ilTorinese

Matteotti cento anni dopo. Successo di pubblico alla presentazione del saggio di Quaglieni

Una grande manifestazione alla Fondazione “de Fonseca” ha aperto le iniziative per il centenario di Matteotti a Torino.

Sono promosse dal centro Pannunzio prima di tutti con la pubblicazione del saggio di Pier Franco Quaglieni su Giacomo Matteotti, edito da Pedrini, con testimonianze di Piero Gobetti e Mario Soldati e il discorso del 30 maggio 1924 alla Camera dei deputati che costò  la vita a Matteotti.

Il pubblico spontaneamente in piedi ha ascoltato l’Internazionale diretta da Arturo Toscanini.  Un momento magico destinato a restare nella memoria di un pubblico vasto e partecipe. Molto significativa la rappresentanza politica tra cui il capogruppo
di Fratelli d’Italia in Comune Giovanni Crosetto e il
Rappresentante della Regione Gian Piero Leo. La serata è stata intitolata alla memoria dello storico Emilio Papa che scrisse sui temi del socialismo democratico e su “Fascismo e cultura” e fu presidente del Comitato scientifico del Centro Pannunzio. Radio radicale ha registrato la presentazione che è disponibile in audio e in video su tutti i social.

 

Askatasuna bene comune, approvato il “patto di collaborazione”

È stato approvato oggi dalla giunta comunale, su proposta della Vicesindaca con delega al Patrimonio Michela Favaro, il patto di collaborazione con un gruppo spontaneo di cinque cittadini per la cura e la rigenerazione dell’immobile di corso Regina 47 – la sede del centro sociale Askatasuna, occupata per anni –  rispetto al quale, con delibera del 30 gennaio scorso, l’amministrazione aveva avviato un percorso di co-progettazione.

La proposta prevedeva la gestione condivisa come bene comune degli spazi siti al piano terra e del giardino dell’immobile e i proponenti si impegnavano a farsi parte attiva affinché avvenisse con la piena disponibilità dei locali. Con il sopralluogo del 15 febbraio erano stata poi verificati lo stato e la disponibilità dei locali, dando avvio al tavolo tecnico di co-progettazione composto dai cittadini proponenti e dai funzionari dell’amministrazione comunale competenti dei settori Trasformazioni Periferie, Beni Comuni, Rigenerazione Urbana, Patrimonio, Cultura e Politiche Giovanili.

I lavori del tavolo tecnico hanno prodotto il contenuto del patto di collaborazione approvato oggi che prevede, nella sua redazione definitiva, la realizzazione di un intervento circoscritto, nella fase iniziale, al solo spazio esterno, al fine di dare continuità alle attività di aggregazione socio culturali ed educative per le quali sono stati coinvolti la dirigenza scolastica del Nido Il Giardino delle Fiabe e i cittadini del quartiere mantenendo un’autonomia rispetto al fabbricato dove sono in corso verifiche tecniche e strutturali e qualunque attività rimane interdetta.

La delibera approvata oggi definisce dunque conclusa la prima fase della co-progettazione tra la Città di Torino con la sottoscrizione del patto di collaborazione, che avrà durata annuale. La co-progettazione per il governo condiviso del bene comune proseguirà come previsto dal regolamento attraverso il tavolo tecnico in funzione della predisposizione di un patto che contempli anche i locali dell’immobile, compatibilmente con l’esito delle perizie ancora in corso.

Le vetrine spaccate a Torino, migliaia di euro di danni per i commercianti

Decine di vetrine spaccate per pochi spiccioli e danni per migliaia di euro per i negozianti. Il refrain è ormai noto. La triste raccolta delle notizie di assalti alle attività commerciali a Torino non accenna a diminuire. Dopo l’ultimo furto, in ordine di tempo, alla libreria ‘Il Ponte sulla Dora’, i commercianti torinesi chiedono di essere protetti da quella che ormai è una vera e propria ondata di nuova criminalità.

«I negozianti sono esausti – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa -. Nessun quartiere è al sicuro. La scorsa estate i furti nei negozi erano aumentati del 15% e ora abbiamo l’impressione che siano ulteriormente incrementati. A San Salvario, negozianti e residenti hanno già fatto una raccolta firme, poiché quasi tutti i negozi tra via Belfiore, corso Raffaello, piazza Nizza e via Madama Cristina sono stati vittime delle spaccate con il tombino. In Crocetta ci sono stati furti anche alle 8 del mattino. Le baby gang impazzano in San Donato; ad Aurora i negozianti hanno previsto grate e palizzate per impedire l’accesso notturno ai porticati; in Centro, ci sono vie, come Via Mazzini, in cui quasi tutte le attività sono state attaccate. Questi atti non solo causano significativi danni materiali, spaccando vetrine che costano diverse migliaia di euro e devastando spesso gli interni, ma provocano anche uno stress emotivo agli imprenditori che si vedono impotenti contro atti vandalici indegni di una città come Torino».

