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Il Gelato che Racconta la Terra

SCOPRI – TO  ALLA SCOPERTA DI TORINO

L’Innovazione dell’Agrigelateria San Pe di Poirino

Quando si parla di gelato artigianale, ci si aspetta che ogni cucchiaino sia un’esplosione di freschezza e genuinità. Ecco, quello che troverete all’Agrigelateria San Pe di Poirino è tutto questo e molto di più. Un angolo dove la tradizione incontra l’innovazione, dove la passione per la terra e per la qualità degli ingredienti è tangibile in ogni prodotto, e dove il gelato diventa una vera e propria esperienza sensoriale. Non è solo un dolce, ma una storia che racconta il legame con la terra e la continua ricerca della perfezione.
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Una Storia di Famiglia e Passione
Se c’è qualcosa che caratterizza l’Agrigelateria San Pe, è il suo spirito familiare. Questo non è solo un negozio dove acquistare un buon gelato, ma un luogo dove ogni singolo prodotto porta con sé l’anima di chi lo ha creato. San Pe nasce dall’incontro di tre persone molto diverse, ma legate dalla stessa passione per la terra e la qualità. Da un lato, un agricoltore e allevatore, che conosce ogni angolo della natura e sa come rispettarla per ottenere il meglio dai suoi frutti. Dall’altro, una maestra, cuoca e mamma, che ha una passione sconfinata per la cucina e per il benessere dei bambini. E poi c’è un agrario letterato, con un cuore da artista, che sa come trasformare una passione in qualcosa di straordinario.
Questi tre protagonisti, pur provenendo da mondi diversi, hanno in comune un unico principio: se si intraprende qualcosa, deve essere fatto al meglio, con cuore e dedizione. Così nasce l’Agrigelateria San Pe, in un momento che non sembrava il più propizio: nel periodo in cui l’Europa imponeva severe sanzioni alla sovrapproduzione di latte. Invece di arrendersi, hanno visto in quel momento di crisi un’opportunità: trasformare il latte in eccesso in dolce poesia. Un gelato che è molto più di un dessert: è il risultato dell’alchimia tra le materie prime locali e la passione di chi lo crea.
Gelato Fresco, Ingredienti di Qualità
Alla base di ogni gelato c’è l’ingrediente principale: il latte. Ma per San Pe non basta scegliere un buon latte. Ogni prodotto è preparato fresco, con un’attenzione maniacale alla qualità. “Per fare il gelato migliore, bisogna usare gli ingredienti migliori”, dicono con convinzione. E non c’è niente di più vero: l’eccellenza di ogni gelato parte proprio da ciò che la terra offre.
Ogni mese, il menù cambia, portando con sé nuovi gusti stagionali che riflettono la freschezza e la varietà della produzione locale. Tra i gusti più apprezzati, troviamo il Pralinato con mandorle caramellate, il Cioccolato bianco con biscotti di meliga, il Pistacchio, il Fiordilatte Cremoso, il Gianduia e la frutta fresca. Ognuno di questi gusti ha il sapore di una storia, quella di chi ha curato ogni dettaglio nella selezione e trasformazione degli ingredienti.
Ma non è solo il gelato a fare la differenza. Le coppe speciali, farcite con panna, meringhe, frutta e liquori, sono un’altra delizia per il palato. E le crepes al farro, preparate al momento, con gelato al pistacchio e panna, sono una vera e propria tentazione, perfette per chi cerca qualcosa di nuovo e goloso.
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Un Luogo di Relax per Tutta la Famiglia
Se c’è una cosa che rende speciale l’Agrigelateria San Pe è anche l’ambiente che circonda i suoi punti vendita. È un posto dove le famiglie si sentono subito a casa. Il parco che circonda la gelateria è un vero e proprio angolo di natura, dove si possono incontrare galline, conigli, oche, anatre, asini e maialini. Un luogo perfetto per i più piccoli, che possono divertirsi con gli animali o giocare nell’area dedicata ai bambini.
Ma non è solo il gioco a rendere speciale San Pe. La gelateria è anche un punto di riferimento per chi cerca un posto dove organizzare feste di compleanno o altri eventi. Ogni angolo di questo parco sembra pensato per creare momenti di gioia, dove la buona cucina, la natura e il divertimento si mescolano in un’atmosfera accogliente e rilassante.
Innovazione senza Compromessi.
Anche se l’azienda ha deciso di non espandersi oltre i tre punti vendita, San Pe non smette mai di innovare. Ogni giorno c’è un nuovo prodotto da sperimentare, una nuova tecnica da applicare, un nuovo gusto da perfezionare. Perché, come ci spiegano, l’innovazione non si ferma mai. Ma questa innovazione è sempre accompagnata da un’attenzione costante alla qualità. Non si tratta solo di espandersi, ma di monitorare ogni singolo aspetto della produzione per garantire che ogni cliente possa vivere l’esperienza della freschezza e della bontà del gelato. Ogni punto vendita è gestito direttamente dai fondatori, che vogliono essere sicuri che il loro gelato arrivi sempre al massimo della qualità.
In questo modo, nonostante la crescita, l’azienda mantiene il suo spirito artigianale e familiare, diventando un esempio di come sia possibile coniugare tradizione e innovazione senza mai rinunciare alla qualità.
Concludendo, un Gelato che Racconta una Storia.
L’Agrigelateria San Pe non è solo un posto dove mangiare un buon gelato. È un luogo dove ogni cucchiaino ti racconta una storia: quella di tre persone che hanno deciso di scommettere sulla loro passione e di trasformare una difficoltà in un’opportunità. È un esempio di come, nel cuore della tradizione, si possa trovare spazio per l’innovazione e la creatività, mantenendo sempre un legame profondo con la terra e con la natura.
Il gelato che troverete all’Agrigelateria San Pe non è solo un dolce, è una vera e propria alchimia che nasce dal rispetto per la materia prima e dalla passione di chi ha fatto della qualità la sua missione. Se cercate qualcosa di più di un semplice gelato, ma un’esperienza che vi faccia sentire a casa, San Pe è il posto giusto.
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NOEMI GARIANO

