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Il Piemonte pronto ad accogliere nuove attività economiche. La mappa della Regione

La Giunta regionale del Piemonte ha avviato un’iniziativa strategica per la mappatura delle opportunità insediative presenti sul territorio.

L’obiettivo è identificare e promuovere aree e immobili già disponibili per accogliere nuove attività economiche, rendendo il Piemonte ancora più attrattivo per gli investitori, sia italiani che esteri. Attraverso uno strumento trasparente e aggiornato, si punta a facilitare i processi di insediamento delle imprese, incentivando lo sviluppo economico locale.

La delibera prevede l’attivazione di una manifestazione d’interesse rivolta a enti locali, proprietari pubblici e privati e intermediari immobiliari, invitandoli a segnalare aree edificabili e immobili esistenti destinabili ad attività produttive, inclusa la logistica. Inoltre, la Regione riconosce e valorizza il ruolo delle associazioni di categoria, coinvolgendole nel processo di raccolta, aggiornamento e trasmissione dei dati, garantendo così un costante aggiornamento del sistema regionale delle opportunità insediative.

Dopo un’attenta valutazione e validazione da parte degli uffici regionali, le opportunità più idonee saranno integrate in una piattaforma promozionale e valorizzate a livello nazionale e internazionale. Ciò avverrà anche attraverso eventi, fiere e canali istituzionali come “Invest in Italy”, il portale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Questa iniziativa si inserisce in un contesto particolarmente favorevole: il Piemonte è stato recentemente riconosciuto dal Financial Times tra le regioni europee più attrattive per gli investimenti industriali esteri, un attestato di fiducia che conferma la solidità del sistema produttivo locale e la capacità del territorio di accogliere nuove imprese.

“L’iniziativa – commenta l’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano – rappresenta un passo concreto verso una maggiore competitività del nostro territorio. Con la mappatura delle aree disponibili vogliamo offrire alle imprese un quadro chiaro e accessibile delle opportunità presenti in Piemonte, valorizzando il patrimonio immobiliare esistente e le potenzialità future. È uno strumento che punta a semplificare la localizzazione delle scelte e a velocizzare i percorsi di investimento, in linea con le migliori pratiche europee”.

A supporto di questa strategia sarà coinvolto il “Team Attrazione”, il gruppo interdirezionale della Regione creato nel 2021 per accompagnare gli investitori in ogni fase del processo.

Daniela Borla: “Scrivere poesie e’ un po’ come dipingere”

“Scrivere poesie e’ un po’ come dipingere” dice Daniela Borla l’eclettica artista eporediese conosciuta come Dabo’. Laureata in pedagogia ha insegnato per molti anni e svolto l’attivita’ di psicopedagogista, ma il suo talento comunicativo si e’ alimentato anche di arte e parole ed e’ sfociato in una carriera intensa da pittrice, scultrice e scrittrice. Certe cose ce le hai nel Dna, la capacita’ di mettere su tela, sulla materia e sulla carta i tuoi pensieri e farli diventare opere d’arte non e’ solo un percorso interiore evolutivo, ma soprattutto un seme che nasce insieme a te che nel tempo prende forma crea la personalita’ e definisce la tua vita.

Daniela Borla ha scelto di dipingere l’informale, l’opera dell’uomo : citta’, metropoli, periferie urbane, edifici fatiscenti, “ e’ principalmente l’uso dei colori e delle linee frazionate a creare una certa incompletezza dell’opera, e’ il tempo che passa, gli agenti atmosferici, i vandalismi o le ristrutturazioni a modificarne sempre la realizzazione iniziale”. Non ci sono forme umane dei quadri di Dabo’, ma le loro vite, le loro fatiche , i loro problemi quotidiani e tutto cio’ viene fuori da questi ambienti: l’espressione dell’anima urbana. Le sue tele sono attraversate da linee spezzate, sovrapposizioni di colori audaci e giochi di luce che suggeriscono un senso di movimento e di continua trasformazione. Borla ha dato vita all’atelier ArtDabò, situato nel cuore di Ivrea, uno spazio espositivo che non solo ospita le sue opere, ma rappresenta anche un punto di incontro per artisti e appassionati d’arte. Insieme al suo compagno Luca Stratta, porta avanti un progetto culturale che mira a diffondere il valore dell’arte contemporanea e della sperimentazione.