«Torniamo, dunque, ad appellarci alle Istituzioni e alle Forze dell’Ordine – prosegue la presidente Coppa – affinché si lavori ad un piano di sicurezza che metta i negozi e i locali in cima alla lista. Comprendiamo e apprezziamo gli sforzi già compiuti dalle istituzioni locali nei mercati e nei quartieri più difficili della città. Tuttavia, alla luce dell’escalation dei recenti eventi, riteniamo sia essenziale adottare misure di sicurezza più intense per proteggere le attività commerciali in tutta la città e per garantire la sicurezza dei nostri imprenditori e dei loro clienti».

Ascom Confcommercio Torino e provincia ha costituito un Comitato Antidegrado e Sicurezza, che si è messo a disposizione delle Istituzioni per contribuire al miglioramento del livello di tutela dei negozi. «Siamo a disposizione – ricorda la presidente Coppa – per collaborare con tutte le forze in campo nel contrastare le attività criminali a danno dei nostri imprenditori. Ogni singolo negozio è un punto pubblico di legalità e insieme rappresentano una rete di protezione importante dei quartieri e della città. Chiediamo alle istituzioni di coinvolgerci nelle loro iniziative per ribaltare il paradigma di violenza a cui da mesi assistiamo, purtroppo, impotenti».

Italia Lib Pop: “Torino-Caselle fatiscente dopo l’inaugurazione”

“È notizia di ieri, ad un solo un mese e mezzo dalla trionfale inaugurazione della riattivazione della Ferrovia Torino Caselle, dell’ennesimo guasto sulla linea che ha causato pesanti disservizi per l’utenza: un convoglio che viaggiava in direzione Aeroporto, dopo numerose soste fuori stazione, ha concluso il suo viaggio anzitempo a Venaria, a causa dell’ennesimo guasto ad una motrice. I viaggiatori, che in’assenza di sistemi di comunicazione sono stati avvertiti personalmente dalla macchinista, costretta a passare in ogni singola carrozza, hanno così dovuto attendere l’arrivo del convoglio successivo per raggiungere le proprie destinazioni”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta l’ultimo episodio, registrato ieri, Lunedì 11 Marzo, e che si aggiunge alla sequela di disservizi che si registrano quotidianamente sulla tratta ferroviaria riattivata a Gennaio scorso.

“Alla soppressione delle corse, spesso nemmeno segnalate all’utenza, ai continui ritardi, anch’essi non segnalati, alla sporcizia di carrozze e stazioni, si aggiungono ripetuti guasti alle vetture e le estreme difficoltà di utilizzo da parte dell’utenza diversamente abile, dovute ad un parco carrozze ormai estremamente datato”, aggiunge Desirò.

“Una situazione che si trascina fin dai primi giorni dalla riattivazione quando, finite le celebrazioni, sono emersi tutti i gravi problemi a cui nessuno sembra voler mettere mano, nonostante le ripetute segnalazioni, ormai quotidiane“, continua Desirò.

“Sono passate alcune settimane dalle passerelle politiche e mediatiche e da allora il bacino servito dalla Torino Caselle, così come l’utenza che ne vorrebbe usufruire per poter raggiungere l’Aeroporto della Città, ha a disposizione un servizio pessimo ed al contempo costoso, che si prefigura sempre più come l’ennesima infrastruttura inaugurata in tutta fretta a favore di telecamere ed a discapito del suo reale stato dell’arte. Un pessimo biglietto da visita per la Città di Torino e per la Regione Piemonte che ancora oggi, nel 2024, non riesce a dotarsi di un servizio di trasporto adeguato per servire, non solo il bacino di Comuni che si affacciano sulla tratta, ma tutti i viaggiatori che partono o arrivano all’Aeroporto di Caselle”, conclude Desirò

OSCAR: Nolan e Glazer, non poteva che essere così

Il rito è finito e lo spettacolo più o meno sfavillante – le contestazioni fuori del Dolby Theater disturbano e insegnano in un mondo che sarà pur sempre dorato ma che a poco a poco, sempre più, prende atto di quanto gli sta attorno e lo coinvolge – pure, Emma Stone ha ricacciato le lacrime e ricucito il suo abito, John Cena dopo una botta di notorietà – con la busta a ricoprire le proprie pudenda, un ingenuo teatrino inventato dal presentatore della serata degli Oscar Jimmy Kimmel se si è scoperto che sotto a protezione già ci stava un tranquillizzante cache-sex – è corso a rivestirsi, i vincitori hanno ripiegato i foglietti preparati per i ringraziamenti d’occasione, le mamme e i papà e le famiglie al completo hanno riabbracciato quegli idoli che a loro hanno indirizzato tutti quei grazie e hanno guardato con occhi ammirati le ben lustrate statuette dello zio Oscar. Fine della storia, ci rivediamo al prossimo anno.