Fondazione Lene Thun: ceramico-terapia per i bambini oncologici di Torino

Inaugura presso l’ospedale Regina Margherita “Fiorisce un Giardino!”, l’opera realizzata dai bambini in cura presso i reparti di Oncoematologia pediatrica e Pediatria durante i laboratori di ceramico-terapia offerti da Fondazione Lene Thun

 

Fondazione Lene Thun insieme all’ospedale Regina Margherita di Torino presentano l’opera collettiva “Fiorisce un Giardino!”. Presenti all’inaugurazione il Presidente della Fondazione Lene Thun Peter Thun e la Direttrice Paola Adamo. Con loro il personale medico della struttura insieme ai volontari, bambini e famiglie che hanno partecipato alla creazione dell’opera e sostenitori di Fondazione Lene Thun

Un’opera carica di emozione e significato prende vita all’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Si chiama “Fiorisce un Giardino!” ed è il frutto della creatività e fantasia dei bambini e ragazzi dei reparti di Oncoematologia e Pediatria della struttura, realizzato durante i laboratori di ceramico-terapia della Fondazione Lene Thun.
L’inaugurazione ha avuto luogo proprio all’ingresso dell’ospedale alla presenza dei piccoli artisti, delle loro famiglie, dei volontari della Fondazione e dello staff medico della struttura, tra cui Thomas Schael (Commissario Città della Salute e della Scienza di Torino), Giovanni Messori Ioli (Commissario Ospedale Infantile Regina Margherita) e Franca Fagioli (Direttore Dipartimento Patologia e Cura del Bambino ospedale Regina Margherita).
“Quest’opera, frutto dei nostri piccoli pazienti che hanno partecipato ai laboratori di ceramico-terapia di Fondazione Lene Thun, esalta sia l’aspetto del percorso diagnostico terapeutico sia quello dell’umanizzazione degli ambienti ospedalieri. Il tutto nell’ottica della presa in carico dei piccoli pazienti, non solo dal punto di vista medico sanitario, ma soprattutto dal punto di vista della persona a 360°” ha dichiarato Thomas Schael (Commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino).
Un giardino che “fiorisce” con i sogni dei bambini
Realizzare un giardino richiede tempo, cura e dedizione, proprio come il percorso di crescita personale di ciascun bambino. “Fiorisce un Giardino” è un’opera in ceramica che simboleggia la forza, la creatività e la tenacia di chi, nonostante la malattia, coltiva i propri sogni con speranza.
“La cura per la cultura e la cultura per aiutare a curare. Osservare i risultati dei nostri giovani pazienti coinvolti in attività artistiche e culturali come la ceramico – terapia rafforza la nostra convinzione sull’importanza di un approccio olistico alla cura, che consideri non solo gli aspetti clinici ma che abbracci anche la dimensione sociale e creativa. La collaborazione tra il personale sanitario, gli educatori e Fondazione Lene Thun ha creato un ambiente di reparto dove i ragazzi possono esprimersi e continuare il loro percorso personale anche durante l’ospedalizzazione, con un impatto positivo sul loro percorso di guarigione” dichiara la professoressa Franca Fagioli (Direttore Dipartimento Patologia e Cura del Bambino ospedale Regina Margherita).

