ilTorinese

Piemonte: col Piano rifiuti speciali arrivano due bandi da 36 e 80 milioni

Durante la discussione generale sul Piano Rifiuti speciali che si è svolta oggi in Commissione Ambiente, presidente Sergio Bartoli, l’assessore Matteo Marnati ha presentato gli aggiornamenti al 2024 del piano: “Attraverso l’approvazione di questo piano per i Rifiuti speciali – ha detto – con il regolamento interno aggiornato alle nuove direttive europee, sbloccheremo a breve i fondi necessari per attivare due nuovi bandi: 36 milioni per sviluppare le filiere dell’economia circolare piemontese e circa 80 milioni per le imprese, con un bando per il miglioramento dei processi produttivi, sia per risparmio e efficientamento energetico, ma anche per sostenere l’economia dei processi industriali”.

Il presidente Bartoli e l’assessore Marnati

“Con il tavolo rifiuti – ha proseguito l’assessore – realizzato con le associazioni di categoria per sviluppare tutte le filiere dei sottoprodotti, stiamo puntando tantissimo sul tema dell’economia circolare e della bioeconomia: sarà uno dei punti chiave all’interno delle prossime programmazioni per utilizzare gli scarti di lavorazione e farli diventare nuovi prodotti o nuova materia prima”.
I consiglieri Mauro Calderoni (Pd), Alberto Unia (M5s), Paola Antonetto (Fdi), Alberto Avetta (Pd), Vittoria Nallo (Sue), sono intervenuti per chiedere chiarimenti all’assessore.

La Commissione ha anche espresso voto favorevole a maggioranza sul parere preventivo circa la proposta di regolamento regionale “Criteri per la redazione del progetto di gestione degli invasi”.

Moderati: “Nuovo Piano Regolatore, quale futuro per la città?” 

Oggi si è svolto, presso la Sala delle Colonne di piazza Palazzo di Città 1, a Torino, il convegno promosso dal Gruppo Consiliare Moderati del Comune di Torino sul tema del “Nuovo Piano Regolatore, quale futuro per la città?”

I lavori sono stati introdotti dal Capogruppo dei Moderati in Comune Simone Fissolo, il ruolo di moderatore è stato assunto da Giacomo Portas, leader dei Moderati, e sono intervenuti il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, l’Assessore all’urbanistica della Città di Torino Paolo Mazzoleni, la Vicepresidente Ance Torino Paola Orsini e il Presidente della Commissione Edilizia della Città di Torino Subhash Mukerjee.

“Noi Moderati in Consiglio Comunale sosteniamo il nuovo Piano Regolatore – ha dichiarato Simone Fissolo – sono trent’anni (1995) che Torino ha approvato l’ultimo Piano Regolatore. Oggi alcune sopravvenute esigenze quali la decrescita demografica cittadina e il cambiamento di abitudini dettato dalla pandemia da Covid 19 hanno fatto in modo che il Piano Regolatore trentennale dovesse essere revisionato e aggiornato. Il nuovo Piano Regolatore si basa su tre aspetti principali che riguardano la bonifica e la trasformazione dei luoghi abbandonati, la transizione energetica ecologica per la riduzione della CO2 e affrontare la decrescita demografica”.

“Credo che un nuovo Piano Regolatore sia fondamentale – dichiara il Sindaco di Torino Stafano Lo Russo – per accompagnare il cambiamento che si fa sempre più veloce della città. La finalità di questo Piano Regolatore su cui si sta celermente lavorando si basa sul costruire traiettorie di sviluppo sostenibile per i prossimi 30 anni. Da qui nasce l’esigenza di una visione e di una sua dinamicità per stare al passo con il rapido cambiamento in corso. Il Comune per la prima volta ha messo in atto 909 milioni di fondi di investimento pubblico per far sì, inoltre, che aumentino quelli privati.

L’Assessore Mazzoleni è intervenuto per spiegare il contenuto e le dinamiche del nuovo Piano Regolatore su cui si sta lavorando, tenendo conto di Torino come quarta città italiana per dimensione e importanza, caratterizzata dalla dimensione di prossimità dei quartieri, che è stata accelerata durante la pandemia.

