo, Rivoli, Orbassano, Savigliano).
Notevole aumento hanno registrato le donazioni di tutti i tessuti e soprattutto delle cornee, passando da 768 donatori nel 2022 a 1.003 nel 2023 (incremento del 31%). Questa forma di donazione ha visto coinvolti anche gli ospedali privi di rianimazione e numerosi Hospice, dimostrando il forte valore consolatorio della donazione.
Le opposizioni alla donazione si sono attestate al 30,5%, dato sovrapponibile a quello della Nazione, in lieve diminuzione rispetto al 2022, in cui erano al 31%. Per quanto riguarda la manifestazione di volontà espressa contestualmente al rinnovo della carta di identità, si esprimono 6 cittadini maggiorenni su 10 e il 68,4% di coloro che si esprimono è favorevole alla donazione dei propri organi e tessuti.
Trapianti al vertice
Il record di donazioni, coniugato alle competenze del Centro Regionale Trapianti e alla capacità dei centri trapianto di utilizzare tutti gli organi, anche da donatori non ottimali, ha portato al numero maggiore mai registrato in Piemonte. Sono stati effettuati 536 interventi di trapianto (rispetto ai 412 eseguiti nel 2022, con un aumento del 30%), con 589 organi, anche in molte combinazioni simultanee nello stesso ricevente (i cosiddetti trapianti “combinati”). Nel 2023, infatti, sono stati eseguiti alle Molinette 6 trapianti combinati di rene e fegato, 3 di rene e pancreas, 1 di fegato-polmoni-pancreas, 1 di fegato e pancreas e 4 di cuore e polmoni.
La Città della Salute e della Scienza di Torino si conferma l’ospedale al vertice di questa attività in Italia, con 458 trapianti alle Molinette e 10 all’Ospedale Pediatrico. È stato anche l’Ospedale italiano che nel 2023 ha eseguito il maggior numero di trapianti di rene (229) e di fegato (184). Per quest’ultimo, registriamo il record italiano assoluto. Ottime le performance per il cuore: 34 trapianti, in 3 dei quali, per la prima volta, è stato utilizzato il cuore di un donatore DCD. Inoltre, sono stati 6 quelli eseguiti all’Ospedale Pediatrico. Rilevante l’attività di trapianto di polmoni, con 27 interventi.
L’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, unica altra sede di trapianto in Piemonte, ha effettuato 68 trapianti di rene.
La qualità dei programmi di trapianto può essere misurata dal tasso di successo raggiunto, e l’esito del trapianto è collegato a molti fattori: la bravura dei chirurghi, l’attenzione degli anestesisti, la preparazione delle equipe infermieristiche, ma anche l’esperienza e capacità dei diversi specialisti che devono seguire i pazienti nelle diverse fasi, dall’immissione in lista al follow-up del trapianto. I risultati conseguiti vedono i trapianti funzionare molto bene, in linea con i migliori standard internazionali.
La donazione da vivente, sempre una realtà importante in Piemonte, ha visto per la prima volta una donazione di rene da vivente – all’Ospedale Maggiore della Carità di Novara – nel contesto del programma nazionale per le coppie donatore-ricevente tra loro incompatibili.
Migliorare la qualità della vita è tra gli obiettivi della medicina dei trapianti. E come per gli organi, anche per i tessuti il Piemonte si distingue: le Banche di Tessuti sono attive per i tutte le richieste dei chirurghi specialisti, e i trapianti del 2023 sono vicini ai 1.400 (rispetto ai 1.200 circa del 2022, con un incremento del 13%).
Più di 2.300 piemontesi, giovanissimi, si sono messi a disposizione nel 2023 per donare le loro cellule staminali emopoietiche o CSE (midollo osseo). Oggi in Piemonte sono quasi 60.000. E nel 2023 abbiamo registrato 60 donazioni, il numero più alto mai raggiunto.
Il Piemonte ha rappresentato un valore per l’Italia non solo in relazione ai volumi di attività dei trapianti, ma anche in relazione ad altri aspetti. Ha contribuito a realizzare protocolli e linee guida nazionali, come nuovi programmi di allocazione degli organi o il registro della malattia renale cronica, e si pone come riferimento per la diagnosi di malattie genetiche suscettibili di trapianto.