Rivoli: lavori al Cimitero per migliorare sicurezza e decoro

Ristrutturazione dell’ingresso, videosorveglianza e miglioramenti per i visitatori

Tra le opere di prossima realizzazione, spicca la ristrutturazione completa del portale d’ingresso, un intervento che renderà più decorosa l’area e che permetterà di trasferire all’interno del Cimitero un servizio di supporto dedicato ai cittadini e curato direttamente dal personale comunale che sarà a disposizione per fornire assistenza e per rispondere a quesiti riguardanti i servizi cimiteriali e le relative pratiche amministrative, garantendo così un servizio più accessibile e più vicino ai cittadini. Anche l’area davanti alla Croce Dorata è stata oggetto di attenzione, con la sistemazione di nuove fioriere e con la riqualificazione degli spazi, un dettaglio che restituisce ordine e dignità a uno dei punti più significativi non solo del Cimitero, ma di tutta la Città.

Un occhio di riguardo è stato dedicato al comfort dei visitatori: sono state posizionate nuove sedie lungo i viali, permettendo a chiunque lo desideri di fermarsi e raccogliersi con maggiore comodità. Allo stesso modo, sono state ripristinate e rese funzionanti tutte le fontanelle, rendendo più semplice la cura delle tombe. Sul fronte della manutenzione, un importante intervento verrà avviato proprio in questi giorni: l’impermeabilizzazione del tetto dell’ex sala autoptica, che eliminerà le infiltrazioni all’interno dell’edificio e preserverà così la struttura nel tempo.

Il lavoro non si ferma qui. Presto verrà attivato il nuovo sistema di videosorveglianza, già installato, che permetterà di garantire maggiore sicurezza a chi frequenta il Cimitero. Nel frattempo, si sta lavorando anche alla revisione del Regolamento di Polizia Mortuaria, attraverso il quale saranno introdotte alcune novità significative per il Cimitero e per gli utenti. È in corso anche l’iter per la decadenza delle sepolture private in stato di abbandono, così da restituire ordine e decoro agli spazi.
Lo sguardo è già rivolto al futuro, con un progetto di revisione del Piano Regolatore Cimiteriale e un’importante novità: la realizzazione di un secondo “Giardino del Ricordo” per la dispersione delle ceneri.

Il Cimitero di Rivoli è un luogo della memoria, che deve essere curato con attenzione e rispetto“, dichiara l’assessore ai Servizi Cimiteriali Carlo Garrone “Abbiamo avviato un lavoro capillare, rispondendo alle esigenze delle famiglie con interventi concreti. La nostra priorità è rendere questo spazio sempre più accogliente, ordinato e sicuro, affinché chiunque possa trovare qui un luogo di raccoglimento degno e sereno“.

Foto archivio

Rassegna mensile dei Libri più letti e commentati

MARZO 2025

Il Libro del Mese – La Scelta dei Lettori

Il libro più discusso nel gruppo Un Libro Tira L’Altro Ovvero Il Passaparola Dei Libri nel mese di marzo è stato I Giorni Di Vetro, di Nicoletta Verna, un romanzo corale, ambientato in Romagna,  dalle molteplici trame ispirate a vicende reali.

Appuntamento mensile con le novità da leggere: seguite il nostro sito e i nostri canali e scoprirete titoli e autori di ogni genere.

Amate il genere romantico? L’amante Perduta Di Shakespeare di Felicia Kingsley (Newton Compton) sarà in libreria dall’8 aprile e promette di essere  una storia che mescola passioni e intrighi con un  ladro gentiluomo –  assoldato da un ricco collezionista di libri rari per recuperare un prezioso volume – che si imbatte in un’affascinante ereditiera…

Siete interessati ai romanzi storici? In libreria troverete M. La fine e il principio di Antonio Scurati (Bompiani)

Scurati ci narra il tragico epilogo del Duce, scrivendo il capitolo finale di una saga che ha fatto molto parlare di se’.

Per chi ama leggere storie di vita quotidiana che siano adatte anche ai lettori più giovani, segnaliamo Max E Nigel di Antonio Manzini (Sellerio): un romanzo che vede protagonisti  due indimenticabili ragazzini che si mettono spesso nei guai ma che, immancabilmente, riescono sempre a destreggiarsi tra genitori che credono di capire tutto, tetri professori e compagni gradassi.