“Abbiamo un’idea chiara di città che possiamo costruire. Torino è una città caratterizzata dalla presenza di quartieri dotati di una loro centralità che garantiscono una maggiore facilità di organizzazione politica e sociale. Il nuovo Piano Regolatore si basa su tre pilastri fondamentali: la città come innovazione, la città come welfare e la città come ecosistema. La finalità è quella di aumentare la qualità all’interno dei servizi nello spazio pubblico, stimolando Torino ad accettare e accogliere la sfida della sostenibilità. Il Piano Regolatore deve influire sui quartieri, rafforzando le loro rispettive centralità e potenziandone gli spazi di riferimento per la vita quotidiana dei residenti. Fondamentali saranno le connessioni tra i quartieri determinate da un efficientamento delle linee di trasporto pubblico (nel Piano Regolatore vigente non vi sono riferimenti al settore del trasporto urbano e metropolitano). Gli spazi inutilizzati della città dovranno essere trasformati in centri di innovazione, polifunzionali, di creatività, promuovendo un mix dinamico di attività. Al centro del progetto va assolutamente inserita la valorizzazione del tessuto urbano con una maggiore estensione delle aree verdi, degli spazi pubblici e servizi utili ai quartieri. Il prossimo Piano Regolatore dovrà tutelare e collegare parchi, fiumi, viali alberati e corridoi ecologici per un maggiore benessere urbano e rendere la città maggiormente resiliente. Il nuovo Piano Regolatore, che dovrà essere adattivo, flessibile, efficace, attivabile, digitale e aggiornabile, dovrà anche regolare i rapporti tra Torino e i comuni limitrofi, evitando periferie isolate incentivando la trasformazione lungo i bordi urbani”.

Hanno concluso i lavori del convegno Paola Orsini e Subhash Mukerjee, che hanno sottolineato l’importanza di un nuovo Piano Regolatore quale strumento fondamentale per attuare un cambiamento e un processo di rigenerazione urbana che deve adattarsi alle molte esigenze della città. Deve essere chiaro, hanno evidenziato, che la sua comparsa non porterà un cambiamento improvviso, ma sarà necessario un costante lavoro per la sua attuazione.

Mara Martellotta

La Cassazione conferma associazione per delinquere nel gruppo dei Drughi

La Corte di Cassazione ha confermato la sussitenza dell’associazione a delinquere nel  gruppo ultrà juventino dei Drughi. Tale reato viene riconosciuto per la prima volta nell’ambito di questioni di gruppi di tifosi.

Last Banner, così era stato chiamato il processo,  è stato celebrato a Torino a seguito dell’inchiesta della Digos  a proposito delle pressioni fatte sulla Juventus dalla curva nel corso della stagione calcistica 2018-2019 al fine di non rinunciare ad alcuni privilegi. la Cassazione si è occupata di cinque imputati: tra loro anche esponenti dei Drughi.

I ricorsi delle difese sono stati respinti e i giudici hanno annullato con rinvio una sola parte  della sentenza della Corte d’appello. Bisognerà quindi fare luce  sulla richiesta di 25 biglietti gratuiti (non consegnati)  per le partite allo stadio.

Tre dei 5 ultras che passeranno dalla Corte d’Appello appartenevano al gruppo dei Drughi.

 