Nel corso della sua carriera, ha partecipato a numerose mostre, sia in Italia che all’estero, esponendo le sue opere in città come Torino, Milano, Genova, Parigi e Barcellona. Il suo lavoro ha ricevuto apprezzamenti per la capacità di catturare l’essenza della vita attraverso una pittura che si nutre di suggestioni architettoniche e sociali.

Oltre alla pittura, Dabò si dedica anche alla scrittura. Ha pubblicato diversi libri, tra cui “Storie Rubate” e “La Casa delle Bambole di Vetro”, in cui il suo sguardo attento alla realtà si traduce in narrazioni intense e coinvolgenti. La sua poetica si esprime anche in versi con la raccolta “Colonne Vertebrali”, dove parole e immagini si fondono in un’unica voce artistica.

Si puo’ cogliere la bellezza anche nei dettagli, negli ambienti che normalmente non attirano l’attenzione proprio per la loro non-armonia, ci vuole una grande sensibilita’ e la devozione all’arte per saper tirare fuori un luogo “freddo”, come un porto o un cantiere, una emozione e tutto questo Daniela Borla con la sua passione e la sua continua ricerca lo fa benissimo.

Dabo’ spiega “L’arte è per tutti. L’arte è ovunque, è necessario avere gli occhi per vederla. Non appartiene a pochi eletti. Per me, l’arte è una continua fonte di scoperta e curiosità, non solo quella dei Grandi Maestri, ma anche quella che possiamo incontrare ogni giorno per strada”.

MARIA LA BARBERA

Commemorato il vigile Bussi ucciso durante una rapina

L’Assessore alla Sicurezza Marco Porcedda ed i vertici del Corpo di Polizia Locale di Torino, il comandante Roberto Mangiardi e il vicecomandante vicario Alessandro Parigini, hanno ricordato nella mattina di lunedì 31 marzo l’agente Roberto Bussi, caduto in servizio nel 1988. Di fronte a uno schieramento di agenti e Comandanti di Reparto, le note del Silenzio hanno risuonato a pochi metri dal Palazzo Civico per ricordare l’agente di Polizia Locale ucciso nella notte del 30 marzo 1988 per essere intervenuto a supporto di alcune guardie giurate durante un tentativo di rapina al Monte dei Pegni in via San Francesco d’Assisi.

Gli Artimani APS, corso “Ricuciamo il futuro”

Sono aperte le  iscrizioni al corso gratuito di cucito creativo, organizzato dall’associazione Gli Artimani APS, con il patrocinio della Circoscrizione 4 di Torino (San Donato, Campidoglio, Parella). Il corso, intitolato “RICUCIAMO IL FUTURO”, si terrà presso il Centro di Valorizzazione Territoriale in via Giacomo Medici 28, Torino.

Le lezioni si svolgeranno settimanalmente, con due gruppi disponibili (massimo 10 iscritti per gruppo): il mercoledì e il giovedì, dalle 10:00 alle 12:30. Gli insegnanti guideranno i partecipanti nella realizzazione di oggetti e nell’uso delle macchine da cucire, sia proprie che messe a disposizione dall’associazione.

Per partecipare, è richiesta una tessera associativa del valore di 20€, valida per 365 giorni.

In aggiunta, ogni martedì pomeriggio sarà attivo un gruppo creativo libero, dove i partecipanti potranno esercitarsi autonomamente utilizzando le attrezzature del centro. Questo gruppo proseguirà anche al termine del corso, continuando a offrire uno spazio di socializzazione e apprendimento alla cittadinanza.

 

Per maggiori informazioni e iscrizioni, potete contattarci Tel: 01118836752
Email: info@gliartimani.com
Sito: www.gliartimani.com

“Oggi butta bene!”, gli interrogativi di Scanderebech

In Consiglio Comunale, la Capogruppo di Forza Italia, Federica Scanderebech, ha sollevato il tema della gestione delle deiezioni canine ponendosi interrogativi sull’efficacia della campagna “Oggi butta bene!” lanciata dal Comune di Torino in collaborazione con Amiat e Gruppo Iren.