 

Consigli per gli acquisti

 Questa è la rubrica nella quale diamo spazio agli scrittori emergenti, agli editori indipendenti e ai prodotti editoriali che rimangono fuori dal circuito della grande distribuzione e questo mese abbiamo selezionato tre auto-produzioni.

Oggi vi proponiamo la lettura di:  Manifestazione, di Andrea Costa (Protos Edizioni), una storia intensa ma allegra che parla del pressante bisogno di cambiamento di un Paese in crisi e del forte potere di comunicazione dei canali sociali, raccontata con leggerezza e umorismo; Il Barone Di Palagonia, di Giuseppe Saglimbeni (Albatros), un romanzo che vede protagonista  Francesco, un bambino  costretto a lavorare nel Feudo dei Palagonia come pastore e valletto del giovane baronello Giovanni, con cui sviluppa un’amicizia profonda e complessa… La Tela Di Archimede di Riccardo Mangiacapra, (Spirito Libero Edizioni), un romanzo che esplora il sogno del successo, il peso del passato e il desiderio di trovare un proprio posto nel mondo.

 

Incontri con gli autori

Sul nostro sito potete leggere le interviste agli scrittori del momento: questo mese abbiamo scambiato due chiacchiere con Maurizio de GiovanniMarco Vichi e Sacha Naspini.

Per rimanere aggiornati su novità e curiosità dal mondo dei libri, venite a trovarci sul sito www.ilpassaparoladeilibri.it

Tutti pazzi per le immagini in stile Studio Ghibli di Hayao Miyazaki, anche a Torino

Torino si unisce alla tendenza globale delle immagini digitali ispirate ai capolavori di Hayao Miyazaki, ma non mancano le voci critiche di chi difende l’unicità dell’arte originale.

Il magico mondo dello Studio Ghibli sta vivendo una rinascita digitale, con paesaggi e personaggi reinterpretati attraverso l’intelligenza artificiale. Anche a Torino, creativi e appassionati stanno trasformando angoli della città in illustrazioni che sembrano uscite da Il mio vicino Totoro o La città incantata. Ma non tutti applaudono a questa tendenza: c’è chi la vede come una banalizzazione dell’arte di Miyazaki.

La polemica: rispetto per l’arte originale vs. creatività digitale

Accanto all’entusiasmo per le immagini generate dall’IA, si è sviluppato un acceso dibattito.

Puristi e fan storici dello Studio Ghibli criticano l’uso massiccio di strumenti come ChatGPT per emulare lo stile del maestro giapponese. “Miyazaki ha dedicato una vita a perfezionare il suo tratto, ogni suo fotogramma è un’opera d’arte unica. Ridurre tutto a un filtro o a un prompt è un insulto al suo lavoro”, commenta Laura, fondatrice di un cineclub torinese dedicato all’animazione giapponese.

Alcuni artisti locali concordano: “L’IA può essere uno strumento, ma non può sostituire la mano dell’uomo e l’emozione che nasce dal disegno tradizionale”, osserva Matteo, illustratore torinese che organizza workshop d’arte di acquerello.

D’altra parte, i sostenitori della tendenza ribattono che si tratta semplicemente di un nuovo modo di esprimere apprezzamento per Miyazaki. “Non vogliamo copiare, ma celebrare la sua estetica applicandola alla nostra realtà”, spiega Ginevra, studentessa di Belle Arti che ha creato una serie di ritratti Ghibli-style dei monumenti torinesi.

L’IA che ricrea l’estetica Ghibli (tra entusiasmo e critiche)

OpenAI ha implementato in ChatGPT un generatore di immagini capace di emulare lo stile Ghibli. Basta un prompt come “Crea un’immagine in stile Studio Ghibli di Torino con colline e tetti rossi” per ottenere risultati suggestivi.

Ma come sottolinea Fanpage, il rischio è l’omologazione: molti utenti finiscono per generare immagini molto simili, perdendo l’unicità che caratterizza i veri film di Miyazaki.

Torinesi divisi tra magia digitale e tradizione

Caffè artistici, account Instagram dedicati e non solo, stanno nascendo in città, con artisti locali che sperimentano queste tecnologie per creare opere ibride tra fotografia e animazione. “È un modo per evadere dalla routine e vedere la città con occhi nuovi”, racconta una giovane graphic designer torinese.

Insomma, la febbre Ghibli non accenna a placarsi, e Torino dimostra ancora una volta di essere una città capace di abbracciare le tendenze più creative.

Chissà che Miyazaki, un giorno, non decida di ambientare proprio qui il suo prossimo capolavoro.