Il 74% degli studenti universitari dorme meno di quanto dovrebbe

Da una recente ricerca, che ha coinvolto 600 studenti del Corso di Laurea di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, emerge che il 74% degli studenti universitari dorme meno di quanto raccomandato dall’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno ed il 19% soffre di disturbo del ritmo circadiano con posticipo di fase (gufi patologici). Questo è un disturbo caratterizzato dalla tendenza ad andare a letto ed addormentarsi più tardi rispetto alla media della popolazione con ipnotipo normale (intermedi) o anticipato (cosiddette allodole), con necessità di protrarre il sonno nella mattinata quando possibile. Il disturbo, trattabile mediante tecniche non farmacologiche, è statisticamente associato ad una peggiore qualità di vita in termini di stress percepito (74 vs 60% dei soggetti gufi patologici rispetto ad intermedi ed allodole), affaticamento diurno (54% vs 44%), qualità del sonno (74% vs 49%), sonnolenza patologica (24 vs 17%), sintomatologia ansiosa (moderata-grave 20% vs 10%) e depressiva (moderata-grave 23% vs 10%). I gufi patologici presentano infine un profitto scolastico meno buono in termini di media ponderata (-1 punto) e voto di maturità (- 4,5 punti) rispetto alle allodole ed agli intermedi.
La ricerca è stata coordinata dal Centro di riferimento regionale per i disturbi del sonno (responsabile professor Alessandro Cicolin) della Città della Salute e della Scienza di Torino e Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini e dal Dipartimento di Psicologia (diretto dalla professoressa Daniela Converso) dell’Università di Torino.
I risultati dello studio confermano l’importanza di un buon sonno non solo per la salute fisica e mentale ma anche per l’efficienza scolastica e lavorativa, esattamente il contrario del proverbio che recita “Chi dorme non piglia pesci”…
Il sonno è un bisogno fondamentale per la vita e per il benessere fisico e mentale, come l’acqua, il cibo, l’aria… E’ infatti coinvolto nei processi che regolano attenzione, memoria ed emozioni, ormoni e funzione cardiovascolare.  Non può sorprendere quindi che numerose evidenze scientifiche dimostrino che le alterazioni del sonno, in termini di quantità o di qualità, rappresentino un fattore di rischio per infarto, ictus, diabete, obesità, cancro e demenza.
La Giornata mondiale del sonno (World Sleep Day 2025) focalizza l’attenzione proprio sull’importanza del riposo per una buona funzionalità diurna e per la salute in generale. A Torino la Giornata prevede incontri pubblici nelle principali piazze (San Carlo, Carignano e Carlo Alberto in data sabato 22 marzo) ed ospedali (Molinette, Regina Margherita e CTO, venerdì 28 marzo) ed un incontro con gli esperti del settore e le Associazioni dei pazienti (sabato 29 marzo presso l’Aula magna dell‘ospedale Molinette di Torino (corso Bramante 88). L’evento rappresenta anche un’occasione per la popolazione ed i pazienti per incontrare le Associazioni nazionali del settore: RLS-Italia (sindrome delle gambe senza riposo), AIPAS-APS (sindrome delle apnee nel sonno) e la neonata Protocolloinsonnia (insonnie). Infine la notte del 22 marzo vedrà la Mole Antonelliana illuminata di azzurro per augurare a tutta la popolazione torinese un sereno e soddisfacente riposo!

Ad Avigliana due fratelli feriti a coltellate dal cognato

Nella giornata di mercoledì 19 marzo, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino ha convalidato il fermo di indiziato di delitto – operato d’urgenza e d’iniziativa della Polizia Giudiziaria – eseguito dai militari della Compagnia di Rivoli nei confronti di un cittadino quarantunenne di nazionalità marocchina che lo scorso 12 marzo si sarebbe reso responsabile di un duplice tentato omicidio verso due connazionali suoi parenti.
Il presunto reo, cognato delle vittime, la sera dei fatti, dopo una discussione scoppiata per futili motivi e probabilmente legata al difficile rapporto di convivenza dei tre, avrebbe inferto alcune coltellate alle braccia di entrambi.
I Carabinieri, allertati dal personale del 118 intervenuto nell’abitazione dove si è consumata l’aggressione, hanno dovuto ricostruire con attenzione la dinamica, in considerazione di una prima versione dei fatti poco credibile resa agli investigatori che attribuiva il tentato omicidio ad un quarto soggetto dall’identità ignota.
La speditiva attività di indagine condotta dai militari ha fatto emergere come il quarantunenne abbia di fatto aggredito in un primo momento una delle due vittime, ferendola gravemente alle braccia con un coltello, per poi colpire anche la seconda intervenuta per separarli. L’uomo, prima dell’arrivo dei sanitari e dei Carabinieri, si sarebbe poi lui stesso inferto dei tagli superficiali alle braccia, con il chiaro intento di dissimulare un’aggressione commessa da un quarto individuo.
Il quarantunenne, ristretto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è ora gravemente indiziato di tentato omicidio aggravato e continuato. Le due vittime sono invece ricoverate e non versano in pericolo di vita.

La telemedicina per deospedalizzare i pazienti con malattia renale cronica

«Sono un paziente seguito dalla Nefrologia dell’Asl VCO dal 2013, epoca in cui sono stato sottoposto a biopsia renale. Nel 2022 purtroppo la mia insufficienza renale è giunta ad uno stadio che mi ha portato alla necessita della dialisi, ma grazie al direttore Borzumati e alle infermiere dell’ambulatorio di Malattia Renale Avanzata mi è stato proposta una terapia da eseguirsi direttamente a domicilio. Oltre al fatto di non essere obbligato a dovere andare in ospedale, l’utilizzo della telemedicina mi ha permesso di essere costantemente in contatto con il centro di riferimento che si trova all’ospedale di Verbania».