Certe pagine erano già scritte, quando ancora i primi arrivati non avevano ancora messo piede sul red carpet. Era impossibile che Emma Stone non salisse su quel palcoscenico a stringere la sua seconda statuetta (dopo quella per “La La Land”) perché la migliore attrice protagonista non poteva essere che lei: ma noi abbiamo imparato due cose. Abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare in modo incondizionato la grandezza di un’attrice come Sandra Hüller, moglie con l’accusa d’aver fatto fuori il consorte tra le immacolate quanto solitarie nevi francesi e (ancora) moglie, nella “Zona di interesse” di Jonathan Glazer, un miglior film straniero d’obbligo, del comandante del campo di Auschwitz tutta presa dalla normale spensieratezza della sua vita quotidiana – chissà se e quanto i giurati avranno pensato ad attribuirle il premio per il primo ruolo? E abbiamo imparato che, quegli stessi giurati – che già se la sono immeritatamente ritrovata nella cinquina -, hanno oscurato con acume la nativa Lily Gladstone, messa chissà perché al centro dell’attenzione del pubblico e di un film tutt’altro che perfetto come è “Killers of the Flower Moon” di Martin Scorsese, uscito dalla serata a bocca asciutta. Forse tra tutte le colleghe, svetta Da’Vine Joy Randolph, biondissima e spumosa, debordante e stracolma di piume azzurre, un premio come migliore attrice non protagonista a omaggiare – meritatamente, questa volta sì – la sua Mary, chiusa negli abiti dimessi di cuoca nelle sale della scuola chiusa del New England, nei giorni del Natale quando tutti se ne sono andati, la ferita da rimarginare della recente morte del figlio in Vietnam, poche scene e poche frasi ma una presenza costante e indimenticabile attorno alla figura problematica del professor Paul Giamatti.

Pagine già scritte, perché sopra tutti si stagliava l’”Oppenheimer” di quel mago del cinema che è Christopher Nolan, tredici nomination tanto per cominciare. S’è portato via sette statuette, tra cui (e tralascio montaggio, fotografia, colonna sonora) le due maggiori di miglior film e miglior regista, senza tralasciare il riconoscimento a Cillian Murphy (ha ringraziato affermando che “viviamo tutti nel mondo di Oppenheimer”, siamo sul continuo orlo di un precipizio e chi ha dato una faccia allo scienziato dell’atomica lo può ben dire forte), magnifico protagonista che, con buona pace di Bradley Cooper alias Leonard Bernstein, non aveva rivali e a Robert Downey jr., pronto a ringraziare la moglie che lo ha raccolto un giorno come un cucciolo abbandonato e lo ha riportato sulla retta via dalle dipendenze che aveva anni fa attraversato. Forse un possibile ex aequo avrebbe potuto addolcire l’esistenza di Ryan Gosling, come autoironicissimo Ken forse tra le pochissime note positive di un “Barbie” tutto rosa confetto che non ha mai convinto fin dal suo apparire chi scrive queste note. Il per noi sconosciuto “American Fiction” si guadagna la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale mentre quella originale va a Justin Triet e Arthur Harari per il successo dell’anno “Anatomia di una caduta”, già Palma d’oro a Cannes, capolavoro di lettura intimistica, di rari disegni psicologici, di nebbiose tracce di thriller che soddisfano appieno l’intelligenza e la fame di autentico cinema da parte dello spettatore. Una pagina annunciata anche questa.