Dichiara SCANDEREBECH (FI): “Mentre la nostra città continua a sperperare risorse in campagne comunicative che rischiano di non avere alcun impatto, altre città italiane hanno già intrapreso azioni decisamente più efficaci. A Borgomanero, Bari e San Severo, la Polizia Municipale opera in abiti borghesi, sanzionando i trasgressori che non raccolgono le deiezioni. A Napoli e a Carmagnola, si è sperimentata l’analisi del DNA per identificare i proprietari incivili, mentre a Trento, Pordenone e Reggio Emilia sono stati installati distributori gratuiti di sacchetti e borracce per la pulizia, con controlli mirati per chi porta a passeggio il proprio cane senza strumenti adeguati.”

 “Con ben 85.000 cani censiti a Torino, l’Assessora in aula presenta numeri decisamente imbarazzanti: le sanzioni per comportamenti non corretti dei conduttori di cani, infatti, sono drammaticamente basse: 48 nel 2021, 13 nel 2022, 16 nel 2023, solo 4 nel 2024 (a fronte di 2.344 servizi delle ‘pattuglie decoro’) e appena 8 nei primi mesi del 2025. Inoltre, nel Piano di lavoro attualmente in vigore, non è prevista alcuna attività contrattuale specifica tra Amiat e la Città per la gestione delle deiezioni canine e il costo per la pulizia e la disinfezione di 248 aree ammonta a 1.800.000 euro. Come può Torino considerarsi davvero attenta a questo problema? È evidente che la Città abbia bisogno di una presenza costante della Polizia Municipale, soprattutto nelle ore più critiche, come il mattino presto e la sera, con controlli rigorosi e, se necessario, sanzioni adeguate, nonché di un piano d’azione serio e mirato per garantire decoro, igiene e sicurezza.”

 ” Non possiamo più accontentarci di slogan vuoti che non si traducono in cambiamenti concreti. È il momento che l’Amministrazione locale prenda esempio dalle città che hanno già dimostrato che è possibile fare la differenza. E’ indispensabile utilizzare le risorse in modo più virtuoso, indirizzandole verso iniziative che portino a risultati tangibili. È fondamentale investire in una città più pulita, più civica e più rispettosa dell’ambiente, dando il giusto esempio alle future generazioni. Non servono più parole, ma azioni concrete per migliorare la qualità della vita di tutti. “, conclude la consigliera.

Fondi regionali alle imprese artigiane per le fiere

La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore allo Sviluppo delle Attività produttive Andrea Tronzano, ha stanziato ulteriori 350.000 euro a favore delle imprese artigiane che intendono partecipare a fiere nazionali e internazionali nel corso del 2025.

Grazie a questo intervento sarà possibile riattivare lo sportello gestito da Unioncamere Piemonte, che aveva dovuto sospendere l’accoglimento delle domande per esaurimento dei fondi. La riapertura è prevista per il prossimo mese di luglio, in tempo utile per consentire la presentazione delle istanze relative alle principali manifestazioni del secondo semestre dell’anno, tra le quali Restructura, Expocasa e L’Artigiano in Fiera, eventi di rilievo strategico per la promozione del saper fare piemontese.

“Con questa misura – dichiara l’assessore Tronzano – le imprese artigiane potranno tornare a beneficiare di un contributo per partecipare alle fiere. Un’opportunità di crescita, visibilità e sviluppo commerciale che recepisce le istanze delle associazioni artigiane e rafforza il legame tra promozione economica e identità territoriale”.

L’iniziativa rappresenta anche una risposta concreta alle richieste espresse dalle organizzazioni di categoria dell’artigianato, che da tempo sollecitavano un rafforzamento delle politiche di sostegno alla partecipazione fieristica, in particolare verso una programmazione di medio periodo e una miglior valorizzazione dell’identità territoriale nelle fiere di maggior richiamo.

La delibera prevede inoltre risorse aggiuntive per 30.000 euro per rafforzare l’immagine del Piemonte a “L’Artigiano in Fiera”, in programma a Rho (Milano) dal 6 al 14 dicembre 2025, attraverso l’allestimento nel Padiglione che ospita le imprese piemontesi di uno stand istituzionale che fungerà da punto di riferimento per visitatori e operatori.