Questo il racconto di Cristiano, un paziente che ha potuto usufruire del sistema informatico di gestione della telemedicina utilizzato dalla struttura di Nefrologia e Dialisi e composto da diversi device medicali, tra cui una stazione periferica (Totem trasportabile) a domicilio del paziente (casa/RSA), una stazione di controllo in sede ospedaliera, un centro di controllo informatico con server cloud, che consente agli Operatori Sanitari in Ospedale di addestrare i pazienti/caregivers a domicilio nel processo di Dialisi Peritoneale e di effettuare Teleassistenze e Televisite. Il sistema ad oggi permette di seguire i pazienti trattati a domicilio con dialisi peritoneale (in media 25-30 pz /anno) in condizioni di maggiore sicurezza e qualità in termini di prestazione erogata.

«Attraverso la videodialisi – ha proseguito Cristiano – ho potuto essere seguito dalle infermiere e dalla dottoressa Bonvegna con videovisite e collegamenti con cui mi seguivano nel post addestramento. Successivamente, dopo essere diventato autonomo nella gestione della dialisi, mi è stato fornito un altro strumento: la webApp, che mi permette di inviare i miei parametri tutti i giorni, direttamente al centro dialisi. Sono soddisfatto della gestione della mia malattia dal punto di vista clinico e dell’assistenza, nonostante la realtà di provincia i dottori e le infermiere che mi seguono sono all’avanguardia e il poter restare a casa mi permette una buona qualità di vita nonostante la malattia. Ora aspetto il trapianto di rene fiducioso».

I dati parlano di 113 tra televisite e teleleassistenza nel 2022, 196 nel 2023 e 443 nel 2024. Da sottolineare anche la riduzione del rischio infettivo, perché grazie al sistema di telemedicina si è ridotto in modo significativo il numero dei viaggi dei pazienti verso l’ospedale e degli operatori sanitari verso il domicilio del paziente, consentendo una sensibile riduzione del drop-out.

Come ha raccontato il paziente Cristiano, dal 2021 è stato anche avviato l’utilizzo di un secondo modulo, che consente agli Operatori Sanitari in Ospedale di utilizzare una web App per inviare direttamente su smartphone, tablet o PC del paziente una scheda digitale per il recupero dei parametri richiesti (pressione, frequenza cardiaca, glicemia, peso, terapia assunta), i dati condotti su canale digitale protetto giungono al cruscotto paziente e resi disponibili ai Sanitari in forma di grafico. Ciò ha permesso di effettuare un telemonitoraggio per valutare l’andamento clinico e l’aderenza della terapia, migliorando la qualità delle cure nell’ottica di una medicina di prossimità e precisione.

Dal 2024 il programma di telemedicina in ambito nefrologico è stato inoltre esteso ai pazienti con malattia renale cronica avanzata che si accingono ad avviare il trattamento dialitico, per permettere una scelta del tipo di dialisi più consapevole e condivisa con il nucleo familiare, senza la necessità di continui viaggi fra domicilio ed ospedale.

Nel corso dell’anno otto famiglie, diffusamente dislocate nel VCO sono state supportate con tale tipo di sistema.

Oltre a ottimizzare quanto già fatto, nel 2025 è anche intenzione dell’Asl VCO sviluppare ulteriormente il programma, avviando una stabile interazione con i Medici di Medicina Generale (MMG) associati e le Case di Comunità per la gestione clinica condivisa, secondo Percorsi di Salute e Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PSDTA) opportunamente redatti, dei pazienti affetti da malattia renale cronica di grado moderato, cui possono essere evitate periodiche visite in presenza in ospedale attraverso l’utilizzo della telemedicina (televisite di controllo o teleconsulto) fruibili nelle opportune sedi della medicina territoriale e prenotabili su apposite agende CUP.

Tutto questo, oltre a migliorare l’interazione ospedale-territorio, tra Specialisti Ospedalieri e MMG nella gestione delle patologie croniche, ha l’obiettivo di determinare un miglioramento della appropriatezza prescrittiva e generare un riverbero positivo sulle liste d’attesa nell’ambito specifico.