Pur con questa tendenza positiva, sono ancora molti i riceventi che attendono un organo nelle nostre liste: al 31 dicembre del 2023 c’erano 621 candidati in attesa di trapianto di rene, 81 di fegato, 116 di cuore e 54 di polmone. È dunque forte il dovere e l’impegno di cura verso questi pazienti.
Responsabili dei Programmi
Un ringraziamento è indispensabile ai responsabili dei programmi di trapianto e alle loro equipe mediche ed infermieristiche. Per la Città della Salute di Torino sono: Luigi Biancone per il trapianto di rene nell’adulto, Mauro Rinaldi per i trapianti di cuore e polmoni, Renato Romagnoli per i trapianti di fegato e di pancreas, Bruno Gianoglio per quello renale pediatrico e Carlo Pace Napoleone per il trapianto di cuore pediatrico. Per l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, il responsabile del programma di trapianto renale è Vincenzo Cantaluppi.
“Tra tagli, revisioni e modifiche varie, il comune denominatore dell’azione del governo è sempre l’accanimento sulla Sanità pubblica. L’ultima conferma arriva dalla rimodulazione del Pnrr, all’interno della quale, ben nascosta, c’è la sottrazione di 1,2 miliardi del Piano nazionale complementare che erano destinati alla messa in sicurezza e all’ammodernamento degli ospedali”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, che aggiunge: “A denunciare il nuovo ‘taglio inaccettabile’ è la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, dunque anche tecnici ed assessori e di regioni governate dal centrodestra, che semplicemente si ritrovano senza poter più contare su risorse programmate a fronte di cantieri già aperti o di gare già assegnate. Si sottraggono all’edilizia sanitaria 1,2 miliardi che servivano a finanziare interventi urgenti e necessari, basti pensare a quelli per la sicurezza sismica, una ovvia priorità per un Paese come il nostro ad elevato rischio terremoti. Un altro colpo al cuore di un sistema già al collasso, con strutture spesso vecchie e talvolta anche non a norma, come purtroppo ben sanno medici, infermieri e cittadini. Una scelta folle – conclude Ruffino – che rappresenta bene, però, quanto poco interessi a questo governo la Sanità pubblica”.
Sonno: due torinesi su cinque dormono male
Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza di quanto dormire bene sia essenziale per il benessere psico-fisico, con numerosi studi che hanno individuato la carenza di sonno come un fattore di rischio per molte patologie. L’ultimo sondaggio dell’Osservatorio Sanità[1] di UniSalute ha dunque indagato come si dorma nel Bel Paese, interrogando anche un campione di cittadini torinesi: secondo quanto emerso, sotto la Mole dichiarano di riposare male due persone su cinque, e molte rinunciano a cercare dei rimedi per dormire meglio.
Il 40% dei torinesi, infatti, si dice “poco o per niente soddisfatto” della qualità del proprio sonno, con appena il 10% che dichiara di essere “molto soddisfatto” del proprio tempo passato tra le braccia di Morfeo. I risvegli notturni risultano essere il disturbo del sonno più diffuso, con il 44% del campione che ne soffre spesso o ogni giorno. Altri problemi comuni sono il russare (36%), l’avere un sonno agitato (33%), la difficoltà ad addormentarsi (32%) e la stanchezza cronica (28%).
La metà (50%) di chi soffre di questi disturbi rivela di non aver adottato alcun rimedio per le proprie problematiche notturne. Il restante 50% si è rivolto principalmente al medico di base (21%) o a soluzioni fai da te (19%), e in misura minore ha cercato rimedi in farmacia (6%) o consultato uno specialista del sonno (4%).
Secondo i torinesi, lo stress è la principale causa della scarsa qualità del loro sonno, con il 72% che lo indica come un fattore determinante. Uno su quattro punta il dito anche contro l’avere orari troppo irregolari (25%), mentre altri collegano le loro notti agitate con l’eccessiva esposizione agli schermi durante la giornata (24%) o altri motivi di salute (21%).
Tra le buone pratiche per dormire meglio, quella più condivisa è andare dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora, con quasi uno su tre che cerca di avere questa regolarità (31%). Altre abitudini considerate favorevoli sono l’evitare di consumare cibi pesanti la sera (25%) e il prediligere attività rilassanti, come la lettura, prima di andare a dormire (22%). Più di uno su tre (35%), inoltre, utilizza almeno saltuariamente app e dispositivi per il monitoraggio del sonno.