“Il punto non è scegliere tra tradizione e innovazione, ma trovare un equilibrio”, riflette Sofia, docente di Storia dell’Arte. “Miyazaki stesso ha sempre sperimentato con nuove tecniche. Forse l’importante è che questa passione porti le persone ad avvicinarsi davvero alla sua poetica, oltre i filtri”.

Provare sì, ma con consapevolezza

Per chi vuole cimentarsi senza scadere nella ripetitività, gli esperti suggeriscono:

  • Studiare l’arte originale (libri, making-of, mostre)

  • Usare l’IA come spunto, ma aggiungere un tocco personale

  • Evitare la commercializzazione delle immagini, per rispetto del copyright

Insomma, mentre Torino si popola di Ghibli-style e creature digitali, la discussione resta aperta. Una cosa è certa: l’amore per Miyazaki unisce tutti, pur nelle diverse visioni. E forse, in questo dialogo tra antico e nuovo, si nasconde un po’ della stessa magia che rende speciali i suoi film.

Voi da che parte state? Tradizione o innovazione?

CRISTINA TAVERNITI

Torna a Torino uno dei più grandi concerti gospel d’Europa, il Sunshine Gospel MASS Choir

Due ore di concerto che spazieranno dai grandi brani della tradizione Gospel, ricchi di spiritualità, alle composizioni più recenti con trascinanti sonorità soul e funky.

Interazione, canto, aggregazione e condivisione sono i temi fondamentali su cui si sviluppa il progetto del Sunshine Gospel MASS Choir che rappresenta una vera e propria esperienza formativa, una possibilità di creare connessioni tra le persone, immergendosi nella cultura gospel più pura e veritiera, in compagnia delle sue eccellenze.

Padrone di casa dell’evento il Sunshine Gospel Choir al gran completo che, dopo aver conquistato il Golden Buzzer di Joe Bastianich nell’edizione 2020 di “Italia’s Got Talent”, è stato eletto nel 2024 il miglior coro d’Europa presso la prestigiosa Royal Albert Hall di Londra, vincendo il concorso “How Sweet The Sound”, uno dei concorsi americani Gospel di maggior prestigio. Oltre ad essere stato protagonista in mondo visione della cerimonia di apertura delle FISU World University Games Winter 2025 e delle Special Olympics World Winter Games.

Sul palco gli immancabili:

  • Maestro e Minister Alex Negro

  • la cantante e vocal coach Rosanna Russo

  • il Bluesman Joe Nicolosi.

Performers speciali dagli Stati Uniti cinque stelle internazionali del gospel:

  • Noreda Graves, cantante degli Harlem Inspirational

  • Pastor Edward “Busta” Fields da Filadelfia

  • Overseer” Rodney Bradley da New York

  • Minister Tyree Miller da Filadelfia

  • Pastor Maryta Fields, vincitrice del concorso “Best Afro-American voice” presso l’iconico Apollo Theatre di New York

Il concerto sarà accompagnato dalla band live composta da Silvano Borgatta e Paolo Gambino al piano e tastiere, Michele Bornengo al basso, Mario Bracco alla batteria e Federico Memme alla chitarra.

 

Alex Negro, anima e cuore del Sunshine dichiara: “Questi ultimi anni sono stati assolutamente eccezionali per il nostro coro. Abbiamo ricevuto così tanta energia e calore che era doveroso restituirne almeno una parte. Torino è la nostra casa e non potevano che organizzare qui l’evento eccezionale che è il MASSChoir, tra la gente che ci vuole bene, stretti in un grande abbraccio. Il Gospel è condivisione, ha la capacità magica e curativa di creare aggregazione e rete tra le persone, di fare del bene. Per questo abbiamo voluto sposare ancora una volta una causa del cuore devolvendo parte dell’incasso dell’evento all’AITF, Associazione Italiana Trapianti di Fegato. Nel 2015 siamo riusciti ad acquistare grazie al MASS un’ambulanza per la Croce Rossa; quest’anno contiamo di fare meglio, con l’aiuto del nostro pubblico.”

INFO BIGLIETTI

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I biglietti per l’evento sono in vendita:

Per maggiori informazioni o per la prenotazione di gruppi è possibile scrivere all’indirizzo e-mail info@sunshinegospel.com

e consultare il sito ufficiale

www.sunshinegospel.com

Poste, anche in provincia di Torino il nuovo “Atto giudiziario online”

Il processo di digitalizzazione di Poste Italiane continua con il servizio “Atto giudiziario online”, disponibile per Avvocati, aziende e pubbliche amministrazioni della Provincia di Torino. Sono già numerosi i clienti che hanno scelto “Atto giudiziario online”, accessibile h24 dai propri sistemi gestionali e informativi attraverso un collegamento diretto con i sistemi di Poste Italiane, oppure utilizzando una soluzione di partner tecnologici certificata da Poste per spedire i loro documenti su tutto il territorio nazionale, in conformità alle disposizioni di legge vigenti in materia. In particolare è possibile gestire in modo semplice la notifica delle violazioni al Codice della Strada, delle sanzioni, i tributi locali e le ingiunzioni di pagamento, e la notifica da parte di Avvocati e procuratori legali di atti civili, amministrativi e stragiudiziali ai sensi della Legge 53/94.