Nell’esperienza condotta si è toccato con mano l’efficace utilizzo della sanità digitale a domicilio, applicabile anche per lo svolgimento di procedure sanitarie relativamente complesse come l’effettuazione di un programma di dialisi, con un’operatività improntata alla semplificazione e migliore fruibilità delle cure abbinate a un adeguato profilo di sicurezza.

Il Direttore di Nefrologia e Dialisi, Maurizio Borzumati: «Il progetto di videodialisi consente una migliore qualità di vita per i pazienti che possono effettuare a casa, in sicurezza, con una riduzione degli accessi ospedalieri, la terapia. Inoltre ha migliorato la modalità operativa delle figure professionali coinvolte, soprattutto dei caregiver. La videodialisi ha permesso di toccare con mano nell’ambito dell’assistenza e delle terapie erogate a domicilio, il valore della medicina di prossimità e della sanità digitale applicabile anche allo svolgimento di procedure sanitarie relativamente complesse, quale può essere un programma di dialisi».

La Coordinatrice del Servizio di dialisi peritoneale, Michela De Nicola: «L’utilizzo della videoassistenza ha consentito di ridurre le complicanze e di far sentire i pazienti e i loro caregiver sicuri nella gestione di una terapia salvavita effettuata al domicilio. Oltre alla videodialisi e alla WebApp, con un programma scientifico abbiamo sviluppato la presa in carico dei pazienti con malattia renale avanzata che stanno per iniziare il trattamento dialitico, seguendoli con il programma di telemedicina per visite e counseling evitando loro la necessità di frequenti viaggi in ospedale».

Il Direttore Generale, Francesco Cattel: «Mi complimento con il Direttore, con la Coordinatrice e con gli operatori della Nefrologia e Dialisi per i risultati ottenuti che pongono il paziente e le sue esigenze al centro del percorso di diagnosi e cura utilizzando una procedura di telemedicina avanzata. Il progetto consente una migliore presa in carico da parte dei caregiver e dà attuazione a una medicina di prossimità molto utile e importante per i pazienti cronici, in un territorio di montagna come il Verbano Cusio Ossola».

L’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi: «L’esempio dell’Asl VCO conferma come la telemedicina non sia solo vantaggiosa per i pazienti, ma anche per i professionisti e, più in generale, per la sanità pubblica; riuscendo a ottimizzare le prestazioni e incidere positivamente sulle liste di attesa. Inoltre, in zone particolarmente disagiate come quelle comprese all’interno del VCO, la telemedicina permette di garantire l’assistenza ai pazienti direttamente al loro domicilio, un vantaggio importante anche per le famiglie e i caregiver».

Le imprese di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta chiedono una regia comune per i collegamenti con la Francia

Si è tenuto ieri nella sede di Bruxelles del Parlamento Europeo l’incontro ‘Bridging the Alps, overcoming barriers and advancing sustainable connectivity in Europe’ organizzato da Confindustria a cui hanno partecipato anche il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini. Ai lavori ha preso parte anche una rappresentanza di Confindustria Liguria, Confindustria Piemonte e Confindustria Valle d’Aosta.

I collegamenti con la Francia è alla base della collaborazione che le associazioni regionali del Nord Ovest del sistema confindustriale portano avanti da oltre due anni. Alla base c’era infatti la richiesta di una regia europea su questo tema, che coinvolga non solo i Governi italiano e francese ma anche i vertici delle istituzioni europee. Perché, se da un lato registriamo qualche passo avanti nei cantieri di opere come il Terzo Valico, il Colle di Tenda, il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus e la nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, è anche vero che si tratta di infrastrutture attese da decenni, e su cui serve un lavoro di coinvolgimento sempre maggiore delle imprese italiane e francesi. Solo così queste opere quando saranno ultimate rappresenteranno un reale fattore di competitività per tutta l’Italia” commentano Andrea Amalberto, presidente Confindustria Piemonte, Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Liguria, e Francesco Turcato, presidente di Confindustria Valle d’Aosta.

Evidenze confermate dai recentissimi rapporti Oti Nord e Oti Piemonte, da cui emerge come solo dopo quasi 20 mesi, il primo di aprile sarà riaperta l’unica linea ferroviaria adatta al trasporto merci tra Italia e Francia, ovvero quella del Frejus chiusa da agosto 2023 per una frana nella valle della Maurienne. A luglio sarà invece aperto il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus, con un ritardo di alcuni anni. Il Colle di Tenda chiuso dal 2021, entro fine anno sarà parzialmente riaperto, mentre il Traforo del Monte Bianco sarà oggetto di ulteriori 17 anni di chiusura trimestrale ogni autunno.