Andando infine a indagare più nel dettaglio le abitudini dei torinesi, UniSalute ha scoperto che sono mattinieri, con il 53% che dichiara di svegliarsi prima delle 7, in linea con la media nazionale (52%). Per quanto riguarda l’orario di addormentamento, la fascia oraria più popolare è quella tra le 23 e la mezzanotte, quando va a dormire più di un torinese su tre (37%). In media le ore dormite sono pari a 6,7 a notte, dunque meno delle sette o otto ore ritenute ideali per la maggior parte delle persone.
Accossato (LUV): “Regione, maggioranza nel caos”
“Anche oggi il Consiglio si è chiuso con un nulla di fatto, da una parte la maggioranza litiga su tutto, dall’altra vuole evitare in tutti i modi di dover discutere in aula della Proposta di legge sul fine vita”.
13 marzo 2024 – «Oggi era convocato il Consiglio regionale tutto il giorno con importanti provvedimenti all’ordine del giorno, come la Legge annuale di riordino, l’Istituzione del Parco naturale dei cinque laghi di Ivrea e la Proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita, ma dopo un balletto indecoroso durato tutta la mattinata da parte della maggioranza che non riusciva ad avere il numero legale, causa le numerose e abituali assenze, il Consiglio si è chiuso all’ora di pranzo con un nulla di fatto» ha dichiarato Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale.
«Una maggioranza di destra in stato confusionale, profondamente litigiosa, che con continui ripensamenti ma immutata arroganza sta immobilizzando i lavori del Consiglio in quest’ultimo scorcio di legislatura» ha proseguito Silvana Accossato.
«Noi, come opposizioni, avevamo dato la disponibilità a non fare ostruzionismo sul Bilancio e sulla Legge annuale di riordino, in cambio avevamo chiesto almeno la disponibilità a discutere la Proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito, ma parte della maggioranza non vuole che questo tema sia discusso in aula» ha continuato Accossato.
«Spiace constatare che su un tema così sensibile come il fine vita, che riguarda tante persone di ogni colore politico, su cui sarebbe auspicabile un confronto sereno, senza condizionamenti di partito, emerga invece questo atteggiamento di chiusura totale e di paura di parlarne, forse per non scalfire l’immagine di un Presidente che vuole piacere a tutti» ha concluso la Capogruppo di LUV.
Con quattro professionisti del contenuto. La poesia di Guido Catalano si confronta con l’AI |
Creatività e tecnologia hanno dato vita ad una intrigante accoppiata, impensabile almeno fino alla diffusione massiccia dell’Intelligenza Artificiale. Una vita di coppia spesso contrastata, ma ricca di sorprese. Questo il tema del secondo incontro dell’edizione 2024 di “Quanto conta il contenuto“, il ciclo di eventi organizzato dall’Italian Cultural Content Industry (ICCI Hub) e realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center.
Il Talento e l’Algoritmo, questo il titolo dell’incontro, si terrà il giovedì 21 marzo alle ore 17:30 al Grattacielo Intesa Sanpaolo in Corso Inghilterra 3, a Torino.
L’incontro, aperto e gratuito, invita il pubblico a esplorare l’influenza crescente dell’intelligenza artificiale (AI) sulla creatività e produzione artistica e intellettuale contemporanea. Attraverso un panel di esperti, verranno discusse le dinamiche tra gli algoritmi e l’espressione del talento umano, analizzando come la tecnologia influenzi e a volte sfidi le capacità creative umane in campi quali musica, letteratura, arti visive e design.
Moderati dall’imprenditore Vittorio Di Tomaso, noto nel campo dell’innovazione tecnologica, gli ospiti Laura Li Puma, Head of Artificial Intelligence Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center, Laila Al Habash, cantautrice impegnata nell’esplorazione musicale con l’AI, Giulia Ricci, giornalista e Aurora Maggio, imprenditrice esperta i tecnologie sostenibili si confrontano sull’equilibrio tra l’intervento umano e l’autonomia della macchina, nonché sulle esperienze di collaborazione tra talento umano e algoritmi, con particolare attenzione alle possibili sinergie per il futuro.
Un’incursione nel mondo della poesia è affidata allo scrittore e poeta torinese Guido Catalano.