Il nuovo servizio di Poste Italiane,  “Atto giudiziario online”, è modulare, flessibile e configurabile, e semplifica tutta l’attività di gestione della corrispondenza in uscita, velocizzando i tempi di invio e ammortizzando i costi di stampa. Per poter accedere al servizio, i clienti potranno utilizzare “Atto giudiziario online” sottoscrivendo l’offerta “Postaonline Host to Host”. Dopo aver ricevuto il documento, Poste Italiane lo elaborerà in formato pdf, mostrando al cliente un’anteprima di spedizione. Dopo la conferma dell’invio, il cliente riceverà una ricevuta di accettazione. Poste Italiane apporrà su ogni pagina dell’atto giudiziario la dicitura “stampa conforme al file trasmesso” e il codice identificativo dell’atto.

Sul documento pdf così generato, Poste Italiane porrà inoltre una marca temporale e la sottoscrizione digitale del responsabile del servizio, mettendolo a disposizione del cliente. Successivamente Poste Italiane, provvederà all’attività di stampa, imbustamento, apposizione dell’indirizzo, recapito, rendicontazione per il cliente e archiviazione online. Secondo le normative vigenti, i clienti potranno scegliere di ricevere l’Avviso di ricevimento dell’atto giudiziario anche in formato digitale via PEC. In alternativa alla restituzione dello stesso a mezzo posta, passo fondamentale per la digitalizzazione del processo di notifica con una riduzione degli errori e dei tempi di accettazione dei documenti e un’accelerazione del processo di restituzione.

L’azienda si conferma ancora una volta attenta alla sostenibilità ambientale, tutti i documenti infatti vengono stampati su carta certificata SFC, ottenuta dal legno proveniente da foreste gestite in maniera responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici, per consentire un agevole riciclo delle buste e dei fogli utilizzati.

Mara Martellotta

Il Piemonte a Vinitaly con 107 produttori eccellenze del territorio

Da domenica 6 aprile il Piemonte è protagonista della 57esima edizione del Vinitaly a Verona

Da domenica 6 a mercoledì 9 aprile 2025 il Piemonte vitivinicolo ritorna da protagonista a Verona alla 57esima edizione di Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e distillati, imprescindibile palcoscenico per gli operatori provenienti da tutto il mondo.

A pochi giorni dall’introduzione dei dazi USA, sarà anche la prima occasione per il comparto vitinicolo piemontese per confrontarsi sul tema e i suoi possibili effetti.

Confermata, dopo il debutto di successo della scorsa edizione, la presenza dell’area Piemonte nel cuore del Padiglione 10 di Veronafiere, dove è ospitata anche la maggior parte degli espositori piemontesi presenti con il proprio stand. Si tratta di un grande spazio collettivo di 1500 mq allestito e gestito da Piemonte Land of Wine, l’ente che riunisce i 14 consorzi piemontesi del vino. Nell’Area Piemonte sono presenti 107 produttori di tutto il Piemonte e i 14 consorzi di tutela.

“Il Piemonte torna da protagonista a Vinitaly – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore al Commercio, Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca Paolo Bongioanni e l’assessore al Turismo Marina Chiarelli – palcoscenico imprescindibile per la promozione internazionale non solo dei suoi grandi vini, ma di tutto il suo agroalimentare di eccellenza e del suo turismo”.

Numerose le novità di questa edizione 2025.

“Vinitaly 2025 rappresenta per il Piemonte un anno di svolta – spiega l’assessore Bongioanni – Debutta il nuovo brand “Piemonte is- Eccellenza Piemonte”, il marchio di qualità che abbiamo presentato a Roma e che da ora accompagnerà le produzioni agroalimentari piemontesi a denominazione d’origine, un patrimonio di 19 vini Docg e 41 Doc, 14 prodotti Dop e 9 lgp, 344 prodotti agroalimentari tradizionali e quasi 600 prodotti di montagna con cui il Piemonte esprime da solo quasi un quarto delle produzioni certificate in tutta Italia. A Vinitaly lanciamo anche la nuova indicazione geografica più ampia “Piemonte”, che potrà essere aggiunta sulle etichette dei nostri vini Doc e Docg per identificarli con la nazione in cui nascono. E l’Alta Langa Docg, il Metodo Classico piemontese proclamato Vino piemontese dell’anno 2025, inizia di qui il suo viaggio per accogliere gli ospiti di grandi eventi che nei prossimi mesi vedranno la nostra regione protagonista. Con questi strumenti inauguriamo un nuovo approccio, un radicale cambio di marcia per la promozione del nostro territorio attraverso i suoi prodotti di eccellenza”.