L’attrattività del territorio piemontese è fortemente legata alla posizione geografica. Ce lo dicono le oltre 1.300 multinazionali che si sono insediate qui negli anni. Davanti a noi, seguendo questa traiettoria abbiamo altre importanti opportunità, ma l’Europa deve mediare queste nostre istanze, con quelle degli altri Paesi. A Bruxelles siamo presenti con un nostro desk Nord Ovest, l’interesse che sulla Tav Torino-Lione il ministro Salvini ha sempre dimostrato, l’attenzione registrata da parte del commissario Tzitzikostas sono incoraggianti per le nostre imprese” commenta Amalberto.

Per Confindustria Liguria quella infrastrutturale è una sfida centrale, poiché è l’unica in grado di garantire continuità all’attuale sistema economico, e una prospettiva di crescita solida per i prossimi decenni. Collegare i nostri porti e le merci in arrivo dal Mediterraneo, in modo razionale e sicuro, è la premessa per la crescita dell’economia del Nord Ovest e italiana. Sul Terzo Valico e sulla rete autostradale, oltre che sui porti resta molto da fare. Dialogare a livello europeo è quindi prioritario per tutte le nostre imprese” aggiunge Mondini.

Il traforo del Monte Bianco è stato al centro dell’intero mio mandato a presidente di Confindustria Valle d’Aosta. L’ipotesi di un raddoppio è l’unica percorribile a nostro avviso, e l’abbiamo ribadito in tutte le sedi, compresa Bruxelles. Insieme ai colleghi piemontesi e liguri, anche oggi quindi rilanciamo il ruolo centrale delle infrastrutture” conclude Turcato.

Alle OGR di Torino, fra gioco e scienza: ‘’un’esplorazione del cosmo a bordo della luce”

Tutti a bordo… Si viaggia nell’Universo!

Fino al 2 giugno

Venerdì 21 marzo incontro con il “Premio Nobel” Michel Mayor

“Un viaggio interattivo alla scoperta di stelle, galassie, pianeti extrasolari, asteroidi e buchi neri”: ce n’è quanto basta nel programma di “esperienza immersiva” dal titolo “Macchine del Tempo. Il viaggio nell’Universo inizia da te”, proposto fino a lunedì 2 giugno (dopo il successo della prima edizione al “Palazzo Esposizioni Roma”) negli spazi del “Binario 1” alle “OGR – Officine Grandi Riparazioni”, in corso Castelfidardo, a Torino.

Ideata dall’“Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), realizzata dalle “OGR Torino” e progettata da “Pleiadi Srl” ( nata nel 2010, per la progettazione di eventi e percorsi museali), con il contributo di “Infini.toPlanetario”, di Torino-Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari” e di “MU-CH – Museo della Chimica”, la mostra si traduce in un “percorso espositivo” in cui si combinano, per la gioia di tutti (dagli adulti e anche più, ai giovani, ai ragazzi e ai bambini) installazioni immersive, ambientazioni interattive e videogiochi ispirati agli anni Ottanta, offrendo al pubblico un’esperienza innovativa tra passato, presente e futuro della ricerca astrofisica. Di particolare interesse anche l’integrazione di “macchine del tempo”futuristiche progettate dall’“INAF”, che consentono di esplorare la storia dell’Universo attraverso le più recenti scoperte scientifiche.

Proprio per questa ragione, l’evento non si rivolge solo agli appassionati di scienza, ma “coinvolge chiunque desideri lasciarsi affascinare dalla storia e dai misteri dell’Universo”, confermando, ancora una volta, l’impegno delle “OGR Torino” nella “promozione della ricerca e della divulgazione scientifica, consolidando il proprio ruolo di polo d’eccellenza per l’innovazione e la cultura contemporanea”.