«Le imprese che producono contenuti – sottolinea Marzia Camarda, presidente di ICCI – stanno affrontando una profonda rivoluzione tecnologica, che cambierà per sempre il loro modo di lavorare e di conseguenza anche il tessuto imprenditoriale del nostro territorio: e la competizione tra territori (a livello nazionale e internazionale) si giocherà sempre di più sulla capacità delle imprese di prendere decisioni rapide e disruptive. Quindi esplorare senza preconcetti le possibilità date dell’intelligenza artificiale è indispensabile per migliorare le performance delle imprese e dei professionisti del nostro comparto. Icci lavora per mettere queste nuove competenze tecnologico-creative a disposizione del maggior numero di persone possibile, per prendere tutti insieme le decisioni più efficaci».
La partecipazione all’incontro è libera su prenotazione al seguente link: https://bit.ly/icci-secondo-incontro-biglietti. Sarà, inoltre, possibile seguire l’evento in streaming: https://bit.ly/icci-intesa-secondo-incontro-2024 Il terzo, e ultimo, appuntamento del ciclo “Quanto conta il contenuto”, si terrà il 23 maggio e sarà dedicato a “A Scuola di Didattica: Tra Dispersione Scolastica e Innovazione”.
L’ Italian Cultural Content Industry (ICCI) è un laboratorio di sperimentazione che si pone l’obiettivo di contribuire a disegnare linee guida utili per tutto il comparto dell’industria del contenuto, in accordo con gli attori del territorio. Intercettando e diffondendo le spinte più innovative, ICCI si propone di promuovere attività e suggerire iniziative e strategie utili per le imprese della filiera di riferimento. ICCI è composto da professionisti, imprese, istituzioni, enti culturali, organizzazioni e associazioni che mettono a fattor comune idee, esperienze, progetti e risorse.
Intesa Sanpaolo Innovation Center è la società del Gruppo di Intesa Sanpaolo dedicata all’innovazione di frontiera. Esplora scenari e trend futuri, sviluppa progetti multidisciplinari di ricerca applicata, supporta startup, accelera la business transformation delle imprese secondo i criteri dell’open innovation e della circular economy, favorisce lo sviluppo di ecosistemi innovativi e diffonde la cultura dell’innovazione, per fare di Intesa Sanpaolo la forza trainante di un’economia più consapevole, inclusiva e sostenibile. |
Martedì 26 marzo alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una seduta scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “Nuove fonti alimentari e rischio allergologico”. Dopo l’introduzione a cura di Concetta Finocchiaro, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione clinica, membro dell’Accademia di Medicina, interverranno come relatori Laura Gasco, Professore Ordinario di Zoocolture, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, Università di Torino e Giovanni Rolla, già Direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica dell’Università di Torino.
Concetta Finocchiaro affronterà il tema dell’espansione demografica mondiale e della classe media, fenomeno che negli ultimi decenni, con il suo desiderio di carne, latticini e alimenti ad alto contenuto proteico-calorico, ha continuamente aumentato la domanda di cibo creando una domanda eccessiva rispetto all’offerta. E’ fondamentale distinguere tra sicurezza alimentare e sicurezza nutrizionale. Le Nazioni Unite stimano che l’obesità oggi supera numericamente la sottoalimentazione cronica e che un terzo di tutti gli alimenti coltivati viene sprecato. Una relazione della Commissione Lancet nel 2019 ha stimato che, in tutto il mondo, le diete poco salutari occidentali possono causare fino a cinque morti premature ogni anno dovute alla malattia metabolica e quella oncologica. Per questo stanno nascendo delle nuove fonti alimentari e nel prossimo futuro bisognerà valutare il potenziale delle proteine degli insetti, dei prodotti a base di micro e macro alghe, delle proteine microbiche e/o dei sottoprodotti alimentari/dell’acquacoltura in termine di sicurezza alimentare. Sul potenziale allergenico di questi nuovi alimenti o cosiddetti “novel food “ci sono ancora scarse evidenze nella letteratura esistente e dovremmo aspettare qualche anno per avere delle evidenze di peso scientifico.
I relatori discuteranno sul tema della produzione di cibo, tra i fattori maggiormente responsabili del cambiamento ambientale.
Vi è pertanto l’impellente necessità di individuare e sviluppare fonti alternative di proteine, prodotte localmente e ecosostenibili. Tra le fonti alternative di proteine quelle che maggiormente ad oggi sembrano essere più promettenti sono gli insetti, le microalghe e i legumi diversi dalla soia e dalle arachidi. La relazione affronterà il rischio allergologico connesso alla diffusione di queste nuove fonti proteiche.
Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.