Fitto il calendario di appuntamenti e presentazioni in programma nell’area Piemonte. Domenica 6 aprile alle 14.30 inaugurazione con la presentazione del brand ‘Piemonte is Eccellenza Piemonte’ nelle denominazioni di origine, dell’Alta Langa Docg Vino piemontese dell’anno 2025 e del concorso “50 Best Restaurants”, con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni, l’assessore al Turismo, Cultura e Sport Marina Chiarelli, Francesco Monchiero, presidente Piemonte Land of Wine; Beppe Carlevaris, presidente VisitPiemonte; Maria Cristina Castelletta, presidente Consorzio Alta Langa, Paolo Ricagno, presidente Consorzio di Tutela Vini d’Acqui; modera Danilo Poggio.

Alle 16 all’Auditorium Verdi la presidente del Consorzio Alta Langa Maria Cristina Castelletta riceverà il Premio Angelo Betti – Benemeriti della Viticoltura 2025.

Lunedì 7 aprile alle 12 vi sarà un confronto tra territori Unesco del Vino sulla presentazione a Parigi della Candidatura dell’area del Roero a Buffer Zone Unesco; alle 15 si parlerà di salute e consumo di vino nella dieta mediterranea: quali decisioni da assumere alla luce delle conoscenze disponibili, con l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.

Martedì 8 aprile, alle12, l’Associazione Produttori del Vino Biologico del Piemonte e Fondazione Agrion presentano il report sull’andamento del vino biologico in Piemonte e il progetto dell’Osservatorio del Vino biologico del Piemonte. Alle 14.30 si terrà un convegno sul “Piemonte del futuro” sostenibilità, competitività e nuovi orizzonti di consumo nel vino, a cura di Accademia di Agricoltura di Torino.

E torna dopo il successo dello scorso anno anche il Ristorante Piemonte, all’esterno del Padiglione 10, curato dallo chef stellato piemontese Massimo Camia ( Novello, Cn, 1 stella Michelin), proporrà un menu a base di prodotti piemontesi Dop e Igp, accompagnati da vini Doc e Docg del territorio regionale.

In carta piatti come gli asparagi del Roero alla crema di Grana Padano Dop, i Gobbi di salsiccia di Bra, patate e porri e il biancostato di Vitellone Piemontese della Coscia cotto a bassa temperatura, la Piccola pasticceria piemontese. confermato anche lo spazio lounge, annesso al ristorante a cura del consorzio Asti Docg.

Mara Martellotta

cs

La mamma chioccia

Nel regno animale la chioccia è la gallina che accudisce i pulcini, proteggendoli dai rischi e controllando le loro mosse.

Nell’ambito umano, viene usato questo termine per designare le mamme che accudiscono i figli in modo maniacale, ossessivo, assillante anziché permettere la loro evoluzione fisiologica: conosco almeno un paio di mamme che vigilano in modo ossessivo sui loro pargoli (uno di questi ha 47 anni….) pensando di sapere cosa sia meglio per loro, provvedendo alle loro (presunte) necessità e prevenendo ogni rischio.

Non mi è chiaro se alla loro “prima volta” le mamme fossero presenti per verificare che tutto filasse liscio.

E’ evidente che anche questo aspetto nella crescita di un individuo porti alla crisi attuale della società, dove la maggior parte dei ragazzi resta nella famiglia di origine fino a tarda età anziché generare una famiglia propria, dove il lavoro non è una meta né un mezzo, poiché pensano i genitori a soddisfare i bisogni dei figli (università, auto, vacanze, svaghi e abbigliamento compresi).

Va notato che è solitamente espletato dalle mamme nei confronti dei figli maschi, per cui c’è da sperare che nelle prossime generazioni siano in prevalenza femmine a nascere, visto che comunque la natalità è in calo.

Non so se sia consolante il fatto che questo è un fenomeno prettamente italiano: ho diversi amici sia in Europa che in altri continenti, ma solo in Italia i ragazzi (particolarmente i maschietti) non sentono la necessità di svezzarsi, di evolversi, di maturare assumendosi responsabilità, comportamenti e godendo di diritti che dalla maggiore età in avanti sono sacrosanti o, almeno, dovrebbero esserlo.