Dichiara in proposito Davide Canavesio, Presidente “OGR Torino”: “Con questa mostraoffriamo al pubblico un’esperienza che unisce arte, scienza e tecnologia in un viaggio affascinante attraverso l’Universo e, in questo, le ‘OGR’ si confermano un laboratorio di sperimentazione e innovazione, un luogo in cui il sapere si traduce in esperienze immersive e coinvolgenti. Ospitare ‘Macchine del Tempo’ significa non solo dare spazio alla divulgazione scientifica, ma anche contribuire a rendere la conoscenza accessibile e stimolante per un pubblico sempre più ampio e diversificato”. Parole che trovano concreta conferma nell’adesione al progetto di oltre cento scuole, un vero e proprio segnale di risposta alla necessità urgente di insegnare “attraverso esperienze immersive e di qualità”. “Il nostro obiettivo – conclude Canavesio – è ispirare con questa mostra curiosità e meraviglia, offrendo nuove prospettive sul cosmo e sul nostro ruolo al suo interno”.

 

“Con ‘Macchine del Tempo’, l’‘Istituto Nazionale di Astrofisica’ mostra al pubblico– sottolinea da parte sua Roberto Ragazzoni, presidente dell’‘INAF’ – gli strumenti che scrutando il cielo esplorano l’Universo in epoche lontane dalla nostra, dagli 8 minuti che la luce del Sole impiega a raggiungerci, ai miliardi di anni percorsi dai messaggeri che provengono dalle galassie più lontane. Il nostro Istituto è leader nell’esplorazione dell’Universo e nella progettazione delle ‘macchine’ che ci permettono di svelarne i segreti, ma anche nella sperimentazione di nuovi linguaggi per appassionare il pubblico e guidarlo in questo straordinario viaggio di scoperta. Dalle meraviglie del Sole e delle stelle, agli ‘innumerabili mondi’ vicini e lontani, passando per la nostra Galassia e quelle più remote, dalle stelle compatte ai buchi neri, dalle onde gravitazionali alla ricerca della vita nell’Universo. Tutto questo e molto altro potrete scoprire visitando ‘Macchine del Tempo’, un viaggio che speriamo accenda la curiosità di tutte e tutti e magari ispiri le menti più giovani a intraprendere la strada della ricerca scientifica, perché un giorno siano loro a scrivere i prossimi capitoli delle scoperte nel cosmo”.

 

A corollario della mostra, sono inoltre numerosi gli appuntamenti organizzati e proposti al grande pubblico: dall’osservazione astronomica ai giochi interattivi, dalla musica alla poesia, passando per la più ampia ed accessibile divulgazione.

Si inizia venerdì 21 marzo, quando le “OGR” ospiteranno il “Premio Nobel per la Fisica”, l’astronomo svizzero Michel Mayor.

 

Per info: “OGR Torino”, corso Castelfidardo 22, Torino; tel. 011/0247108 o www.ogrtorino.it

 

g.m.

 

Nelle foto: “Macchine del tempo” immagini allestimento (Ph. Luigi De Palma per “OGR Torino”)

Ferrovie: sempre meno le “linee sospese”

“Nel 2019 c’erano 500 chilometri di linee ferroviarie sospese che oggi sono scesi a 372, cerchiamo di migliorare il servizio ai viaggiatori pur essendoci ancora molto da lavorare”, con la riapertura quindi di 128 chilometri.

Con queste parole l’assessore Marco Gabusi sintetizza l’informativa illustrata nella seconda Commissione dela Regione , presieduta da Mauro Fava, in merito alle linee ferroviarie sospese o soppresse.

Nei prossimi anni per riuscire a riaprire tutte le linee attualmente sospese ci vorranno quattrocento milioni di euro di investimenti, oltre a quarantacinque milioni all’anno aggiuntivi per i costi dell’esercizio.

Intanto alcune linee sono state riaperte, tipo la Casale-Mortara e la Asti-Alba che completano l’anello di collegamento tra i territori delle Province di Cuneo, Asti, Alessandria e la Lombardia.

Nel corso della seduta sono intervenuti per richiedere precisazioni e chiarimenti Monica CanalisNadia ConticelliAlberto AvettaDomenico Ravetti (Pd), Alice Ravinale (Avs), Alberto Unia (M5s) e Roberto Ravello (Fdi).

Sollecitato dagli interventi dei commissari, l’assessore ha concordato sull’importanza del biglietto unico integrato che si cercherà di adottare ed estendere con le riaperture e i nuovi contratti.

Gabusi ha anche svolto l’informativa in merito alla fermata di Bardonecchia sulla linea ferroviaria ad alta velocità, rilevando che non avere due fermate tra Oulx e Bardonecchia e quale delle due mantenere è una valutazione del gestore.