E poi c’è il capitolo “Io capitano”. Che stava nella cinquina dei film stranieri. Con i colori verde bianco rosso. Ho sempre pensato che ci stesse un po’ stretto, che le ragioni prime di una simile scelta non fossero quelle sinceramente cinematografiche ma altre, affidate alla nostra quotidianità, che Garrone deponendo a terra la malvagità e la durezza di “Dogman” si fosse – con un bel carico di banalità e di aspetti già conosciuti – spinto nel campo dei buoni sentimenti, del buonismo a tutti i costi, non riuscendo a reggere la fuga dei due ragazzi sino in fondo, con convinzione, con robustezza, con un disegno più documentaristico. È chiaro che davanti alla freddezza, alla rappresentazione del Male – quella sì intesa come un “documentario” dentro il racconto – fatta di gesti che rabbrividiscono mentre al di là dello sguardo degli abitanti della casa e del giardino incombono quelle ciminiere che eruttano fumo e ceneri, ai sorrisi e alla banalità delle chiacchiere che riempiono le giornate degli aguzzini nel film di Glazer, “Io capitano” non poteva avere in sé i mezzi autentici per vincere. Quasi per pretenderla, quella vittoria: con buona pace di una certa stampa che sino all’ultimo giorno ha tentato con tutte le forze di esprimere quelle convinzioni.

Elio Rabbione

Nelle immagini, scene di “Povere creature!”, di “Oppenheimer” e di “La zona di interesse”.

Nel giorno in cui nacque la creatrice Germana Erba il Liceo si fa ancora più bello

Con la realizzazione dell’insegna dipinta nei caratteri ‘G.E.T.’ sulla facciata

Nella data di nascita di Germana Erba, il 12 marzo, il Liceo Germana Erba, che porta il suo nome per volontà (e autonoma raccolta firme!) degli studenti si fa ancora più bello nella nuova sede in corso Moncalieri 203 a Torino dove occupa un edificio anni ’50 di architettura razionale con grandi e luminose finestrature affacciate da un lato sul corso e dall’altro sul verde della collina.

Infatti, onorati tutti i passaggi e i tempi burocratici che caratterizzano il mondo delle insegne (soprattutto in contesto contiguo alla collina!), È IL MOMENTO DELLA REALIZZAZIONE della scritta-logo dipinta sulla facciata.

Il compito è affidato alla Gerograf I.R.A, storicissima ditta specializzata in insegne addirittura dal 1919 e, in particolare a Enrico Guidetti e Leonardo Maiorano.

La data non è casuale e ha contribuito a determinarla anche il meteo degli scorsi dieci giorni…

E‘ il secondo anno scolastico di vita della nuova sede per questa Scuola di eccellenza, il primo Liceo italiano per danzatori, attori, cantanti e performer di musical, una realtà formativa stimata a livello nazionale, vitalissima „Saranno famosi“ con 30 anni di attività.
Già dal settembre del 2022 residenti, negozianti e passanti restavano colpiti dai giovani studenti-artisti che popolano il corso rendendolo speciale con chignon da danzatrice, note di musica classica o emozioni da musical, così come una scena shakespeariana o goldoniana accennata uscendo da scuola … adesso il sogno si realizza e il nome del LICEO GERMANA ERBA campeggerà in facciata con i caratteri del fortunato brand „Germana Erba’s Talents“ a indicare dove si trova la fucina di talenti delle arti performative, quel progetto in cui l’architetto-docente-ricercatrice Germana Erba seppe credere e per cui si batté sempre fino a dare pari dignità alle materie dello spettacolo, sempre saldamente unite a una solida formazione culturale.

Il Liceo Paritario Germana Erba per attori-danzatori-cantanti, gestito dall’ETS Fondazione Germana Erba, si caratterizza infatti per la formazione culturale e professionale di giovani con attitudini per la danza, il teatro, il musical, l’arte, la scenografia e lo spettacolo in tutte le sue forme. Insieme a una regolare istruzione di II grado, il corso di studi fornisce una specifica preparazione nelle discipline artistiche prescelte, creando figure professionali dotate di buone basi per un inserimento diretto nel mondo del lavoro in qualità di danzatori, attori, cantanti, conduttori, registi, coreografi e addetti alla comunicazione e per l’accesso a qualsiasi Facoltà Universitaria, agli Istituti AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica) e alle Accademie di Belle Arti. Il Liceo Germana Erba, che nel 1995 ha ottenuto dal MIUR il riconoscimento della prima sperimentazione coreutica e nel 1998 di quella teatrale, e dal 2000 è Scuola Paritaria, offre l’Indirizzo Coreutico, primo e “pioniere” in Italia, che si avvale della metodologia della Scuola Nazionale di Cuba, ed è convenzionato con l’Accademia Nazionale di Danza e l’Indirizzo Teatrale, unico in Italia, che collabora con il Teatro Stabile Privato “Torino Spettacoli”. I diplomati sono 800 e lavorano in tutto il mondo.