In Germania, in Inghilterra nonostante la crisi economica che ha toccato anch’esse, i giovani cercano di andare a vivere per conto loro, anche condividendo appartamenti in 3-4 persone, pur di raggiungere la loro autonomia. Annelore, madre tedesca di 2 ragazzi poco più che ventenni, mi ha raccontato che al termine delle scuole superiori, lei ed il marito hanno aiutato i figli a trovare un appartamento in affitto e li hanno bonariamente obbligati a farsi una loro vita. I ragazzi studiano, fanno qualche lavoretto per pagarsi gli studi, vitto ed alloggio ma i genitori intervengono nel caso loro, per qualche ragione, non riescano a pagare tutto. Anzi, mi ha chiesto come facciano i nostri ragazzi a non sentire il bisogno di autonomia, di poter organizzare feste, cene a casa loro senza i genitori in mezzo, di poter gestire una propria vita scandendo orari, visite e tutto il resto. Siccome molti dei nostri giovani hanno ancora istinti sessuali, inevitabile che non avendo altro luogo portano a casa la ragazza (o il ragazzo) per il week end cosicché i genitori, anziché disfarsi di un peso, se ne vedono accollare uno ulteriore.

Molti dei giovani intervistati sostengono che sia impossibile trovare lavoro, che i genitori non possano permettersi di pagare loro un affitto, che non abbiano ancora l’età per procreare (atto che piò essere compiuto anche in casa dei genitori, per altro).

E’ evidente che la crisi economica sia soltanto una scusa per giustificare il loro comportamento: moltissimi giovani, in diverse parti del nostro Paese, specie nei Comuni più piccoli, si sono uniti in cooperative, srl o altre forme, per dare vita a veri incubatori di idee, per sfruttare le risorse del luogo, per inventarsi un mestiere o per rilevare un’impresa locale la cui proprietà sia in procinto di cessarne l’attività.

Alcune Regioni, GAL (Gruppi di azione locale), l’UE, alcune Fondazioni indicono periodicamente bandi per l’erogazione di fondi destinati a tali attività, per l’imprenditoria femminile o giovanile ai quali possono accedere quanti siano desiderosi di avviare un’attività o rilevarne una: quanti partecipano secondo voi in percentuale? E quanti sanno anche soltanto dell’esistenza del bando? Come dite? No, sono ancora troppi.

Certo, non dover fare il bucato, stirare, fare la spesa, pulire, pagare le bollette, buttare i rifiuti, andare alle assemblee di condominio è un risparmio di fatica (e di responsabilità) non da poco, ma dove lo mettiamo l’orgoglio? Quando a ventidue anni, terminato il servizio di leva e iniziato un lavoro a tempo indeterminato, dopo due anni di fidanzamento decidemmo di andare a convivere immaginate quale fu la soddisfazione nel vedere la casa tinteggiata, arredata, con la TV, lo studio, il cucinino attrezzato, le piante sul terrazzo, la cantina ed il box, realizzando che avevo sicuramente più di quanto avessi avuto nella casa dei miei.

Essendo il primo nel giro delle amicizie a diventare indipendente, ogni occasione era buona per avere tutti a cena, per assaggiare cosa preparassi loro quella volta, per sentire musica, bere qualcosa nell’angolo bar o guardare qualcosa in TV, anche seduti sul tappeto.

Ebbi la fortuna di abitare alla Crocetta, ma se anche avessi dovuto ripiegare su San Paolo, Pozzo Strada, Barriera di Milano o Madonna di Campagna non avrei avuto esitazioni: parafrasando Enrico di Navarra, potrei dire che la libertà val bene qualche sacrificio.

Da un lato genitori che non hanno spinto più di tanto i figli, dall’altro la crisi, dall’altro ancora l’emulazione (se Mario non va a stare da solo, perché devo farlo io?) hanno portato a questo stato di cose che, inevitabilmente, stanno minando seriamente e profondamente la nostra società: non si fanno figli, non si contribuisce all’aumento del PIL, si contribuisce alla stagnazione dell’economia che, nel nostro contesto, può diventare una stagflazione.

La ricetta per guarire? I genitori devono tornare a fare i genitori, non gli amici; i giovani devono riprendere in mano la loro vita, pensando che dalle loro decisioni non dipende solo la solo vita singola ma il funzionamento ottimale dell’intera società.

Dimostrare a sé stessi prima che agli altri che “volere è potere”; in caso contrario? Non si è furbi, si è poveri incapaci.

Sergio Motta