Sax Nicosia, passione teatro

RITRATTI TORINESI 

Sax Nicosia, classe 1972, attore diplomatosi alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, vanta all’interno del suo percorso artistico importanti collaborazioni con molti registi italiani e stranieri del calibro di Giancarlo Cobelli, Mauro Avogadro, Ugo Gregoretti, Jérôme Savary, Slobodan Milatovic, Carmelo Rifici, Serena Sinigaglia e Arturo Brachetti.

“La mia storia con il teatro Baretti – dichiara Sax Nicosia – ha a che fare con la parola famiglia, un termine che mi piace usare spesso. Ho debuttato in questo teatro nei primi anni del Duemila, sotto la direzione artistica di Davide Livermore, uno dei fondatori. Durante quegli anni firmò la regia di molti spettacoli memorabili, fra cui porto nel cuore “Il Re si diverte” di Victor Hugo. Quasi vent’anni dopo la seconda direttrice artistica del teatro Baretti, la scrittrice torinese Rosa Mogliasso, mi ha passato il testimone, ed è stato un onore per me accettare di dirigere il teatro che amo e che considero una casa accogliente. Rosa, di cui abbiamo messo in scena negli anni passati alcuni dei suoi romanzi ambientati proprio a Torino e purtroppo recentemente scomparsa, mi ha lasciato un’eredità bellissima. La mia direzione artistica è imprescindibile dal mio ruolo di attore: in questi ultimi anni non è raro incontrare attori nel ruolo di direttori artistici di teatro e, personalmente, la trovo un’ottima soluzione poiché un attore possiede le misure e la temperatura di ciò che succede in teatro”.

“Il teatro Baretti è presidio culturale di San Salvario da molti anni, con una vocazione sociale e un focus culturale rivolto all’inclusione – afferma Sax Nicosia – e mi piace definirlo un ‘ecosistema culturale’ in cui, insieme al teatro, convivono il cinema d’essai, una scuola popolare di musica per ragazzi e ragazze dai 6 ai 16 anni, e una scuola teatrale per bambini e adulti, attività che rappresentano il fiore all’occhiello delle nostre proposte formative. Sono tanti i grandi artisti che sono venuti ad esibirsi al Baretti con cachet ridotti riconoscendo la serietà e i valori della storia di questo teatro: Rossy De Palma, Arturo Brachetti, Fabio Biondi, fra gli altri nel corso di questi anni. Sotto la mia direzione artistica, vorrei ricordare la splendida ‘Cassandra’ portata in scena da Elisabetta Pozzi, lo spettacolo ‘Nel nome della madre’ di Erri De Luca con Galatea Ranzi protagonista, Laura Marinoni e Pia Lanciotti, protagoniste insieme di un progetto su Fruttero e Lucentini.

All’interno della proposta artistica del teatro Baretti vi è la volontà di affiancare ai grandi nomi i nuovi talenti in germoglio, di modo che vi sia un passaggio di testimone generazionale: proprio da questo desiderio prende il nome la nuova stagione del Baretti intitolata ‘Generazione scenica’”.

“La mia attività attoriale, che ho dovuto rallentare un poco negli ultimi due anni di direzione artistica – spiega Sax Nicosia – è, in ogni caso, al centro della mia proposta al Baretti poiché sto facendo le prove per portare in scena un testo di Annie Baker, considerata una delle più importanti drammaturghe contemporanee, intitolato ‘Il corpo consapevole’. Una commedia che tratterà con ironia ma anche con grande profondità temi quali il patriarcato, il gender gap, la salute mentale, il politically correct e il problema del linguaggio nella società contemporanea.

La mia passione per il teatro brucia fin da quando avevo sei anni, e da allora è stato un crescendo di studi, collaborazioni, incontri con grandi registi e grandi attori e attrici: oggi è un privilegio fare il lavoro che ho sempre voluto fare. Ricordo con immenso piacere quello che considero il punto più alto della mia carriera: interpretare Menelao accanto a Laura Marinoni in quel luogo magico e straordinario che è il teatro greco di Siracusa, nello spettacolo ‘Elena’ di Euripide diretto da Davide Livermore. Interpretare quell’umanissimo personaggio mi è valso il Premio Assostampa come migliore attore della stagione”.

 

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

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