Per incontrare i G.E.T. in teatro: Galà di arti performative al Teatro Colosseo (Torino, via Madama Cristina 71) sabato 25 maggio ore 21. Informazioni e prevendite:  Teatro Colosseo Torino

Contributi per gli enti socio assistenziali, verso una riforma

“Il sistema dei contributi agli enti socioassistenziali è superato a causa della disomogeneità delle prestazioni”: lo ha affermato l’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone all’interrogazione presentata da Monica Canalis (Pd) in merito, appunto, ai contributi regionali ai 47 enti gestori piemontesi delle funzioni socio assistenziali. In particolare la consigliera ha interrogato “su quali azioni la Giunta regionale intenda mettere in campo per ridurre la disparità del contributo regionale agli enti gestori, senza ridurre il finanziamento alle realtà oggi più sostenute dalla Regione”.

L’assessore ha spiegato che l’assessorato “consapevole dell’esigenza di attualizzare la normativa, ha intrapreso un lavoro di interlocuzione con gli attori principali che operano nel contesto del welfare piemontese, al fine di giungere all’istituzione di un tavolo di lavoro”.

Secondo Marrone per la riforma però “ci vuole un orizzonte di legislatura. Il sistema è superato a causa dei livelli troppo disomogenei delle prestazioni derivanti dall’eccessivo frazionamento amministrativo delle autonomie locali piemontesi, cui sono delegate tali funzioni. Si dovrebbero incentivare gli accorpamenti tra le autonomie locali come accaduto con la raccolta rifiuti e il trasporto pubblico locale”.

Nella replica Canalis ha parlato di un utile chiarimento anche tecnico per una materia complessa dove “l’eterogeneità delle prestazioni deriva da una storica organizzazione dei nostri 47 enti gestori che hanno dimensioni molto diverse, che portano di conseguenza a una disomogeneità di erogazione. Accogliamo con favore la volontà di riforma anche perché i consorzi che sono l’ossatura delle politiche sociali hanno dovuto far fronte a mansioni aggiuntive dovute alla pandemia, all’aumento delle fragilità familiari, dei problemi della salute mentale e alla non coincidenza dei distretti sociali e sanitari. Questa riforma deve andare di pari passo con quella in generale dell’organizzazione delle Unioni di comuni. La legge Maccanti del 2012, di indirizzo sulle Unioni di comuni, necessita di un tagliando. In attesa di riforma già in sede di bilancio si può provare ad appianare le differenze”.

A Baldissero “Sotto le stelle di Fred”

Un evento a cura di Albacherium Associazione Culturale, in collaborazione con Borello Supermercati

Una storia tra intuito giornalistico e puro amore per la narrazione, il ritratto inedito e appassionante del mitico cantante-musicista, ma anche di una Torino lontana e di una sua indimenticabile stagione…

Appuntamento il 15marzo alle ore 21 a Baldissero Torinese con Marina Rota e la presentazione del libro “Sotto le stelle di Fred”!

Un evento a cura di Albacherium Associazione Culturale, in collaborazione con Borello Supermercati

👉 I dettagli: https://www.facebook.com/events/411299464753446

A Torino in un anno quasi tremila multe a bici e monopattini

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Nel 2023 nel corso dei controlli della polizia municipale sulla mobilità sostenibile sono state accertate 2.847 sanzioni al codice della strada. Di queste 1.267 per soste irregolari, la quasi totalità reltiva ai mezzi in sharing. I dati sono stati illustrati dall’assessora alla Mobilità, Chiara Foglietta, in risposta a un’interpellanza del consigliere di Torino Bellissima Pietro Abbruzzese. Ecco le cifre: 1.153 sanzioni hanno riguardato mezzi in sharing, bici, monopattini e scooter elettrici, e quasi tutte, 1.140, per la sosta irregolare. Invece delle 1.649 sanzioni a mezzi privati, 127 erano per la sosta. Attualmente a Torino il servizio in sharing dei monopattini è prorogato fino al 15 aprile ed è in corso di definizione la graduatoria relativa al nuovo avviso promosso dalla Città. L’assessora ha spiegato che il Comune sta studiando la progettazione di nuovi stalli per bici e monopattini in concomitanza con gli interventi di realizzazione di piste ciclabili e di riqualificazione dello spazio pubblico. Oggi i posti bici mappati sono all’incirca 12mila, pari all’1,4% della popolazione, e dei servizi in sharing sono in media circolanti 4.500 monopattini, 1.200 biciclette e 250 scooter elettrici.

Incidente mortale, pedone investito da un’auto

Nella serata di ieri tra Buriasco e Macello, sulla strada provinciale 129 per Vigone un pedone è morto investito da un’auto. Si tratta di una donna. Sono intervenuti i carabinieri della stazione di Villafranca Piemonte e i soccorritori del  118 ma non è stato possibile salvare la persona investita.