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Askatasuna, Montaruli (FdI): sentenza conferma pericolosità dei militanti

“Contrarietà alla sanatoria del centro sociale. Il sindaco Lo Russo non può piegare l’intera città alla violenza di Askatasuna”
“Chi usa la violenza come strumento di lotta, ideologica e politica, chi si professa fuori da ogni regola, assurgendo a professionisti del disordine, minaccia le istituzioni, devasta la città, i beni della cittadinanza e il patrimonio, così come chi aggredisce le forze dell’ordine, non può mai essere un interlocutore dello Stato e pertanto delle amministrazioni degli enti locali. Le 18 condanne ai militanti di Askatasuna emesse dal tribunale di Torino oggi, lo confermano, anche se cade l’associazione a delinquere: non cambia la sostanza e anzi questa prima sentenza lo certifica in pieno. La pericolosità degli esponenti di Askatasuna resta ed è molto grave, proprio perché i militanti, pur condannati, sono fieri dei loro comportamenti. Questo è un segnale chiaro a tutta la cittadinanza e al sindaco di Torino: senza alcun ravvedimento, pentimento e messa in discussione di quanto finora fatto da Askatasuna, va confermata la contrarietà a qualsiasi forma di sanatoria del centro sociale e dei suoi attivisti. Il Comune di Torino non può piegarsi alla violenza, all’illegalità esibita con orgoglio, perché è un messaggio contro tutti i cittadini che rispettano le regole. Torino non deve essere ostaggio”. Lo dichiara il vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli.

Sappe: “Altri telefonini scoperti nel carcere”

Ennesima denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario del Piemonte Vicente Santilli: “Due telefoni cellulari e diversi accessori elettronici sono stati rinvenuti nella serata di martedì 29 aprile 2025 all’interno della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, durante una perquisizione straordinaria disposta dalla Direzione dell’istituto. L’operazione, condotta dagli agenti di Polizia Penitenziaria nel reparto “Alta Sicurezza” del padiglione A ha portato alla luce un primo dispositivo, uno smartphone, nascosto all’interno degli slip di un detenuto italiano. Nella stessa cella, a seguito di un’ulteriore ispezione, è stato rinvenuto anche un microtelefono, insieme a due cavi per la ricarica e un alimentatore”.

“Il ritrovamento”, prosegue, “conferma ancora una volta la gravità del fenomeno legato all’introduzione illecita di dispositivi elettronici nelle carceri italiane, spesso utilizzati per eludere i controlli penitenziari e comunicare con l’esterno, anche per fini illeciti”. Per il sindacalista, si tratta di “Una situazione già critica, che rischia di diventare ancor più complessa con l’annunciata introduzione degli incontri intimi in carcere, prevista in spazi non ancora idonei e senza un chiaro protocollo sanitario e di sicurezza”.

Il SAPPe, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, ha più volte denunciato come simili episodi siano ormai quotidiani, e come la sola professionalità del personale non sia più sufficiente a contrastare in modo strutturale un fenomeno che richiede interventi tecnologici urgenti, bonifiche ambientali regolari e un adeguato potenziamento dell’organico, conclude Santilli.

“Un plauso va a tutto il personale di polizia penitenziaria che con abnegazione e grande professionalità, é riuscito, ancora una volta, ad esaltare la presenza dello Stato in Istituto”, commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il quale si augura “che almeno questa volta il minuzioso lavoro della Polizia Penitenziaria possa essere rispettato e valorizzato come merita, applicando nei confronti  del detenuto possessore del dispositivo telefonico i dovuti e necessari provvedimenti conseguenziali”. Sollecita urgenti e rapidi interventi a favore del personale in servizio nel carcere di Torino, ricordando che “nel triennio 2022/2024 sono stati sequestrati dalla Polizia Penitenziaria, nelle carceri italiane, circa 5.000 telefonini (4.931, per la precisione). Servono fatti concreti, nello specifico, senza però dimenticare che sulla questione detentiva minorile va fatta una riflessione più approfondita, che porti a non avere più maggiorenni tra i detenuti. Non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio”, conclude il leader nazionale del SAPPE.